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USS VANCOUVER - MISSIONE 02 RSS USS VANCOUVER - Missione 02

02.05 "Un portale per lo specchio"

di Dwalla Thevek, Pubblicato il 14-11-2020


Quadrante Beta - Landopras II
Terza isola continentale - 21 km a est del massiccio vulcanico
Ziqqurat Iconiana
04/03/2399, Ore 21:59 - D.S. 76172.37


La squadra scientifica guidata dal Tenente Martini e aiutata dagli assistenti di Amesbury stavano provando a tracciare il profilo energetico del portale. Era evidente che la pietra, che probabilmente lo stesso Amesbury aveva inserito nell'alloggiamento, aveva completato il circuito e attivato il congegno. Lo dimostravano anche pannelli di controllo che si erano accesi in tutta la sala, se solo avessero capito come fare a utilizzarli.

Quello che era chiaro è che non sarebbero riusciti ad utilizzarlo. Inoltre aveva dovuto chiedere il supporto di una squadra di ingegneria e la stessa Mcleods era scesa per installare dei campi di forza di livello 3 intorno al manufatto che continuava a 'friggere' emettendo sporadiche scariche di energia.

Sapevano che Di Maria e Amesbury erano entrati nel portale. Ma non avevano la minima idea di dove fossero finiti.

Quadrante Beta - Sistema Landopras - orbita geostazionaria su Landopras II
USS VancouverNX-75722 - Sala tattica
05/03/2399, Ore 08:02 - D.S. 76173.52


Tutti gli ufficiali superiori della Vancouver stavano guardando il Tenente Martini, che - trovandosi al centro dell'attenzione - aveva cominciato il rapporto sulla situazione del portale Iconiano condendolo di termini estremamente tecnici, ad un tono alto e parlando molto velocemente.

Nimosit si trovò a lanciare uno sguardo al consigliere. Aveva ragione, come troppo spesso doveva ammettere, quella ragazza non era ancora pronta per il campionato professionistico degli ufficiali.

"Quindi se ho capito bene, mi sta dicendo che da quello che risulta la pietra che abbiamo recuperato su Volnar è servita ad Amesbury per attivare il portale, ma che ha anche causato uno sbalzo di energia antineutrinica e che non riuscite a capire come fare a dissipare. Giusto?" disse Kuribayashi interrompendo l'esposizione della giovane.

"Ehm... sì, Capitano... è esatto. I pannelli di controllo sono tutti attivi, ma non riusciamo a capire come fare a utilizzarli. L'antico iconiano non è certo tra le materie che insegnano all'Accademia della Flotta. Il portale stesso emette scariche di antineutrini che riusciamo a tenere sotto controllo solo con dei campi di forza, ma abbiamo dovuto sostituire già tre emettitori che sono andati in sovraccarico" disse la Martini

"Gli schemi di flusso delle particelle sono completamente casuali" disse la rossa ingegnere Capo "purtroppo i sensori che erano stati installati al momento dell'apertura del portale sono stati colpiti dal flusso di neutrini e sono stati disattivati e le memorie disgregate. Ho lanciato un programma di livello cinque per recuperare i dati raccolti, ma ci vorranno ore"

"Purtroppo, al momento non abbiamo nessuna certezza che il dottore e il professore Amesbury siano sopravvissuti, ma dall'esperienza del Capitano Picard che ha usato personalmente uno di questi dispositivi in data stellare 42609.1 possiamo presumere che siano vivi in un qualsiasi pianeta o posto nel raggio di circa ventimila anni luce da qui. Il che vuol dire anche luoghi molto molto pericolosi. Possiamo solo sperare che riescano a cavarsela finché non li troviamo o che riescano a mettersi in contatto con noi o con la Flotta Stellare."

"Signore c'è la questione dei prigionieri e del funerale per i caduti" intervenne Coral

"Ah sì., Comandante Sev ha preso provvedimenti per i prigionieri?"

"Sì, signore. Dagli scontri di ieri abbiamo catturato otto di questi pirati e sono tutti nelle celle di sicurezza. Però signore, dalla composizione delle squadre che ci hanno attaccato ritengo che fossero dodici assalitori. Due di loro sono morti, quindi altri due sono ancora sul pianeta. Sfortunatamente stanno sfruttando i giacimenti magnetici per confondere i nostri sensori e non li abbiamo ancora trovati. Abbiamo dalla nostra il tempo, loro non hanno più alcun supporto dallo spazio e se dovessero uscire dalle zone minerarie i sensori della Vancouver dovrebbero rintracciarli subito. Ad un certo punto finiranno le scorte e saranno costretti a fare una mossa"

"Non so per quanto tempo potremmo restare. Possiamo fare qualcosa per stanarli?"

"Be', l'unica sarebbe quella di allentare la sicurezza sullo ziqqurat, dar loro una possibilità di muoversi verso l'unico vero obiettivo della zona che non sia una jungla infinita piena di animali potenzialmente pericolosi"

"Possiamo farlo senza farli insospettire?"

"Direi comunque di mantenere alta la guardia per le prossime dodici ore, poi potremmo richiamare qualcuno dei nostri, far vedere loro che ci stiamo rilassando. Secondo me nel giro di ventiquattro ore potremmo stanarli..."

"Teniamola come possibilità, ma se abbiamo notizie di Di Maria ci muoveremo senza averli catturati e lasceremmo una boa di segnalazione in orbita per la prossima nave della Federazione. Senza supporto quei due non andranno da nessuna parte. Consigliere, invece cosa mi dice del morale dell'equipaggio?"

"Ieri abbiamo avuto due caduti e diversi feriti gravi. Il guardiamarina Dena Vir ha perso una gamba, ma è stabile e il dottor Khel sta già predisponendo per sostituire l'arto con una protesi clonata. Ho già iniziato la terapia di supporto psicologico per tutti i feriti e per chiunque abbia subito le conseguenze dell'attacco di ieri. Il tenente Jr Po'th, da vulcaniano, aveva lasciato nelle sue volontà la richiesta di far trasportare il suo corpo su Vulcano, l'ho messo in stasi e sarà la famiglia a occuparsi del cerimoniale funebre. Invece il marinaio scelto Korinsky non aveva una famiglia sulla Terra, ma aveva legato molto con la guardiamarina Seminov ed essendo un ex della Novalis aveva molti amici a bordo, quindi si può dire che la sua famiglia fosse la Vancouver. Io ho preparato un discorso funebre, ma sarebbe apprezzato da tutti se fosse lei Capitano a dire qualche parola, gioverebbe al morale. Posso aiutarla con qualche informazione personale"

"Si ha ragione comandante. Come Capitano è mio compito, vediamoci alle 14:00 nel mio ufficio comandante, cosi mi aiuterà a preparare un discorso. Numero Uno, informi l'equipaggio che terremo una breve cerimonia sul bar di prora alle 19."

"Sì, signore"

"Bene, signori buon lavoro. Trovatemi i dispersi"

*** Flashback ***
Luogo sconosciuto all'interno del territorio Klingon -
04/03/2399, Ore 18:30 - D.S. 76171.97


"D-dove siamo?" disse stentatamente Amesbury aprendo gli occhi mentre Di Maria gli teneva la testa.

"Non lo so di preciso. L'unica cosa che posso ipotizzare a quanto vedo è che siamo in territorio klingon" disse il dottore indicando lo stemma di Qo'Nos

"Magnifico! Ha funzionato!!!" disse Amesbury quasi euforico alzandosi talmente repentinamente da avere un capogiro e venne subito sostenuto da Di Maria

"Non faccia movimenti bruschi, il passaggio le ha dato una bella scossa" disse il dottore mettendosi una mano alla fronte sudata "L'ha data pure a me... comunque frenerei l'entusiasmo professore. Saremo pure passati, ma di sicuro non possiamo tornare e non è detto che dove siamo finiti siano amichevoli."

"Ma che dice dottore, i Klingon sono alleati della Federazione da più di 100 anni! Basterà dimostrarsi amichevoli e dare loro una spiegazione ragionevole"

"Sarà, ma anche da alleati piombare in casa di qualcuno senza avvisare non è visto bene e dubito che la nostra spiegazione possa essere considerata ragionevole"

"Lasci parlare me, sono sicuro che arriveremo ad un accordo"

I due uscirono dalla stanza in cui si trovavano seguendo la musica dell'opera klingon che suonava ad alto volume fino ad arrivare in un grande salone che evidentemente aveva visto giorni migliori.

Una lunga tavola in legno imbandita con cibi freschi e cibi evidentemente andati a male e non ritirati, segno di una incuria che ormai sembrava durare da molto tempo. Le sedie erano per la maggior parte ridotte in frantumi sul pavimento e una bat'leth da guerra era conficcata nel legno a fianco ad un grosso piatto da portata su cui era messo un targ arrostito e mezzo mangiato mezzo coperto da mosche grosse come noci.

Davanti al grande fuoco che scaldava a sala c'era solo una poltrona e un vecchio klingon con gli occhi chiusi seduto con una coppa d'argento tenuta ancora stretta nella mano destra e tutta una serie di bottiglie di vino di sangue in frantumi sul pavimento davanti e intorno a lui.

I due si avvicinarono verso il fuoco cercando di ignorare l'odore sgradevole che tutta la sala emanava e nel muoversi Amesbury diede un calcio ad una bottiglia per terra causando un rumore che fece aprire gli occhi al klingon. In un attimo quello che sembrava ormai un vecchio leone malfermo si alzò di scatto e afferrò la bat'leth.

"Non si agiti! Vogliamo solo..."

Il klingon non diede tempo ad Amesbury di parlare che si avventò su di loro urlando

"Terrestri!! Non vi darò la soddisfazione di uccidermi nel sonno! Se mi volete morto e portare a termine la vostra vendetta dovrete battermi!"

"Ma cosa..." disse Amesbury immobile per la reazione del klingon e solo la pronta reazione di Di Maria che lo spinse di lato impedì alla lama di tagliarlo in due.

Il vecchio klingon perse l'equilibrio sbilanciandosi in avanti a causa dell'alcool che ancora girava nel suo corpo segnato dal tempo e questo diede modo a Di Maria di tirar fuori il suo phaser e colpirlo con un colpo che lo mandò al tappeto.

"Mi immaginavo una accoglienza del genere..." disse il dottore

"Ma come mai? Di quale vendetta parlava?" disse Amesbury alzandosi ancora sotto shock.

"Forse ne ho un'idea" disse il dottore alzando lo sguardo sulle pareti dove antichi stemmi dell'Alleanza Klingon-Cardassiana erano appesi a prendere polvere "ho paura di sapere dove siamo finiti"

"Vuole illuminarmi?"

"Se non sbaglio, ci troviamo nell'universo dello specchio"