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SHELDON - MISSIONE 02 RSS SHELDON - Missione 02

02.06 " Follow the Yellow Brick Road "

di Kyel Rezon , Pubblicato il 25-01-2020

Pianeta Xandros
31/07/2399 - ore 15,35


"Dovremo fidarci delle sensazioni del nostro Consigliere: ci faccia strada. Avverto però Floyd di tenersi pronto a portarci via al mio segnale."
Era passata poco più di un'ora da quelle poche parole pronunciate dal Primo Ufficiale della Sheldon.
Un'ora di cammino su quel strano sentiero color ocra.
Niente attorno a loro dava l'impressione di essere stato devastato, bruciato o distrutto.
Non c'era più il piccolo boschetto innevato, non c'era più freddo, ghiaccio e la temperatura aveva assunto i forti toni del caldo secco.
Si trattava di qualcosa di anomalo, ma ugualmente strabiliante.
In quella distesa di granelli color ocra, brillavano qua e là, come gemme, dei piccoli filamenti colorati, come se zaffiri, rubini e diamanti giocassero fra loro sotto cangianti effetti di luce.
Dopo lo stupore iniziale, durato parecchi minuti, il silenzio era lentamente calato fra i tre compagni..
L'andatura si era fatta cauta ed attenta, intervallata da pochissime battute.
Houssein era dedito, quasi più del dovuto, all'analisi meticolosa del luogo attraverso la propria strumentazione, ma non riusciva a dare una spiegazione a ciò che vedeva e neppure il suo tricorder sembrava essere in grado di aiutarlo.
Registrava, tuttavia, con frustrazione, ogni cosa da lui valutata meritevole di attenzione, speranzoso di poter dare risposte alle sue molteplici domande una volta tornato a bordo della Sheldon.
Dal canto suo, Hewson era del tutto concentrato sul percepire anomalie comportamentali da parte dei Chenot che parevano vorticare attorno a loro, mantenendosi a distanze tali da rendere impossibile una loro localizzazione.
Era come se intellettualmente fossero molto vicini, ma fisicamente molto lontani.
Era una cosa che metteva Paul a disagio oltre che comportargli un enorme sforzo fisico, non riuscendo ad individuare con precisione la fonte dei suoi contatti telepatici.
Per quanto riguardava Rezon, beh.. fondamentalmente si stava annoiando, ma non voleva disturbare i colleghi con futili chiacchiere.
Il paesaggio era bello.. molto più simile come temperature a quello di Risa, rispetto a quando erano precipitati, tuttavia doveva riconoscere che era tutto altamente poco stimolante per lui.
E ciò lo faceva addentrare in strane proiezioni mentali di carattere sessuale..
Dopotutto, le Leithiane erano tutte belle donne, mentre gli uomini fondamentalmente erano neutri, né belli né brutti.. era ovvio che una parte di lui fosse attratta dalla loro bellezza e solo l'idea di non rivedere più Adrienne lo manteneva ad un livello di riflessioni sconce tendente al semi platonico.
Erano su un pianeta sconosciuto, alla ricerca e mercé di un popolo potenzialmente non solo aggressivo, ma letale.. Kyel si rendeva perfettamente conto che avrebbe dovuto avere un atteggiamento più attento, scaltro ed all'altezza della situazione.
Avrebbero dovuto avere il supporto di uomini della sicurezza, come ogni buon away team.. ed invece non solo non si erano portati nessuno dalla Sheldon, ma avevano rinunciato anche alla protezione delle Leithiane.
Per lo meno ufficialmente.
Lora era pronta a correre in loro soccorso e sicuramente anche la Somma Cassilda era interessata alla loro sopravvivenza per tutta quella storiella dei Prescelti in grado di portare la pace nel loro mondo.
Anche se Kyel ritenesse che la matriarca potesse avere anche altri interessi più materiali.
Decisamente più materiali.
O non si sarebbe sfilata tunica ed armatura quella notte per giacere con lui.
In quella notte di sesso, intenso, ma nemmeno eccezionale visto che l'anatomia Leithiana non era a lui conosciuta, aveva compreso molte cose della Somma Cassilda.
Aveva molti anni.. decisamente tanti, per lo meno duecento.. visto che si era lasciata sfuggire che erano almeno due secoli che non provava più quelle emozioni.
Eppure dall'aspetto mostrava al massimo di averne una quarantina di anni, sebbene portati in maniera splendida.
Da quello che gli aveva confidato, più o meno intenzionalmente e chissà quanto volontariamente, era l'unica del suo popolo a non essersi mai rigenerata o ricreata tramite i Cristalli.. ciò poteva equipararla ad una sorta di divinità?
O solo ad un'astuta colonizzatrice?
Le navi di cui aveva parlato potevano anche essere ad equipaggio singolo ed aver utilizzato i cristalli per moltiplicare il proprio popolo dopo aver modificato il pianeta per renderlo abitabile.
L'obiettivo, in fondo, era trovare una nuova patria dopo aver perduto la vecchia.
Se così fosse, tutta la storiella dei Prescelti sarebbe stata una panzana colossale a cui abbeverare i propri adepti.
Eppure i Leithiani non sembravano cloni l'uno dell'altro.. erano apparsi dotati di interazioni proprie e dialettiche diverse.. legati solo dall'unica deferenza assoluta verso i Cristalli, verso Cassilda e verso di loro: i Tre Prescelti.
Se tutto avesse avuto un senso, Kyel non avrebbe potuto dirlo.
Non era mai stato rapido di cervello.
Un intuitivo, ma l'intuito si sa.. a volte ti salva la vita, altre ti fa prendere assurde cantonate.
Adrienne, al contrario suo, l'intuito, pur avendolo, aveva deciso di non usarlo sempre.. doveva essere sicura di ogni cosa prima di agire.
Ciò la metteva nella condizione eccezionale di assoluta vincitrice negli scontri che avrebbe potuto controllare o di cui guidare gli esiti.
In altre situazioni, la sua prudenza le avrebbe potuto giocare brutti scherzi.
Cosa avrebbe fatto lei al suo posto?
Tutto tranne avventurarsi allo sbaraglio come stavano facendo loro tre.
Eppure qualcosa suggeriva a Rezon che sarebbe andata bene: avevano perso Floyd ed era stato salvato, sarebbe potuto accadere anche con loro.
C'era sempre una via d'uscita accettabile, dopo tutto.
Era la parte del suo carattere che Adrienne odiava di più, spacconeria mista ad ottimismo.
Inguaribile ottimismo o predisposizione a dover vedere qualcosa di positivo anche laddove non c'era niente?
Kyel si lasciò scappare un sorriso.
Fu in quel momento, subito dopo una breve salita, che accadde il tutto.
Il cielo attorno al trio si oscurò all'improvviso.
Il paesaggio attorno parve andare in fiamme, mentre la nebbia grigia stringeva il cappio attorno a loro.
Il calore si stava facendo insopportabile, tutti e tre incominciarono a tossire ed avere problemi di respirazione.
Il primo a cadere in ginocchio fu Paul, i suoi occhi erano sbarrati e appariva confuso.
Il secondo a crollare fu Amir.. il suo corpo fu scosso da alcuni singulti e poi rimase riverso a terra.
Kyel non cadde.
Forse era il più forte.
Sicuramente non era il più intelligente.
Decisamente non poteva dire di essere il più bravo.
Indubbiamente non sapeva cosa fare.
Era conscio di non essere come il suo vecchio amico Hazyel.
Quel satanasso sarebbe riuscito a trovare una via d'uscita a quel casino senza nemmeno sporcarsi il viso di fuliggine.
Invece lui non riusciva a muoversi, non poteva dare una mano ai suoi due compagni e faceva una fatica del diavolo a respirare.
Col passare dei secondi, scoprì che, nonostante tutto, il calore, che prima sembrava essere intollerabile, ora lo avviluppava come un guanto.
Fissò sia Amir sia Paul e vide entrambi nella stessa situazione.
Il corpo dell'ufficiale scientifico sembrava esanime, ma sbuffi comparivano dalla sua bocca.. era vivo, sebbene incosciente.
Il Consigliere stava facendo una fatica immensa per rimanere vigile.. i suoi occhi roteavano come impazziti.. sembrava posseduto, o meglio, che due possessioni diverse stessero lottando per prendere dominio del suo corpo.
Alla fine lanciò un grido e si accasciò su se stesso.
Un secondo dopo sbucarono dalla nebbia una decina di figure gnomiche, dall'aria corrucciata, con abiti color del fuoco.
Kyel tentò di fermare il loro incedere, quando gli mancò il respiro e cadde in ginocchio.
Gli ci vollero parecchi colpi di tosse per ristabilirsi.
Quando aprì gli occhi vide due piedi femminei davanti a lui.
Due piedi azzurrini smaltati di un rosso vivace.
Alzò lo sguardo e vide un essere snello ed aggraziato, alto non più di un metro e sessanta.. o forse poco meno.
Il viso era quello di un ragazzino efebico, gli occhi color rosa fucsia dardeggiavano curiosità, rabbia, passione ed una buona dose di malevolenza.
"E così sareste voi i Prescelti di Cassilda?" domandò con voce stranamente soave in una lingua perfettamente comprensibile. "Tre incapaci di respirare ossigeno, azoto e metano? Sul serio? Roba da non credere"
"Tu chi sei?"
"Se amassi le presentazioni pompose, potrei dirti che sono il Patriarca di Xandros, signore del Caldo, così come Cassilda lo è del Freddo" rispose l'essere con una risata cristallina
"Come ti chiami?"
"O quello te lo dovrai meritare, Comandante Rezon.. nello stesso modo usato dalla Somma Cassilda.. non ti preoccupare, non sono un torturatore!"
"No.. tu sei solo un Leithiano.. uno dei Leithiani caduti" interloquì Paul
"Complimenti al nostro telepate.. vedo che, una volta levato dal controllo mentale di Cassilda, anche un Betazoide.. si chiama così la tua razza vero? Beh dicevo anche un Betazoide è in grado di percepire ciò che gli sta attorno"
"Mi volete far capire anche a me?" domandò stizzito Rezon
"Uhm.. decisamente belloccio, ma proprio lento come Prescelto.. dovrei domandarvi che ci fa un umano, un betazoide ed un ibrido nelle terre di Xandros.. ma conosco già la risposta.. arrivate da luoghi lontani, troppo lontani.. così come siamo molto distanti da casa anche noi Leithiani.. avevo avvertito il Consiglio dei Patriarchi e delle Matriarche che l'uso intensivo dei cristalli di stella avrebbe causato danni irreparabili al nostro pianeta. Fui prima deriso, poi scacciato assieme ad alcune uova di Myr ed alcuni Gnomi, custodi del fuoco primordiale. La nostra fuga terminò qui. La gigante rossa emetteva potenti distorsioni elettromagnetiche, la nostra nave non fu in grado di compensare e precipitammo su questo pianeta ospitale.. io lo feci diventare desertico.. almeno all'apparenza.. il mio corpo non teme il caldo, così come quello di Cassilda non teme il freddo. Non volevo che i miei simili arrivassero qui e colonizzassero il pianeta, riducendolo, col passare dei secoli, ad una copia del nostro natale. Presto o tardi sarebbero stati in grado di creare cristalli utilizzando i poteri della gigante rossa e tutto sarebbe ricominciato da capo."
Il volto di Rezon era inebetito.. non riusciva a capacitarsi se quello che stava vedendo fosse reale o dovuto agli effetti del gas metano al suo cervello.
"L'arrivo della nave di Cassilda confermò le mie paure, ma fui fortunato.. precipitò anch'essa.. trovò Vuillindard la città delle stelle, che io stesso avevo creato, se ne impossessò credendola abbandonata e da lì, con l'apporto di centinaia di cristalli, riconvertì l'intero ecosistema del pianeta.. l'inverno arrivò per lunghi mesi all'anno, i Myr iniziarono ad entrare ed uscire dal letargo ed io stesso mi debbo rifugiare nei giorni più freddi dell'anno per evitare di congelarmi.. ogni ottant'anni, quelli che lei chiama Chenot, si risvegliano dal torpore causato da questi cambi climatici e seminano distruzione ovunque. Bruciando, incendiando ed infuocando ogni cosa. Coi miei gnomici amici, noi simuliamo le loro nuvole di furia e cerchiamo di ripristinare il loro habitat naturale, con questa sabbia color ocra puntellata di gemme preziose. Ciò attenua la loro collera.. si nutrono di quanto noi costruiamo per loro ed evitano di uccidere le adepte di Cassilda. Almeno fino ad ora.. l'inverno è stato troppo rigido e pare che qualcosa si stia risvegliando al centro di Xandros.. qualcosa che nemmeno io conosco"
"Quindi anche tu hai bisogno di noi!" esclamò Kyel tronfio
"Veramente potrebbe bastare il Prescelto che ora fa il bell'addormentato, o piuttosto il telepate, la tua funzione mio caro Comandante Rezon, pare essere decisamente più orientata al trastullo, mio e di Cassilda, piuttosto che ad una reale utilità.. sebbene mi affascini il fatto che tu sia impermeabile ai contatti telepatici.."