La Tigre Rossa










USS SEATIGER

presenta


USS SEATIGER

La Tigre Rossa

Missione 08






Basato sulla saga di Star Trek di Gene Roddenberry, questa opera amatoriale è il prodotto della USS SEATIGER,
simulazione appartenente all'universo narrativo del Gioco di Narrazione PBeM


Starfleet Italy

Gli autori/giocatori hanno creato un proprio alter ego narrativo con il quale sono entrati a far parte della squadra
di comando della USS SEATIGER, quindi a turno hanno scritto i brani di questa avventura fantascientifica,
creando appunto questa opera amatoriale inedita e originale basata su Star Trek.




Questo racconto lungo è un'opera amatoriale che puó essere liberamente
riprodotta, purché integralmente, in ogni sua parte, e non a fini di lucro.



Anno pubblicazione 2022



www.starfleetitaly.it | USS SEATIGER








Equipaggio

Capitano Capitano Arjian Kenar Geran

Capo Operazioni Tenente Comandante Tholos del Clan Rashan

Capo Sicurezza Tenente Anna Maria Calvi

Ingegnere Capo Tenente Comandante Droxine Carelli

Primo Ufficiale Comandante Dewey Finn

Capitano
Arjian Kenar Geran
Capitano

Tenente Comandante
Tholos del Clan Rashan
Capo Operazioni

Tenente
Anna Maria Calvi
Capo Sicurezza

Tenente Comandante
Droxine Carelli
Ingegnere Capo

Comandante
Dewey Finn
Primo Ufficiale

Ufficiale Scientifico Capo Tenente Jason "Skon" Queen

Ufficiale Tattico Tenente Comandante Tkar

Tenente
Jason "Skon" Queen
Ufficiale Scientifico Capo

Tenente Comandante
Tkar
Ufficiale Tattico


USS SEATIGER

Autori

Capitano
Arjian Kenar Geran
Michele Congia

Capo Operazioni
Tholos del Clan Rashan
Fabrizio Calandri

Capo Sicurezza
Anna Maria Calvi
Monica Miodini

Ingegnere Capo
Droxine Carelli
Massimiliano Badi

Primo Ufficiale
Dewey Finn
Franco Carretti

Ufficiale Scientifico Capo
Jason "Skon" Queen
Patrizia Mutto

Ufficiale Tattico
Tkar
Silvia Brunati






Sommario


Sinossi
08.01 - La dottrina di contatto imperiale
08.02 - Prima Direttiva o no, questo è il problema
08.03 - Quello che siamo
08.04 - La grotta di cobalto
08.05 - Crovis vi proteggerà
08.06 - Year One
08.07 - Unica mente
08.08 - Patrol Rock and Roll!
08.09 - Nel tempio
08.10 - Per Te brucerei il mondo
08.11 - Lontani dagli occhi, lontani dal cuore
08.12 - La Tigre Rossa
08.13 - Titani

Sinossi

Un pianeta di classe M dove spendere qualche giorno per ricaricare le pile e una rada interplanetaria dove poter eseguire le riparazioni più urgenti alla nave in tutta sicurezza: l'equipaggio della Seatiger sembrerebbe essere riuscito a trovare un po' di quella tanto agognata tranquillità, ma chi tesse il loro destino non riposa ... mai.



08.01 - La dottrina di contatto imperiale

Autore: Tenente Comandante Tholos del Clan Rashan


USS Seatiger, Plancia
13/03/2398, ore 17.44 - D.S. 75196.54


Finn aveva praticamente le lacrime agli occhi.

Non ne poteva più: aveva passato le ultime due settimane sulla Seatiger durante gli interventi manutentivi.
Tutto quel tempo con Tholos e Carelli e i loro rispettivi ingegneri a vedere ogni pezzo, ogni cavo, ogni sistema, ogni impianto, ogni attuatore, ogni computer venir smontato, revisionato e assemblato. Non credeva che la Seatiger fosse composta da così tanti pezzi: doveva ammettere che durante quel tempo aveva imparato molto sul funzionamento della nave, ma dopo un po' la confusione aveva avvolto la sua mente e aveva presto iniziato a confondere computer con sistemi energetici o simili. Infine era arrivata la noia.
Ormai da qualche giorno sedeva sulla poltrona del capitano stravaccato a canticchiare qualche motivo e, assalito dalla apatia totale, si era anche lui messo a fare qualcosa di creativo iniziando a comporre canzoni. Ma sembrava che ogni ingegnere ci mettesse del suo per far rumore nel momento giusto, aveva appena creato un riff quando una flangia metallica cadde dalla mano di Rashan facendo un fortissimo rumore nell'impatto contro il pavimento.

"Ehm scusi signore." Si scusò l'OPS.

Finn posò la chitarra e sospirò dicendo: "Non ti preoccupare succede..." Scosse la testa sconsolato pensando al riff ormai perduto e non vide Carelli accanto a Rashan rimproverare il collega con un sorriso.

"Avete finito con quel cavo di dati?" Chiese Finn provando per l'ennesima volta ad interessarsi all'attività in corso.

Carelli mostrò il cavo dati dicendo: "Dobbiamo ancora fare lo sviluppo in serie di Fourier per verificare..."

"La banda passante del segnale." Concluse la frase Finn e accorgendosi di avere lo stupore di tutti i presenti aggiunse: "Sono un musicista, la scomposizione di un segnale in una serie di onde sinusoidali è il minimo."

Gli ingegneri presenti in plancia furono rapidamente zittiti e si rimisero al lavoro.
Poi Finn notò sullo schermo della poltrona un segnale rosso accendersi ed emettere dei bip.

"C'è allarme di prossimità radiale." Identificò il primo ufficiale.

Rashan puntò le antenne verso il primo ufficiale: "Ma siamo atterrati in un cratere lunare, come può attivarsi l'allarme radiale?"

"E' la sonda." Spiegò il Primo Ufficiale.

Crovis III collina vicino alla città di Crackvir,
Contemporaneamente



Il capitano Kenar era sdraiato in cima alla collinetta.
L'aria tiepida, calda ma al contempo fresca, avvolgeva il suo corpo gonfiando la larga tunica in fibra vegetale e massaggiando il suo corpo fino a sciogliere ogni remoto accumulo di stress.
Era totalmente in pace con sé stesso e sarebbe rimasto lì per sempre, fino alla fine dei
suoi giorni. Poi pensò al povero primo ufficiale che aveva relegato sulla Seatiger a seguire gli interventi manutentivi, mentre lui era lì a godersi quel pianeta alieno pre-curvatura dell'età del bronzo. Un sorriso apparve sul suo volto e il capitano tentò di nascondere la risata, ma prontamente Anena, da bravo consigliere, identificò l'emozione.

"Capitano cosa c'è di divertente?"

"Ehm, nulla stavo solo godendomi la situazione." Provò a giustificarsi.

Anena non gli credette e si alzò in piedi. Il capitano poté ammirare il fine abito che il consigliere si era preparato. Era di un colore blu intenso che le ricerche condotte avevano identificato derivare da un fiore fluviale. Come il capitano, era vestito con pantaloni di fibra vegetale e una larga casacca dello stesso materiale chiusa attorno alla vita da una fine armatura di cuoio riccamente decorata con motivi geometrici. Completavano il vestiario dei gambali in bronzo molto grezzi, ma comodi, e un elmo ottenuto con le zanne di un animale autoctono. Rispetto al capitano, che sembrava un semplice contadino, il consigliere
assomigliava ad un nobile guerriero di alta casta.

Kenar scosse la testa:" Si abbassi, potrebbero vederla."

Anena scollò le spalle e, indicando le piccole modifiche che il dottor Bruce aveva fatto loro, aggiunse: "Con queste modifiche e il vestiario molto accuratamente riprodotto possiamo passare per degli autoctoni."

Era vero: avevano passato due settimane ad analizzare il modo di fare, la cultura, l'aspetto fisico e il vestiario dei Crovisiani e avrebbero potuto perfettamente passare per dei locali, il loro mimetismo era perfetto. Tuttavia a preoccupare il capitano era un altro motivo: "Sì, ma si ricordi che gli abitanti di questo pianeta sono in guerra."

Il capitano indicò la città dell'età del bronzo posta a poche miglia da loro. Malgrado i danni inflitti dall'assedio e i fumi dei fuochi rimaneva bellissima: con alte mura in pietra protette da diverse torri. Gli edifici interni, per la stragrande maggioranza piccole e semplici capanne, non erano visibili, ma si poteva vedere al centro un dettaglio del palazzo del re-sacerdote con le colonne in rosso acceso.

"Si tratta di una piccola guerra tra due nazioni locali." Aggiunse il consigliere.

"Non sottovaluti queste cose la guerra è sempre la guerra: una inutile attività in cui si sprecano delle vite." Sentenziò il capitano.

Anena annuì: "Comprendo signore, meglio la via della prudenza." Poi per sdrammatizzare aggiunse: "Ma se qualcuno vuole farle del male, io e la mia spada la difenderemo."

Dicendo ciò il consigliere estrasse una spada di lunghezza 30-40 centimetri a doppio filo in bronzo, ma affilatissima, e iniziò a vorticarla goffamente in aria.

Il capitano sorrise.
La brezza del pomeriggio gli ristorava il buonumore, e, indicando l'arma, aggiunse: "Si rende conto che normalmente lei va in giro con un phaser che è infinitamente più potente di quel 'taglierino'?"

Il consigliere annuì, fermò la sua danza e, guardando la spada, disse: "E' strano, ma mi dà più sicurezza quest'arma che un phaser. Hai mai provato a camminare appoggiando la mano destra sul pomo? Ti fa sentire potente."

"No, mai provato." Rispose il capitano ridendo all'idea.

I due risero per alcuni istanti quando furono interrotti dall'arrivo di una terza persona vestita con un lungo abito di fibra vegetale adornato con alcuni gioielli e fibbie poste sulle maniche.

Prontamente il capitano e il consigliere riconobbero l'ufficiale scientifico.

Crovis III isola del Mare Egerdus a 500km da Crackvir
Conemporaneamente


Il grosso del primo turno di franchigia della Seatiger era sbarcato su Crovis. Avevano scelto per sicurezza un'isola che non fosse raggiungibile dai Crovisiani, ma sufficientemente vicina alla squadra infiltrata in modo da poter dare rapidamente supporto con una navetta o col teletrasporto.

Poco distante dalla spiaggia, dove alcuni membri dell'equipaggio si stavano godendo un buon bagno, l'equipaggio aveva eretto un piccolo campo con una serie di tende attorno a quello che era stato definito come tendone di comando. Era costituito da una struttura rigida nel quale avevano inserito alcune attrezzature di monitoraggio e di analisi dei Crovisiani.

"Non ne posso più." Tuonò Bruce spostando di lato e con un gesto di stizza il microscopio che stava usando.

"Su che cosa?" Chiese noncurante TKar mentre continuava a leggere alcuni report sul suo D-Padd.

"Dei globuli bianchi dei Crovisiani." Stufo, Bruce si alzò e fece per andarsene.

"Allora non doveva studiare medicina." La logica risposta del vulcaniano lasciò interdetto il medico che sbollì all'istante, ma aggiunse: "Infatti devo curare le persone, non scoprire come una società dell'età del bronzo cura i mali della propria gente utilizzando riti vudu."

"Non credo che abbiano il vudu."

"Era un modo di dire." Bruce fece per uscire quando giunse Calvi dicendo: "Non avete idea di che acqua fantastica ci sia... dovreste venire anche a voi."

"Non abbiamo tempo." Rispose TKar.

"Io vado ora." Bruce fece per uscire, ma un sottoufficiale ai sensori esclamò: "Signore rilevo una nave in orbita... non è la Seatiger."

Incrociatore Guellars Impero rettiliano in orbita attorno Crovis III,
Contemporaneamente


Il comandante Huwer apparteneva alla razza degli anfibi. Era un abile ufficiale che avrebbe fatto qualsiasi cosa per raggiungere il suo obbiettivo. Uno spietato e efficiente arrivista che avrebbe sacrificato chiunque per i suoi scopi.

Purtroppo per lui aveva ricevuto un pessimo incarico: stabilire un primo contatto con gli abitanti di Crovis e farli evolvere secondo la dottrina di contatto imperiale e annetterli all'impero rettiliano.

Come se non bastasse, aveva avuto alcuni problemi logistici e la sua missione partì con notevole ritardo. Per salvare la situazione aveva mandato avanti una navetta con alcuni ufficiali incaricati di iniziare i primi contatti e il trasferimento di tecnologie.

Ora, finalmente, era giunto in orbita attorno al pianeta ed era impaziente di avere novità dai suoi uomini.

"Allora?" Chiese Huwer all'ufficiale scientifico.

L'addetto armeggiò alcuni istanti coi controlli quindi rispose: "I nostri hanno stabilito un contatto con un monarca locale: a breve faranno una dimostrazione per espugnare una città."

"Bene." Sentenziò il comandante. Forse stava riuscendo a recuperare il ritardo.

D'improvviso l'ufficiale tattico annunciò: "Comandante ho rilevato degli alieni con della tecnologia avanzata."

"Cosa?" L'anfibio si alzò dalla poltrona e raggiunse l'ufficiale tattico, un fidato soldato appartenente alla specie dei mammiferi per vedere meglio: "Ha ragione... ."

Il comandante rimase alcuni istanti pensieroso, poi chiese: "Rileva la loro nave appoggio?"

Prontamente l'ufficiale scosse la testa e rispose: "No signore."

L'anfibio sorrise soddisfatto e, come un cacciatore che pregusta la preda, disse: "Bene preparate le truppe di terra e catturateli... li voglio vivi e, soprattutto, voglio che non intralcino i nostri piani e la dottrina di contatto imperiale.

Crovis III collina vicino alla città di Crackvir
13/03/2398, ore 17.47 - D.S. 75196.55



"Ben arrivato signor Queen." Esordì Kenar.

Queen non vedeva l'ora di mettere al corrente i colleghi della sua scoperta ed esordì: "Grazie al mio travestimento da novizio ho scoperto che è come Troia."

Kenar rimase di sasso e fece la faccia che di solito assumeva quando Finn diceva o faceva una sciocchezza.

"Come prego?" Chiese il capitano.

Queen, accortosi dell'equivoco si affrettò a correggere: "Intendo la città... quella dell'Iliade, così come la mitica Ilio, detta anche Troia, anche la città di Crackvir è sotto assedio da almeno sette anni."

"Affascinante." Commentò il consigliere.

Queen annuì e aggiunse: "Pare che però questa volta saranno gli
assedianti a perdere... da quello che ho scoperto gli attaccanti sono
disperati e allo stremo a breve abbandoneranno l'assedio."

"Particolare, è una vera fortuna che siamo arrivati nel momento giusto
per assistere a questo evento." Commentò il capitano.

L'ufficiale scientifico si scurì in volto e aggiunse: "La cosa strana è che prima che lasciassi il campo degli attaccanti ho visto delle persone molto strane avvicinarsi al re: in quel momento il tricorder ha rilevato un picco di raggi gamma. Non ho potuto fare delle scansioni complete per non essere scoperto, ma la cosa mi è sembrata molto strana."

Kenar annuì: "Grazie del rapporto, ha fatto bene a tenere un basso profilo."

"Potrebbe essere solo un malfunzionamento dei sensori." Propose Anena.

"Sì, concordo." Aggiunse Kenar.

Queen si guardò intorno come per assicurarsi che non ci fosse nessuno oltre loro e disse: "Ma potremmo fare un secondo controllo... per sicurezza."

Kenar si sedette al suolo e disse: "Va bene, ma con discrezione."

Queen si sedette affianco al capitano con le gambe incrociate, quindi con molta attenzione estrasse il tricoder e iniziò la scansione.

Al contrario Anena rimase in piedi e prese una specie di binocolo.

Kenar si volse verso l'ufficiale scientifico e vide Queen strabuzzare gli occhi e dire: "Capitano rilevo un impulso ad altissima frequenza e non è un problema del sensore."

Nemmeno il tempo di metabolizzare la notizia e Anena aggiunse: "E ho chiaramente visto una sezione del muro di Crackvir esplodere."

USS Seatiger plancia, 13/03/2401 ore 17.47


"Confermo." Tholos abbassò le antenne e aggiunse: "E' un incrociatore leggero rettiliano."

Finn si alzò dalla poltrona e raggiunse la consolle operazioni: "Ci...ci ... hanno visto?"

L'andoriano scosse la testa: "Non credo... sto triangolando le scansioni tramite la sonda."

"E... che cosa stanno facendo?" chiese Finn con una strana preoccupazione sul volto: "Spero che non si ricordino di quella volta che ho drogato la loro classe dirigente."

Carelli scoppiò a ridere dicendo: "Ah, era stato bellissimo!"

"Stanno inviando delle navi sulla superficie." Rispose Rashan.

Una seconda paura avvolse il volto del primo ufficiale: "Le nostre squadre di sbarco... dobbiamo aiutarli!"

Carelli scosse la testa: "E come? La nave è nel bel mezzo di pesanti interventi di riparazione e con un equipaggio insufficiente... Non possiamo nemmeno pensare di poter affrontare un incrociatore leggero imperiale."


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08.02 - Prima Direttiva o no, questo è il problema

Autore: Tenente Jason "Skon" Queen


Crovis III, collina vicino alla città di Crackvir
13/03/2398 ore 18:00 - D.S. 75196.57


"Sono atterrate delle navette, signore..." Segnalò Anena continuando a guardare con il suo binocolo elettronico.
"Ospiti inattesi ... chi sono?"
"Sembrerebbero delle navette imperiali ... Sì, confermo: hanno lo stemma dell'Impero Rettiliano." E continuando a scrutare i dintorni aggiunse "E vedo un drappello di rettiliani dirigersi verso questa parte."
"E' finita la pace! Attivate gli inibitori di tracciamento e ..." Commentò Kenar "meglio trovarci un posto più tranquillo lontano da qui ..."
"Capitano, ho notato che laggiù ci sono delle colline ... forse lì potremmo trovare un rifugio."
"Mi sembra una buona idea Signor Queen, raccogliete tutto e mettiamoci in marcia."
"Sì, signore."

Crovis III, isola del Mare Egerdus a 500 Km da Crakvir
Contemporaneamente


TKar si avvicinò al sottufficiale e disse "Li avete identificati?"
Dopo aver lavorato un po' sui sensori il terrestre esclamò "Rettiliani."
"Spenga i sensori, Martin. Speriamo che non ci abbiano individuato." Disse TKar.
"Signor TKar ... e il capitano?" disse la Calvi.
"Speriamo solo che non li abbiano visti, signor Calvi. Per adesso non possiamo fare niente ... solo stare nascosti e allontanarci di qui. Attivate gli inibitori di tracciamento." Rispose il vulcaniano.
"Lo sapevo, addio bagno...proprio adesso che avevo deciso di seguire il suggerimento della Calvi ..." Bofonchiò Bruce.

Incrociatore Impero Rettiliano Guellars, in orbita remota di Crovis III
Contemporaneamente


"Sono degli alieni, questo è evidente ... non appartengono a questo pianeta." Riferì l'ufficiale tattico.
"E a quale angolo dell'impero appartengono?" Sibilò il Comandante Huwer.
"Mi dispiace, li abbiamo persi prima di riuscire a stabilirlo..."
"Persi?!" Come diavolo hai fatto a perderli?!" L redarguì inferocito Huwer.
"Credo facciano uso strumenti che ne mascherano la presenza ... forse si sono accorti del nostro arrivo..."
"Oppure siete degli incapaci. Trovateli o avrò la vostra testa!"

Crovis III, località collinare lontano dalla città
poco dopo il tramonto


Arjian camminava alla testa del gruppo seguito subito dopo da Jason e da Lawtoein.
Stavano camminando tra le rocce già da qualche minuto alla ricerca di un rifugio. All'improvviso Jason si fermò guardandosi intorno.
"Queen, c'è qualcosa che non va?" Disse Anena avvicinandosi a lui
Intanto anche Kenar si era fermato.
"Cosa succede?"
Jason non rispose e facendo cenno con la mano di attendere, continuò a esaminare attentamente le colline intorno a loro, mentre i due compagni lo fissavano perplessi.
Dentro di sé Jason in un certo qual modo se la stava godendo, perché gli sembrava di essere tornato indietro nel tempo a quando era un ragazzo e con il nonno Talok andavano a fare le loro escursioni.
Fece un paio di passi in avanti e guardò le rocce. Poi tendendo il braccio e puntando l'indice verso le rocce davanti a lui, esordì: "Eccolo lì!"
Kenar frustrato dalla situazione in cui si erano venuti a trovare, sbottò: "Eccolo lì cosa!?"
Jason si girò e vide le espressioni perplesse dei due suoi colleghi, quindi si spiegò "Stavo esaminando le rocce per cercare un rifugio, e l'ho trovato. Eccolo lì capitano!" indicò poi un punto tra le rocce.
Kenar guardò in alto.
"Io non vedo niente."
Jason accennò un sbuff e disse "E' lì capitano!" quindi si girò verso Anena e gli disse "Signor Lawtoein, venga ..."
Jason posò le mani sulle spalle di Lawtoein e lo fece camminare avanti di qualche passo, poi lo fece girare di qualche grado su sé stesso e indicando un punto disse "Ora guardi là in alto."
Anena guardò con attenzione nel punto indicato e ad un certo punto intravista l'apertura nelle rocce esclamò "La vedo capitano, è una grotta. Queen ha ragione."

Crovis III, località collinare lontano dalla città
un'ora dopo


Il gruppo guidato da Kenar raggiunse facilmente la grotta.
Era abbastanza grande e quasi invisibile dal basso, questo la rendeva un rifugio sicuro per potersi riorganizzare.
Dopo che si furono sistemati fecero fuoco con i phaser su alcune pietre raccolte al centro della caverna per riscaldarsi, Kenan disse "Ora dobbiamo fare il punto della situazione. Noi tre siamo qui, speriamo che anche gli altri si siano nascosti. Dobbiamo chiamare la Seatiger e sperare che terminino al più presto le riparazioni e ci portino via."
"Capitano " disse Jason, "se vuole chiamare la nave e il gruppo del signor TKar deve spostarsi, le rocce qui intorno sono tutte con forti componenti magnetiche che ci possono nascondere ai sensori rettiliani, ma bloccano anche le nostre comunicazioni e i nostri sensori. Deve salire un po' più su, ma le consiglio di non dilungarsi troppo o potrebbero intercettarla o intercettare l'altro o addirittura intercettare la nave. Se mi permette, capitano andrò a dare un'occhiata alla situazione."
Arjian stava per ribattere ma Jason continuò "Non si preoccupi nessuno mi vedrà se io non voglio. Sono abituato a muovermi nel buio."
"Va bene. Ma stia molto attento."

Crovis III, isola del Mare Egerdus a lato opposto dell'isola 1500 Km da Crakvir
poco dopo


=^=Kenar a TKar. Mi sente?!=^=
Il vulcaniano aprì gli occhi di scatto, e sfiorò il badge per aprire il canale audio
"Sì, signore la sento. Come state?"
=^=Noi tutto bene, TKar. Voi come state?=^=
"Stiamo tutti bene e al sicuro, Signore."
=^=Bene, ci risentiremo al più presto per stabilire una strategia. Rimanete al sicuro e non fate nulla di avventato. Kenar, chiudo.=^=

USS Seatiger, Plancia
13/03/2398 ore 22,00 - D.S. 75197.03


Finn era stravaccato sulla poltrona di comando a fissare lo spazio. Aveva dato ordine al timoniere di rimanere nascosti dietro una delle lune di Crovis III e di accelerare le riparazioni, Tholos e Carelli avevano capito e avevano aumentato i turni e il lavoro. Da quando Finn era stato informato dell'arrivo della nave rettiliana, era preoccupatissimo per il capitano e per i suoi colleghi che erano scesi in franchigia sulla superficie del pianeta.
"Li avranno catturati, uccisi o che altro?!" Pensò tra sé "Se il capitano fosse morto toccherebbe a me prendere il comando. Ma come potrei riuscirei io a riportare a casa la Seatiger se ancora non c'è riuscito nemmeno lui!?"
Mentre si crogiolava in questi pensieri negativi, sentì una voce arrivare dall'interfono.
=^= Kenar a Finn. =^=
Finn risollevato nel sentire la voce del superiore, attivò il canale audio.
"Ecco il capitano che mi chiama dall'oltretomba. Lo sapevo io!"
=^= Finn la pianti di fare il buffone, siamo tutti vivi. Però non ho tempo per questo, qual è la situazione? =^=
Finn vide passargli lì davanti Droxine e con delle strane smorfie gli fece cenno di avvicinarsi.
Ormai era abituata alle stranezze di Finn, quindi non badò molto ai modi e si avvicinò come richiestole.
"Ci siamo nascosti, ma non posso dirle dove ... non vorrei che qualcuno stesse intercettando le nostre comunicazioni ... ci sono dei brutti ceffi là fuori."
=^= Ben fatto Finn! =^= Rispose Kenar alzando gli occhi al cielo.
"Per il resto della situazione di cui mi chiedeva informazioni, le passo una persona che è qui vicino a me ..."
"Capitano, sono Carelli. Abbiamo accelerato le riparazioni, ma serve ancora tempo ... i danni sono ingenti."
=^= Quanto tempo ancora!? =^=
"Conto di riavere la nave sufficientemente operativa per recuperarvi entro ventiquattro ore, Signore... stiamo già facendo dei miracoli, più di questo non posso garantirle ..."
=^=Ottimo Carelli, cercheremo di resistere. Continuate così. Kenar chiudo. =^=
Quando sollevò la testa Arjian si trovò di fronte un furioso Lawtoein che lo affrontò verbalmente "Con che coraggio fuggiamo e lasciamo questa gente alla mercé dei Rettiliani?"
"Come ha detto, Guardiamarina!?" rispose Arjian gelido, scandendo accuratamente il grado del suo interlocutore.
I due si erano trovati in sintonia fin dal primo momento in cui si erano conosciuti e questa era la prima volta che si trovavano in contrasto.
Kenar era preoccupato per la Seatiger. La nave aveva bisogno di pesanti riparazioni, non poteva continuare il viaggio alla ricerca di un modo per tornare nel loro universo. E anche l'equipaggio aveva bisogno ristoro, così quel bel pianeta molto simile alla Terra gli era sembrato una manna dal cielo ed aveva deciso di organizzare dei turni di franchigia per l'equipaggio, quindi era sceso sul pianeta col primo turno lasciando la nave nelle mani di Finn e alle premurose cure degli uomini di Carelli.
Il Capitano aveva ben valutato la situazione e gli sembrava di aver raggiunto un porto sicuro dove rimettere in sesto la nave e tirar su il morale provato del suo equipaggio, invece ora stava si trovava lì seduto dentro una grotta a nascondersi dai rettiliani e impossibilitato a tornare a bordo della sua nave. Come se non bastasse, ora il consigliere lo accusava anche di vigliaccheria.
"Probabilmente è stato per così tanto addormentato da non rammentare più che siamo una nave della Federazione e che dobbiamo rispettare la Prima Direttiva?" Lo affrontò deciso Arjian, poi assumendo un tono più calmo, continuò "Dovrebbe ricordare che non possiamo interferire con culture ancora primitive."
"Ma sul pianeta Gisa abbiamo interferito!" insistette Anena.
"Gisa non è un pianeta pre-curvatura come Crovis III. Gisa è l'antico mondo natale dell'Impero ed è stato volutamente mantenuto intatto e privo di tecnologia a curvatura, senza privarlo però delle visite delle navi stellari." Disse Arjian. "Non possiamo interferire con lo sviluppo di Crovis III, dobbiamo solo sperare che se la sappiano cavare da soli..."
Anena sbuffò e agitando la spada disse "Come possono cavarsela contro i rettiliani! I Crovisiani posseggono solo questi stupidi "taglierini". Se solo avessero qualcosa di più utile ... Così verranno sterminati come è toccato a tante altre popolazioni cadute sotto le mire espansionistiche di quei rettiloidi."
Una voce dall'oscurità si aggiunse allo loro "Ha ragione signor Lawtoein, i rettiliani espandono il loro impero conquistando con inaudita ferocia e bramosia pianeti, sistemi, settori di questa galassia. " Jason apparve nel cono di luce creato dal fuoco.
Anena si avvicinò a Jason e aggiunse "Se sono qui non è certo per esplorare nuovi mondi e conoscere nuove civiltà, ma per mettere a ferro e fuoco l'intero pianeta e sottometterlo all'impero. Le loro stupide guerre interne saranno dei giochi da bambino rispetto a ciò che li attende. "
"Quanto tempo crede che gli ci vorrà per espugnare le città, assoggettare le popolazioni di tutti i quattro continenti e radere al suolo i palazzi di questa civiltà!? I Rettiliani hanno un solo imperativo categorico: conquistare ed espandere l'impero."
Kenar non sopportava le ingiustizie e di conseguenza non poteva sopportare che quel pianeta venisse assoggettato con la forza e la sua civiltà cancellata per mano di una un popolo di prepotenti. La Prima Direttiva gli legava le mani, aveva fatto un giuramento ... e comunque anche volendo, non avrebbe potuto reagire senza la sua nave.
La Seatiger era ancora nel pieno degli interventi di riparazione e non poteva che contare sui membri del primo turno che aveva fatto sbarcare e sulle spade replicate per camuffarsi tra le popolazioni di quella città-stato, ma non i phaser che avevano comunque con sé, perché li avrebbero rivelati a quel popolo e ciò sarebbe stata una chiara violazione alla Prima Direttiva.


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08.03 - Quello che siamo

Autore: Tenente Comandante Tkar


Crovis III - Località collinare lontano dalla città di Crakvir
13/03/2398, ore 22:00 - D.S. 75197.03


Il buio era ormai calato all'esterno della grotta e l'aria, che qualche ora prima, gli era sembrata piacevole, si attaccava al suo viso portando umidità e odore di bruciato. Kenar trasse un profondo respiro e si girò verso Quinn e Lawtoein.

"Supponiamo che decidiamo di intervenire," la sua voce era calma, l'espressione del viso estremamente seria, "cosa proponete di fare?"

"Potremmo andare a Crakvir e aiutarli," rispose subito l'ufficiale scientifico, "i rettiliani hanno già infranto qualsiasi necessità di segretezza armando gli attaccanti."

"Oppure potremo cercare di parlare con i rettiliani, abbiamo una sorta di alleanza con loro," suggerì più pacatamente Lawtoein, "potremmo vantare un diritto di precedenza. Eravamo qui prima." Man mano che parlava però, la voce diminuiva di intensità, come fosse sempre meno convinto di quello che diceva.

"Suggerisce un approccio diplomatico quindi."

"Potremmo dire loro che Crovis è sotto la nostra protezione e che abbiamo i mezzi per difenderla." Questa frase, fu pronunciata con riluttanza da Lawtoein, che alla fine scosse la testa dismettendola. Il consigliere si portò una mano sulla testa spettinando ancor di più i capelli.

"Non sanno che la Seatiger al momento non è disponibile," concordò nel frattempo Quinn, non accorgendosi dell'incertezza del compagno, "potrebbe funzionare."

"L'alleanza che abbiamo con loro non è ufficiale, ma ammettiamo che i rettiliani ci diano retta e che si ritirino, cosa suggerite di fare poi?" Kenar si assicurò di mantenere un tono di voce impassibile, senza tradire cosa pensasse veramente.

"Lasciamo che Crovis si sviluppi da sola."

"Quindi, signor Quinn, sta dicendo che dovremmo finire le nostre rilevazioni e andarcene lasciando il pianeta, ignorando il fatto che i rettiliani abbiano già introdotto della tecnologia che di fatto altererà il naturale progresso della popolazione?"

"Beh, no signore. Potremmo eliminare la tecnologia introdotta, così non bruceranno i tempi." Quinn guardò Lawtoein in cerca di aiuto, ma il consigliere, per tutta risposta, scosse rapidamente la testa.

"È una soluzione," annuì Kenar osservando Lawtoein. Un impercettibile sorriso gli comparve sulle labbra, per poi sparire quando si rivolse a Quinn. "Naturalmente dovremmo trovare un modo di proteggere il pianeta da eventuali altre spedizioni. Per quanto tempo pensa che dovremmo restare qui a impedire che i rettiliani o qualsiasi altra specie tornino? Un anno? Dieci? Di più? Non abbiamo certo i mezzi della flotta stellare a supportarci, quindi è un lavoro che dovremmo fare noi, non crede?"

Quinn non rispose, improvvisamente silenzioso come il consigliere sul cui viso era comparso un sorriso sbieco.

"Anche siamo lontano da 'casa', abbiamo fatto un giuramento e non rispettarlo significherebbe venire meno ai principi fondamentali della Flotta Stellare."

"Esatto consigliere," confermò Kenar, "e cosa sarebbe di noi se venissimo meno ai nostri principi?"

"L'imperatore Jtrrertr è nostro alleato è vero," Lawtoein sollevò la testa a guardare la parte superiore della grotta, arricciò il naso e poi si girò verso Quinn, "ma non ufficialmente, quindi non può intervenire a nostro favore a meno che non ci sia una valida giustificazione. E noi non possiamo intervenire perché andremmo contro a tutto quello in cui crediamo. La distanza dalla Federazione non è una giustificazione."

Kenar annuì. "Esattamente."

In quel momento all'ingresso della grotta comparvero delle figure.

Crovis III - Isola del Mare Egerdus a 500 km da Crakvir
13/03/2398 ore 23:05 - D.S. 75197.15


Spostare tutti in una posizione più riparata non era stato facile.

Innanzitutto avevano dovuto richiamare tutto il personale che era sulla spiaggia o a fare il bagno, poi avevano dovuto raccogliere in fretta l'equipaggiamento indispensabile e lasciare indietro il resto. Non c'era stato decisamente tempo per smontare le tende.

Calvi e Tkar erano abituati a lavorare assieme ed erano perciò bastate poche frasi per mettere in atto un piano e dividersi i compiti. I membri dell'equipaggio della Seatiger che erano sull'isola si erano rapidamente messi al lavoro sotto la loro direzione e in pochi minuti avevano abbandonato la loro postazione.

Si erano addentrati verso il centro dell'isola, sperando di avere il tempo per trovare un riparo che impedisse ai rettiliani di trovarli.

Avevano interrotto ogni comunicazione con l'astronave e con il gruppo del capitano e spento qualsiasi strumento che potesse essere intercettato. Sapevano che era rischioso, ma Tkar e Calvi avevano ritenuto prioritaria la sicurezza.

Dopo venti minuti di cammino, il dottor Bruce aveva richiamato l'attenzione di Tkar. In mano aveva il tricorder impostato in modalità passiva e l'aveva mostrato al comandante.

"Cosa sto guardando?"
"Alberi."

Lo sguardo che Tkar aveva rivolto a Bruce aveva fatto piangere ufficiali di esperienza. Il medico invece aveva roteato gli occhi e gli aveva indicato i dati impaziente.

"Sono dati sugli alberi."
"Esatto! E nient'altro!" L'esclamazione di Bruce aveva suscitato un 'shhhhh!' da parte di Calvi che li aveva raggiunti. Sbuffando il medico abbassò la voce, "c'è qualcosa che impedisce alle mie scansioni di arrivare all'esterno, è come se questa foresta fosse una sorta di barriera."

L'entusiasmo di Bruce era stata accolto dall'espressione impassibile di Tkar. Calvi, che aveva anni di esperienza di lavoro con il comandante, aveva saputo invece interpretarla. "Quindi siamo protetti da eventuali scansioni? E le comunicazioni? Eventuale teletrasporto?"

"Sono un medico, non un ingegnere." Aveva risposto Bruce.
"Cosa c'è nelle piante che ci protegge?"
"Sono un medico, non un ufficiale scientifico."

"Beh dottore, se i rettiliani non ci rilevano, altrettanto non riuscirà a fare la Seatiger. Quindi, come facciamo a sapere come tornare?"

Bruce guardò Calvi, aveva sbattuto un paio di volte le palpebre poi si era girato verso il resto del gruppo. "Mi servono un ingegnere, uno scienziato e qualcuno delle operazioni!"

"Se non ci rilevano, potrebbero venire a cercarci a piedi."

Il commento di Calvi era stato seguito dall'annuire di Tkar. Non c'era bisogno che il capo della sicurezza gli spiegasse l'importanza di tenere d'occhio i rettiliani. Si erano perciò dati da fare per organizzare un gruppo di osservazione."


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08.04 - La grotta di cobalto

Autore: Capitano Arjian Kenar Geran


Crovis III - Località collinare lontano dalla città di Crakvir
13/03/2398, ore 23:59 - D.S. 75197.26


Tre silhouette erano apparse nel nulla stagliandosi contro il cielo notturno crovisiano, illuminato dalla maggiore delle sue lune e incorniciato dall'arco con cui la caverna si apriva al di fuori della collina.

"Kiu donas rajton kirletmeye malobservi yeri kirletmeye!?"

La domanda echeggiò solennemente all'interno dell'ambiente in cui i tre uomini della Seatiger avevano trovato riparo, ma che ancora non avevano avuto modo di esplorare approfonditamente.

"Non sono rettiliani," Osservò Queen bisbigliando agli altri due compagni "altrimenti il traduttore universale avrebbe funzionato, probabilmente sono indigeni..."

"Indigeni non molto entusiasti di averci come ospiti, a giudicare dal tono..."

"Rimanete immobili," Ordinò Kenar sempre bisbigliando e interrompendo Lawtoein "cercherò di parlargli... nella speranza che il traduttore riesca almeno a non far passare il mio messaggio come una imperdonabile offesa per la loro cultura."

"Cevap! Kiu donas rajton kirletmeye malobservi yeri kirletmeye!?"

La domanda si fece ancora più pressante di prima.

"Salute!" Esordì Kiron, alzando lentamente una mano in segno di saluto "Siamo dei viandanti..."

Dopo un rapido confronto con le altre due figure che si ergevano ai suoi lati, la figura centrale varcò lentamente e claudicante l'ingresso della caverna aiutandosi con un alto bastone con cui accompagnava il suo passo incerto.

"Kiu donas rajton kirletmeye malobservi...questo sacro luogo!?"

Il traduttore universale sembrò finalmente iniziare a modularsi correttamente: dalle prime parole che riuscì a tradurre, Kenar e i suoi compagni intuirono di aver violato una zona offlimits per quelli che, con una sempre più alta probabilità, erano degli indigeni e che avevano ora l'aria di essere una sorta di sciamani o di sacerdoti.

"Scusateci! Non era nostra intenzione violare la sacralità di questo luogo...ne ignoravamo l'importanza e avendo la necessità di passare la notte, abbiamo cercato riparo qui."

La figura centrale riprese ad avanzare lentamente nella loro direzione, seguito a breve distanza dalle altre due, e mano mano che avanzavano la luce tremolante del fuoco cominciava a rilevare dettagli delle loro vesti e dei loro volti.

L'altezza di quegli umanoidi era decisamente maggiore rispetto ai tre ufficiali della Flotta, la figura centrale rispetto alle altre due lo era anche di più, considerando che nel suo incedere appariva essere anche po' ricurva, probabilmente perché più anziana. Della corporatura era invece difficile farsi un'idea giacché un sacco con cappuccio di un materiale simil-juta gli cadeva addosso abbondante appiattendone ogni forma. Giusto le spalle sembravano essere particolarmente sostenute, almeno quelle dei due accompagnatori, segno di un certo vigore fisico e di un età più giovane.
Del volto si percepiva appena mento e guance glabre tali da ricordare il manto gommoso dei gatti terrestri Sphynx, un naso appena pronunciato e degli occhi che riflettevano la poca luce che illuminava la caverna, probabilmente un dono evolutivo che li aveva resi adatti alla visione notturna.

Questi dettagli fisici che ora riuscivano a cogliere insospettirono l'Ufficiale Scientifico Queen.

"Non sono rettiliani, ma non sono nemmeno della stessa razza dei crovisiani che abbiamo osservato..."

"E la situazione si complica..." commentò sottovoce Lawtoein accortosi che intanto altre silhouette iniziavano ad apparire all'ingresso della cavità.

"Un problema alla volta" mugugnò Kenar avvicinandosi cautamente verso i loro ospiti.

"Siamo viandanti di passaggio in queste sacre terre." Chiarì nuovamente Kenar "Ci siamo accampati qui per passare la notte, ma alle prime luci del giorno riprenderemo il nostro viaggio...Voi siete della città di Crakvir?"

L'umanoide apparentemente più anziano si fermò e così all'unisono si arrestarono anche i suoi accompagnatori.

"Tu" puntando il bastone nodoso verso Kenar, il più vicino dei tre "Non ho mai conosciuto una specie come la tua ...e come quella che accogli dentro di te."

Kenar rimase colpito da quelle parole e si chiese come avesse fatto quell'umanoide a intuire la sua natura senza avere con sé alcuno strumento con cui analizzarlo.

*Che appartenga ad una razza telepatica?* Si chiese tra sé *Oppure più semplicemente ci stanno tenendo d'occhio da un po'?!*

"Quante vite!" Proseguì l'anziano "Quante esperienze! Quanta conoscenza! Vorremmo aggiungerle alle nostre ..."

Kenar non fece in tempo a pronunciare alcunché che il bastone indicava ora il Consigliere.

"E tu! Tu, che hai viaggiato nello spazio e nel tempo ... E tu!" indicando stavolta l'Ufficiale Scientifico "Tu, che raccogli il meglio di due mondi...logica ed emozioni..."

"Chi sei tu che vedi così in profondità?!?" Lo incalzò Kenar incuriosito dalla sua abilità di percepire così tanto con il solo sguardo "Chi sei tu che scruti l'essenza del nostro essere?!?"

L'umanoide accennò un sorriso enigmatico, ma non rispose.

Mentre i due accompagnatori gli si avvicinarono ognuno posando una mano sulla spalla come se stessero creando un contatto, l'umanoide al centro alzò le braccia sopra la propria testa e dalla punta del bastone che stringeva fra le sue mani un fascio di luce cobalto pulsò per tre volte, diffondendosi a 360 gradi in tutta la grotta.

Per tre frazioni di secondo Anena vide numerose celle color cobalto comporre le pareti che li circondavano...un grande alveare nascosto fino a quel momento alla loro vista. Subito dopo come una pesante cappa, l'incoscienza calò su di lui e i suoi compagni avvolgendoli tutti e tre nel torpore e nell'oscurità.


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08.05 - Crovis vi proteggerà

Autore: Tenente Anna Maria Calvi

Crovis III
Luogo sconosciuto
14/ 03/2398 Ore 02.30


Anena fu il primo a svegliarsi: aprì gli occhi e si appoggiò sui gomiti guardandosi intorno. Non era più nella grotta di cristalli: era su un lettino, essenziale nella struttura, ma confortevole cosi come i compagni, sdraiati su letti uguali, tutti e tre disposti lungo le pareti di una spoglia stanza quadrangolare, senza finestre e con un'unica porta situata sulla parete opposta a dove era Anena. Al centro della stanza un tavolo con quattro sedie altrettanto semplici sul quale erano appoggiate le loro cose. L'illuminazione era calda, come il colore giallo ocra delle pareti e dava un piacevole senso di comfort all'ambiente. Sentendo Queen muoversi, si alzò per avvicinarsi al suo letto.
"Ehi, tutto bene?"
Con uno scatto Queen si mise seduto e dopo un'istante rispose:
"Tutto nella norma. Dove siamo?" Disse alzandosi e andando a controllare i loro strumenti sul tavolo.
"Non saprei, mi sono appena svegliato. " e si avvicinò al letto dove il Capitano era disteso, scuotendolo leggermente per svegliarlo.
"Kenar svegliati"
Il trill aprì gli occhi con circospezione ispezionando quello che lo circondava.
Si alzò e chiese:
"State bene?"
"Si Signore e gli strumenti sembrano funzionare. Non capisco perché ci abbiano storditi!" Rispose l'ufficiale scientifico.
"Forse volevano informazioni su di noi senza il rischio di incontrare una qualche resistenza da parte nostra. " rispose il Consigliere.
"E il fatto che ci abbiano lasciato i nostri comunicatori può significare che abbiamo passato l'esame." Continuò il Capitano.
Quasi non finì di parlare che la porta si aprì e le tre alte figure che avevano visto nella grotta entrarono.
Questa volta non avevano i cappucci a nascondere parzialmente i volti e la luce della stanza permetteva una visione precisa. Erano sicuramente una razza sconosciuta per Kenar e i suoi uomini e quasi certamente non autoctona del pianeta. Fu ancora l'anziano a prendere la parola.
"Scusate se abbiamo dovuto addormentarvi, ma dovevamo essere certi che non apparteniate agli esseri che stanno invadendo Crovis e influenzando la naturale evoluzione dei suoi abitanti. Abbiamo analizzato le memorie delle vostre apparecchiature e ora siamo certi delle vostre intenzioni. Vi stiamo seguendo da quando siete sbarcati e stavamo per contattarvi: sono secoli che non abbiamo contatti con una cultura avanzata! Quando però sono arrivati i Rettiliani, è così che li chiamate mi pare, temevamo che voi foste una specie di testa di ponte per l'invasione. Vedendo poi che vi nascondevate da loro, abbiamo deciso di procedere al contatto."
"Mi fa piacere che sia chiaro che le nostre intenzioni sono pacifiche, ma voi, adesso, sapete chi siamo noi, anche se pensavo che con le sue capacità telepatiche l'avesse già capito al nostro primo incontro. Ora sarebbe cortese se ci dicesse chi siete voi !" Disse Kenar.
"Ha ragione Capitano " rispose l'anziano " io sono Fertus e loro i miei fratelli Lorras e Lehna. Veniamo da un pianeta ormai morto e siamo giunti fino a qui come esploratori. Purtroppo il nostro sole è esploso improvvisamente e noi, e i nostri compagni di viaggio, temo siamo gli unici sopravvissuti al disastro. È vero alcuni di noi hanno il dono della telepatia, ma preferiamo non usarla su esseri incoscienti o non accondiscendenti. "
"Nella grotta però non avete avuto questi scrupoli?" Ribatté Anena .
"È vero, ma ho effettuato una lettura superficiale, solo per capire se mi potevo fidare della prima impressione che avevo avuto su di voi."
"Da quanto tempo siete su questo pianeta? E perché vi siete fermati qui?" Chiese incuriosito Queen.
"Secondo la vostra misurazione del tempo, sono quasi mille anni che siamo qua ed è stato il particolare ecosistema del pianeta a convincerci a fermarci."
"Ma all'epoca gli abitanti nativi di Crovis avevano già sviluppato una primitiva forma di civiltà!"
"È per questo che ci siamo installati nel sottosuolo: siamo esattamente sotto la grotta dove vi siete rifugiati. Non abbiamo interferito con lo sviluppo dei nativi. Purtroppo tutte le nostre precauzioni sono state inutili, i rettiliani in poche ore hanno spazzato via secoli di evoluzione !"
"Si, li conosciamo e purtroppo i loro metodi di annessione non tengono conto del livello di sviluppo dei popoli che incontrano!"
"Mi tolga una curiosità Fertus, cosa sono quelle celle che ho visto prima di perdere coscienza? Mi sembrava un luogo importante per voi." Chiese il Consigliere, a cui quella immagine era rimasta impressa.
Fertus si guardò coi suoi fratelli, come per avere il permesso di continuare, poi rispose:
"Quella è la camera d'incubazione. In quel luogo, che è un nodo focale d'energia del pianeta, i nostri figli aspettano il momento di nascere."
"È davvero un luogo sacro per voi! Ci spiace non lo sapevamo."
"Tranquillo Capitano, come avete visto, eravamo pronti a difenderlo. Li avremmo svegliati una volta che i Crovisiani avessero raggiunto un grado di cultura tale che l'incontro con una civiltà come la nostra, sarebbe stata accettata senza problemi. A questo punto tutti i nostri riguardi per salvaguardarli da contaminazione culturale sono stati inutili."
"Purtroppo è vero. Fertus ho altri uomini atterrati su questo pianeta e temo per la loro sicurezza: i rettiliani non sono decisamente nostri amici !"
"Stia tranquillo Capitano, Crovis li proteggerà!"



Crovis III
Isola del mare Egertus a 500 km da Crakvir
14/03/2398 Ore 04.30


La notte era passata in relativa tranquillità e il clima caldo della stagione aveva concesso agli uomini della Seatiger di poter dormire all'aperto e la leggera brezza che faceva stormire le foglie degli alberi che offrivano loro riparo, aveva avuto il potere di calmarli, quasi come una ninna nanna. Un altro strano effetto di quel posto.
Alle prime luci dell'alba Calvi si svegliò e, silenziosa come solo lei sapeva essere, s'addentrò nella foresta verso i posti di guardia che aveva messo: nessuno aveva niente da segnalare e i suoi personali ricettori di pericolo tacevano. Sicuramente i rettiliani non avevano osato affrontare una ricerca al buio, in una zona potenzialmente ostile, senza potersi avvalere dell'uso dei sensori. Il gruppo più vicino alla spiaggia dove avevano abbandonato tende e tutto ciò che non era trasportabile, aveva potuto vedere i movimenti degli invasori. Erano arrivati con due navette, ma solo una era atterrata: erano usciti 5 soldati che avevano esplorato l'accampamento abbandonato, per poi tornare a rifugiarsi all'interno della loro navetta.
*Sicuramente avevano deciso di continuare le ricerche alla luce del giorno* pensò Anna *è la soluzione che avrei adottato anch'io.*
"Continuate a tenerli d'occhio, ma attenti a non farvi scoprire. Torno dagli altri a riferire la situazione attuale, voglio però che avvertiate subito se ci fossero dei cambiamenti o se doveste scoprire informazioni interessanti, specie sul numero esatto dei componenti della squadra rettiliana. Se fossero davvero solo in 5..." disse il Capo della Sicurezza e si allontanò dagli uomini di guardia silenziosa come era arrivata.



Crovis III
Isola del mare Egertus a 500 km da Crakvir - navetta Impero rettiliano
14/03/2398 Ore 05.00


Angor era il comandante della squadra di ricerca, appartenente alla specie dei mammiferi, così come tutta la squadra ai suoi ordini. Dopo anni di onorato servizio era stato rimosso dal suo ruolo di Capo delle guardie della Guellars per far posto al giovane figlio di un rettile molto influente nel consiglio imperiale e adesso si occupava di missioni minori, delle quali anche un semplice soldato se ne sarebbe potuto occupare senza la sua supervisione, ma quel piccolo bastardello di un rettile si divertiva ad umiliarlo.
Adesso erano bloccati su questa isola, dove erano evidenti le tracce che gli occupanti di quel campo base alieno erano fuggiti a gambe levate, non appena avevano rilevato il loro segnale. Non c'erano segni di vita, solo una vegetazione rigogliosa in cui era meglio non addentrarsi al buio. Se fosse stato per lui non ci avrebbe perso troppo tempo, ma gli era stato ordinato di esplorare l'isola ed è quello che avrebbe fatto, non appena il sole si fosse alzato ad illuminare la giornata. Guardò fuori dalla navetta: il sole stava sorgendo dal mare, dando all'acqua un riflesso rosato che si rifletteva sul cielo, riportandolo al suo pianeta natale e al sogno di tornarci presto.
Cominciò a svegliare i suoi uomini, prendendo una razione di cibo e una bevanda calda e corroborante per svegliarsi meglio. Aprì il portello della navetta ed uscì sulla spiaggia: l'aria era tersa e i raggi del sole caldi, già a quell'ora, facevano intuire, che sarebbe stata una giornata torrida. Si girò a guardare la fitta foresta.
*Certo che potrebbe essere un valido rifugio!* pensò Angor *Vabbè se trovo tracce che si sono inoltrati all'interno continuo le ricerche, altrimenti torno alla nave! Che venga Huwer a cercarsi i suoi preziosi alieni!* e finì di bere la bevanda calda e tornò sulla navetta per organizzare il tutto.


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08.06 - Year One

Autore: Tenente Comandante Droxine Carelli


Crovis III - Grotte di Cobalto - 14/03/2398 ore 8:30 D.S. 75198.23


Arjan si riscosse dalle sue elucubrazioni.
Erano state fornite loro delle stanze in cui riposare qualche ora e lavarsi.
Lui non aveva dormito molto. Ma la doccia, con vera acqua, era stata molto gradita.
Pensò come si erano lasciati con Fertus poco prima.

"Suvvia capitano. Non è certo mia intenzione essere criptico. Siete stanchi ed affamati. Riposatevi, lavatevi. Continueremo la conversazione attorno ad un tavolo imbandito."

L'essere non gli trasmetteva vibrazioni negative, ma di fatto erano stati sedati e rapiti.
Lui avrebbe agito molto diversamente?
Scosse la testa. Allo stato dei fatti si trattava di considerazioni sterili.
Per adesso avrebbe lasciato al suo ospite il beneficio del dubbio.
Uscì di stanza nel medesimo momento di Anena.

"Salve guardiamarina."

Anena lo salutò con un cenno della testa.

"Capitano..."

Nelle stanze avevano trovato una scelta di abiti puliti. Non particolarmente ricercati, ma si sicuro di fattura più raffinata rispetto a quelli che portavano prima.
Il capitano aveva optato per dei sobri pantaloni e maglia scuri.
Anena aveva ovviamente scelto i vestiti più colorati che aveva trovato. Maniche e pantaloni avevano tutti colori diversi su una base nera. Sembrava un arcobaleno semovente.
Nel complesso era un effetto piuttosto gradevole.
Arjan rifletté che con il tempo stava acquisendo un gusto rispetto l'abbigliamento del consigliere.

"Signor Lawtoein, vorrei chiederle un'opinione riguardo i nostri ospiti."
"Be', capitano ... di sicuro non sembrano ostili. Riguardo il nostro ospite, Fertus... mi dà l'idea di un uomo che è stato solo troppo tempo. Ha fame di socialità e convivialità. Per ora oltre lui abbiamo visto solo i suoi compagni. I quali non hanno spiccicato parola."

Arjan annuì.
"Ero arrivato alle stesse conclusioni. Cosa consiglia?"
"Lasciamolo parlare. Sicuramente avrà i suoi piani ed i suoi obiettivi, ma una lingua sciolta è sempre una buona sorgente di informazioni."
"Concordo."

Anche Jason usci dalla propria stanza e si unì ai due.
Dopo i saluti di rito si avviarono verso la sala da pranzo.

Crovis III - L'isola - nello stesso momento.


Anna si fece strada nella fitta vegetazione tropicale. Era stanca, accaldata e piena di graffi.
Il cielo si era rannuvolato in un attimo e sembrava una parete di roccia grigia. Ovviamente questo non aveva alleviato minimamente il caldo e l'umidità. Lei e T'Kar stavano seguendo il manipolo di rettili da ore, attenti a non farsi scoprire. Anna li maledisse. Sembravano instancabili. Probabilmente il caldo soffocante metteva i sangue freddo di buon umore.
Per loro fortuna si erano mossi in direzione opposta rispetto all'accampamento dei federali.
Per sfortuna avevano trovato il villaggio: si trattava di un piccolo villaggio di pescatori.
Era difficile attraversare l'isola fino all'accampamento a causa della vegetazione e dei costoni rocciosi. Una riva piena di scogli scoraggiavano l'avvicinamento delle barche da pesca.
Per questo avevano scelto quel luogo. Le si strinse il cuore quando vide i rettili entrare nel villaggio con le armi spianate.
Quella gente avrebbe pagato la bramosia di un bagno al mare dell'equipaggio della Seatiger?
Strinse i denti e fece cenno verso il villaggio a T'Kar.
Il vulcaniano le lanciò uno sguardo preoccupato. Tenere d'occhio gli invasori era tattica di base. È importante non farsi scoprire ma ancora più importante tenere sotto controllo gli avversari. Tuttavia temeva l'emotività dell'umana. Anna lesse tutto questo nello sguardo. Lo ignorò e prosegui verso il villaggio.

Crovis III - Grotte di Cobalto - 14/03/2398 in quel momento


Fertus li accolse in sala da pranzo con un sorriso smagliante. Arjan notò che era solo. Segno che non voleva i suoi compagni musoni tra i piedi. Meglio. La "sala da pranzo" doveva essere in realtà un refettorio. Dall'aria grigia e triste come tutti i refettori.Per ravvivare l'ambiente era stato fatto posto per un tavolo rotondo di vero legno vivo. Ottimo per non mettere nessuno a capotavola.
Il suddetto tavolo era imbandito di varie pietanze. Elaborate ma non troppo, adatte per essere mangiate a buffet libero.
Non troppo formale non troppo informale. Fertus li aveva studiati bene.
Anche passare il pane crea un legame tra i commensali.
Presero posto ed iniziarono a mangiare con gusto. Fertus, dopo aver mangiato un boccone di varie pietanze (atto diplomatico per dimostrare la non tossicità del cibo), prese la parola.

"Bene capitano. Come promesso cercherò ora di spiegare la situazione."
Prese un sorso da un piccolo boccale di vetro istoriato e si schiarì la voce.

"Vede, come ho detto il nostro pianeta non esiste più. È molto probabile che siamo gli ultimi della nostra specie. Le incubatrici presenti in queste grotte sono l'unica cosa che ci separa dall'estinzione."
Fertus fece una pausa ad effetto.

"Ma perché portarle proprio qui? Di tutti i pianeti a cui avevano accesso perché un pianeta così primitivo? La risposta sta nella nostra singolare fisiologia. Vede, capitano, nelle profondità della crosta del nostro pianeta si erano formati giacimenti di un particolare cristallo psicoattivo. La mia
razza si è evoluta in funzione di esso. Ci sono necessari per un corretto sviluppo psichico. In loro assenza la crescita mentale di un giovane individuo sarà incompleta. In qualche misura mutilata. Uguali nel corpo ma non nell'anima. Ebbene: in questo pianeta sono presenti delle formazioni cristalline analoghe a quelle del nostro pianeta madre. Ecco il motivo della nostra scelta."

Crovis III - L'isola - nello stesso momento.


Anna faceva strada tra le viuzze delle poche case di legno. Si stava avvicinando troppo.
Quanto erano efficienti i sensori dei rettili?
Quanto avrebbe retto la loro copertura a questa distanza?
Ed a parte quello, era un aliena tra quella gente. Peggio: in quel piccolo villaggio probabilmente si conoscevano tutti. Non poteva mescolarsi tra di loro. Se avesse spaventato qualcuno avrebbero messo in allarme involontariamente i rettili. Si guardò attorno. Notò solo in quel momento che le case erano addobbate con rozzi nastrini e bandierine.
Forse era in corso una qualche celebrazione? Una festa paesana?
Scrutando da dietro l'angolo vide che i pescatori si stavano dirigendo in massa verso la piazza. Alcuni avevano delle maschere sul volto. Anna prese la palla al balzo. Rubò due maschere a caso che trovò in un porticato e me porse una a T'Kar. L'altra se la pose sul viso. Era un semplice ovale liscio da legare dietro la testa con un cordino. Su si essa, con pittura rossa, era
raffigurato in modo stilizzato il muso di un qualche animale. Un felino, apparentemente.
Iniziarono a cadere le prime gocce di pioggia.
Anna si incamminò verso la piazza seguita dal vulcaniano.

Crovis III - Grotte di Cobalto - 14/03/2398 in quel momento


"Ma c'è di più, capitano."
Continuò Fertus. Adorava essere circondato da gente che pendeva dalle sue labbra. E qui ne aveva.

"I crovisani, come noi, sono stati influenzati nella loro evoluzione dai cristalli.
Sono simili a noi. La mia gente dentro le incubatrici è stata esposta ai cristalli per centinaia di anni. Stanno sviluppando una legame profondo con questo pianeta. Quando i crovisani saranno abbastanza sviluppati e ci presenteremo a loro, saremo crovisani. Se non biologicamente almeno spiritualmente."

Crovis III - L'isola - nello stesso momento.


Nella piazza c'era un piccolo palco di legno. Probabilmente ci si sarebbe dovuta svolgere qualche rappresentazione. Ora ci si stava svolgendo un dramma. I rettili tenevano a bada la gente con le armi. Quello che evidentemente era il capo stava minacciando un vecchio autoctono. Forse il capo villaggio.
La pioggia aveva iniziato a cadere forte nascondendo le parole. Il traduttore le portava solo qualche frammento di conversazione.

"portare... nascondete... subito..."
Non era difficile intuire il senso.

Crovis III - Grotte di Cobalto - 14/03/2398 in quel momento


"Per quanto riguarda poi la mia affermazione sibillina. 'Crovis li proteggerà' ..."
Fertus fece un sorriso sornione, rivolto soprattutto a sé stesso.

"Mi sia atto di un certo talento teatrale, capitano."
Bevve un altro sorso.

"I cristalli non hanno grande effetto nella vita di tutti i giorni, ci sono guerre, atti di giustizia ed ingiustizia come ovunque nell'universo. Però i crovisiani ad un certo livello nella loro mente, oserei dire nella loro anima, sono uniti. Si può
dire che Crovis ed i crovisani siano un tutto unico."

Crovis III - L'isola - nello stesso momento.


Accadde in un battito di ciglia. Il comandante dei rettili colpì con il calcio della pistola il vecchio che finì riverso a terra. Una bambina, accanto ad Anna.
Sfuggì dalle braccia della madre correndo verso il palco.
"Nonno!"
Anna vide l'azione al rallentatore.
La bambina che correva.
Il soldato rettile che, allarmato dal movimento alzava il fucile.

"NO!"
L'urlo era il suo. Si lanciò avanti.
Ad onor del vero il suo proposito era di spostare la bambina dalla traiettoria del raggio mortale. Non di farle scudo con il suo corpo. Ma era troppo lenta. Non c'era semplicemente tempo.
Il raggio la colpì al petto carbonizzando completamente la cassa toracica.
Fu così che Anna Maria Calvi morì. Un fagotto bruciacchiato lavato dalla pioggia di un mondo alieno.

"* Vede, capitano. Quando ad un grande atto di ingiustizia si contrappone un
grande atto di giustizia il pianeta SENTE... *"

Dopo un attimo di silenzio attonito la folla iniziò ad urlare.
Il comandante Angor strillò secchi ordini.

"Nessuno si muova. Chiunque lasci la piazza verrà giustiziato! "
I soldati agitarono le armi sparando raggi rossi in aria per intimidire gli autoctoni.
Ma ormai il panico serpeggiava.

"* ...e RISPONDE... *"

Poi, all'improvviso ci fu silenzio. Angor annuì soddisfatto. Poi notò che gli sguardi di tutti erano rivolti dietro di lui.
Si girò.

"* ...ed è così... *"

La donna che i suoi uomini avevano abbattuto era in piedi. Il che era impossibile. Aveva visto chiaramente che era stata colpita in pieno. Ed infatti il suo petto era una massa annerita. La figura mascherata portò la mano al torace e grattò via un pezzetto di carne carbonizzata. Rivelando la pelle rosea ed intatta sottostante. Il viso mascherato si inclinò in un gesto di sorpresa.

"* ...che... *"

La bambina guardandola con gli occhi sgranati sussurrò due parole
"Lao-Ma..."

Poi lo lo disse ancora, con voce più decisa.
"Lao-Ma!"

Angor urlò ai suoi uomini.
"Abbattetela! Armi a massima potenza!"
Anna fu raggiunta da almeno tre raggi mortali. Cadde ancora.
Ma solo in ginocchio. Si rialzò lentamente mentre la pioggia disegnava rivoli sulla sua maschera.

"* ...nascono... *"

Ormai tutti stavano inneggiando la figura mascherata.

"LAO-MA!"
"LAO-MA!"
"LAO-MA!"

Le voci rimbombavano come una sola.
Angor guardava incredulo. Quella potenza avrebbe dovuto intaccare uno scafo di duranio.
Alzò anche lui la sua pistola.
Anna decise di averne abbastanza.
Nessuno riuscì a vedere il movimento.
Semplicemente un attimo Anna era a cinque o sei metri di distanza. Il successivo teneva sollevato il comandante dei rettili tenendolo per il collo. Con una mano sola.
La pistola giaceva innocua per terra stritolata.
Un fulmine scelse quel omento per squarciare il cielo. Il tuono scosse il villaggio.

"* ...gli eroi... *"

Anna sentiva sotto le dita la trachea del rettile. Così seducentemente fragile...sarebbe bastato stringere. Solo un poco.

"LAO-MA!"
"LAO-MA!"
"LAO-MA!"
"LAO-MA!"
"LAO-MA!"
"LAO-MA!"
"LAO-MA!"

Il traduttore di Anna era finito disintegrato assieme a... be', lei. Quindi non aveva modo di sapere cosa significasse. Solo in seguito avrebbe scoperto che una libera traduzione avrebbe potuto essere 'Tigre Rossa'.
Guardò la folla. In mezzo ad essa la figura mascherata di T'Kar la guardava. Con intensità.
Fece un sorriso da sotto la maschera ed allargò le dita. Il comandante rettile
cadde a terra tossendo e sputacchiando in cerca di ossigeno.

Crovis III - Grotte di Cobalto - 14/03/2398 in quel momento



Fertus prese una fetta di pane, lo intinse in una salsa arancione e diede un morso,
occhieggiando il suo pubblico ammutolito.
Poi si bloccò per un attimo, come ascoltando un suono che solo lui poteva sentire.
"Oh... ci siamo..."


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08.07 - Unica mente

Autore: Comandante Dewey Finn


Crovis III - Grotte di Cobalto
14/03/2398 ore 8:30 - D.S. 75198.23


Gli uomini della Seatiger si guardarono l'un l'altro confusi.
"Esattamente cosa sarebbe successo?" chiese Kenar dopo aver lanciato un'occhiata al Consigliere.

"Ah! Scusate, ammetto di essere stato un po' criptico" riprese Fertus con un sorriso "Come vi ho detto la nostra razza, e gli stessi crovisiani, tramite la connessione con i cristalli, maturano psichicamente. I crovisiani ancora non se ne rendono conto, se non casi rari, ma possono percepire tutti quelli che sono collegati come loro. Noi siamo ormai esperti in questo e riusciamo a sfruttare al meglio questa caratteristica, per questo riesco a percepire tutto quello che accade attorno a noi."

"Intende dire che potrebbe percepire anche quello che accade dall'altra parte del pianeta?" chiese Anena stupito.

"Certamente. Non è facile da spiegare, non posso vedere o parlare con qualcuno a distanza... si tratta più che altro di input psichici che i nostri cervelli, ormai allenati, riescono a convertire in informazioni. Per questo so che i vostri amici si sono appena imbattuti in una forza nemica e qualcosa è cambiato in uno di loro."

"Cosa intende esattamente? Qualcuno è rimasto ferito?" chiese Kenar allarmato.

"Non esattamente... dicendovi che noi e tutti gli abitanti di Crovis, siamo connessi tramite i cristalli, ho tralasciato un particolare. I cristalli fungono da interscambio di informazioni psichiche e diventano attivi assorbendo tutti i nostri pensieri e le nostre emozioni..."

"Quei cristalli sono come un serbatoio che incamera energia e dalla quale voi attingete. Immagino che, come voi, anche piante e animali, essendo influenzati allo stesso modo siano un tutt'uno... ma così tanta energia psichica." Lo sguardo dell'ufficiale scientifico parve perdersi nel vuoto, come se fosse intento a calcolare qualcosa di estremamente complesso.

Fertus sorrise.

"Qualcuno potrebbe spiegare anche al resto della classe?" chiese Anena

"So che è difficile da credere, signor Queen, ma quello a cui sta pensando è esatto." lo incito Fertus con un sorriso.

"Signor Queen?" il capitano della Seatiger si aggiunse alla conversazione.

"Signore... non posso dirlo con certezza, ma grazie ai cristalli e alla quantità di energia psichica che ha assorbito... credo che il pianeta sia cosciente."

Crovis III - L'isola
14/03/2398 ore 9:35 - D.S. 75198.35


Gli imperiali si erano ormai ritirati in gran fretta, trascinando con sé il loro comandante tramortito. Nel villaggio la paura aveva lasciato posto all'esultanza, tutti si stringevano attorno ad Anna che ancora sembrava palpitare di energia.

"Tenente? Sta bene?" la voce di Tkar era titubante, la mano appoggiata al phaser nella sua fondina... anche se, visto quello che era successo, dubitava che potesse servire a molto.

"Io... si credo di si." Anna sembrava ancora sconvolta si guardava le mani confusa "Cos'è successo Comandante?"

"Lei era morta..." commentò il dottor Bruce avvicinandosi immediatamente alla giovane, pareva non condividere le paure dell'ufficiale tattico.

Le mani di Symon toccarono la pelle intatta dell'ufficiale della sicurezza attraverso il buco bruciacchiato provocato dall'arma "Impossibile... come si sente?"

"Io... bene credo, anche se non ho idea di cosa sia accaduto." rispose Anna scuotendo la testa cercando di allontanare la popolazione che cercava di toccarla come per ricevere una benedizione.

"Si ricorda cos'è accaduto?" chiese Tkar

"Si e no... ricordo di essermi buttata per spostare la bambina e di essermi presa in pieno il raggio di quell'arma, ma quello che è successo dopo... è come se tutto si fosse svolto troppo velocemente per capire. O forse sono ancora frastornata... che è successo di preciso?"

"È stata colpita in pieno da un raggio disgregatore, al posto del suo torace c'era un buco talmente grande da poterci passare il braccio dentro. Poi lei si è alzata, il buco era sparito, le hanno sparato ancora ma senza successo e a quel punto è sparita da dove si trovava ed è riapparsa davanti al loro comandante, ha strappato di mano al rettile la sua pistola e l'ha accartocciata come se fosse una lattina poi ha sollevato il tipo con una sola mano prendendolo per la gola e..." il dottor Bruce fu interrotto.

"Basta così Signor Bruce, credo sia il caso di andarcene da qui prima che gli imperiali si riorganizzino e tornino alla carica. Dobbiamo far evacuare il villaggio."

Subito gli uomini della Seatiger si misero in azione, la gente fu convinta, non senza qualche difficoltà visto che non tutti erano stati modificati per sembrare dei clovisiani, a dirigersi verso la fitta jungla. Fortunatamente il villaggio ospitava al massimo un centinaio di abitanti e l'evacuazione fu rapida.
Seguendo il vecchio e la bambina che Anna aveva salvato, furono guidati verso le montagne, una zona dove la popolazione teneva gli allevamenti durante i periodi più caldi. Una sorta di pascolo estivo che avrebbe offerto un miglior rifugio per tutti. Il vecchio aveva assicurato che lì avevano un campo attrezzato e la zona particolarmente impervia poteva fornire un ottimo nascondiglio.

"Cosa ne pensa signore?" chiese Anna affiancandosi al vulcaniano

"Da quello che ci hanno detto sarà un'ottima postazione difensiva, potremmo attendere lì l'arrivo della nave." rispose Tkar

"Non intendevo quello... cosa mi è successo?"

"Non lo sò Signor Calvi, ho percepito una forte scarica psichica e tutt'ora percepisco una sorta di collegamento fra lei e... qualcosa. Questo collegamento le fornisce alcune capacità che sono sì spiegabili, ma impossibili."

"Scusi ma non capisco."

"Ci troviamo di fronte ad un paradosso. Lei è piena di energia psichica proveniente da una fonte sconosciuta, tutti i 'poteri' da lei usati possono essere ricondotti a fenomeni extrasensoriali: telecinesi, precognizione, pirocinesi e molti altri ancora, sono fenomeni che abbiamo imparato a conoscere e studiare. Molte razze possono attingere a certi tipi di facoltà: i vulcaniani sono telepatici, i betazoidi empatici, gli abitanti di Hanns-G nel quadrante Gamma sono pirocinetici. Ma tutti, nessuno escluso, necessita di anni per sviluppare e usare queste capacità, mentre lei..."

"Io imparo in fretta." borbottò Anna tornando a guardarsi il buco del vestito "Quindi io riuscirei a fare qualcosa che non ho mai fatto e senza averne mai avuto le capacità."

"È quello il paradosso."

USS Seatiger, Plancia
14/03/2398 ore 09:23 - D.S. 75198.33


"Signor Tholos, riflettevo..." iniziò Finn seduto comodamente sulla poltrona del Capitano con gli occhi chiusi. Pochi minuti prima il Capo Operazioni aveva distintamente sentito un leggero russare proveniente da lui, ma non aveva detto nulla dato che l'alternativa era rispondere ad incessanti quanto assurde domande su quello che stava facendo e su quanto ancora ci avrebbe messo. Finn sembrava un bambino in viaggio che chiedeva incessantemente ai genitori quando sarebbero arrivati a destinazione.

"Su cosa signore?" chiese Tholos finendo di riattivare la console delle operazioni.

"Noi non ci possiamo avvicinare al pianeta e non possiamo scansionare il pianeta per trovare i nostri uomini."

"Corretto signore." rispose l'andoriano

"Ma loro lo stanno facendo, le loro navi stanno scansionando il pianeta."

"Si ma non li troveranno, hanno dei disturbatori di segnale, dovranno cercali a vista."

"Il Signor Tkar e Anna sono su un isola, per quanto grande sia prima o poi li troveranno... Signor Tholos, le ho mai raccontato di quella volta in cui ho fatto imbestialire i benziti durante il concerto su Benzar?"

"Sì signore, lei ha... aspetti, non dirà sul serio?"

"E che ci vuole, entra nei loro computer, fa apparire tanti puntini rossi sui loro sensori e poi li mandiamo a spasso per l'isola in zone dove difficilmente potrebbero trovare i nostri. La mia amica Tatiana Roswell l'ha fatto con facilità, mandò in giro la polizia planetaria per due giorni prima che si accorgessero che avevamo manomesso i loro sensori."

"Tat... signore il Comandante Tatiana Roswell è uno dei maggiori esperti di guerra informatica della Flotta Stellare, la differenza che c'è fra me e il comandante è quella che passa fra lei e il comandante Tkar... senza offesa signore."

"Nessuna offesa, ma Tatiana diceva sempre che nessuno può tenere la sua l'attenzione su tutto contemporaneamente." aprì gli occhi e indicò la nave imperiale sulla schermo "Quelli lì sono sopra un pianeta quasi primitivo, nessuna nave nemica nei paraggi e nessun sospetto che li stiamo tenendo d'occhio, il loro unico interesse è quello che capita sul pianeta e non si aspettano certo di essere hackerati... e comunque io penso che lei sia in gamba almeno quanto Tatiana." Finn sorrise in direzione dell'andoriano.

"Se lo dice lei... potrei fare un tentativo usando le sonde come ponte fra noi e la nave imperiale. Se anche ci scoprissero non ci troverebbero. Capitano credo di poterlo fare e forse anche qualcosa di più." Tholos parve rinfrancarsi e un sorriso gli sollevò gli angoli della bocca.

"Magnifico signor Tholos, magnifico!"

Tornò il silenzio per qualche minuto poi Finn riprese a parlare "Ah signor Tholos..."

"Si signore?"

"Cos'è un hackeraggio?"


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08.08 - Patrol Rock and Roll!

Autore: Tenente Comandante Tholos del Clan Rashan

Crovis III - Grotte di Cobalto
14/03/2398 ore 8:33


"Signore... non posso dirlo con certezza, ma grazie ai cristalli e alla quantità di energia psichica che ha assorbito... credo che il pianeta sia cosciente."

"Come sarebbe a dire il pianeta è cosciente?" Il capitano Kenar

"Non è un'idea tanto assurda capitano, abbiamo incontrato tante creature superiori... perché non lo può essere in pianeta?" chiese il consigliere.

"Come possiamo entrare in contatto col pianeta?" Chiese prontamente Queen.

Fertus fece alcuni passi e, indicando i cristalli, disse: "Non è così facile, ci vogliono anni anche solo per percepirne la presenza... figuratevi per poter dialogare col pianeta!."

Kenar da quando aveva saputo del pianeta telepatico aveva iniziato a provare una strana sensazione come se ci fosse una entità etera accanto a lui che volteggiava come per cercare di dialogare. Ma la sua mente razionale cacciò indietro il pensiero pensando ad una suggestione o qualcosa di simile.

Poi si accorse della strana espressione sul viso di Anena. Forse anche il consigliere provava le stesse emozioni fece per dire qualcosa ma l'ufficiale scientifico parlò per primi:" Ma gli abitanti del pianeta stanno per essere spazzati via ci dev'essere qualcosa che possiamo fare."

"Potete contattare il pianeta per noi?" chiese il capitano.

Fertus scosse la testa amareggiato:" Purtroppo no, sento la voce del pianeta ma solo quando lui vuole... è come se fossimo troppo diversi, capite?"

Kenar e Queen scossero la testa confusi mentre Anena spiegò: "È che ci troviamo davanti ad una differenza abissale... esseri antropomorfi che vivono e respirano ossigeno con due sessi non possono che avere pensieri e menti simili ma un pianeta? Quali sono i suoi mondi di pensare? Le sue necessità? Come percepisce noi? Siamo formiche? Sa che esistiamo? Che sensi ha?"

Il capitano annuì dicendo:" Conigliere lei ha ragione."

Ma nel mentre che pronunciava quelle parole Fertus parlò ma lo fece con una voce forte e potente antica come l'universo e furibonda: "VOI... ESSERERI PROGREDITI... DOVETE AIUTARMI. I MIEI FIGLI SONO IN PERICOLO."



USS Seatiger, Plancia
14/03/2398 ore 09:53


Rashan era esasperato.

Roswell aveva dovuto solo entrare in un sistema che conosceva benissimo e modificare alcuni input per sviare le pattuglie federali in modo da salvare Finn dalla giusta punizione. E per fare ciò il massimo esperto di sistemi informatici della Federazione aveva dovuto usare tutta la sua abilità. A lui era toccato di peggio... doveva fare la stessa cosa ad una nave aliena di cui non conosceva nemmeno il tipo di computer impiegato.

Poi gli venne una idea: non doveva necessariamente entrare in un computer alieno per modificare il risultato dei sensori.

Sfruttando la sonda occultata che avevano messo in orbita per comunicare con le squadre di sbarco aveva creato dei falsi segnali sulla superficie del pianeta in modo da ingannare i sensori imperiali senza dover entrare nei loro sistemi.

L'idea era semplice ma geniale e stava dando i suoi risultati: vedeva le squadre di sbarco imperiali girare in tondo seguendo i falsi segnali senza puntare alla vera squadra di sbarco.

Però per un ingegnere pratico e analitico come lui era sorto un problema. Doveva dare al finto segnale un percorso che fosse casuale ma che fosse più lontano dai loro compagni. Serviva immaginazione e creatività, due doti di cui lui era totalmente sprovvisto. In più il cantilenare di Finn lo stava, come al solito, esasperando.

La sua furia si concretizzò in un pugno contro la consolle che fece sobbalzare Carelli intenta ad armeggiare con un cavo ODN accanto a lui.

"Che succede, ancora problemi coi sensori?" Chiese l'ingegnere

"No." Rashan sbuffò puntando le antenne verso di lei:" E che non riesco a dare una direzione casuale non ripetitivi ai falsi segnali."

"Ah ecco quindi ti serve una sorgente di rumore causale." Intuì l'ingegnere.

"Sì dove posso trovare un segnale random del tutto improvvisato?" Chiese l'OPS ma con un sorriso a trentadue denti la denobulana rispose:" ma se hai una delle più formidabili fonti di entropia della galassia a pochi metri di distanza."

Tholos guardò verso il primo ufficiale maledicendosi per non averlo intuito prima: "Signor Finn, avrebbe un minuto?"

Finn sobbalzò dalla sedia e per poco non perse di mano la chitarra. Si ricompose rapidamente e, trotterellando, raggiunse i due ingegneri dicendo: "Come posso esservi d'aiuto?

Rashan annuì e illustrò la situazione: "Ci serve una fonte di entropia."

"Entro... che?" Finn era confuso ma Carelli tradusse rapidamente:" Ci serve Rock and Roll!"

"Ah beh! Sì quello è facile." Esclamò il primo ufficiale.

Rashan sorrise e aggiunse: "Faremo Rock and Roll alle pattuglie imperiali."

"Ahh mai fatto un concerto per i pattugliatori!"



Crovis III - L'isola
14/03/2398 ore 10:10


In cielo era il caos più assoluto.

Gli imperiali avevano schierano una piccola flottiglia di navette nella disperata ricerca degli abitanti del villaggio e dei federali ma stavano girando una maniera caotica e sconclusionata al di fuori del più semplice e basilare schema di ricerca.

Anche le squadre di terra imperiali si stavano muovendo in maniera completamente caotica.

La cosa strana era che il tutto avveniva evitando il percorso che stavano facendo.

T'Kar arrivò prontamente alla conclusione che ci fosse lo zampino dei loro compagni sulla Seatiger dietro tutto ciò e inarcò nel tentativo di capire come ci fossero riusciti a creare tutta quell'entropia.

"Ma cosa stanno facendo? Non vedevo tanta incompetenza da quando i medici mettevano le sanguisughe sui pazienti." Anche il dottor Bruce era arrivato alle medesime conclusioni.

"Concordo, sembra che qualcuno gli stia depistando." T'kar espresse il ragionamento in una maniera più logica e raffinata.

"in ogni caso dobbiamo approfittarne e muoverci." Si intromise Anna.

"E andare dove?" Brontolò Bruce.

Dietro di loro giunse il capo villaggio dicendo: "C'è il tempo al centro dell'isola."

"Che bello un tempio... abbiamo bisogno di lasciare questo posto e questo qui ci propone di andare a pregare." Brontolò il dottor Bruce.

Ma T'Kar ignorò il commento e chiese:" l'area è al chiuso e poco esposta?"

L'anziano annuì dicendo: "Ed è anche protetta da spesse mura."

"Spesse mura che ci proteggeranno da armi a particelle... non credo." Il malumore del dottore era evidente.

"Ma sempre meglio che stare qui." Calvi si frappose a difesa del nativo.

"Concordo e potremmo anche riorganizzarci meglio anche perché dubito che questo diversivo durerà a lungo." Aggiunse T'kar.

"E noi dobbiamo portare la Tigre al tempo... lei è sacra per noi." Detto ciò il vecchio iniziò ad incamminarsi dicendo: "Seguitemi."

Bruce sbuffò dicendo: "E allora andiamo a sto maledetto tempio!"


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08.09 - Nel tempio

Autore: Tenente Jason "Skon" Queen


Crovis III - Grotte di cobalto
14/3/2398 ore 8:40 - D.S. 75198.25


I tre ufficiali fissarono sbalorditi Fertus.

"Ci dica come possiamo aiutarla?" lo incalzò Kenar facendo con attenzione un passo in avanti.
"Come dice capitano?"
"Un secondo fa lei ci ha chiesto di aiutarvi ... lo ha fatto con un tono di voce alquanto strano che non sembrava affatto il suo ...""Non ricordo nulla di tutto questo, Capitano ... e cosa vi avrei detto precisamente?"
"Voi... esseri progrediti..." si intromise Anena scimmiottando un po' la voce possente con cui Fertus si era rivolto a loro "Dovete aiutarmi. I miei figli sono in pericolo!"

Kenar lanciò un'occhiata ad Anena come a volergli rimproverare quell'imitazione che avrebbe potuto offendere l'alieno. 

"Interessante! Sembra che i cristalli abbiano richiesto il vostro aiuto." rispose Fertus. "Non è mai accaduto. E' anche vero che da quando siamo arrivati, non ci siamo mai trovati davanti ad una minaccia esterna come quella che ci troviamo di fronte."

Mentre Fertus gli parlava, all'improvviso Jason sentì come se ci fosse qualcuno vicino a lui: si girò di scatto, ma non vide nessuno. C'erano soltanto Kenar, Anena e Fertus. Quest'ultimo rivolse lo sguardo verso di lui e gli sembrò annuirgli impercettibilmente.

In quel momento una voce nella testa di Jason risuonò: "Aiutami Jason!"

A quella si unirono altre voci e tutte lo supplicavano di aiutarli. Jason si portò le mani alle testa nel vano tentativo di fermare quella cacofonia che gli vorticava nella mente.
Lawtoein lo vide accovacciarsi e accorse prontamente verso di lui per prestargli soccorso.

"Signor Queen, cosa le succede!?"

Vedendo che il giovane ufficiale non rispondeva, si girò istintivamente verso il capitano per chiedergli aiuto, ma vide che anche lui aveva portato le mani alla testa e con una smorfia di dolore si stava accovacciando anch'egli su sé stesso.

Si girò quindi verso Fertus, incalzandolo: "Che cosa sta succedendo ai miei compagni!"

L'uomo non rispose: sollevò il suo bastone e dalla sua sommità emanò una fortissimo bagliore che inondò l'intera caverna.
Subito dopo il ritorno all'oscurità, Kenar, Jason e Anena non erano più là.

Una voce dietro Fertus esordì rompendo il silenzio "Tu pensi che loro ci aiuteranno?"
"Lo spero Arcus." rispose Fertus senza girarsi.

Crovis III  L'isola
14/03/2398 ore 10:55 - D.S. 75198.51


Dopo una lunga camminata e guidati dal capo del villaggio, gli abitanti e i membri della Seatiger arrivarono in vista di una costruzione che dalla loro posizione appariva massiccia, senza porte e senza finestre. Quando gli furono di fronte, notarono che i serramenti erano invece presenti, ma erano in pietra.

"E adesso? Come entriamo" bofonchiò Bruce.

Il capo del villaggio si avvicinò alla porta e tirò fuori una pietra di quarzo. La adagiò in una nicchia affianco allo stipite di sinistra e questa prontamente si illuminò di una luce color cobalto. Subito dopo la porta di pietra cominciò a vibrare e a scorrere lentamente dentro il muro.

"Interessante!" mormorò T'Kar, poi lui e la Calvi si avvicinarono e Anna disse "Cos'è quella pietra?"
"L'ho trovata qui quando abbiamo trovato il tempio dei cristalli." Rispose l'uomo anziano.

Quando la porta rientrò completamente, degli uomini con un saio multicolore provenienti dall'interno si pararono davanti all'ingresso.
Il capo del villaggio li rassicurò in una lingua che il traduttore non riuscì a tradurre, se non alcune frasi: stranieri... loro...tempio.

Il vulcaniano si avvicinò, non sentiva il capitano da parecchio e sperava che non si riferisse al suo gruppo ma sperava di sbagliarsi. Ma le parole del capo del villaggio diedero ragione ai suoi timori.

"Sono arrivati tre esseri come voi. Venite."

Entrarono in una grande sala e videro il capitano Kenar che discuteva con due monaci. "Voglio vedere Fertus. E voglio sapere perché ci ha portato qui." disse Kenar.

"Non conosciamo nessun Fertus." mormorò uno dei monaci.

Il capo del villaggio si avvicinò "Cosa succede?"

"Voglio vedere Fertus. E voglio sapere perché ci ha portato qui." ripete Kenar.
"Fertus un uomo anziano alto con un bastone?  Non l'avete mai visto?" chiese Jason. Era incuriosito da ciò che stava accadendo.

In quel momento Arjian si girò e vide altre persone che entravano e li riconobbe. "T'Kar anche voi qui?"

Poi vide il buco nella tunica del Tenente Calvi e disse "Che cosa è successo, Tenente?"

"E' una lunga storia, signore." rispose la donna.

"Ok. Ma dopo me la racconta."

Anena appena vide Anna le corse incontro abbracciandola. "Anna, era preoccupato per te!" Poi gli sfiorò la tunica bruciacchiata e disse "Stai bene, vero!?"

"Sì, non ti preoccupare."

In quel momento una voce tonante li interruppe: "E' ora!"


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08.10 - Per Te brucerei il mondo

Autore: Tenente Comandante Tkar


Crovis III
L'isola 14/03/2398, ore 10:56 - D.S. 75198.51


La voce era risuonata all'interno del tempio di pietra, rimbalzando di parete in parete al punto da sembrare un coro.
L'eco permase nell'aria dopo l'ultima parola risuonando al battito dei cuori degli ufficiali della Seatiger.
Gli abitanti di Crovis e i sacerdoti del Tempio si guardarono attorno sbalorditi come loro, fino a quando, da una sporgenza al di sopra di loro comparve un uomo mascherato che indossava la stessa veste multicolore dei sacerdoti. La maschera sul viso era invece completamente nera.

"IL NOSTRO CORPO È STATO INFETTATO, LA MALATTIA DEVE ESSERE DEBELLATA. COLORO CHE NON APPARTENGONO A NOI DEVONO ANDARSENE, COLORO CHE NON APPARTENGONO A NOI, MA NON HANNO DESIDERI DI RESTARE, CI AIUTERANNO A CACCIARLI."

Kenar si accorse che tutti i sacerdoti si erano inginocchiati quando Lawtoein, già a terra, lo tirò insistentemente per una manica invitandolo ad imitarli. Scuotendosi dallo stupore, Kenar si affrettò ad obbedire.
Come si dice ad un pianeta che esiste la Prima Direttiva? Soprattutto, che senso aveva ormai la Prima Direttiva dato che gli abitanti del pianeta sapevano della loro esistenza?

Kenar alzò lo sguardo verso il sacerdote mascherato, che li osservava dall'alto. La sua voce era la stessa che aveva parlato tramite Fertus, ora decisamente arrabbiata però.

Alle sue spalle sentì il crovisiano sussurrare a Tkar, "La Voce è fra noi!" Stupore e ammirazione trapelavano dalle sue parole. Kenar girò appena la testa per poter scambiare uno sguardo di avvertimento con il vulcaniano, poi guardò di nuovo il sacerdote alzandosi in piedi.

"Abbiamo sentito le tue parole, ehm... Voce," disse sperando di non aver violato chissà quali regole comportamentali. "e faremo il possibile per aiutarti, ma non abbiamo i mezzi al momento per farlo e la mia nave..."
"LA TIGRE ROSSA SI OCCUPERA' DEGLI INSETTI VOLANTI."
"La Tigre Ros..." iniziò a dire Kenar prima di notare che l'uomo aveva indicato qualcuno alle sue spalle.
"Penso stia parlando di me, capitano..." disse Anna Calvi con un sorriso nervoso.

USS Seatiger, Plancia
Contemporaneamente


"Sembra che il trucco abbiamo funzionato."
Il tono incredulo del capo operazioni strappò un "Ehi! Il rock vince su tutto!" a Finn, troppo soddisfatto per offendersi per la mancanza di fiducia di Tholos.
"Speriamo che i nostri siano riusciti a trovare un riparo, altro per il momento non possiamo fare," commentò Carelli con un sospiro frustrato.
"Se riusciremo a recuperare il capitano..:"
"Quando," Finn corresse Tholos, "perché vede, l'incertezza non funziona. Se la mia canzone 'Per Te brucerei il mondo', si fosse intitolata 'probabilmente, magari, se riesco, brucio il mondo', non avrebbe avuto successo."
"Quando recupereremo il capitano," riprese a parlare Tholos accigliandosi quando Finn lo interruppe di nuovo.
"E gli altri."

Le antenne di Tholos si tesero verso Finn minacciose.
Il primo ufficiale fece il segno della zip che si chiudeva sulla bocca.

"Quando recupereremo il capitano e gli altri," ripeté Tholos guadagnandosi un gesto di approvazione da parte di Finn, che decise di ignorare, "sarà lei a spiegargli cosa abbiamo usato per sviare i rettiliani."
"Non vedo problemi," sorrise Carelli per poi, poco dopo accigliarsi, "ora dobbiamo capire come fare a portarli nuovamente a bordo senza farci notare."
"Prima di tutto sarà meglio trovarli," commentò Finn imitando l'espressione accigliata dell'ingegnere capo. Tholos roteò gli occhi scuotendo la testa e le antenne.

Crovis III
L'isola 14/03/2398, ore 11:04 - D.S. 75198.52


Kenar fissava Anna Calvi allibito.

"Lei è cosa?"
"Morta, tecnicamente, ma, a quanto pare, il pianeta non era d'accordo e sono qui," sentire il capo della sicurezza descrivere come se fosse normale quello che le era successo, spiazzò il capitano che guardò il suo ufficiale tattico per un aiuto.

"Quello che ha detto il Tenente è corretto, signore," disse Tkar, "il pianeta l'ha riportata in vita grazie ad una fonte di energia che le ha dato anche caratteristiche non convenzionali."

Rapidamente Tkar, Calvi e il dottor Bruce aggiornarono il capitano e gli altri membri dell'equipaggio.
Dopo aver loro parlato, la Voce si era ritirata lasciandoli da soli insieme agli abitanti del villaggio e gli altri sacerdoti che ora li guardavano come se fossero i loro salvatori.

"Quindi lei ha dei poteri?" Chiese Kenar alla fine.
"Sembrerebbe di sì, signore," rispose Anna Calvi con un sorriso tirato.
"Poteri che dovrebbero essere usati contro i rettiliani." Commentò ancora Kenar accigliandosi.
"Signore," intervenne Lawtoein che fino a quel momento era rimasto in silenzio, "credo che il punto sia in realtà un altro."
"Si spieghi consigliere."
"Non sono le aspettative degli abitanti di Corvis, e del pianeta, a doverci preoccupare, ma la determinazione dei rettiliani a impossessarsene. Se il tenente Calvi riuscisse ad allontanare questa spedizione, chi ci dice che non chiedano rinforzi? Le loro navi sono in orbita attorno al pianeta, al minimo problema potrebbero intervenire. Dovremmo pensare ad una soluzione più 'permanente', altrimenti non credo che Crovis sarà disposto a liberarsi così tranquillamente della Tigre Rossa."
"Che intendi dire?" gli chiede Anna.
"Che la tua vita, al momento, dipende dalla sopravvivenza del pianeta stesso"."


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08.11 - Lontani dagli occhi, lontani dal cuore

Autore: Capitano Arjian Kenar Geran


Crovis III
L'isola 14/03/2398, ore 11:26 - S.D. 75198.56



"Forse ho un'idea ... disabilitate tutti il traduttore universale..." e dopo aver atteso da ognuno dei suoi uomini un cenno che confermasse l'avvenuta esecuzione dell'ordine, continuò "Come è evidente a tutti, non possiamo ingaggiare uno scontro con i rettiliani, la loro forza d'attacco è ben superiore alla nostra... senza contare che hanno un intero impero alle loro spalle..."

"Senza considerare la Prima Direttiva..." aggiunse Calvi.

"Di questo ultimo aspetto me ne preoccuperei il giusto. Sempre ammesso di riuscire a tornare in qualche modo nel nostro universo e nel nostro tempo - cosa di cui dubito ogni giorno di più - come potrebbe la Flotta Stellare sapere che abbiamo violato la Prima Direttiva?! Direi ... lontani dagli occhi, lontani dal cuore!"

"Ha ragione Bruce!" Esordì il consigliere spiazzando lo stesso ufficiale medico capo che era solito compiacersi del fatto di essere la voce fuori dal coro ad ogni occasione di confronto con i suoi compagni. "E' vero, troppo spesso posso sembrare tanto sopra le righe quanto allergico ai regolamenti, ma la verità è che non disdegno le regole ... anzi le reputo necessarie, anche solo per contravvenirle." Puntualizzò Anena sorridendo maliziosamente ai presenti "Diverso è invece se parliamo di princìpi..."

Il Consigliere fece una breve pausa assumendo un'espressione estremamente seria, segno che il tema era da lui particolarmente sentito "e devo onestamente confessarvi che l'idea di lasciare soccombere un popolo solo perché deve essere in grado di 'svilupparsi per proprio conto', è stato, è e sempre sarà per me la dimostrazione di un ottuso senso di superiorità da parte della Federazione!"

"Ma quali princìpi!" Bofonchiò Bruce, "Qui si tratta di intestardirsi a seguire un regolamento che non può applicarsi né a questo spazio né a questo tempo. Perseverare potrebbe portarci al suicidio ... e io sinceramente ci tengo alla mia pellaccia! "

"Sebbene vi sia una certa logica nel suo ragionamento e che in un certo qual modo sia d'accordo con il suo pragmatismo," commentò TKar "trovo illogico pensare di poterci sottrarre ai princìpi della Flotta Stellare solo perché è rimasta al di là della singolarità che ci ha proiettato in questo mondo e non può punirci ... perché riducendo tutto a questo, rinnegheremmo i valori stessi in cui crediamo e che abbiamo giurato di difendere a costo della nostra stessa vita. Così facendo tradiremmo noi stessi. Trovo più rispettabile e condivisibile la posizione del Consigliere, sebbene non la condivida affatto."

"Signori, ora basta!"

Il brusio che si stava via via levando tra gli abitanti che li vedevano discutere animatamente ma senza riuscire a comprendere ciò che stessero dicendo cessò immediatamente all'alzata di voce di Kenar.

"E' vero, le stelle attraverso le quali tracciamo oggi la nostra rotta ci sono sconosciute e tutto intorno non sembrano che esserci nemici ... molti mesi sono passati senza aver scorto la via del ritorno, quindi non possiamo certo biasimarci se un certo senso di frustrazione e di pessimismo hanno cominciato a farsi strada nei nostri cuori annebbiando il nostro giudizio, ma non possiamo e non dobbiamo farci sopraffare da queste difficoltà. Come ufficiali superiori abbiamo il dovere di essere d'esempio per tutto l'equipaggio e fare di tutto ciò che è in nostro potere per riportare tutti a casa sani e salvi. Ce la possiamo fare, ma dobbiamo unire le nostre forze e farci guidare da quelle stelle inamovibili che sono quei princìpi che ci hanno portato diventare le donne e gli uomini che siamo ... ufficiali della Flotta Stellare!"

Kernar attese che le sue parole facessero presa nei loro animi stanchi per poi riprendere "Riflettendo, la situazione è tale per cui credo che - a dire il vero - un nostro intervento non sarebbe poi così in contrasto con la Prima Direttiva, anzi... Signor Tkar?"

"L'Ordine Generale Uno o Prima direttiva precisa: Il personale della Flotta Stellare non potrà violare la Prima Direttiva neppure per salvare la propria vite e/o il proprio vascello o installazione, a meno che essi stessi non agiscono a risoluzione di una violazione precedente o una contaminazione accidentale di detta coltura. In questo caso è evidente che ci troviamo di fronte ad una violazione da parte dell'Impero, quindi non stiamo violando la direttiva ma altresì ci impone l'obbligo morale di intervenire a difesa di un popolo in pericolo."

Il brusio degli abitanti tornò a crescere appena il vulcaniano pronunciò quelle ultime parole con quel suo tono freddo e distaccato. A quel punto la Calvi prese l'iniziativa per riportare l'ordine redarguendo i presenti nella loro lingua: "Hait! Lao Mar drüsel ve ischit!"

Anna riportò tra lo stupore generale il silenzio all'interno del tempio.

"Riesce a parlare la loro lingua!?"

"Sì Capitano. Non so neanche io come sia possibile, ma sì."

"E cosa gli ha detto di così convincente?" Sghignazzò Bruce.

"Che gli strapperò i cuori e li divorerò." E dopo una breve pausa, sorrise "E no, gli ho semplicemente chiesto di fare silenzio che la Tigre Rossa e i suoi compagni stanno studiando come proteggerli."
"Bene, potrebbe farci comodo questa sua nuova abilità ... come le altre che ancora non conosce e che spero possano tornarci utili ... " Commentò Kenar, quindi riprese "Certo, la situazione tattica in cui ci troviamo è a dir poco complessa: la Seatiger non è operativa e seppure riuscissimo ad avere la meglio sulle navi dei rettiloidi sfruttando il fattore sorpresa, ben presto potrebbero chiedere rinforzi e vanificare i nostri sforzi, senza contare poi che potremmo inimicarceli e averli alle calcagna anche dopo aver lasciato Crovis ... ma non possiamo girarci dall'altra parte ..." E pensieroso commentò tra sè e sè "... ci servirebbe un asso nella manica ...."

"Ma ce l'abbiamo un asso nella manica: abbiamo Anna, aka la Tigre Rossa!"

"Consigliere, non possiamo far affidamento sulla Tigre Rossa perché non conosce le sue potenzialità e con una buona probabilità i suoi poteri potrebbero diminuire fino a sparire quando ci saremo allontanati dal pianeta. Quindi l'idea, di cui vi accennavo, potrebbe essere rendere inospitale Crovis III... Se ad esempio facessimo eruttare alcuni dei principali vulcani del pianeta, nell'atmosfera si spargerebbero ingenti quantitativi di cenere che la renderebbero irrespirabile facendo inoltre piombare il pianeta in una sorta di era glaciale. Se riuscissimo a farlo, i rettililoidi, considerandolo instabile e inadeguato alle loro esigenze vitali, perderebbero interesse nel pianeta e lo abbandonerebbero senza spargimenti di sangue.

"Capitano, ma renderlo inospitale per i rettiloidi significherebbe renderlo anche inospitale per gli stessi crovisiani, e non avendo un altro pianeta dove trasferirli, li condanneremmo comunque a morte certa." Rispose il Capo della Sicurezza.

"L'idea non è di renderlo inabitabile in modo definitivo," Specificò Kenar "ma solo temporaneamente, quel tanto che induca i rettiloidi a abbandonare le loro mire espansionistiche in questo sistema. Per quanto riguarda i crovisiani, potrebbero essere ospitati nel mondo sotterraneo da Fertus ... anche se non ne sappiamo la reale estensione nel sottosuolo. Nel caso questa soluzione fosse percorribile, ci sarebbe un altro effetto positivo: oltre a preservare il pianeta e i suoi abitanti, questo piano potrebbe dare l'occasione per accelerare il processo di integrazione tra gli indigeni del pianeta e il popolo di Fertus che è diventato endemico all'insaputa dei primi."

"In alternativa potremmo ... come dire ... indurre i rettiloidi a credere che il pianeta stia diventando inabitabile."

"E come, Consigliere?! Non abbiamo una tecnologia in grado di produrre un'allucinazione di massa..."

"No, la nostra tecnologia non ci consente di simulare un Crovis III inospitale ... ma magari la Tigre Rossa con i suoi i 'super-poteri' potrebbe indurli a crederlo ..."

"Crede di poterlo fare, Calvi?"

"Non lo so Capitano, non so neanche se questi poteri possano consentirmi di fare una proiezione mentale come quella che sta suggerendo Anena..."

"Forse potrebbe bastarle solo volerlo," suggerì TKar "così come è successo prima quando li ha affrontati ..."

"Posso provarci, ma non ci metterei la mano sul fuoco. E se non funzionasse?"

"Allora non resterebbe che cercare di renderlo inospitale almeno per qualche anno ..." Rispose Kenar amareggiato "Purtroppo non abbiamo molte alternative. Speriamo che Fertus abbia la possibilità di accogliere i crovisiani nel loro mondo sotterraneo.

"Non ho capito!" Obiettò l'ufficiale medico capo un po' disorientato "Quindi alla fine violeremo o non violeremo la Prima Direttiva?!"

"Faremo semplicemente ciò che gli Ufficiali della Flotta Stellare fanno sempre ..." Ribattè Kenar.

"Ovvero!?"

"Faremo la differenza, Dottore!" Rispose il Trill sorridendo "Ed ora mettiamoci al lavoro!"


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08.12 - La Tigre Rossa

Autore: Tenente Anna Maria Calvi


Crovis III- L'Isola
14/03/2398, ore 11:35 - D.S. 75198.58



"Come vogliamo procedere Capitano?" Chiese T'kar, dopo il breve scambio d'idee tra di loro.

"Innanzitutto cerchiamo di capire cosa può realmente fare la nostra Tigre Rossa: T'Kar, Queen aiutatela a sviluppare i doni che Crovis le ha dato. Io vorrei parlare con Fertus, ma sinceramente non so come fare!"

"Forse basta pensare a lui, e sarà Fertus stesso a riportarla alla grotta. In fondo è stato lui a dire che qui tutto è collegato e che sa cosa succede su tutto pianeta." rispose il Consigliere "E vorrei venire con lei."

"Niente in contrario, ma non dipende da me, già non so se Fertus ascolterà la mia voce. Un'ultima cosa Comandante" è si rivolse a T'Kar "il resto dell'equipaggio?"

"È al sicuro Capitano al centro dell'isola con acqua e viveri a sufficienza. E poi non credo che Crovis lascerà che corrano dei pericoli."

"Se vuole l'aiuto della Tigre Rossa, specialmente!" Disse Calvi convinta.

Kenar e gli altri guardarono quella giovane donna con occhi nuovi, conoscevano già il suo coraggio e ora vedevano anche la sua determinazione.

"Ovviamente Tenente. Fuori di qua adesso e cercate di far uscire tutte queste persone, è già sufficiente che abbiano visto i sacerdoti il nostro magico arrivo."

"Capitano, credo che ci considerino già dei semidei, visto che siamo compagni di Anna." Ribatté Anena.

"Può darsi, ma vorrei limitare i danni o almeno pensare di averlo fatto." Disse Kenar.

Anna si girò allora verso gli abitanti del villaggio, che continuavano a guardarla con adorazione, e parlandogli nel loro idioma, li convinse ad uscire dal tempio. Insieme a T'Kar, Queen e al Dottore li seguì quindi all'esterno, richiudendo la porta di pietra alle sue spalle. Una volta usciti, Kenar si concentrò, cercando di pensare con intensità all'essere che li aveva accolti poco tempo prima: alcuni istanti dopo una luce azzurrina avvolse lui e il Consigliere e si ritrovarono nelle grotte, davanti ad un sorridente Fertus.

Pianeta Crovis III- L'isola- Spiaggia del villaggio
14/03/2398, ore 11:50 - D.S. 75198.61


T'Kar e gli altri avevano optato per la spiaggia per provare le capacità di Calvi: non sapendo cosa aspettarsi, avevano scelto uno spazio ampio lontano dalle abitazioni, onde evitare di fare danni.

"Da cosa cominciamo?" Chiese la donna.

"Direi da quello che sappiamo già che può fare, cercando di capire quale sia il massimo della sua forza e della velocità. Poi passeremo a vedere se ha delle capacità telepatiche: lei non ha nessun tipo di addestramento al riguardo, giusto?" Chiese il Tattico.

"No. Perché?"

"Ci sarebbe stato d'aiuto nel controllare i suoi poteri." Continuò il vulcaniano, scambiando un cenno d'intesa con Jason.

"Ma io non ho mai manifestato alcuna forma di doti particolari!"

"Probabilmente perché nessuno le ha mai insegnato a usare la sua mente, ma il suo è DNA vulcan/betazoide, quindi ha sicuramente delle doti telepatiche." Rispose Symon che si era seduto su una piccola imbarcazione.

"Giusto Dottore. Ma ora non abbiamo il tempo per insegnarle il controllo della mente." Disse Queen.

"Cerchiamo di non confonderla ulteriormente " disse Bruce" Anna che ne dici di provare a sollevare qualcosa di pesante? Quel masso, per esempio!" E indicò un'enorme pietra alle spalle della donna.

Anna si diresse al masso: lo guardò con attenzione, cercando un'appiglio per afferrarlo. Queen, che non aveva assistito alla nascita della Tigre Rossa, la guardava con curiosità mentre studiava la roccia, rimanendo basito quando pochi attimi dopo, la vide sollevare il masso con facilità, come se fosse fatto di plastica.

Anna non sembrava faticare mentre portava la pietra sopra la testa per poi lanciarla a diversi metri di distanza sulla spiaggia, tra gli applausi dei nativi.

"Direi che la forza non ti manca " disse un divertito Dottore.

Pianeta Crovis III- Grotte di Cobalto
14/03/2398, ore 12:00 - D.S. 75198.63


Kenar e Anena si erano rimaterializzati nel punto esatto dove erano nel momento in cui erano stati trasportati sull'isola, ritrovandosi di fronte a Fertus, che quasi gongolava.

"Ero certo che ci avrebbero aiutato!" Disse ad Arcus, come sempre alle sue spalle, in una posizione di protezione.

"Fertus direi che Crovis non ci ha lasciato margine decisionale."

"Come avete pensato di procedere?" Chiese l'alto alieno.

"Abbiamo qualche idea ma dobbiamo avere delle informazioni prima di decidere."

Il Capitano della Seatiger mise al corrente Fertus riguardo al piano di rendere inabitabile il pianeta agli occhi dei rettiloidi, ma venne fermato quasi subito.

"Mi spiace Capitano, ma le nostre grotte non sono in grado di ospitare tutto il popolo di Crovis, è anche per questo che teniamo in sospensione i nostri figli!"

"Lo temevo. Non ci resta che sperare nei poteri di Calvi. Volevo anche chiedervi cosa avete mantenuto funzionante della vostra tecnologia?"

"Perché lo vuole sapere?"

"Vorrei comunicare con la mia nave, ma senza usare la nostra, perché l'impero rettiloide già la conosce e potrebbe intercettare le nostre comunicazioni."

"Non so se è possibile, ma solo perché sono secoli che non la usiamo" disse un contrito Fertus "Arcus vi accompagnerà in sala comando e vi sarà di supporto."

"Se non le spiace Capitano, io rimarrei con Fertus: ho bisogno di alcune cose per trasformare Anna in una vera supereroina."

Pianeta Crovis III - L'isola- Spiaggia del villaggio
14/03/2398, ore 12:50 - D.S. 75198.72


Il Capitano della Seatiger e il suo Consigliere ricomparvero all'interno del tempio sull'isola, trovandolo fortunatamente deserto: Anena aveva le braccia colme di abiti, nastri e accessori vari e uno starno lampo divertito gli illuminava il volto.

Kenar al contrario era più cupo, perché, anche se le parole del suo Numero Uno lo avevano rassicurato sul fatto che la nave era operativa e al momento al riparo, quello che gli aveva involontariamente suggerito gli destavano qualche pensiero.

Uscirono dal tempio e dovettero correre a ripararsi sotto una tettoia di una capanna del villaggio, perché una pioggia torrenziale stava abbattendosi sul posto.

"Speriamo non duri a lungo!" disse il Trill guardando le nubi scure in cielo "chissà dove avranno trovato riparo T'Kar e gli altri?"

"Che strano, guardi, sono laggiù sulla spiaggia: sembrano molto tranquilli, nonostante l'acqua!"

"Raggiungiamoli!" disse Kenar ed uscì dal riparo usando il coperchio di un cesto come riparo di fortuna. Anena lasciò il suo prezioso carico sotto la tettoia ed uscì lasciando che la pioggia, quasi tiepida, gli lavasse via la tensione che aveva accumulato in quelle ore.

Vedendoli arrivare il Dottore smise di monitorare Anna e si diresse tranquillo verso di loro.

"Capitano avete fatto presto: tutto a posto?"

A Kenar sembrava strano che Bruce non fosse infastidito dall'acqua che gli scorreva sul volto e che gli aveva praticamente inzuppato gli abiti.

"In parte: sono riuscito a parlare con la Seatiger su un canale sicuro e stanno bene e la nave è pronta per ingaggiare battaglia. Per quel che riguarda il nostro piano, dovremo contare sui poteri della Tigre Rossa, ma... mi tolga un dubbio: Perché ve ne state qua sotto la pioggia? Non potevate aspettare che smettesse per continuare l'allenamento con Anna?"

Symon si girò verso il gruppetto formato da Calvi, T'Kar e Queen inginocchiati a formare un triangolo, gli occhi chiusi e una grande concentrazione sui volti, urlando:

"Funziona anche con loro!"

A quelle parole i due vulcaniani aprirono gli occhi e T'Kar, con voce ferma e rassicurante, disse ad Anna:

"Anna puoi fermarti."

La donna ebbe quasi un sussulto, come se facesse fatica a svegliarsi da un sogno, ma quando alla fine anche lei riaprì gli occhi, la pioggia cessò all'istante.

"Ehi, allora controlla anche il meteo?" disse uno sbalordito Kenar.

"Certamente, ma qua siamo oltre. Si guardi i vestiti Capitano." Rispose Bruce.

Il Trill e il Consigliere si guardarono l'un l'altro e come per miracolo videro che erano completamente asciutti, e capirono di essere stati vittime di una potente allucinazione.

"Allora siamo pronti, il nostro piano può cominciare! " e s'avvicinò a passo svelto verso la probabile salvatrice del pianeta sotto attacco.

"Capitano, ha visto? Posso farcela!" disse Anna entusiasta.

"Bravissima Tenente! Però prima deve dare dimostrazione ai rettili della sua forza!"

"Cosa intende Capitano?" chiese Queen.

"Che perché il nostro bluff regga, l'Impero deve vedere di cosa è effettivamente capace la Tigre Rossa, Cosa propone Capitano" rispose il Tattico che aveva intuito il pensiero del superiore.

"Beh..c'è una città sotto assedio nella piana davanti alle Grotte di Cobalto. Potrebbe fermare l'esercito dell'Impero tanto per cominciare."

"Solo questo? E che ci vuole!" rispose Anna con una nuova coscienza di sé e dei poteri che le derivavano da Crovis.

"Sì però non puoi farlo coperta di stracci bruciacchiati. I nostri amici rettili ti temeranno ancora di più se si troveranno davanti una dea terribile e bellissima! Seguimi!" disse Anena prendendo la sua amica per mano e portandola alla capanna dove aveva lasciato il suo bottino. Tre quarti d'ora dopo, durante il quale gli altri membri della squadra avevano approfittato del cibo messo loro a disposizione degli abitanti del villaggio per rifocillarsi, Anna uscì dalla capanna completamente trasformata nella Tigre Rossa. Il corpo avvolto da una tuta iridescente che mandava bagliori di fuoco ad ogni movimento, sulle spalle un mantello color del rubino e la maschera che aveva usato per celare la sua identità, arricchita di particolari che la facevano sembrare ancora più ferina.

"Adesso è pronta!" disse con orgoglio Lawoetin.

Orbita bassa di Crovis - Navetta Impero Rettiliano
14/03/2398, ore 14:30 - D.S. 75198.91


Angor e i suoi uomini erano tornati alla navetta il più velocemente possibile, e, scossi da quello che avevano visto, avevano preso il volo per tornare alla nave madre.

Ancora non si spiegava quanto era successo in quel villaggio e, cosa che lo preoccupava ulteriormente, non sapeva come spiegare l'accaduto ai suoi superiori, ed era per questo che aveva ordinato al suo pilota di non aver fretta.

Purtroppo per lui una chiamata in arrivo dalla Guellars lo riportò ai suoi obblighi.

=^=Angor, hai scovato gli alieni?=^= disse il volto supponente del suo superiore Huwer.

"No Signore, tracce di un campo abbandonato in fretta, ma nessun alieno."

=^=E perché stai facendo ritorno? La ricerca non è terminata!=^=

"Non ho trovato gli alieni, ma forse qualcosa di peggio! Questo posto non è così indifeso come pensavamo: devo fare rapporto al Comandante!"

Huwer li guardò come se stesse trovando l'ennesima scusa per non fare il suo dovere e gli rispose

=^= Decido io se quello che hai da dire sia da riferire al Comandante! Racconta cosa hai visto =^=

Angor raccontò di come i suoi uomini erano stati sopraffatti in pochi istanti e di come lui aveva rischiato di morire per mano, e non era una metafora, di quella strana figura mascherata, che aveva resistito ai colpi delle loro armi. E anche di come, dopo il primo colpo che l'aveva perforata da parte a parte, un momento dopo era come se nemmeno fosse stata colpita, ma gli abiti bruciacchiato testimoniavano che l'arma non aveva fatto cilecca. Alla fine del racconto il mammifero guardò il suo giovane superiore conscio che non sarebbe stato creduto, del resto lui stesso non avrebbe dato retta ad un racconto simile!

=^=Angor sei ubriaco o cerchi solo un modo per evitare i tuoi compiti?=?= il disprezzo nella voce di Huwer fece ribollire il sangue di Angor, che stava per ribattere quando vide strani movimenti in plancia, alle spalle di Huwer.

"Signore, le nostre truppe di terra sono sotto attacco!" disse un rettile da una consolle tattica.

"Impossibile, la civiltà di questo pianeta è troppo arretrata per poterci impensierire! In quanti sono gli attaccanti?"

Il tattico sembrava non credere alle immagini che gli arrivavano dalla città di Crackvir e quasi balbettò

"Signore il nemico è formato da un solo essere!"

"Cosa stai dicendo?" Huwer lasciò la sua postazione per andare a controllare di persona e lasciando così modo ad Angor di vedere il caos che si stava creando sulla plancia della Guellars: aveva ragione quell'anfibio era troppo giovane e con poca esperienza per dominare una nave come quella.

Huwer guardò il monitor e subito non riusciva a capire cosa fosse quel lampo rosso che passava tra le file del suo esercito e di quello degli alleati crovisiani, facendoli volare come se fossero fuscelli e che distruggeva le loro potenti armi con la sola forza delle mani. Poi l'essere fiammeggiante, con un balzo di oltre trenta metri, si posò leggero sul tetto del palazzo più alto di Crakvir, allargò le braccia come a volersi caricare di energia, quindi con un gesto teatrale, unì la braccia davanti a lui e un vento impetuoso scaturì da quel gesto, facendo disperdere quello che restava dell'esercito d'attacco.


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08.13 - Titani

Autore: Tenente Comandante Droxine Carelli


Crovis. Sobborghi di Crakvir
14/03/2398, ore 19:45 - D.S. 75199.5


Angor stava vagabondando nella periferia di Crakvir. Trascinava i piedi, come un morto vivente. Ed era così che si sentiva.

Il paesaggio era spiacevolmente pacifico. Spirava una leggera brezza che sarebbe stata piacevole se non fosse per il suo stato d'animo.

I suoi occhi vagarono per l'accampamento distrutto. Quell'essere aveva lasciato intatto ben poco. Aveva sbaragliato un intero contingente come se nulla fosse per poi dileguarsi nel nulla.

Avrebbero ricostruito, certo. Ma per lui era tardi.
Quel disastro aveva messo fine alla sua carriera. E forse alla sua vita.

***DISPERAZIONE***

Data la disfatta subita Huwer lo aveva destituito. Doveva rendere conto al capitano e lui ovviamente era il capro espiatorio perfetto. Avrebbe dovuto presentarsi a rapporto sulla Guellars. Non lo aveva fatto. I suoi uomini non avevano nemmeno tentato di arrestarlo. Ormai puzzava di disgrazia. Tutti i rettili si tenevano lontani. Quasi fosse stato contagioso.

Attorno aveva casse sventrate e bidoni distrutti.

Ai suoi piedi adocchiò una pozzanghera di acqua sporca. In essa il suo volto distorto gli restituì lo sguardo. Calò un piede su quegli occhi vacui.

***RABBIA***

Quanto odiava quel volto da mammifero! Quanto avrebbe voluto appartenere alla razza padrona!.

***INVIDIA***

Angor era un individuo eccezionale. La sua scalata ai gradi da ufficiale nella flotta rettile ne era testimonianza. Nonostante la sua specie. Se la sua pelle fosse stata coperta di scaglie sarebbe balzato in cima alle gerarchie. Altro che quel mangiamosche di Huwer.

***SUPERBIA***

In passato i suoi successi lo avevano confortato. Valevano dieci volte quelli degli altri. Ma era una consolazione vuota.

Si sedette su una pietra ed affondò il viso nelle mani. Sentì l'umidità passargli tra le dita. Come era caduto in basso. I rettili non piangevano.


Era finita.
Non c'era posto in cui andare. Azione da intraprendere. Era in fondo ad un pozzo. Non poteva risalire.

***MORTE***

Lentamente ma la sua mano si mosse verso il suo fianco e slacciò la fondina. Estrasse il disgregatore e con studiata indifferenza se la puntò al volto.

Mai avrebbe pensato che sarebbe finito così. Su un sasso di un pianeta arretrato. Spezzato e sconfitto. Tutti i suoi sogni annientati in un plasma di fuoco nucleare.

***POTERE***

Fissava e rifissava l'ugello. Sarebbe stato rapido. Indolore.

Eppure non premeva il grilletto.

Sentiva qualcosa nel profondo che stava sgorgando. Come un vulcano poco prima di un'eruzione.

***POTERE***

Abbassò l'arma e si alzò. Perché?

***POTERE***

"Oh..."

Crovis. Tempio
15/03/2398, ore 9:00 - D.S. 75201.0


Arjan entrò nel tempio. Dentro trovò Anna seduta in posizione del loto.

T'Kar stava consultando il suo tricorder ed Anena fissava assorta la sua nuova super eroina preferita.

"Signori, come vanno la cose?"

Anna si alzò con una piroetta, pimpante come non mai.

"Bene, capitano. Divento sempre più abile nella proiezione mentale."

T'kar si fece avanti.

"Capitano, ho eseguito alcune simulazioni tattiche. Non possiamo permetterci di indugiare ulteriormente. Il momento di mettere in atto il nostro piano è adesso. Qualunque livello di abilità il Tenente Calvi abbia raggiunto dovremo farcelo bastare. Direi che dobbiamo muoverci in un paio di giorni al massimo."

Arjan si aspettava che Anna si schermisse. Non lo fece.

"Non c'è problema! Mi sento in formissima!"

Disse saltellando.

Arjan guardò l'ufficiale. Troppa sicurezza? Il potere può dare alla testa. Fece mentalmente spallucce. Non poteva fare altro che fidarsi della donna.

"Aspettare troppo permetterebbe agli imperiali di organizzarsi. Le operazioni di guerriglia del Tenente li hanno rallentati, ma solo questo. Metteranno in atto contromisure. Non credo sia il caso di provare la cosiddetta invulnerabilità della tigre rossa contro un cannone disgregatore pesante."

Anna perse un po' della sua frizzantezza.

"Bene, Signor T'Kar. Ha steso i dettagli dell'operazione?"
"Naturalmente, capitano. Anzitutto devo sottolineare che questa si pone sotto alcuni punti cardine..."

Arjan si mise seduto su di uno stretto sedile di pietra. Quando T'Kar saliva in cattedra era inarrestabile. Non sarebbe stato né semplice né breve.

"Anzitutto la plausibilità. Se dobbiamo simulare una catastrofe naturale deve esserlo. L'impero è altamente avanzato scientificamente. Quando sono entrati nel sistema avranno fatto le loro scansioni. Sanno che il pianeta è geologicamente stabile, mediamente. Con il signor Queen siamo giunti alla conclusione che la migliore soluzione sia simulare l'esplosione di un vulcano con produzione di lapilli ad alto contenuto di minerale aramorfico. A lungo termine si avrebbe un'era glaciale a causa della copertura delle ceneri, mentre a breve termine le piogge caustiche sterminerebbero buona parte della flora e fauna del pianeta. Soprattutto renderebbero la manutenzione di eventuali impianti minerari alquanto costosa."

Arjan si trovò a lottare per tenere focalizzata l'attenzione. La dissertazione del vulcaniano era vitale, ma il suo tono monocorde e freddo lo assopiva. Avrebbe ucciso per un caffè.

"Successivamente la tecnologia. Il Tenente Calvi può influenzare le menti degli imperiali. Ma non la loro strumentazione. I sensori individuali e quelli delle loro navi registrerebbero tutto. Anche se onubliasse le loro menti al punto di vedere valori falsi, la verità rimarrebbe nel sistema informatico. Posto che non le ricontrollino da soli, prima o poi dovranno fare rapporto ai loro superiori. Scoperta l'anomalia tornerebbero. Sarebbe necessario indurre gli imperiali a falsificare loro stessi i dati dei loro strumenti, ma questo richiede un livello di finezza e dettaglio che va ben oltre le capacità del Tenente."

Arjan si sporse in avanti. Lieto di poter interloquire.

"Credo di sapere dove vuole andare a parare. Lo stratagemma di Finn..."
"O meglio del Tenente Tholos. Ha inviato falsi segnali alla nave imperiale mediante una sonda occultata. Questo però sarà vari ordini di grandezza più complesso. "

Anena si scosse dal torpore in cui si era lasciato scivolare.

"Droxine lo aiuterà. Quando ci si mette può fare miracoli."

T'kar lanciò uno sguardo neutro al consigliere.

"Preferisco affidarmi ai fatti piuttosto che ai miracoli. Non prevedo una possibilità di successo maggiore del 41%."

Arjan aveva imparato a prendere con le molle le previsioni pessimistiche dei vulcaniani. Comunque non è che avesse molta scelta. Produsse un sorriso di incoraggiamento.

"Abbiamo lavorato con prospettive peggiori. Signori, potete procedere."

Crovis. Spiaggia dell'isola
15/03/2398, ore 17:00 - D.S. 75201.9


Anna era seduta in spiaggia a pochi metri dal bagnasciuga. Non ricordava da quanto tempo fosse lì a farsi cullare dal rumore della risacca.

Sentì dei passi dietro di lei. Non ebbe bisogno di voltarsi per sapere che si trattava di Anena.

"Ciao, Anna."
"Ciao Anena."

Il consigliere si sedette accanto a lei.

"Come ti senti?"
"Lo domanda il consigliere o l'amico?"
"C'è differenza?"

Anna sorrise a mezza bocca.

"No, suppongo di no."
"Sei preoccupata?"
"No. O meglio, sì. Sono preoccupata di non essere preoccupata."

Anena rimase in silenzio, incoraggiante.

"Tu non sai come è essere... così."

Disse Anna allargando le braccia a comprendere sé stessa.

"La verità è che mi sento fantastica. Sempre. Ogni secondo. Sprizzo energia da ogni poro. Non sono mai stanca. Non ho fame. Non ho bisogno di dormire. Penso più chiaramente di quanto abbia mai fatto. Tutto è illuminato da una luce troppo forte. Le ombre scompaiono o si fanno più nette. Le sfumature recedono e rimane solo il bianco ed il nero. È così manicheo..."

"Già. Lo è."

"Sai? Diventare più che umani rende anche meno che umani. Credo che l'anima sia come una coperta. Se la tiri da un lato del letto scopri l'altro. A lungo andare sento che potrei perdermi, Anena."

Anena lasciò scorrere lo sguardo sul mare. Lo sguardo di qualcuno che aveva visto molte cose.

"Oh, non credere... tutti quei superpoteri non sono poi granché. Anche noi normali mortali ne abbiamo qualcuno."
"Ah sì? E quali?"
"Bé, ad esempio questo."

E la abbracciò.

Anna sorrise e piegò la testa di lato appoggiandola sulla sua spalla. Rimasero così, in silenzio, a guardare le onde ancora un po' di tempo.

USS Seatiger. Ingegneria.
16/03/2398, ore 16.40 - D.S. 75204.6


Finn guardava nervosamente Tholos e Droxine che confabulavano fittamente nel loro gergo tecnico. Avevano fatto capannello con metà dei tecnici della sezione di ingegneria. In un certo qual modo era come assistere ad una congrega di stregoni.

In effetti quello che si apprestavano a fare era un gigantesco gioco di luci ed ombre.

Si avvicinò con una certa cautela, cercando di attirare l'attenzione del capo ingegnere.

"Ehm... Tenente Carelli..."
"...il blocco 275 è criptato frattalmente non sarà facile aggirarlo."
"...Tenente..."
"... se lo aggiriamo passando per il 346 possiamo arrivare ai sistemi periferici..."

Finn squadrò le spalle e decise di imporsi. Il capitano voleva notizie e le avrebbe avute. Era pur sempre il primo ufficiale! Facente funzioni di capitano!

"Tenente Carelli!"

"Ricalibriamo l'algoritmo la fase e vediamo... sì, Comandante?"

Si girarono tutti a guardarlo. Fu come alzare una pietra e trovarci sotto un nido di crotali.

"Ehm... posso portarvi qualcosa?"
"Sicuro. Un tè verde, grazie."
"Un caffè nero."
"Due."
"Un raktajino."
"Caffè con latte. "
"Té al cinnamomo."
"Arrivano subito."

Finn si diresse spedito verso il replicatore.
Era sempre bello rendersi utile.

Crovis. Nei pressi di Crakvir
16/03/2398, ore 20.30 - D.S. 75205.1


Arjan guardò speculativamente Anna. La donna sembrava tranquilla e ben focalizzata sul suo compito. Anena le era accanto, a sostenerla con la sua presenza.

Il momento era giunto. Avevano scelto il crepuscolo. Le condizioni di luce avrebbero giocato a loro favore. Anche con la stampella della scienza.

Fertus aveva accondisceso a permettere loro di utilizzare la loro tecnologia per tenersi in contatto con la Seatiger.

Arjan sperava che quel canale sarebbe stato irrintracciabile.

Gli ingegneri avevano fatto miracoli ed erano riusciti a penetrare i sistemi informatici periferici della nave imperiale. Quanto bastava per integrare i falsi dati inviati da cinque sonde occultate.

Gli si fece incontro Jason.

"Capitano, sono in contatto con il signor Finn."

Gli porse un sottile rettangolo di cristallo verde acqua.

Si trattava di un interessante esempio della tecnologia del popolo di Fertus. Funzionava come i loro comunicatori ma non usava il suono. Trasmettevano direttamente alla mente.

"Grazie, Tenente Queen."

Prese il cristallo. la voce di Finn gli risuonò in testa.

=^= Capitano, mi sente? =^=

"Forte e chiaro, Numero Uno."

=^= Noi siamo pronti. Quanto vuole può dare il via. =^=

Arjan diede un'occhiata interrogativa ad Anna, che gli restituì un cenno di assenso.

"Proceda pure. Il signor Queen coordinerà l'operazione."

Riconsegnò il dispositivo all'ufficiale scientifico capo.

"Bene. Si va in scena. Abbiamo trovato un vulcano abbastanza plausibile a circa 400 chilometri da Crakvir, che è la base principale degli imperiali, in modo tale da farli sentire direttamente minacciati. Il vulcano esplode adesso. La nave imperiale inizia a rilevare le immagini dell'esplosione. La nube piroclastica viene proiettata fino alla stratosfera. La scossa sismica si farà sentire a Crakvir tra 66 secondi. Stia pronta, Tenente."

Anna annuì e chiuse gli occhi.

"Faccia loro provare scosse violente. Che abbattano qualche muro ma nessun danno ad apparecchiature o soldati. 3, 2, 1 adesso!"

T'kar usò il quo tricorder come binocolo per studiare dal vivo le reazioni dei rettili.

Gli imperiali barcollavano e scappavano presi dal panico in un ambiente perfettamente tranquillo con un effetto comico assolutamente sprecato sul vulcaniano.

Jason riprese.

"Molto bene. Ci saranno altre scosse secondarie, Tenente. Le dirò quando produrle. Adesso attendiamo la ricaduta delle ceneri. La nave dovrebbe analizzare la nube ed il suo contenuto corrosivo. L'ideale sarebbe che evacuassero la guarnigione, ma temo che non saremo così fortunati."

Attesero. Ogni tanto Jason dava istruzioni ad Anna. T'kar teneva sotto controllo l'avamposto imperiale. Bruce monitorava la salute di Anna sotto lo sforzo prolungato a cui era sottoposta. Anena si limitava a sostenerla con lo sguardo.

Erano un meccanismo ben oliato. Il capitano della Seatiger li lascio lavorare senza intromettersi. Talvolta l'essenza del comando era tenersi fuori dai piedi.

"...mi dicono che i falsi dati sulla composizione della nube di cenere sono stati assorbiti senza problemi. Dovrà iniziare a far piovere cenere tra circa un'ora, Tenente. Il vero problema sarà se decideranno di prendere campioni..."

T'kar lo interruppe.

"Stanno iniziando l'evacuazione."

"Bene! Ci stanno cascando. Tenente, inizi pure a far cadere la cenere. Qualche crovisiano che inizia a tossire sarebbe un bel tocco. "

Arjan si alzò in piedi.

"Signori, rimanete concentrati. Non roviniamo tutto con un errore dell'ultimo momento."
"Stanno teletrasportando i materiali. I soldati stanno salendo a bordo delle navette. Sono veramente molto efficienti."
"Sono felice che incontrino la sua approvazione, signor T'kar." Disse Arjan.

"Lo stanno incontrando, Capitano."

Come sempre T'kar era impervio al sarcasmo.

Subentrò Jason.

"Avrei preferito che teletrasportassero l'equipaggio. Ora il Tenente dovrà mantenere l'illusione su tutti i soldati in viaggio fin dentro la nave. Pensa di farcela?"

Anna teneva gli occhi chiusi, concentrata.

"Tranquilli. Potrei farlo tutto il giorno."

* Probabilmente non si sta vantando. * Pensò Arjan.

"Stanno decollando." Avvertì T'kar.

Anche loro poterono vedere le pesanti navette corazzate da trasporto truppe alzarsi in volo.

In pochi secondi scomparvero alla vista. Almeno ai loro occhi mondani. Anna rimase con loro. In spirito.

Dopo pochi minuti Anna aprì gli occhi e guardò Arjan.

"Io... credo sia fatta, capitano."

L'interpellato si fece restituire il rettangolo di cristallo da Jason.

"Signor Finn. Rapporto."

=^= Tutto a posto capitano! Parola mia, al prossimo concerto che faccio ingaggio il duo Tholos-Carelli. Successo assicurato. =^=

"Ha fin da ora il mio beneplacito, Numero Uno. Cosa stanno facendo i nostri spettatori?"

=^= Stanno analizzando ancora la situazione, e noi li stiamo imbeccando... Oh hanno acceso i motori. Stanno uscendo dall'orbita. =^=

Arjan fece un respiro profondo. Era andato veramente tutto bene? Nessun errore? Nessun contrattempo?

Sembrava proprio di sì.

"Signori, complimenti a tutti. Siete stati grandi."

Anna emise un sospiro, sciolse la posizione del loto e si alzò in piedi.

"Non credevo che sarebbe andata così bene. E... ma quel cristallo deve illuminarsi così?"

Si girarono tutti verso il cristallo comunicatore che Arjan aveva appoggiato distrattamente.

Si affrettò a raccoglierlo. Subito la voce concitata di Fertus gli inondò il cervello.

=^= Capitano, c'è qualcosa che non va! Sta arrivando qualcosa. Fuggite! =^=

"Fertus? Cosa sta arrivando?"

"Oh credo di essere io..."

Gli occhi di tutti si fissarono sul nuovo arrivato.

Anna riconobbe il comandante dei rettili. Quello che le aveva sparato. Il mammifero.

Non era armato, ma si mise comunque tra lui ed i suoi compagni. Sentiva un inspiegabile senso di irrequietezza.

"Cosa ci fa qui? Perché non è con i suoi compagni?"

"Oh quegli idioti, e spero che il traduttore stia facendo un buon lavoro, non sono miei compagni. Non più. Mai stati, probabilmente."

Anna avrebbe potuto continuare la conversazione, ma non la trovava gradevole ed inoltre non aveva dimenticato che quel tipo l'aveva quasi uccisa.

Quindi si fece sotto e mollò un pugno allo stomaco al nuovo arrivato. Senza esagerare. Non voleva ucciderlo.

L'imperiale incassò senza fare una piega.

"Questa però è vera maleducazione. Non ci siamo mai presentati, mi pare. Piacere, Angor."

Ricambiò il pugno allo stomaco subito.

Anna volò all'indietro fino a schiantarsi contro un'albero. Il silenzio che seguì fu riempito solo dal gemito vegetale del tronco che si abbatteva lentamente a terra. E dai colpi di tosse di Anna, che si rimise in piedi barcollando. Lo aveva sentito. Forte.

Non si fece domande. In qualche modo sentiva che questa era la sua battaglia. E che era LA battaglia. Non c'erano dubbi. Era giusto ed ineluttabile.

Si sentì pervadere dal potere come mai prima.

Si mise in piedi ed allungò la mano. La maschera della Tigre Rossa le volò tra le dita. Con un gesto fluido la indossò. Non sapeva neanche perché l'aveva portata.

Fu avvolta da un'aura rossastra. Le fessure degli occhi della maschera emettevano luce vermiglia.

I suoi piedi si staccarono da terra.

In un batter di ciglia fu su Angor. Questa volta fu lui a devastare la flora circostante.

Ed anche lui si rialzò.

"Bel trucco, complimenti. Ma è un trucco che si può fare in due."

Angor fu avvolto da un'aura oscura. Come fuliggine viva, che si intrecciava e scorreva avvolgendo il suo corpo. Si librò in aria.

"Questione di gusti, chiaramente. Ma secondo me è più bella la mia."

Poi si catapultò verso Anna. Che però stavolta era pronta. Lo intercettò con un uppercut alla mascella e lo spedì in cielo. Poi spiccò il volo. La battaglia si trasferì nei cieli sopra Crakvir.

Arjan strinse il rettangolo di cristallo. Anche Anena si affrettò a toccarlo.

"Festus! Qua c'è un imperiale ed ha gli stessi poteri del Tenente Calvi. Perché il pianeta glieli sta fornendo?"

=^= Aimé, capitano. Speravo che non succedesse... =^=

"Lei lo sapeva??"

=^= Lo temevo. Capitano, come giustamente verificato, il pianeta è senziente. Ma sbagliate se pensate che la sua mente risieda nei cristalli. No, questa alberga nelle menti e nelle anime del suo popolo. E nelle profondità di esse, oltre le luci, ci sono anche le ombre. I mostri del subconscio. Il bene ed il male, se preferisce un'interpretazione semplicistica. =^=

Anena alzò gli occhi al cielo. Due strisce di luce si affastellavano e si intrecciavano. Ogni volta che si incontravano risuonava un tuono.

"Vuole dire che quella che vediamo è solo la manifestazione fisica di un conflitto interiore?"

=^= Corretto. L'eterno tumulto che alberga in ogni essere consapevole. =^=

Anena lanciò un altro sguardo angosciato al cielo.

Una cometa cremisi cadde dal cielo decapitando di netto una delle torri di guardia sulle mura di Crakvir.

I federali si affrettarono verso la città.

Nello spiazzo antistante la porta principale si era formato un piccolo cratere scavato dal corpo di Anna. Giaceva come un giocattolo rotto. La maschera della Tigre Rossa era frantumata in corrispondenza dell'occhio destro. Nessuna aura proteggeva la più.

I crovisiani erano usciti quasi tutti in strada. Assediati ed assedianti. Avrebbero dovuto fuggire, me non ci riuscivano. Per il terrore e perché sentivano nel profondo che dovevano assistere. Erano giorni di meraviglie. E di terrore. I soldati-mostro erano fuggiti. Draghi avevano ruggito nel cielo. Tutti sentivano che qualcosa stava finendo. E cominciando. Qualcosa di non bello.

Angor atterrò accanto a lei, con un sorriso beffardo.

"Bene, è stato divertente, direi."

Arjan raddrizzò le spalle e sostenne lo sguardo dell'altro.

"La prego di lasciare il mio ufficiale medico di controllare il Tenente Calvi."

"Ah si chiama così? Temo però che serva a poco, sa? Credo proprio che vi ucciderò tutti..."

Arjan dissimulò un brivido. Non poteva mostrare debolezze, se aveva ben inquadrato l'altro.

"Immagino, ma quale vantaggio ne avrebbe? Il Tenente non è più una minaccia per lei."

"Perché? Vede, capitano, sia io che il suo Tenente abbiamo avvertito la sua conversazione, poco fa. Durante il combattimento."

Inclinò la testa con fare interrogativo.

"Quindi io rappresenterei il male? Può essere. Vuole sapere come mi fa sentire questo?"

Si chinò e raccolse Anna da terra per il collo, con una mano sola. Il Tenente rimaneva molle.

Arjan cercò di capire se respirasse.

"Mi fa sentire libero. Tutti questi anni a farmi mettere i piedi in testa da individui inferiori. Ad ingoiare bocconi amari. Ora capisco come dovrei aver agito. Tutto tempo sprecato. Ma non accadrà più."

Angor lanciò uno sguardo all'infinito, verso il cielo ormai stellato.

"Potrei strappare dall'orbita la sua miserabile nave e prendermela per raggiungere i miei ex compagni. E fargli pagare tutto. Sarebbe allettante. Ma in fondo perché tornare in un universo che mi disprezza quando posso rimanere qui come un dio? E se questo significa affogare nel terrore ogni singolo giorno ogni singolo individuo di questa miserabile palla di fango, bè... sia fatta la mia volontà."

Angor sollevò Anna ancora più in alto.

"Quindi, per tornare alla sua domanda, non lo farò perché devo. Lo farò perché posso. Perché mi piace farlo..."

Posò le dita dell'altra mano sulla maschera di Anna e con delicatezza la sfilò per poi lasciarla cadere a terra. Di nuovo posò le dita sul volto di lei e, molto lentamente, iniziò a stringere.


...


Anna fluttuava in un mare di ambra. Aprì gli occhi, ma non c'era nulla da vedere. Era così pacifico.

* Chi sono io? *

Non riusciva proprio a ricordarlo. Ma non aveva importanza. Qui poteva semplicemente riposarsi e dormire per sempre cullata in un mare caldo.

"Figlia mia, mi spiace che sia andata così... non ti ho dato abbastanza forza. La mia oscurità ha abbeverato l'altro ed avvelenato te. Siete entrambi miei figli. Ho mancato nei confronti di entrambi. Ho rovesciato la mia battaglia su di voi."

* Chi sei? *

"Sai chi sono."

* ...sì... *

"Ho mancato con tuo fratello ancor più che con te. Ed adesso lui rovinerà gli altri miei figli. Mi porterà all'orrore."

Anna in qualche modo capiva tutto. Anche se non sapeva di cosa la voce parlasse.

* Vorrei poterti dare ancora il mio dono. Ma non ho più la forza. Ti posso dare solo l'ultima scintilla. Una piccola brace. *


...


Arjan individuò un pezzo di muro in rovina e ci si arrampicò. Attivò al massimo il volume del traduttore universale e si rivolse alla folla di crovisiani.

"Figli di Crovis, Ascoltatemi! Siete testimoni della nascita del terrore. Quello in cui vivrete da ora in poi. Volete che questa sia la vostra vita? E quella dei vostri figli? Sì o No? Ditelo! "

Solo pochi risposero debolmente con un "no".

"Ditelo ancora. Gridatelo!"

Stavolta i "No" furono più decisi.

"Ancora!"

Ora la folla era un unico ruggito.

"NO! NO! NO!"

"ORA GUARDATE! LA TIGRE ROSSA GIACE SCONFITTA! MA LO E' DAVVERO? IO DICO: UNA PREGHIERA PER LAO-MA."

La folla intrecciò le mani formando una catena ed iniziò ad inneggiare.

"LAO-MA! LAO-MA! LAO-MA!"

Angor aveva osservato tutta la scena con una sorrisetto. Scoppiò a ridere.

"Parola mia, questa è la scena più patetica che io abbia mai visto... Sarebbe anche divertente ma io mi annoio facilmente. Quindi caliamo il sipario su questa inutile commediola. E per farlo mi basta stringere un po' le dita..."

Tornò a guardare verso la donna che teneva sollevata. Un occhio brillava di un fuoco furioso. Il fuoco di una brace al vento.

"LAO-MA! LAO-MA! LAO-MA!"

Due mani gli afferrarono i polsi e, lentamente, lo costrinsero a lasciare la presa.

La maschera rotta si alzò da terra e volò a coprire il viso di Anna.

Dalla faccia di Angor era scomparsa ogni traccia di divertimento.

... nei deserti di Crovis clan nemici da generazioni congiunsero le mani ed intonarono la lode a LAO-MA. Non sapevano cosa significasse o perché lo facessero. Ma sapevano che era giusto...

Nuove lingue di fuliggine avvolsero l'imperiale. Il suo viso era immerso nella concentrazione. Ma per quanto facesse si trovò in ginocchio. Le mani che lo trattenevano erano delle morse. Ma la cosa peggiore era il silenzio che la donna gli stava rovesciando addosso. Per la prima volta da quando aveva ricevuto il potere provò paura.

... nelle giungle di Crovis cacciatori si fermarono lasciano scappare le loro prede per unire le mani ed intonare la lode a LAO-MA ...

Finalmente le morse lo lasciarono andare. Ma solo per colpirlo con un diretto che lo rovesciò a terra. Cercò di difendersi ma la sua guardia fu stracciata come cartaccia.

Un secondo colpo lo raggiunse in faccia. Ed un'altro. Ed un'altro. Ed un'altro.

L'aura oscura scomparve.

Anena si avvicinò.

"Anna?"

La pioggia di colpi continuò sul corpo ormai inerte dell'imperiale.

"Anna, ti prego..."

Quella che si girò verso di lei però non era la donna che conosceva. Era una dea avvolta nel furore. Sentì soppesato e valutato la sua degnevolezza di continuare ad esistere. Mai Anena si era sentito così piccolo.

"Anna... Io ci sono. Noi tutti ci siamo per te..."

La dea si alzò in piedi e si osservò le mani. Erano coperte di sangue. Quello del suo avversario. Una di quelle mani si portò al viso. Prese la maschera e la sfilò, delicatamente.

Anna rivolse ai compagni un sorrisetto senza allegria. Con occhi mortali.

Diario personale del capitano data stellare 75286.6.


Dopo quasi un mese dalle vicende su Crovis riesco a guardare l'accaduto con sufficiente prospettiva.

Come riferito nei precedenti diari ufficiali abbiamo lasciato il pianeta due giorni dopo la battaglia del Tenente Calvi. Ho cominciato a riferirmi ad essa in questi termini. E non mi riferisco a quella fisica. Il Tenente sembra essere tornata quella di sempre. Almeno dal punto di vista mondano. Ma non credo che si possa vivere un'esperienza come quella senza esserne toccati. Il guardiamarina Lawtoein la sta tenendo sott'occhio. Come consigliere e come amico.

Fertus ed i suoi rimarranno nell'ombra a vigilare sui crovisiani, in attesa che siano pronti.

Mi spiace di aver interferito così tanto nella loro cultura. Ma per parafrasare le parole del consigliere quando glielo ho detto:"Anna era in pericolo. Che si fotta la Prima Direttiva."
Al solito il guardiamarina è sopra le righe. Ma mi trova d'accordo. Se questo mi rende un Capitano o un ufficiale peggiore... bé, così sia.

Del resto immagino che quel giorno abbiamo messo le basi di un solido corpo di miti. Sarebbe bello ripassare di là tra un migliaio di anni.

Per quanto riguarda Angor, si è ripreso bene dalle percosse del Tenente. Almeno fisicamente. Per il resto rimane apatico. Fissa le pareti della cella senza vederle. Il suo spirito pare spezzato. Non nego che la sua presenza mi renda nervoso. Ma ho dovuto dare ragione a Fertus. Lasciarlo su Crovis sarebbe stato da irresponsabili. L'unica alternativa sarebbe stata giustiziarlo. E non potevamo farlo. Non solo perché non ne avevamo il diritto,ma anche perché la sua vita è stata risparmiata dal Tenente. E questo ha un valore simbolico. Se c'è una cosa che questa avventura mi ha insegnato è che i simboli hanno un immenso potere. =^=

USS Seatiger
15/04/2398, ore 14.30 - D.S. 75286.6


Finn rincorse Anna mentre usciva di palestra.

"Tenente... Tenente!"

Anna roteò gli occhi non vista dal primo ufficiale.

"Sì, Comandante?"
"Ma davvero non ha conservato nessun potere?"

Anna represse un sospiro di esasperazione.

"Come le ho già detto le precedenti 74 volte, no, nada, niet, completamente a secco. Stia tranquillo, non la porterò in giro svolazzando."
"Ma a me piacerebbe essere portato in giro svolazzando!"

Anna si smarcò il più educatamente possibile dal primo ufficiale.

Era terribilmente invadente. In realtà lo apprezzava. I primi tempi sembravano camminare tutti sulle uova in sua presenza. L'irruenza di Finn era rinfrescante. Fastidiosa. Ma rinfrescante.

Nel suo alloggio fece una veloce doccia sonica e si preparò per il sonno.

Indugiò di fronte ad un cassetto. Poi lo aprì. Dentro c'era la maschera della Tigre Rossa. Passò un dito sulle venature di legno. Aveva preso in considerazione l'idea di buttarla. O distruggerla. Ma non lo aveva fatto. Era stata una parte importante di un sia pur breve episodio della sua vita.

Ricordava tutto. Prima dopo e durante. Ricordava come si era sentita ogni secondo. Dell'impatto dei pugni sulla faccia di Angor. Di quanto era arrivata vicina a perdersi.

Sì, la maschera doveva rimanere.

Chiuse il cassetto.

Prese una mela che si era portata in camera per mangiarla prima di dormire. Stava per addentarla quando si fermò. Guardò il frutto soppesandolo.

Poi lo lanciò con tutta la forza dall'altro lato della stanza.

... e la riprese al volo un attimo prima che si sfracellasse contro la parete.

Fece un sorriso sornione, le diede un morso di gusto ed andò a letto.


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FINE MISSIONE