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USS VANCOUVER - MISSIONE 01 RSS USS VANCOUVER - Missione 01

01.07 " Domande e favori "

di Dwalla Thevek, Pubblicato il 25-01-2019


*FLASHBACK*
San Francisco - Accademia della Flotta Stellare
Sala Olografica 6, 28 aprile 2375


Il due team, denominati Alpha e Beta, avevano un solo fine: prendere il controllo della plancia. Dislocati in punti diversi della nave, le due squadre dovevano arrivare entro il tempo impostato. Un countdown che impietoso scattava.

*-35.*

Bohr Cedric si guardò intorno, il tricoder puntato nel cercare la via più rapida per il team BETA, ma qua e là vi erano ostacoli che rallentavano o chiudevano addirittura degli accessi.

"Cadetto Bohr, ha trovato una via secondaria?" chiese il suo tutor Sev che era più giovane di lui, ma ormai al termine del suo percorso di studi in Accademia.

"Non esattamente, Signore. Tutte le vie sembrano bloccate" poi fece una pausa "forse però se percorriamo il corridoio H3 riusciamo a trovare una via per passare."

"Si spieghi meglio, cadetto" insistette Sev senza troppo nascondere una certa diffidenza. D'altronde il cadetto si stava diplomando nell'ambito disciplinare Sicurezza e la diffidenza sarebbe dovuta diventare un suo tratto professionale inalienabile.

"Ecco" disse il bajoriano di colore "sul corridoio H3 si affacciano due condotti di aerazione. Sono stretti e apparentemente sigillati, ma proprio perché sono solo 'apparentemente' bloccati, credo che modificando i relays di controllo possiamo passare attraverso questi condotti."

"Interessante prospettiva: dove ci portano i condotti?" chiese il cadetto della Sicurezza

"Signore, con tutta onestà forse davanti all'accesso alla plancia. Ma dovremo strisciare"
"Odio gli spazi troppo chiusi, ma se non ci sono alternative, procediamo."

*-25.*

Il blocco d'accesso cedette con un leggero soffio d'aria e gli occhi di tutti i membri del team BETA si levarono verso l'alto, verso il buio che si poteva aspettare da un condotto per l'areazione.

"E' sicuro al suo interno?" chiese Sev. Bohr fece un cenno d'assenso e aggiunse "Se non lo fosse, lo scopriremo."

"E resteremo tutti incastrati fino alla scadere del tempo".

Bohr afferrò il portale e, usandolo come leva si alzò fino ad entrare nel condotto "Ci vediamo in plancia."

Sev alzò gli occhi al cielo e lo seguì insieme agli altri.

*-10.*

Un botto improvvisò ruppe il silenzio e la paratia che bloccava la fine del condotto cadde
a terra, con polvere e varie schegge. Le prime gambe ad intravedersi dall'alto furono quelle di Bohr. Poi scivolò a terra: la porta della plancia rigorosamente sigillata era davanti a loro.

"E questa?" chiese il bajoriano dalla pelle scura.

"Evidentemente il test vuole verificare le nostre capacità fino all'ultimo", osservò Sev mentre preoccupato fissava l'altro capo del corridoio da cui provenivano le voci del team Alpha in arrivo. "Abbiamo poco tempo, dobbiamo trovare un modo di aprire la porta". E senza chiedere si mise a lavorare sul quadro di controllo. Bohr osservava l'operato di Sev e si accorse che stava imparando, anche se la porta non stava dando alcun segno di cedimento. Poi, si accostò al suo cadetto tutor. "Signore, ha un commbadge attivo?"

L'altro bajoriano fece un cenno d'assenso. "Beh, se i controlli della porta non sono manomettibili possiamo sempre provare a trasformare il commbadge in un emettitore di impulsi che, interferendo con i codici di sicurezza della porta, potrebbero mandarne i sistemi di controllo in crash..."

"E quindi aprirsi! Mi piace Bohr, proviamoci" e si staccò dalla divisa di cadetto del IV anno il comunicatore e si mise a lavorarci sopra insieme al cadetto del I anno. Il team Alpha era all'orizzonte. Avevano già estratto i phaser. Era evidente l'intenzione. Anche se era solo una simulazione, si sarebbe giocato fino all'ultimo colpo, compresi quelli di phaser settati su stordimento.

"Forza, dobbiamo farcela.." disse tra sé Bohr maneggiando con una puntina metallica nei circuiti interni del badgecomm.

*-5.*

La prima raffica di phaser sfiorò la testa di Sev, mentre un membro del team BETA era già a terra colpito.

"Non ce la farete mai!!" disse Kruger, capo squadra Alpha. "noi abbiamo acquisito i codici di sicurezza della porta. Potete anche arrendervi e con le mani in alto, non vogliamo scherzi!" C'era un che di beffardo e arrogante nella roca voce del Cadetto Kruger.

*-2.*

Il team Alpha continuava a sparare, ormai distavano poche decine di metri.

I Beta avevano creato una sorta di trincea con gli oggetti disponibili, ma era una resistenza tipicamente come quella con i Borg: inutile. Un phaser colpì la porta lanciando schegge simulate ovunque e distogliendo l'attenzione di Sev e Bohrper qualche secondo.

"Sev, a lei l'onore!" urlò Bohr cercando di evitare un colpo. Sev sembrò non capire, ma afferrò presto il significato della frase quando la porta si aprì, mostrando il contenuto della plancia.

Il capitano Semiour al centro sorrise, voltandosi sulla poltroncina. "Siete arrivati a -0.45! complimenti!" e gli altri insegnanti che gli erano accanto applaudirono.

Sev entrò vincitore, seguito da Bohr stanco, ma soddisfatto. I due si scambiarono un'occhiata: insieme avevano trovato una via per la vittoria. E per una frazione di secondo a Sev parve di elevare quell'attimo come segno indelebile nella memoria di lungo termine.

*FLASHBACK*
Appartamento Sol III, Seattle
04 luglio 2398, ore 00:25


"Ti devo parlare" la voce di Selene era ferma, calma, ma priva di alcun accenno di affettuosità.

Cedric fece un cenno d'assenso: "Computer spegni riproduzione" disse cercando di scrutare nello sguardo della donna che amava almeno un preludio della conversazione che sarebbe seguita. 'Together with Love' di Billy Higgins, ottimo batterista jazz, si bloccò in una delle fasi di suono perfetto, come pensava lo stesso Bohr. Lei parve ringraziarlo con lo sguardo, poi disse: "La tua assenza sta incidendo su Enara e Buran. Stanno iniziando a manifestare disagi emotivi per la mancanza di una figura paterna. Devi trovare una soluzione per essere più presente." Concisa, efficace e non senza il dono della sintesi, pensò tra sé il bajoriano.

Lui stette per pochi secondi in silenzio: " Mi dispiace. Ci posso riflettere e cercare una soluzione."

"Non puoi riflettere o cercare una soluzione, ma rifletti e trova."

Lui sorrise, le afferrò il volto tra le mani e le diede un dolce bacio, che lei ricambiò un po' riluttante.

"Puoi contarci" aggiunse venendo interrotto da una comunicazione sul monitor principale.

La scritta 'Incoming message - Personal' lampeggiava ipnoticamente.

Lui si alzò dal divano e si avvicinò incuriosito al monitor. Digitò il codice sul touchscreen e lesse il messaggio.

La sua espressione scivolò dalla curiosità alla sorpresa ed infine all'attenzione. Si sedette e concentrato rilesse il messaggio.

Poi si voltò verso Selene, prendendo un respiro.

"Devo un favore ad un amico" disse Bohr guardandola negli occhi e sperando che lei capisse.

Il silenzio tra i due regnò per il resto del suo soggiorno sulla Terra.


Starbase 310 - USS Vancouver, Ufficio del Consigliere
10/07/2398, ore 02:59 - D.S. 75520.89


Dwalla stava guardando la stelle dalle finestre del suo ufficio consapevole che ogni tentativo di mettersi a dormire non avrebbe portato a nulla. E se doveva passare la notte a pensare, meglio farlo nel suo studio.

Le ventiquattro ore precedenti erano state particolarmente convulse e drammatiche. Dal ritrovamento della Guardiamarina Viotti ad una serie di infruttuose indagini che si erano tragicamente concluse con la morte della giovane benzita, nonostante l'impegno del dottor Di Maria.

Erano alla prima missione e stavano affrontando una serie di enigmi che al momento non sembravano avere soluzione. La teoria principale che li collegava era che un agente di qualche tipo si fosse sostituito al Guardiamarina Viotti, sabotato la nave e infine trovato la nebulosa per fare in modo che la navetta con il romulano morto venisse trovata per recuperare un qualche tipo di manufatto trafugato da un sito archeologico romulano e approfittando delle indagini raggiungere la Starbase 310 dal quale defilarsi.

A Dwalla questa teoria non aveva mai convinto completamente e un tarlo la arrovellava, minando la fiducia nelle sue capacità.

In primo luogo, escludendo tutto l'equipaggio che veniva dalla Novalis e su cui quindi aveva avuto modo di condurre esami approfonditi, sui restanti 49 tra marinai, sottufficiali e ufficiali di bordo aveva condotto una valutazione estremamente competente. Era anche vero che sulla Guardiamarina Viotti aveva messo un segnale sulla scheda per un controllo più approfondito, ma non era stato l'unico membro dell'equipaggio. Ricordava perfettamente la sua seduta di valutazione con la Guardiamarina e l'aveva segnalata solo per le difficoltà relazionali. Non certo per mancanza di fiducia. Aveva superato brillantemente tutte le domande e anche l'esame mentale. Dwalla non aveva quindi alcun dubbio. La persona su cui aveva fatto la valutazione era senza ombra di dubbio il Guardiamarina Viotti. E allora, quando era avvenuta la sostituzione, se una sostituzione era avvenuta? Solamente alla partenza da Utopia Planitia correndo un grave rischio.

Inoltre considerando il così poco tempo avuto avrebbe reso pressoché impossibile per questo agente piazzare il dispositivo che era stato ritrovato. Da questo era logicamente conseguente che il dispositivo doveva essere stato messo quasi sicuramente prima e ciò avrebbe reso praticamente impossibile scoprire chi fosse stato a piazzarlo.

La mente di Dwalla si spostava quindi sul suo secondo grande dubbio. Quale era lo scopo di quel dispositivo. Che fosse stato messo li per trovare una navetta in una nebulosa non aveva senso. Il sabotatore aveva fatto una scommessa molto azzardata in una galassia così grande. Anche sapendo a grandi linee dove la nave si sarebbe diretta, non aveva alcun controllo su quanto tempo sarebbe stato necessario per infliggere quel tipo di danno ad un pezzo così schermato e quanto tempo sarebbe stato necessario per scoprirlo, considerando che Losail lo aveva cercato per quasi tre giorni. In poche parole la nave avrebbe potuto essere anche molto lontana da quella nebulosa e sarebbe anche potuta essere considerata una soluzione non praticabile. Oltretutto il sabotatore si era preso un rischio considerevole solamente per trovare una navetta in una nebulosa considerando l'impossibilità di controllare il comportamento degli ufficiali superiori, che avrebbero anche potuto decidere di tornare al più vicino cantiere dalla Flotta.

Ma anche ammesso tutto questo, se si fosse sostituito al Guardiamarina Viotti, perché farla ritrovare a bordo della Vancouver? Se si fosse sostituito prima avrebbe avuto mille altre possibilità per disfarsi del corpo e avrebbe ritardato di molto le indagini portandoli a cercare una guardiamarina fantasma.

Infine anche se in un primo tempo il Dottor Di Maria aveva ipotizzato che potesse non trattarsi della guardiamarina Viotti, basandosi sulla tossicità rilevata e il residuo radioattivo incompatibili con le caratteristiche fisiologiche dei benziti, i successivi esami avevano invece appurato che quel corpo morente era purtroppo della giovane benzita.

Infine arrivava all'ultimo, ma forse più fondamentale dubbio. Quale era la motivazione di tutta quella messa in scena? Dwalla si era data mille spiegazioni, una meno credibile dell'altra, senza riuscire a darsi una soluzione.

Il trillo della porta la distolse dai suoi pensieri

"Avanti"

"Posso?" disse Kuz entrando quasi timidamente

"Prego" disse Dwalla facendola accomodare e andando verso "ti posso offrire qualcosa?" disse andando verso il replicatore.

"Una tisana, grazie comandante." disse la giovane sedendosi.

"Lascia stare il comandante, vista l'ora direi che possiamo tranquillamente darci del tu... quindi che ci fai ancora in piedi?" disse Dwalla avvicinandosi con due tazze fumanti e porgendone una alla trill che, presa la tazza, annusò sospettosamente la bevanda.

"Potrei fare la stessa domanda" disse la trill bevendo un sorso rimanendo sorpresa dal gusto delicato e dolce.

"E' un infuso che ho conosciuto su Romulus a base di rodhiola nausicaana che aiuta la concentrazione. Buona vero? Peccato per il profumo acidulo...comunque la domanda la potresti fare solo se ci fossimo incontrate nel Bar di Prora. Se sei qui è perché hai chiesto al computer dove mi trovassi."

"Vero... è che c'è qualcosa che non mi torna in tutto questo e dovevo parlarne con qualcuno."

"Mi risulta che dormi con un affascinante timoniere, non lo volevi svegliare?"

"Si è meritato il suo riposo" disse la trill arrossendo leggermente.

Dwalla sorrise complice "Non c'è bisogno di aggiungere altro. Cosa hai pensato?"

"Continuo a pensare agli eventi, ma l'unica cosa che continua a venirmi in mente è che abbiamo portato a spasso un clandestino, ma nonostante tutte le ricerche fatte non ho trovato uno straccio di prova a supporto di questa teoria, oltre il fatto che qualcuno una mazzata sulla testa di Viotti deve averla pur data." disse la Trill con un tono di frustrazione.

"Mi spiace dirlo, ma sono giunta alla stessa conclusione...però" disse Dwalla, meditabonda, posando la tazza "forse stiamo affrontando la questione dal punto di vista sbagliato. Non dovrebbe interessarci cosa è stato fatto, ma piuttosto il perché. Affrontiamo le cose con ordine e metodo, senza girarci intorno come bambini. Dobbiamo dare una risposta a queste domande. Uno: volendo considerare la Guardiamarina Viotti implicata, quale sarebbe stato il suo movente? Due: se non avesse nessuna motivazione, perché è stata scelta come capro espiatorio? Tre: come abbiamo fatto a non accorgerci di un clandestino? Quattro: perché il nostro misterioso clandestino ha messo in piedi tutta questa impalcatura di eventi? Cinque: cosa nascondeva il romulano e la navetta cardassiana?"

"Vuoi aggiungere, perché lo hanno ucciso? Cosa trasportava nella navetta? Quale era la fonte di radiazioni tachioniche? Chi lo ha ucciso? Eccetera eccetera, ho almeno altre dieci domande."

"Si, sono tutte domande legittime e che meritano di essere aggiunte, ma per il momento proviamo a rispondere a queste domande. Magari avremo chiarezza anche per le altre."

"Partiamo dalla prima: perché la Guardiamarina Viotti avrebbe sabotato la Vancouver per trovare una navetta?" disse Denay.

"Sono stata con lei fino alla fine e prima che morisse ho praticato una fusione mentale. La sua mente era un groviglio di confusione e annebbiamento, ma ti posso assicurare che non aveva alcun movente e che sono certa che non sia stata lei...o meglio...sono certa che sia stata lei fisicamente, ma che sia stata drogata e forzata a farlo sotto ipnosi da farmaci. Ho percepito nei suoi ricordi una confusione chiaramente non naturale e una voce distorta che le diceva cosa fare."

"Ma i benziti non sono molto resistenti alle droghe e tossine? So che esistono diversi composti che possono dare questi effetti, ma avrebbero richiesto una somministrazione quasi continua ad alti dosaggi."

"Si è vero... ma anche se la fisiologia benzita è resistente a queste cose, ciò non significa che ne sia immune. Come hai detto tu, somministrando regolarmente dosi massicce il risultato si sarebbe ottenuto lo stesso."

"Dall'autopsia Di Maria è riuscito a capire che tipo di sostanza era?"

"Purtroppo no, qualsiasi cosa fosse non è rimasta traccia... e qui arriviamo alla seconda domanda di cui possiamo ipotizzare con una ragionevole certezza una risposta. La Viotti è stata scelta per due motivi, il primo per la sua fisiologia, che se da un lato richiedeva un controllo costante della guardiamarina per assicurarsi che l'effetto della confusione mentale indotta non venisse perso, dall'altro assicurava al nostro clandestino che le sue tracce venissero perse. La seconda motivazione in virtù della sua funzione e per la sua possibilità di accedere a punti sensibili della nave."

"Si, la spiegazione è convincente, quindi arriviamo al terzo punto. Come abbiamo fatto a non accorgerci di un clandestino?"

"In effetti è strano considerando le routine di controllo, l'equipaggio e i sensori interni. Quindi deve essere qualcuno che può passare non visto e ciò riduce molto le possibilità. E ora voglio farti una domanda..."

"Dimmi."

"Quali sono i normali controlli che vengono fatti dai sensori interni?"

"Beh si rilevano oltre che dai sensori ottici anche i sensori infrarossi, rilevatori di movimento e di calore."

Dwalla sorrise "Lo immaginavo...e dimmi dove sono posizionati i sensori di movimento?"

"Beh.. ai lati del corridoio, sulle piastre di comando del computer di bordo" rispose Kuz quasi stupita della domanda"

"E non ti viene in mente nessuno in grado di prendere la temperatura degli ambienti, invisibile ai sensori ottici e infrarossi e in grado di muoversi sul soffitto per eludere i sensori di movimento?"

Denay ci pensò un attimo prima di illuminarsi "Un sulibano! Come ho fatto a non pensarci!?!"

"Nessuno di noi ci ha pensato...ma parlando è l'unica soluzione logica" disse Dwalla finendo la sua tisana e posando la tazza sul tavolino riprendendo poi la parola "Quindi arriviamo alla quarta domanda, come mai un sulibano si è imbarcato clandestino per sabotare la Vancouver e drogare e ipnotizzare la Guardiamarina Viotti per trovare la nebulosa giusta al momento giusto?"

"Perché voleva farci trovare la navetta?" ipotizzo Kuz

"Possibile, anche se questo significa che sapeva dove questa si potesse trovare. In realtà questa quarta domanda apre ad un mondo di nuove domande."

"Vero... tipo il sulibano voleva farci trovare la navetta con il romulano vivo o morto? Voleva intercettare i suoi assassini? Difficile dare risposta a queste domande."

"Si, sono d'accordo anche se possiamo ipotizzare che lui volesse farci trovare il romulano vivo, o quanto meno volesse recuperare quello che questo portava. Probabilmente si aspettava una maggiore efficienza da parte dei nostri ingegneri, ma non poteva sapere che Losail, pur essendo bravo, difettava di esperienza. Molto probabilmente con un capo ingegnere più esperto il danno sarebbe stato trovato prima"

"12 o meglio 11 ore prima... giusto in tempo per trovare con il disgregatore caldo gli assassini del romulano" disse Kuz

"E l'oggetto che emetteva radiazioni tachioniche" concluse Dwalla "A proposito... Di Maria aveva trovato residui di radiazioni sulla Viotti. La mente di Tamara era troppo confusa per carpire una risposta a questa domanda, ma tu hai qualche ipotesi?"

"Beh molto stiracchiata in effetti... il residuo è compatibile con quello presente all'interno della navetta. Considerata l'intensità rilevata e il tempo di decadimento, la mia ipotesi più probabile è che la Viotti sia entrata nella navetta e abbia provato a guardare nel vano antistante la camera di premix del plasma. È il punto di maggiore intensità delle radiazioni e probabilmente è li che l'oggetto o il manufatto o il vattelappesca che il romulano aveva trafugato era conservato ed è da li che i suoi uccisori lo hanno preso."

"Se ci ha guardato vuol dire che il sulibano che la controllava sperava comunque di ritrovarlo e possiamo solo gongolare della sua delusione. Comunque arriviamo alla quinta domanda che è più semplice in realtà perché ne conosciamo alcuni tasselli. Un romulano su una rotta in direzione dell'Unione Cardassiana a bordo di una navetta cardassiana vuol dire che voleva passare il confine evitando controlli da parte dei Cardassiani. Sappiamo che aveva qualcosa che lo avrebbe fatto diventare ricco... quindi proviamo a prendere la mappa stellare..." Dwalla si alzò e attivò lo schermo.

"Noi siamo qui... non troppo lontani da Betazed. Non mi prendo il disturbo di rubare una navetta cardassiana se non devo fare tanta strada, quindi... se proviamo a tagliare ... la rotta ci porta a..."

"Il mercato libero di Volnar! Uno dei mercati di pirati più importanti della galassia il 90% della tecnologia illegale passa da lì"

"Quindi chiunque abbia ucciso il nostro romulano e saccheggiato la sua navetta è li che è diretto."

"E se il nostro sulibano è sceso dalla Vancouver probabilmente si sarà imbarcato su qualche nave diretta verso Volnar!"

"Bene direi che questa è una pista"


Starbase 310, Molo di attracco 21
12/07/2398, ore 06:41- D.S. 75526.79 ***


Lo shuttle approdò alla Starbase 310. Era un mezzo privato, che aveva noleggiato vista la natura non esattamente ufficiale della visita su quel remoto avamposto. Si era preso un paio di giorni di franchigia. Per le formalità ci sarebbe stato tempo. L'aria che sapeva di estrema igienizzazione all'interno della stazione lo sorprese. Tutto sembrava perfetto, eppure non lo era. Si guardò attorno nella shuttlebay, quando una voce lo richiamò: non fece in tempo a voltarsi che apparve Sev.

"Bohr, grazie di essere venuto. Abbiamo poco tempo, direi che nel prenderci un caffè ti aggiornerò della situazione, poi parleremo con il capitano."

Cedric sorrise: "Come ai vecchi tempi."
***
Scritto con la collaborazione del Lt.Cmdr. Cedric Bohr