Basato sulla saga di Star Trek di Gene Roddenberry, questa opera amatoriale è il prodotto della USS SEATIGER,
simulazione appartenente all'universo narrativo del Gioco di Narrazione PBeM
Gli autori/giocatori hanno creato un proprio alter ego narrativo con il quale sono entrati a far parte della squadra
di comando della USS SEATIGER, quindi a turno hanno scritto i brani di questa avventura fantascientifica,
creando appunto questa opera amatoriale inedita e originale basata su Star Trek.
USS Seatiger - Sala tattica
18/07/2398, ore 15:27 - D.S. 75544.23
Erano passate alcune settimane da quando la USS Seatiger si era lasciata alle spalle Kegan Voi e le conseguenze emotive della scoperta di essere un po' meno soli in questo strano universo. I primi giorni erano stati sicuramente i più duri: l'equipaggio temeva che Treena potesse tramutarsi in qualsiasi momento e la paura che riuscisse ad aggirare i controlli aveva paralizzato alcuni membri dell'equipaggio. Poi il tempo era passato e ciò che ne era rimasta era solo una profonda delusione.
La mutaforma aveva rispettato la sua parte dell'accordo, riversando addosso alla sezione scientifica un fiume di informazioni tanto millantate, ma si trattava di dati puramente teorici.
I tre mutaforma avevano avuto molti anni per capire come fossero giunti in quell'universo, ma questa conoscenza non li aveva avvicinati poi molto a trovare una soluzione per tornare a casa. Avevano analizzato a più riprese i dati raccolti dalle loro navi, nella speranza di trovare un indizio per tornare alla propria realtà. Tuttavia, una volta giunti sul pianeta, si trovarono privi degli strumenti scientifici necessari per proseguire le loro ricerche spaziali.
Il Capitano stava tamburellando nervosamente con le dita sul lungo tavolo presente nella sala tattica, la sua voce era cupa quando prese la parola: "La domanda più importante che dobbiamo assolutamente capire è il modo in cui la flotta del Dominio è giunta qui! Sono stati attaccati all'interno del tunnel? Ma chi poteva voler intervenire al fine di salvare la Federazione con una simile tecnologia?"
Finn fece una smorfia scettica e osservò lo scienziato con aria perplessa: "Ma, piuttosto, non dovremmo concentrarci su come tornare a casa?"
"È per questo che è tanto importante capire cosa è successo ai mutaforma!" Arjian si prese il tempo di spiegare la questione a Finn: "Sappiamo di essere stati attirati in questo universo da un'onda di spostamento planare, una sorta di tunnel spazio-temporale stabilizzato nel breve periodo. Non è stato un caso, Finn. Furono le Galeteane a cercare di catturarci ma, grazie alle contromisure del Capitano Khayr, il nostro destino è stato alterato. Il tunnel spaziale artificiale è stato dirottato, portandoci qui"
"Ma questo lo so già!"
"Temo che non abbia compreso la questione" il Comandante TKar intervenne, la voce grave e profonda non lasciava trasparire emozioni. Fissando intensamente Finn, aggiunse: "Le possibilità di ricreare esattamente la situazione che ha spinto la Seatiger in questo universo e di sfruttarla per tornare a casa sono infinitesimali. Stiamo parlando di una probabilità che rasenta lo zero. Dobbiamo considerare altre opzioni"
"Vuole dire che non abbiamo nemmeno una possibilità di tornare a casa!?" Dewey batté una mano sulla lunga tavola centrale "Andiamo, non vorremo arrenderci ora, giusto?!"
"No, signore, ma temo che la realtà sia decisamente più complessa di come può apparire" il tenente Queen attese un cenno da parte del collega tattico prima di prendere la parola "Se dovessimo tentare di tornare a casa nello stesso modo in cui siamo giunti qui dovremmo prima trovare due navi dotate di una tecnologia molto diversa dalla nostra. La probabilità di riprodurre le condizioni esatte per un nuovo salto dimensionale è paragonabile a trovare un singolo atomo in un universo infinito. Ma, anche se dovessimo riuscirci, non vi è alcuna garanzia che verremmo riportati nella nostra realtà originaria"
"Non abbiamo bisogno di due navi. Una sola, ben equipaggiata, potrebbe riportarci a casa in modo diretto e preciso, sfruttando forse la nostra impronta quantica come guida"
Zoe lanciò l'idea nell'aria, ma il tenente Calvi la accolse con un sospiro: "Un'ipotesi affascinante, ma quanto è probabile che un'altra specie abbia sviluppato una tecnologia simile? Direi che non siano così tante o avremmo avuto modo di conoscere molti altri popoli provenienti da diversi universi!"
"Il multiverso è un labirinto senza fine e noi siamo solo dei granelli di polvere sospesi nel suo vortice"
Le parole del consigliere, il guardiamarina Anena Lawtoein, gettarono un'ombra sulla riunione. La delusione degli ufficiali era palpabile. Il Capitano sapeva che doveva agire in fretta per riportare la concentrazione a bordo.
"Dimenticate come siamo arrivati qui" ordinò Arjian con voce ferma "La vera domanda è come ha fatto la flotta del Dominio ad arrivare qui? Non ha senso che le Galeteane o altre razze ostili abbiano attaccato una flotta diretta verso lo spazio federale"
"Chiunque voglia dominare attacca le flotte nemiche!" Dewey osservò il superiore, soddisfatto dal cambio di discorso "Non escluderei così rapidamente un intervento delle Galeteane. Del resto sappiamo che riescono a spostarsi nello spazio e nel tempo!"
"Questo perché lei sta pensando nel breve periodo. Un'analisi logica delle probabilità indica che l'arrivo della flotta del Dominio nel quadrante Alfa avrebbe invertito le sorti del conflitto con una probabilità del 69,43%. Tuttavia, le conseguenze a lungo termine di tale evento, trascurando i fattori emotivi irrilevanti, avrebbero portato a una destabilizzazione politica su vasta scala, creando le condizioni ideali per l'ascesa delle Galatiane. In sostanza, quella flotta avrebbe agito come un catalizzatore, accelerando la loro conquista della galassia" Tkar enunciò con una voce piatta "Tuttavia, considerando le capacità dei Profeti di manipolare il tempo e lo spazio, ritengo altamente probabile che siano stati loro a causare la scomparsa della flotta. Una stima, pur soggettiva, potrebbe avvicinarsi al 75,03%. In alternativa, si potrebbe ipotizzare una temporanea modifica strutturale del tunnel, forse indotta da una forza esterna sconosciuta, che ha provocato uno spostamento della sua uscita in questo universo. Tale evento, unico nel suo genere, non avrebbe lasciato tracce significative e non si sarebbe più ripetuto. In questo scenario, si potrebbe ipotizzare che l'intensa attività spaziale generata dal passaggio simultaneo di una flotta così numerosa abbia provocato anomalie gravitazionali o distorsioni dello spazio-tempo, con conseguenti effetti collaterali imprevedibili. Tale eventualità, pur non essendo la più probabile, presenta una stima del 17,54%"
"I dati ottenuti da Treena non ci sono d'aiuto al riguardo?"
"Capitano, dopo un'attenta analisi dei dati raccolti, posso affermare che non siamo ancora in grado di determinare con certezza come questa nave sia giunta in questo quadrante. Tuttavia, le informazioni ottenute girano attorno alla necessaria sussistenza di un tunnel spaziale. I wormhole, come ben sappiamo, sono tunnel che connettono due punti distanti dell'universo, permettendo di attraversare enormi distanze in un tempo molto più breve rispetto a un viaggio convenzionale. La sua formazione richiede una deformazione estrema dello spazio-tempo e ciò è alla base di cui potremmo avere bisogno per tornare a casa" lo scienziato si fermò per un attimo, ricordando improvvisamente qualcosa, quindi si voltò verso il primo ufficiale "Come sappiamo, lo spazio-tempo non è uno spazio vuoto e statico, ma può essere curvato e distorto dalla presenza di massa ed energia. Immaginiamo lo spazio-tempo come un enorme lenzuolo elastico: un oggetto pesante, come una stella, deforma questo lenzuolo creando una sorta di buca. Un wormhole rappresenterebbe una deformazione ancora più estrema, un vero e proprio tunnel che collega due punti distanti dell'universo. In altre parole, sarebbe una scorciatoia nello spazio-tempo"
Fynn annuì alla spiegazione prima di chiedere "Quindi volete cercare un tunnel spaziale?"
Queen si limitò ad un breve cenno del capo "Il nostro obiettivo è quello di localizzare un tunnel spaziale, con caratteristiche simili al wormhole bajoriano, al fine di condurre un'analisi comparativa in loco dei dati precedentemente registrati dalla flotta del Dominio. Tale confronto consentirà di sviluppare un modello teorico accurato, permettendoci così di comprendere le dinamiche dello spostamento interdimensionale e, potenzialmente, di replicare le condizioni necessarie per un ritorno nel nostro universo d'origine"
USS Seatiger - Ufficio del Capitano
18/07/2398, ore 17.31 - D.S. 75544.47
Il Capitano Arjian Kenar Geran si passò una mano tra i capelli, lo sguardo fisso sul tenente Symon Bruce, ancora incredulo di fronte alle sue parole.
"Posso assicurarle di aver pensato attentamente alla situazione prima di venire a parlare con lei" la voce del dottore era ferma e calcolata, ispirando una forte determinazione "Sappiamo bene che i nostri sforzi sono votati ad un obiettivo comune, trovare il modo di tornare a casa. Alcuni dei miei colleghi hanno già deciso di dedicare il loro tempo a trovare una soluzione al nostro problema e ritengo che il mio contributo come medico sia cruciale. Sinora non abbiamo considerato a pieno quali potrebbero essere le conseguenze di un viaggio di ritorno fra due universi. Ammetto che la prima volta siamo stati fortunati, l'equipaggio aveva riportato solo delle ferite superficiali. Diversi contusi, un po' di fratture e qualche ustione, ma nulla di veramente grave. Questo però non esclude che un eventuale ritorno, sfruttando un sistema diverso, possa porre in pericolo la salute di tutti noi."
Arjian si limitò ad annuire "Sembra che abbia riflettuto molto sulla questione"
"Sì, Capitano. La nostra priorità è il benessere di ogni membro dell'equipaggio. Non possiamo permetterci di sottovalutare i rischi di un nuovo viaggio interdimensionale. Le ferite riportate in precedenza ci hanno dimostrato che anche i viaggi più brevi possono avere un impatto sulla salute. In qualità di medico, mi impegno a garantire che tutti siano adeguatamente preparati e protetti. La prevenzione è la nostra migliore arma contro gli imprevisti"
Il Capitano congiunse le mani sulla scrivania osservando il medico "E immagino abbia già pensato anche a questi imprevisti"
Symon non sembrò sorpreso dalla domanda del suo superiore e si limitò a rispondere con grande tranquillità: "Stiamo esplorando un territorio inesplorato e, sebbene sia difficile prevedere con esattezza i rischi, è mio dovere sottolinearne alcuni. A breve termine, le differenze nelle leggi fisiche tra un universo e l'altro potrebbero causare malessere, vertigini, cefalea e altre reazioni fisiologiche. A lungo termine, non possiamo escludere l'esposizione a radiazioni ionizzanti o altre particelle sconosciute, che potrebbero indurre mutazioni genetiche con conseguenze imprevedibili sulla salute"
"Posso presupporre che abbia già considerato qualche soluzione?"
"Ritengo fondamentale l'implementazione immediata di nuovi protocolli di protezione dalle radiazioni ionizzanti e dalle particelle subatomiche ad alta energia. Parallelamente, a lungo termine, propongo lo sviluppo e la produzione di capsule di stasi autoalimentate, in grado di proteggere l'equipaggio da qualsiasi minaccia durante il viaggio interdimensionale"
Il Capitano sospirò pesantemente "Sa bene che non possiamo restare senza un ufficiale medico capo"
"Non si preoccupi" sul volto del dottore apparve un sorriso divertito "Ho già in mente la persona giusta per questo incarico"
USS Seatiger - Infermeria
Contemporaneamente
"Va bene, riproviamo" la betazoide sembrava proprio sul punto di esplodere "Jacob, spiegami ancora una volta come hai fatto a ficcare la testa in quel coso? Dai, inventati una versione un po' più convincente, no?"
"Perché non puoi semplicemente credermi?"
"Dovrei credere che sei stato crudelmente attaccato da un contenitore cilindrico che, vittima di inspiegabili forze cosmiche, ha deciso di incastrarsi sulla tua testa a mo di corona?! Ma certamente!" Althea sorrise in modo cospiratorio al guardiamarina prima di lanciarsi in uno dei suoi monologhi "E pensa, anche io ho avuto la mia dose di assurdità stamattina! Sembra che il mio replicatore si sia svegliato di cattivo umore e ha trasformato il mio alloggio in una zona di guerra. Pane tostato che vola in tutte le direzioni, uova strapazzate che schizzano sui muri... un vero disastro! Ora non mi resta che sperare che lo sciopero dei droni di pulizia sia stato annullato o alla fine del mio turno sarà una tragedia dover sistemare quella baraonda!"
"Stai mentendo!"
"No, mi limito a prenderti in giro!" il tenente Sheva incrociò le braccia al petto tornando immediatamente seria "Ma non posso dire lo stesso di te! A parte che il tuo racconto è talmente inconcludente da non necessitare dei miei poteri, ma tu ti rendi conto che stai cercando di ingannare una betazoide?! Siamo telepati, percepiamo le menzogne!"
"Con te non c'è nessun gusto!"
Il volto di Althea si contorse in una smorfia di impazienza mentre ascoltava le parole del guardiamarina. Con un gesto nervoso, si pizzicò il naso "Allora semplificherò la domanda in modo che tu non debba mentire! Ma veramente pensavi di fare colpo sulla tua collega infilandoti quel coso in testa?!"
"Diceva che usciva solo con persone molto snodabili.." Jacob tentò nuovamente di strattonarsi via l'indesiderato copricapo senza ottenere alcun risultato "Andiamo Althea, deve pur esserci un modo per toglierlo! Ho un mal di testa da competizione!"
La betazoide sbuffò prima di avvicinare un carrellino con la strumentazione medica "Ovvio che c'è una soluzione! Chiamiamo due infermieri abbastanza corpulenti, uno tira il contenitore e l'altro ti tiene dalle spalle! Con un po' di fortuna la testa resterà attaccata al collo piuttosto che dentro al contenitore!" all'espressione terrorizzata del guardiamarina la dottoressa proseguì imperterrita "Oppure potremmo legarti a un palo e farti girare su te stesso. Così magari il contenitore si staccherà da solo per la forza centrifuga!"
"Stai scherzando, vero?!"
Con un gesto preciso, Althea conficcò il bisturi laser nel punto più debole del contenitore. Un sottile fischio e un bagliore intenso segnarono l'incisione del metallo. L'effetto ventosa si ruppe all'istante e il cilindro, leggero come una piuma, si sollevò dalla sua testa.
"Eh già, la tecnologia medica a volte ci sorprende con le sue soluzioni più semplici. Chi l'avrebbe mai detto che per togliere un contenitore dalla testa di un uomo bastasse forarlo? Magari ci farò un manuale e lo intolerò come sopravvivere a un incontro ravvicinato del terzo tipo con un contenitore senza perdere la testa"
"Maledizione, ma così lo hai rotto! Questo è il quarto contenitore che distruggo nel giro di una settimana! A questo punto,il tenente comandante Carelli penserà che io abbia un talento innato per fare a pezzi tutto quello che mi capita a tiro! Che cosa dovrei raccontare adesso?"
"Potresti sempre tentare di rifilargli la stessa storia che hai raccontato a me!" sul volto della betazoide si aprì un ampio sorriso "Ma se lo fai devi assolutamente avvertirmi, non voglio perdermi la scena!"
"Sì, certo, oppure potrei dirgli che un mostro spaziale mi ha attaccato e che ho dovuto usare il contenitore come arma per difendere i miei colleghi!" il guardiamarina sbuffò sonoramente "In entrambi i casi sono sicuro che mi crederà all'istante!"
La risata cristallina di Althea andò via via a scemare all'entrata del tenente Bruce. Symon osservò dapprima la collega e poi sospirò soffermando la sua attenzione su Jacob "Guardiamarina Gòmez, di nuovo qui a farci visita?"
"Sì signore, ma stavo tornando in servizio!"
Jacob scattò sull'attenti di fronte al tenente e poi uscì rapidamente dall'infermeria, quasi volesse scappare da una situazione piuttosto spinosa. Althea se ne rimase lì ad osservare la scena con espressione divertita, prima di tornare a guardare il collega "Temo che tu l'abbia terrorizzato.."
"Non c'è dubbio, ma quel ragazzo ha un talento innato per i guai! Sono sicuro che lo rivedremo presto qui, pronto per una nuova avventura!" Symon scosse il capo, un sorriso amaro gli increspò le labbra. Lo sguardo vagò lento per l'infermeria, ricordando le lunghe giornate passate a curare i malati "'Mi mancherà questo posto" sussurrò, quasi a se stesso
"E perché dovrebbe mancarti?" la voce di Althea risuonò sorpresa "Da quanto ne so non siamo più vicini a tornare a casa di quanto non fossimo mesi fa! Inoltre, ammettiamolo, questa più che un'infermeria è una gabbia di matti!"
"Sì, questa è una gabbia di matti ma è qui che ho trovato una famiglia e mi mancherà tutto questo" Symon scoppiò a ridere alle parole di Althea, poi le si avvicinò poggiandole una mano sulla spalla "Ho preso una decisione che ho già comunicato al Capitano. Ho fatto tesoro di tutto il tempo che ho passato qui ma sono convinto che sia arrivato il momento di iniziare un nuovo progetto, le mie conoscenze ed esperienze saranno più utili all'equipaggio se mi dedicherò a trovare un modo sicuro per tornare a casa"
La betazoide spalancò gli occhi sorpresa "Non credo di aver capito.."
"Ho chiesto al Capitano di unirmi al team che si occupa di riportarci a casa, ho lasciato il ruolo di ufficiale medico capo e ho segnalato te come mia sostituta. Il Capitano ti aspetta nel suo ufficio per formalizzare il tuo nuovo incarico ma volevo essere io a darti la notizia" il sorriso di Symon si fece più luminoso "So che sarai fantastica in questo ruolo. Guardati attorno, Althea, perché ora questa è la tua gabbia di matti!"
USS Seatiger - Plancia
01/09/2398, 08:59 - D.S. 75666.77
All'arrivo del Capitano la plancia era avvolta da un'atmosfera di trepidante attesa. Gli schermi proiettavano immagini della nebulosa, un vortice di colori e gas che nascondeva forse il segreto per tornare a casa. Avevano cercato per mesi di individuare un tunnel spaziale che potesse avere le caratteristiche richieste ed ora, finalmente, c'era la possibilità che ve ne fosse uno. Arjian si soffermò ad osservare i membri del suo equipaggio prima di prendere posto al centro della stanza.
"Lo abbiamo trovato?"
La domanda del Capitano attirò l'attenzione del tenente Queen solo per un momento, prima che questi tornasse a prestare attenzione alla sua consolle: "I dati indicano una probabilità del 78,22% che all'interno della nebulosa sia presente una anomalia spaziale compatibile con un tunnel sub-spaziale. Le limitazioni intrinseche delle scansioni a lungo raggio, tuttavia, non consentono di determinare con certezza la stabilità strutturale di tale anomalia. Le interferenze elettromagnetiche generate dalla nebulosa, inoltre, hanno compromesso l'acquisizione di dati più dettagliati. È necessario un approccio più diretto per ottenere dati definitivi"
"Accidenti, ma è bellissima!"
L'espressione stupefatta di Fynn di fronte all'immagine della nebulosa, un vortice di colori pastello e filamenti oscuri che sembravano danzare nello spazio, fece sorridere il Capitano.
"Sì, ammetto che è una nebulosa spettacolare, non ricordo di averne mai viste di simili"
A quelle parole il tenente Queen prese la parola "L'analisi della nebulosa rivela una complessa struttura vorticosa, caratterizzata da filamenti di polvere interstellare e regioni di gas ionizzato emettenti radiazione elettromagnetica nello spettro visibile. La presenza di elementi superpesanti e di una componente significativa di materia oscura è stata confermata da analisi spettroscopiche. I dati suggeriscono un'intensa attività al centro della nebulosa, coerente con la presenza di una singolarità gravitazionale. Modelli teorici indicano che la nebulosa si trova in una fase evolutiva avanzata, con una durata stimata di pochi milioni di anni. L'ipotetico wormhole, sulla base dei dati a disposizione, sembra posizionato in una regione caratterizzata da una curvatura dello spazio-tempo relativamente bassa, condizione favorevole per un'eventuale esplorazione"
"Capitano, ho intercettato una trasmissione sub-spaziale di natura testuale, originata da una fonte sconosciuta. L'analisi preliminare farebbe pensare ad un protocollo di comunicazione automatizzato"
Arjian annuì con un cenno del capo, mentre il suo sguardo si posava sull'espressione concentrata del Tenente Comandante Tkar, che scrutava attentamente gli schermi luminosi "I sensori rilevano una struttura di forma sferoidale ai margini della nebulosa omonima. Vi è una probabilità del 98,79% che si tratti della fonte della trasmissione. L'oggetto presenta danni strutturali estesi e quelli che sembrerebbero i suoi sistemi di propulsione sono inattivi. I sensori biologici indicano la presenza di 32 forme di vita all'interno della struttura, con segnali vitali deboli. Si ipotizza che l'oggetto possa essere una nave di origine sconosciuta, deviata dalla sua rotta per cause ancora ignote"
"Se le cose stanno così è probabile che quella sia una richiesta di aiuto, facciamo rotta in direzione di quella nave" il Capitano prese in mano la situazione iniziando a coordinare i suoi uomini "Aprite un canale con quel vascello, voglio capire con chi abbiamo a che fare"
"Nessuna risposta, signore, è possibile che la vicinanza alla nebulosa interferisca con i loro sistemi di comunicazione!"
Il tenente Zoe rimase un attimo in silenzio prima di affermare: "C'è anche la possibilità che i loro sistemi di comunicazione abbiano qualche malfunzionamento che gli impedisce di ricevere delle comunicazioni"
Il Capitano alzò il capo verso lo schermo, dove fece la sua apparizione la forma di uno strano velivolo spaziale: "Questo è un problema. Se non riusciamo a comprendere il loro messaggio e a comunicare, potremmo fraintendere le loro intenzioni. Non vorrei scambiare una richiesta d'aiuto con una intimazione di allontanarci dal loro territorio!"
"Sebbene non possa essere esclusa l'ipotesi di un'intimazione nei nostri confronti, l'analisi statistica dei dati indica una maggiore probabilità che il vascello stia trasmettendo un segnale di soccorso. La natura ripetitiva e monotona del pattern di comunicazione, unitamente all'assenza di qualsiasi azione bellicosa, suggerisce che non vi siano intenzioni ostili nei nostri confronti" Tkar portò lo sguardo sullo schermo "La decisione è sua ma le ricordo che la seconda direttiva impone il dovere, ad ogni ufficiale, di far uso di ogni attrezzatura a sua disposizione che sia necessaria a proteggere l'esistenza di altre forme di vita intelligenti, anche se questo potrebbe mettere in pericolo se stesso o la sua nave"
Arjian incrociò le braccia, gli occhi fissi allo schermo visore, mentre analizzava attentamente le implicazioni delle parole del suo tattico "Possibilità di teletrasportarsi a bordo di quel vascello?"
"L''esplorazione diretta del vascello richiederà l'utilizzo di tute EVA, Capitano" la voce asettica dello scienziato attirò l'attenzione dei colleghi "L'analisi atmosferica indica una predominanza di idrogeno, elio e metano, rendendo l'ambiente interno incompatibile con la sopravvivenza senza adeguata protezione."
"In questo caso, informate il tenente comandante Carelli ed i tenenti Calvi e Sheva che li attendo entro dieci minuti in sala teletrasporto per andare a far visita ai nostri nuovi amici"
Nave aliena sconosciuta - Zona imprecisata
ù01/09/2398, 09:32 D.S. 75666.84
Appena varcata la soglia, la squadra si ritrovò sospesa in un vasto spazio, un labirinto di piattaforme fluttuanti che sfidavano ogni legge gravitazionale. Aggrappandosi a tentacoli organici, più simili a radici che a arti, gli ufficiali federali si muovevano come foglie al vento.
"Impossibile" esclamò Droxine, la sua voce tagliente nel silenzio ovattato "Non ci sono tracce di piastre gravimetriche. Sembra che questi esseri siano così abituati alla microgravità da non averne più bisogno"
Anna Maria annuì, stupita. "Allora, questi tentacoli..."
"Sono la loro interfaccia con il mondo" concluse Droxine "Un modo per interagire con l'ambiente e con la tecnologia."
Le pareti erano un caleidoscopio di luci e colori, schermi che pulsavano di informazioni incomprensibili. I soffitti, un cielo stellato artificiale, erano decorati con intricate trame luminose che sembravano pulsare al ritmo di una musica sconosciuta.
Era come trovarsi all'interno di un organismo vivente, un luogo dove la tecnologia si fondeva con la biologia in un modo che sfidava ogni immaginazione. Era impossibile dire se si trovassero nella sala macchine, nella sala di comando o in una semplice area di riposo. Tutto era fluido, interconnesso, eppure stranamente funzionale.
Fu allora che arrivarono loro, esseri alieni che non avevano nulla in comune con un normale umanoide. Gli ufficiali si fermarono ad osservare quegli esseri che fluttuavano liberamente nello spazio, ombre luminose e iridescenti che si muovevano con una grazia che sembrava sfidare le leggi della fisica. Non presentavano né braccia né gambe, muovendosi con una fluidità quasi ipnotica. Il loro corpo era un perfetto ovale, simile a una grande bolla di un materiale gelatinoso e iridescente. Nonostante l'assenza di occhi visibili, sembravano perfettamente in grado di seguire i movimenti dei membri della squadra di sbarco, come se, nonostante tutto, riuscissero a vederli. Ma la cosa ancor più sorprendente era l'assenza di qualsiasi struttura assimilabile alla bocca o al naso. Le uniche appendici mobili visibili erano una serie di tentacoli di un delicato colore perlaceo che si diramavano dalla parte più larga del loro corpo ovoidale, muovendosi con una fluidità quasi ipnotica, avvolgendosi e districandosi con eleganza.
"Incredibile..." le parole della dottoressa Sheva attirarono l'attenzione del gruppo, ma lei era troppo concentrata nel leggere i dati della sua scansione. "Si tratta di un essere che ha evoluto adattamenti straordinari per sopravvivere nel suo ambiente nativo. La sua pelle, priva di qualsiasi appendice o articolazione, funge da vero e proprio mantello sensoriale, ricoperto da miliardi di fotorecettori che gli permettono di percepire la luce e le ombre in modo diffuso, come un occhio composto gigante. Di fatto privo di aperture per gli organi di senso, questo essere ha sviluppato un sistema di percezione unico nel suo genere. L'assorbimento cutaneo gli fornisce le sostanze nutritive necessarie, mentre le vibrazioni e le variazioni di pressione gli consentono di percepire il mondo circostante. Al posto degli arti, possiede una serie di tentacoli prensili, dotati di minuscoli sensori che gli permettono di manipolare l'ambiente con una precisione sorprendente. La loro superficie vischiosa gli conferisce un'aderenza eccezionale, rendendolo particolarmente adatto a un'esistenza in condizioni di microgravità"
Alcuni esemplari si fermarono di fronte agli ufficiali e iniziarono a compiere una danza intricata con i tentacoli, intrecciandoli e districandoli in un balletto di luci e ombre. I movimenti erano talmente fluidi e coordinati da sembrare quasi coreografati, creando un'impressione di eleganza e complessità che lasciava gli osservatori a bocca aperta.
"E ora cosa sta succedendo?"
"Forse tentano un primo contatto," Sheva rispose, gli occhi incollati allo spettacolo mentre rispondeva alla domanda del Capitano "La comunicazione tra questi esseri avviene quasi certamente attraverso un linguaggio alieno, una complessa danza di luci e vibrazioni emessa dai loro tentacoli. Ogni movimento, ogni sfumatura di colore, sembra nascondere un significato profondo, un messaggio che solo loro possono decifrare"
Arjian sospirò riflettendo sulla situazione "E come faremo a spiegargli che siamo qui per aiutarli? Dubito che ci lasceranno avvicinarsi ai loro sistemi o ai loro feriti se non capiranno le nostre intenzioni"
"Non ritengo che un nostro intervento sia indispensabile, Capitano" la voce di Droxine era calma e sicura "Le nuove analisi strutturali e energetiche indicano chiaramente che le precedenti scansioni non hanno fornito un quadro accurato dello stato del vascello. L'assenza di sistemi di propulsione convenzionali ha indotto in errore i nostri sensori. È evidente che questa civiltà ha sviluppato tecnologie propulsive alternative, e i dati attuali suggeriscono che stanno già attuando le necessarie riparazioni."
"Lo stesso vale per la loro situazione di salute" la dottoressa Sheva si limitò a scuotere il capo "Le scansioni sono state significativamente alterate dalle profonde differenze fisiologiche di questa specie. Sebbene non presentino patologie evidenti, i loro parametri vitali si presentano al di sotto dei range considerati normali per la nostra specie. Saranno necessarie ulteriori analisi per comprendere appieno le implicazioni di queste differenze fisiologiche ma sono propensa a credere che le loro funzioni vitali sembrino adattate a un ambiente e a un metabolismo completamente diversi dai nostri"
"In questo caso dubito che potremo essere d'aiuto sino a che non riusciremo a trovare un modo per comunicare con loro" il Capitano tornò a guardare gli strani esseri che continuavano a muovere i tentacoli, in un vago tentativo di comunicare con loro "Torniamo sulla nave, con un po' di fortuna troveremo un modo per tradurre la loro scrittura"
Gli ufficiali annuirono un po' delusi dalla situazione di impasse in cui si trovavano, ma non fecero in tempo a teletrasportarsi che uno di quegli strani esseri si rivolse alla dottoressa con un gesto inatteso. Un tentacolo si sollevò e si posizionò delicatamente sul suo braccio, come in un tentativo silenzioso di comunicare. Quel contatto durò pochi istanti, ma in quell'attimo Althea sentì un formicolio elettrico percorrerle il braccio, spalancando gli occhi quasi scioccata. Osservandosi per qualche attimo attorno, come se cercasse di capire se fosse successo qualcosa di strano anche agli altri, esclamò: "Siamo in pericolo, siamo tutti in pericolo!"
Quelle poche parole misero in allarme tutti gli ufficiali. Arjian si rivolse ad Althea con preoccupazione "Che cosa le hanno fatto? Sembra sconvolta"
Sheva scosse il capo: "No, non mi hanno fatto del male. Mi hanno trasmesso un senso di urgenza. Hanno detto che siamo tutti in pericolo, loro compresi"
Anna Maria si guardò a sua volta attorno, l'espressione preoccupata "In pericolo? Ma da cosa? Che cosa potrebbe minacciarci in questo luogo?"
Althea ci pensò per un attimo e poi scosse il capo "Non lo so".
USS Seatiger, Plancia
01/09/2398 - 09.40 - D.S. 75666.86
"Affascinanti questi 'calamari' psicadelici ..." commentò divertito il Comandante Finn seduto sul bordo della poltrona di comando e proteso verso lo schermo di bordo. Tutto intorno a lui gli altri ufficiali in servizio guardavano con apprensione e curiosità la sequenza di immagini, tanto surreali quanto affascinanti, che - raccolte dalle bodycam integrate nel casco delle tute di Attività Extra-Veicolare e dal drone che li seguiva a distanza - venivano proiettate sul monitor principale della Seatiger.
Oltre alle immagini, il computer di bordo trasmetteva in sovraimpressione anche i dati biometrici di ciascun componente dell'away-team - opportunamente monitorati anche dall'infermeria di bordo - e i dati scientifici che via via venivano raccolti ed elaborati dal computer di bordo.
"Computer, mostra le caratteristiche di questa specie." Ordinò Finn.
L'infografica con l'immagine animata di uno degli alieni venne portata in evidenza su metà dello schermo. Una serie di informazioni, che descrivevano la specie aliena con cui stavano avendo un primo contatto, apparvero man mano a corredo dell'animazione mostrata dal computer di bordo:
- Adattamento alla microgravità: la specie aliena è perfettamente adattata a vivere in condizioni di microgravità.
- Tentacoli prensili: I loro tentacoli non solo li aiutano a muoversi, ma fungono anche da interfaccia con l'ambiente e la tecnologia. Questi tentacoli sono dotati di minuscoli sensori che permettono loro di manipolare l'ambiente con grande precisione.
- Pelle sensoriale: La loro pelle è ricoperta da miliardi di fotorecettori, permettendo loro di percepire la luce e le ombre in modo diffuso, come un occhio composto gigante. Questo li aiuta a navigare e interagire con il loro ambiente.
- Assorbimento cutaneo: La specie aliena assorbe le sostanze nutritive necessarie attraverso la pelle, eliminando la necessità di aperture per gli organi di senso come bocca o naso. Questo li rende particolarmente adatti a un ambiente chiuso e sterile.
- Percezione delle vibrazioni: Possono percepire il mondo circostante attraverso le vibrazioni e le variazioni di pressione, permettendo loro di rilevare cambiamenti nell'ambiente e comunicare tra loro.
- Comunicazione attraverso luci e vibrazioni: La specie aliena comunica tramite una complessa danza di luci e vibrazioni emessa dai loro tentacoli. Ogni movimento e sfumatura di colore ha un significato profondo, permettendo loro di trasmettere informazioni in modo efficace.
Sotto all'animazione continuavano a scorrere le immagini del Capitano Arjian Kenar, del Tenente Comandante Carelli, del Tenente Calvi e del Tenente Sheva di fronte agli alieni iridescenti, che continuavano a muovere i loro tentacoli in una danza ipnotica di luci e ombre.
=^= Capitano, dobbiamo trovare un modo per comunicare con loro,=^= lo esortò Sheva. La sua voce era tremante, ma dai suoi occhi profondi traspariva determinazione =^= Se davvero siamo tutti in pericolo, dobbiamo capire da cosa e come possiamo aiutarli. =^=
Arjian annuì. =^= D'accordo, dottoressa. Tenente Queen, ci sono progressi nella decodifica della loro trasmissione?=^=
Queen scosse la testa dalla sua postazione scientifica in Plancia. "Non ancora, Capitano. Le interferenze elettromagnetiche della nebulosa stanno rendendo difficile l'analisi. Tuttavia, sto cercando di isolare un pattern ricorrente che potrebbe essere la chiave per comprendere il loro linguaggio."
=^= Molto bene, Queen. Ci faccia sapere appena scopre qualcosa di utile. =^=
Nave aliena sconosciuta - Zona imprecisata
Contemporaneamente
Nel frattempo, uno degli alieni si avvicinò lentamente a Sheva, con i tentacoli che si muovevano con grazia. La dottoressa sentì un altro formicolio elettrico quando uno di quei tentacoli toccò delicatamente il suo braccio. Questa volta, però, il contatto sembrò più lungo e intenzionale.
Kenar fece come per avvicinarsi per tirare a sé la dottoressa, ma lei gli fece cenno di non intervenire.
"Capitano, è tutto sotto controllo ... credo che stiano cercando di stabilire un contatto più profondo," disse Sheva, cercando di interpretare le sensazioni che le arrivavano attraverso il tentacolo. "Sento... immagini, emozioni. È come se stessero cercando di mostrarci qualcosa."
Il Capitano si avvicinò lentamente, osservando attentamente l'interazione. "Cosa vede, dottoressa?"
Sheva chiuse gli occhi, concentrandosi sulle immagini che le venivano trasmesse.
"Vedo... una grande ombra, qualcosa di enorme che si avvicina. Gli alieni sono spaventati, cercano di fuggire. Credo che sia una minaccia esterna, qualcosa che li sta inseguendo e che vuole distruggerli..."
Il Capitano si rivolse alla plancia della Seatiger. "Dobbiamo prepararci al peggio. Finn tenetevi pronti a riportarci a bordo in caso di pericolo."
=^= Qui Finn. Certamente Capitano. Al suo segnale ...=^=
"Intanto attivate gli scudi della nave e preparate le armi."
Mentre la plancia della Seatiger iniziava a prepararsi per affrontare la minaccia, l'alieno che aveva stabilito un nuovo contatto con Sheva ritirò lentamente i suoi tentacoli dalla Betazoide, muovendosi come in un'ultima danza di luci. La dottoressa aprì gli occhi, il volto pallido apparve preoccupato, ma ancora una volta determinato.
"Capitano, dobbiamo collaborare con loro. Se vogliamo sopravvivere, dobbiamo unire le nostre forze."
"D'accordo, dottoressa." E rivolgendosi nuovamente alla Plancia della Seatiger, ordinò "Lawtoein e Anari, raggiungeteci qui sul vascello alieno: dobbiamo fare tutto il possibile per stabilire una comunicazione efficace con questa specie e prepararci a difenderci. Dobbiamo capire che minaccia si sta avvicinando a noi, la sopravvivenza di entrambi dipende da questo."
USS Seatiger, Plancia
Contemporaneamente
Il Consigliere Lawtoein e il Tenente Comandante Anari si alzarono dalle loro postazioni e si avviarono a passo spedito verso il turboascensore mentre due ufficiali di servizio prendevano prontamente il loro posto.
"Tholos," Esordì Finn all'indirizzo dell'ufficiale alle Operazioni "Appizziamo le antenne..."
L'ufficiale si girò verso il Primo Ufficiale facendo roteare leggermente anche le sue antenne verso di lui e sbuffò.
Nonostante la situazione di pericolo, gli ufficiali in plancia non poterono fare a meno di sorridere all'ennesima gaffe di Finn.
"Che c'è da sorridere?! E' un modo di dire terrestre nato molto prima che vedessimo un Andoriano." Cercò di tagliar corto Dewey "Tholos, dia massima energia ai sensori a corto, a medio e a lungo raggio: dobbiamo riuscire a 'fiutare' il pericolo prima che si presenti. E si tenga pronto: al mio ordine li riporti tutti indietro da quella nave di 'calamari' colorati."
E attivando l'interfono dalla poltrona di comando, si rivolse all'equipaggio.
"A tutto l'equipaggio. Sembra che una minaccia esterna si stia avvicinando alla nostra posizione. Forse una nave nemica appartenente a una razza ostile, come le Galeteane o un'altra specie con tecnologie avanzate. Magari un'entità cosmica, una creatura spaziale di dimensioni enormi, come un essere fatto di energia o materia oscura, che si nutre di energia o distrugge tutto ciò che incontra. Oppure un fenomeno naturale, come un buco nero, una tempesta di radiazioni o un'onda di energia. Non escluderei un'intelligenza artificiale avanzata che ha preso il controllo di una nave o di una stazione spaziale e che vuole farci fuori. Insomma, preparatevi perché si prevedono 'uccelletti fernet per diabetici'! Finn, chiude."
Tutti a bordo erano più o meno abituati alle stranezze del Primo Ufficiale, ma lui riusciva sempre a stupirli leggermente di più ogni volta.
"Meglio prepararli al peggio..." Si affrettò a giustificarsi Finn dopo aver visto più di un ufficiale scuotere la testa, poi dopo una breve pausa aggiunse "Oppure il problema è che non avete mai sentito dire: "sono uccelletti fernet per diabetici'?!"
Queen fece per rispondere, ma Dewey lo bloccò prima.
"Non me lo dica, su Vulcano non sapete neanche cosa siano i modi di dire ... vabbè, io ci rinuncio... Siete così tristi! Computer, allarme giallo!"
La plancia si riempì immediatamente di luci gialle pulsanti e un suono di allarme avvolse l'ambiente. Gli ufficiali si prepararono rapidamente, consapevoli che, nonostante l'apparente leggerezza di Finn, la situazione poteva diventare critica in qualsiasi momento.