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SHELDON - MISSIONE 04 RSS SHELDON - Missione 04

04.02 "Echi"

di Nicholas Rush, Pubblicato il 20-02-2021

Sheldon - Sala Tattica
14/01/2401 - ore 23.00


Rush si era assentato dalla plancia da una manciata di minuti e si era rifugiato a pensare in Sala Tattica. Nel frattempo, Naki stava cercando di raccogliere quanti più dati possibili su quelle sfere elettromagnetiche e quell'amara scoperta aveva reso tutti più nervosi.
Sheldon continuava a non palesarsi, quasi a voler lasciare che i suoi ospiti, per una volta, se la sbrigassero da soli, a dimostrazione non solo che loro avrebbero avuto bisogno di lui ma che una dei più sacri pilastri della Federazione, la Prima Direttiva, fosse totalmente inutile.
A rendere tutto più difficile vi era il suo nuovo incarico che, minuto dopo minuto, diventava sempre più reale e pressante sulle sue spalle: facente funzione di Capitano.
Non aveva mai pensato di ricoprire un simile ruolo. Profondamente amante del suo lavoro, si riteneva uno scienziato e magari un buon team leader, ma rivestire un tale ruolo di Comando era tutt'altra cosa.
Gli ufficiali superiori, dopo un primo momento di titubanza iniziarono, a supportarlo e a rispondere a tono, come imponeva la carica, ma per il resto dell'equipaggio l'evento era stato quasi traumatizzante. Sapere che Sheldon sarebbe stato devvero in grado di abbandonarli chissà dove era stato un duro colpo. Rush, attraversando i corridoi, incrociò spesso gli sguardi tristi e smarriti dei giovanissimi membri dell'equipaggio, rendendosi conto che adesso era da lui che cercavano conforto e sicurezza.
Visti anche i recenti eventi il conforto non era un sentimento che a Nicholas riuscisse benissimo, ma grazie alle numerose sedute con il Consigliere Hewson stava guarendo da quel turbinio di emozioni che albergavano in lui.
Il suono del comunicatore lo ridestò dai suoi pensieri
"Qui Rush"
Dal comunicatore sentì uscire la voce di Naki =^= Capitano, ho trovato qualcosa che potrebbe dare una spiegazione a quelle sfere di energia =^=
"Arrivo subito"

Sheldon - Plancia
14/01/2401 - ore 23.10


Rush varcò la soglia della plancia, osservando tutti i presenti che erano impegnati alle proprie postazioni.
"Cosa avete scoperto?" chiese Rush con voce calma.
"Sarebbe meglio dire cosa non abbiamo scoperto, Signore" disse Naki, trasferendo i dati dalla sua console ad una console portatile che comandava a distanza lo schermo principale della plancia.
"Come può vedere dal piano orbitale di questo Sistema, tra il Pianeta e il suo Sole vi è una fascia formata da diverse micro-nebulose cariche di particelle Omicron e diversi gas nobili. A seguito di un'analisi approfondita con i sensori di Sheldon sono riuscita però a isolare dei livelli di neutrini in elevata concentrazione"
"Un tunnel spaziale instabile in miniatura?" chiese Rush osservando i dati.
"Si e no, era un tunnel che all'origine era totalmente instabile, ma ora le due uscite di questo tunnel rimbalzano all'interno delle micro-nebulose, senza un'apparente logica. Lo possiamo notare dal fatto che dalle uscite fuoriescono in modo randomico enormi quantità di fotoni i quali, grazie alle particelle Omicron e al vento solare, si aggregano formando degli agglomerati elettromagnetici.. quelle sfere per capirci" Naki fece una pausa cambiando schermata, mentre Rush osserva lo schermo "Quindi le sfere sono nate così?"
La scienziata annuì "Sì. Questi agglomerati vengono sparsi per il Sistema stellare e, nella maggior parte dei casi perdono di coesione e si dissipano nello spazio. Tuttavia, nel caso del nostro Pianeta, a causa della presenza di filoni di ferrite, gli agglomerati che gli si avvicinano vengono attratti verso la superficie comportando le piogge che abbiamo osservato"
Tutti ascoltavano con attenzione, tanto che in plancia l'unico rumore udibile era quello delle console in funzione.
"C'e' modo di disperdere gli agglomerati e di scendere in sicurezza? Magari con un impulso del deflettore?" chiese Blake
"Ci sto ancora lavorando" disse Naki
"Per quanto riguarda la presenza di insediamenti sotto la superficie avete fatto progressi?" chiese il Consigliere Hewson.
"Purtroppo ci sono troppe interferenze e i sensori fanno fatica a mappare le cavità rocciose" rispose Blake.
Tutti si voltarono verso Nicholas che stava scarabocchiando sul suo taccuino degli appunti "Mi sembra troppo una coincidenza che un tunnel spaziale transiti solo in quella particolare zona del settore... abbiamo bisogno di maggiori dati. Una volta elaborata una strategia di discesa in sicurezza, porteremo la nave il più vicino possibile alle micro-nebulose per cercare di capire l'origine di questi tunnel, se naturali o artificiali, e raccogliere maggiori dati. Ma la nostra priorità è recuperare la facente funzione di Capitano ed il Primo Ufficiale " disse Rush serafico

Pianeta Mularus - Città sotterranea di Sulan
Ambulatorio secondario
15/ 01/2401 - ore 09.00


Con Kyel ancora fuori gioco, Adrienne riuscì a rubare, dalla lavanderia dell'ambulatorio, qualche vestito non troppo malconcio per mimetizzarsi e andare in esplorazione dell'avamposto in cui erano stati portati.
Da quel poco che era riuscita ad osservare, i tratti della città corrispondevano ai canoni di metà del ventesimo secolo, ma era veramente malconcia. Probabilmente, le condizioni in cui versava il pianeta, rendendolo inospitale, aveva costretto gli abitanti ad ampliare quello che, inizialmente, doveva essere stato un avamposto di ricerca sotterraneo.
La città era protetta da un'immensa cupola rocciosa e, ai limiti dell'installazione, vi erano strutture metalliche mangiate dalla ruggine, che ospitavano grosse piattaforme per far salire e scendere gli abitanti, ma molte di queste erano pericolanti e probabilmente inagibili.
Senza farsi vedere Adrienne tirò fuori il tricorder per scandagliare l'area intorno a lei, alla ricerca di qualche segnale radio per poter contattare l'equipaggio della Sheldon.
Mentre impostava i parametri di analisi sul suo tricorder la sua attenzione fu catturata da tre bambini che stavano giocando ridendo divertiti: erano tutti sporchi e i vestiti erano strappati e malridotti, ma a loro non importava niente. Vederli giocare a rincorrersi fece venire al Capitano una stretta al cuore pensando al fatto che aveva lasciato la piccola Nami da sola, ma riuscì a scacciare la tristezza pensando razionalmente che sicuramente il guardiamarina Noveed e il Consigliere non l'avrebbero lasciata incustodita per un istante.
Fu ridestata dal suono del suo tricorder. Aveva individuato un debole segnale, ma doveva continuare a muoversi per raccogliere più dati e stabilire con precisione di che cosa si trattasse.
Mano a mano che si spostava il tricorder riusciva a ricavare più dati andando a delineare quello che sembrava essere un segnale digitale criptato, ma il tricorder riuscì in poco tempo a identificare la cifratura e a sbloccare il contenuto del messaggio. Il piccolo dispositivo si spense e sullo schermo apparve una barra di progresso che venne in pochi secondi coperta da una serie di linee di debug che presero a scorrere velocemente sullo schermo. Guardando quei codici ebbe come una sorta di deja-vu, come se fosse familiare.
Per un istante la sua mente fece capolino molti anni addietro, scavando nei ricordi di quando con la sua famiglia si recò al Museo della Scienza e della Tecnica ad Hawthorne, nella cocente California ricordava chiaramente come all'interno dell'enorme hangar fosse rimasta con il naso all'insù, osservando i passi compiuti dagli esseri umani nella corsa allo spazio, creando navette spaziali incredibili per la loro epoca.
Ad un certo punto, mentre Adrienne era ancora sovrappensiero in attesa che il tricorder le desse una risposta valida, uno dei bambini corse dietro ad un degli scatoloni che usavano per giocare ed estrasse un rattoppato costume argento con dei piccoli trampoli che lo facevano camminare in maniera rigida, con dei lunghi balzelli. Ad Adrienne scappò un risolino *Che buffo, quel costumino argento e quelle movenze lo fanno sembrare proprio come...* il suo pensiero si bloccò e strinse le palpebre cercando di mettere a fuoco il logo disegnato a mano sulla schiena del ragazzino: una specie di X stilizzata ma con l'angolo in alto a destra della lettera allungata, come a voler disegnare una sorta di scia.
*Quel logo l'ho già visto...* disse lei tornando indietro nei ricordi. Le fu tutto più chiaro appena il tricorder emise un bip per richiamare la sua attenzione. Sullo schermo comparve una X fluttuante.
=^= Benvenuti in Space OS 12. Proprietà di SpaceX - Stati Uniti d'America =^=