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USS VANCOUVER - MISSIONE 00 RSS USS VANCOUVER - Missione 00

00.04 " Il più bel viaggio è quello che non è stato ancora fatto "

di Dwalla Thevek, Pubblicato il 14-06-2018


Orbita SOL III - Attracco Spaziale Terrestre - Cupola di Comando - Ufficio del Comandante
30/04/2398, Ore 07:59 - D.S. 75326.94


Lo spettacolo che si poteva ammirare dal ponte di comando della Stazione era ogni volta da lasciare senza fiato. Il ponte di comando si trovava infatti al vertice della cupola e dalle vetrate a 360° si potevano ammirare tutti i ponti di attracco e i le passerelle, i ponti commerciali e dedicati ai divertimenti che si trovavano sotto. Tutto il brulicare di vita della stazione era sotto di loro. Spettacolo parimenti memorabile era quello che poteva mirare sulla parte esterna della struttura dove si trovavano uffici, laboratori, appartamenti e i sistemi tecnici e tattici, e che avevano ogni 4 ore un'alba e lo spettacolo della Terra bellissima e blu che placidamente ruotava sotto di loro. Un piccolo mondo, una città fatta di arrivi e partenze, di commercio e scambio culturale, di abbracci amorevoli e di strette di mano formali. Tutto doveva funzionare al meglio, ma nonostante le promesse della Federazione e della Flotta Stellare, la realtà era che i migliori ufficiali e marinai volevano stare sulle navi e non sulle basi stellari. Così restavano solo quelli che volevano una vita comoda, piena di piaceri e di licenze a terra, quelli che non erano mai assegnati ad alcuna nave perché i danni che potevano fare erano sempre contenibili su una base e invece potevano risultare letali su una nave. A questo stava pensando, guardando dalle finestre del suo ufficio, il Comandante Baroni, un uomo energico e brillante, seppur amante delle comodità considerati i suoi 61 anni, che aveva il comando della stazione da più di 20 anni e aveva personalmente guidato i lavori di refit che si erano resi necessari dal danneggiamento subito dall'ultimo attacco dei Borg e aveva sempre cercato di tirare fuori il meglio dai suoi uomini, che pure avevano notevoli lacune. Il suo ufficiale alla sicurezza, Il Tenente Gruber, gestiva perfettamente le situazioni difficili sulla stazione che potevano crearsi quando equipaggi diversi si incontravano, ma era allo stesso tempo una persona assillante e ossessiva con le sue continue richieste per miglioramenti difensivi e tattici che a detta di tutti gli analisti tattici della Flotta Stellare non erano necessari. Il suo capo operazioni era il Tenente Drué, era invece molto precisa nel suo lavoro, ma di natura molto schiva, quasi asociale e non legava con nessuno, tanto da non avere nemmeno l'alloggio sulla stazione, ma tornava tutte le sere a dormire sulla Terra. Infine sia il suo ingegnere che il suo ufficiale medico erano al momento due giovani Guardiamarina appena usciti dall'Accademia. Non che fossero necessarie squadre tecniche superspecializzate, visto che bastava una buona e regolare manutenzione, o che fossero necessarie cure specialistiche vista la vicinanza con le strutture sanitarie della Flotta sulla Terra. Tutti gli altri marinai e sottufficiali, circa una quarantina, erano persone dello stesso tenore, bravi, ma non brillanti e tutti bene o male soddisfatti della vita che facevano. Negli oltre vent'anni di comando, la stazione aveva fatto il suo lavoro con diligente metodicità e ordinaria mediocrità. Quello che Baroni non si sarebbe mai aspettato invece era stata l'assegnazione di un ufficiale di coordinamento e consigliere che aveva un ruolino di servizio da nave ammiraglia. Da quando aveva posato gli occhi sul Tenente Comandante Thevek, oltre a notarne la bellezza, si era chiesto quanto quel miracolo si sarebbe fermato sulla sua stazione. Con il lavoro del comandante Thevek, Baroni era riuscito finalmente ad avere la base spaziale che aveva sempre sognato, in cui ogni cosa procedeva al ritmo del cronometro. I suoi ufficiali avevano mostrato miglioramenti e ogni cosa era filata liscia come mai prima. Ogni giorno negli ultimi 21 mesi aveva ringraziato la buona stella che gli aveva mandato Dwalla, e ogni giorno si era chiesto se quello sarebbe stato l'ultimo.

Orbita SOL III - Attracco Spaziale Terrestre - Ring
30/04/2398, Ore 19:34 - D.S. 75328.26


Dwalla stava camminando con passo deciso lungo il cosiddetto Ring, la passeggiata principale della stazione, con gli occhi fissi su un padd sul quale stava compilando diverse modifiche. I presenti sulla passeggiata non facevano altro che cederle il passo mentre avanzava con i capelli mossi che ondeggiavano di qua e di là ad ogni passo. L'ultimo incarico del suo turno e ancora una volta doveva coprire le inefficienze del sottocapo Lazie, l'unico membro dello staff della stazione totalmente refrattario ai pochi, ma significativi cambiamenti che aveva chiesto e ottenuto dal Comandante Baroni. Era sempre stata abbastanza contraria ai richiami, cercando sempre la soluzione giusta al problema, ma in questo caso l'unica soluzione era trovare un nuovo impiego al sottocapo, possibilmente su un'altra stazione. continuando a leggere il padd si accorse solo troppo tardi di una figura sulla sua strada. Si scontrarono e la mano di lui la tenne stretta per evitare di farla cadere e come sempre il flusso di pensieri la travolse in uno schema mentale a lei familiare

Sei sempre bellissima.

"Grazie Comandante Nimosit, anche se non è vero... ma mi hai vista bene?" disse lei finalmente portando gli occhi sul viso dell'uomo.

"Scherzi! Sei in formissima!"

"Non male per una settantaquattrenne, vero?"

"In termini umani vuol dire meno di 40 e portati bene."

"Troppo galante... che fai qui, sei in partenza con la Montale?"

"No, no...in effetti sono qui per te-"

"Per me?"

"Sì, possiamo trovare un posto per parlare?"

"Devo portare questo padd sul ponte 21 e poi ho finito il turno. Andiamo a cena sul Ring? O vuoi scendere sulla Terra? C'è un favoloso ristorante dove potrei portarti"

"Allora portamici, ti aspetto in sala teletrasporto 4?"

"Devo cambiarmi prima, ti raggiungo dopo sul Ring dal turbolift 1"

"Allora a dopo"

SOL III - Italia - Liguria - San Fruttuoso di Camogli
30/04/2398, Ore 23:00 - D.S. 75328.65


Nemmeno la bellezza del ristorantino sul mare davanti all'abazia medievale illuminata da luci bianche, o le stelle che si specchiavano scintillando sul mare blu del piccolo golfo riuscivano a distrarre Coral dalla visione di Dwalla, la quale aveva lasciato la sobria divisa della Flotta per un molto più elegante e sexy abito da sera. Con le spalline sottili e la gonna a sirena, le fasciava il corpo in modo perfetto e il tessuto nero leggermente trasparente era fittamente rifinito con pizzi neri a forma di rami in fiore che coprivano tatticamente in modo che nessuno potesse dire che fosse praticamente nuda. Aveva raccolto i capelli in uno chignon e sfoggiava due grandi orecchini a cerchio di oro bianco. Le spalle nude erano però coperte dal fresco serale primaverile da uno scialle anch'esso nero. In un posto così bello e con la compagnia giusta, la cena a base di pesce e la bottiglia di vino avevano solo fatto il resto e la serata si era svolta perfettamente. Avevano riso e chiacchierato, raccontandosi reciprocamente aneddoti e si stavano gustando l'ultimo bicchiere

"Com'è che non lo facciamo più spesso?" disse Dwalla "non è che lavoriamo a migliaia di anni luce l'uno dall'altra"

"Lo sai... tu hai le tue preoccupazioni. Io le mie e poi..." Coral lasciò cadere il discorso. Entrambi sapevano il perché, tra loro c'era feeling, c'era attrazione, ma un rapporto più intenso avrebbe messo a rischio una bellissima amicizia che nessuno dei due aveva voglia di perdere e così, pur sentendosi spesso non si vedevano con uguale frequenza.

"Lo so... come so che vorresti dirmi qualcosa, ma che non sai come fare" disse lei con una scelta di tempi capace di lasciare un silenzio allo stesso significativo, ma non imbarazzante.

"Difficile nasconderti qualcosa eh?"

"Ormai dovresti saperlo. Dai dillo, prima che lo dica io"

"Kuribayashi ha il comando di una nuova nave e mi ha chiesto di radunare gli ufficiali superiori della Novalis."

"Non era difficile" disse lei sorridendo."

"No è difficile perché so che tu molto probabilmente mi dirai di no." disse Coral

"vero anche questo."

"E non c'è niente che possa fare per farti cambiare idea?"

"Non direi, per quanto sarebbe bello venire con voi, devo dire che la mia esperienza all'Attracco Spaziale è bellissima. Ogni giorno affronto nuove sfide, conosco nuove persone e ho nuovi stimoli e cosa più importante non metto in pericolo di vita nessuno. Quando ho chiesto quell'assegnazione ci ho pensato moltissimo e il comando di Flotta mi ci ha mandato con riluttanza, con tutte le navi su cui avrebbero voluto mettermi. Ma non me la sento. Sono un medico della testa e quando ho dovuto sostituire un vero medico ho perso 17 persone." disse lei appoggiandosi allo schienale e spostando lo sguardo sul mare.

"Non è stata colpa tua." rispose Coral poggiandole una mano sul ginocchio.

"Non dirmi che non è stata colpa mia. Posso dirmi di aver fatto il massimo e posso anche accettare quello che è stato, ma so che un vero medico con più esperienza sul campo di me ne avrebbe persi di meno. Almeno sull'Attracco Spaziale non è richiesto il mio contributo di medico, ma solo di psicologa e diplomatica cose su cui posso veramente dire la mia."

"Lo sapevo, ma dovevo comunque dirtelo..."

"E noi ci siamo passati una bella serata."

"Infatti... dai cambiamo argomento. Hai più visto Nathan?"

"Sì, viene il mercoledì per il poker e vado da lui la domenica a pranzo."

"Sta ancora con... Amelie?"

"No... una nuova... Fumiko... lo fa mangiare con le bacchette"

Si guardarono e scoppiarono a ridere continuando a conversare come se nulla fosse stato.

Orbita SOL III - Attracco Spaziale Terrestre - Cupola di Comando - Ufficio del Comandante
01/05/2398, Ore 10:32 - D.S. 75329.97


Dwalla entrò nell'ufficio del suo superiore guardandosi intorno, sorpresa di non vederlo alla scrivania.

"Mi ha fatta chiamare, Comandante?" disse vedendolo seduto su uno dei divanetti al centro della stanza.

"Sì, comandante. Si accomodi..."

Dwalla si sedette di fronte a Baroni in attesa. Baroni stava guardano un punto indefinito oltre le vetrate.

"Lo sa quante navi partono o arrivano ogni giorno?"

"In media tremila, contando le navette."

"Esatto, due ogni minuto. Contando solo le navi di taglia medio grande si scende a 1 ogni 5 minuti e lei non mi crederà, ma io vorrei essere su ognuna di quelle navi. non dico di non essere contento di avere questo comando. È un lavoro comodo che cerco di fare nel migliore dei modi, ma l'avrà notato anche lei, quelli bravi... quelli bravi per davvero non finiscono sulle basi stellari, almeno non quelle tatticamente irrilevanti."

"Non credo che l'Attracco Spaziale sia tatticamente irrilevante." disse Dwalla sorpresa

"E invece lo è, è solo una delle 47 stazioni, tra cantieri e altre basi, del sistema solare. Importante, ma non è unica. Come la nostra base ne hanno costruite 74."

"Mi spiace, Comandante non capisco dove vuole arrivare."

"Ho saputo che dopodomani sarà varata una nuova nave dai cantieri di Utopia Planitia, la USS Vancouver al comando del Capitano Kuribayashi. E dopo aver controllato sui registri della stazione ho scoperto che il Comandante Nimosit è venuto a trovarla ieri sera. Mi aspettavo una lettera di richiesta di trasferimento questa mattina e non l'ho trovata"

"Si aspettava che partissi?"

"Mi aspetto che parta dal primo giorno che è arrivata qui. Lei è troppo brava per stare su una base stellare. Il suo futuro è nello spazio."

"Mi trovo bene qui."

"Esattamente, qui non potrà mai stare meglio di 'bene'... dovrebbe puntare al meglio. Mi sono chiesto per ogni giorno il motivo per cui abbia scelto la mia base. Di solito i motivi sono voler mantenere una vicinanza a casa o a familiari, ma se mi permette... lei non ha una casa sulla Terra. Le abbiamo dato un ottimo alloggio, ma lo stesso alloggio lo poteva avere da qualsiasi altra parte. Quindi ho escluso questi motivi. Sarebbe potuta anche tornare a insegnare all'Accademia, una vita anche più tranquilla di quella che passa qui ma non l'ha chiesto. Quindi sono giunto a una teoria: lei non cerca una vita tranquilla, ma pur bramando l'avventura lei abbia paura di scoprire il lato negativo. Mi perdonerà, ma il suo ruolino è pubblico e quindi so che ha perso molte persone care, ma stare qui al sicuro non mette al sicuro le altre. Io non ho altro che questa base, ma lei può avere molto di più."

"Dice che dovrei andare?"

"Dico di sì e lo dico contro il mio stesso interesse. Ci mancherà qui. Davvero"

Dwalla lo guardò pensierosa.

"Ha ragione... sono ancora in tempo per presentare quella domanda di trasferimento?" disse infine

"La vada a preparare" disse Baroni sorridendo "sarò contento di firmargliela."