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USS TOKUGAWA - MISSIONE 08 RSS USS TOKUGAWA - Missione 08

08.03 " Il vaso di Pandora "

di Francesca Alluso, Pubblicato il 10-12-2017

Flash back - Luogo indeterminato - Tempo indeterminato


Tic...tic...tic...tump...tic...tump...tic
Un rumore sordo, metallico, ripetuto rimbombava in lontananza. Nel buio assoluto Carpenter non riusciva a focalizzare la sua attenzione ad altro che a quel suono: si sforzava di capire se avesse una serialità, un ritmo distintivo o di conosciuto. Fosse stato sulla USS Tokugawa avrebbe potuto chiedere aiuto al computer di bordo o a qualcuno dei suoi subordinati, ma in quell'ambiente sconosciuto, buio come la pece, sentiva di essere solo ed impotente.
Si appigliò alla logica imparata nelle sue lunghe frequentazioni accademiche e di studi su Vulcano, ma non aveva abbastanza elementi per elaborare una qualsivoglia teoria. Avevano inviato una sonda lungo il tunnel al pari della Thyco, ma mentre quella del vascello scientifico non era tornata indietro, quella della Tokugawa era rientrata quasi immediatamente, danneggiata esternamente quasi da essere inservibile.
Nonostante i pareri contrari dei colletti gialli guidati dalla Alluso e le perplessità del Primo Ufficiale, avevano prevalso la curiosità sua e del capo ingegnere Hair, avvallate dal Capitano Hesse che aveva dato disposizione di scansionare la sonda e di trasportarla a bordo per analizzarne il dispositivo di memorizzazione interno.
Gli innumerevoli gradi di scansione avevano dato esiti tranquillizzanti: la sonda era integra al suo interno, danneggiata esternamente da corpi asteroidali di natura sconosciuta, ma compatibili con la natura instabile di un tunnel spaziale di recente o instabile apertura.
Una volta issata a bordo, la sonda pareva inerte anche a scansioni più approfondite, tanto che l'allarme a bordo era scemato da rosso a giallo ed erano state date disposizioni alle sezioni ingegneria e scientifica di procedere ad ulteriori controlli volti all'estrazione dell'eventuale report di missione contenuto nei chip di memoria del dispositivo interno della sonda.
L'operazione, di norma breve e di facile attuazione, comportò numerose strategia volte a forzare un imprevisto innesto di blocco di sicurezza della sonda stessa. Una volta aperta, una sorta di elemento volatile nero si sprigionò a bordo della USS Tokugawa...fu come si fosse aperto un vaso...c'era una tradizione antichissima sulla Terra che parlava di un vaso da non aprire...

Flash back - Luogo indeterminato - Qualche istante prima


Pandora! Avevano aperto un dannatissimo vaso di Pandora, proveniente da un tunnel sconosciuto, di natura ignota e con effetti difficilmente quantificabili. Albert maledì se stesso, il suo desiderio di conoscere e l'avventatezza di tutti quanti.
Una vocina nella sua testa non faceva altro che ripetergli che avevano preso tutte le contromisure necessarie, che quanto era accaduto era imprevedibile, ma il ritrovarsi da solo in quella specie di contenitore metallico di dimensioni indefinite, nero come l'inchiostro, privo di odori di qualsivoglia genere, e l'idea terrificante di aver messo in pericolo la sua Juliette, lo faceva imbufalire ogni secondo di più.
Non sapeva come, ma si era ritrovato addosso una chiave metallica e gattonando al buio aveva trovato una parete metallica davanti a sé, liscia, priva di appigli o segni distintivi, come un'enorme vasca serbatoio.
Per saggiarne la robustezza e lo spessore aveva iniziato a ticchettare contro la parete incamminandosi lentamente al buio. Il rumore che ne derivava era indeciso se considerarlo incoraggiante o deprimente: solido, ma non solidissimo, resistente, ma non indistruttibile.
Il rumore che emanava la sua operazione era sicuramente fastidioso, ma il boato e l'eco che ne derivava permettevano all'ingegnere capo della USS Tokugawa di farsi un'idea delle enormi dimensioni del luogo ove si trovava.

Flash back - Luogo indeterminato - Qualche istante dopo


Un rumore improvviso alle sue spalle fece destare Carpenter dai suoi pensieri. Meccanicamente si portò sulla difensiva: non era mai stato un combattente corpo a corpo, ma sicuramente avrebbe lottato contro chiunque gli si fosse parato dinnanzi.
La determinazione era ferrea, ma John si accorse che il resto del corpo stentava a voler seguire i dettami della sua forza di volontà: le gambe gli tremavano e le mani non erano per niente ferme, sudava freddo ed il suo senso di sopravvivenza gli urlava in petto di scappare.
Fu questione di pochi istanti ed anche le sinapsi neurali si accodarono al senso di sopravvivenza e John si ritrovò a rinculare, prima lentamente, poi con celerità, in una goffa ritirata precipitosa all'indietro.
Non sentendo più niente davanti a sé tranne il tintinnio in lontananza alle sue spalle, Carpenter stava per emettere un sospiro di sollievo quando si trovò, suo malgrado, ad inciampare in qualcosa di duro, ma allo stesso morbido steso a terra.
Non ebbe il tempo di fermarsi che, perso l'equilibrio, si trovò col sedere a terra.
Un secondo dopo sentì una massa non indifferente buttarsi su di sé, palpandolo in maniera confusa, ma selvaggia fino a sentire due mani attorno al collo.
John tentò di rifilare un paio di pugni al misterioso aggressore, ma con scarso successo: le mani si stringevano sempre di più attorno al suo collo.
Cercando di trovare un appiglio ove colpire il suo assalitore, Carpenter trovò un distintivo conosciuto: al tatto sembrava quello della Flotta Stellare.
Mentre cercava di identificarsi al suo aguzzino con un briciolo di fiato e mentre un'oscurità diversa stava per avvolgersi su di lui, sentì la voce del Capitano Hesse:
"Carpenter e Glaskow!! FERMI!"
Le mani del Responsabile delle Operazioni immediatamente mollarono la presa dal collo dell'Ufficiale Scientifico Capo della USS Tokugawa.
Sentì un confuso tentativo di scusarsi da parte dell'aggressore, suo malgrado, mentre una domanda stava letteralmente scoppiando all'interno di entrambi gli uomini:
"Come lo sapeva Capitano?? Come ci ha trovati?"
"Merito del nostro nuovo Consigliere, ha percepito le vostre auree, così come ha rintracciato me ed il Comandante Margret"
"Vi devo la vita Comandante Hana, la ringrazio! Ancora un po' ed il nostro ragazzone qua mi mandava ad incontrare il Creatore...o almeno uno dei tanti"
"Dovere, Comandante Carpenter, dovere"
"Bando alla ciance signori, siamo al buio, isolati dalla nostra nave e dai nostri uomini! Cerchiamo di restare uniti, vivi e con le celluline grigie di tutti al massimo dell'efficienza per uscire da questa maledetta trappola!"
"Aye Aye Capitano" a John parve una frase più tipicamente da Tracey che dal Capitano Hesse, ma in fondo non conosceva abbastanza a lungo il secondo rispetto agli anni passati in servizio col primo. Quello che contava è che aveva ragione e come stimolo era abbastanza
Margret, che fino ad allora era rimasta silenziosa, cercò di tranquillizzare il suo amico e superiore con un leggero tocco alla spalla: avrebbe potuto dire, te l'avevo detto, ma sapeva benissimo che Dem lo sapeva già e probabilmente era una delle cose che gli scocciavano di più.
"La nostra nuova collega ha detto che riesce a percepire le auree anche degli altri nostri colleghi, e grazie a lei sappiamo che in questa situazione siamo solo noi ufficiali superiori: dobbiamo recuperare De Chirico, Hair, Shnar e la Alluso per formulare un piano d'azione concordato"
"Hair è facile! Niente mi toglie dalla mente che sia lui a martellare le paratie di questo posto" esclamò Glaskow, in un impeto fin troppo entusiastico visto la situazione in cui si trovavano
"Plausibile.." si limitò ad affermare la Consigliera Hana
"Quindi la mia emicrania la debbo a lui, oltre al nostro Mark lo Strangolatore" sbottò Carpenter "quando lo troviamo me lo strangoli per favore per qualche secondo, così impara a far tutto sto baccano"
"In effetti non aiuta la mia concentrazione, ma ha una sua logica"
"Lo so che ha una logica, ho vissuto abbastanza su Vulcano per comprendere il tentativo del nostro collega, ma la mia non conoscenza pregressa di questa attività del nostro ingegnere capo ha causato in me le problematiche emozionali che lei avrà ben percepito mia cara Asami...ora per non sembrarle sgarbato dopo che le debbo la vita, potrebbe aiutarci a rintracciarlo il prima possibile ed a farlo fermare un attimo con questo suo ticchettio infernale?"
"Ci posso provare, anche se credo avrebbe più senso raggiungere prima il dottor De Chirico ed il nostro Timoniere Shnar che stanno gattonando in direzione opposta alla nostra ed a quella di Hair"
"Come fa a dire cosa stanno facendo?"
"Deduzione, suppongo, percepisco le loro auree, la loro preoccupazione e la loro felicità di essersi trovati vicini...oltre alla loro speranza di trovare una via di fuga allontanandosi dalla fonte del ticchettio metallico"
"Non potremmo provare ad urlar loro di fermarsi?"
"No signor Glaskow, voi avete percepito la mia voce solo quando eravamo così vicini da potervi quasi toccare, qualcosa ostacola la diffusione vocale.."
"Sarà ma quel ticchettio invece?"
"Io credo si propaghi sotto forma di una serie plurima di eco e ciò permette a parte di questi di raggiungerci...non so se ha molto senso, ma è una spiegazione plausibile, almeno suppongo data la conoscenza attuale della nostra situazione"
"Può darsi, Hair è raggiungibile seguendo il ticchettio, in un modo o nell'altro, quindi signori si va a cercare De Chirico e Shnar, ognuno afferri la mano o il polso di un collega, avanzando piano e circospetti.."
"Agli ordini Capitano, ma scusi ed il Comandante Alluso?"
"Comandante Hana vuole rispondere lei?"
"Ho difficoltà a percepire costantemente la sua aurea e non sto parlando della nostra attuale situazione, ero sicura di averla percepita assieme a tutte quelle degli ufficiali superiori, ma dopo un po' è come scomparsa, non ho percepito sensazioni di pericolo, solo un leggero offuscamento in qualcuno dei grigi attorno a noi"
"Grigi?? E ora chi diavolo sono questi grigi?" esclamò Glaskow

USS Tokugawa - Infermeria - 4 Novembre 2397 - Ore 00.49


Un trillo di allarme risuonava all'interno delle pareti della sala medica principale della nave. Lì erano stati allestiti, preparati e messi sotto osservazione nove bio lettini posti in verticale ed inseriti in liquido criogenico di stasi. In ognuno di essi era stato introdotto il corpo di ognuno degli ufficiali superiori.
Juliette Lindt era davanti a quello del marito, quando uno sbalzo di valori preannunciò un movimento improvviso da parte della componente del bio lettino accanto a quello di Hair.
Non fece in tempo a dare l'allarme che una serie di sirene si era subitamente messa in funzione e l'intero apparato medico della nave si era attivato in soccorso: Juliette si sentì spostare a lato abbastanza garbatamente per quanto in maniera rude.
Il biolettino fu svuotato dal liquido, una serie di tricorder furono applicati alla paziente che veniva istantaneamente coperta con una tuta riscaldante riabilitativa.
Ci vollero quasi una ventina di minuti, prima che Juliette riuscisse a farsi largo.
"Francesca...ehm...Comandante Alluso come sta?"
La donna squadrò l'amica con uno sguardo strano, prima di riacquisire la consueta lucidità:
"Bene amica mia bene...hanno cercato di entrarmi nella testa, almeno credo, ma il casino che hanno trovato credo li abbia convinti a rinunciare e a ributtarmi indietro...non credo abbiano cattive intenzioni dopo tutto"
"Come fai a dirlo?"
"Non mi hanno uccisa, no? C'è del buono in questo"
"Hai notizie di Alb...degli altri?"
"No nessuna, ma credo fossimo tutti assieme, dove non lo so...ma..."
L'improvvisa apparsa del Klingon Tanas con quel modo tutto suo di preoccuparsi per la sua responsabile di sezione, distrasse momentaneamente la Alluso dai problemi dei suoi colleghi, concedendole l'opportunità di focalizzarsi sulla Tokugawa
"Ci sono state perdite? Che è successo alla nave?"
"Siamo in allarme rosso Comand...anzi facente Funzioni di Capitano dovrei dire...siamo stati messi in quarantena dalle altre unità della task force...in attesa di istruzioni dal Comando di Flotta" esordì Tanas "bentornata a bordo signora"
"Grazie caro il mio bestione, ma se trovo un graffietto di troppo alla nave me la paghi lo sai? Juliette comunica agli altri Capitani che assumo temporaneamente il comando della USS Tokugawa, seppur sotto stretta osservanza medica...avete autorizzazione a sedarmi se dovessi assumere atteggiamenti non consoni alla mia funzione ed alle mie peculiarità mentali. Entrambi mi conoscete da anni, quindi sarete testimoni autorizzati in questo...per il momento ho freddo e voglio riposare, domattina penseremo al da farsi! Ora amici miei lasciatemi al doc ed agli psicologi che sarà una ancora lunga notte per me"