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SHELDON - MISSIONE 04 RSS SHELDON - Missione 04

04.03 " Io non sono nessuno "

di Naky Terell, Pubblicato il 20-02-2021

Pianeta Mularus - Città sotterranea di Sulan
Luogo imprecisato della colonia sotterranea
15/ 01/2401 - ore 09.20


Adrienne si diresse verso la fonte del segnale, cercando di non attirare l'attenzione più di quanto non stesse già facendo: la diversa colorazione della pelliccia che indossava, i suoi capelli curati, il suo viso perfetto e la sua altezza le regalavano quel non so che di esotico, abbastanza per calamitare l'interesse di tutti gli uomini di passaggio. Per una betazoide, in grado come lei di sentire le emozioni che la circondavano, era piuttosto fastidioso percepire tutto quel desiderio sessuale nei suoi confronti.
*Altro che uomini, questi sono un branco di primati* si ritrovò a pensare Adrienne.
Camminò per la maggior parte del tempo scegliendo strade il più possibile trafficate in questo modo finì inevitabilmente per avere gli occhi di più persone addosso, ma la paura che, in qualche vicolo oscuro, uno o più di quei porci, avrebbero potuto farle molto di più che limitarsi a desiderarla, la spingevano a desistere dal cercarsi una zona più appartata.
La tentazione di ripiegare sui suoi passi e tornare da Kyel era molto forte, ma era pur sempre un ufficiale della Flotta Stellare, un facente funzione di Capitano. Con che faccia si sarebbe dovuta presentare dal collega per dirgli che aveva una traccia su cui indagare ma era scappata perchè aveva paura?
La Faith attraversò una sorta di piazza, ritrovandosi di fronte ad un grande edificio, forse quello meno deturpato dal tempo di tutta la colonia. Vi entrò osservandosi attorno e per un attimo ebbe l'impressione davvero di essere di nuovo a quella vacanza fatta su Sol III.
In una teca di vetro era contenuta quella che sembrava una sonda molto antica, forse addirittura precedente alle guerre eugenetiche di cui aveva parlato la guida al museo. Adrienne si soffermò a guardarla con una certa curiosità, notando che, in effetti, era in uno stato ben diverso da come si sarebbe aspettata.
A livello teorico quella sonda doveva essere stata creata prima del primo volo a curvatura di Zefram Cochrane, avvenuto il 5 aprile del 2063 doveva aver viaggiato per centinaia di anni a zonzo per la galassia, fino a precipitare sul quel pianeta sperduto nel quadrante Delta. Un simile viaggio l'avrebbe esposta a un numero imprecisato di impatti meteorici, senza contare che avrebbe dovuto finire totalmente la sua energia. Eppure eccola là, ancora attiva.
Adrienne si avvicinò ancora alla teca per osservare meglio quel reperto ma la sua attenzione fu attratta dai gruppi di persone che sembravano compiere una processione rituale. Si trattava probabilmente di donne ed uomini misti, ma il cappuccio calato sul volto impediva un loro riconoscimento a turno si fermavano di fronte alla teca, toccavano per tre volte il vetro con la mano sinistra, due volte la propria testa con la mano destra e poi se ne andavano.
"Voi non avete nulla di simile a questo, vero?" Illa scosse il capo e con un certo orgoglio aggiunse "No, ovvio che no. Questo lo abbiamo solo noi."
"Che cos'è?"
L'anziana fece spallucce "Nessuno lo sa. Per molti è il dono degli dei della terra, è sbocciato come una pianta da sotto la sabbia, ancora centinaia di anni fa. Per altri è il segno che da qualche parte, su questo pianeta vivano degli esseri superiori, con grandissime conoscenze e tecnologie si dice che quello fosse il loro messaggio di pace, ma fu trovato troppo tardi e da allora essi preferiscano nascondersi da tutti"
La sonda ripetè il messaggio che aveva già udito in precedenza, mentre tutti sembravano fermarsi ad ascoltare deliziati =^= Benvenuti in Space OS 12. Proprietà di SpaceX - Stati Uniti d'America =^=
"E cosa significa questo?"
Nuovamente l'anziana scosse il capo "Il linguaggio dei superiori non è una cosa a noi comprensibile, ma abbiamo veduto le loro immagini mentre camminano nel loro mondo, pieno di oscurità"
Adrienne fece una smorfia ma Illa la invitò a proseguire nel suo cammino sino ad un piccolo schermo che mandava in loop le immagini dello sbarco di Neil Armstrong sull'unico satellite naturale di Sol III
"Vedi" proseguì la vecchietta "Il loro mondo è molto strano ma sono in superficie"

Pianeta Mularus - Città sotterranea di Sulan
Ambulatorio secondario
15/ 01/2401 - ore 10.15


Kyel, neppure a dirlo, era già diventato l'idolo delle infermiere. Era in netta ripresa e non vedeva l'ora di poter uscire alla ricerca di Adrienne, tuttavia per farlo gli mancava una cosa semplice ma fondamentale: dove diavolo era finita la sua uniforme?
Il primo ufficiale si era risvegliato con le sole mutande addosso e la pesante pelliccia poggiata ad una sedia, ma tutto il resto era sparito. Aveva provato a chiedere alle infermiere, ma quelle erano rimaste così imbambolate a fissargli gli addominali da non riuscire più a parlare. Il beta-risiano sorrise divertito, quell'essere al centro dell'attenzione gli provocava sempre un certo piacere.
Così, quando Adrienne tornò, lo ritrovò circondato da donne in piena adorazione.
*E tanti cari saluti al cucciolo ferito da accudire* pensò Adrienne già piuttosto scocciata dalla scena, per poi lanciare addosso a Kyel i vestiti che aveva recuperato per lui.
Rezon non se ne accorse immediatamente e si ritrovò il suo nuovo completo direttamente in faccia. Le infermiere ebbero un fremito di paura e se ne andarono tutte, lasciando Adrienne per un attimo interdetta.
"Che caratterino.." l'apostrofò Kyel "Serviva proprio?"
Adrienne smise di pensare alle infermiere fissando il suo collega "Guarda, sai che è quello che mi domando ogni volta che ti vedo. Serviva proprio?"
Kyel sorrise divertito "Non serve che ti arrabbi. Ho solo chiesto loro dei miei vestiti. Non trovo l'uniforme e, dato che sono le infermiere, immagino che sappiano dove l'hanno messa"
"Non ti hanno spogliato loro, ma io. Le nostre uniformi le ho distrutte per evitare che abiti così fuori dal comune attirassero l'attenzione. Ti ricordo che per loro noi siamo originari di Nalus, una città situata all'estremità del continente e con la quale non hanno contatti da molti anni.. ma comunque una città molto simile alla loro" Adrienne scosse il capo "Ed ora più che mai dovremo fare molta attenzione"
Kyel iniziò a cambiarsi per poi sedersi sul letto "Hai trovato qualcosa?"
"Una sonda molto antica, proveniente originariamente da Sol III, che per qualche motivo è giunta qui secoli fa.. quindi, al massimo qualche decennio dopo il lancio"
Il primo ufficiale alzò il capo sorpreso "Un tunnel spaziale?" nella sua mente una serie di idee iniziarono a concretizzarsi "Quindi potremmo essere ad un passo dal tornare a casa e.. forse il problema della prima direttiva si è appena risolto da solo!"
"Frena l'entusiasmo.." Adrienne scosse il capo "Il problema della prima direttiva permane ancora. Hanno trovato la sonda nella sabbia e non sanno se si tratta del dono degli dei o di esseri superiori. Sanno solo che il linguaggio è comprensibile solo ai creatori della sonda"
Rezon rimase per un po' in silenzio, prima di chiedere "Credi che Sheldon sapesse tutto questo?"
"C'è una possibilità che non lo sapesse. Oppure che fin dall'inizio questa fosse una sfida che noi avremmo dovuto perdere. Sheldon può aver voluto dire che, per quanto ci potremmo impegnare a non interferire con il progresso di altre culture, nulla cancella tutti i tentativi di contatto che le nostre razze hanno fatto nel loro passato" Adrienne si mise ad osservare fuori dalla finestra "Ma c'è anche la terza ipotesi, ossia che la sfida di Sheldon sia proprio questa"
"Beh, se ci considerassero degli dei o degli esseri superiori, tutti sarebbero ben disposti a fare tutto ciò che vogliamo. In effetti la cosa avrebbe un senso" Kyel annuì "Sheldon potrebbe averci posto nella situazione di dover scegliere se vivere come persone comuni, seguendo le regole di questa società, oppure porci al di sopra di esse violando la prima direttiva. Si tratta tuttavia di una prova poco indovinata, non mi sembrano tipi violenti in questa comunità"
"Violenti, no.. primitivi, sì" Adrienne scosse il capo "Dalle mie prime impressioni si tratta di popolazioni isolazioniste piuttosto primitive e con scarsi desideri di miglioramento personale. Non sono di certo degli esploratori e, anzi, non conoscono cosa ci sia qualche colonia più in là, figurarsi se sanno cosa vi sia agli antipodi del mondo.. questo è uno dei possibili motivi per cui non sono ancora riusciti a trovare un modo di ripopolare la superficie"
"Beh, Adrienne, direi che quelle sfere elettromagnetiche sono un buon incentivo a non lasciare il sottosuolo"
"Si, certo, ma quantomeno avrebbero potuto far evolvere le colonie sotterranee" la betazoide scosse il capo "Non lo so, ma le empatie che percepisco non mi piacciono. Teniamo gli occhi aperti, temo che presto o tardi potrebbe accadere qualcosa"

Nave Sheldon - Sala ologrammi
16/01/2401 - ore 18.30


Nel primo giorno della scomparsa di Adrienne, Nami, ignara della situazione, aveva accettato di restare con la guardiamarina Majar Noveed senza troppi problemi: il Capitano spesso era impegnata con il lavoro, quindi passare un'intera giornata con la baby sitter non era poi così strano. Già al secondo giorno, i dubbi nella testolina della piccola acritiriana si erano fatti più insistenti Nami chiese spesso di poter andare da Adrienne adirandosi ai continui no che riceveva. Il terzo giorno consecutivo fu disperazione misto a collera.
Tutto era partito dalla semplice richiesta di Nami di andare da Adrienne a darle un bacino una cosa che normalmente non avrebbe creato alcun problema ma al no fermo di Majar la piccola rispose partendo a piangere disperata, strillando a pieni polmoni. Di fronte a quella crisi isterica non fece effetto nulla, neppure andare in sala ologrammi per rivivere una delle sue olo-storie preferite. La piccola era furiosa, a mala pena ascoltava quello che le diceva la baby sitter: lei voleva Adrienne.
Stava ancora strillando nel bel mezzo del corridoio che arrivarono i tenente Blake e Terell, lì di passaggio. Alec, notando la scena si portò da Majar, iniziando a picchiettare sulla spalla della bambina "Scusa.. scusa.. Nami, ehi.. è il mio turno!"
La bambina si fermò per un attimo a guardare il timoniere non capendo e lui, per tutta risposta, finse di mettersi a piangere strillando nello stesso modo in cui urlava Nami pochi attimi prima.
La piccola acritiriana spalancò gli occhi vedendosi fare il verso, incrociò le braccia e gli diede le spalle offesa.
Smessa la scenetta, Blake tornò a guardare Nami "Tocca di nuovo a te?"
"NO!" rispose stizzita la bambina facendo sorridere la consigliera
"Tocca di nuovo a me?" rincarò il timoniere
"NO!" rispose nuovamente la piccola con espressione offesa
"Andiamo a mangiare la torta di Selixia al bar?"
"Si.." concluse la piccola osservando il timoniere
I tre ufficiali si guardarono attorno. Per questa volta era andata, avevano nuovamente distratto la bimba facendole dimenticare di Adrienne. Ma per quanto sarebbe durato ancora il loro giochetto?

Nave Sheldon - Alloggio del capitano
16/01/2401 - ore 21.00


Blake uscì dal turbolift avviandosi verso l'alloggio del Capitano con accanto l'ufficiale scientifico della nave. La piccola Nami era addormentata sulle spalle del timoniere, aggrappata saldamente ai suoi capelli.
I tre arrivarono rapidamente davanti alla porta dell'alloggio. Naky restò qualche secondo ad osservare l'entrata prima di riuscire a suonare il sensore. La porta si aprì dopo alcuni istanti facendo apparire sulla soglia la babysitter della piccola.
"Te l'abbiamo riportata, Majar" sorrise il timoniere mentre faceva il suo ingresso nell'alloggio "Deve essere distrutta. Ha assaggiato un po' di torta e mentre le stavo raccontando una storia è crollata di botto"
Naky fece un lieve sorriso di complicità con la guardiamarina "Dovrebbero brevettarle le tue storie. Meglio dell'axonon"
Alec si tolse la piccola dalle spalle adagiandola nel lettino "Che spirito"
Nami, trovandosi improvvisamente a mani vuote iniziò a muovere le braccine, cercando qualcosa da stringere.
"Nene" disse la piccola iniziando a muovicchiarsi, Majar prontamente prese il suo peluches mettendoglielo vicino.
I tre ufficiali restarono qualche secondo ad osservare la piccola, che aveva ripreso la sua apparente tranquillità.
L'assenza dei due ufficiali in comando stava logorando tutti. Nami rappresentava lo stato d'animo di tutti i membri dell'equipaggio: cercavano di non pensare ai due amici dispersi sul pianeta, immergendosi nei loro impegni, ma quando il pensiero tornava su Kyel ed Adrienne, l'assenza dei due pesava come un macigno sul loro petto.
"Meglio andare, ho ancora alcune analisi da completare sulle nebulose" disse Naky mentre si voltava avviandosi fuori dall'alloggio, seguita a stretto giro dal timoniere "A presto Majar, non ti affaticare troppo. Se hai bisogno chiama e qualcuno ti darà il cambio"
Giunti nel corridoio Terell sospirò pesantemente mentre si avviava verso il turbolift "E se non dovessimo riuscire a trovarli? Se una di quelle bolle d'energia li colpisse? " Blake giunse accanto a lei appoggiandole una mano sulla schiena "Hey ma che dici? Non vorrai mica arrenderti così? Noi li troveremo, li riporteremo a bordo e torneremo a casa"
Naky si spostò davanti a lui fissandolo negli occhi "Non puoi saperlo. Siamo bloccati per una direttiva che neppure esiste qui. Potremmo scendere adesso, prenderli e andarcene.. a volte penso che Sheldon abbia ragione, non siamo a casa nostra, non valgono le nostre regole"
"Vero, ma siamo ufficiali della federazione e le regole della federazione noi le rispettiamo"
La scienziata scosse la testa per poi riprendere a camminare verso il turbolift "Bella frase da ologramma di reclutamento... Dai Alec, ammettilo, se tu potessi non faresti semplicemente un volo sul pianeta recupereresti Adrienne e Kayel e te ne andresti?"
Blake allungò una mano portandola sul fianco della collega incamminandosi con lei "Io? Ovvio che lo farei. Non dimenticarti che ho un ego smisurato. Scenderei sul pianeta, mi proclamerei come essere superiore venuto per redimerli, prenderei Kayel e Adrienne e me andarei, ma non è questo il punto. Pensi che sarebbe la scelta giusta? Chi siamo noi per poterci imporre e cambiare il corso di un'intera popolazione"
I due salirono sul turbolift con la scienziata pensierosa "Nessuno, non siamo nessuno" mentre le porte si chiusero davanti a loro


Nave Sheldon - Hangar Navette
17/01/2401 - ore 08.12


Sheldon continuava a non voler comunicare in alcun modo con l'equipaggio, ma la situazione aveva iniziato a pesargli sempre di più. Erano passati poco più di due anni da quando aveva preso con sé quei ragazzi era una nave senziente, non aveva bisogno di personale per le manutenzioni, ma quei giovani avevano comunque riempito una sua necessità emotiva. Ora che si era chiuso, per sua volontà, in quel totale mutismo, quella necessità emotiva si era palesata di nuovo: si sentiva solo.
Esclusa la possibilità di fare un passo indietro dai propri propositi, l'unico soggetto con il quale poteva parlare era la sua nemesi virtuale, Shena.
Sheldon si materializzò nel hangar navette, nella sua forma ordinaria, per poi attivare i comandi di comunicazione della navetta-cella di Shena "Perché voi umani siete così maledettamente testardi ed imperfetti?
Shena sembrò ignorare la domanda =^= Buongiorno Sheldon, che cosa ti porta qui? =^=
"Perché voi umani siete così maledettamente testardi ed imperfetti?"
=^= Io non sono più un essere umanoide, ad ogni modo non credo di doverti spiegare che sono tagliata fuori da ogni sistema della nave. Se vorrai una risposta da me, dovrai essere più preciso =^=
"Ho teletrasportato su un pianeta primitivo capitano e primo ufficiale" Sheldon tagliò corto per andare al punto "Ho messo alla prova questo gruppo di labradoodle per fargli capire quanto la loro prima direttiva sia una cosa inutile ed insensata, ma mi aspettavo che capissero e mi dessero ragione nel giro di mezza giornata. Siamo al terzo giorno! Questo significa, alternativamente, che sono troppo testardi e si ostinano a non voler riconoscere che io ho sempre ragione, oppure che sono troppo stupidi per capirlo!"
=^= Interessante.. =^=
Sheldon si infervorò alla risposta della sua nemesi femminile "Vero? Eppure era un test così maledettamente semplice, ignorate la prima direttiva eliminate il tunnel spaziale e recuperate i vostri uomini.. niente, non vogliono o non riescono ad arrivarci"
=^= No, ad essere interessante è la fretta che tu sembri dimostrare. Siamo intelligenze artificiali, la nostra vita sfugge alle logiche del tempo. Perché tanta fretta? Che ci mettano giorni, mesi o anni ad arrivarci, non dovrebbe cambiare più di tanto =^=
"Cambia moltissimo! A cosa serve averli a bordo se non posso fargli notare tutte le loro mancanze?"
=^= Nulla ti vieta di parlare con loro =^=
Sheldon rispose scocciato "No, voglio che ci arrivino da soli! Sono loro che devono chiedere il mio aiuto, ma hanno superato il mio tempo massimo di pazienza!"
=^= Bene, allora riparti =^= Shena, fra le due IA, era quella che si divertiva di più "Annuncia all'equipaggio rimasto che hanno fallito la prova, teletrasporta forzatamente chi è sul pianeta e riparti =^=
"Il teletrasporto non è al momento possibile"
=^= Allora riparti e basta. Sheldon, non sono certo i primi che hai abbandonato sul prima pianeta utile.. persona più, persona meno, cosa cambia? =^=
"No, sono i miei labradoodle più divertenti, non intendo lasciarli qui!"
=^= Ma senti senti.. Sheldon, tu non hai fretta perchè ti annoi. Tu hai fretta perchè temi possa succedere loro qualcosa. Questo scherzo ti è sfuggito di mano, eh? =^= Shena emise una lunga risata =^= Non sarà che, in fondo, ti sei affezionato a tutti loro e temi di perderli? =^=
"Basta! Mi hai scocciato!" Sheldon disattivò le comunicazioni della navetta e scomparì dal hangar.

Pianeta Mularus - Città sotterranea di Sulan
Appartamento libero
17/ 01/2401 - ore 16.15


In attesa che Kyel venisse dimesso il giorno seguente, Adrienne aveva trovato un piccolo appartamentino grazie all'aiuto di Illa. Si trattava di poche stanze dentro una palazzina vecchia, dal forte odore stantio. La cucina fungeva anche da salotto e da sala da pranzo, il bagno era antiquato e c'era sola una camera da letto, ma se non altro avrebbero avuto un tetto sopra la testa. Se la situazione fosse stata destinata a protrarsi ulteriormente avrebbe dovuto necessariamente trovarsi un lavoro, ma per ora quel suo essere una forestiera le aveva concesso di avere molti aiuti dalla popolazione.
La betazoide era così indaffarata nel finire di sistemare la casa che quella serie di tonfi alla porta le fecero fare un salto dallo spavento: si avvicinò alla porta ma si bloccò a circa un paio di metri dalla stessa. Le empatie che stava percependo non le piacevano affatto: violenza, lussuria, brama, desiderio.. erano un bel gruppo, quasi certamente tutti maschi, probabilmente abbastanza giovani e in cerca di guai.
Adrienne arretrò guardandosi attorno, alla ricerca di qualcosa con cui difendersi, ma non fece in tempo a fare nulla. Pochi attimi dopo la pesante porta era stata sradicata dal muro con un'arma antica, sicuramente non energetica. Sei uomini entrarono nella stanza e senza parlare la accerchiarono saltandole addosso. Il Capitano lottò con tutte le sue forze ma un colpo alla nuca, datole con il calcio di una di quelle armi, le fece perdere i sensi.

Pianeta Mularus - Città sotterranea di Sulan
Casolare di rieducazione - Ala di accesso alla struttura
17/ 01/2401 - ore 20.39


Adrienne si risvegliò riversa in una sorta di pagliericcio, tastandosi la testa che le pulsava per la botta ricevuta. Probabilmente ora era lei ad avere una commozione cerebrale, ma non aveva il tempo di preoccuparsene.
Si guardò attorno trovandosi assieme ad altre diciannove donne in quella che sembrava una sorta di prigione, spoglia e piuttosto sporca. Si trattava di ragazze giovani, esteticamente gradevoli, e tutte con indosso un paio di bracciali e un collare scuro. Empaticamente erano solo in parte spaventate, ma erano più che altro rassegnate ed in parte orgogliose.
La betazoide si guardò i polsi, aveva anche lei i due bracciali. Portò le mani attorno al collo e sentì con il tatto che aveva anche il collare. Non sapeva cosa dovessero rappresentare quegli oggetti ma l'istinto le diceva che non era nulla di buono. Cercò di togliersi tutto di dosso ma non ci riuscì stranamente, quegli oggetti non sembravano avere un'apertura, eppure erano troppo stretti per essere sfilati. Il senso di oppressione iniziò a far agitare la Faith già detestava le uniformi che le stringevano sul collo, al solo pensiero di avere un collare come se fosse un animale da compagnia le dava ai nervi.
Pochi minuti dopo un gruppo di uomini entrarono, iniziando a sbraitare ordini a destra e a manca. In pochi istanti tutte le donne, compresa la betazoide, furono costrette ad alzarsi e seguirli attraverso un lungo corridoio sino ad una porta chiusa. Le ragazze, ad una ad una, dovettero entrare nella stanzetta, sparendo alla vista del Capitano. Adrienne non udiva nulla da quella sala, ma le empatie che sentiva la preoccupavano molto: percepiva il senso di paura e vergogna che provavano le sue compagne di sventura sommarsi ad un latente senso di orgoglio. Sembrava che quello che stavano vivendo era un onore, oppure no?
Assieme alle donne, percepì la presenza di altri soggetti che sprigionavano un forte senso di soddisfazione, superiorità e desiderio sessuale.
Adrienne fu l'ultima ad entrare nella stanza e rimase attonita nel constatare che le donne erano tutte seminude, a tremare dal freddo, nel mezzo della stanza. Non fece in tempo a dire o a fare nulla che qualcuno alle sue spalle le strappò di dosso i pochi abiti. Improvvisamente l'ufficiale si ritrovò lì, come le altre, esposta in vetrina come una merce in attesa del compratore.
Gli uomini presenti sembravano dare prova di tutta la loro bassezza guardando il corpo della Faith. In effetti, la betazoide aveva un fisico perfetto: rispetto a tutte le altre donne era più alta, più slanciata, e con un seno più florido. Volente o meno, fu proprio lei a monopolizzare l'interesse degli acquirenti.
La base d'asta per l'unica femmina proveniente da un'altra città era di 3.000 geld, probabilmente la valuta monetaria di quel mondo, ma salì rapidamente alla cifra record di 375.000 geld. Ad accaparrarsi il Capitano fu un uomo sulla quarantina, dallo sguardo gelido e l'empatia di un sadico.
Adrienne rimase bloccata, l'avevano davvero venduta? Che razza di civiltà avrebbe mai permesso una cosa simile? Tentò di protestare ma ricevette un colpo al viso che la fece cadere a terra. Dietro le donne si sentì una voce bassa che si limitò a dire "Ammonizione"
Un'istante dopo Adrienne rivette una fortissima scossa elettrica che partiva dal collare e dai bracciali. Tutto il suo corpo iniziò a tremare come se stesse avendo un attacco epilettico, per poi terminare di colpo, lasciandola a terra semi tramortita dal colpo. Il suo compratore sembrò eccitarsi parecchio vedendo il suo nuovo giocattolino finire a terra, tanto da fare un piccolo applauso prima di andarsene con tutti gli altri.
Le altre ragazze, eseguirono gli ordini che gli vennero dati, sollevando Adrienne e portandola assieme a loro in quella che appariva come una camerata.
"Dove siamo.." chiese la betazoide con un filo di voce
"Nel casolare di rieducazione" le rispose una delle ragazze
"Perché siamo qui.." chiese ancora l'ufficiale
"Siamo state scelte come fattrici nella cerimonia del Kobyla" la ragazza si sedette accanto ad Adrienne, accarezzandole i capelli "La tradizione di Sulan ci insegna che la colonia è nata dopo il rapimento di venti vergini ad opera dei fondatori, che le trattennero con loro per dieci anni, dando vita alle loro stirpi, e poi le rilasciarono ricompensando i loro sforzi. Ogni tre anni vengono rapite venti donne e date ai discendenti dei fondatori.. restano con loro per dieci anni, tempo in cui danno vita ad un certo numero di figli e poi vengono rilasciate con la cifra a loro destinata"
"Quindi quei geld sarebbero per noi?"
La donna fece spallucce "Decurtati delle spese di rieducazione" osservò le altre e poi proseguì "Prima di entrare nelle nostre rispettive famiglie come fattrici, resteremo qui per la durata di trenta giorni. Verrà verificata la nostra totale sottomissione agli uomini, nostri padroni, e alle tradizioni di questo mondo.. e chi non si piegherà" sfiorò il proprio collare "Non so come funzionasse nella tua città ma quello che hai provato oggi era solo la minima intensità, ti sconsiglio dal ribellarti ulteriormente.. nessuno qui si farebbe alcuno scrupolo a ferirti gravemente o ucciderti"
"Tutto questo è assurdo.." mormorò Adrienne
"E' la tradizione. Chi sei tu per cambiarla?"
In un lampo Ad Adrienne passò nella mente tutto il discorso fatto con Kyel soli pochi giorni fa, sapeva bene che la prima direttiva non ammette eccezioni. La betazoide sospirò pesantemente, reclinando il capo "Nessuno. Io non sono nessuno"

Nave Sheldon - Plancia
18/ 01/2401 - ore 00.21


Rush era al posto di comando. Dopo tanti preparativi, finalmente stavano per compiere il loro piano per raggiungere la superficie: avevano calcolato un algoritmo per polarizzare lo scafo della navetta che avrebbe assicurato loro di poter respingere le sfere che si fossero avvicinati al mezzo senza tuttavia compromettere la stabilità del tunnel o eliminarle completamente.
Ovviamente, parte dell'equipaggio aveva sollevato l'obiezione che, eliminate le sfere, si sarebbe potuto aiutare quel popolo nella loro vita, ma anche questo sarebbe stato modificare lo sviluppo di quella specie con esiti del tutto imprevedibili.
I tenenti Jekins, Cruz e Blake erano già a bordo della navetta con dei vestiti adatti a camuffarsi all'interno di quella popolazione e recuperare i loro compagni. Si trattava di scendere, correre al villaggio, prendere i due ufficiali, tornare alla nave e ripartire. Cosa poteva andare storto?
"La navetta è pronta.." informò Naky
"Molto bene, aprite le porte dell'hangar" rispose serafico Rush prima di digitare alla postazione
"Signor Jekins, mi sente?"
=^= Qui tenente Jekins, siamo in collegamento. Stiamo uscendo dall'hangar ora, potremmo perdere il collegamento con voi una volta giunti sulla superficie ma cercheremo di trattenerci per il minor tempo possibile =^=
"Molto bene, fate att.."
"Capitano!" Naky osservò stranita la consolle "Il tunnel, sta.. cambiando?"
Rush si voltò verso Naky "Che si significa che il tunnel sta cambiando?"
"L'entrata del tunnel è salta su un'altra nebulosa e ora punta verso la navetta, ma è come se la seguisse.. e, non è possibile! Colpo energetico diretto alla navetta!!"
"Allarme giallo! Difendiamo la navetta!"
Il tattico, il guardiamarina Calton, ubbidì agli ordini di Rusc e poi aggiunse "Era colpo partito dall'imbocco del mini tunnel, la navetta è riuscita ad evitarlo con una serie di manovre evasive ma rischia di andare distrutta se venisse presa da una simile scarica di energia. Al momento sono poco sotto di noi, all'interno dei nostri scudi"
"Tutto questo non è naturale!" rispose Terell guardando il superiore "Sembra che qualcuno non ci voglia qui, ma perché ora?"
"Signore.. comunicazione in entrata, solo audio!"
Rush fece una smorfia "Sentiamola.."
La comunicazione erano una serie di scoppiettii, più o meno lunghi che si alternavano a momenti di totale silenzio. Sheldon, che per tanto tempo non si era fatto vedere, si materializzò in plancia nella sua forma ordinaria. L'espressione seria sul volto non fece presagire nulla di buono.
"Sheldon, ha capito qualcosa?" chiese Rush
L'Intelligenza artificiale rispose freddamente, sembrava troppo impegnato nel suo lavoro per occuparsi degli uomini in plancia "Assolutamente nulla, non credo di averli mai incontrati. Sto cercando di tradurre, ho bisogno di qualche minuto"
=^= Jekins a Rush: siamo bloccati, qualche informazione? =^=
"Per ora no, Sheldon sta elaborando il messaggio. Restate in attesa, cerchiamo di capire il da farsi.."

Nave Sheldon - Plancia
18/ 01/2401 - ore 02.16


Rush era ancora al posto di comando ma improvvisamente il piano che gli sembrava tanto semplice, si era dimostrato molto più complesso. Era stato costretto a richiamare la propria navetta a bordo e a tentare di comunicare con il tunnel, o quanto vi si nascondeva all'interno: nessun risultato. Dopo aver ricevuto quello strano messaggio, non vi furono altri tentativi di comunicazione.
"Ci sono.." Sheldon alzò il capo "Traduzione del linguaggio alieno completato"
Nella plancia si diffuse una voce metallica =^= Nave aliena, non vi sarà consentito scendere sul pianeta. Stiamo studiando l'evoluzione di questo popolo da circa settecento anni e non ammetteremo influenze esterne. La civiltà 9685 deve essere preservata sino a che non sarà pronta ad incontrare razze provenienti da altri mondi. Andatevene o vi distruggeremo =^=
Rush sospirò passandosi una mano nei capelli "Beh, da un certo punto di vista, rispettano la prima direttiva anche loro.." osservò l'addetto alle comunicazioni "Apra un canale e invii un messaggio loro nella loro lingua, abbiamo due uomini sul pianeta. Non intendiamo modificare quella cultura ma solo recuperare i nostri compagni"
Passarono altri minuti, poi finalmente l'addetto alle comunicazioni captò qualcosa "Rispondono!" quindi trasmise il messaggio agli altoparlanti della plancia
=^= Irrilevante, se hanno avuto l'ardire di scendere sarà lì che resteranno. Ogni vostro tentativo di scendere sarà considerato atto ostile e comporterà la vostra distruzione. Andatevene! =^=
Sheldon si voltò verso Rush "Quindi.. capitano, cosa intende fare?"
"Non è facile Sheldon, se dovessero colpire la navetta potrebbero distruggerla e la Sheldon non può avvicinarsi oltre al pianeta. Non possiamo sapere se hanno luoghi di osservazione spaziale.. se dovessero vederti con un telescopio violeremmo la prima direttiva"
"Allora elimina il problema, spazza via il tunnel!"
"Sheldon, si tratta di un popolo che non conosciamo, distruggere il tunnel potrebbe dire ucciderli tutti.. senza contare che non possiamo nemmeno sapere quale potenziale bellico possiedono"
Sheldon fissò Rush dritto negli occhi "Ehi, io sono una nave da guerra. Sono stato progettato per annientare il nemico e conquistare il territorio. Pensi che mi spaventi un tunnel e l'eliminazione di una specie?"
"Noi non agiamo così, Sheldon!" proruppe Rush
"No! Infatti, voi non agite e la mia pazienza sta finendo!" Sheldon sembrò perdere le staffe "Vi do settantadue ore per concludere questa storia, poi farò a modo mio!" non attese alcuna risposta e sparì dalla plancia.