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USS WAYFARER - MISSIONE 15 RSS USS WAYFARER - Missione 15

15.05 " Personalità a confronto "

di Julia Reis Squiretaker, Pubblicato il 20-10-2017


USS Wayfarer, Ponte 4 - Hangar Navette
04/06/2397, ore 04.32 - D.S. 74422.44


I ronzii dei campi di contenimento, lo sfarfallio delle luci, il puzzo dei liquidi utilizzati per gli apparati motori.. tutto appariva come doveva essere.
Al guardiamarina Koinos gli si chiudevano le palpebre.
Era stato precettato per monitorare l'hangar navette, di notte.
Un'assurdità si disse mentre si esibiva nell'ennesimo sbadiglio a piena bocca grattandosi la barba.
Nessuno avrebbe potuto entrare o uscire dalla nave senza essere visto, segnalato e bloccato.
Ed anche se ci fosse stato un qualche successo in questa evasione, sarebbe bastato attivare un raggio traente per bloccare la fuga di una qualsiasi di quelle navette.
Certo, c'era l'eccezione della navetta della 'vecchia gallina' ... Koinos ridacchiò sommessamente.
L'Ammiraglio in pensione, nonché nonna della dottoressa, non le era mai stata molto simpatica: certo una vecchina notevole, doveva riconoscerlo, ma la sua presenza a bordo, da temporanea era diventata fissa e continuativa, tanto più foriera di guai. Finora tutti brillantemente risolti, ma fino a quando?
Da quando era salita a bordo, non c'era stata una missione della Wayfarer che si fosse conclusa pacificamente, diplomatica o meramente scientifica, senza qualche spargimento di sangue o rischi per la salute dell'equipaggio.
Una discarica dimensionale potenzialmente letale per tutti a bordo, una scaramuccia che poteva causare una guerra coi Breen sventata all'ultimo ed una crisi diplomatica con un pianeta amico, col rischio di finire tutti avvelenati.
Ultimo, ma non meno importante, un intero away team scomparso nel nulla: non uno, non due, ma ben quattro ufficiali superiori, responsabili di sezione, di cui non si avevano notizie da otto ore.
Non che al guardiamarina Koinos importasse granché di nessuno di loro: non li conosceva personalmente se non di vista, e lui, a sua volta, era solo un viso fra i circa ottocento membri di equipaggio presenti a bordo.
Ciò che più premeva a Koinos era di non venir immischiato in qualche missione: amava la vita a bordo, con i limiti del servizio ovviamente, ma con tutti i benefici di servire su una classe Sovereign e non su qualche 'bagnarola' di terz'ordine.
Aveva i suoi giri, le sue amicizie, le sue attività, le sue passioni. Tutto a bordo Koinos non aveva una vita al di fuori della Wayfarer o delle altre unità su cui aveva prestato servizio.
A detta dei superiori diretti, era preciso e puntuale nello svolgere la mansione assegnata, ma non si spingeva oltre. Si era sempre ben guardato dall'intraprendere qualsivoglia tipo di attività o missione che potesse farlo progredire in carriera.
Mentre per i suoi superiori ciò era un punto a suo sfavore, Koinos ne era orgoglioso.
Poco gli importava che la maggior parte dei suoi pari grado avessero quasi la metà dei suoi anni, ma aveva visto troppi volontari arditi non far ritorno solo per la volontà di seguire i superiori in qualche away team impressionandoli per qualche qualità che ritenevano di dover mettere in mostra.
Stupidi!
Loro non tornavano vivi, si beccavano giusto qualche frase di circostanza quando andava bene, ma spesso erano semplicemente dimenticati di fronte alle necessità contingenti.
Koinos rabbrividì al solo pensiero.
Fu allora che udì un brontolio sordo, simile a ... simile a un ringhio.
Il guardiamarina si alzò di scatto e mezzo intontito dal sonno, inciampò su se stesso e cadde rovinosamente faccia al pavimento.
Il colpo fu attutito dal riflesso autonomo del braccio sinistro, ma Koinos si ritrovò a fissare il suolo non pulitissimo dell'hangar. Dovette sbattere due volte le palpebre per convincersi di non essersi addormentato e che quel ringhio lo stava ancora sentendo e non era frutto della sua immaginazione.
Quando fece motto di alzarsi, spostando lo sguardo dinnanzi a sé, vide due stivali, sicuramente femminili, e la punta di un bastone di strana foggia e fattura appoggiato a terra a venti centimetri dal suo volto.
Koinos deglutì.

"Mi hanno accolto in molti modi differenti nei miei lunghi anni di servizio, ma una genuflessione di tale profondità, sebbene un po' maldestra e poco aggraziata, non l'avevo mai vista Guardiamarina... o devo pensare che ha perso qualcosa? Una lente a contatto forse? Sempre che qualcuno le usi ancora al posto di curarsi con le più sofisticate tecnologie laser.."

La voce dell'Ammiraglio Squiretaker era tranquilla e pacata, che smussava la vena di ironia della battuta senza farla cadere nell'offensivo.
O almeno quella era la situazione dal punto di vista obiettivo. Koinos, invece, la visse soggettivamente in maniera diametralmente opposta.
Sibilò un qualcosa quasi inintelligibile prima di rialzarsi.
Dietro all'Ammiraglia si era materializzato il Capitano Kiron.

"Ci sono problemi?" esordì l'ufficiale in comando della Wayfarer
"No!" rispose seccato Koinos
"No, affatto..." replicò l'anziana donna "anzi... il Guardiamarina si è offerto gentilmente di accompagnare la sottoscritta in missione."

Le espressioni di Kiron e di Koinos divennero stupefatte: se il Capitano era meravigliato e stupito, Koinos era esterefatto e disorientato.
L'unica cosa che gli venne in mente è che la donna avesse sentito qualcosa, o avesse intuito qualcosa nel suo borbottio sommesso di poco prima, ma non ebbe tempo di obiettare che il Capitano Kiron prese la parola.

"I sensori non riescono a venire a capo di quanto sta succedendo su Albatross I. Ho ceduto alle insistenze dell'Ammiraglio ed invieremo alcune navette per monitorare la situazione e..."
"Non credo sia opportuno, signore, in base alla mia esperienza, con tutto il rispetto, ma io credo che..."
"Guardiamarina Koions... oh che sbadata Koinos volevo dire..." esclamò Vanessa Squiretaker strappando un sorriso a malapena soffocato da parte del Capitano "ciò che lei crede o non crede è irrilevante. Non abbiamo bisogno del suo permesso per inviare delle navette per creare una griglia sensori in grado di potenziare la nostra scansione del pianeta. O ritiene che dobbiamo chiedere prima la sua autorizzazione?"
"Ehm... no, ma io pensavo che voleste andare su Albatross e... si insomma io non lo ritenevo sicuro vista l'importanza che rivestite a bordo e..."
"Oh ma che tenero, che pensiero premuroso... allora se mai ci sarà una missione di soccorso, terremo in considerazione la sua offerta, vero Capitano?"
"Q...quale offerta?" balbettò Koinos sbiancando in volto
"Come quale? Guardiamarina si è appena offerto volontario! Finalmente! I miei complimenti" sentenziò lapidario Kiron.

USS Wayfarer, Plancia
04/06/2397, ore 05.55 - D.S. 74422.59


"Come procede?" domandò Kiron al suo ingresso in plancia, facendo segno al suo sottoposto che occupava la poltrona di comando di rimanere al suo posto.
"Abbiamo inviato fuori dieci navette come da istruzioni, Capitano: in ognuna c'è una micro equipe con competenze trasversali come richiesto: esperti di comunicazioni, di sensori, di sicurezza ed addetti per l'emergenza medica. Sette navette sono già in posizione ed abbiamo iniziato a creare la griglia operativa sensoriale. Le dotazioni delle navette non sono equiparabili a quelle della Wayfarer, ma abbiamo implementato il raggio d'azione e la quantità di informazioni"
"Bene... le altre tre navette?"
"Due stanno per giungere in posizione, la terza è quella dell'Ammiraglio ed è quella che ha più spazio da percorrere, ma anche gli strumenti migliori"
"Molto bene Tenente Ichigawa, monitori la situazione. Voglio trovare delle risposte quanto prima!"
"Signor Vaitor con me in sala tattica, allerti anche il signor Cooper."
"Ehm non è a bordo, Capitano.. è sulla navetta dell'Ammiraglio."
"Cosa ha detto Comandante?"
"Credevo ne fosse stato informato signore... Cooper ha insistito nell'andare con l'Ammiraglio Squiretaker e la sua scorta. Con loro c'è anche il guardiamarina alle operazioni Koinos, l'addetto sensori Burian, alla sicurezza Hendriks e la vulcaniana T'Lin, Mc'Grays come supporto al timone..."
"Basta così.. conosco la composizione del team, solo non doveva andarci Cooper, ma il guardiamarina Marek."
"Spiacente, signore... il Comandante Cooper è stato irremovibile... e l'Ammiraglio ha ratificato la scelta."
"L'Ammiraglio è in pensione, Comandante!" esplose Kiron alzando gli occhi al cielo
"Ehm... sarà, ma è difficile convincerla a riguardo signore... specialmente con la nipote potenzialmente in pericolo."
"Va bene... va bene... basta così... venga solo lei Vaitor, faremo una riunione ristretta!"
"Agli ordini... ed il nostro capo ingegnere, Capitano?"
"Ho già dato un diverso incarico al signor Ristea, non si preoccupi."

Albatross I
Stazione di polizia abbandonata
04/06/2397, ore 06.30 - D.S. 74422.66


Come da istruzioni, Julia Squiretaker aveva svegliato tutti, cercando di procedere nel modo più silenzioso e meno traumatico possibile.
C'erano facce di tutti i tipi: riposate, agitate, insonni, preoccupate... ognuno affrontava la situazione facendo leva ad un proprio bagaglio di risorse personali che probabilmente nemmeno si sapeva di possedere prima di trovarsi in una situazione difficile.
Il Comandante Rumar si prodigò subito in consigli ed attività di supporto per ogni membro dell'away team. La sua tranquillità e cordialità era un ottimo balsamo per le preoccupazioni di tutti. Avere un punto di riferimento così era utile per mantenere alto il morale.
Allo stesso modo, il carattere riflessivo, ma deciso, del Comandante Wu infondeva coraggio in tutti quanti, fungendo da fonte d'ispirazione. Il fatto che fosse stata addestrata specificatamente in attività di recupero e salvataggio in ambienti ostili faceva il resto.
Più difficili da decrittare erano gli apporti del Consigliere di Bordo e della Dottoressa.
La prima era entrata in uno spirito di competizione non con i colleghi, ma con il mondo che li circondava: ciò emanava coraggio, ma, senza la logica che accompagnava ogni mossa della Wu, si poteva trasformare in temerarietà. Con semplici parole, caricava dal primo all'ultimo degli uomini dell'away team suggerendo opzioni o strategie d'azione, funzionali sull'immediato, ma senza una visione ad ampio spettro.
Era la prima volta che veniva vista così, forse tranne da Rumar, e ciò elettrizzava l'atmosfera di gruppo.
La dottoressa, invece, era profondamente turbata dal fatto di avere potenzialmente una moltitudine di corpi senza vita attorno a sé, uccisi da quelle che a prima vista sembravano essere delle innocue piante.
Certo sapeva di piante velenose, di piante carnivore e di qualsivoglia tipologia di vegetali in grado di donare vita o seminare malanni di ogni tipo, ma quello che aveva visto aveva nulla di naturale. Forse nemmeno sua nonna poteva vantare una conoscenza simile da risolvere il quesito.
Più ci pensava e più trovava come unica spiegazione un tentativo non andato a buon fine.
Un qualcosa creato in laboratorio sfuggito al controllo dei suoi creatori.
Non era difficile, visto il livello tecnologico Albatrossiano. Ma allo stesso tempo, proprio la non eccelsa capacità scientifica e tecnica, come aveva potuto portare gli abitanti del pianeta a tentare un esperimento artificiale di portata tale da infettare l'intero pianeta?
Una qualche malattia?
Un'esposizione a qualche agente patogeno?
Cosa poteva aver spinto gli Albatrossiani a quel tentativo? E cosa potevano loro mettere in campo di differente per evitare di seguire la loro stessa sorte?