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USS WAYFARER - MISSIONE 18 RSS USS WAYFARER - Missione 18

18.07 "Siamo tutti fatti di polvere di stelle"

di Gregory Cooper, Pubblicato il 06-03-2022


Delphi III - Lago Daimos
12/01/2401, ore 22:40 - D.S. 78032.73



Kiron aveva lasciato la sconosciuta nelle mani della dottoressa Squiretaker. C'era voluto un bel po' per convincerla che si trattava solo di una scansione superficiale. L'aliena continuava a sbraitare contro il governo di Nuova Delphi, sulle loro pretese di onore e sul fatto che lei era solo una passante innocente trattata brutalmente da loro.

Non poteva darle del tutto torto. Lì al lago non c'era nessuna contaminazione, era tutta una balla, ma era l'unico modo che aveva per trattenere quel misterioso umanoide. Espresse ad alta voce queste sue elucubrazioni mentre guardava il lago placido coperto da una fitta e bassa nebbiolina.

"Doveva farlo Capitano, una piccola bugia, ma per quanto ne sappiamo potrebbe essere lei ad aver preso il Comandante Rumar." rispose la Wu in piedi vicino a lui.

"Quello che dovevo fare e quello che potevo fare sono due cose ben diverse... ha finito la dottoressa?" rispose il Capitano della Wayfarer sospirando rassegnato.

"Sta arrivando." rispose asciutta il capo della sicurezza.

Il medico capo e l'ufficiale scientifico stavano percorrendo lo stretto viottolo che conduceva al lago. I due stavano confabulando animatamente passandosi a vicenda due Dpadd in cerca di conferme.

"Allora?" chiese Kiron con l'animo in subbuglio per la preoccupazione della sorte del suo Numero Uno e amico.

"Non ci capiamo niente." rispose serafico Gregory

"Signor Cooper questo non è il momento per..." iniziò il Capitano, ma fu subito interrotto dalla dottoressa Squiretaker

"No Signore, Gregory ha dato un sunto corretto delle nostre scansioni."

Il Capo della Sicurezza vicino a loro sollevò un sopracciglio.

"Vi spiace spiegarvi meglio?" chiese dopo l'ennesimo sospiro il Capitano.

"Da dove iniziare..." borbottò la dottoressa. Michael e Sheeval si guardarono incuriositi.

"Sappiamo che su questa luna non esisteva una forma di vita intelligente prima dell'arrivo dei delphiani, o almeno è quello che abbiamo scoperto anche dalle ricerche effettuate da Asuna sulle navi che sono capitate in questa zona." iniziò Cooper prendendo la spiegazione molto alla larga "Eppure la nostra ospite barra spia non è né geneticamente né fisicamente uguale ad un delphiano... almeno non del tutto. Il patrimonio genetico fra le due razze è uguale solo per il 50%"

"Non abbastanza simili da considerarli della stessa razza. E l'altro 50%?" chiese Kiron

"Ecco la cosa strana. Il restante 50% della sua struttura è composto da elementi molto simili ai materiali usati per contaminare gli impianti di depurazione." rispose la dottoressa.

"Volete dire che hanno usato loro stessi per contaminare gli impianti?" domandò scioccata Sheeval

I due scienziati si guardarono come se nessuno dei due avesse una risposta semplice, ma fu la dottoressa a rispondere "Direi di no... se avessero usato un corpo per la contaminazione avremmo anche trovato il 50% del genoma delphiano."

Dopo un attimo di silenzio il Capitano cercò di riprendere in mano la situazione: "Ricapitoliamo, la nostra ospite è delphiana ma non abbastanza. Magari un incrocio razziale sconosciuto arrivata in concomitanza con l'esodo?"

"È quello a cui abbiamo pensato inizialmente, ma non si spiega il 50% restante. Nessuna razza conosciuta ha quella struttura biologia, ma quella stessa struttura è presente in natura sul pianeta. È come se trovassimo un umano che ha per il 50% il nostro DNA e per il restante 50% è composto da tutto ciò che compone la Terra."

"Non me la state facendo semplice..." commentò Kiron confuso.

"Però Lars si è definita una delphiana." si intromise Sheeval "Com'è possibile che sia sfuggita alla flotta durante il trasferimento?"

"Possibile che fossero troppo indaffarati... spostare milioni di persone in meno di un anno è un'impresa titanica." rispose Cooper scrollando le spalle.

"Ne dubito. I protocolli di teletrasporto avrebbero almeno segnalato la cosa. L'unica spiegazione è che sia arrivata in altro modo sul pianeta." Il Capo della Sicurezza era sicura della sua logica.

"Oltretutto nessuno dei delphiani è telepatico a differenza di Lars." aggiunse Kiron "Torniamo da lei... purtroppo non possiamo trattenerla oltre."

I quattro tornarono sui loro passi. Lars era guardata a vista da due uomini della sicurezza e non si era mossa dalla posizione dove l'aveva lasciata la dottoressa Squiretaker.

"Allora Capitano ha trovato quello che cercava?" chiese la donna in tono canzonatorio.

"Non quello che cercavo ma abbastanza da rendere tutto ancora più confuso." rispose lui guardandola intensamente.

Lars lo guardò guardinga temendo che fosse arrivato il momento in cui l'avrebbero presa e trasportata in qualche laboratorio.

"Bene, mi scuso ancora per il tempo che le abbiamo fatto perdere... vorrei porle un'ultima domanda prima di andarsene. Da quanto tempo vive sul pianeta?"

La donna autodefinitasi delphiana sembrò sorpresa che nessuno la trattenesse ma che, invece, era libera di andarsene, quindi fu meno restia a rispondere. "Beh... sono nata qui e non mi sono mai mossa."

Gli ufficiali della Wayfarer si guardarono sorpresi.

Delphi III - Luogo sconosciuto
contemporaneamente


"Voi non siete delphiani!" esclamò in tono accusatorio Rumar

"Certo che lo siamo. Siamo nati qui come tutti! Sono i nuovi arrivati a non esserlo!" commentò l'uomo che aveva cercato di trattenere la compagna a mostrare il suo volto.

"Non è possibile, abbiamo verificato, la luna di Delphi III è sempre stata disabitata. Anche i delphiani hanno scansionato la loro luna per decenni prima di accettare il fatto che non ci fossero risorse da sfruttare... e grazie al cielo vorrei aggiungere, altrimenti avrebbero rovinato anche la loro unica salvezza."

"Sta mentendo!" sbraitò l'uomo che gli aveva tolto la benda dagli occhi.

"Certamente avete la stessa personalità sospettosa." sbuffò Rumar. "Beh? cosa volete da me?"

"Lei dovrà far sloggiare gli invasori dal nostro pianeta." rispose cupo l'uomo.

"Temevo che la richiesta potesse essere quella... sentite, c'erano trecento milioni di persone su Delphi III, erano in pericolo di vita, l'unica speranza era trasferirli sulla luna del pianeta, cioè questa dove siamo adesso. Non sapevamo che fosse abitata, ma in ogni caso c'era poco da fare! Adesso che sappiamo che la luna è abitata da esseri senzienti, i nostri diplomatici faranno in modo di risolvere la questione, non c'è motivo né di tenermi prigioniero, né di contaminare gli impianti provocando morti inutili."

"Noi non abbiamo contaminato un bel niente!" esclamò di nuovo l'uomo furioso "Siete voi che state danneggiando il pianeta!"

"Non sta mentendo..." la donna che si era mostrata per prima lo interruppe "e anche tu lo sai."

I due si guardarono e l'uomo abbassò lo sguardo.

"Comandante Rumar, adesso verrà liberato, abbiamo un po' di cosa su cui discutere... sperò che non decida di fuggire prima di sapere quello che devo dirle." riprese la donna tirando fuori la chiave delle manette da una tasca.

"Non si preoccupi non ho modo di andarmene quindi direi che fare due chiacchiere sia la scelta migliore... anche perché è il mio lavoro trovare delle soluzioni." rispose lui con un sorriso per poi continuare "Ma non posso assicurarle che poi ricorderò quello che ci diremo... non sto molto bene ultimamente."

"Si tranquillizzi, abbiamo risolto il suo problema. Per qualche strana ragione l'unione fra lei e l'essere che porta in grembo era disturbata, non sapendo la causa di tale stato abbiamo risolto il problema un po' a tentoni e non possiamo darle la certezza di una guarigione definitiva, in ogni caso se risorgessero gli stessi problemi ce ne accorgeremo e prenderemo provvedimenti immediati."

A Rumar parve che il peso che aveva sullo stomaco gli fosse stato tolto "Non so come abbiate fatto ma sono in debito con voi... farò tutto ciò che è in mio potere per risolvere la vostra questione."

"Ne sono certa, venga mi segua."

I due uscirono dalla capanna dove era stato rinchiuso, li seguiva una scorta di quattro uomini che lo guardavano in modo sospettoso e non spostavano mai le mani dalle armi rudimentali che portavano a fianco.

Il villaggio aveva l'aspetto di un covo di ribelli. Capanne di fortuna erano state create in tutta fretta senza preoccuparsi del loro aspetto ma in compenso erano ben occultate da una eventuale visuale dall'alto.

"Un bel rifugio anche se un po' spartano." commentò Rumar per rompere il ghiaccio.

La donna sembrò ascoltare qualcosa e rimase in silenzio per qualche momento, poi chiese incuriosita: "Lei ha idea di cosa sia uno spartano?"

"A dire il vero no... l'ho sentito dire tante volte ma non mi sono mai preso la briga di verificare. Lei lo sa?"

"Non ne ho idea... dal modo in cui l'ha detto sembra un sinonimo di modesto. Ho visto nella sua mente il significato."

Rumar la guardò sorpreso "Telepatia? Anche piuttosto forte direi se riesce a leggere così bene la mia mente."

"Solo immagini di quello che vuole dire... quando ha pensato al nostro villaggio ho visto l'immagine di un villaggio simile, credo fosse il suo pianeta natale."

"No, era un villaggio Maquis... storie di gioventù." rispose il trill sorridendo. "Signora..."

"Lars, io sono Lars." rispose lei dopo un attimo.

"Lars allora, posso assicurarle che la Federazione non era a conoscenza della vostra presenza, ma come ho detto c'era poco tempo da perdere. È già stato un miracolo se siamo riusciti a portare via tutti da Delphi III. Ma voi avete dei diritti su questa luna e sono certo che risolveremo le cose... non c'è bisogno di compiere atti terroristici e..."

"Come le ha detto Lars, non abbiamo compiuto nessun atto terroristico. Questi esseri che si definiscono delphiani, e vorrei precisare che in realtà siamo noi i veri delphiani, non possono rimanere qui. Non ci fidiamo di loro come non ci fidiamo della sua federazione... però ho avuto modo di leggere la sua mente e lei mi sembra un individuo di cui possiamo fidarci. Lei mi può assicurare che la sua federazione porterà via gli intrusi?"

Rumar avrebbe voluto rispondere sì senza indugio, ma sapeva bene che non poteva assicurare la cosa alla donna... oltretutto poteva leggergli la mente, avrebbe capito subito che stava mentendo. Dovette ammettere la sua sconfitta dal punto di vista diplomatico. "No, non posso assicurarglielo... avrebbe più speranze di avere una risposta certa parlando con il mio capitano, ma io non posso prendere un impegno a nome della federazione."

"Non si angusti Comandate Rumar, la sua risposta negativa mi ha fatto capire che comunque posso fidarmi di lei... parleremo con il suo Capitano Rumar e sentiremo il suo parere."

"Il mio capitano si chiama Kiron, Michael Lucius Kiron... è quello il suo nome."

"Cos'è un nome?" chiese la donna piegando la testa di lato.

Solo allora Rumar si rese conto che sia la donna che l'uomo si chiamavano entrambi Lars.

Delphi III - Lago Daimos
12/01/2401, ore 23:20 - D.S. 78032.80



"Mi scusi Lars, ma appena detto che lei è sempre vissuta qui fin dalla nascita?"

"Si, fin dall'arrivo degli stranieri che avete portato qui!" il suo tono tornò ad essere tagliente.

"Ma è successo pochi mesi fa!" esclamò Cooper "Lei non può avere solo pochi mesi."

Lars sembrò ascoltare qualcosa, o per meglio dire come se leggesse qualcosa nelle menti delle persone vicino a lei.

"Non so cosa intendiate, ma alla mia nascita ho visto chiaramente le luci del loro arrivo. E hanno riempito le case che erano apparse poco prima di loro."

"Abbiamo costruito quelle case nel corso dell'anno, mentre i delphiani si preparavano all'esodo. Non sono apparse dal nulla." rispose Kiron confuso quanto la donna

Gregory accese il suo tricorder e lo fece passare di nuovo sulla donna che si trasse indietro diffidente.

"Impossibile!" Mormorò passando lo strumento alla dottoressa e prendendo il suo in cambio per poi riprovare la scansione mentre la collega spalancava gli occhi per la sorpresa leggendo i dati sullo strumento.

"Cosa c'è che non va?" chiese il capo della sicurezza

"Questa donna... adesso l'1% del suo DNA è umano! Abbiamo il 50% delphiano, 1% umano e il restante 49% è materiale genetico del pianeta." rispose Gregory ripetendo per l'ennesima volta la scansione.

"La volete piantare?" esclamò Las per poi aggiungere in tono meno aggressivo ma più preoccupato: "E spiegarmi cosa succede?"

"Non adesso..." borbottò lo scienziato iniziando a scansionare le piante e il terreno attorno a loro.

"Gregory..." borbottò Julia guardando il cipiglio irritato del Capitano.

"Ancora un attimo..."

Troppo assorto per accorgersi di quanto si stava avvicinando all'insubordinazione Cooper continuò con la scansione finché non esclamo "Adesso è tutto chiaro! Ma è comunque impossibile"

"Per fortuna... stavo per arrestarla o picchiarla." affermò Sheeval che sembrava propendere più per la seconda azione.

"Bene signor Cooper, ci faccia sapere l'esito della sua scoperta." borbottò Kiron ancora in attesa.

"Questa donna non è una persona... cioè non nel modo in cui noi consideriamo una persona... o almeno non del tutto ancora. Su questo pianeta ci sono degli elementi psico attivi."

"Si questo lo sapevamo, ma solo in modo molto lieve." commentò la dottoressa

"Esatto, molto lieve ed infatti le piccole spedizioni negli anni precedenti non hanno trovato nessuno, ma tutto il pianeta ne è ricoperto. Come ha detto la signora, lei è nata alcuni mesi fa, il giorno in cui quasi trecento milioni di persone sono state teletrasportate su questa luna, beh non tutti insieme ma nel giro di pochi mesi... immaginate il livello di attività mentale che di colpo si è materializzato sul pianeta?"

"Vuoi dire che questa donna è stata creata in quel momento?" chiese Julia scioccata

"Bello vero? Noi abbiamo avuto bisogno di milioni di anni di evoluzione per poter parlare e questa ragazza c'è riuscita in pochi mesi, senza contare che capisce tutto quello che diciamo e senza un traduttore universale." Cooper pareva felice come un bambino in un negozio di dolci.

"Tu sai cos'è un andoriano?" le chiese lo scienziato a bruciapelo

"Quegli uomini blu con le antenne?" rispose lei ancora confusa da tutte le emozioni che le arrivavano addosso.

"Come li conosci? Ne hai visto qualcuno prima?"

"...no ...non lo so. Non capisco." questa volta Lars sembrava in preda al panico.

"Te lo spiego io, tu riesci a vedere i nostri pensieri e a comprenderli ad una velocità impossibile per qualsiasi telepate, soprattutto se deve leggere una razza che non conosce. Per quello parli la nostra lingua o conosci cose che altrimenti non potresti conoscere." vedendo che la ragazza sembrava sempre più spaventata si accoccolò a fatica davanti a lei "Stai tranquilla va tutto bene. Sei solo diversa da noi, per quello che siamo così eccitati... conoscere nuovi mondi e nuove civiltà è un po' la nostra ragione di vita."

Lars parve di nuovo ascoltare qualcosa e parve di nuovo tranquillizzarsi ma perdendo finalmente la sua iniziale baldanza.

"Non capisco, più passa il tempo e più mi sembra capire meglio le cose che mi dite e allo stesso tempo mi sento sempre più diversa." mormorò la ragazza "Non so se riuscite a capire come mi sento."

Gregory le poggiò una mano sulla spalla "Abbiamo molto in comune. La stessa terra, la stessa aria, lo stesso cielo. Forse se iniziassimo a guardare ciò che è lo stesso, invece di guardare ciò che è diverso, beh, chi lo sa?"

"Mark Twain?" chiese il capo della sicurezza

"No, i Pokemon." rispose lo scienziato alzandosi a fatica in piedi "Quello che voglio dire è che non importa quanto siamo diversi, ma quanto abbiamo in comune... e tu letteralmente potresti iniziare ad avere molto in comune con noi."

"Che vuole dire comandante?" chiese Kiron che si era un po' perso ma preferiva lasciare parlare il suo ufficiale scientifico che sembrava aver fatto breccia nella dura corazza di Lars e lei poteva essere la loro unica speranza per ritrovare Rumar.

Cooper fece di nuovo passare lo scanner sulla giovane. "Siamo al 2% di DNA umano contro il 48% di materiale organico psico attivo, scommetto che se rimane in nostra compagnia potrebbe anche sviluppare..." stava per fare il gesto di un prosperoso seno femminile ma si fermò notando gli sguardi glaciali delle due colleghe "una struttura anatomica complessa situata nella parte toracica che, come forse avrete notato, le delphiane non hanno." deglutì sperando di non essersi messo nei guai.

"Signor Cooper vuole dire che Lars sta mutando e diventando sempre più organica e per farlo modifica gli elementi che la compongono per formare il DNA degli esseri più vicini a lei?" chiese conferma Kirion

"Esattamente! Un po' come un brodo primordiale iper accelerato" rispose Cooper soddisfatto mettendosi le mani sui fianchi e gonfiando il petto con orgoglio.

"È sempre così irritante?" chiese Lars guardando il resto del gruppo

"Almeno sulla telepatia signor Cooper ha perfettamente ragione." confermò serafica il capo della sicurezza.

Delphi III - Lago Daimos
12/01/2401, ore 23:40 - D.S. 78032.84



Rumar sentì un rumore inconfondibile avvicinarsi mentre camminava a fianco della donna chiamata Lars. Non mosse un muscolo, poteva spiccare una corsa verso la zona aperta fra gli alberi e farsi vedere dalla navetta di passaggio, ma decise che per il bene dei delphiani era meglio rimanere dove si trovava.

"Non si preoccupi Comandante, quella navetta sta arrivando proprio qui per lei. Lars, la nostra compagna che stava studiando i suoi amici, ci ha fatto sapere che ci sono importanti novità... soprattutto per noi." la donna sembrava pensierosa già da un po' ed erano rimasti in silenzio a lungo mentre scendevano dalle colline boscose che torreggiavano sul lago. Secondo i suoi calcoli si trovava sulla riva opposta a quella del resort, probabilmente ancora poche ore e le squadre di ricerca lo avrebbero comunque trovato.

"Non sono preoccupato, mi sento molto meglio di quanto mi sentissi nell'ultimo periodo. Mi avete tolto un gran peso dallo stomaco... quindi passeggiare in sua compagnia è una vera gioia." rispose Rumar con un sorriso che si rifletteva nei suoi occhi castani.

Le luci dei fari della navetta spazzarono l'oscurità più di quanto avevano fatto fino a quel momento le torce della gente di Lars e con un movimento fluido l'oggetto di metallo atterrò con leggerezza sul tappeto erboso un po' inclinato. All'apertura del portello prima di tutto fece capolino il capo della sicurezza, ma la mano gentile di Kiron la fece indietreggiare. Doveva scendere per primo per dimostrare che si fidava di quella gente. Rumar annui soddisfatto rivedendo il volto del suo amico e mentore.

"Buonasera, sono il Capitano Kiron della nave stellare Wayfarer."

"Buonasera Capitano, il mio nome è Lars." rispose la donna avvicinandosi.

"Si chiamano tutti Lars..." confermò Rumar allungando la mano per stringere quella del suo Capitano.

"Come si sente Comandante? Sarà felice di sapere che abbiamo trovato una cura per lei." lo saluto la dottoressa poggiandogli l'ipospray sul collo.

"Grazie ma i lars mi hanno già curato." sorrise lui massaggiandosi il collo nel punto in cui l'ipospray aveva iniettato la sostanza.

"Vi ringrazio di aver salvato il nostro collega e amico." disse Kiron rivolto a quella che sembrava essere il capo della piccola comunità. "Ma adesso dobbiamo parlare." terminò serio.

"Signore, sono certo che non sono stati loro a danneggiare gli impianti di depurazione del pianeta." disse Rumar mettendo le mani avanti.

"Purtroppo non è così... la cosa è un po' complicata ma se Lars vuole ascoltarci le racconteremo tutto." la donna fece un cenno affermativo e poi si girò verso gli uomini che la accompagnavano. Senza dire una parola iniziarono tutti a lavorare per preparare un piccolo spazio riparato ed un fuoco scoppiettante. La navetta faceva scudo dal vento che saliva dal lago... su quel pianeta Gennaio era sinonimo di primavera.

"Bene signor Cooper, può iniziare. Lo vedo che non sta più nella pelle." Kiron sorrise facendo un gesto al suo ufficiale scientifico.

Gregory Cooper si alzò e iniziò con voce profonda a raccontare le origini di quello strano popolo. Sembrava un cantastorie intento a intrattenere i clienti di una taverna.

"Tutto è iniziato parecchi mesi fa, il pianeta Delphi III - indicò l'enorme sfera grigistra e dall'aspetto morente che si stagliava sull'orizzonte - era sull'orlo dell'olocausto ambientale e l'unica via d'uscita per quel popolo fu il trasferimento di tutti i delphiani sulla luna del pianeta. Cinque navi cantiere e migliaia di uomini furono spediti sulla luna per costruire cinque nuove città più svariati siti secondari. Un lavoro enorme terminato in pochissimo tempo mentre i delphiani preparavano tutte le loro cose per l'esodo di massa. La quarta e la sesta flotta federale più un certo numero di navi appartenenti alla marina militare andoriana avevano letteralmente circondato il pianeta e grazie al loro numero e alla vicinanza della luna fecero da ponte per teletrasporti di massa. Migliaia di persone contemporaneamente furono smaterializzate e rimaterializzate in flussi continui quasi ininterrotti. Credo che sia la cosa più incredibile mai fatta dalla Flotta Stellare."

Cooper riprese fiato mentre i suoi colleghi sorridevano per l'orgoglio che quell'azione gli provocava.

"La luna di Delphi, che fino a quel momento era una distesa verdeggiante praticamente incontaminata si riempì di colpo di vita e di voci concitate... e di migliaia di pensieri. Dovete sapere che molti elementi di questa luna sono lievemente psico attivi. O almeno pensavamo, perché le esplorazioni venivano fatte da pochi uomini per volta. Ma tutto ad un tratto tutta quella energia rese attivi questi elementi che furono attirati verso la fonte di quel potere. Tutto quegli elementi psico attivi che fino a quel momento erano inerti, adesso correvano verso i delphiani come un onda di marea che si lancia verso la costa.

Beh correre è una parola grossa, iniziarono a condensarsi e rotolare per raggiungerli... alcuni di questi agglomerati furono risucchiati dagli impianti di depurazione danneggiandoli e reagendo con gli elementi chimici usati per la cura delle acque facendoli diventare tossiche."

"E questo spiega l'attacco terroristico... ma cosa centra la gente di Lars?" chiese Rumar affascinato.

"Ci sto arrivando!" rispose seccato Cooper guadagnandosi una botta sulla gamba, quella sana, dalla dottoressa Squiretaker. "Aih! Ok altri agglomerati riuscirono a passare e altri ancora si trovavano già dentro la città, essi reagirono all'energia psichica degli esuli iniziando a prendere forma... questa forma!" esclamò indicando la donna che li aveva spiati al lago la quale sollevò gli occhi al cielo esasperata.

"Vuole dire che la gente di Lars è composta di materia psico attiva?" chiese il primo ufficiale incredulo.

"Esattamente, ma la cosa non finisce qui. I lars iniziarono a mutare, l'energia che prima non esisteva su questa luna, adesso correva come un fiume in piena, potenziando l'attività dei loro elementi che iniziarono a modificarsi per copiare chi dava loro tutta questa energia... copiarli a tal punto da iniziare a modificare la propria struttura e legarsi alla stessa maniera in cui si legano gli elementi del nostro corpo."

"Incredibile" sussurrò il capo dei lars "volete dire che noi siamo solo un accozzaglia di elementi? Non siamo realmente esseri viventi?"

"Si sbaglia Lars... siete esattamente come qualsiasi altra creatura della galassia" la interruppe la dottoressa "Noi stessi... noi umani almeno, siamo composti da elementi quali idrogeno, ossigeno, carbonio, azoto, calcio e fosforo. Se voi siete semplici elementi allora lo siamo anche noi. L'unica cosa incredibile è la velocità con cui il processo avviene, a noi sono servite delle ere per fare la stessa cosa."

"Quindi noi prima dell'arrivo degli intrusi non esistevamo." aggiunse la spia del lago. "Quindi di chi è il pianeta e chi ha diritto di rimanere qui?"

"Difficile da dire..." iniziò Kiron grattandosi la guancia "Sembra un vecchio dilemma terrestre: è nato prima l'uovo o la gallina?"

"L'uovo!" si affrettò a rispondere Cooper ma nessuno si degnò di chiedergli perché la ritenesse la risposta giusta e quindi sbuffò infastidito.

"La cosa migliore sarebbe una coabitazione fra i due popoli, non credete?" chiese Rumar speranzoso, ma i lars lo guardarono dubbiosi. Non si fidavano degli stranieri e adesso iniziavano a dubitare anche delle parole dei federali.

"Non c'è bisogno di discuterne, la coabitazione è la vostra unica possibilità di sopravvivenza... almeno per ora." Gregory buttò lì la frase con noncuranza.

"Perché dice questo Comandante?" chiese il capo della sicurezza seduto vicino a lui.

"I lars sono ancora incompleti, il processo di maturazione sta rallentando dopo il picco iniziale... ci sono voluti pochi mesi per passare dal 100% di elementi al 50% di DNA delphiano, ma la velocità andrà sempre di più a rallentare. Secondo i miei calcoli, ammetto approssimativi, dovranno passare dieci anni prima di raggiungere la piena maturazione. Ma cosa succederebbe se di punto in bianco l'energia psichica che vi alimenta se ne andasse?"

"Potremmo morire?" chiese la donna spaventata.

"Non lo so... le opzioni sono: - Gregory iniziò a contare sulle dita della mano - uno, assolutamente nulla, l'energia vi basta per completare la trasformazione e poi vivere per conto vostro. Due, l'energia rallenta fino a fermarsi e voi rimanete con una percentuale dell'elemento che vi compone inerte e privo di energia. Tre l'energia inizia a diminuire e il processo si inverte fino a farvi tornare allo stato primordiale. Quattro... boh non so, varie altre sfumature... in definitiva non lo sappiamo ed è troppo rischioso per voi tentare la fortuna. mi dispiace essere così brutale ma non voglio nascondervi nulla."

"Vedo nella mente della dottoressa che qualsiasi opzione che non contempli la convivenza porterebbe ad un rischio elevato per noi." commentò la donna

"E non è una cosa facile nemmeno la convivenza..." commentò la Dottoressa. "I delphiani sono un popolo estremamente complottista e negazionista... non crederanno mai a quello che abbiamo scoperto. Proporre la convivenza sarà un ostacolo non indifferente e anche se la federazione forzasse il governo a prendere quella decisione, i lars potrebbero subire soprusi e angherie visto che sono una minoranza."

"Ha ragione comandante... dobbiamo inventarci qualcosa." sussurrò Kiron guardando il fuoco e perdendosi nei suoi pensieri.