Il mondo di Charlie










USS SEATIGER

presenta


USS SEATIGER

Il mondo di Charlie

Missione 05






Basato sulla saga di Star Trek di Gene Roddenberry, questa opera amatoriale è il prodotto della USS SEATIGER,
simulazione appartenente all'universo narrativo del Gioco di Narrazione PBeM


Starfleet Italy

Gli autori/giocatori hanno creato un proprio alter ego narrativo con il quale sono entrati a far parte della squadra
di comando della USS SEATIGER, quindi a turno hanno scritto i brani di questa avventura fantascientifica,
creando appunto questa opera amatoriale inedita e originale basata su Star Trek.




Questo racconto lungo è un'opera amatoriale che puó essere liberamente
riprodotta, purché integralmente, in ogni sua parte, e non a fini di lucro.



Anno pubblicazione 2019



www.starfleetitaly.it | USS SEATIGER








Equipaggio

Capitano Capitano Arjian Kenar Geran

Capo Operazioni Tenente Comandante Tholos del Clan Rashan

Capo Sicurezza Tenente Yuki Ikeda  Yamada

Consigliere Guardiamarina Anena Lawtoein

Ingegnere Capo Tenente Comandante Droxine Carelli

Capitano
Arjian Kenar Geran
Capitano

Tenente Comandante
Tholos del Clan Rashan
Capo Operazioni

Tenente
Yuki Ikeda Yamada
Capo Sicurezza

Guardiamarina
Anena Lawtoein
Consigliere

Tenente Comandante
Droxine Carelli
Ingegnere Capo

Primo Ufficiale Comandante Dewey Finn

Timoniere Tenente JG Fabrizio "Fabrix" McAllan

Ufficiale Scientifico Capo Tenente Jason "Skon" Queen

Ufficiale Tattico Tenente Comandante Tkar

Comandante
Dewey Finn
Primo Ufficiale

Tenente JG
Fabrizio "Fabrix" McAllan
Timoniere

Tenente
Jason "Skon" Queen
Ufficiale Scientifico Capo

Tenente Comandante
Tkar
Ufficiale Tattico


USS SEATIGER

Autori

Capitano
Arjian Kenar Geran
Michele Congia

Capo Operazioni
Tholos del Clan Rashan
Fabrizio Calandri

Capo Sicurezza
Yuki Ikeda Yamada
Yuki Ikeda Yamada

Consigliere
Anena Lawtoein
Martina Tognon

Ingegnere Capo
Droxine Carelli
Massimiliano Badi

Primo Ufficiale
Dewey Finn
Franco Carretti

Timoniere
Fabrizio "Fabrix" McAllan
Fabrizio Caponeri

Ufficiale Scientifico Capo
Jason "Skon" Queen
Patrizia Mutto

Ufficiale Tattico
Tkar
Silvia Brunati






Sommario


Sinossi
05.01 - Rockstar, soubrette e sommergibili rosa
05.02 - Gioco di squadra o battitore libero?
05.03 - Aurore boreali bicolori e diamantini verdi
05.04 - Nuovo incarico, nuove resposabilità
05.05 - Siamo qui per servire
05.06 - Giovinezza perduta
05.07 - Vecchie conoscenze
05.08 - L'inizio della fine
05.09 - Prima Direttiva

Sinossi

Missione 5



05.01 - Rockstar, soubrette e sommergibili rosa

Autore: Capitano Arjian Kenar Geran


USS Seatiger, Infermeria
12/01/2395, Ore 09:10 - D.S. 72031.19


"Si può rivestire."
"Quindi sono abile e arruolato?" Chiese ironicamente il trill riprendendo l'uniforme appoggiata ai piedi del biolettino.
"Nutriva ancora una qualche speranza di essere riformato!?"
"Riformato no, ma magari un prepensionamento ... non mi dispiacerebbe rilassarmi e viaggiare un po', suppongo che in questo universo ci siano tante bellezze da scoprire ..."
"Se non sapessi che sono stati i Profetti a decidere di 'lasciarci a piedi', potrei quasi credere che sia stato lei a implorarli di lasciarci qua..."
"E lei che ne sa!? Mica c'era ... magari l'ho fatto veramente ... " Commentò Kenar aggiustandosi la giubba dell'uniforme.
"Se proprio ci tiene," disse Bruce distogliendo lo sguardo dal D-padd su cui stava studiando i dati delle scansioni biometriche del capitano "ci riporti il prima possibile a casa ... una volta trovata la strada, può sempre tornare indietro con un runabout e godersi tutta l'inospitalità di questo mondo..."
"Be', magari fino ad adesso siamo solo stati sfortunati e il meglio deve ancora venire ..."

Bruce prese il tricorder medico e scansionò il Trill.

"Perché mi sta nuovamente analizzando? Non mi ha detto che era tutto apposto?!"
"Considerando che c'è ben poco di cui essere allegri, preferisco sincerarmi che la sua euforia non sia un effetto collaterale della cura a cui vi sto e mi sto sottoponendo ... però, no ... tutto sembra nella norma ... anche i livelli delle endorfine ... quindi non capisco ..."
"Doc, cercavo solo di sdrammatizzare ..." Lo rassicurò Kenar "dov'è finito il suo senso dello humor?"
"Mai avuto! Sono un medico, non un comico...e comunque, non trovo il lato umoristico nell'essere dispersi non si sa dove ..."
"Ok, ok" Il trill alzò le mani in segno di arresa "vedo che non c'è verso di sdrammatizzare ... tornando a noi, per quanto dovremo rimanere in osservazione?"
"La terapia antinaniti deve essere seguita per almeno altre due settimane, per sicurezza ..."
"Quindi ci potrebbe essere il rischio che qualche nanita borg sopravviva e magari rimanga dormiente nei meandri del nostro organismo, magari pronto a riprendere il programma di assimilazione?"
"Tenderei ad escluderlo, ma il fatto di essere stati così dannatamente fortunati a poterli riprogrammare per invertire il processo di assimilazione non deve farci abbassare la guardia...sono pur sempre degli aggeggi fin troppo letali... Preferisco continuare a tenere l'equipaggio sotto osservazione, almeno fino a quando non avrò l'assoluta certezza che non ve ne siano più in giro. E ora mi faccia andare che ho gli altri ufficiali da visitare, e io non sono uno e trino ..."
"Uno e trino!?"
"Dimenticavo, lei è un trill ... è un modo di dire terrestre ... è un po' come dire che non ho il dono dell'ubiquità ..."
"Allora mi consenta un'ultima domanda, dottor Bruce e poi la lascio ai suoi compiti ... Lawtoein ... è pronto per prendere servizio?"
"Deve sostenere gli esami psicoattitudinali ... e poi sarà tutto suo, sempre che riesca a passarli ..."
"Perché non dovrebbe?!"
"Mah, prima è rimasto intrappolato nel Nexus ... ora in questa specie di uovo borg, insomma sembra proprio che non riesca a starsene lontano dai guai ..."
"Be', io non penso che ..." Kenar provò invano ad obiettare qualcosa, ma fu subito interrotto. Ormai l'ufficiale medico era partito per la tangente ed era inarrestabile ...
"E poi ... con tutte quelle piume addosso ... non ci bastava la rockstar, ora abbiamo anche la soubrette ... che dice, vogliamo anche dipingere la Seatiger di rosa?!"
Bruce, resosi conto di aver esagerato e vedendo che Kenar lo stava fissando con sguardo severo, estrasse nuovamente il tricorder medico e cominciò ad analizzarsi.
"Comincio veramente a pensare che questa cura abbia veramente degli effetti collaterali..."
"Tranquillo dottore, neanche il sarcasmo è una malattia ... magari è un po' stanco..." E avviandosi verso l'uscita, aggiunse prima di varcare la soglia dell'infermeria "Si prenda anche lei un po' di riposo, Doc ... ne ha bisogno ..."

USS Seatiger, Ufficio del Capitano
12/01/2395, Ore 10:55 - D.S. 72031.39


Kenar stava visionando i ruolini di servizio di alcuni membri dell'equipaggio, seduto sulla sua scrivania, quando il segnale acustico risuonò all'interno del suo ufficio.

Prese ancora un veloce sorso dalla sua tazza di caffè ancora fumante e la ripoggiò, quindi rispose.

"Avanti."

Le porte si aprirono con un leggero sibilo e due ufficiali varcarono la soglia dirigendosi verso il trill.

"Ci voleva vedere, signore?"
"Sì, Tkar ..." Rispose Kenar facendo cenno a lui e ad Anari di accomodarsi sulle due sedie posizionate davanti alla sua scrivania "vorrei esporvi un'idea prima di presentarla ufficialmente al prossimo brifieng degli ufficiali superiori..."
"C'è qualche problema col Signor Finn?" Chiese preoccupata Anari.
"Il Signor Finn?! Be' ammetto che ha una dote innata per generarli, però no ... stavolta non c'entra nulla. Il motivo per cui vi ho chiamati è che stavo pensando ad una riorganizzazione della squadra di comando e mi occorrerebbe una vostra opinione ..."
"Qualcosa non va?"
"No, Tkar ... sono molto soddisfatto del vostro operato, quindi no, non sto pensando di sostituire nessuno ... pensavo piuttosto ad un ampliamento della squadra di comando che possa alleggerirvi di alcuni compiti e permettervi di focalizzarvi su altri più strategici per la situazione particolare in cui ci troviamo ... continuando a supportare Finn nell'espletamento delle sue funzioni. Ad esempio, lei Anari ... preferirei che mettesse su una squadra e si concentrasse sullo studio dei dati che abbiamo raccolto dalla USS Indefatigable per trovare una strada che ci permetta di tornare nel nostro universo, per questo affiderei le mansioni - per così dire - di routine ad un'ufficiale di sua fiducia ... magari al suo vice ... che ne pensa?"
"Con tutto il rispetto, signore, in quanto denobulana sa che ho bisogno di poco riposo per notte, quindi penso di poter gestire anche dell'altro, ma se ritiene sia meglio per la nave ridistribuire gli incarichi, non si sono problemi. Continuerò a fare il mio lavoro con la stessa passione ed entusiasmo e ..."
"Non ho dubbi a riguardo..." La interruppe Kenar, cercando di contenere la prolissità di Anari "Ma che mi dice del suo vice? Condivide la mia scelta?"
"Assolutamente si. Mi permetta invece di aggiungere un bit per quanto riguarda Finn, penso che se la stia cavand ... Certo, affronta le problematiche a modo suo, ma ha più volte dimostrato di essere all'altezza della situazione..."
"Si, concordo ... ma la strada per farne un ottimo primo ufficiale è ancora lunga..." Precisò Kenar, sorridendole.
"Vedrà che la stupirà..."
"Be', mi lasci dire che è da quando è salito a bordo che mi stupisce ... però si, ha ragione ... ce la sta mettendo tutta per essere all'altezza della situazione, a modo suo ... ma lo sta facendo. Tornando a noi, per quanto riguarda lei, Tkar vorrei alleggerirla dell'interim della Sicurezza, magari affidandone la responsabilità al suo vice, il Tenente Yamada... in questo modo lei potrebbe concentrarsi sulle questioni tattiche della nave e lavorare in sinergia con il Tenente Comandante Anari ..."
"Lo trovo logico. Si ricorderà certamente che sono stato io stesso a segnalarle il Tenente Yamada per il ruolo di vice capo SEC/TAC, quindi non posso che condividere la sua scelta ..."
"Bene. Non voglio trattenervi oltre... buon lavoro. In libertà!"

I due si alzarono, ma mentre Tkar si stava dirigendo verso l'uscita, Anari indugiò davanti a Kenar.

"Vuole aggiungere qualcosa, comandante." Chiese il trill notando che il volto della denobulava si era leggermente gonfiato.
"Finn è un ottimo ufficiale, signore!"
"Lo credo anche io ..." la rassicurò Kenar "lo credo anche io, ora può andare."

Anari si diresse quindi verso l'uscita raggiungendo Tkar e insieme lasciarono l'ufficio del Capitano.

"Finn, Finn ..." pensò tra se il trill "ma cosa le fa lei alle denobulane?!?"

Quindi attivò il comunicatore.

"Kenar a Finn."

Nessuna risposta.

"Kenar a Finn."

Dopo qualche secondo finalmente la comunicazione si aprì.

=^= Ehm, ehm ... qui Dewey. =^=
"La disturbo, Dewey?" Chiese ironicamente Kenar.
=^= Sì, ehm ... no, certo che no signore... =^=
"Convochi gli ufficiali superiori per un briefing in sala tattica subito dopo pranzo e ..." ma non riuscì a completare la sua richiesta.
=^= Procedo. Dewey, chiudo. =^=

Finn lo aveva appena lasciato con un palmo di naso, ma Kenar decise che non voleva sapere in quali faccende fosse affaccendato il suo primo ufficiale, così prese nuovamente la sua tazza di caffè e il D-padd che stava consultando e si andò ad accomodare sulla sua poltrona cercando di non pensarci.


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05.02 - Gioco di squadra o battitore libero?

Autore: Tenente Yuki Ikeda Yamada


Luogo imprecisato,
12/01/2395, Ore 14:00 - D.S. 72031.74


Appena terminato il teletrasporto sulla superficie il Tenente Yamada ordinò il mascheramento dei segni vitali.

"Guardiamarina Pers, situazione?"
"I rottami si trovano a meno di cinquecento metri a sud-ovest da qui." rispose prontamente quest'ultimo.
"Specialista McCarthy mi faccia una scansione di segni biologici nelle vicinanze."

Il ragazzone di chiare origini Irlandesi non indugiò oltre ed eseguì quanto richiesto da Yamada.

"Abbiamo dodici segni vitali ferengi a oltre un chilometro a nord."
"Ferengi ,eh!? Mhm, la situazione non mi piace per niente ... Forza, andiamo a recuperare il materiale dalla navetta se facciamo tutto bene e in fretta tra meno di un'ora saremo in sala mensa a gustarci il meritato pranzo." Rispose Yamada incamminandosi verso i rottami.
"Bleah ... gustarci poi ..." McCarthy fece una boccaccia sottolineando il suo disaccordo con quanto appena detto dalla caposquadra.
"Specialista ... la smetta di fare il sofisticato." Ridacchiò Pers.
"Lo sanno tutti che mangerebbe anche il famoso Cuore di Targh Klingon..."
"Be', non è poi così male." precisò McCarthy.
"La smettiamo?!... siamo in missione, non al bar..." li riprese Yamada "Muoviamoci! non mi piace che perdiate la concentrazione."
"Si, signore."

I due subalterni tornarono seriosi.
Camminando, finalmente la squadra arrivò alla navetta e Yamada fu la prima a scorgerne i resti.

"Eccola! Ci siamo, recuperiamo il carico e filiamocela alla svelta..."

Subito iniziarono a prelevare il materiale dalla stiva di carico.

"Tenente ma cosa contengono queste casse che..." lo specialista non ebbe modo di finire la frase che un raggio gli passò a meno di dieci centimetri, il caposquadra immediatamente si nascose dietro un masso.

"Mettetevi al riparo!"

Diede una rapida occhiata in giro cercando di capire dove si trovassero gli aggressori, ma non ebbe modo di fare altro perché un colpo le fece perdere i sensi e immediatamente fu portata via da due ferengi e questo determinò la fine dello scontro perché gli aggressori ripiegarono sulle loro posizioni.
Il Guardiamarina Pers vide i ferengi portare via il tenente, ma non poté fare nient'altro che prendere atto della situazione. Dopo lunghi minuti di silenzio capì che lo scontro era finito e cautamente uscì allo scoperto.

"Specialista, hanno preso in ostaggio il tenente... dobbiamo assolutamente trovare dove sono andati, esegua una scansione per individuarli."
"Si, signore!"

Dopo alcuni secondi, diede l'informazione richiesta "A un chilometro da qui si sono rifugiati dentro una grotta..."
"Allora andiamo."

Luogo imprecisato,
12/01/2395, Ore 15:30 - D.S. 72031.91


Il guardiamarina Pers e lo specialista McCarthy si ritrovarono a meno di cento metri dall'apertura del nascondiglio dei rapitori del tenente.

"Specialista, situazione?"
Lo specialista, consultando il suo tricorder: "Dodici ferengi e il nostro tenente, non ci sono altre aperture oltre quella di fronte noi."
"Accidenti siamo in inferiorità numerica e non abbiamo nessun vantaggio tattico..."

Il Guardiamarina cominciava a dare segni di nervosismo

"Signore ... potremmo cercare di intavolare una trattativa ..." Suggerì lo specialista
"E come ... non abbiamo né una contropartita né tantomeno un modo per comunicare con loro..." "Cercheremo di creare un diversivo in modo da prenderli di sorpresa."
"Ma signore siamo in netta inferiorità..." Obbiettò energicamente lo specialista.
"Non abbiamo alternative ... non possiamo chiamare la Seatiger per avere rinforzi, altrimenti infrangeremmo l'ordine di silenzio radio. Non possiamo comunicare con loro, quindi ci rimane solo l'irruzione con l'ausilio di un diversivo ..." Fece cenno di seguirlo e incamminandosi gli espose il piano "Io farò in modo di distrarli, lei faccia irruzione..."
"Se posso dire ..." Lo specialista cercò di convincere il superiore a trovare un'altra soluzione, ma venne prontamente zittito dal superiore.
"E' un ordine! Non si accettano né se né ma faccia quello le ho detto!" E detto questo si posizionò sul bordo opposto allo specialista e attese che quest'ultimo fosse in posizione, quindi con la mano diede l'ordine di esecuzione ed entrarono entrambi. In attimo furono investiti da una pioggia di fuoco.

"Computer, terminare simulazione."

Il ponte ologrammi tornò alla configurazione originale lasciando solo il Guardiamarina Pers e il tenente Yamada in piedi nell'ampia stanza vuota.

"Tenente Yamada, uccisa in missione per l'incompetenza di un battitore libero di nome Pers che pensava di poter risolvere la situazione con l'uso delle armi." Yamada lo guardò con commiserazione.
"Ma signore, come poteva essere risolta la situazione?!" Fece la domanda assumendo una posizione formale.
"Magari dando ascolto allo specialista, anche se virtuale, e cercando di intavolare una trattativa." Sorrise con aria sardonica.
"Ma non avevamo né materiale per lo scambio né tantomeno il modo di comunicare." Ribatté Pers.
"Il materiale sulla navetta ... sono ferengi ... e ai ferengi piace fare trattative con materiali della Federazione, e per quanto riguarda il comunicare ..." Fece una breve pausa e sorrise "Poteva usare il mio comunicatore non crede?!"
Rimase quindi in silenzio per valutare la reazione di Pers.
Il guardiamarina arrossendo, rispose: "Giusto signore ... non ho riflettuto abbastanza."
"Non si preoccupi ..." Rispose Yamada assumendo un'aria bonaria "a questo servono le simulazioni di addestramento ... Non si preoccupi, il brevetto lo prenderà la prossima volta... l'unico rimprovero che mi sento di muoverle e che non bisogna mai agire da battitori liberi, ma agire da squadra ... coesi, sempre ...e ascoltare i consigli o alternative che le vengono anche da un suo sottoposto, perché l'esperienza si acquisisce con il tempo e non con il grado quindi ..."

Il comunicatore interruppe la discussione.

=^=Capitano Kenar a Tenente Yamada ... se non ha impegni mi raggiunga in ufficio." =^=
"Qui Yamada, arrivo subito capitano". Fece un cenno al guardiamarina "Ci vediamo la settimana prossima per un'altra prova" Sorrise "Mi aspetto molto da lei."
Quindi uscìrapidamente dalla sala ologrammi.

USS Seatiger, Ufficio del Capitano
13/01/2395, Ore 16:25 - D.S. 72032.01


Yamada percorreva i corridoi che l'avrebbero portata nell'ufficio del capitano con passo deciso tra sé passava in rassegna gli ultimi eventi che l'avevano coinvolta, cercando di trovare qualcosa che non andasse per giustificare una chiamata nel suo ufficio da parte di Kenar. Immersa nelle sue preoccupazioni quasi oltrepassò la porta del capitano, questo la costrinse a fare una piccola marcia indietro, si dette un'ultima sistemata all'uniforme, fece un lungo sospiro e facendosi coraggio azionò il segnale acustico che segnalava la sua presenza.
"Avanti" La voce del capitano gli arrivò forte e chiara.

Le porte si aprirono e Yamada entrò nella stanza posizionandosi davanti alla scrivania del superiore, assumendo la posizione di attenti.

"Tenente Yuki Ikeda Yamada a rapporto signore." Rimase sull'attenti in attesa di un riscontro da parte di Kenar.

Il capitano aveva tra le mani un D-padd, alzò gli occhi verso la nuova venuta e sorridendo indico una delle due poltroncine davanti a lui "Prego si accomodi ..." E guardandola nuovamente, aggiunse " E non sia nervosa."

Yamada si sedette mantenendo comunque una posizione molto formale

"Mi scusi capitano ma non mi capita spesso di essere chiamata da lei."
"Beh! Questo può significare due cose" Fece una piccola pausa molto teatrale e poi proseguì "O che lei fa bene il suo lavoro, oppure ..."

Yamada sempre più sulle spine: "Oppure?"

Il capitano non le rispose, ma si concentrò sul D-padd "Yuki Ikeda Yamada nata a Nara, Giappone, SOL III ..." Interruppe la lettura e rivolgendosi alla sottoposta "Nara?! ... mi sfugge dove si troverebbe?"

"Si trova sull''isola di Honshu ...diciamo al centro."

"Mi affascina il Giappone... prima o poi devo andarci." Si concentrò nuovamente sul D-padd,
"Dicevamo ... sull''isola di Honshu il 23 novembre 2360 ... orfana di entrambi i genitori - mi spiace brutta storia ..."
"Già!" Fu la secca replica di Yamada, poi rimase in silenzio e riprese a parlare solo alcuni secondi dopo "Mi deve scusare, ma se non le dispiace preferirei non parlarne" Disse l'ultima parte della frase assumendo un'aria malinconica

"Capisco ... non deve scusarsi, comunque il suo ruolino di servizio è ragguardevole" Kenar la fissò negli occhi "E mi dica ... come si vede tra dieci anni, mi spiego meglio: qual è il suo sogno di ufficiale della Flotta ?"

Yamada rimase in silenzio alcuni secondi, poi sfoderò un largo sorriso
"Tra dieci anni!?! ... mi vedo seduta davanti all'ammiraglio Arjian Kenar Geran che mi affida il comando di una nave stellare."

Kenar scoppiò in una fragorosa risata ... "Be', che dire!? Mi piace il suo sogno, anche perché mi coinvolge in maniera assolutamente positiva, ma facciamo un passo alla volta. Intanto l'ho convocata qui perché ho parlato con Tkar e ho deciso di alleggerire il suo lavoro togliendogli l'interim della Sicurezza, e affidare a lei questa responsabilità" Rimase in silenzio per valutare la reazione della sottoposta.

Yamada Rimase un attimo in silenzio cercando di elaborare quanto appreso, non credeva alle proprie orecchie: "Sono onorata che lei abbia pensato a me per questo incarico maaaa..."

"Non cominci con la 'tiritera' che non merita questo incarico, che ci sono persone più titolate e altre cavolate del genere: lei è assolutamente la più idonea e titolata per questo incarico, quindi mi aspetto che lei accetti e basta."

Con aria risoluta "Le stavo dicendo maaaa... certo che accetto e, spero di essere all'altezza delle sue aspettative."

"Di questo non ho alcun dubbio, l'incarico è attivo da questo momento" Digitò l'ordine di servizio su suo D-padd quindi alzandosi in piedi le porse la mano "Congratulazioni ... ora la lascio libera in modo che possa organizzarsi il prima possibile"

Stringendo la mano del capitano "Grazie signore!"
Salutando il superiore, uscì rapidamente prendendo il turboascensore che l'avrebbe portata in sezione, con un gesto aggraziato toccò il comunicatore.

=^= Tenente Hamada a tutto il personale della sicurezza, riunione alle ore 18.00 sono annullati tutti i riposi" =^=


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05.03 - Aurore boreali bicolori e diamantini verdi

Autore: Guardiamarina Anena Lawtoein


Luogo imprecisato
Data e ora imprecisate


L'orizzonte aveva un colore che non gli piaceva più. Quella era la sua casa da sempre quindi la conosceva molto bene. Il problema era che nessuno si era mai spinto oltre quell'orizzonte.
Se avesse detto a qualcuno quali erano i suoi sentimenti al riguardo ci sarebbero stati provvedimenti che lui non era certo gli sarebbero piaciuti.
Non si poteva desiderare di andare oltre l'orizzonte.
Non si poteva provare quel sentimento di ansia profonda che lo pervadeva sempre.
Non si poteva... non si poteva... quante erano le cose che non si potevano fare. In una società come la loro, dove le eccezioni erano più delle regole non era certo avesse un senso vivere.

Quell'orizzonte, che i Poeti Deputati declamavano da millenni e che da millenni i Pittori Deputati congelavano su tela, non cambiava mai. Nulla cambiava nel loro mondo. Solo le facce delle persone si alternavano, ma l'esistenza era così codificata e regolata, che persino quei volti alla fine tendevano nella sua mente a somigliarsi tutti.
Non notava alcuna differenza.
La cosa che più detestava era osservarsi in qualunque superficie riflettente fino a rendersi conto che persino il suo stesso volto oramai gli sembrava omologato. Non era più certo di avere un'identità.
Forse quello era lo scopo ultimo del loro mondo. Diventare un unico conglomerato di esseri senza identità né pensiero unitari, in grado di interagire come un'unica enorme gigantesca massa...
Non gli piaceva. Lui voleva essere unico.

Rientrando al suo luogo del riposo, dopo il suo periodo della veglia, osservava stancamente gli automi attorno a lui domandandosi quanti altri, nel loro intimo pensassero le stesse cose, immaginassero altre realtà e altri modi di esistere. Quanti volessero qualcosa di più. Nessuno se doveva valutare dagli sguardi vacui di chi camminava solitario o le poche parole che i gruppetti o le coppie si scambiavano, frasi che avrebbe potuto citare a memoria dato che gli argomenti erano pochi e la reale sorpresa non sapeva più cosa fosse.
Forse fu davvero l'unico a notare uno strappo nell'orizzonte. Pochi secondi. Un attimo.
Forse stava impazzendo. Forse il suo desiderio di squarciare quell'orizzonte opprimente lo stava davvero portando alla pazzia. Forse sarebbe dovuto salire la Guglia e presentarsi al Sommo perché lo riconducesse alla via. Impercettibilmente volse lo sguardo verso la Guglia che si ergeva maestosa sospesa contro la trama rossastra che richiudeva le vite. Forse... o forse no...

USS Seatiger, Alloggio Guardiamarina Lawtoein
15/01/2395, Ore 07:00 - D.S. 72039.16


Adorava i turni domenicali.
Anche in quella situazione di allarme costante si percepiva sempre una minima differenza nell'equipaggio. La Federazione aveva sempre cercato di mantenere, sulle navi, un ritmo di vita terra centrico. Anni basati sul moto di rivoluzione di SOL, giorni basati sul moto di rotazione di SOL III, turni di lavoro di conseguenza...
Certo esisteva una data stellare, ma alla fine le navi Federali erano figlie dei terrestri.
Anena si rivolse un'occhiata critica allo specchio.

"Perché cavolo le uniformi sono sempre così formali. Mai un minimo di fantasia di allegria di colore vero."

Quanto meno quella nave, in qualche modo, sembrava ritagliata per lui. Alla fine la sua scelta istintiva ed illogica lo aveva portato a trovare una collocazione in cui stava assestandosi molto ben.
Si era fatto l'opinione che il Capitano, nell'eccezionalità delle circostanze si fosse ben adattato ad interagire con ufficiali che, probabilmente, dai quadripalluti in su avrebbero provocato crisi di orticaria tellarita.
Molto più probabilmente il suo Primo Ufficiale, che tutto era tranne che uniformato, l'aveva costretto ad adattarsi. Il che tutto sommato era buon per lui.

"Precisamente... buon per me." Lo disse mentre ritoccava leggermente il trucco allungando la linea degli occhi con una piccola fila di diamantini che richiamavano l'azzurro/verde dell'uniforme. Così andava meglio. In fondo era un giorno festivo!

Comunque non era male la nave e nemmeno l'equipaggio. Stranamente non provava un senso di disagio atroce nel dover conoscere persone nuove. Forse gli anni come barista lo avevano davvero aiutato ad aprirsi agli altri più che semplicemente subire il flusso delle emozioni altrui. Anche se era decisamente più alta la probabilità che a farlo sentire relativamente a suo agio fosse la totale e strana eterogeneità del personale lo facesse sentire meno fuori luogo di quanto normalmente accadesse. Tornò con la mente a qualche tempo prima, al suo colloquio con il capitano Kenar. Non aveva problemi ad ammettere che i trill avevano un forte ascendente su di lui. Ci si ritrovava in loro. Lui stesso si sentiva ospite di mille altre entità, memorie, personalità. Lo affascinava notare come, anche una razza dalla vita così breve rispetto alla sua, potesse rapidamente scendere a patti con la presenza di una tale mole di ricordi e un tale carico di emozioni.

*** Flashback ***
13/01/2395, Ore 09:00 - D.S. 72033.91


"Signor Lawtoein, come sa siamo molto lieti di averla a bordo..."

Quella mattina Arjian, dopo il riassegnamento delle mansioni tra i suoi ufficiali il giorno precedente, si era ritagliato il tempo per incontrare i nuovi membri dell'equipaggio, lasciando Anena Lawtoein per ultimo.
L'uomo... la persona... si era dimostrato in gamba. Non sapeva cosa si sarebbe potuto aspettare a lungo termine. Si sarebbe inserito, sarebbe risultato davvero utile o si sarebbe solo divertito come in Accademia? Non c'erano vie di fuga qui, ovunque fosse il qui... quanto meno non le avevano ancora trovate.
Quando l'el-auriano era entrato nel suo ufficio quella mattina era stato spiazzato. Fino a quel momento lo avevano sempre visto decisamente pieno di piume, come gli aveva fatto notare il Doc. Quella mattina invece ad entrare nel suo ufficio fu decisamente un uomo. In abiti quasi sobri, i capelli che non erano un groviglio di spine irte e non era truccato Anena Lawtoein poteva senz'altro essere definito un bel ragazzo.
Un persona così esplosiva davvero non sapeva bene come trattarla.

Da parte sua Anena sapeva fin troppo bene come gli altri vivevano la sua presenza. Anni in Accademia e non solo gli avevano spiegato chiaramente cosa l'universo, o quanto meno la parte di esso dove gli era capitato di vivere, si aspettasse da lui. Non che gli pesasse vestirsi secondo i canoni più tradizionalmente associati alla sua appartenenza, biologicamente parlando, al sesso maschile.
La sua elevata empatia lo metteva spesso nella dicotomica situazione di voler facilitare gli altri anche a costo di violentare sé stesso. Fortunatamente quel giorno non era stato così indispensabile. Non aveva voglia di essere particolarmente visibile.
I posti nuovi lo mettevano sempre in uno stato di agitazione e disagio insieme. La necessità di passare inosservato diventava prevalente.

"Nonostante le modalità del nostro incontro, non certamente ideali, il piacere è tutto mio Capitano Kenar."
"Non la stupirà sapere che ho cercato informazioni sul suo conto nel nostro database. Devo ammettere che ha avuto una vita alquanto... movimentata."
"Capitano... - riprese Anena sorridendo - ...movimentata è un po' scarna come definizione. Mi permetto però di dire che, vista la vostra situazione attuale, non mi sembra che voi conosciate la noia."
"A tal proposito..."

Il Capitano lasciò andare il D-padd poggiandosi all'indietro, cercando il migliore approccio alla situazione.

"Lasci che le faciliti la scelta delle parole, vuole Capitano Kenar? Lei è sotto organico, io sono pur sempre un ufficiale della Flotta Stellare... seppur un po' arrugginito e sicuramente diplomato in un'altra epoca. Le manca un consigliere. Mi hanno rivoltato come un guanto e le hanno detto che, apparenze a parte, sono pienamente in me. Sa che non può di fatto obbligarmi a farlo dato che la Flotta mi ha concesso di non rientrare in servizio. Ciò nonostante pensa sia suo dovere chiedermi di accettare quel ruolo e nel caso dicessi di no, pensa sia suo dovere provare a convincermi con tutte le sue forze. Ho ragione?"
Nel parlare Anena si era sporto in avanti, appoggiando i gomiti alle ginocchia e il mento sulle mani raccolte.
Accorciare le distanze non sempre era un buon metodo, ma aveva la sensazione istintiva che il Capitano non si sarebbe sentito intimidito da questo gesto quanto lo era stato, magari solo per un momento, dal suo body di seta e pizzo.
"Abbastanza."

Anena si lasciò andare ad una sincera risata.

"Abbastanza? Davvero la mette in questo modo? Ma lei non molla mai di un centimetro? Lo sappiamo entrambi che ho parecchia ragione. - si interruppe brevemente prima di riprendere sotto lo sguardo perplesso di Kenar - Vede Capitano, nel 2372... 23 anni fa per lei uno solamente per me, ho chiesto di non essere ripreso in servizio perché non trovavo un giusto modo di collocarmi all'interno della struttura della Flotta Stellare. Non mi fraintenda. Come molti giovani ho compiuto delle scelte per i motivi sbagliati, questo non implica che le scelte fossero sbagliate. Semmai che lo erano in un certo momento. In realtà io mi sento ufficiale della Flotta Stellare più di quanto i rapporti che ha letto su quel D-padd possano farle credere. Io sono una persona complicata Capitano Kenar. Sarà per il mio essere el-auriano, sarà per la mia educazione, sarà semplicemente per il mio carattere, ma questo è stato il miscuglio alla base dei miei problemi di integrazione."

Anena si riappoggiò allo schienale della poltroncina con un breve sospiro prima di riprendere.

"Non le sto spiegando questo perché io e lei si debba per forza diventare amici e questo sia il modo per accorciare i tempi di acclimatazione reciproca Capitano. Le sto dicendo questo perché nel poco tempo trascorso qui a bordo mi sono reso conto che lei è stato in grado di vedere oltre le mie maschere e se ho ragione, non si sente a suo agio con l'idea di forzarmi a fare alcunché. Quindi, ringraziandola, accetto."

Oramai su quella nave, in quella situazione, gli capitava spesso di essere stupito. Cosa che stava cominciando quasi pure a piacergli davvero.

"Benvenuto nel mio equipaggio, Guardiamarina Lawtoein."

USS Seatiger, Bar di prora
15/01/2395, Ore 08:25 - D.S. 72039.32


Anena stava conversando tranquillamente quando quella strana sensazione lo colpì allo stomaco. Fece un cenno alla giovane Guardiamarina con cui stava dissertando di flussi tachionici.

"Scusa, ma c'è qualcosa di strano..."

Esattamente in quel momento il notturno di stelle che accompagnava qualsiasi viaggio nello spazio, e che faceva sempre sognare Anena, esplose in un lampeggiare di strali di colore giallo/arancione su un fondale violaceo. Anena lo percepì e basta... non aveva bisogno che qualcuno glielo spiegasse.
Scusandosi in silenzio si allontanò dal tavolino e appartandosi in un angolo del bar, con lo sguardo fisso come tutti gli altri presenti su quella specie di aurora boreale bicolore sfiorò il proprio comunicatore riflettendo che i suoi diamantini non si intonavano per nulla con quel fenomeno...

"Capitano Kenar, qui Guardiamarina Anena... scusi se la disturbo ma... le era mai capitato di vedere una piega del sub spazio prima di ora?"


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05.04 - Nuovo incarico, nuove resposabilità

Autore: Tenente Jason "Skon" Queen


USS Seatiger Sezione Cartografia
14/01/2395 ore 10:00 - D.S. 72036.76


Jason stava lavorando ai dati che avevano raccolto sulla USS Indefatigable anzi era il computer della sezione Cartografia che stava analizzando i dati per cercare una via per tornare a casa, intanto Jason guardava lo schermo davanti a sé che mostrava costellazioni e stelle sconosciute ... erano perduti in questa galassia ignota da quasi un anno. Ma chi gli aveva detto di imbarcarsi di nuovo, dopo una lontananza dal suo tempo di quasi 10 anni (anche se per lui e i suoi colleghi della Liam a dire il vero erano passati solo pochi mesi)?!

Selar aveva ragione: lui non era capace di stare con i piedi per terra ... e quasi a voler rafforzare il concetto, lei gli regalò una statua, fatta da lei, raffigurante Ermes, un dio mitologico della Terra con le ali ai piedi e pronto a spiccare il volo. A lui piaceva molto e l'aveva messa sulla sua scrivania insieme alle olofoto della sua famiglia.
Ultimamente ci pensava spesso, ma non rimpiangeva la scelta fatta, lui amava troppo l'esplorazione.

Controllò se il computer aveva finito di analizzare i dati che aveva inserito, ma ancora stava lavorando. Gli rivenne in mente il suo imbarco sulla Seatiger: il capitano, dopo aver letto il suo curriculum lo aveva avvertito che già avevano un ufficiale a capo nella sezione scientifica e che avrebbe dovuto accontentarsi del posto di vice. A lui non dispiacque, anzi. All'inizio tutti lo guardavano strano: un laureato all'Accademia delle Scienze di Vulcano, il più prestigioso ateneo della galassia che si accontenta di fare il vice su una nave esplorativa. Certo, avrebbe potuto imbarcarsi su una nave vulcaniana e molto probabilmente gli avrebbero offerto un posto più prestigioso, ma solo il pensiero di sentirsi chiamare continuamente Skon lo faceva rabbrividire ... e poi avrebbe dovuto tenere un certo atteggiamento come dire 'vulcaniano'. No, preferiva di gran lunga stare lì, su una nave di illogici umani. Non aveva grosse responsabilità, doveva solo controllare che tutto andasse bene. Essere vice aveva i suoi vantaggi, tipo evitare quelle lunghe e noiose riunioni con la squadra di comando e con il capitano. Già il capitano, Arjian Kenar Geran l'unica volta che l'aveva visto era stato quando era salito a bordo. Era un trill, con loro non sapevi mai se stavi parlando con uno o con l'altro.
"Deve essere strano sentirsi una voce dentro la testa che non è la tua." Pensò tra sé.

Bah, chi voleva prendere in giro?! A lui sarebbe piaciuto essere il capo della sezione scientifica, poteva decidere quali esperimenti seguire e certamente sarebbe sceso su tutti i pianeti con una sua squadra per poter raccogliere e studiare campioni di vita aliena.

Suo padre (quello vero, non è che Soval fosse stato un padre finto, anzi quello che era diventato lo doveva a lui) gli diceva sempre "Accontentati di ciò che hai e vedrai che avrai ciò che desideri."

Improvvisamente suonò il comunicatore.

=^= Capitano Kenar a Tenente Queen, venga nel mio ufficio =^=

La chiamata si ripeté ancora una volta e questa volta Jason se ne accorse e sovrappensiero rispose "Sì, un momento" rendendosi immediatamente conto che non era una risposta da dare al proprio ufficiale di comando, così si sbrigò ad aggiungere "Mi scusi capitano, vengo subito ..."

USS Seatiger, Ufficio del Capitano
14/01/2395 ore 11:30 - D.S. 72036.93


Mentre percorreva la strada per arrivare all'ufficio del capitano si chiese il motivo per cui lo aveva convocato. Arrivato davanti alla porta mise da una parte i suoi interrogativi quindi si sistemò la divisa e suonò. Dopo l'"Avanti entri" del Trill entrò e disse "Tenente Jason Queen a rapporto, signore. Mi scusi se non le ho risposto subito capitano, ma ero concentrato sui dati dell'Indefatigable."

"Se non fosse un vulcaniano, tenente Queen, direi che è nervoso." Rispose Kenar guardandolo attentamente.
"E' che non sono mai stato convocato nel suo ufficio e mi chiedevo perché mi avesse chiamato a rapporto." Rispose Jason.
"Niente, è che stavo rileggendo il suo curriculum: laurea in Esobiologia all'Accademia delle Scienze su Vulcano. Deve essere stata dura..." disse Kenar sollevando lo sguardo verso di lui.
"Non particolarmente, capitano."

Fu la risposta che si aspettava, poi chinò il capo e continuò a leggere "Poi è entrato in Accademia e si è diplomato a pieni voti in Astrofisica e Cartografia e ha continuato a studiare Esobiologia. Poi sono veramente sorpreso, è rimasto disperso per quasi 10 anni con la Liam e ora è disperso, non si sa per quanto ancora con la Seatiger: se fossi stato in lei, una volta tornato avrei preferito rimanere con i piedi per terra, almeno per un po'."
"E' proprio quello che mi hanno detto i miei. Veramente sulla Liam sono passati solo pochi mesi, signore, è sulla Terra che sono passati 10 anni, nella fessura il tempo era molto rallentato. Come ben sa io sono un esobiologo e il mio dovere è esplorare luoghi sconosciuti e trovare nuove forme di vita. E' questo il lavoro che ho scelto ed è per questo che sono entrato nella Flotta Stellare. A parte questo signore ,vorrei sapere il motivo per cui sono stato convocato nel suo ufficio."

"Volevo solo conoscerla meglio e avvisarla che il lavoro che sta facendo con quei dati è veramente eccellente, ma da domani se ne occuperà il Comandante Anari."

"Ed io? Che dovrò fare." chiese Jason.
"Ho deciso - e il comandante Anari è d'accordo con me - di affidarle la sezione scientifica. Con la sua preparazione ritengo sia la scelta più ovvia. Da domani assumerà la responsabilità di Ufficiale Scientifico Capo." Dichiarò solennemente Kenar.
"La ringrazio di questa opportunità, capitano e le assicuro che non se ne pentirà." Rispose altrettanto solennemente Jason.
"Ecco adesso si che sembra un vero vulcaniano. Adesso può andare signor Queen."
"Grazie signore."

Kenar vide il giovane vulcaniano uscire dal suo ufficio e si disse: "Dopo tutto quello che ha passato, ha ancora l'entusiasmo di un cadetto. Sì, penso proprio di aver fatto la scelta più giusta."

Una volta infilatosi nel turboascensore, Jason sollevò un pugno in aria con un'esclamazione gioiosa detta sotto voce 'ce l'ho fatta'.
Non era un comportamento da vero vulcaniano, lo sapeva ... ma ogni tanto doveva lasciare libero sfogo alla sua metà umana.

Si diresse verso la sezione scientifica per dare la notizia ai suoi futuri collaboratori e doveva cominciare ad esaminare il lavoro che avevano compiuto fino al quel momento.


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05.05 - Siamo qui per servire

Autore: Tenente Comandante Tkar

USS Seatiger, Alloggio Tenente Comandante Tkar, 15/01/2395, Ore 09:00


Tkar leggeva con interesse. Ad un osservatore esterno la cosa non sarebbe risultata affatto evidente perché non c'era nulla nel suo viso che tradisse la benché minima emozione ma, se si faceva particolare attenzione al modo in cui 'non' era rilassato al fatto che i suoi occhi non si staccassero nemmeno per un istante dalle pagine del libro che teneva fra le mani e alla piega delle labbra, leggermente più tirate del solito, allora si, si sarebbe potuto dire che quello che stava leggendo gli piaceva. Rimase in quella posizione per alcuni minuti, poi chiuse con attenzione il libro, come se temesse di rovinare la delicata copertina di carta e lo posò sul tavolino davanti a sé. Restò per qualche istante a fissare il vuoto, o meglio la parete del suo alloggio sulla quale era appesa una litografia delicata, opera di un maestro poco conosciuto di Raal, prima di riprendere in mano il libro e rileggere il paragrafo che aveva appena finito. Abbassò nuovamente il libro dopo pochi secondi.

"Interessante", commentò mostrando la reattività di un ippopotamo immerso nell'acqua. "Computer, nota personale", aggiunse in tono più formale. "Appunti su 'il Gioco di Ender': le decisioni tattiche prese in situazioni disperate possono prescindere da questioni etiche e morali. La scelta di metterle in atto, graverà su chi prenderà la decisione".

=^=Capitano Kenar a comandante Tkar=^=

"Signore?"

=^=Mi spiace disturbarla nel suo turno di riposo, comandante, ma avrei bisogno che mi raggiungesse nel mio ufficio.=^=



*** Luogo imprecisato Data e ora imprecisate ***


Selmai rise di cuore vedendo Forra cadere nel vuoto. Quando il suo corpo molliccio rimbalzò sulle rocce in fondo al dirupo come un pupazzo rotto, si sporse per seguirne le evoluzioni con il sorriso che le allargava la bocca dividendole in viso quasi in due.

"E' mio!!!" Esclamò con un strillo saltellando sulle tre gambe per poi rimettersi a correre lungo lo stretto sentiero, "mio, mio, mio!"

Il maestro Kver l'avrebbe sicuramente elogiata per essere riuscita a battere tutti gli altri candidati, era riuscita, contro ogni speranza, a elevarsi sopra tutti e guadagnarsi la corazza da soldato. Sarebbe stata una guerriera, la prima della sua razza, l'unica della sua famiglia. E sarebbe stata elogiata da tutti. Doveva solo raggiungere la cima della montagna e gridare a tutta la città che ce l'aveva fatta.

Non le restavano che pochi metri da percorrere, una distanza brevissima che avrebbe cambiato per sempre la sua vita. Mentre aggirava una roccia, con la coda del terzo occhio le sembrò di vedere un'esplosione di colori, qualcosa di talmente rapido che per un attimo il cervello di riserva fu tentato di accantonarlo come una mera illusione. Si fermò di scatto rischiando di inciampare sulle sue stesse gambe e girò lentamente la testa verso destra. Anomalia di classe 4. Chiuse tutti gli occhi di scatto scuotendo la testa come per rifiutare quello avevano appena registrato. No, no, no. Non adesso che stava per realizzare il suo sogno!

Riaprì l'occhio centrale e sgnarlò.



USS Seatiger, Ufficio del capitano Kenar, 15/01/2395, Ore 09:10


Quando Tkar arrivò la scena che gli si presentò rientrò immediatamente sotto la categoria 'Finn' del suo diario mentale. Senza porsi domande sul perché il primo ufficiale di spalle stesse sbattendo la testa contro la parete con un ritmato, e lento, tump , si rivolse perciò al capitano che, con espressione rassegnata, gli fece cenno di avvicinarsi. Seduto davanti alla scrivania, il consigliere Lawtoein sembrava invece impreparato di fronte al comportamento del primo ufficiale, che fissava con espressione sconcertata.

"Signore?" Chiese Tkar a Kenar. Tump. Fece la testa di Finn.

"Comandante, l'aspettavamo". Tump. Tkar portò la sua attenzione sul capitano che sospirò. "Signor Finn," tump, "questa riunione non ha nulla a che fare con una sua valutazione psicologica, si segga". Tum..

"Oh," esclamò il primo ufficiale fermandosi di botto, "ottimo materiale, davvero ottimo materiale," commentò dando un paio di colpetti con la mano alla paratia vittima delle sue testate. "Sanno davvero il fatto loro nei bacini di costruzione." Aggiunse mentre si sedeva.

Scuotendo appena la testa, il capitano portò lo sguardo sul consigliere, "riferisca loro quello che mi ha raccontato, la prego".

Distogliendo con difficoltà lo sguardo da Finn, l'el-auriano sbatté un paio di volte le palpebre incredulo poi si schiarì la gola. "Circa una mezz'ora fa ho assistito, insieme agli altri presenti, al manifestarsi di un fenomeno insolito nel bar di prora, " incominciò per poi correggersi rapidamente vedendo Finn aprire la bocca per intervenire, "non proprio all'interno, fuori, nello spazio. Viene solitamente definito onda gravitazionale e di fatto è quello che solitamente da origine ad un wormhole o cunicolo spazio-temporale."

Un fenomeno del genere poteva significare un tunnel spaziale, ma Tkar non diede voce alla sua deduzione perché c'era un'alta possibilità che ci fosse un motivo per cui era stato convocato lui e non l'ufficiale scientifico.

"Un tunnel spaziale!?" Esclamò Finn, "ha già avvertito il tenente Anari? E' un'occasione da non perdere signore! Potremmo tornare a casa!"

L'entusiamo di Finn fu smorzato da un'occhiata di Kenar che, subito dopo fece cenno al consigliere di proseguire.

"Un'onda gravitazionale non necessariamente causa la nascita di un tunnel, signor Finn," spiegò pazientemente il consigliere, "soprattutto se quest'onda si manifesta con un'esplosione di colori come questa. Le onde gravitazionali sono solitamente generate dalla forza di attrazione gravitazionale e dalla massa degli oggetti che si muovono nello spazio. Il movimento dei pianeti genera onde gravitazionali, una nave spaziale genera onde gravitazionali, quando camminiamo generiamo micro-onde gravitazionali. Solitamente è un fenomeno naturale che può o meno generare tunnel spaziali o disperdersi nello spazio fino ad esaurirsi."

"In questo caso invece?" intervenne Tkar.

"La rifrazione della luce generata da questa piega del sub-spazio non è normale," rispose Lawtoein, "le onde gravitazionali non sono fenomeni rilevabili ad occhio nudo."

Tkar fissò il capitano.

"Quello che sta cercando di dire il consigliere," disse Kenar, "è che qualcuno ha forzato, o sta provando a forzare, una frattura in un'onda gravitazionale"


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05.06 - Giovinezza perduta

Autore: Tenente Comandante Droxine Carelli


Tempio di Dio. Pianeta imprecisato.


"Perdonami maestro. Ho fallito."

Selmai schiacciò la fronte al suolo in segno di costrizione.
Kver la guardava con uno sguardo disgustato.
Selmai lo conosceva bene. Il suo maestro era sì furioso per il fallimento, ma il disgusto era causato dalla sua dimostrazione di debolezza.
Non la sopportava. In particolare quella di carattere.
Ma pur sapendolo Selmai non poteva evitare di premere la fronte sulle pietre scabre del tempio fino a farla sanguinare.

"Finiscila di strisciare!"
Selmai obbedì e si rimise in piedi.

"Merito la punizione, maestro. La vittoria era ad un passo. Quell'anomalia..."
Kver sputò per terra.

"Anomalia! Un semplice spettacolino di luci fatte per ammansire le menti deboli. Come la tua. La tua fede non è stata abbastanza salda. Evidentemente non te la ho incisa abbastanza profondamente nelle carni..."
Selmai rabbrividì, per ricordi mai abbastanza lontani.

"... significa che sono stato troppo tenero, abbagliato dal tuo talento. Debolezza mia, fallimento tuo. Ma ora è troppo tardi per recriminare. Dobbiamo invece agire."
Selmai strabuzzò tutti e tre gli occhi.

"Agire? ma... ho perso. La vittoria va ora agli Arieli. Avranno loro l'accesso all'arca delle stelle. Loro sarà l'onore di partire per primi verso le stel... "
Fu interrotta dal manrovescio del suo maestro che la scaraventò di nuovo a terra.
Kver lo aveva sferrato senza rabbia ma con freddezza ed uno sguardo tagliente. Per impartire una lezione.

"Non essere stupida. La prima nave stellare dell'Impero dei Due Popoli non può e non potrà mai essere ceduta ad altri che alla Chiesa. Figurarsi a quegli apostati degli Arieli. 'Scienziati' dicono loro. Senza dio dico io. Ma senza Dio non si va da nessuna parte."
"Ma è stata costruita da loro e..."
Un altro sonoro schiaffo risuonò nel tempio.

"Sei sempre più deludente. La nave sarà nostra perché è nostra. Per diritto divino. Dio lo vuole e Dio è con noi. Sempre. Quella ridicola gara indetta dall'imperatore era un buon metodo per andare dritto alla soluzione. Ma visto che hai fallito... scorrerà il sangue."
Selmai rimase in silenzio qualche istante.

"E l'imperatore? Non permetterà che il suo editto venga rovesciato."
"L'imperatore è un Ariele ed è una pustola piena di pus seduta su di un trono di cartapesta. È debole e come tutti i deboli cadrà."
"Ma l'editto specificava che il vincitore avrebbe avuto il dominio sul popolo che avrebbe perso all'interno della nave. Noi avigni non abbiamo scienziati in grado di far volare la nave."
Kver fece un sorriso.

"Ah mia giovane ed ingenua allieva... non sai ancora che meraviglie possono fare il ferro rovente e la corda in mani sapienti... "
Selmai chinò la testa e non disse nulla. Ne aveva una buona idea invece. Ne era stata testimone più volte.
Cambiò argomento cercando di tornare a lidi meno preoccupanti.

"Maestro... perché la nave stellare è così importante?"
Sapeva già la risposta. Ma il maestro amava dare mostra della proprio intelletto e del proprio sapere. A ragione. Kver, Alto Staffiere della chiesa, Maestro di teologia, e Mano Prediletta dell'Altro Padre era riconosciuto come una delle menti più acute dei Due Popoli. Quella mente, la sua spietatezza e rigore morale ne facevano un avversario formidabile per i suoi nemici. Di solito non per molto.
"La nave stellare sarà solo la prima di molte. Con essa porteremo la parola di Dio in punta di spada. Raggiungeremo il cielo sua dimora e ne omaggeremo la gloria. Ma non rimarremo. Ridiscenderemo su mille pianeti per diffonderne la parola. Mille perle pagane vaganti nel cielo saranno presto purificate!"
Selmai si coprì gli occhi laterali lasciando libero solo quello centrale, in gesto di rispetto.

"Grande sia la sua gloria."
"Ed invero lo sarà. Capisci ora perché non non falliremo? Come potremmo? Come potrebbe Dio abbandonare tutte quello povere anime? No, il finale è inevitabile. L'unica cosa da vedere è come arrivarci."


USS Seatiger, Bar di Prora
15/01/2395, Ore 10:00 - D.S. 72039.50


Anena era tornato nel luogo del delitto, per così dire. D'altra parte doveva finire la colazione, interrotto dallo strano spettacolo di luci di poc'anzi.
Data l'ora il locale si era svuotato. C'erano solo pochi ritardatari. Il suo sguardo fu attirato da un ragazzino seduto ad un tavolo. si era preparato un pasto decisamente abbondante. Il tavolo di fronte a lui era ingombro di piatti e piattini. Non lo aveva mai notato prima. Ma in fondo conosceva ancora poco l'equipaggio.
Indossava una maglietta gialla a collo alto e dei pantaloni neri attillati. Avevano una foggia strana, arcaica. Il tessuto in particolare non era del tipo comunemente usato per i vestiti odierni.
"Senti da che pulpito, signor boa di piume di struzzo." Pensò tra sé.
Anche il ragazzo lo vide. E le segnalò di avvicinarsi.
Incuriosito, Anena gli si avvicinò.
Gli si rivolse con fare incerto, da adolescente poco sicuro di sé quale probabilmente era.

"Ciao... vuoi sederti? Ti ho tenuto il posto."
Anena sorrise.

"Be', ti ringrazio. A cosa devo il gesto?"
"Ti volevo conoscere meglio. Tu sei Anena giusto?"
"Esatto. E tu sei...?"
"Oh! Scusa, non mi sono presentato! Mi chiamo Charles, Charles Evans."
"Ciao, Charles."
"Puoi chiamarmi Charlie."
"Vada per Charlie, allora. Perché volevi conoscermi meglio?"
Il ragazzo arrossì.
"È che le ragazze a bordo vestono in modo così mascolino... tu invece mi sembri una donna vera."
"Oops... commedia in vista. Meglio stroncarla sul nascere... e pensare che stamani mi sono messo solo un filo di trucco..." Commentò tra sè.
"Sì. Vedi le cose a volte sono un po' più complesse... in ... in effetti..."
Il giovane guardiamarina con cui stava conversando un'ora prima scelse quel momento per avvicinarsi al loro tavolo.

"Ciao Anena, non abbiamo finito quel discorso sui flussi tachionici..."
Charlie si girò di scatto verso il nuovo arrivato con il viso distorto dalla furia.

"NON VEDI CHE STO PARLANDO CON LA SIGNORINA? SPARISCI!"

E sparì. Il corpo dell'uomo si fece traslucido per poi svanire del tutto.
Ad Anena cadde la mascella.
Segui un silenzio tombale in cui i pochi presenti nel bar di prora rimasero paralizzati a fissare il punto in cui il guardiamarina si era trovato fino a quel momento.
Anena deglutì e trovò il coraggio di parlare.

"Charlie... sei stato tu?"
"Sì scusami, ma è stato maleducato. Il capitano Kirk lo diceva sempre che non si interrompe quando uno parla."
"Il capitano Kirk...? Ma tu chi sei, Charlie?"
Charlie si atteggiò un po'.

"Bé sono un dio, naturalmente."
"Un dio, Charlie?"
Il ragazzo si sgonfiò.

"No, scherzo."
Ridacchiò.

"Sono umano. Solo che sono rimasto solo su quel pianeta e stavo morendo e quindi i miei genitori adottivi mi hanno dato i poteri."
"Chi sono questi genitori adottivi, Charlie?"
"Oh, sono i vecchi abitanti del pianeta. Thasus. Quindi loro sono i thasiani, no? Sono incorporei, sai? Hanno un sacco di poteri. Si sono presi cura di me. Avevo quattro anni. Sarei morto altrimenti."
"E quando è successo?"
"Non lo so. Più di cento anni credo."
"Sono... stati gentili ad aiutarti."
Charlie si mostrò infastidito.

"Sì, sì certo... molto gentili. Ma non mi fanno mai fare niente. E sono incorporei. Non si possono neanche toccare."
Charlie si sporse e prese la mano di Anena con un sorriso tremolante.

"Non come te..."
"Ommerda..."

Le porta del bar di prora si aprì per lasciar entrare il Tenente Yamada accompagnata da due uomini della sicurezza. Erano armati.
Anena si alzò con gesto fluido e si diresse verso i nuovi arrivati, trascinandosi dietro Charlie.

"Yuki carisssssima! Capiti a proposito! Voglio presentarti un nuovo amico! Si chiama Charles. Charles, Yuki Yamada."
Charlie un po' tramortito strinse la mano del capo della sicurezza, in condizioni non migliori.
"Sai Yuki? Il nostro Charlie è un buontempone. Prima ha cercato di farmi credere di essere un dio! Ci crederesti? Ha perfino fatto sparire nel nulla il guardiamarina Stoner. Simpaticissimo... dobbiamo mostrargli tutta la nostra ospitalità, non credi?"

Yuki, ancora con gli occhi sgranati iniziò ad annuire lentamente mentre le novità iniziavano a filtrare nel suo cervello.

"S-sì certo. Definitamente."

Intanto si sganciò la pistola phaser dal fianco e la passo con discrezione all'uomo della sicurezza dietro di lei, per poi fare cenno di allontanarsi.
Brava ragazza. Ottimi riflessi.
"Anzi, non credi che dovremmo presentargli il capitano?"
Anena si schiaffeggiò platealmente la fronte.
"Ma certo! Come ho fatto non pensarci! Charlie, cosa ne dici? Vuoi conoscere il capitano?"
Charlie si imbronciò un po'.
"Veramente speravo di stare ancora un po' con te..."
"Ma certo! Non c'è problem..."
Il viso del ragazzo si rasserenò all'improvviso.
"Però sono curioso di incontrare il capitano. Chissà se è come Kirk ..."
Cambia umore ogni cinque secondi. Puro cliché sugli adolescenti... Osservò Anena.

USS Seatiger, Sala riunioni
15/01/2395, Ore 10:35 - D.S. 72039.56


Kenar scrutò il giovane seduto di fronte a sé dall'altra parte del tavolo.
Erano presenti anche Yamada, T'Kar, Queen ed Anari. Ed Anena naturalmente.
Kenar gettò un'occhiata piena di apprezzamento a quest'ultimo. Era riuscito a gestire la situazione in modo esemplare. Ma per quanto?
Aveva avuto appena il tempo per visionare la documentazione storica relativa al precedente contatto con Charles Evans.
Kirk era riuscito a dominarlo inizialmente con il proprio carisma. Ma non a lungo.
Anche in quel caso si era infatuato di un membro dell'equipaggio. Janice Rand.
Ma così l'aveva fatta sparire, alla fine. Quando si era sentito tradito.
I Thasiani l'avevano riportata indietro. Loro avrebbero avuto la stessa fortuna?
Decise di essere diretto. Cauto, ma diretto.

"Charlie. Per quale motivo sei salito sulla Seatiger? Sei scappato di nuovo?"

Charlie si guardava intorno, intimidito. Kenar si domandò se avesse fatto bene o male a lasciare Finn fuori della riunione. Finn aveva dato prova di un gran talento sul piano umano, ma qui una parola sbagliata avrebbe avuto risultati disastrosi.

"No che non sono scappato! I miei tutori... i Thasiani, mi hanno affidato un compito."
"Quale compito?"

Charlie fece un gesto vago, verso la finestra che dava sullo spazio.

"Là fuori c'è un pianeta. Ci sono due razze su di esso. In contrasto. E sono in procinto di andare tra le stelle. Hanno una nave. La loro prima."
Il tono del ragazzo sembrava annoiato.
"Me li hanno affidati. Posso aiutarli od ostacolarli. Hanno detto che avrebbero rispettato la mia decisione. Però mi hanno portato in una altro... coso come si chiama..."
"Universo?"
"Sì ecco! Questo per dire quanto si fidino di me. Comunque una volta arrivato ho sentito una presenza familiare, e mi sono precipitato a vedere. Eravate voi! Veniamo dallo stesso universo!"
"Poche ore fa si è verificato un'anomalia gravitazionale. Eri tu?"
Il viso di Charlie si rabbuiò.
"Sì scusi, non si doveva vedere. È che non mi riesce ancora bene."
Anena intervenne subito per sollevargli il morale.
"Ma figurati! Anzi i colori erano molto belli."
"Davvero? Se vuoi posso rifarli..."
"NO! Voglio dire, non subito. Magari dopo."
Kenar stava cominciando a farsi un quadro. I Thasiani si erano trovati tra le loro incorporee mani una bella gatta da pelare.
Avevano salvato un ragazzino da morte certa. Per poterlo fare gli avevano dato parte delle loro facoltà. Lo avevano reso come loro. Ma senza la saggezza necessaria.
Ed ora avevano un ragazzino umano con il potere di un dio. Perché non glieli toglievano? Cercò di mettersi al loro posto. Se dai ad un cieco dalla nascita la vista poi potresti ritogliergliela se la usasse male?
Un bel dilemma etico.
E così erano rimasti bloccati in una spirale di responsabilità e dovere.
Ma Charlie in oltre 130 anni non era maturato di un giorno. Quindi avevano provato a responsabilizzarlo.
Gli avevano ridato forma fisica.
Gli avevano affidato una situazione di primo contatto.
Una situazione critica, il punto più delicato nello sviluppo di una società.
Potenzialmente avrebbe potuto determinare il futuro di questa parte di spazio.
Un comportamento irresponsabile.
Charlie era ancora un ragazzino. L'unica cosa che gli interessava era soddisfare i piaceri della carne. Prima si era rimpinzato di cibo e poi si era gettato sul primo essere che aveva colpito la sua fantasia di adolescente.
Ora l'unica cosa che gli interessava era 'entrare nelle mutande' di Anena. Dove avrebbe trovato una sorpresa.
Cosa aveva pensato prima dei Thasiani? Saggezza? Non molto pareva. Forse pensavano di rimettere a posto i guai del ragazzo?
All'epoca i Thasiani avevano riportato indietro i membri dell'equipaggio fatti svanire da Charlie ma non i membri della Antares fatta esplodere dal medesimo.
Anche loro avevano dei limiti.
La cosa migliore sarebbe stato indurlo a lasciare la nave. Ma prima...

"Charlie, prima hai fatto scomparire un membro del mio equipaggio... il guardiamarina Stoner."
"Sì, scusi capitano. Non avrei dovuto farlo. Ma è stato molto maleducato. Ci hainterrotto e..."
"Capisco, capisco. Ma ora non sei più arrabbiato, vero?"
"No, ora no."
"Potresti farlo tornare, Charlie? Per favore?"
Charlie soppesò l'idea per un po'. Poi sorrise.
"Certo che posso, anzi ho avuto un'idea. Perché non mi aiuta con il mio compito? Se lo fa lo faccio ritornare."

Kenar non rimase troppo sorpreso dalla proposta. O ricatto.

"Ma i Thasiani hanno affidato a te l'incarico. Saranno d'accordo?"
"Hanno detto che non avrebbero interferito, no? E poi anche chiedere aiuto a gente più esperta di me è un modo di svolgere il compito."
Certo. Oppure è un metodo per sbolognare ad altri un lavoro che non ti interessa. Ma non ho scelta. Borbottò tra sé.
"Suppongo che potremmo darti un aiuto..."
"Perfetto!"
La nave cambiò vibrazione.
Subito il comunicatore di Kenar trillò.
=^= Capitano! Qui Finn. La nave ha cambiato rotta da sola ed i comandi sono bloccati ed è ricomparsa l'anomalia di stamani e ci stiamo dirigendo verso di essa! =^=
"Sì, signor Finn lo supponevo. Mantenga la calma. La raggiungerò tra poco."
=^= Ma... =^=
"Kenar chiudo."

Kenar guardò il piccolo dio dall'altra parte della stanza che gli sorrideva serafico.
Anni prima Charlie aveva avuto difficoltà a tenere sotto controllo una nave complessa come la Enterprise. La Seatiger era una nave enormemente più complessa di una classe Constitution. Kenar aveva sperato che fosse fuori dallesue possibilità. Ma a quanto pareva almeno dal punto di vista del potere puro il ragazzo era cresciuto.
Del resto allora aveva bisogno di navi stellari per spostarsi. Ora apriva portali spaziotemporali.
"Non era necessario, Charlie."
"Così facciamo prima, capitano. Ma mi scusi. Anzi, per farmi perdonare, aggiungo qualcosa all'offerta di prima. Voi siete persi in questo universo, giusto? Se mi aiuta, Capitano, vi farò tornare nel vostro... nel nostro universo!"


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05.07 - Vecchie conoscenze

Autore: Tenente JG Fabrizio "Fabrix" McAllan


USS Seatiger ,Sala riunioni
15/01/2395, Ore 10:45 - D.S. 72039.56
"Quindi Charlie tu potresti aiutarci a tornare in casa in cambio di un favore, sicuramente è un'offerta allettante." esclamò il comandante della nave assumendo un'espressione seria e distaccata "Consigliere perché non porta il nostro gradito ospite a fare un giro della nave?"

Anena si rivolse a Charlie con tutte le sue doti diplomatiche.

"Charlie vieni con me, andiamo a fare un giro".

In un batter d' occhio Charlie era sotto braccio al consigliere e con la gioia di un bambino esclamò "Siiii che bello andiamo andiamo!"

Charlie, tenendo stretta Anena schioccò le dita e i due scomparvero in un baleno.
Kenar rimase a bocca aperta e temette di aver perso il suo consigliere.

"Computer individuare posizione di Anena e del signor Charlie "

Il computer prontamente individuò la loro posizione

=^= Il consigliere Anena e Charlie si trovano nel Bar di Prora =^=

Kenar tirò un sospiro di sollievo per un attimo.

"Kenar a timoniere McAllan."

=^= Qui McAllan, dica Capitano. =^=

"Timoniere cerchi di fermare la Seatiger." ordinò il Trill.

=^= Capitano ho già provato di tutto anche a spengere i motori, ma la 'bagnarola' fa come gli pare...maledetta carcassa!=^=

TONF TONF TONF

"Grazie timoniere...ah non è che per caso sta prendendo a pugni la Console, Vero? Oramai ha lasciato la sagoma della sua mano! lì sopra.

I TONF cessarono di colpo.

=^=Capitano, ma le pare! McAllan Chiudo. =^=

Kenar si lasciò cadere sulla Poltrona quasi senza forza borbottando "Che equipaggio di Pazzi!!"

"Carelli? Qui Kenar"

=^= Eccomi ma sono molto impegnata la nave è completamente alla deriva, stavo per contattarla. =^=

=^= Carelli purtroppo lo so! Ha qualche idea per fermare la nave, il nostro beneamato MCAllan non è riuscito a fare nulla. =^=

=^=Capitano ho disabilitato i sistemi principali ma si sono riaccesi in maniera autonoma =^=Grazie Carelli continui a provare se le serve aiuto chieda al nostro timoniere, Kenar chiudo.=^=

USS Seatiger, Bar Di Prora
15/01/2395, Ore 10:45 - D.S. 72039.56


Ad un tratto Charlie e Anena si materializzarono in quello sembrava un ristorante di lusso. Non appena Anena realizzò cosa aveva fatto Charlie, si rivolse a lui nel modo più gentile possibile.

"Charlie dove ci troviamo?" il piccolo Dio con un sorriso a 32 denti
"Nel Bar di prora, solo che non era adatto alla tua bellezza e così ne ho cambiato l'aspetto".

USS Seatiger, Ponte di Comando
15/01/2395, Ore 12:00 - D.S. 72039.56


Il Turbo Ascensore si aprì e in un batter d'occhio Kenar era già sulla sua postazione di Comando.

"Primo ufficiale Finn mi ragguagli ci sono novità?". Finn rimase di stucco quasi non si era accorto dell'arrivo del capitano, rispose a tono al comandante

"No capitano la nave ha cambiato direzione rotta 620, sia MAcallan che Carelli hanno tentato varie procedure ma la nave va da sola."

L'uomo dalle macchie toccò il comunicatore

"Anena qui Kenar come sta il nostro gradito ospite?"

=^= Capitano qui Anena siamo nel bar di prora o almeno quello che prima era il bar di prora, ora è un bellissimo ristorante di Lusso. =^= rispose Anena dopo un lungo periodo di esitazione.

Gli ufficiali sul ponte di comando si guardarono attoniti, non potevano credere a ciò che avevano udito, pensavano che il consigliere fosse impazzito. Una volta chiuse le comunicazioni con il bar di prora, l'uomo a macchie si alzò dalla sedia e si rivolse agli ufficiali:

"Signori da qualche ora sulla USS Seatiger abbiamo un ospite non invitato, il suo nome è Charlie, le anomalie della nave e altri problemi riscontrati sono opera dei suoi poteri."

Il secondo si intromise nel discorso del capitano. "Quel Charlie che incontro Il capitano Kirk con l'Enterprise? Devo aver letto qualcosa sui vecchi diari di Bordo"

Kenan si avvicinò al secondo mettendogli la mano sulla spalla destra.

"Signor Finn lei mi sorprende ogni giorno di più! Si esattamente quel Charlie dice di aver bisogno della nostra nave e in cambio ci aiuterà a tornare nel nostro sistema. Sfortunatamente non mi fido lui, dobbiamo trovare il modo di neutralizzarlo come successe sull'USS Enterprise".

Il secondo con aria sempre più seria e sicura di sé fece nuovamente centro

"Se la mia memoria non mi inganna Kirk riuscì a sconfiggere Charlie facendogli raggiungere il limite dei suoi poteri così da farlo indebolire."

Nello stesso istante, una voce si diffuse per tutta la nave

"Capitano! Capitano! non sono più il giovane Charlie che incontrò Kirk i miei poteri si sono accresciuti molto col tempo. Dovrò darle una dimostrazione."

Un istante dopo gli ufficiali in plancia si accorsero con loro stupore che la plancia di controllo era sparita, volatilizzata.

"Capitano Kenar, l'aspetto nel bar di prora, non mi faccia attendere."


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05.08 - L'inizio della fine

Autore: Tenente Comandante Tholos del Clan Rashan


Tempio di Dio. Pianeta imprecisato.
15/01/2395, Ore 10:00 - D.S. 72039.5


"E' tutto pronto?" Chiese Kver secco.
"Sì maestro." Fu la risposta della sua protetta.
"Percepisco esitazione."

Il maestro si voltò di scatto e scrutò Selmai con occhi di ghiaccio. L'anziano si trovava vicino ad una finestra dell'antico tempio. L'antichità delle rocce con cui la costruzione millenaria era stata costruita rendeva l'anziano Kver ancora più vecchio.

"No maestro." Rispose Selmai abbassando lo sguardo.
"L'esitazione porta all'eresia." Fu la rapida risposta di Kver.
"Si maestro."
"Allora perché dubiti."
"La guerra... tra poche ore saremo in guerra."

Selmai non voleva quella guerra, ma non voleva deludere il maestro.

"Una lotta contro gli infedeli non è una guerra... è un atto divino."
Kver sorrise alzando le mani al cielo compiaciuto per l'imminente massacro.

"Si maestro."
Selmai rispose amaramente abbassando lo sguardo, ma Kver non poteva vederla in quanto le aveva dato le spalle e si era messo a contemplare il panorama dalla finestra.

Montagne di Crull Pianeta imprecisato.
15/01/2395, Ore 12:55 - D.S. 72039.83


La nave era immensa. Sarebbe stata più gusto definirla una astronave madre.
La costruzione aveva richiesto uno sforzo immane quasi impossibile. Il primo quasi insormontabile scoglio era stato far cooperare i Due Popoli.
Scienziati e religiosi avevano dovuto lavorare assieme per realizzare il progetto, i singoli componenti e l'assemblaggio. C'erano state tensioni, furibondi litigi a causa di opinioni completamente diverse: come potevano definire dei requisiti e caratteristiche tecniche di una astronave quando metà del team ragionava scientificamente e l'altra metà ragionava con la fede?

Poi c'era stato il luogo di costruzione.
Ognuno dei Due Popoli voleva avere nel suo territorio il cantiere, ma alla fine, per ridurre le tensioni, si
era deciso di scegliere un luogo neutro. Purtroppo l'unico luogo neutro era una quasi inaccessibile catena montuosa, l'unico posto di scarso interesse per i due popoli. Lo sforzo logistico nel portare gli immensi componenti dell'astronave e le difficili condizioni di lavoro in alta quota avevano causato enormi problemi che avevano rischiato di far fallire il progetto più volte.

Malgrado tutto la costruzione era terminata. Contro ogni probabilità avevano costruito l'immensa astronave.

Il direttore dei lavori, uno scienziato di nome Fistarl, aveva più di un motivo per esserne orgoglioso dell'operato. Ogni sera si sistemava in un promontorio vicino a guardare la sua creatura illuminata dalla soave e dorata luce del tramonto. Gli dava serenità e pace facendolo stare bene e quella visione gli aveva dato la forza per superare le difficoltà e i problemi della costruzione.

Era lì da qualche minuto quando si accorse di una seconda presenza. Si voltò e riconobbe il vice direttore: il religioso Kentrar.

Nessuno dei due parlò. Non si erano mai fidati l'uno dell'altro fin dall'inizio della costruzione.
Si erano tollerati guardandosi con sospetto per tutta la costruzione. Eppure, malgrado le enormi differenze culturali e i problemi, nessuno dei due poteva dire di aver lavorato male con l'altro.

Anzi!

Entrambi si erano comportanti come se fossero superpartes rispetto ai propri compiti permettendo di superare i continui litigi fra i Due Popoli e le difficoltà di quell'ardito progetto.

Nessuno dei due l'avrebbero mai ammesso. Ma si erano avvicinati molto e, inconsciamente, avevano iniziato a fidarsi l'uno dall'altro rompendo il ghiaccio tra le loro razze.

Forse c'era speranza per i Due Popoli, forse i millenni di guerre, che avevano insanguinato il loro mondo, potevano essere superati camminando insieme verso la via delle stelle.

Era una bella speranza e Fistarl voleva proprio crederci. In cuor suo sperava che anche Kentrar condividesse la sua speranza.

Kentrar, anche se non l'avrebbe ammesso col collega, condivideva gli stessi stati d'animo dello scienziato e la sua presenza su quell'altopiano ad osservare il lavoro fatto era una tacita conferma che entrambi la pensavano uguale.

In quel tranquillo e caldo tramonto tutto sembrava andare per il migliore dei modi e che sarebbe stata la pace e la tolleranza il futuro dei Due Popoli.

Purtroppo l'infame destino spezzò i loro sogni in quello stesso istante.

Non se ne accorsero subito. Il vento trasportò solo deboli urla.

Il primo a sentire qualcosa fu Kentrar che ruppe il silenzio chiedendo:"Ma sono delle urla?!"

"Non sento nulla." Fistarl si concentrò al massimo per sentire meglio, ma nel mentre il collega gli si avvinò e attivò una specie di tricorder. Lo strumento di analisi funzionò nella modalità binocolo e sullo schermo
apparve quello che stava accadendo a un chilometro di distanza in linea d'aria vicino alla nave.

"Stanno combattendo... i religiosi stanno attaccando a sorpresa..."

Quelle parole morirono in gola Fistarl.

Fistarl accusò il colpo arretrando disgustato. Sputò quelle parole con tutta la rabbia e frustrazione che aveva in corpo:"Ci state massacrando...perché?"

Quelle parole ferirono Kentrar più di un colpo di phaser. Il religioso, completamente ignaro del piano di attacco, fece un passo indietro barcollando.

I due si guardarono con guardi carichi di odio e disprezzo e la pace e la speranza morirono in quell'istante.

USS Seatiger,Bar di prora modificato
15/01/2395, Ore 13:00 - D.S. 72039.84


La strana cena tra Anena e Charles al Bar di Prova stava procedendo tutto sommato bene. Il consigliere, grazie anche alle sue caratteristiche di El-Auriano, stava intrattenendo l'umano facendolo parlare di sé, dei suoi sogni e delle sue aspettative.

Il capitano era l'unica altra persona nel locale. Il trill si teneva a distanza defilato a sorvegliare la situazione. Sembrava più un cameriere o una guardia del corpo piuttosto che un capitano della Flotta Stellare.

Era tutto tranquillo e, malgrado la situazione, sotto controllo. La nave procedeva sulla rotta impostata da Evans. Non avevano ancora ripreso il controllo ma non c'erano nemmeno avvisaglie di pericolo.

D'improvviso Charles urlò:"Nooo non è possibile."

Il giovane cadde rovinosamente dalla sedia impattando con il freddo acciaio del pavimento. Kenar scattò in avanti rapidamente, ma Anena era più vicino e si avvicinò ulteriormente per vedere cosa stava succedendo.

Evans si teneva la testa e ripeteva:"no no no... ho fallito... perché lo stanno facendo?"
Capendo che non era un problema fisico a turbare il giovane, Anena afferrò Charles per cercare di calmarlo:"Che cosa succede Charlie?"

La nave iniziò a sobbalzare violentemente sollecitata da forti vibrazioni il capitano, ormai a poca distanza, perse l'equilibrio e cadde. Il turbamento di Charlie si stava riflettendo sulla nave con rovinosi effetti. Kenar vide alcuni sistemi saltare in una esplosione di scintille mentre un replicatore prendeva fuoco. Con un brivido pensò che se quello era il disastro al Bar di Prora, chissà cosa stava succedendo in sala macchine.

Anena si aggrappò al tavolo mentre cercava di tranquillizzare il ragazzo. Il capitano strisciando a terra raggiunse i due nello stesso istante in cui il ragazzo spiegò la situazione:"Sul pianeta... le due fazioni hanno iniziato ad uccidersi."

Kenar afferrò il ragazzo dicendo: "So come ti senti... ma devi lasciare il controllo della mia nave o la distruggerai."
"Non volevo che scoppiasse una guerra... . "Charlie scosse la testa:"Non è la mia parte cosciente... ."

Il capitano sorrise e con gentilezza e risoluzione disse:"So che sei una persona buona e che non vuoi questo... ma lascia il comando della mia nave."

Anena lo incalzò: "Fidati del capitano, noi siamo qui per aiutarti."

Evans sembrò calmarsi e la nave smise di sobbalzare. Tutto tornò tranquillo.

Rapidamente arrivò la chiamata di Finn.

=^=Capitano... qua abbiamo pogato alla grande, che succede? Ci sono scintille e pezzi che volano.=^=

Kenar sorvolò sul dettagliato rapporto danni del primo ufficiale: "Ci sono feriti?"

=^=Il dottore ci segnala alcuni piagnistei e qualche ginocchio sbucciato, ma nulla di grave.=^=

Kenar sorrise sollevato per poi chiedere:"Abbiamo il controllo?"

=^=Di che cosa?=^= Chiese Finn.

Kenar alzò gli occhi al cielo: "Della nave, signor Finn!"

=^=Ah quella... boh... . =^= Il tono tranquillo del primo ufficiale sollecitò la pazienza del Trill ma l'umano riuscì a cavarsi d'impacciò rapidamente.

=^=Sì... mi fanno segno di sì, abbiamo il controllo.=^=

"Bene, mantenete rotta e velocità." Ordinò il capitano.

=^=verso il pianeta... ma come si chiama?!=^=

"Proprio quello." Taglio corto il capitano.

Quel piccolo siparietto strappò un sorriso ad Anena e generò una forte risata in Charlie. Era una risata profonda, spensierata e sincera tipica degli adolescenti.

"Grazie capitano." Disse il giovane.
"Di che cosa?"
"Dell'aiuto... poteva andare da qualsiasi altra parte, ma ha mantenuto la rotta."

Kenar rispose con un occhiolino.

"Come stai Charlie?" Chiese Anena.

"Meglio... quando ho sentito tutte quelle vite spezzate così inutilmente...
"Non terminò la frase, abbasso lo sguardo, guardò davanti a sé e aggiunse:"Perché capitano? Perché si devono uccidere per così futili motivi? Non è meglio uscire a divertirsi?"

"Purtroppo non ho risposte alla tua domanda... molte persone anche più intelligenti di noi si sono poste questo quesito senza riuscire a risolverlo. Ti attende un compito difficile, pacificare un mondo in perenne
guerra."

Il capitano guardò il giovane dritto negli occhi:"Noi abbiamo una legge, la Prima Direttiva, che ci impedisce di agire direttamente e interferire con quella civiltà ma, pur rispettando questa norma fondamentale, faremo di tutto per consigliarti e aiutarti a svolgere quest'arduo compito."


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05.09 - Prima Direttiva

Autore: Comandante Dewey Finn

USS Seatiger, Bar di prora modificato
15/01/2395, Ore 13:15 - D.S. 72039.87


"Prima direttiva?" chiese il giovane mettendosi finalmente a sedere.
Per alcuni minuti, dopo il colpo psichico che aveva distrutto molto dei circuiti interni del bar di prora, il giovane dio si era limitato ad aiutare Anena e Kenar a rimettere in piedi le sedie rovesciate e i i suppellettili scagliati in giro per il locale.
Stranamente, cosa di cui sia il Consigliere che il Capitano si erano subito accorti, non aveva usato nessun potere. Si era limitato a raccoglierli come un comune essere umano rimanendo chiuso in un pensieroso silenzio.

"Noi siamo Dei almeno quanto te... almeno per quanto riguarda popolazioni molto meno avanzate della nostra." iniziò Kenar approfittando di quella richiesta informazioni per interagire con Charlie. "Potremmo conquistarle costruendo un impero, ma la Federazione ha invece deciso che nessun popolo è meno importante di un altro."
"Eppure, intervenite negli affari di altri popoli." affermò sicuro il giovane.
"Coloro che fanno parte della Federazione hanno tutti gli stessi diritti e soprattutto doveri. Una volta che entri a far parte della Federazione approvi una serie di regole messe in atto per proteggere certi ideali." continuò Kenar dopo un cenno di assenso "Se questi ideali vengono messi a rischio noi interveniamo. Nessuno obbliga un mondo a rimanere all'interno della Federazione, ma finché ne fa parte deve rimanere a determinate condizioni."
Il giovane ci pensò un attimo poi fece segno di continuare.
"La Prima Direttiva si applica solo a quei mondi che non hanno ancora raggiunto un certo grado tecnologico. Una volta scoperta la curvatura la Flotta Stellare si presenta cercando un'alleanza e offrendo loro di entrare a far parte della Federazione dei Pianeti Uniti. Ma nessuno è obbligato... ci sono molti mondi che ne sono rimasti fuori per i motivi più diversi... alle volte anche non piacevoli."
"Quello che il Capitano intende dire, è che la Prima Direttiva ci impedisce di intervenire. Non vuol dire che non vogliamo, ma solo che non possiamo." intervenne Anena.
"Quindi se su un mondo c'è una malattia mortale che loro non riescono a debellare, voi rimarreste con le mani in mano a guardarli morire?" chiese Charlie con uno sguardo deluso.
"Guerra, malattie, disastri naturali... noi dobbiamo limitarci ad inviare un rapporto all'Ammiragliato e chiedere il permesso di intervenire, sono loro a decidere se possiamo farlo o no." rispose Kenar
"Mi state nascondendo qualcosa..." borbottò Charlie vedendo lo sguardo che i due si erano scambiati.
"È difficile stare con le mani in mano, chiudere il proprio cuore alle sofferenze altrui... però sai alle volte gli incidenti capitano." rispose il trill con un sorriso.
"Elementi chimici rilasciati per errore..." aggiunse Anena
"Esperimenti di vaccini sfuggiti al controllo..." riprese Kenar
"...insomma, c'è un modo per intervenire senza intervenire." terminò Charlie stupendo entrambi gli ufficiali.
"Sai Charlie, sei molto saggio per essere così giovane" commentò il Consigliere poggiandogli una mano sulla spalla. Il giovane arrossì.
"Però il rischio c'è... chi può dire qual è il risultato dei nostri interventi? E se quella razza sul pianeta era destinata a morire per far posto ad una diversa razza? Noi abbiamo si salvato milioni di persone, ma al contempo abbiamo impedito a qualcun'altro di esistere. È una scelta che non possiamo fare, ma che al contempo ci è richiesto di fare." commentò Kenar
"Non capisco..."
"La legge ci obbliga a non intervenire, ma ogni capitano sa che potrebbe doversi trovare ad affrontare questa situazione. Ogni Capitano agisce come la sua umanità lo obbliga ad agire, con il rischio di pagarne le conseguenze davanti alle autorità... non è diversa dalla situazione che stai affrontando tu adesso. Li sotto c'è un mondo in guerra, una guerra che nel migliore dei casi potrebbe causare milioni di morti fra i combattenti. Cosa farai? Apparirai al centro dello scontro e fermerai tutti? E se non ti ascoltano? Li ucciderai? Cosa ti rende diverso da loro a quel punto?" Le parole di Anena erano dure e sembrarono creare un profondo conflitto nell'animo del giovane.
Charlie si alzò e iniziò a camminare per il locale fermandosi ogni tanto ad osservare il mondo attraverso lo squarcio.
"Credo di aver bisogno di pensare... Capitano Kenar le dispiace se rimango sulla sua nave. Prometto di non causarle problemi."
"Sarà un piacere averti a bordo. Raggiungeremo la nostra destinazione domani mattina... approfitta del viaggio per decidere quello che vuoi fare." aggiunse il Trill per evitare che al giovane potesse venire in mente di far accelerare la nave.
Anena accompagnò il suo Capitano verso la porta del bar per approfittare di quel momento per parlare.
"Cosa ne pensa Consigliere?"
"Purtroppo, il ragazzo non ha avuto una bella infanzia... difficile sostituire un abbraccio o una bella sculacciata, con del potere divino. Quelli che andrebbero puniti sono i suoi genitori adottivi."
"Lo penso anch'io... però nell'ultima mezz'ora Charlie mi è sembrata un'altra persona. Più riflessivo, più pronto ad ascoltare."
"Credo dipenda da lei Capitano. La sua tranquillità permette al ragazzo di rilassarsi e quando non è sulla difensiva sembra affiorare il suo vero io... ed è una persona buona. Fortunatamente."
"Il caos e tanta gente invece lo mettono sulla difensiva e quindi lui agisce d'impulso con ira." commentò il trill e Anena rispose con un cenno affermativo della testa. "Bene, cerchiamo di tenerlo tranquillo... Prima Direttiva o no, vorrei evitare di scatenare su quel pianeta qualcosa di più terribile di una guerra."

USS Seatiger, Bar di prora modificato
15/01/2395, Ore 23:55 - D.S. 72041.09


Per tutto il giorno c'era stato un pellegrinaggio di uomini dell'equipaggio. Alle volte uno solo, altre in piccoli gruppi... come se qualche voce misteriosa li spingesse a visitare quel piccolo angolo di nave. All'inizio Anena si era preoccupato, poi aveva capito. Charlie li stava chiamando... stava spingendo i membri dell'equipaggio ad andare al bar di prora e esternare i loro sentimenti, i loro sogni e le loro paure.
Gli uomini e le donne della Seatiger arrivavano e si sedevano al banco iniziando a parlare con il barista. Parlavano dei loro problemi e, alle volte, si spingevano a dire la loro opinione su argomenti più importanti come la guerra, la Prima Direttiva, la vita nella Flotta.
Il giovane Dio ascoltava rimanendo in disparte. Alle volte lo vedeva sorridere, altre lo vedeva rabbuiarsi. In alcuni casi il Consigliere si era avvicinato a Charlie per chiedere quale fosse il problema e spesso capiva che il giovane aveva semplicemente frainteso le parole che aveva udito, solitamente perché la razza dell'interlocutore era talmente estranea al modo di pensare umano che creava confusione nel ragazzo.
Anena spiegava allora le differenze di pensiero, le cause di quel modo di pensare e come comprenderle per un umano. Charlie allora si faceva pensieroso e in quel lasso di tempo nessuno entrava più al bar per interrompere le sue riflessioni.
Il Consigliere aveva avvertito il Capitano di questo via vai dell'equipaggio, ma Kenar aveva risposto che se il giovane si comportava bene non poteva che essere una buona cosa per tutti. Anena all'inizio non ne era molto convinto, ma con il passare delle ore aveva dovuto ricredersi.
Le porte del bar si aprirono di nuovo sorprendendo Anena che pensava che le visite fossero ormai finite. Per più di due ore il giovane era rimasto in silenzio riflettendo e lui stava iniziando ad accusare la fatica.
Dall'apertura fece capolino il Primo Ufficiale con un improbabile camicia da notte con tanto di papalina. Parve per un attimo confuso dall'ambiente lussuoso che lo circondava e del giovane seduto vicino alle grandi vetrate su cui campeggiava un enorme strappo nello spazio dal quale si intravedeva un pianeta.
Ma Finn non era il tipo da rimanere troppo a lungo basito di fronte a qualcosa, un'abilità che lui affermava aver imparato dal suo pesce rosso... qualsiasi fosse il significato di quella affermazione.
"È permesso?" chiese timidamente avvicinandosi al bancone.
"Numero Uno, cosa ci fa da queste parti?" chiese il Consigliere anche se sapeva cosa lo avesse spinto a visitare il bar. Sperava inconsciamente che Charlie non si accorgesse della presenza di quello strano Primo Ufficiale.
Finn prese quella domanda come un invito a fare due chiacchiere.
"All'improvviso mi è venuta una gran voglia di un bel latte caldo!" rispose lui con un sorriso e uno sguardo vacuo "E poi Anari è una denobulana e i denobulani non dormono... alle volte ho paura ad entrare nella mia stanza, non so mai se lei è nascosta da qualche parte."
"Molti uomini sarebbero felici di questo. Me compreso" commentò divertito Anena, chiedendosi perché non avesse usato il replicatore presente nei suoi alloggi.
"Ma non è corretto... Anari è una mia sottoposta e una mia collega, non posso approfittarmi di lei. Anche se a dire il vero è lei che si approfitta..." borbottò Finn pensieroso.
"Quindi lei ha una donna che è interessata a lei ma la rifiuta?" chiese Charlie all'improvviso. Si era avvicinato di soppiatto sorprendendo addirittura il consigliere.
"Non è che la rifiuto... anzi, lei mi piace molto. Ma non voglio che la mia posizione o il mio grado possano far nascere dei pettegolezzi su di lei." rispose il primo ufficiale sospirando. Charlie parve soppesare la risposta ritenendola molto importante.
Alcune delle domande che aveva posto agli avventori erano rivolte al capire il rapporto fra uomini e donne. La risposta parve farlo riflettere ma sembrava soddisfatto... visti i trascorsi di Charlie sembrava un'ottima cosa.
"Cosa farebbe se avesse il potere di fare qualsiasi cosa con il semplice gesto di una mano?" la domanda posta da Charlie a quell'assurdo primo ufficiale terrorizzò a morte Anena, ma prima che potesse intervenire Finn lo sorprese.
"Niente..." rispose lui bevendo un sorso di latte che gli era stato offerto dal el-auriano.
"Niente?" chiese sorpreso Charlie
"Ho già avuto a suo tempo un potere simile... certo non potevo creare mondi come un Dio, ma nel mio piccolo avevo il potere di muovere folle di persone, far accettare loro idee, mettere nelle loro menti e nei loro cuori emozioni. Ma a quel punto non erano più persone, ma solo delle pecore che seguono il pastore... e non sai più se seguono te perché ti vogliono bene o perché è la tua fama a spingerli."
"Capisco..." commentò il giovane anche se nella sua voce non c'era così tanta certezza.
"Pensa, oggi la strumentazione della nostra plancia è sparita nel nulla, tutto perché un essere con poteri divini ha deciso che voleva andare da qualche parte." riprese Finn scatenando il panico di Anena. A quanto pareva Finn non aveva proprio idea di chi fosse il giovane accanto a lui. "A quanto ne so io, il Capitano l'ha fatto ragionare e comunque stiamo andando dove lui voleva, solo che questa volta lo facciamo perché vogliamo aiutarlo... non ti sembra che avere degli amici sia meglio che avere dei servi?"
Charlie lanciò un'occhiata incuriosita a Anena che scosse la testa come per dire: 'inutile farsi domande... lui è Finn.'
"Come puoi sapere se quello che gli altri fanno per te non lo fanno comunque per timore o per motivi più venali?" domandò Charlie quasi sovrappensiero.
"Non lo puoi sapere... c'è sempre il rischio che chi consideri amici non lo siano, ma c'è una regola fondamentale su cui si basano molte religioni e che gli esseri viventi dovrebbero sempre seguire."
"E quale sarebbe?" chiese Anena incuriosita
"Non fare agli altri quello che non vorresti fosse fatto a te... se tutti seguissero questo semplice regola l'universo sarebbe un posto migliore." concluse Finn alzandosi.
"Comunque la dirò anche a quell'essere quando lo incontro! Mi ha fatto prendere un colpo... non è stato carino. Adesso è meglio che vada, forse riesco a dormire un po' prima che Anari tenti un nuovo attacco. Buonanotte Consigliere e anche a te ragazzo..."
Finn se ne andò con quella sua comica andatura e la papalina che dondolava a tempo con i suoi passi.

Tempio di Dio, Pianeta sconosciuto
16/01/2395, Ore 09:12 - 72042.15


Selmai osservava i picchi innevati. Durante la notte si era scatenata una violenta tempesta di neve e ora tutto il paesaggio era di un viola acceso.
Non amava molto il freddo, ma doveva ammettere che la vista era spettacolare.
"Dio ci ama..." pensò la giovane per poi rabbuiarsi. Come poteva amare i propri figli se permetteva loro di uccidersi a vicenda? Perché Dio non annientava direttamente gli eretici e impediva ai suoi figli prediletti di macchiarsi della morte di altri esseri viventi?
Non era come il Maestro Kver, lei non poteva capire le parole di Dio come faceva lui... era solo un'apprendista che aveva oltretutto fallito la prova per la sua fede.
Quello strappo nel cielo era forse Dio che guardava verso di loro? Secondo il Maestro l'ira divina si sarebbe scatenata su di loro se non avessero presto distrutto la fazione avversaria e quelle brillanti luci erano appunto la prova del suo furore... ma come poteva una cosa così bella essere frutto dell'odio?
La giovane aprì il Libro di Dio ad una pagina a caso cercando conforto nella lettura, ma le parole degli apostoli della fede erano così cariche di odio verso i miscredenti, che niente riusciva a calmare il suo animo. Quel libro, le cui pagine erano talmente fitte di parole da formare complessi arabeschi d'inchiostro rimasero muti alle sue speranze.
Appoggiò il libro aperto sulla panca e tornò a guardare le montagne.

USS Seatiger, Bar di prora modificato
Contemporaneamente


Il Capitano entrò nel bar e guardò gli unici due presenti con uno sguardo preoccupato. Charlie era ancora immerso nelle sue riflessioni, Anena invece si stava rifacendo il trucco.
"Buongiorno Consigliere... sembra che non abbia dormito molto."
"Non è una cosa carina da dire Capitano! Comunque, è vero, non ho chiuso occhio, ma niente che un po' di fard non possa rimediare... anche lei sembra aver passato la notte in bianco." disse il guardiamarina con una nota vendicativa nella voce.
"Avrei bisogno anch'io del suo fard. Ho passato la notte a cercare di capire come agire, ma ogni idea si tramutava in un possibile disastro... l'unica cosa che mi è rimasto è pregare Charlie." rispose il trill avvilito.
"Non ce ne sarà bisogno Capitano... anche se devo ammettere che alcuni suoi piani erano davvero fantasiosi." commentò Charlie avvicinandosi al bancone.
"Immagino di dovermi scusare per alcuni di quei piani." Kenar si mise sulla difensiva spaventato per quello che il giovane Dio poteva fare al suo equipaggio per vendetta.
"Non si preoccupi, l'ho trovato illuminante... soprattutto perché capivo i motivi che la spingevano ad elaborarli." Charlie sospirò.
"Siamo arrivati sul bordo della frattura spazio-temporale... stiamo analizzando l'anomalia per essere sicuri che non sia un pericolo per la nave varcare quella soglia. Non dovrebbe volerci molto." disse il Capitano della Seatiger nel tentativo di cambiare discorso.
"Non sarà necessario..." Charlie sospirò ancora e per la prima volta sembrò triste ma risoluto "Ho deciso di non intervenire."
"Perché?" si limitò a chiedere Kenar sorpreso da quella affermazione.
"Ho ascoltato i pareri degli uomini a bordo della sua nave, ho ascoltato le loro paure e i loro desideri... ognuno di loro desiderava la pace, ma erano pronti a battersi per salvare la gente su quel mondo. Ognuno di loro aveva un'idea su come intervenire: chi in maniera più diretta, chi con fantasiosi piani per mettere fine alla guerra senza farsi scoprire. Ognuno di loro però arrivava alla stessa conclusione: qualsiasi fosse l'idea non poteva essere attuata perché andava contro la Prima Direttiva e tutti loro erano fermamente convinti della sua validità. Nonostante fossero frustrati e in alcuni casi anche astiosi verso quella regola, tutti vi si attenevano, non per paura delle ripercussioni legali ma dei possibili disastri che potevano scatenare. Quando mi ha detto che fermare la morte di una razza poteva impedire ad un'altra di nascere mi ha dato molto a cui pensare... non sono abbastanza potente per capire le ripercussioni di quello che potrei fare."
Kenar guardò il giovane davanti a lui con meraviglia. Guardandolo meglio poteva giurare che il suo aspetto fosse cambiato e apparisse più adulto di quanto non fosse quand'era arrivato a bordo.
"Quindi lascerai che la guerra continui il suo corso?" chiese Anena sorpreso quanto il suo Capitano.
"Si... anche se mi addolora molto." commentò il giovane sospirando.
"Ma fallirai il compito che ti hanno affidato i thasiani." affermò Kenar sollevato per la scelta del giovane.
"Se ne faranno una ragione... nonostante tutto ritengo che, almeno per il momento, voi abbiate ragione... e io ho molto ancora da imparare." terminò Charlie.

Una forte luce illuminò il bar di prora. Una grossa testa semitrasparente di colore verde apparve fluttuando davanti a loro.
"È questa la tua decisione?" chiese la testa al giovane guardandolo con sguardo inquisitorio.
"Si... mettere fine alla loro guerra con il mio potere non arginerebbe l'odio nei loro cuori. La mia missione era aiutarli od ostacolarli, ho deciso di aiutarli non intervenendo. Per riuscire a fermarli dovrei uccidere molti di loro... a quel punto non sarei diverso da coloro che vogliono la guerra."
Kenar sorrise sentendo le sue parole, erano le stesse che il Consigliere gli aveva detto il giorno prima.
La testa fluttuante parve soppesare il giovane e per poi sorridere, anche se lievemente. "Hai superato la tua prova. Cercavamo in tutti i modi di insegarti qualcosa che la tua razza ha appreso da molto tempo: la compassione, la risolutezza e la giustizia... in altre parole l'umanità. Ma noi siamo troppo diversi da voi e non riuscivamo a farti comprendere l'importanza di prendere alcune decisioni. Come quella di non intervenire."
"Quindi tutto questo era per metterlo alla prova?" Kenar non riusciva a capire se si sentiva sollevato o arrabbiato per come i thasiani si comportavano col giovane.
"Questo era per insegnare al giovane che intervenire nel destino di altre razze non è compito nostro. Noi stessi abbiamo deciso di non intervenire anche se ne avremmo la possibilità, perché nessuno di noi può sapere quello che il destino ci riserva... nemmeno noi per quanto potenti possiamo essere."
"Fare la cosa giusta, non sempre è la cosa più giusta" commentò Anena.
"Charlie siamo orgogliosi del tuo cambiamento e siamo a tua disposizione per aiutarti a proseguire su questo cammino." propose il thasiano dopo un cenno affermativo verso il consigliere della Seatiger.
"Vi ringrazio, ma per il momento ho deciso di viaggiare da solo... devo capire ancora molto di me stesso e degli altri. Se a voi va bene..." Aggiunse il giovane con il rispetto che fino a pochi giorni fa non sembrava avere.
"Ti aspetteremo per condividere le tue esperienze... buona fortuna giovane Charlie." detto questo la testa scomparve.
"Arrivederci eh!" borbottò Anena dopo un attimo.
"E ora cosa hai intenzione di fare?" chiese Kenar ritornando a guardare il giovane Dio.
"Come ho detto andrò per la mia strada... purtroppo come ho deciso di non aiutare loro - disse indicando il pianeta - non posso aiutare nemmeno voi. Però vi do una speranza, là fuori c'è una via d'uscita da questo universo e un giorno la raggiungerete." il corpo di Charlie iniziò a farsi sempre più inconsistente.
"Davvero non vuoi fare niente per loro?" chiese Anena quando ormai non era rimasto più niente del ragazzo.

"Alle volte gli incidenti capitano..." la voce flebile del giovane fu un sussurro che li fece sorridere.

Tempio di Dio, Pianeta sconosciuto
16/01/2395, Ore 10:45 - D.S. 72042.33


Selmai si alzò in piedi. Non c'era più niente da fare... ben presto l'esercito della chiesa si sarebbe riunito per sferrare l'attacco finale.
Lei, in qualità partecipante e quasi vincitrice della corsa organizzata dall'Imperatore, sarebbe stata la voce del Culto, la voce del Maestro Kver. Sarebbe stata colei che avrebbe infiammato i cuori dell'esercito... doveva scegliere le giuste parole per renderli una spada del giudizio divino.
Allungò di nuovo la mano verso il Libro di Dio, ma prima che potesse afferrarlo una folata di vento fece sfogliare con violenza le pagine che rimasero aperte su una pagina completamente bianca. Batté i tre occhi un paio di volte non credendo a ciò che vedeva. Aveva letto quel libro centinaia se non migliaia di volte e poteva giurare che non ci fossero pagine bianche.
Con reverenziale timore avvicinò la pagina al volto chiudendo i due occhi laterali e tenendo aperto solo quello centrale come gli era stato insegnato dal maestro. Al centro della pagina, scritto con una calligrafia nitida e curata c'era una sola frase.
"Non fare agli altri quello che non vorresti fosse fatto a te..."
Selmai spalancò gli occhi per la sorpresa e una luce di speranza si accese nel suo cuore.


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FINE MISSIONE