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USS CRUSADER - MISSIONE 17 RSS USS CRUSADER - Missione 17

17.01 " Le regole base del baratto "

di Raji Vikram, Pubblicato il 29-09-2016

Pianeta Nerion, avamposto di osservazione scientifica - 01/06/2396, ore 3:40


Il fiume si mosse, le acque nere ebbero un'increspatura appena fuori dalla terza grotta. I sensori installati sulle rive scattarono e in pochi secondi i display del centro di osservazione scientifico si attivarono, mostrando un massa nera informa galleggiare in superficie. Le scansioni erano già attive e un display mostrò delle tracce biologiche.
"Abbiamo un ospite." disse l'ufficiale scientifico bajoriano addetto al turno di notte. La sua collega si avvicinò ai monitor "È un essere umano. Dalle tracce direi che sia uno dei nostri pionieri...", ma la voce si bloccò di colpo davanti ai primi risultati delle scansioni. "Oh, mio Dio... Chiama il Comando, subito!"

Cantiere spaziale Dyson3, USS Crusader, Sala Tattica - 15/06/2396, ore 7:35


Il Capitano Shaitan muoveva l'oggetto nervosamente tra le mani, ruotandolo, cercando di dargli ad ogni cambio di posizione una prospettiva diversa. Ma più lo osservava e più qualcosa di cupo ed inquietante cresceva nel suo petto, come un'ancora che affonda nei fondali melmosi e sprofonda per restare ferma.
Di fianco a lui la donna avvolta in uno stretto completo nero che mostrava senza troppa avidità le forme sinuose, fissava il tavolo di vetro, in attesa di una risposta dall'ufficiale al comando della USS Crusader.
"Voi sapete che cosa mi state chiedendo? Cosa chiedete a questo equipaggio?" ad un certo punto l'andoriano ruppe il silenzio, con un tono freddo ed incisivo come il clima del suo pianeta natale.
Con fare asciutto e sicuro la donna disse: "Sì, ma riteniamo che sia la sola soluzione percorribile."
Il Capitano si alzò con fare nervoso, tenendo stretto saldamente tra le mani l'oggetto nero: una sorta di parallelepipedo nero, dai bordi levigati. Una parte di lui, quella più atavica e selvaggia avrebbe preso il controllo della mano e scaraventato l'oggetto contro la parete ma la parte razionale e matura ebbe il sopravvento. Si limitò a dire: "io non ci sto. È una follia, tutta questa storia è una follia. Non posso credere che la Flotta Stellare sia stata coinvolta in una situazione del genere..." le sua parole caddero nel vuoto, quando la donna, con un rapido gesto della mano, attivò una chiamata e porse al capitano il PADD.
Il volto dell'Ammiraglio Hassan apparve al centro del display. Nessun sorriso di convenienza, nessun approccio diplomatico, ma solo un: =^=Avevo detto a Leanna di chiamarmi solo nel caso che fosse necessario un mio contributo diretto sul tema.=^= fece una pausa e attese di aver adeguatamente catturato l'attenzione del capitano Shaitan. =^=Capitano, mi rendo conto come tutta quello che le sia stato raccontato dal nostro agente sia a dir poco surreale. Ma è la verità e la invito a chiedersi come avrebbe agito lei nei panni del Comando di Flotta, posto inaspettatamente di fronte ad una situazione del genere. Come avrà capito, ora la situazione ha preso una piega inquietante e abbiamo bisogno di agire. In fretta, in silenzio e con efficacia. E solo la sua nave può farlo. Solo lei può condurre questa operazione. In un certo modo mi dispiace, avrei preferito lavorare con lei su qualcosa di meno critico, ma il destino non sempre ci lascia decidere.=^=
Shaitan lo fissò senza proferire alcuna parola, chiuso in un silenzio riflessivo e preludio di qualcosa di intenso.
=^=Capitano, prenda la sua nave e raggiunga il Fiume. Più lo farà in fretta e più saranno le possibilità di un esito positivo della missione. Per basse ovviamente che siano.=^=
Il Capitano apprezzò per qualche secondo la sincerità dell'Ammiraglio Hassan.
"Come lo dico al mio equipaggio?"
L'Ammiraglio sorrise, Shaitan no.

Cantiere spaziale Dyson3, USS Crusader, Sala Tattica - 15/06/2396, ore 9:00


L'ultimo ad entrare fu Makarri Quatro, salutò i presenti con un rapido cenno della mano e si sedette accanto al Primo Ufficiale. Nessuno dei presenti aveva la più pallida idea della ragione di una così improvvisa convocazione.
Una sorta di nervosa impazienza emergeva dallo sguardo di Shaitan, il quale si alzò e iniziò a camminare. Vikram, il capo OPS, iniziò a temere che qualcosa di grosso stesse per venire fuori.
"Come lo dico al mio equipaggio? Questa è stata la mia prima reazione."
Fece una pausa, abbassò il capo, trasse un profondo respiro, poi riprese senza indugiare oltre: "Ci sono momenti in cui il proprio senso del dovere può confliggere con il proprio io, il proprio istinto di sopravvivenza. Lessi nei volumi di storia militare che in diversi conflitti del XX secolo terrestre i soldati venivano inviati in azioni suicide o anche solo a combattere conflitti che per gli stessi soldati perdevano la ragione d'essere. Il Vietnam, Afghanistan, il fronte europeo delle guerre eugenetiche e altri ancora. Questo è un momento simile, per cui vi chiedo la massima attenzione."
Raji si agitò un attimo sulla sua poltrona, Jenner si passò una mano sulla fronte, mentre Yager incrociò pensieroso le braccia sul petto. E quella sua reazione non era di chiusura verso gli altri, bensì preludio ad una reazione.
"Quello che sto per dirvi va oltre i vostri livelli di autorizzazione di segretezza ma i servizi informativi della Flotta vi hanno concesso una deroga temporanea per questa situazione. Ecco, parto dal raccontarvi gli elementi salienti di questa situazione. Cinque anni fa la Flotta scoprì un pianeta di Classe M, denominato Nerion. Si trovava nel Quadrante Gamma e dopo la caduta del Dominio era stato oggetto di una prima colonizzazione federale. Ma questo pianeta riservava una sorpresa. Un grande fiume attraversa l'unica terra emersa dalle grandi masse oceaniche, gli indigeni gli conferivano ovviamente un valore divino e spirituale, un po' come alcuni fiumi terrestri."
Nella mente di Raji girò la scena di lui che insieme a suo padre adottivo guardavano le pire funebri muoversi leggiadre e mistiche al contempo, come lanterne cinesi, sulle acque dorate del Gange. Aromi di spezie e tanfo di latrina irruppero nella sua memoria.
Riprese il Capitano della Crusader: "Ma il fiume ha qualcosa di più... reale e scientifico di una semplice valenza metafisica. Il fiume attraversa alcune grotte e con il tempo la nostra equipe scientifica ha scoperto come ogni grotta sia una sorta di portale verso un altro universo. Non sappiamo ancora se si tratta di altre dimensioni o solo di altri luoghi lontani. Di fatto il fiume scorre attraverso diversi mondi, frammentato nello spazio e forse pure nel tempo."
Bloch non credeva a ciò stava sentendo. Era straordinariamente avvincente. Potenzialità infinite racchiuse in un luogo finito. La meraviglia percorreva ogni lembo del suo corpo ma preferì non interrompere e lasciare che Shaitan proseguisse il racconto.
"Un giorno da uno di questi tratti provenne un oggetto. Si trattava in realtà di un contenitore con all'interno dei reagenti e alcune soluzioni. Signori, gli scienziati si trovarono per le mani la cura alla patalogia di Lenmar, creduta mortale fino a quel giorno e da quel giorno diventata banale come un raffreddore. La Flotta Stellare decise allora di provare un contatto con ciò che stava dall'altra parte, in quel tratto di fiume che chissà cosa attraversava. Furono inviate informazioni sul nostro DNA, sulla Federazione e gli 'Altri', così chiameremo da ora gli abitanti del tratto di fiume, risposero senza darci informazioni su di loro, ma continuando a passare tecnologie, scoperte mediche e... altre cose ancora tenute segrete dalla Federazione."
Fece un'altra pausa, Shaitan sembrava come schiacciato da un peso che gravava invisibile ma tangibile sulle sue ampie spalle.
"Questo fino al giorno in cui ci chiesero qualcosa in cambio. Ciò avvenne tramite un messaggio semplice. Mandateci dei pionieri. Questo era in sintesi il significato. La Federazione cercò di ragionare sulla richiesta, di valutare la contrapposizione tra piano etico e valore scientifico. Poi il Comando di Flotta decise di osare ed inviò una squadra di 5 persone. In cambio ricevemmo questo." e con un gesto della mano mostrò un parallelepipedo nero. "Ci aspettavamo nuove risorse mediche, tecnologie innovative, frontiere scientifiche ancora inesplorate ed invece ci trovammo per le mani... un'arma. Un'arma biologica, una neurotossine potente, in grado di spegnere in meno di un minuto le funzioni cerebrali di un uomo. Non ci fu alcun messaggio che accompagnasse questo regalo. Tutto taceva, mentre i nostri pionieri erano dall'altra parte, senza dar comunicazione o segnale dell'essere ancora vivi. Fino al primo giugno. Sul fiume apparve qualcosa: un corpo. Era uno dei pionieri ma non lo era in realtà. I suoi organi interni erano stati alterati, ricollocati in un ordine caotico, smembrato e ricomposto in modo allucinante, eppure era ancora vivo. Non sappiamo ancora come abbiano fatto gli Altri a riconfigurare il suo corpo. Di fatto... non era più un essere umano. tanto era inoltre lo shock psicologico, tale da non permettere alcuna comunicazione con il ritornato. Era come il risultato di un esperimento. Riconsegnato al mittente, bello e pronto. Per la Federazione è un chiaro messaggio. E vuole risolvere la questione in fretta."
I presenti rimasero in silenzio, tra il credere di vivere una situazione surreale e il terrore della realtà più impensabile.
"Eccoci al dunque: i Servizi di intelligence della Federazione ci chiedono di partire per una missione segreta. Raggiungere Nerion, andare a cercare e provare a recuperare gli altri pionieri, scoprire chi ci sia dall'altra parte, acquisire maggiori informazioni possibili e, se possibile... neutralizzare ogni minaccia."
L'Ufficiale Medico deglutì: "È una follia. No..." si lasciò scappare, in bilico tra l'afflizione totale e la disperazione.
Shaitan fece un cenno d'assenso. "Sono passati i secoli bui della Federazione, ed è giusto guardare al presente e alla strada che i nostri principi etici mostra davanti a noi. Questa missione di per sè è improponibile: rischi di non ritorno sono alti, impatti etico morali senza paragoni, rischi di scatenare un conflitto con una razza sconosciuta e, pare più evoluta, altrettanto alti. Ci ho riflettuto a lungo e alla fine ho deciso di partire. Credo che sia giusto scoprire quale minaccia possa celarsi al di là del fiume. Ma è una mia scelta personale e voglio che chiunque di voi abbia oggi la stessa mia possibilità. Quindi: siete tutti liberi di partecipare alla missione o di restare al cantiere navale in attesa di un'altra assegnazione temporanea. Questo è quanto ho concordato con l'Ammiragliato. Con questo ho chiuso. Fatemi sapere entro domani mattina la vostra scelta. Deadline: ore 7.00. la Crusader partirà alla volta di Nerion, alle 10.30. Se... ci sarà un equipaggio, naturalmente."
Guardò i presenti e senza aggiungere altro uscì dalla Sala Tattica, lasciando i suoi ufficiali superiori di fronte ad una delle scelte più importanti della loro vita.
Raji scosse il capo e di colpo era come se il tempo si fosse dilatato e, in questa distorsione percettiva, tutto perdeva di forma e diventava evanescente.
Si alzò anche lui: "Immagino che cose simili accadano spesso a bordo della Crusader?" chiese l'ufficiale OPS.
Gerard Ylim Yager alzò lo sguardo: "Non proprio ogni giorno, non proprio..."
I capi divisione lasciarono insieme la Sala Tattica, chiusi in uno spettrale silenzio, consapevoli che davanti a loro si apriva una delle peggiori giornate della vita di bordo.