Unimatrice Federazione










USS SEATIGER

presenta


USS SEATIGER

Unimatrice Federazione

Missione 04






Basato sulla saga di Star Trek di Gene Roddenberry, questa opera amatoriale è il prodotto della USS SEATIGER,
simulazione appartenente all'universo narrativo del Gioco di Narrazione PBeM


Starfleet Italy

Gli autori/giocatori hanno creato un proprio alter ego narrativo con il quale sono entrati a far parte della squadra
di comando della USS SEATIGER, quindi a turno hanno scritto i brani di questa avventura fantascientifica,
creando appunto questa opera amatoriale inedita e originale basata su Star Trek.




Questo racconto lungo è un'opera amatoriale che puó essere liberamente
riprodotta, purché integralmente, in ogni sua parte, e non a fini di lucro.



Anno pubblicazione 2022



www.starfleetitaly.it | USS SEATIGER








Equipaggio

Capitano Capitano Arjian Kenar Geran

Capo Operazioni Tenente Comandante Tholos del Clan Rashan

Consigliere Guardiamarina Anena Lawtoein

Ingegnere Capo Tenente Comandante Droxine Carelli

Primo Ufficiale Comandante Dewey Finn

Capitano
Arjian Kenar Geran
Capitano

Tenente Comandante
Tholos del Clan Rashan
Capo Operazioni

Guardiamarina
Anena Lawtoein
Consigliere

Tenente Comandante
Droxine Carelli
Ingegnere Capo

Comandante
Dewey Finn
Primo Ufficiale

Timoniere Tenente JG Fabrizio "Fabrix" McAllan

Ufficiale Medico Capo Tenente Symon Bruce

Tenente JG
Fabrizio "Fabrix" McAllan
Timoniere

Tenente
Symon Bruce
Ufficiale Medico Capo


USS SEATIGER

Autori

Capitano
Arjian Kenar Geran
Michele Congia

Capo Operazioni
Tholos del Clan Rashan
Fabrizio Calandri

Consigliere
Anena Lawtoein
Martina Tognon

Ingegnere Capo
Droxine Carelli
Massimiliano Badi

Primo Ufficiale
Dewey Finn
Franco Carretti

Timoniere
Fabrizio "Fabrix" McAllan
Fabrizio Caponeri

Ufficiale Medico Capo
Symon Bruce
Valentino Schiavetti






Sommario


Sinossi
04.01 - Presenze
04.02 - Sopravvissuti
04.03 - La sedia
04.04 - Tutti i guai vengono al pettine
04.05 - Borg ex Machina
04.06 - Scontro nei corridoi
04.07 - Il risveglio
04.08 - Vite in pericolo
04.09 - Godot, uno di noi
04.10 - Bolle, sfere e piume
04.11 - Unimatrix 7480946
04.12 - E' l'alpha o l'omega?
04.13 - The Borg's Rock 'n' Roll
04.14 - Gran Finale

Sinossi

Unimatrice Federazione



04.01 - Presenze

Autore: Tenente JG Fabrizio "Fabrix" McAllan


USS Seatiger, Plancia
02/01/2395, Ore 15:00 - D.S. 72004.45


"Capitano riceviamo un segnale radiofaro di origine sconosciuta proveniente da uno dei settori limitrofi ..." esordì l'ufficiale SEC/TAC.
"Tkar, possiamo decifrare il segnale?" ordinò il Capitano dall'alto della sua postazione di comando.

Il vulcaniano avviò la routine di decodifica del segnale e dopo alcuni tentativi alzò il sopracciglio destro e, rivolgendosi alla plancia, con un tono monocorde sentenziò "Interessante ... "

"Cos'è che trova interessante, Signor Tkar?"
"Il segnale radiofaro è impostato sulla frequenza di soccorso della Flotta Stellare ... "

Kenar elettrizzato scattò in piedi: "Tkar, siamo lontani nello spazio, e anche nel tempo, dalla Flotta ... E' sicuro che non si tratti di un falso positivo?! Non mi stupirei se le riparazioni di fortuna con quel che abbiamo trovato in quel 'cimitero navale' stesse compromettendo l'efficacia dei nostri sistemi..."

Il capitano non ebbe il tempo di finire la frase che l'ingegnere capo, sentitasi chiamare in causa, aggiunse: "I sistemi funzionano secondo i normali parametri, capitano ... e a quanto pare si tratta del vecchio codice Morse!"

"Confermo l'analisi di Carelli ... e aggiungerei che è alquanto bizzarro." Commentò asciuttamente il Vulcaniano.

Kenar si sedette nuovamente sulla poltrona di comando, arrendendosi all'idea che, sebbene la situazione potesse essere paradossale, quello che stavano ricevendo era realmente un codice terrestre vecchio di oltre 400 anni.

Tutti i membri della sala di comando gli rivolsero uno sguardo interlocutorio in attesa di un ordine che, come previsto, non tardò ad arrivare.

"McAllan, tracci una rotta di intercettazione ... massima curvatura..."
"Rotta di intercettazione calcolata, saremo sul punto di origine del radiofaro tra circa 25 minuti."
"Attivare! Numero Uno, portare la nave in condizione di allarme giallo ... dobbiamo essere pronti a qualsiasi evenienza."
"Sì Signoreeeee, condizione di allarme giallo, pronti con il rock&roll!!!"

Gli ufficiali di Plancia si erano così assuefatti alle stranezze di Finn che oramai quasi nessuno ci faceva più caso, quasi ...
Kenar infatti non poté fare a meno di alzare gli occhi al cielo e, mordendosi il labbro inferiore, fece appello a tutta la sua professionalità per impartire il successivo ordine: "Procedete alla decodifica del messaggio."

"Sì, signore."

USS Seatiger, Plancia
02/01/2395, Ore 15:20 - D.S. 72004.49


Dalla postazione di comando si udì la voce massiccia di McAllan: "Signore intercetto punto di origine fra 10 minuti."
Kenar spazientito si rivolse ad Anari: "La decodifica del messaggio, mi serve ora!"

"Qui è la nave della Flotta Stellare USS Indefatigable, numero di registro NCC-972..." Anari rivolse uno sguardo incredulo verso Kenar che gli fece cenno di andare avanti con la decodifica "Siamo scampati ad una singolarità che ci ha procurato seri problemi ai principali sistemi di comunicazione. L'integrità strutturale, come anche il supporto vitale, rischiano il collasso. Richiediamo assistenza immediata. Ripeto, richiediamo assistenza immediata." Rispose prontamente l'Ingegnere Capo.

Il Trill rimase meditabondo alla sua postazione di comando mentre tutti i presenti erano in attesa di una sua reazione, poi improvvisamente si alzò di scatto cominciando a girare attorno alla poltrona mormorando ripetutamente: "Indefatigable ... Indefatigable ... Indefatigable..."
"Dagli archivi federali risulta una nave scientifica USS Indefatigable con quel numero di registro...era una classe Daedalus ..."
"Era, Signor TKar?"
"Sì, Capitano. E' stata dichiarata dispersa più di 200 anni fa ..." Precisò prontamente TKar.
"A quanto pare non siamo più soli..."

"Signore!" Esordì Tholos interrompendo l'amara considerazione del Capitano "Abbiamo la nave a portata dei sensori ... confermo che si tratta di una nave della Flotta Stellare..."

"Situazione?"
"I sensori registrano consistenti fluttuazioni di energia ... nonostante ciò, i sistemi di supporto vitale risultano essere ancora attivi e ... registro almeno un centinaio di segni di vita."

Improvvisamente il Capitano avvertì una forte fitta all'addome e si accasciò a terra prima di riguadagnare il suo posto di comando.

Anari azionò prontamente il comunicatore: "Dottor Bruce, il Capitano ha bisogno del suo aiuto! Teletrasporto di emergenza direttamente in infermeria!"

Un turbinio azzurrognolo di molecole si sprigionò intorno al Trill, lo avvolse totalmente e poco dopo sparì nel nulla assieme a lui ... lasciando ancora una volta Finn con l'onere del comando.

"Non è possibile! Ci risiamo..." Pensò tra sé, quindi dopo qualche tentennamento, sentendosi tutti gli occhi puntati addosso, si fece coraggio e ordinò la prima cosa che gli venne in mente: "T-timoniere, ci porti a distanza di teletrasporto ..."
"Signor Finn," S'intromise senza alcuna esitazione TKar "Mi consenta di suggerirle che sarebbe più opportuno effettuare delle ulteriori analisi prima di inviare degli uomini a bordo..."

Finn aprì e richiuse la bocca un paio di volte e poi balbettò un: "E' una nave della Flotta ... hanno mandato un messaggio di soccorso in codice... morse... non possiamo aspettare tanto ad aiutarli!"

"Faccia come dice il signor Tkar..." gli sussurrò il Consigliere di bordo cercando di tirarlo fuori da quella situazione imbarazzante.

Finn guardò prima il Consigliere e poi Tkar, quindi inspirò e cercando goffamente di darsi un tono, ordinò: "Anari, ha sentito?! Diamoci sotto con queste analisi!"

"Sì, Signor Finn!" Rispose la Denobulana soffocando a stento una risatina.

USS Indefatigable , Zona Cargo
02/01/2395, Ore 15:30 - D.S. 72004.51


Come ordinato da Finn a seguito di ulteriori analisi, un drappello di uomini con a capo Tkar si teletrasportò a bordo. La zona Cargo desolata, ogni singolo angolo della stanza era occupato da rottami e parti della nave, l'energia del settore era talmente bassa che l'illuminazione era pressoché flebile.

Tkar fece una rapida scansione con il tricorder: "Nessun segno di vita nel raggio di 20 metri."

Il drappello di uomini avanzò lentamente per i corridoi principali della nave che non era provvista di turbo ascensori.

Ad un tratto l'ufficiale della sicurezza alzò la mano a pugno e gli uomini si fermarono formando due file ordinate, quindi si rivolse ai compagni e alla plancia di comando della Seatiger: "Siamo di fronte alla sala tattica il tricorder mi segnala numerosi segnali vitali ... stiamo per entrare."

La squadra entrò silenziosamente con i phaaser posizionati su stordimento. Varcata la soglia, Tkar rimase stupito nel vedere che la stanza era invece completamente vuota.


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04.02 - Sopravvissuti

Autore: Capitano Arjian Kenar Geran


Una fuga forsennata senza meta, quindi una serie ovattata di incomprensibili comandi urlati alla rinfusa ... e davanti, inesorabile, l'orizzonte degli eventi che si apre come un mostruoso occhio iridescente.

Cascate di scintille come fuochi d'artificio e sinistri gemiti di collasso strutturale che si susseguono tutt'intorno.

Improvvisamente un cicaleggio si fa sempre più nitido.

Come fessure, gli occhi si schiudono pesanti nella penombra avvolgente e iniziano a muoversi intorpiditi, cercando di mettere a fuoco le prime imperfette impressioni visive.

"Dove sono?!"

Man mano che la coscienza riaffiora, i suoni e le sagome diventano familiari.

USS Seatiger, Infermeria
02/01/2395, Ore 16:10 - D.S. 72004.58


Kenar, tornato cosciente, si tirò sù faticosamente sui gomiti e cominciò a guardarsi intorno mentre la strumentazione del bio-lettino registrava l'aumento dell'attività cardiaca.

"Dove diamine hanno messo la mia uniforme?!"

Il Dottor Bruce che tra i vari referti medici da compilare e le diagnosi da elaborare controllava di tanto intanto la console di bio-monitoraggio, si precipitò dal suo ufficio verso il lettino dove era stato adagiato il Capitano e, prima che il Trill riuscisse a rimettersi in piedi, lo raggiunse e lo spinse delicatamente giù.

"Non se ne parla nemmeno! Deve riposare..."
"Doc, sto bene ... non si deve preoccupare."
"Qui dentro comando io e solo io posso dire se lei può essere dimesso oppure no ... Gli ultimi mesi sono stati a dir poco estenuanti per lei, e infatti i livelli di isoboromine nel suo sangue si sono notevolmente abbassati, da qui il malore. Non c'è bisogno che le ricordi che un eccessivo abbassamento del neurotrasmettitore potrebbe risultare fatale sia per lei che per il simbionte. La situazione al momento è gestibile, quindi mi dia retta ... si riguardi, si rimetta in forze ... perché la strada verso casa è ancora molto lunga."

Kenar decise di non opporre resistenza, almeno fino a quando la testa non avesse smesso di girargli, e sorrise amaramente.

"Abbiamo trovato dei superstiti a bordo della Indefatigable?"
"Cosa le ho appena detto, Capitano?! Deve pensare a rimettersi ... ci penserà il Signor Finn."
"E' proprio questo che mi preoccupa ... intendiamoci, Finn è un uomo che riesce ad arrangiarsi ... certo, spesso è a dir poco stravagante, ma ... non è stato addestrato al comando ..."
"Francamente io non penso che lo abbia tenuto nel ruolo di Primo Ufficiale semplicemente come una mascotte ... io ritengo che, nonostante l'inesperienza e metodi - mi lasci dire - poco ortodossi per un Ufficiale della Flotta Stellare, lei abbia fiducia in Finn. Non è così?!"

Kenar annuì.

"Bene, allora lo lasci fare e ... ora si riposi. E' un ordine."
"Ci proverò ... incubi permettendo ..."

Il Dottor Bruce non diede peso a quell'ultima frase e svolazzando nel suo camice bianco lasciò l'infermeria dirigendosi nuovamente verso il suo ufficio.

USS Seatiger, Plancia
02/01/2395, Ore 16:10 - D.S. 72004.58


"Signor Finn!" Esordì Anari preoccupata dalle letture che aveva iniziato a ricevere sulla propria console "Rilevo delle fluttuazioni a livello quantistico tutto intorno all'Indefatigable!"
"Signor Tholos, contatti subito l'away-team e gli ordini di tornare a bordo."
"Si, signor Finn ... li contatto subito."
"No! No! No! Così non va bene ..."
"Che succede Anari?"
"I loro segni vitali stanno fluttuando!"
"Carelli! Teletrasporto d'emergenza ... li riporti a bordo."

La console emise un suono di errore, un altro ed un altro ancora.

"Non riesco ad agganciarli ..."
"Tholos?!"
"Nessuna risposta."
"Anari?!"
"Li ho pesi anche io..."
"Dannazione! Gli altri segni vitali?"
"Scomparsi anche quelli ..."

Non avendo seguito la Scuola di Comando, Finn non era stato addestrato né al sacrificio né alla perdita dei propri uomini. Addestramento a parte, non riusciva ad accettare che questo accadesse proprio mentre lui era al comando e in una situazione che, almeno sulla carta, non avrebbe dovuto riservare delle sorprese.

"Tholos, continui a provare a contattarli. Carelli, Anari ... suggerimenti?"

USS Indefatigable , Zona Cargo
02/01/2395, Ore 16:10 - D.S. 72004.58


Non fu solo Anari ad accorgersi delle fluttuazioni che stavano avvenendo intorno alla Indefatigable, ma anche uno dei membri dell'away-team sotto il comando del Tenente Comandante TKar, l'ufficiale scientifico DeGraw.

"Signor TKar, c'è qualcosa che non va ... ho controllato e ricontrollato...ma continuo ad avere delle letture anomale dal mio tricorder."
"Si spieghi meglio."
"Sto registrando delle fluttuazioni a livello quantistico ... e anche quei segni vitali che abbiamo registrato anche a bordo della Seatiger sembrano anche loro fluttuare irregolarmente."
"Meglio tornare a bordo, subito."

E mentre faceva cenno ai suoi di ritirarsi, un immenso bagliore inondò la stanza portando tutti i presenti a proteggersi istintivamente gli occhi dalla forte ed inattesa radiazione.

Durò solo un attimo e quando gli uomini della Seatiger riaprirono gli occhi, si trovarono davanti una ventina fra uomini e donne con addosso delle vecchie uniformi della Flotta Stellare, la maggior parte sgualcite ed annerite, probabilmente a causa delle esplosioni che vi erano state a bordo.

Entrambi i gruppi si studiarono vicendevolmente per qualche secondo, poi TKar accortosi di non aver fornito un rassicurante biglietto da visita ai padroni di casa, abbassò il suo phaser e fece cenno ai suoi uomini di fare altrettanto.

"Sono il Tenente Comandante TKar della nave stellare USS Seatiger ... abbiamo intercettato il vostro segnale di soccorso e siamo qui per darvi assistenza."

Una donna fece pochi passi verso la sua direzione e si fermò.

"Ci scusi, la vostra improvvisa apparizione ci ha spaventati ... in un primo momento pensavo foste frutto di un allucinazione..."

TKar non potè fare a meno si sollevare il sopracciglio.

"Siamo in carne ed ossa come voi." La rassicurò Tkar "Ora, posso sapere con chi ho l'onore di parlare?"
"Si, giusto ... mi scusi. Sono il Tenente Comandante Barrett, Ingegnere Capo della nave della Federazione dei Pianeti Uniti USS Infatigable...siamo gli unici sopravvissuti a bordo..."


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04.03 - La sedia

Autore: Tenente Comandante Tholos del Clan Rashan


USS Seatiger, Plancia
02/01/2395, Ore 16:25 - D.S. 72004.61


Erano spariti nel nulla da pochi istanti, ma quell'attesa stava logorando i nervi di Finn. La poltrona era diventata improvvisamente scomoda e non c'era verso di trovare una posizione che lo soddisfacesse. Nulla, niente da fare, non riusciva proprio a mettersi comodo. No! La poltrona non era cambiata anzi la poltrona del capitano era il sedile più comodo di tutta la plancia. Era il povero primo ufficiale a non riuscire a starsene buono in attesa che i suoi ufficiali terminassero le analisi. Aveva condotto la nave più di una volta in battaglie impossibili, ma lì aveva preso decisioni importanti una dietro l'altra senza aver il tempo di stabilire se fossero giuste o no. Ora, invece, doveva attendere. Una cosa che aveva trovato difficile fin dai tempi in cui era una rock star.
Aveva smesso, saggiamente, di guardare Tholos e Anari lavorare per non mettere loro fretta o pressione, ma nemmeno poteva conversare con il consigliere Cacciatore in quanto non voleva disturbare gli altri ufficiali di plancia. Per alcuni istanti guardò la nave di classe Daedalus sullo schermo, ma non trovò nulla di interessante nella vista di quella antica nave stellare federale. Aveva letto di sfuggita qualcosa in passato su quella classe, ma ora non ricordava nulla. Infine decise di richiamare sul monitor posto nella poltrona del capitano una serie di informazioni sui sistemi della nave al fine di impiegare il tempo in maniera costruttiva. Era impegnato ad analizzare un sistema di bordo chiamato navigatore inerziale quando la voce di Anari lo richiamò:"Comandante, ho terminato le analisi."

Finn si alzò di scatto dalla poltrona: "Quindi?"
Con un baleno il primo ufficiale raggiunse la scienziata.

"Ho rilevato negli istanti subito precedenti alla scomparsa dell'away team in picco gravimetrico con una relativo spostamento di fase." Illustrò Anari, ma ormai Finn si era perso in quelle parole ed era in trepidante attesa di capire se gli avevano appena comunicato una buona o una cattiva notizia.

"Dove sono?" Chiese lui con una certa ansia.

"Sfasati dimensionalmente." Iniziò a dire Anari, per poi continuare: "È come se fossero appena fuori dalla nostra dimensione."

"Sono qui ma è come se non li vediamo?" Chiese speranzoso l'umano.

"Sì."

"Come facciamo a riportarli indietr..." Ma la domanda venne sostituita da una nuova: "Come facciamo ad evitare che anche noi subiamo lo sfasamento?"

Quella semplice correzione di priorità fece voltare tutti gli ufficiali di plancia che guardarono Finn con un aria tra lo sbalordito e il meravigliato che il mestiere da Primo Ufficiale stesse finalmente entrando in lui!?

Tholos fu il primo a rispondere: "Sto modificando le frequenze degli scudi per garantirci una protezione... ma non so se sarà sufficiente."

"Cerco di mettermi a distanza di sicurezza pur rimanendo a distanza di teletrasporto." Fu il commento di McAllan.

Risolta la situazione Finn si voltò verso Anari: "Come possiamo riportarli indietro?"
"Difficile da correggere lo sfasamento... sto cercando di ripolarizzare gli emettitori dei sensori dorsali... ci vorrà tempo." Ripose la donna mentre lavorava sulla consolle.

Finn tornò a sedersi alla poltrona de capitano. Ma questa volta non si sedette composto, timoroso e pensieroso. Si sedette svaccandosi come una rock star può fare o come un comandante che ha tutto sotto controllo può fare: comodamente sprofondato, testa appoggiata tutta a destra, gamba sinistra sul bracciolo penzolante di fuori e sulle labbra un motivetto rock.

"Bene.. riportiamo sul palco le special guest star della squadra di sbarco." Il primo ufficiale scrollò la testa: "Non credevo di ridire ancora una volta queste parole... non sapete che fatica ho fatto più di una volta per far salire certe prime donne o certi musicisti inaffidabili." Alla parola inaffidabili tutti gli ufficiali di plancia strabuzzarono gli occhi sorpresi che provenisse da Finn.

"Tipo?" Chiese curioso McAllan.

"Allora vi racconterò una storia, vi ricordate del chitarrista dei..."

USS Seatiger, Infermeria
02/01/2395, Ore 16:27 - D.T. 72004.62


Il capitano Kenar si era nuovamente assopito. Questa volta era un tranquillo sonno senza sogni, riposante e rinfrescante. Era come sommerso in un vuoto amichevole e rilassante che lo avvolgeva proteggendolo dall'ambiente esterno.
Lui e il suo simbionte. Non c'era nessun'altro. Erano in perfetta simbiosi.
In quella bolla protettiva il capitano poteva sentire perfettamente i pensieri del simbionte e i due stavano dialogando come mai prima. D'improvviso percepì qualcosa di solido attorno a lui. Lentamente portò le mani ai lati e sentì dei braccioli.
Si guardò intorno e si trovò su una poltrona. Era su una poltrona da capitano, molto simile a sua ma con delle differenze che soltanto un capitano poteva cogliere.

Il trill si guardò attorno e si ritrovò in plancia. Ma non era la plancia della sua Seatiger, ma probabilmente quella di una classe Intrepid.

Prima che potesse chiedersi dove si trovava, vide una donna davanti a lui con i gradi da capitano.

"Ammiraglio Janeway..." La riconobbe Kenar.

"Lei ha intrapreso un lungo viaggio, capitano." Esordì la donna e, prima che il trill potesse controbattere, aggiunse: "Ma le manca qualcosa."

"Una rotta." Intuì Kenar.

"Esattamente."

"Gliela darò io..."

Pochi istanti dopo Kenar si svegliò di soprassalto, prontamente - ancora una volta - il dottor Bruce gli fu vicino per calmarlo.

USS Indefatigable , Zona Cargo
02/01/2395, Ore 16:30 - D.T. 72004.62


Fu il tenente comandante Barret questa volta ad inarcare un sopracciglio: "Seatiger... non ricordo nessuna nave federale con questo nome." Breve pausa in cui la donna li indicò: "E non riconosco le vostre uniformi..."

A quelle parole, i sopravvissuti reagirono serrando i pugni e stringendo a loro armi di fortuna. La situazione stava degenerando. TKar capì che si trovava di fronte delle persone confuse e spaventate che avevano appena perso molti colleghi e amici, con poche probabilità di tornare a casa vivi e la loro apparizione di certo non aiutava... anzi rischiavano di diventare dei capri espiatori.

Il capo della sicurezza si giocò tutto con un'accurata selezione di parole:"La Seatiger è una nave scientifica della Flotta Stellare, non potete conoscerla perché è stata varata 250 anni dopo la vostra partenza." Breve pausa: "Veniamo dal futuro."

Barret accusò il colpo indietreggiando di qualche passo. Il resto dell'equipaggio si guardò l'un l'altro come per chiedere conferma di quanto detto. La flemma vulcaniana e la semplicità con cui il comandante aveva spiegato la situazione aveva colpito.

"Siamo nel futuro!?!" Esordì Barret.

TKar scosse la testa: "Temo di non poterle rispondere."

"Prima direttiva temporale?" Chiese lei.

"No." Tkar avanzò di un passo: "Siamo anche noi dispersi in que spazio."

Ci fu un lunghissimo e interminabile minuto di silenzio in cui ognuno si perse nei propri pensieri cercando di elaborare mentalmente la situazione, poi TKar chiese:"Come siete finiti qui? Cosa vi è successo?"

Barret si ridestò scuotendo la testa:"Venga le faccio vedere." La donna indicò una porta.

TKar seguì l'ingegnere e, quando lei fu prossima ad aprire la porta, la sentì dire:"Abbiamo trovato un manufatto..."

Detto ciò Barret aprì la porta e il volto del vulcaniano fu illuminato da una forte luce...

USS Seatiger, Plancia
02/01/2395, Ore 16:30 - D.T. 72004.62


Malgrado le difficoltà, Anari aveva sfoderato le sue abilità nel cercare di portare in salvo la squadra di sbarco e eventuali sopravvissuti, e stava procedendo.
Finn stava osservando il progredire quando Tholos richiamò la sua attenzione.

"Comandante rilevo qualcosa che non va."

"Che cosa?" Chiese Finn avvicinandosi alla postazione operativa.

"Uno dei siluri della Indefatigable... ha il campo di contenimento dell'antimateria instabile." Annunciò Rashan, poi puntando le antenne verso Finn, aggiunse:"Se dovesse esplodere ... la Indefatigable..."

"...esploderebbe in una nube di gas... fine molto rock, ma che vorrei evitare." Rispose Finn intuendo cosa poteva succedere.

"Non riesco a teletrasportarlo ... troppo instabile, dovremmo disinnescarlo manualmente salendo sulla nave." Aggiunse l'OPS.

Finn fu sul punto di dare l'ordine, ma venne fermato da Anari: "Lo sconsiglio... l'armeria è la zona con la più alta densità di sfasamento ... rischiamo di sparire prima di poter arrivare alla testata."

"Ma anche sotto sfasamento potremmo agire sul siluro per metterlo in sicurezza?" Chiese Tholos.

"Difficile a dirlo ... c'è una probabilità del 47,8% di non riuscire ad interfacciarsi in maniera normale con la materia solida." Rispose Anari.

"Cosa?" Finn si era perso in quel mare di parole.

"Significa che potremmo camminare per la nave e respirare, ma potrebbe essere impossibile eseguire movimenti complessi con precisione." Tradusse Anari per il primo ufficiale e, dopo alcuni istanti, Tholos aggiunse: "Sarebbe come operare a cuore aperto bendati e con una scure al posto del bisturi laser, e non è l'approccio migliore per mettere in sicurezza una testata fotonica."

Finn tornò a sedersi alla poltrona del capitano. Doveva prendere una difficile decisione: avrebbe rischiato di teletrasportare una seconda squadra col rischio di perderla e non riuscire a disinnescare il siluro o lasciare TKar a farcela da solo con poche possibilità di avvertirlo dell'imminente esplosione?


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04.04 - Tutti i guai vengono al pettine

Autore: Comandante Dewey Finn


USS Seatiger, Plancia
02/01/2395, Ore 16:35 - D.S. 72004.63


"Signore, se posso permettermi..." McAllan ruotò la poltrona di timoniere pur lanciando continue occhiate verso la nave di classe Daedalus sullo schermo.
"Dimmi Fab... ehm... mi dica Signor McAllen." si corresse Finn facendo affiorare un sorriso sul bel volto di Anari.
"Credo ci sia un altro modo per 'operare' su quella nave e togliere quel siluro difettoso." l'uomo aggeggiò sulla sua consolle finché l'immagine della zona in questione non fu ingrandita e posta al centro dello schermo.

L'area era stata colpita da qualcosa che aveva strappato le pareti in duranio della nave come se fossero state di cartapesta. Il ponte era chiaramente compromesso, ma uno scintillio azzurrino rese evidente che un campo di forza si era immediatamente attivato per salvaguardare la zona.
Il siluro che minacciava la nave era ancora chiaramente visibile. Inquietanti scintille statiche si dipanavano toccando le pareti come serpenti lascivi in cerca della preda. Finn deglutì.

"Che... Che idea ha avuto Tenente?" chiese il Primo Ufficiale al secondo tentativo, dopo aver di nuovo deglutito.
"Un WorkBee!" commentò McAllan
"Un che? Abbiamo un alveare anche?" chiese Finn confuso.
"Una navetta di manutenzione, ne avevamo due nell'hangar, ma una è stata distrutta. Se le modifiche agli scudi per evitare la fluttuazione quantica reggono, posso guidare quella che rimane direttamente in quello strappo e rimuovere il siluro."
"Signor McAllan, quel posto è parecchio stretto, un WorkBee ci passa a malapena." commentò il Capo Carelli calcolando mentalmente le dimensioni del danno visibile sullo scafo dell'altra nave.
"Sono abituato a muovermi negli spazi stretti." commentò il timoniere della Seatiger riferendosi al suo fisico possente.
"E' possibile signor Carelli?" chiese Tholos speranzoso, l'idea di rimuovere il siluro con il teletrasporto gli faceva fremere le antenne... e questo era sempre sintomo di guai in arrivo.
"I WorkBee sono molto maneggevoli e la loro strumentazione permette anche di fare lavori di precisione. Ma saprà quello che deve fare? Cosa tagliare o spostare per rimuovere un siluro in avaria senza che gli scoppi tutto in faccia?" chiese ancora Carelli.
"Beh quello no... so solo di essere l'unico che può guidarlo lì dentro senza andare a sbattere contro qualcosa. Però dovrete essere voi a dirmi quello che devo fare... non ho mai disinnescato un siluro fotonico..." Fabrizio pensò che la sua idea si stava trasformando inesorabilmente in una pessima idea.
"Dall'interno, potrebbero in qualche modo aiutarlo?" chiese Finn guardando Carelli.
"Beh si, sicuramente ci agevolerebbero il compito, ma ancora non abbiamo scoperto come contattarli."

"Bene è deciso! Signor McAllan vada a rimuovere quel coso prima che esploda. Signor Tholos si prepari a teletrasportarmi a bordo della Indefatigable, avvertirò io il signor TKar, poi porti la Seatiger fuori dall'area di pericolo." Finn si alzò e si stirò la divisa copiando i gesti del Capitano.

USS Seatiger, Turbo ascensore
02/01/2395, Ore 16:55 - D.S. 72004.67


"Ti ha dato di volta il cervello?!" strillò Anari colpendo con rabbia l'ascensore con un pugno.
"Eh?" balbettò Finn guardando lo sguardo omicida della collega.
"Cosa ti è saltato in mente?" chiese lei agguantandolo per il davanti dell'uniforme e sbattendolo contro la parete.
"Che ho fatto adesso? Mi pareva una buona idea!" tentò lui "Fabrizio andrà a staccare quel coso con quell'aggeggio che diceva, e io vado ad avvertire Tkar ... poi saprà lui cosa fare."
"Al minimo errore il siluro potrebbe esplodere e la Indefatigable verrebbe vaporizzata!"
"Senti Anari, il Capitano sta male e devo prendere io le decisioni. Il teletrasporto è un rischio enorme, l'hai detto tu stessa, e l'idea di Fabrizio è buona, l'ha detto Carelli. TKar può aiutare a staccare il siluro da dentro la nave e quindi facilitare il lavoro. Per avvertire Tkar bisogna salire su quella nave lì fuori e non posso mandare te o Carelli, perché siete necessari per spiegare a Fabrizio come togliere il siluro e Tholos deve mandare avanti la baracca finché non avrete finito o finché non torna il Capitano. Rimango soltanto io e grazie a Dio riesco per lo meno a portare un messaggio dal punto A al punto B... di solito. Quindi non vedo il problema. Torna in plancia e fai quello che devi fare ... e questo è un'ordine!" esclamò infine Finn uscendo dal turbo ascensore e dirigendosi verso la sala teletrasporto.

Anari guardò per un attimo l'uomo grassottelo che si avviava baldanzoso verso la sua destinazione finchè le porte non si chiusero di nuovo, poi si portò le mani ai lati della faccia e sorrise.
"Dei com'è figo quando fa il duro!"

Finn si sitemò sulla pedana di teletrasporto e fece segno all'uomo in servizio di attivare la procedura. Un attimo prima che le luci lo avvolgessero fino a farlo sparire, si sentì distintamente la sua voce dire: "In che senso ... 'vaporizzata'?"

USS Seatiger, WorkBee01
02/01/2395, Ore 16:55 - D.S. 72004.71


McAllan si sentiva un tonno dentro una scatola di sardine... nemmeno sui modelli sperimentali ai tempi del reparto Ricerca e Sviluppo si era sentito così incastrato.
"WorkBee01 a Plancia, sono pronto."
=^=Qui plancia, via libera=^= rispose Tholos attraverso il comunicatore.

La navetta di manutenzione era piccola e maneggevole come si aspettava. Il color giallo canarino la faceva risaltare in modo considerevole nel buio dello spazio. McAllan provò un paio di volte a muovere le braccia meccaniche che si estendevano a prua per familiarizzarsi con i comandi.

Lo spazio antistante la Indefatigable si faceva ogni istante sempre più ingombro di detriti. Più di una volta il timoniere della Seatiger fu costretto a cambiare strada o farsi largo grazie alle braccia meccaniche. Stava sudando abbondantemente, per lo più per la tensione.
"WorkBee a Seatiger. Sono in vista della destinazione... ed è più stretta di quanto immaginassi." commentò l'uomo guardando con occhio critico le ferita aperta sul ponte della nave di classe Daedalus.
=^=Qui Carelli, quella paratia sembra sul punto di staccarsi, forse lavorando un po' di laser possiamo allargare di più la zona... avrà bisogno di tutta la manovrabilità possibile lì dentro.=^=
"Ricevuto Seatiger... così daremo modo al Comandante Finn di arrivare a destinazione."

USS Indefatigable, Zona Cargo
Contemporanemante


Il Tenente Comandante Finn apparve con uno scintillio e si guardò intorno. Le luci di emergenza creavano un alone bluastro su tutte le superfici e l'area era ingombra di rottami.
Con fare professionale si portò la mano al fianco destro per estrarre il tricorder...
Poi passò al fianco sinistro...
Provò anche dietro la schiena.
Niente tricorder...

Con un sospiro tornò a guardarsi attorno, si abbassò per orsservare il pavimento in cerca di tracce lasciate nella polvere, ma trovò solo una griglia di metallo che rendendeva impossibile la procedura, quindi fece l'unica cosa sensata: si leccò il dito indice e saggiò l'aria, poi soddisfatto si diresse nella direzione indicata.

USS Indefatigable, Zona Cargo - In un'altra zona quantica


"Signor DeGraw, è riuscito a capire cosa è successo?" chiese Tkar rivolto all'ufficiale scientifico presente nella squadra.
"Siamo stati spostati su un diverso piano quantistico... per il come ancora non posso formulare un ipotesi." ribatté l'umano controllando le letture del tricorder.
"Nessuna comunicazione dalla Seatiger?" chiese ancora rivolto ai suoi uomini, ma tutti scossero la testa sconsolati.
"Comandante Barret lei ha idea di quello che è successo?" chiese l'ufficiale tattico rivolto all'ingegnere della Indefatigable.
"Nessuna Signore, a dire la verità non abbiamo potuto nemmeno studiare il fenomeno, il nostro tempo l'abbiamo passato a tenere insieme questa bagnarola." la donna minuta dai cappelli castani a caschetto aveva un carattere forte, forse era l'unica cosa che l'aveva mantenuta così attiva, ma era evidente che erano tutti stremati.

"Per ora conentriamoci sul riparare i sistemi della nave. Mentre lei si occupa dei danni strutturali, io e il Signor DeGraw ci occuperemo dei sensori e del reparto scientifico. Se vogliamo risolvere la situazione dovremo aggiornare i sistemi della nave e sarà una cosa lunga."

"Ma Signore, la Prima Direttiva Temporale..." iniziò l'ufficiale scientifico, ma fu subito interrotto.
"Provvederemo a cancellare gli aggiornamenti tramite un backup di ripristino non appena avremo risolto. Adesso proceda come le ho ordinato." ordinò Tkar con il suo usuale tono distaccato.

USS Indefatigable, corridoi
02/01/2395, Ore 17:15 - D.S. 72004.71


Finn stava ormai girando da quelle che parevano ore, ma invece si trattava solo di pochi minuti, e non sembrava riuscire a venire a capo della situazione. Tkar non rispondeva, il computer della nave non rispondeva, né l'equipaggio della Indefatigable, né quello della Seatiger rispondevano... Finn non si era mai sentito così solo in vita sua.

"Cosa farebbe il Capitano se fosse qui?" si chiese dopo essersi seduto nel corridoio appoggiato alla paratia.
"Andrebbe in plancia?" si rispose poco convinto.
"A fare cosa?" si chiese di nuovo confuso.
"E che ne so io?" si rispose acido.
"Non sei d'aiuto..."
"Nemmeno tu..."

Per un attimo vagliò tutte le possibili opzioni che aveva, decidendo che ignorare sé stesso era una punizione adeguata alla situazione e alla fine, dopo aver pensato a cosa avrebbe fatto Tholos, poi cosa avrebbe fatto Anari e così via, arrivo alla conclusione che il 'cosa avrebbe fatto Tkar', sarebbe stata di gran lunga l'idea migliore.
"Vado a sganciare quel siluro!" si disse soddisfatto.
"Ottima idea! E come?" si rispose
"Ci sarà un tasto 'sgancia'!"

Soddisfatto per l'idea avuto si guardò attorno e, dopo aver leccato di nuovo il dito lo espose all'aria, sorrise e si diresse verso sinistra.

USS Indefatigable, Zona Cargo - In un'altra zona quantica


Il lavoro continuò per quelle che sembravano delle ore. Le conoscenze più avanzate di Tkar permisero all'ingegnere della Indefatigable di riparare gran parte dei sistemi della nave in metà del tempo. Gli altri sopravvissuti e il resto dell'away team si fecero strada con la forza, attraverso i corridoi della nave fino a giungere alla plancia.
Console danneggiate, controsoffitti divelti fino a mostrare l'intreccio dei cavi che in alcuni casi scendevano come liane di una giungla equatoriale. La plancia era in condizioni disastrose.

"Situazione!" chiese Tkar guardando la console tattica ormai inservibile.
"Gran parte dei sistemi sono danneggiati. Abbiamo fortunatamente la navigazione... anche se non so proprio dove dovremmo andare." rispose il capo ingegnere grattandosi la testa e osservando il groviglio di cavi che invadeva tutto "Mi ci vorranno degli anni per rimetterla a posto."
=^=Signore, i nuovi sistemi sono in linea!=^= annunciò DeGraw attraverso il combadge.
"Riesce a vedere la Seatiger?" chiese Tkar speranzoso.
=^=Negativo signore... guardi lei stesso.=^=

Il monitor principale tentò di attivarsi. Una profonda crepa sul lato sinistra non prometteva niente di buono. Una paio di volte apparve un'immagine multicolore per poi tornare ad oscurarsi. Poi, come se qualcuno l'avesse preso a calci per farlo collaborare, il monitor ebbe un fremito e tornò a trasmettere le immagini, tranne che nella parte sinistra che si rifiutò di collaborare.

Dall'esterno la Indefatigable risultava messa ancora peggio di quando sembrasse. Intere porzioni della nave erano assenti e i ponti erano visibili come se fosse un modellino in esposizione. Attorno alla nave lo spazio era un pulviscolo colorato totalmente differente dal consueto nero dello spazio.
"Dove diavolo ci troviamo?" chiese il Comandante Barret spalancando gli occhi per lo stupore.
"Ritengo che parte della nave si trovi in un diverso stato quantico... quello che non capisco è come possa rimanere integra."
=^=Forse posso darle io una risposta, anche se non credevo che riuscissero a farlo...=^=

USS Seatiger, Plancia
02/01/2395, Ore 18:02 - D.S. 72004.8


"Rapporto!" chiese il Capitano rientrando in plancia. Il volto era teso e affaticato. Nonostante il parere contrario del medico, che lo voleva in infermeria sotto osservazione, Kenar l'aveva convinto che la situazione attuale era di gran lunga più importante delle sue condizioni fisiche. Un altro medico avrebbe imposto la sua volontà, il dottor Bruce aveva alzato le spalle e si era limitato a dire:"La pellaccia è la sua, faccia come vuole."

"Non è facile spiegarlo..." commentò Anari cercando di rispondere "Posso farle un riassunto... La Indefatigable è parzialmente in due differenti stati quantistici, non sappiamo bene come questo sia possibile, avrebbe dovuto semplicemente esplodere, ma c'è qualcosa che la sta tenendo insieme. Il Signor McAllan è li fuori con un WorkBee e sta cercando di disinnescare, o per lo meno sganciare, un siluro in avaria nell'armeria della nave. Il Signor Tkar e la sua squadra non risponde, c'è qualcosa che rende impossibili le comunicazioni... non sappiamo se si trovano in questo stato quantistico o nell'altro. Il Signor Finn è andato a bordo della Indefatigable per cercare di contattare il Signor Tkar e insieme a lui collaborare al disinnesco del siluro dall'interno."

"Santo cielo... non vi posso lasciare per cinque minuti che succede di tutto!" commentò Kennar sedendosi lentamente sulla poltrona di comando.

=^=McAllan a plancia!=^=

"Avanti Signor McAllan..." rispose il Capitano porgendosi in avanti per osservare i lavori della navetta sul monitor.

=^=Sono riuscito a staccare parte della paratia per riuscire a manovrare meglio, facendolo sono incappato in alcuni cavi che credo siano collegati alla sezione sensori. Sto provvedendo a fare un bypass per permettervi di accedere direttamente ai sensori interni della nave.=^=

"Ottima idea!" commentò Anari mettendosi immediatamente al lavoro. "I sistemi della Indefatigable sono adesso online... analizzo la struttura interna... oh dei!"

"Signor Anari che succede?" chiese il Capitano trattenendosi dall'alzarsi di scatto in piedi vedendo il bel volto della denobulana sbiancare di paura.

USS Indefatigable, hangar 2
02/01/2395, Ore 17:35 - D.S. 72004.75


"Mi sa che non è l'armeria questa..." borbottò Finn guardando l'enorme locale pieno di detriti. Su una lato di esso, come se una mano gigantesca avesse spazzato il ponte, giacevano diversi flyer accartocciati gli uni sugli altri contro la paratia.
Al centro, isolata come una statua in un piazzale, si ergeva un sfera perfetta fatta di metallo. Una luce intermittente verde illuminava lo spazio circostante con una luce inquietante.
"Che cavolo è quella?" Finn si avvicinò alla sfera girando attorno al suo perimetro. Non si notavano aperture ma per il Primo Ufficiale era impossibile osservarla nella sua interezza date le dimensioni.
La sfera era sorretta da delle punte che sembravano uscire dalla stessa e si immergevano nel pavimento della nave. Attorno ad esse il metallo del pavimento sembrava cambiare, come se la sfera tentasse in ogni modo di modificarne la struttura.

"Dove ho già visto una cosa simile?" si chiese Finn continuando ad osservare la sfera.

A terra, impalato da una delle punte, giaceva una forma contorta e spezzata. Finn deglutì un paio di volte prima di piegarsi per osservare meglio.
L'essere aveva un colorito grigiastro con strani congegni meccanici impiantati in diversi punti del corpo. La punta di metallo l'aveva trafitto al centro del torace sfondando tutto quello che c'era al suo interno.

"Mi dispiace amico, ma almeno non hai sofferto..." commentò Finn osservando le parti meccaniche del braccio che ancora ronzavano.

La testa di quello che glie era parso essere un cadavere si voltò verso di lui l'occhio meccanico emise un ronzio mettendo a fuoco il volto dell'uomo davanti a lui.

"L'esistenza come voi la conoscete è terminata, assimileremo le vostre peculiarità biologiche e tecnologiche alle nostre. La resistenza è inutile... noi siamo i Borg!"

Finn scappò urlando.


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04.05 - Borg ex Machina

Autore: Tenente Comandante Droxine Carelli


USS Indefatigable, hangar 2
02/01/2395, Ore 17:35 - D.S. 72004.75


Quattro corridoi, due porte ed un ruzzolone dopo, Finn fu costretto a fermarsi a causa di una paratia semi disintegrata.
Ansando si appoggiò alla parete.

"Calmacalmacalma. È intrappolato no? Non può farti nulla giusto?
Eh come no... ma i nanocosi che trasformano in borg li potevano lanciare anche a distanza o dovevano per forza iniettarteli? Oddio! Non è che lo ha già fatto e adesso mi stanno crescendo le tenaglie al posto delle mani?"


Ispezionò con sospetto le proprie appendici. Sembravano a posto.

"Quanto ci vuole di solito? Era là anche prima quella macchia?"

Cominciò a grattarsi sempre più furiosamente la parte interessata. Poi si bloccò.
"Ora basta! Questa è una reazione spropositata. Un solo drone, per giunta immobilizzato non può farti del male..."
Si bloccò.

"Un solo drone? Ma in genere i borg non si muovono in gruppo?"

Si guardò intorno nervosamente. Magari la nave era già invasa...

"Quella sfera! È una nave borg. Magari piena di droni! Magari era anche la causa delle stranezze che accadevano su quella nave."

Finn avrebbe voluto solo trovare un angolino in cui nascondersi. Ma si fece coraggio.
Cosa avrebbero fatto tutti, il capitano, T'Kar e perfino Anari?
Avrebbero fatto la cosa giusta, non c'era dubbio. Se fossero stati tutti assimilati per colpa sua con che faccia avrebbero potuto andare in giro per la collettività?

"Ma cosa diavolo vado a pensare?"

Qualche minuto dopo il borg nell'hangar 2 vide sbucare dalla porta una testa. La parte superiore di una testa. Piuttosto sudaticcia.
"Ehm saalve... forse abbiamo cominciato con il piede sbagliato..."
"La resistenza è inutile."
"Appunto. Cosa stavo dicendo? Così ammazzi la conversazione!"
"La conversazione è irrilevante."
"No che non lo è! Voi borg siete fissati con l'assimilazione delle informazioni giusto? Ecco: conversando si scambiano informazioni..."
"Tu verrai assimilato. Le informazioni in tuo possesso verranno analizzate e catalogate con efficienza. La conversazione è irrilevante."
"Ma se rimango a distanza. Non puoi assimilarmi giusto? Parlare sarà meno efficiente, ma è meglio di niente, giusto?"

Finn ebbe un ripensamento.

"Perché non puoi assimilare umanoidi a distanza vero? Ce li hai quei nanocosi che trasformano?"
"Questa unità è dotata di naniti sufficienti all'assimilazione diretta di 14672.7 umanoidi."
"Ah sì?"
"I naniti possono essere somministrati per iniezione o tramite apposito dardo vettore."
La testa di Finn si ritirò un po' di più dietro lo stipite della posta. Seguì qualche secondo di silenzio.
"Ma non lo hai fatto vero?"
"Funzione di assimilazione disattiva. Programmazione naniti mancante."

La testa tornò ad emergere un po' di più.

"Ah sì?"
"Affermativo."
"Quindi, correggimi se sbaglio, hai i nanocosi ma non funzionano perché ti manca il software?"
"Questa unità non dispone di nanocosi."
"Sì sì... ma dico come è possibile? Non avete il nexus per queste cose?"
"Nexus locale unimatrice 1140294962573294 isolato da rete borg principale. Archivi locali corrotti."
"Allora sei innocuo! O siete? Ci sono altri borg a bordo?"
"Affermativo."

Finn guardò intorno nervosamente.

"Ah... e dove sono?"
"Sono presenti questo drone e nave id 100925629583."
"Cioè la sfera?"
"Affermativo."
"Bene!"

Finn finalmente uscì dal suo riparo.

"Whooo mi hai fatto preoccupare inutilmente..."
"La preoccupazione è irrilevante. Voi tutti verrete assimilati.."
"Ma finiscila! Hai detto adesso che non puoi assimilare nulla."
"Negativo. Regina borg in decompressione. La programmazione verrà ripristinata e voi verrete assimilati."
"...ah"
Seguì un lungo silenzio in cui il primo ufficiale rimase a fissare la figura trafitta a terra.

"E quando dovrebbe finire questa decompressione?"
"Fornire unità di misura temporale."
"Be' ... ore, minuti, secondi..."
"2 ore, 6 minuti, 46 secondi."

Quindi era così. Cosa poteva fare? Era chiaro che avrebbe dovuto distruggere il drone e la nave. Il primo non sarebbe stato un problema. Ma la seconda?
Guardò tristemente il drone intrappolato.

"Mi dispiace, amico mio, ma devo farlo."

In una rastrelliera poco distante aveva adocchiato un cutter da lavoro. Andò a prenderla e poi tornò dal drone. Non era proprio un'arma, ma sarebbe bastata a fare a pezzi l'essere ai suoi piedi.
Fare a pezzi.
Si visualizzò mentre squartava l'umanoide. Arti che cadevano, sangue ed olio che schizzavano ovunque... represse un conato di vomito. Poi si fece forza e si avvicinò di nuovo brandendo il cutter.
E questo mentre l'altro lo guardava perfettamente ignaro di quello che stava per succedergli.

"Eccavolo no. Non mi fare gli occhioni come un gattino. Un gattino pieno di fili e con il potenziale di spazzare via un pianeta..."

Finn appoggiò a terra il cutter e si sedette a gambe incrociate di fronte al borg guardandolo sconsolato.

"Non ci riesco... semplicemente non ce la faccio ad ucciderti a sangue freddo."
"L'esistenza di questo drone è irrilevante."
"So che mi vuoi aiutare, ma non ce la faccio lo stesso. Bene... ho ancora un po' di tempo per decidere."

Guardò ancora l'altro. La punta della sfera borg gli trafiggeva in pieno il petto. Strane scariche di luce venivano emesse continuamente attraverso di essa.

"Ma non ti fa male?"
"Il dolore è irrilevante."
"Non ti ho chiesto se è irrilevante. Ti ho chiesto se fa male." Sbottò Finn infastidito.
"Affermativo."
"Mi spiace. Antidolorifici non ne ho."
"Il dolore è irrilevante."
"Certo, certo. E poi arriverà la tua regina a curarti, giusto?"
"Negativo. Questa unità subirà un danno sistemico fatale in 16 minuti circa."
"Ah. Pare che il mio dilemma morale si risolverà da solo..."

Finn fissò ancora la figura di fronte a sé.
Poi si alzò ed impugnò ancora il cutter.

"Dewey Dewey questa è veramente la cosa più stupida che tu abbia mai fatto..."

USS Seatiger, Plancia
02/01/2395, Ore 18:04 - D.S. 72004.8


"Oh dei..."

L'esclamazione di Anari non lasciava presagire nulla di buono.

"Signor Anari che succede?"
"Capitano, c'è una sfera borg nell'hangar 2!"

Kenar scattò in piedi.

"Situazione! Hanno già cominciato l'assimilazione?"
"Sembra di no. I sensori sono estremamente disturbati. Ma credo che la sfera sia la sorgente del disturbo subspaziale che provoca lo sfasamento temporale."

Anari rimase assorta per qualche secondo.

"Rilevo una forma di vita umanoide. Vicino alla sfera. Potrebbe essere... no, confermo. È il signor Finn."
Un tono di angoscia si fece strada nella voce di Anari.
"Capitano, rilevo innesti biomeccanici e sembra stia maneggiando uno strumento ad alta energia."

La voce di Anari si ruppe.

"Io... credo sia astato assimilato, capitano."

Kenar guardò con orrore il suo ufficiale scientifico.
Tholos Attirò la sia attenzione.

"Capitano! Comunicazione dal tenente McAllan. Sta incontrando problemi."

Workbee 01
Qualche minuto prima


McAllan era sudato ed indolenzito. E felice. Ce l'aveva fatta!
Be', quasi. Il siluro era di fronte a lui. Ci era riuscito finalmente. Non era stato facile farsi strada tra i detriti e le paratie maciullate. Di sicuro questa era un'impresa di cui si sarebbe vantato a lungo.
Certo se fosse riuscito a staccare il maledetto siluro senza farlo esplodere.
E tornare indietro senza farlo esplodere
E disinnescarlo senza farlo esplodere.
"Andrà tutto bene."
Estroflesse i manipolatori e li avvicinò al siluro.
Con Anari avevano deciso che era meglio affidarsi alle unità meccaniche piuttosto che a campi traenti e di forza. Troppa instabilità subspaziale.

"10 centimetri... 8... 5... 1... contatto."

Il siluro scomparve. McAllan guardò allibito lo spazio occupato dall'ogiva solo qualche attimo prima. Ritirò il manipolatore.
Il siluro ricomparve.
McAllan sudò freddo. Se il siluro fosse ricomparso mentre il manipolatore occupava lo stesso spazio...
Aprì il comunicatore.

"McAllan a Seatiger. Abbiamo un problema..."

USS Indefatigable, Plancia. Zona quantica alternativa.


DeGraw era stato adamantino nelle sue affermazioni che avevano fatto gelare il sangue dei membri dell'away team. Quelli della Indefatigable invece non capivano.
T'Kar incrociò lo sguardo interrogativo del capitano Barrett. Come avrebbe reagito?

"Allora? Cosa sono questi borg?"
"Una forma di vita biomeccanica altamente infestante. La Federazione, la nostra Federazione, li ha già incontrati e respinti, A malapena. Sono una delle più grosse minacce nello spazio conosciuto."
"Sono veramente così terribili?"

T'Kar non replicò nemmeno.

"Questo cambia le nostre priorità. La cosa più importante adesso è informare la Seatiger."
"Cosa? E perché?"
"Una volta informato il capitano Kenar procederà alla distruzione immediata della Indefatigable e della nave borg al suo interno. Mi dispiace, Comandante."

USS Indefatigable, hangar 2
02/01/2395, Ore 18:10 - D.S. 72004.81


"Molto meglio, vero?"
"Affermativo."
Era stato un lavoraccio ma ce l'aveva fatta. Aveva dovuto tagliare il pavimento per liberare il drone.
Il drone?

"Senti, come ti devo chiamare?"
"I nomi sono irrilevanti."
"Ci avrei scommesso. Ma non posso chiamarti 'tu' per sempre. Come fate a riconoscervi tra di voi?"
"Id drone 11402949625732940011. Designazione locale undici di undici."
"Ultima ruota del carro eh? Ti capisco. E se ti chiamassi Ultimo?"
"Il nome è irrilevante."
"Andata allora. Ciao Ultimo. Come va?"
"Riparazione danno in corso. Operatività 65%."

Finn ispezionò la voragine lasciata nel petto di Ultimo dalla punta della sfera.
Riusciva a vederci attraverso. Ma un formicolio pervadeva i bordi. Il buco si stava chiudendo a vista d'occhio.

"Wow! Farebbe comodo anche a me quello... NON CI PENSARE NEANCHE! Tieniti per te i tuoi nanocosi!"
"Questa unità non dispone di nanocosi."
"Quello che è?"

Finn squadrò il borg.

"Ricordi il nostro patto?"
"Le unità mnemoniche che questa unita sono funzionanti."
"Giusto per chiarezza. Tu non compi azioni ostili verso di me ed io ti farò la stessa cortesia."
"Affermativo."
"Bello avere l'unimatrice tutta per te eh? Avere libertà di azione."
"La libertà è irrilevante. Noi siamo borg."
"Bah visto che nella collettività in questo momento ci sei solo tu, direi che quello che ho detto non sia sbagliato. E quando il gatto non c'è, i topi ballano! Sapessi che festone facevo a casa quando i miei genitori non c'erano... bei tempi."
"Affermazioni non chiare."
"Lascia perdere. Intendo dire che siccome sei il boss fino a che la mammina non si sveglia potresti concederti maggiore libertà di azione, giusto?"
"Drone borg non si adatta a tali specifiche."
"Sciocchezze! Voi borg vi adattate, no? Se vi sparano con un'arma voi vi adattate a quell'arma, non è vero? Be', in questa particolare occasione una maggiore individualità ti renderebbe più efficiente, non trovi?"
"Tutte le risorse computative del nexus sono assorbite da ricostruzione archivio regina."
"Tontolone. Hai un ottimo computer in quella testa di metallo. Usalo!"
"Rettifica accettata. Innalzamento operatività drone in esecuzione."
"Evvai bello, vai!"

Ultimo rimase fermo qualche secondo senza guardare nulla in particolare.
Poi si rivolse di nuovo a Finn.
"Innalzamento capacità cognitive eseguito."
"Ah bene... e come ti senti?"
"Noi siamo borg. Assimileremo le tue peculiarità. La resistenza è inutile."
Finn sospirò sconsolato.
"Vabbé ci ho provato."
"Male."
"Cosa?"
"Risposta quesito T-6sec: come ti senti."
"Stai male?"
"Affermativo. Questa unità avverte dolore."
"Ah bene! Cioè no non volevo dire questo. Intendevo dire che sono contento che tu senta dolore... No, aspetta lasciami riformulare..."
"Il dolore è irrilevante."
"Ah... capisco... Va bene, lasciamo perdere per adesso. Come te la cavi con la tecnologia federale? Vorrei ricontattare la mia nave..."

USS Seatiger, Plancia
02/01/2395, Ore 18:16 - D.S. 72004.82


=^= Una cosa mai vista, capitano. Appena avvicino il manipolatore al siluro, questo scompare. =^=

Kenar fissò il viso accaldato che compariva sullo schermo.

"Rimanga lì fino a nuovo ordine, tenente. Ma si prepari a rientrare. Con una certa celerità probabilmente."
=^= Bene, capitano. Rimango in attesa. McAllan chiudo. =^=

Kenar si rivolse ad Anari.

"Cosa ne pensa?"
"Sono stupita quando lei. Ma alla luce degli ultimi sviluppi... potrebbe non essere un fenomeno naturale, ma artificiale. Un meccanismo di difesa della sfera borg. Se la si attacca da un piano temporale si sposta sull'altro e viceversa."
"Ma non hanno mai dato prova di possedere tecnologie simili. Se le avessero sarebbero invincibili."
"I borg assimilano tecnologie inusitate nei loro viaggi di conquista, ma le usano solo ove servono. Ad esempio quando vengono attaccati con armi ad energia si adattano creando campi di forza. Perché non lo fanno fin dall'inizio? Preferiscono adattarsi alla situazione per ottimizzare. Se ogni drone montasse scudi sempre attivi sarebbero ben più temibili, ma sprecherebbero fiumi di energia. E per i borg perdere qualche drone non è nulla."
"Buon punto. Tenente, sa cosa dovrei fare adesso, vero?"
Anari deglutì.

"Lei... deve distruggere la nave borg, vero?"
"Sì. A costo di sacrificare la Indefatigable con tutti quelli che ci sono a bordo."
Anari annuì con il volto contratto.
"Capitano, la Seatiger dispone di siluri quantici. Potrebbero non essere efficaci in questo particolare caso. Anzi potrebbero peggiorare la situazione a causa dello sfasamento temporale."
"Capisco. Ci serve un'altra arma. Phaser? Detonazione del nucleo di curvatura? Avanti, tenente. Mi dia qualcosa. Qualunque cosa."
"Un siluro fotonico come quelli del Indefatigable potrebbe bastare. Però... dovrebbero colpire contemporaneamente entrambi i piani temporali. Ci servono due siluri... ne abbiamo già uno in oscillazione di fase. Ma come lo preleviamo?"
"Trovi il modo."
"Capitano... e Finn?"

La voce di Kenar assunse un tono più duro. Gli era difficile dire quello che stava per dire.
"Dobbiamo presumere che il Signor Finn sia ormai stato assimilato. La cosa migliore che possiamo fare per lui è distruggerlo assieme alla nave. Lo vorrebbe anche lui, mi creda. Ricorderemo quell'uomo coraggioso che..."
Tholos interruppe il Kenar.
"Capitano! Chiamata dalla Indefatigable. È il signor Finn!"
"Non ci posso credere."
"Sullo schermo."

Sul monitor principale comparve il faccione in primo piano del primo ufficiale.
=^= Salve, capitano, come va? =^=
"Signor Finn! Presto si porti in un'area a portata di teletrasporto. Ci sono dei borg a bordo della Indefatigable!"
=^= Lo so capitano. Vorrei appunto presentarvi un mio nuovo amico. Si chiama Ultimo.=^= E rivolgendosi verso il drone =^= Ultimo, saluta! =^=
Il viso di Finn fu sostituito sa quello del drone borg.
=^= Noi siamo borg. Voi sarete assimilati. La resistenza è inu... =^=
Il borg fu spinto frettolosamente fuori inquadratura. Finn tornò in primo piano.
=^= Sui saluti ci lavoriamo, eh!? =^=
Sulla plancia tutti erano paralizzati. Kenar si riscosse.
"Signor Finn... quello è un drone borg."
=^= Lo so. Mi ha seguito fino a casa... possiamo tenerlo? =^=

Kenar poggiò la faccia tra le mani e fece un respiro profondo.
"Rapporto. Subito!"

Finn riassunse gli ultimi avvenimenti. Il capitano della Seatiger non la prese bene.
"MA È COMPLETAMENTE IMPAZZITO??"
=^= Ma io... =^=
"C'è un drone IMMOBILIZZATO e lei lo AIUTA? Si rende conto di quanto sia ASSURDO?"
=^= Come potevo lasciarlo lì a morire? =^=
"BASTAVA CHE PER UNA VOLTA NON FACESSE NIENTE!!"
=^= Se solo mi facesse spiega... =^=
"Spiegare COSA? Che non poteva lasciar morire un essere con cui siamo in guerra?"
=^= Mi spiace capitano. Ma era la cosa giusta da fare. =^=

Anari si intromise.
"Capitano, posso?"

"Sì ci pensi lei."
Rispose il capitano imbronciato.

"Ciao Dewey. Sono felice di rivederti. Molto felice. Vorrei potertelo dimostrare..."
Finn arrossì sullo schermo.
=^= Ehm non ora, Anari... l'equipaggio ci guarda. =^=
"Giusto. Passiamo alle cose serie. Quanto manca di preciso all'attivazione della regina borg?"
=^= Ehm chiedo. Ultimo? =^=
=^= 1 ora, 26 minuti 23 secondi =^=
=^= Sentito? =^=
"Ma quanto è preciso? Come gli hai spiegato quanto è lungo un secondo federale?"
=^= Non lo ho fatto. Li conosceva già. =^=
"Quindi questi borg sono già venuti in contatto con la Federazione. La nostra Federazione. È possibile che vengano dalla nostra dimensione. Capite? Nell'epoca da cui proviene la Indefatigable non c'erano ancora stati contatti con i borg. Fammi parlare con il drone."
=^= Agli ordini. Comunque si chiama Ultimo. =^=
Il viso del borg riempì nuovamente lo schermo.
"Ultimo... da dove venite? Prima di arrivare qua intendo."
=^= Riferimento temporale: T-115274.88s. Missione assimilazione pianeta centrale entità culturale denominata 'Federazione'. Subiti danni critici da nave guidata da entità ex-borg denominata 'Locutus'. Attivato protocollo di emergenza. Assimilazione retroattiva mediante sfasamento temporale di n.3 navi scout. Obiettivo: punto di flesso temporale 'primo contatto'. Segue destabilizzazione del flusso temporale. Impatto con nave federale 'USS Indefatigable'. Generazione accidentale di singolarità. Dislocazione all'attuale posizione. Attuale posizione: sconosciuta. =^=

Kenar si fece avanti e fece segno a Tholos di togliere l'audio.
Anari interrogò il capitano con lo sguardo.
"Capitano. Non credo di aver capito molto del racconto di Ultimo ma..."
Kenar replicò a bassa voce e dando le spalle allo schermo.
"Ho capito io. È secretato, ma a questo punto è bene che lo sappia. Lei sa che il secondo grande attacco alla Federazione da parte dei borg fu sventato dall'Enterprise del Capitano Picard..."
"Certo, come tutti."
"Quello che non è generalmente noto è che il cubo borg, poco prima di esplodere, abbia lanciato una nave sfera. Questa è tornata indietro nel tempo fino al momento del primo contatto umano-vulcaniano. Volevano risolvere il problema della Federazione alla radice. Prima ancora che
nascesse."
Anari si portò una mano alla bocca con gli occhi sgranati.
"Per fortuna Picard e l'Enterprise riuscirono a fermarli, altrimenti saremmo tutti borg, ora."
"Ma allora..."
"Sì. Sapevamo di una sola nave. Secondo il racconto di Ultimo le navi invece erano tre. E quella dentro l'Indefatigable è una di esse."
"Ma allora... dove è finita la terza sfera?"
"Non lo so, ma in questo momento occupiamoci di questa."
"Certo. Capitano?"
"Sì?"
"Una nave borg salta nel tempo, si scontra con una nave federale di 200 anni fa. Rimbalza nel futuro ed un altro universo comparendo esattamente qui ed ora mentre passiamo noi?"
Kenar esitò.
"Anche questa è una bella domanda. Ma dovremo rimandarla come l'altra. Quella che mi preme adesso è: come distruggiamo quella dannata nave?"
"E se ci facessimo aiutare dal drone di Finn?"
"E perché dovrebbe aiutarci a distruggere la nave che sta difendendo?"
"Non è necessario che lo sappia."

Kenar squadrò l'ufficiale scientifico.
Poi fece cenno a Tholos di ripristinare l'audio.

"Ultimo. Abbiamo una richiesta. Uno dei siluri della Indefatigable è instabile a causa del campo di sfasamento prodotto dalla tua nave. È possibile disattivarlo?"
=^= Negativo. Sfasamento necessario per la protezione della regina. =^=
"Ma se esplodesse potrebbe danneggiare la regina giusto?"
=^= Evento in limite di tolleranza probabilistico. =^=
"Ma non nullo. Quindi recuperare il siluro è compatibile con la tua missione. Inoltre l'esplosione vi toglierebbe materiale assimilabile. In questo universo non ci sono altri borg. La matrice è al massimo della sua vulnerabilità."

Ultimo sullo schermo considerò le parole del capitano.
=^= Corretto. Collaborazione accettabile. =^=
"Bene. Avremo anche bisogno di un metodo per contattare i nostri uomini a bordo della nave. A causa dello sfasamento temporale non riusciamo a comunicare. Puoi aiutarci?"
=^= Negativo. Irrilevanti per la missione. Inoltre potreste coordinare un attacco alla regina. =^=
"Vero ma gli uomini su quella nave non sanno nulla del siluro. Potrebbero interferire con la missione. Valuta le probabilità e scegli di conseguenza."
=^= Alternativa. Terminare equipaggio. =^=
"Né io né tu abbiamo il potere di farlo. Inoltre anche in questo caso perdereste materiale assimilabile."

Il borg considerò. Poi decise.
=^= Accettabile. Verrà fornita assistenza. =^=
"Bene! Cominciamo subito allora."
=^= Affermativo. Verrete comunque assimilati. La resistenza sarà inutile. =^=
Gli occhi del borg ebbero una scintilla mentre lo diceva. Kenar deglutì.
Poi sorrise.
"Ne prendo nota. Signor Finn?"
=^= Eccomi. =^=
"Temo che dovrà trattenersi ancora per fare da collegamento con Ultimo."
=^= Okay... tanto stiamo facendo amicizia. No metteteci troppo pero eh? =^=
"Ci proveremo. Kenar, chiudo."
Sul monitor ricomparve l'immagine dello spazio esterno.
Anari gli sorrise.

"Sembra che ci sia cascato."
Kenar rimase con un'espressione seria.
"Non lo so. Ho colto un scintilla di intelligenza in quegli occhi... ma forse è solo una mia impressione..."


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04.06 - Scontro nei corridoi

Autore: Tenente Comandante Tholos del Clan Rashan

USS Indefatigable, Corridoio 3A
02/01/2395, Ore 19:20 - D.S. 72004.95


Tkar si limitò ad inarcare il sopracciglio destro. Ma quel gesto racchiuse tutta la sua forza di volontà, combinata alla logica vulcaniana, nel disperato tentativo di dominare l'emozione di sorpresa nel vedere il
comandante Finn accompagnare liberamente un Borg per la nave.

Accanto a lui il marinaio Allister esclamò: "Comandante Finn..."
Uno dei marinai della Indefatigable chiese: "Questi sono i Borg?"
E, ad incrementare lo sconcerto totale, Finn aggiunse: "Salve comandante Tkar, sto accompagnando il mio nuovo amico Ultimo in armeria."
"In che senso signore?" Chiese Tkar la cui mente stava disperatamente cercando di capire il motivo logico per cui Finn dovesse portare un mortale nemico della Federazione in una zona ad accesso limitatissimo.
"Devo fargli vedere un siluro." Finn rispose con una tranquillità sconcertante.

Tkar inarcò nuovamente il sopracciglio cercando, invano, di trovare una motivazione logica. Ma perfino le teorie più assurde e improbabili non fornivano spiegazioni.

Il vulcaniano fece per parlare ma il comandante Barrett fu più veloce: "Un momento, io non so chi è lei, ma qui comando io e nessuno può avere accesso ai siluri fotonici della mia nave senza avere il mio consenso."

Finn non si scompose, anzi assunse un'aria assolutamente tranquilla e, con un sorriso a 32 denti che fece irritare ulteriormente il comandante Barrett, aggiunse: "Bene allora chiedo formalmente il permesso."

Ultimo si aggiunse alla discussione: "Proteggere la regina è necessario. Fateci passare."
Anche se non conoscevano i Borg, i membri della sicurezza che accompagnavano il comandante Barrett reagirono prontamente puntando i phaser contro l'alieno che rispose alla solita maniera dei Borg: "La resistenza è inutile."

"Ultimo calmati, non è il caso di reagire così." Provò dire Finn cercando di calmare i presenti ma la Barrett aveva deciso diversamente: "Ragazzi mette agli arresti questi due."

Il vulcaniano vide la situazione precipitare: non sapeva cosa aveva in mente Finn, ma non poteva dare tutti i torti a Barrett. Tuttavia la fredda e calcolatrice mente di Tkar gli permise di fare la domanda giusta:"Comandante Finn ha informato il capitano sulle sue intenzioni."

"Sì..." Finn ebbe appena il tempo di finire la frase quando la situazione precipitò. Ultimo fece un passo in avanti deciso a passare e ad una guardia, già traumatizzata dal balzo spazio temporale, dai morti e dalla distruzione presente sulla sua nave, cedettero i nervi e fece fuoco. Un primo colpo di phaser colpì in pieno petto il Borg generando scintille al contatto dell'armatura seguito da altri spari d'istinto dalle altre guardie che, però, vennero neutralizzati dagli scudi del Borg.

Tkar sentì le parole di Finn e, conscio della sincerità del superiore, cercò di far terminare lo scontro: "Fermi, fermi non sparate." Disse parandosi in mezzo.
Il capo SEC/TAC della Seatiger reagì seguendo i due ufficiali superiori per cercare di terminare lo scontro.

A pochi istanti dal colpo che l'aveva leggermente danneggiato, Ultimo reagì scatenando tutta la potenza di cui un Borg era capace: si avventò con gesti rapidi e forti contro il marinaio che gli aveva sparato il quale reagì colpendolo col calcio della pistola senza arrecargli danno. Ultimo lo afferrò e lo scagliò contro una paratia danneggiata. Il ragazzo urlò di dolore per alcune ossa rotte. I suoi compagni indietreggiarono pronti ad utilizzare nuovamente il phaser, ma in quel varco vuoto si fiondarono gli uomini della Seatiger intenzionati a terminare lo scontro.

Dietro di loro Finn, guidato dal suo incosciente coraggio, raggiunse Ultimo e lo afferrò per il braccio per portarlo via: "Vieni, lascia stare, non è il caso di attaccarsi con questa gente. Sapessi in quanti concerti ho dovuto evitare la rissa." Scoppiò a ridere cercando di sdrammatizzare, ma il Borg era deciso a continuare la lotta.

"Comandante Barrett, la prego si calmi." Tkar cercava di farla ragionare mentre lui e i suoi uomini stavano trattenendo la squadra di sicurezza della Indefatigable.

"E' la mia nave... ." Protestò la donna.
"La resistenza è inutile." Disse Ultimo avvicinandosi ai federali. "Sarete assimilati."
"No Ultimo." Furono le parole di Finn subito seguite da Tkar:"Sicurezza pronti a reagire."
Era un controsenso per il vulcaniano: aveva fatto di tutto per cercare di fermare lo scontro, ma se ora il Borg voleva assimilarli doveva reagire distruggendolo.

Il SEC/TAC della Seatiger lasciò la presa sui colleghi della Indefatigable e si preparò a sparare, ma Ultimo era troppo vicino: li avrebbe assimilati tutti prima che loro potessero reagire.

"La tua regina è in pericolo e tu stai qui a giocare alla guerra?" Fu il diplomatico e disperato tentativo di Finn.

Ultimo aveva appena estratto gli iniettori tubolari, nonostante i naniti non fossero ancora in funzione, pronto a colpire un marinaio della sicurezza,ma alle parole del primo ufficiale ebbe un tentennamento.

Tkar prese la palla al balzo: "Questo scontro è irrilevante."
"Devo assimilare e creare nuovi droni." Disse Ultimo.
"Non puoi assimilare nessuno ancora, te ne sei dimenticato? E se il siluro esplode?" Chiese Finn.

*Siluro sul punto di esplodere?* Questa domanda balenò nella mente di tutti i federali e fu così che Barrett seppe che il pericolo per la sua nave era appena aumentato ulteriormente.

"Puoi dronificarci tutti ma se il siluro esplode non sarà servito a nulla." Esclamò Finn tirando indietro il drone.

Ultimo si lasciò convincere e seguì Finn verso la sala dei tubi di lancio siluri anteroriori.

USS Seatiger, Hangar
02/01/2395, Ore 19:43 - D.S. 72004.99


"Pessima idea." Brontolò Tholos.
"Concordo." Brontolò di rimando Carelli.
"Avrebbe dovuto farlo Tkar." Aggiunse Rashan.
"E' lui l'esperto di queste cose." Confermò Droxine.

Entrambi gli ingegneri avevano brontolato fin dall'inizio del lavoro e, anche se era iniziato da poco, i continui lamentii avevano dato l'impressione ad Anari che stessero lavorando da almeno una vita.
L'ufficiale scientifico era impegnata ad analizzare i dati dell'oscillatore quantico mentre i due ingegneri stavano modificando la testata.

D'improvviso sul quadro di Anari un segnale intermittente segnalò che il siluro era pronto. "Grazie agli dei abbiamo finito... non vi sopportavo più."

"Avrebbe dovuto farlo Tkar." Aggiunse Carelli con un mezzo sorriso mentre rimetteva a posto gli strumenti di lavoro.
"E' lui lo specialista in queste cose." Aggiunse Rashan con lo stesso sorriso.

Contenta che il tormento generato dai due ingegneri era finito Anari si voltò verso le porte dell'hangar che, come se le avessero appena chiamate, si aprirono facendo entrare il Workbee di McAllister. La navetta passò attraverso al campo di forza e atterrò davanti alla testata.

Il timoniere aprì il vetro protettivo anteriore della navetta dicendo: "Capisco di essere bravo ma questa volta mi sono superato e... mi dovrò superare ancora una volta."

Anari gli si avvicinò senza badare alle spacconerie e iniziò a spiegargli come avevano modificato la testata, nel mentre Rashan e Carelli con rapidità fulminea agganciarono il siluro modificato al Workbee.

In pochi istanti fu tutto pronto e, prima di partire McAllister, esclamò: "Trasportare con questo trabiccolo un siluro a testata fotonica in mezzo a rottami, turbolenze gravitazionali e affiancarlo ad un altro siluro altamente instabile... una missione impossibile, ma solo io posso portarla a termine."

USS Indefatigable, Sala tubi di lancio siluri di prua
02/01/2395, Ore 19:51 - D.S. 72005.00


La stanza era nel caos più completo. Pezzi di paratie e componenti erano sparsi ovunque, sistemi danneggiati emettevano scariche energetiche e scintille. Alcune piastre avevano perso la gravità permettendo a detriti di volare liberi senza peso. Pesanti travi erano cadute sul pavimento. C'era aria respirabile anche se una grande falla protetta da un debole campo di forza non faceva presagire nulla di buono.

"Ricorda il mio alloggio da cadetto." Ironizzò Finn.

Ultimo si voltò per guardarlo ma non disse nulla.

"Voi non avete degli alloggi così da cadetto?" Chiese Finn correggendosi quasi subito:"Cioè anche alloggi integri... con vere paratie e senza tutte queste scintille."
Ultimo fu molto conciso: "Irrilevante."
"Ma come? Non vi piacciono le scintille? A me sì piacciono molto." Chiese il primo ufficiale.
"Irrilevante." Detto ciò Ultimo si diresse rapidamente verso la falla.
Finn lo vide e cercò di seguirlo ma dopo pochi metri inciampò e cadde rovinosamente su una consolle.

Rialzatosi vide il Borg davanti al capo di forza.

"Hai trovato il siluro instabile?" Chiese Finn.

"E' oltre il capo protettivo." Rispose Ultimo.

Fu allora che Finn vide il siluro che pochi minuti prima McAllan aveva cercato di rimuovere. Era nel vuoto oltre il capo di forza. Non potevano avvicinarsi.

"Come facciamo? E' nel vuoto più completo... non possiamo respirare là fuori... questo lo so persino io." Esclamò Finn.

Ultimo non si voltò disse semplicemente: "Io sono Borg."
E passò attraverso il capo di forza come se non ci fosse nulla.

USS Indefatigable, Zona di controllo 4T
02/01/2395, Ore 19:56 - D.S. 72005.00


Barrett, Tkar e i rispettivi uomini avevano seguito discretamente Finn e il borg per poi nascondersi in una sala di controllo adiacente alla sala dei tubi di lancio dei siluri di prua. Grazie ad un monitor della sicurezza ancora funzionante potevano osservare cosa stava accandendo nel locale senza essere visti. Accanto a loro le squadre di sicurezza erano pronte ad intervenire.

"Ma è impossibile." Esclamò Barrett vedendo il Borg passare attraverso il capo di forza e iniziare a muoversi nel vuoto dello spazio senza problemi.

Tkar inarcò un sopracciglio e rispose:"I Borg possono fare questo e molte altre cose."
Barrett era pietrificata nel vedere il drone avvicinarsi ad un siluro che galleggiava senza peso nello spazio ed iniziare ad armeggiare con esso.

"Comandante ora Finn è libero. Dobbiamo avvicinarlo e capire qual è il piano del capitano Kenar e aiutarli a salvare questa nave." Disse Tkar.

Barrett non rispose, si alzò e si diresse verso l'uscita seguita dal capo della sicurezza della Seatiger. Ma, prima che i due ufficiali superiori potessero uscire, un marinaio gli si parò davanti e disse:"Abbiamo rilevato una navetta della Seatiger in avvicinamento. Trasporta un siluro."


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04.07 - Il risveglio

Autore: Comandante Dewey Finn


USS Indefatigable, Zona di controllo 4T
02/01/2395, Ore 20:15 - D.S. 72005.05


Tkar spostò lo sguardo dal Borg al WorkBee in avvicinamento, la sua mente lavorava veloce quanto un computer quantistico.
Poteva vedere chiaramente McAllan alla guida del mezzo di manutenzione, i suoi occhi esprimevano tutta la concentrazione necessaria per far compiere al mezzo anche la più piccola manovra. Stava correndo dei rischi incalcolabili.
Il vulcaniano richiamò alla mente tutte le informazioni recepite nelle ultime ore e tutti i pezzi andarono al loro posto come un puzzle.
La Indefatigable era sfasata rispetto alla Seatiger. Sfasamento adottato dal Borg per tenere al sicuro la sua regina ancora in fase di risveglio. Il Comandante Finn aveva trovato il Borg e l'aveva convinto a rimuovere il siluro in avaria con il consenso del Capitano. Quindi il Capitano sapeva che i Borg erano a bordo e non avrebbe mai permesso a quelle creature di agire indisturbati in questo universo. Di conseguenza il siluro che McAllan stava portando era stato preparato per annientare la nave e tutti quelli a bordo, prima che la regina si svegliasse e iniziasse l'assimilazione.
Non aveva abbastanza informazioni per trovare un modo per lasciare la nave. Aveva pensato di tutto: dalle più semplici, l'utilizzo di tute spaziali per lasciare la nave, fino alle più drastiche, la possibilità di far esplodere parte della nave per sganciarne una sezione dove immagazzinare quanti più uomini possibile. Ma tutte le opzioni erano inutili a causa dello sfasamento quantistico che poteva rendere vano qualsiasi tentativo.

"Cosa sta facendo quell'uomo?" chiese il Comandante Barrett guardando Tkar con gli occhi socchiusi.
"L'unica cosa sensata, quando si tratta di Borg: farà esplodere la nave." rispose lapidario come se questo non lo coinvolgesse affatto.
"Capisco..." commentò la donna. Non conosceva i Borg, ma aveva visto gli sguardi terrorizzati degli uomini della Seatiger quando avevano visto il loro primo pfficiale accompagnato da quell'essere. Persino il vulcaniano aveva avuto un tremito. Se quello che le avevano raccontato era vero, allora anche lei avrebbe preso la stessa decisione.

"Quindi ci mettiamo l'anima in pace." sospirò lei.
"No Comandante. Come dice il Comandante Finn: c'è sempre tempo per un po' di rock and roll."

Un'idea si era fatta strada nella sua mente. Un'idea folle e indegna per un vulcaniano, ma se c'era anche la più piccola possibilità di salvare tutti quelli a bordo della nave era suo dovere tentare. Tkar sollevò un sopracciglio e rabbrividì... aveva citato il Comandante Finn. Quindi tutto era possibile, si disse avviandosi verso la zona cargo.

USS Indefatigable, Zona Cargo
02/01/2395, Ore 20:25 - D.S. 72005.07


Tkar non aveva bisogno di analisi per sapere cosa fosse il manufatto che gli era stato mostrato alcune ore prima. La forma a clessidra e la forte luce erano inconfondibili: un cristallo bajoriano.
Aveva richiuso immediatamente gli sportelli del contenitore prima di essere influenzato dal suo potere. Sapeva che ogni cristallo ne aveva uno e per il momento quattro di essi erano ancora su Bajor, ma secondo gli scritti dei Vedek ne erano stati scoperti ben 9 negli ultimi 10.000 anni. Ciò non negava l'eventualità che ce ne fossero altri.
Però, data la situazione, l'unico modo per sapere se il cristallo poteva aiutarli era aprire e farsi inondare dalla sua luce. Avrebbe preferito che ci fosse un bajoriano nella sua squadra, magari avrebbe saputo cosa fare, ma nessuno dei suoi lo era e sulla Indefatigable non avevano ancora mai sentito parlare di Bajor. Toccava a lui farlo.

Tkar aprì gli sportelli del contenitore dopo aver fatto uscire il facente funzione di capitano della nave e la luce lo avvolse. Si trovò su vulcano quasi immediatamente, la luce del sole lo inondò riportandolo con la memoria ai ricordi di quando era giovane e viveva spensierato senza che la logica fosse ancora il centro del suo essere. Davanti a lui il giardino della sua casa si estendeva rigoglioso, le piante erano forti e in salute come mai prima d'ora. Suo padre S'kon era intento a potarle con certosina precisione. Avevano dibattuto spesso su questo suo illogico hobby della cura del giardino, ma lui affermava che lo aiutasse a meditare, anche se sapevano entrambi che non era tutta la verità. Te'Leira, sua madre, era seduta al tavolo da giardino leggendo un libro di fisica subspaziale... uno che lei stessa aveva scritto.

"Siediti figlio." Disse lei senza nemmeno alzare la testa.
"Sa benissimo che io non sono suo figlio... e lo so anch'io." Rispose Tkar senza nessuna inflessione vocale, ma il suo cuore ebbe un tremito rivedendo la sua famiglia.
"Siediti lo stesso." Rispose la donna con lo stesso tono distaccato di lui.
"Cosa ci fa un Cristallo dei Profeti in questo universo?" Chiese lui cercando di arrivare subito al nocciolo del problema.
"Cosa ci fa un vulcaniano in questo universo?" Chiese suo padre di rimando continuando a potare.
"E' una lunga storia. Definiamolo un pessimo capriccio del destino." Commentò Tkar usando un modo di dire terrestre che fino a quel momento aveva sempre considerato illogico ma che sembrava calzare a pennello in quel momento.
"Considera allo stesso modo la nostra presenza qui allora. Solo che è per un nostro capriccio." Propose la donna.
"Ogni Cristallo di Bajor ha una sua particolarità. La vostra è quella di viaggiare fra gli universi."
"Come sei arrivato a questa conclusione?" chiese sua madre sollevando una mano come lei era solita fare quando una risposta attirava la sua attenzione.
"Logica. La sfera Borg ha creato lo sfasamento che ha intrappolato la Indefatigable in due diversi stati quantici, ma i Borg non sono in grado di saltare da una dimensione ad un'altra, altrimenti l'avrebbero già fatto colonizzando anche altri luoghi. L'unica spiegazione logica è che siate stati voi a portarli qui. Ma perchè? Voi certamente sapete il pericolo che rappresentano i Borg."
"Non è stata una nostra scelta portarli con noi. Nemmeno la nave doveva seguirci in questo universo - rispose sua madre - ma per qualche strano motivo ci siamo trovati legati."
"Probabilmente le dislocazione quantistica ne è la causa." Rifletté TKar portando le mani dietro la schiena.

La situazione era complessa. La Indefatigable non era mai tornata nel passato e non erano mai state trovate tracce o resti che potrebbero lasciar intendere ad un ritorno disastroso nel passato. No, la nave era semplicemente scomparsa quindi non avrebbe mai fatto ritorno nel passato.
L'altra possibilità era un ritorno nella loro dimensione, ma nel presente della Seatiger. Certo gli uomini della Indefatigable avrebbero avuto problemi ad ambientarsi, ma niente di irreparabile. C'erano naturalmente altre possibilità e cioè che la nave perduta rimanesse per sempre in quel nuovo universo o che, nel peggiore dei casi, venisse distrutta nelle prossime ore.

"Finché rimanete in uno stato di fluttuazione quantistica vi sarà impossibile viaggiare." Quella di Tkar non assomigliava minimamente ad una domanda.
"Esatto." Commentò sua madre. "La cosa non ci crea nessun problema comunque. Abbiamo tutto il tempo che vogliamo."
"Noi cercheremo di aiutarvi, ma dovete promettere che non riporterete la Indefatigable nel passato del nostro universo."
"Siete una razza strana voi vulcaniani. Così concentrati sulla logica da non guardare quello che vi circonda. Sarebbe così terribile riportare indietro questi umani dalle loro famiglie?"
"Non sappiamo cosa potrebbe succedere se cambiassimo la storia. I danni potrebbero essere incalcolabili." rispose Tkar con la consueta calma.
"Anche i benefici." rispose sua madre con una scrollata di spalle così poco vulcaniana "Viaggiate fra le stelle per scoprire nuovi mondi e nuove civiltà, ma avete paura di scoprire cosa vi può portare un cambiamento del passato."
"Perchè alcuni cambiamenti potrebbero essere peggiori e irreversibili. Quella sfera borg era stata mandata nel passato per assimilare la Terra. Se fosse successo non sarebbe mai esistita una Federazione dei Pianeti Uniti."
"Sarebbe esistito qualcos'altro. Noi l'abbiamo visto." rispose suo padre.
"Quindi voi potete viaggiare fra le infinite possibilità della realtà. Ogni scelta che viene fatta crea un universo completamente nuovo che parte esattamente da quella singola scelta. Quindi vi è un luogo dove la Indefatigable è tornata a casa nel suo tempo."
"Esattamente."
"Affascinante..." commentò Tkar "Quindi le nostre preoccupazioni sono irrilevanti. Qualsiasi sia la scelta che facciamo, ci sono migliaia di realtà dove la scelta è stata differente."

Te'Leira fece un cenno di assenso e prima di scomparire alzò la mano in un saluto vulcaniano.

USS Indefatigable, hangar 2
contemporaneamente


La sfera Borg emise un tremito quando una sezione della sua superficie si incrinò. Un icore verdastro fatto di fluidi gestazionali e sostanze chimiche di varia natura colorò il pavimento di metallo dell'hangar.
La sfera tornò a tremare, crepandosi come un uovo in procinto di far uscire il pulcino. La nebbia criogena in cui era immersa la regina defluì nell'hangar come se fosse viva e in caccia. I suoi tentacoli di fumo sembravano lambire le pareti del vasto locale cercando di stabilirne i contorni. Ben presto l'enorme locale ne fu invaso riducendo la visuale di chi fosse stato tanto stolto da entrare.

Una mano artigliata sfondò l'ultima resistenza della paratia tondeggiante. La creatura che uscì guardinga non era minimamente somigliante a nessuna razza la Federazione avesse mai incontrato. Il corpo, sebbene alto un paio di volte un comune essere umano, era ripiegato su se stesso in una perpetua posizione accucciata. La vita era stretta e le gambe massicce terminanti con zampe squamose munite di tre dita artigliate. Il torace era massiccio con una schiena ampia irta di aculei ossei lunghi e affilati. Il muso era attaccato al corpo, senza collo. Un grosso occhio centrale, grande quanto tutta la testa, emetteva un bagliore verdastro pieno di intelligenza e brama e dalle fauci irte di denti acuminati una bava giallastra colava in rivoli fino al pavimento.
I Borg li conoscevano come Specie 2517. Ormai scomparsi da secoli e dimenticati da tutti nel quadrante delta, ma mai dimenticati dai Borg.

La regina annusò l'aria sfruttando le capacità tipiche di quella specie e poi lanciò un comando mentale verso il suo drone attivandone i protocolli di assimilazione.


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04.08 - Vite in pericolo

Autore: Tenente Symon Bruce


USS Seatiger, Plancia
02/01/2395, Ore 21:19 - D.S. 72005.17


Interminabile l'attesa.
Insopportabile l'idea di abbandonare colleghi ed amici.
Sacrificare una quarantina di uomini e donne, fra Seatiger ed Indifatigable, per salvare quell'universo dai Borg?
Chi era lui per poter decidere questo?
La testa martellava.
Tic tic tic.
Il cuore galoppava nervosamente.
Toc toc toc.
Ogni rumore della plancia era amplificato.
Gli occhi iniziavano a velarsi.
Kenar sbatté le palpebre una volta.
Due volte.
Alla terza, tutto iniziò a girare vorticosamente.
Arjian vedeva volti attorno a sé.
Sfumati come in un sogno confuso.
Sapeva riconoscerne qualcuno.
Vedeva le loro labbra muoversi.
Notava i loro visi contrarsi.
Scrutava chiaramente rughe di preoccupazione nelle loro espressioni.
Voleva tranquillizzarli, ma non riusciva a parlare.
All'improvviso vide una luce.
Abbagliante, accecante, azzurrissima.
Poi un'ombra vestita di bianco.
Qualche ricordo del suo simbionte filosofo riaffiorò alla mente.
Molte credenze religiose si basavano sul bianco catarifrangente della divinità.
Quella, però, aveva qualcosa di strano.
Kenar era certo di riconoscere qualcosa.
L'ombra bianca si allungò su di lui.
Sembrava infinitamente alta.
Bianchissima alla base si scuriva sulla sommità.
L'ombra agì su di lui.
Sentì come una serie di punture di spillo sul collo.
Patì una sequenza di scariche elettriche.
Alla fine, la vista smise di essere annebbiata, ma non vedeva altro che buio.
Le orecchie smisero di ronzare.
La testa di martellare.
Tentò di alzarsi in piedi, ma cedettero le gambe.
L'ombra dinnanzi a lui lo sorresse.
Un attimo, solo un attimo.
Poi si sentì buttare pesantemente all'indietro su qualcosa di morbido.
Riconobbe la sua poltrona.
La poltrona della sua nave.
La nave di cui era Capitano.
Kenar sbatté le palpebre nuovamente.
La vista tornò così com'era andata via.
Di fronte a lui, furibondo, c'era il medico di bordo.
"Dottore io.."
"Lei doveva stare a riposo!"
"Ma.."
"Le ho salvato la pellaccia due volte!"
"Sì ok, ma..."
"Non ci sarà una terza volta! Ha bisogno di riposare!"
"Non posso ... i Borg ... la Indifatigable ... l'away team ..."
"Certo, certo! La pace nel mondo, la salvezza di tutti gli universi.. tutto dipende da Arjian Kenar!"
"In questo momento sì.."
"NO!" Sbraitò Bruce tacitando la timida protesta dello stremato Trill.
"E ora se permette... Tenente Comandante Tholos?!"

L'Andoriano non rispose al dottore. Vi si avvicinò, incerto se dare manforte al proprio Capitano o se supportare il Dottore. Non ebbe tempo di riflettere.

"In qualità di responsabile medico, sollevo temporaneamente dal comando il Capitano Kenar! In assenza del Primo Ufficiale, il facente funzione sarà lei Tenente Comandante Tholos! Tale responsabilità sarà in capo a lei fino a quando non dichiarerò la piena idoneità del Capitano al servizio attivo."

La plancia calò in un silenzio irreale.
Anche Anari era scioccata e stranamente in silenzio.
Il silenzio regnava ancora sovrano quando una nuvola azzurrina circondò il Capitano Kenar teletrasportandolo in infermeria.
Tholos, Anari, Carelli, tutti fissavano Bruce.
Il dottore di bordo, dall'alto dei suoi centonovantatre centimetri di altezza, sostenne gli sguardi dei colleghi, a lungo ed in silenzio.
Il rientro di McAllan fu la goccia che fece debordare il vaso.
Ci fu una sequela di serrate accuse e scambi di opinione.
La tensione, l'adrenalina, il nervoso.
Tutto si amalgamò e scapparono frasi anche pesanti.
Nei limiti regolamentari, ma fu uno scambio acceso.
Come in una tempesta perfetta, però, gli animi si placarono rapidamente così come s'erano accesi.

USS Indefatigable, Zona di controllo 4T
02/01/2395, Ore 21:44 - D.S. 72005.22


I superstiti della nave erano dispersi un po' ovunque.
Tutti alla ricerca di un modo per comunicare con la Seatiger.
Nessuno, nemmeno la coriacea Barrett, ormai pensava di poter salvare la Indifatigable.
Lo sfasamento dimensionale, quello temporale ... i danni già ingenti.
Un Borg solitario, stranamente legato ad un Comandante particolare, e una regina Borg pronta ad assimilare chiunque le si presentasse a tiro. L'input inviato da quest'ultima attraverso la corteccia cerebrale al suo drone aveva causato disfunzioni in quest'ultimo.
Si era accasciato su sé stesso, soccorso prontamente da Finn.
L'umano era però stato scacciato dal Borg a malo modo.
Lo spintone che ricevette per poco non lo fece sbattere contro una paratia che già stava sù per puro miracolo, come se un genio dispettoso della tecnica ingegneristica si volesse divertire a mantenerla in piedi nonostante fosse quasi del tutto divelta dai suoi cardini.

"La resistenza è inutile. La vostra vita, come è stata, è finita"
"Ultimo?" chiamò Finn
"Id drone 11402949625732940011. Designazione locale undici di undici.."
"Di nuovo? Non avevamo superato quella fase?"
"Noi siamo i Borg! Da questo momento voi sarete al nostro servizio"
"Eh no! Non fare scherzi tu e le nanocose! Avevamo un patto!"
"La resistenza è inutile!"
"Ahaaa, ma sei un disco rotto! Che ti ho detto a fare di potenziare i tuoi apparati cognitivi? Tu sei Ultimo! Io ti ho salvato, abbiamo un patto e tu ora lo rispetti!" strepitò Finn terrorizzato
"Id drone 11402949625732940011... bzzz.... regina risvegliata.. ordine assimilazione in atto.. riparazione circuiti in corso .. riparazione circuiti non possibile ... impianto danneggiato irreparabilmente.. assimilazione Finn non possibile ... prova dolore ... Ultimo ha male ... Ultimo chiede aiuto ..."
Un urlo lancinante proveniente dal drone si propagò ovunque per i corridoi della Indifatigable.
Un grido di dolore e di disperazione.
Un grido di aiuto.


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04.09 - Godot, uno di noi

Autore: Capitano Arjian Kenar Geran


In qualche luogo, in qualche tempo
Contemporaneamente


Il torpore che avvolgeva la sua coscienza allentò gradualmente la morsa lasciandogli percepire un fioco barlume di luminosità.
Kenar dischiuse lentamente gli occhi e la prima cosa che notò fu una luce tremolante che illuminava l'ambiente circostante. Gli ci volle un po' per cominciare ad avere qualcosa a fuoco, ma sin da subito ebbe la fastidiosa sensazione di trovarsi nel posto sbagliato al momento sbagliato.
Provò a muoversi, ma le sue membra - anch'esse ancora intorpidite - parvero non volerne assecondare il volere.
Gli occhi, quelli sì, fortunatamente guizzavano tutto intorno ansiosi di carpire maggiori informazioni.
Cercò di accedere alla memoria a breve termine per carpire la sua ultima collocazione nello spazio e nel tempo, ma la sua mente era ancora talmente torbida da non riuscire a discernere quale tra la precedente situazione e quella attuale fosse reale.

"È un sogno?!"

Udì uno scoppiettio.
Allertato, fece appello a tutte le sue forze per tirarsi su e inaspettatamente questa volta trovò più collaborazione da parte delle sue membra.
Si mise seduto.
Non era a bordo della sua nave, ma questo l'aveva già intuito.
Era dentro una tenda. Una luce tremolante proveniente dall'esterno proiettava due ombre silenziose.

"Un accampamento di fortuna o un luogo di prigionia?"

Controllò se avesse dei vincoli, ma sia mani che piedi erano liberi. Decise quindi di alzarsi e scoprire dove si trovasse.
Appena fuori vide Finn e TKar in uniforme, davanti al fuoco e intenti ad arrostire dei marshmallow nel più completo silenzio.

"Finn, TKar ... cosa ci facciamo qui!?"
Finn si voltò verso Kenar e con fare estremamente serafico rispose: "Aspettiamo."
"Aspettiamo cosa, Dewey!?"
"Di riprendere il nostro viaggio." Rispose stavolta TKar e porgendo lo spiedino con un marshmallow cotto a puntino, aggiunse "Inganni l'attesa con questa delizia..."

Il Trill cominciò ad irritarsi davanti a quel atteggiamento stranamente così lassista.

"Eravamo in piena emergenza e voi due a bordo della Indefatigable a fare il vostro dovere ..." Allargò le braccia e rivolse lo sguardo alla volta stellata come a voler sottolineare ai suoi compagni l'evidente stranezza di quella situazione, e aggiunse "... ora ce ne stiamo qui a campeggiare, ad arrostire marshmallow e ad aspettare Godot. Ora, di grazia, volete spiegarmi cosa diavolo sta succedendo!?!"

TKar inarcò un sopracciglio alla sua maniera e si rivolse a Finn con una faccia interlocutoria, il quale a sua volta rispose senza pensarci troppo: "Godot?! Uno di noi."

Kenar fu sul punto di inveire, ma l'ultimo scambio tra i due ufficiali lo spiazzarono...

"Deve essere un modo 'lineare' di riferirsi alla nostra entità ..."
"O vi state prendendo gioco di me, oppure è solo incubo da cui a breve mi sveglierò."
Improvvisamente un urlo bestiale squarciò il silenzio circostante.
"Cosa è stato?"
"Sappia che non è stata nostra intenzione portarlo fin qui..."
"Come del resto l'Indefatigable." Aggiunse TKar "Un fortuito errore."
"Non ho intenzione di rimanere qui ad aspettare, devo tornare alla mia nave ... con o senza il vostro aiuto!"
"Ci dispiace..." Rispose Finn "Noi non possiamo aiutarla, Arjian... anche noi siamo bloccati qui ..." e imbracciando la chitarra classica poggiata per terra le sfiorò le corde facendone uscire un Re Minore.
Kenar non capiva il significato di ciò che gli stava accadendo, ma decise di abbandonare l'accampamento e si inoltrò nella boscaglia risoluto a trovare una via d'uscita.
Dopo qualche minuto di cammino nel buio una possibile spiegazione gli balenò in mente... ma la scartò quasi subito.

"Ma cosa vado pensando!?!"

Ma in cotanta assurdità, avrebbe potuto essere un'opzione verosimile, così decise di recuperarla.

"Computer, arco!"

Nessun arco si materializzò davanti a lui.

"Computer, terminare programma!"

Tutto ciò che lo circondava era ancora lì: il silenzio assordante, la fitta boscaglia e le ignote costellazioni che pigolavano sulla volta celeste.

"Valeva la pena provarci..." Cercò di giustificarsi con sé stesso.

Improvvisamente udì il fruscio di qualcosa che correva per il sottobosco.
Si stava dirigendo verso di lui.
Provò a cercare qualcosa intorno da utilizzare come arma di difesa, ma la luce cinerea non rivelò nulla utile al suo scopo.
Il fruscio si avvicinava sempre più ed improvvisamente si ritrovò a terra assieme a quella cosa che lo aveva travolto.
Kenar si rialzò il più velocemente possibile e assunta una posizione di difesa, aguzzò la vista cercando di capire cosa gli fosse venuto addosso. Nell'oscurità gli parve di intravedere una figura umanoide ma con del piumaggio addosso. Si avvicinò leggermente e non appena l'essere rivolse il suo volto a favore della luce fioca emanata dagli astri, notò un dei marcati disegni di tipo tribale.

"Ehi, tu ... mi capisci?"

Kenar tentò un primo contatto con l'umanoide, sperando che il traduttore universale funzionasse.

"Sì, ti capisco."
"Io sono Arjian Kenar della Federazione dei Pianeti Uniti."

L'umanoide gli parve sorridere a quella frase.

"Anena Lawtoein ... della Federazione dei Pianeti Uniti, anche io."

Arjian abbandonò lentamente la posizione di difesa e gli si avvicinò con cautela.

"Dove ci troviamo? Lo sai?"
"In un luogo non 'lineare'."
"Anche tu con questo 'lineare'!? Deve essere per forza un incubo ... dannazione!"
"No, non è un incubo ... ci troviamo veramente in un altro piano esistenziale ... non 'lineare'"
"Senti, la Seatiger ha bisogno di me, non posso rimanere qui! Come ne usciamo?!"
"Io non ne voglio uscire!"
"E perché mai?!?"
"Sono intrappolato assieme ad un bestione alieno che potrebbe svegliarsi da un momento all'atro...e sto cercando di fuggire..."
"Non intendo darti lezioni di vita ...A-Anena, giusto!?"
"Giusto."
" ... ma lascia che ti dica che non è scappando dalla realtà che potrai risolvere la tua situazione. La devi affrontare! Dimmi, come possiamo uscire da qui e ti aiuterò io."
"Semplice: basta volerlo!"
"Ok, ok ... mi stai prendendo in giro..."
"No, per niente! Pensalo, e ne sarai fuori."


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04.10 - Bolle, sfere e piume

Autore: Guardiamarina Anena Lawtoein


USS Indefatigable, Zona di controllo 4T
02/01/2395, Ore 21:44 - D.S. 72005.22


Tkar prese immediatamente in mano la situazione con la freddezza di chi era addestrato ad una mentalità militare oltre che dotato di logica.

"Finn si tolga. Il drone si sta riconnettendo alla collettività."

Il Primo Ufficiale sbuffò rumorosamente.

"Ultimo. Si chiama Ultimo. E no... non si sta riconnettendo. Se si stesse riconnettendo allora non mi avrebbe spinto via - lo disse massaggiandosi il petto dove era stato colpito - evidentemente non vuole realmente assimilarci. Non crede?"
"Non è questione di credere. È un borg. A quanto pare la regina si è risvegliata e quindi si sta riconnettendo alla collettività. È un fatto."
"E allora noi fermiamo la regina e salviamo Ultimo."

In qualche tempo - In qualche luogo
Contemporaneamente


"Per cortesia Capitano Kenar. Non sono in una situazione che si possa definire piacevole, dentro una qualche tipo di cosa borg - e si fidi so che è borg - con una specie di bestia che onestamente è alquanto brutta.
Oltre che terrificante."
"Che razza di ufficiale sarebbe lei? Intanto non capisco dove siamo e perché siamo qui e perché è vestito in quel modo?"

Una mano con qualche 'brillocco' alle dita si alzò a spingere indietro i capelli mentre l'altra indicò con un ampio gesto il vestito prima di poggiarsi su un fianco.

"Scusi che ha il mio abbigliamento che non sia consono al ruolo di barman?"

Kenar cominciava a sentire un certo fastidio alle tempie anche in quel posto... in quel... qualunque cosa fosse.

"Ha appena detto... o forse no... non ha detto di essere un ufficiale?"
"Per la precisione ho detto di essere della Federazione, ma della Federazione fanno parte anche i civili sa? In ogni caso sì ha indovinato. Sono un ufficiale - da cosa l'ha capito poi me lo deve spiegare - ma sono in congedo dopo una avventura durata tanto o niente nel nexus. Faccio appena in tempo ad uscirne, i 'capi' accettano di lasciarmi a riposo per un po' e mi trovo sbattuto in una guerra contro i borg nello spazio terrestre e ora qui... e lì... insomma fuori dalla linearità."
"Se qualcuno pronuncia ancora la parola linea, o lineare, o linearità o qualunque altra derivata potrei dimenticarmi di essere un Capitano delle Flotta Federale... non ho tempo... me la può spiegare in parole un po' più semplici."

Anena alzò un sopracciglio ravvivando contemporaneamente le piume del suo vestito.

"Più semplice di li..." si fermò di botto "...insomma più semplice di così non so... aspetti ecco. Pensi al tempo per lei e per il suo simbionte, scorrono in tempi diversi. Quella che per lei è una vita, per il suo simbionte è solo una frazione di vita. Avete due linee temporali diverse, eppure coesistete in quella dell'altro. Ecco qui è la stessa cosa. Noi siamo in questa realtà e anche nell'altra. Però nello specifico queste due linee temporali differiscono molto. Una è 'tutto insieme e nello stesso momento' l'altra è... 'quella cosa che non posso dire'. Data questa distanza tra le due concezioni temporali la nostra coscienza..." sbuffò preso dalla foga di descrivere quello che per lui era chiaro come il sole "... LINEARE, ecco l'ho detto, non sopporta di stare in due posti insieme. Quindi la nostra coscienza è qui. Il nostro corpo è li. E qui è 'tutto insieme e nello stesso momento'. E quelli, mi ci gioco tutto il mio guardaroba, sono semplicemente profeti... e quindi ora la domanda è la seguente. Dove sono i nostri corpi esattamente?"

Il Capitano guardò quello strano individuo. Sapeva di cosa stava parlando. Mentre parlava poi il suo tono di voce si era fatto via via più sicuro. Quello era chiaramente il suo habitat naturale.
Quell'ufficiale poteva essere molto utile alla Seatiger, sempre se fosse riuscito ad uscire dal 'tutto insieme e nello stesso momento' ed a salvarlo dalla bestia... che a quanto pareva il Sig. Lawtoein percepiva come una minaccia.

"Bene. Ho deciso di fidarmi di lei. Di dove sono i nostri corpi riparleremo in seguito. Ora secondo Lei basta che io voglia uscire di qui e già che ci sono penso che provvederò a mandarle qualcuno a salvarla."
"Scusi? Ma le ho appena spiegato..."
"Signor Lawtoein, come Ufficiale più alto in grado le ordino di stare zitto e ascoltarmi. Ho intenzione di uscire di qui e di mandarle qualcuno ad aiutarla perché avrò pure dubbi su dove siamo in generale, ma so per certo dov'è il suo corpo al momento. Del resto parleremo dopo."

Se mai qualcuno era riuscito a stupire Anena, quello fu il Capitano Kenar in quel momento. Incrociò le braccia al petto con aria infastidita e si preparò al peggio.

USS Seatiger, Plancia
02/01/2395, Ore 21:24 - D.S. 72005.18


Il Capitano Kenar aprì a fatica gli occhi solo per ritrovarsi a fissare quello che gli sembrava essere un nugolo di volti che lo scrutavano con lo stupore più palese sul viso.

"Come cavolo è riuscito a tornare in plancia? L'ho appena dichiarata inidoneo al servizio. Non dovrebbe riuscire ad utilizzare un teletrasporto essendo stato."

"Niente mal di testa. Niente fastidi. Niente sintomi strani. Quel
Lawtoein aveva ragione, bastava volerlo... o forse volerlo e capirci
qualcosa anche."

"Dottor Bruce mi ascolti attentamente perché non c'è tempo per ulteriori spiegazioni," qualcosa nella fermezza del tono di voce del Capitano fermò sul nascere tutte le proteste "se vuole mentre parlo controlli pure con il suo tricoder e vedrà che sto decisamente meglio. Ho avuto qualche informazione su cosa sta succedendo, non è importante ora il come o da chi, ma solo cosa dobbiamo fare ora."

Osservò per un istante eterno il medico di bordo, che alla fine assentì.

"Computer. Ufficiale Medico Symon Bruce. Dichiaro che il Capitano Kenar può riprendere servizio immediatamente in quanto pienamente idoneo."
"Bene. Primo, contattate l'away team, devono raggiungere la sfera borg presente sulla Infatigable. Secondo la sfera deve essere staccata dalla Infatigable per permettere... lasciamo perdere sarebbe troppo lungo ora."

=^= Capitano non è sinceramente il momento... Ultimo ha dei problemini... pare che qualcuno abbia baciato la bella addormentata... =^=
"Finn mi ascolti, non so cosa stia succedendo esattamente ma raggiungete la sfera borg. Ora! Preparatevi a combattere contro un qualche tipo di bestia. Se riuscite ad avere la meglio bene, altrimenti affidatevi a... a chiunque troviate li."
=^= Capitano c'è una regina borg che si sta svegliando là dentro. =^=
"Faccia come le ho detto."

USS Indefatigable, Hangar 2
Contemporaneamente


"Cosa ho detto per fagli credere che il mio fosse un consiglio?
Un'indicazione su come agire? Io gli ho solo spiegato la situazione."


Guardò intorno a sé trovando solo squallore, metallo e squallore.
Chissà come doveva risaltare lui in quel contesto, visto dall'esterno.

"Per la miseria. In certi casi l'eleganza non paga proprio."

Il vestito bianco ricco di pailette e piume non poteva sicuramente essere adatto ad una fuga da quella trappola borg. Fino a quel momento si era nascosto accuratamente, ma ora che stava pianificando la fuga, l'abbigliamento diventava davvero fuori luogo.
Soprattutto con quella specie di bestia la davanti tutta presa a sniffare l'aria, senso al quale aveva chiaramente deciso di affidarsi.
Non voleva certo essere lui a provare se la vista della suddetta bestia fosse ugualmente buona.
Osservò con un sospiro la sua mise scendendo con lo sguardo dal petto al ventre alle gambe fasciate dall'abito elegantissimo che aveva indossato in servizio fino a poco prima. Non c'era altro modo. Fece scendere la lampo sul fianco e sfilò la tuta restando con il body nero in seta e pizzo che indossava sotto.
Un brivido gli corse lungo la schiena, ma lo accantonò, non poteva permettersi distrazioni. Almeno ora non brillava come il faro che in realtà era.
Prese fiato correndo con la memoria all'addestramento fisico in Accademia. Non era mai riuscito bene. Sicuramente non era tra i peggiori, perché nonostante tutto la sua resistenza fisica era più alta di quella dei Terrestri. Grazie a quel immeritato vantaggio era riuscito se non altro a galleggiare un po' sopra le ultime posizioni. Se questo sarebbe bastato per scappare da quella strana pedina messa in campo dalla regina borg, non poteva saperlo... l'avrebbe scoperto provandoci.

Un rumore all'esterno catturò la sua attenzione. Forse in fondo quel Capitano stava cercando davvero di salvargli la pelle.
La bestia voltò lo sguardo improvvisamente verso destra, dal suo punto di vista poteva osservare il suo dorso tremare... fremere... nell'anticipazione di qualcosa che lui non poteva comprendere. Quello poteva essere il suo momento.
Rivolgendo un pensiero agli dei di ogni razza con cui era venuto in contatto nella sua esistenza, dal basso del suo essere profondamente ateo, sussurrò tra se qualche parola. Non che fosse stato redento da uno qualsiasi tra quegli dei, ma tanto per stare sul sicuro...
Scivolò silenziosamente - quanto meno a lui così sembrava - lungo la parete. La bestia si era allontanata dallo squarcio a sufficienza - sempre così a lui sembrava - per permettergli la fuga.

"Perché non ho fatto più attenzione alle lezioni di tattica e strategia militare... Ha detto che mi avrebbe mandato qualcuno? Allora forse questo è il qualcuno... e come faccio a saperlo?"

Era quasi allo squarcio.
L'unico suo piano era quello di scivolare fuori da qualunque cosa fosse quella dove stava e darsela a gambe. Non aveva previsto due cose.
La prima: che la cosa fosse una sfera, e quindi non c'era un angolo dietro il quale nascondersi nelle immediate vicinanze.
La seconda: che lo squarcio fosse non proprio netto, e quindi uno degli spuntoni metallici gli agganciò il retro del body trattenendolo.
La soluzione alla prima sarebbe stata comunque successiva alla seconda.
Quando optò per tirare non pensò nemmeno per un istante al rumore che avrebbe fatto la stoffa nel lacerarsi. Ci pensò esattamente un attimo dopo, quando la bestia voltò il capo possente verso di lui.

"Per tutte le... "

USS Indefatigable, Hangar 2
Dall'altro lato dell'Hangar


Tkar entrò cautamente dentro l'hangar, ma certo non si aspettava di vedere una simile creatura.
Collegò istantaneamente la previsione del Capitano al Cristallo. In qualche modo i profeti stavano influendo su di lui, o sul Capitano. Il che spiegava molte cose sicuramente.
Dietro di lui Finn stava trascinando un dolorante Ultimo, che non aveva voluto abbandonare, utilizzando la giacca dell'uniforme come corda di traino per non entrare nell'ipotetico raggio di azione del borg. Non gli serviva voltarsi per sapere che gli ufficiali della Indefatigable stavano sicuramente osservandolo con perplessità. Un sentimento che, per quanto fosse a lui comprensibile, era più che giustificato.

La bestia spostò immediatamente il muso verso di loro impedendogli ulteriori riflessioni.
Cercò di ergersi eretta, ma la sua stessa struttura fisica impediva tale movimento. Restava impressionante. Mosse un passo facendo stridere gli artigli sul pavimento dell'hangar. Tkar puntò il phaser preparandosi a sparare, quando un rumore di stoffa strappata attirò l'attenzione dell'essere.

"E quello chi cavolo sarebbe??? Da dove esce?"

Con la schiena appoggiata al bordo esterno della sfera borg un giovane dalla pelle chiara, seminudo, truccato in modo appariscente stava cercando chiaramente una via di fuga alternativa, dopo essersi precluso da solo la possibilità di allontanarsi non visto.

"Quello Comandante Finn dev'essere la persona a cui il Capitano ha detto che ci dobbiamo affidare."

Tkar ripuntò il phaser e colpì la creatura.

***


Anena osservò il gruppetto dall'altra parte della sala. Vide il vulcaniano con l'uniforme con il colletto giallo e lo osservò con curiosità. Aveva sempre avuto un debole per i soldati, i vulcaniani poi sapevano essere così naturalmente marziali.
Vide chiaramente il momento in cui sparò.
Il sobbalzo della creatura, indecisa su quale obiettivo concentrare la sua attenzione. Su chi colpire. Su chi fosse il reale pericolo.
Negli occhi brillava un'intelligenza elementare, ma sicura e certa.
Si rese conto che la valutazione che stava ricevendo era, dal punto di vista dell'essere, estremamente negativa. A riprova un attimo dopo vide il corpo massiccio piegarsi in avanti, in una postura quasi scimmiesca, i muscoli tesi e pronti allo scatto.
Ma scattò lui.

Nessuno gli aveva dato, durante gli addestramenti in Accademia, un motivo per correre così velocemente. Con la motivazione giusta chissà che risultati avrebbe potuto ottenere nei corsi di ginnastica, arti marziali e tutte quelle altre cose che facevano sudare senza divertimento.
Passò come un lampo di lato alla creatura, a distanza di sicurezza, suscitando un sbuffo irato che gli mise in circolo un altro violento fiotto di adrenalina spingendolo se possibile a correre ancora più veloce.
L'inesperienza lo portò a mal calcolare i tempi di rallentamento, arrivò chiaramente lungo.

"No no... il nano peloso no..."

Cercando di schivare l'umano poco distante dal vulcaniano non riuscì a fare altro che andare a sbattere violentemente contro la parete dell'hangar.

"Ouch."
"Per favore non si faccia male, già faccio fatica a trascinarmi appresso lui."

Anena fissò dritto negli occhi quello che nella sua mente aveva soprannominato 'nano peloso' prima di rispondergli piccato.

"Non è che uno si fa male per fare un dispiacere a lei. Un minimo di empatia sarebbe gradita. Ho perso chissà quanti secoli della mia vita chiuso in quella gabbia con degli esseri orripilanti a capire quanto sarebbe passato prima che mi assimilassero alla collettività. Poi mi trovo sbattuto in una qualche forma di bolla temporale con un tale Capitano Kenar che non capisce un accidente del concetto del tempo. Ora lei con quel..." gli si spezzò il fiato "...borg? Ma lei si sta portando a spasso un drone borg?"

Fu in quel momento che Anena fu investito dalla più violenta forma di condivisione che gli fosse mai successo di provare.
La sua naturale empatia si stava espandendo, dilatandosi a riempire tutto lo spazio attorno a lui. Le sue percezioni corporee si zittirono di colpo, mentre la sfera emotiva si attivò come un sole sul punto di esplodere.
Crollò in ginocchio di lato al borg e prima che chiunque potesse aver qualcosa da ridire allungò le mani per afferrargli il viso.

Nello stesso identico istante la bestia che sembrava essere rimasta praticamente immune al colpo di phaser di Tkar lanciò un verso che fece rimbombare le pareti dell'hangar di un suono lugubre. I presenti rivolsero nuovamente la loro attenzione alla creatura, solo per rendersi conto che stava pesantemente e con fatica spingendo il suo corpo massiccio dentro lo squarcio, in cerca forse di un rifugio da qualcosa che evidentemente aveva effetto solo su di lei... e sullo strano giovano in body di seta nera e pizzi strappato sulla schiena a lasciar intravedere una cicatrice rosa cupo, non ancora sbiadita dal tempo.


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04.11 - Unimatrix 7480946

Autore: Tenente Comandante Droxine Carelli

USS Seatiger, Alloggio del Capo Ingegnere
03/01/2395, Ore 00:42 - Data Stellare 72005.56


Droxine aprì gli occhi assonnati. Lanciò un'occhiata all'ora sul display sul comodino accanto a lei ed imprecò.
Era andata a stendersi un'oretta ed invece ne erano passate tre.

"La vecchiaia. Non hai più la resistenza di un tempo, eh?

Data la crisi in corso non voleva assentarsi troppo dal suo posto, ma aveva avuto proprio bisogno di riposarsi un po'. E pensare che le sembrava di aver puntato la sveglia.

"Memoria che se ne va... altro segno di vecchiaia."

Si alzò. Se fosse successo qualcosa di grave l'avrebbero chiamata.

"A questo punto concediamoci il lusso di una bella doccia."

Si spogliò ed entrò nella doccia sonica.
Mentre le vibrazioni sgretolavano lo sporco sulla sua pelle riconsiderò le ultime ore.

"Eppure sono praticamente sicura di aver creato un sveglia prima di mettermi a dormire."

Decise di indagare.

"Computer? Controlla il mio calendario per le ultime quattro ore."

Attese. Nulla.

"Ma che...? "
"Computer?"

Nulla.
Uscì dalla doccia.

"E dai computer, rispondi. che figura ci fa il capo ingegnere se proprio nel suo alloggio non funziona l'input vocale?"
Si avvicinò al terminale sulla sua scrivania e tentò di accenderlo. L'apparecchio rimase ostinatamente spento.

"Ora sto cominciando a preoccuparmi... ma non può essere nulla di così grave. Mi avrebbero chiamato... "

Visto che il terminale era morto non rimaneva che il comunicatore personale.
Prese dal comodino la familiare spilletta e la toccò con un dito. Trillò.

"Almeno tu mi dai soddisfazione."
"Carelli sala macchine. Sto riscontrando avarie nel mio alloggio. Ci sono problemi?"

Aspettò.
Nessuna risposta.

"DeRossi? Zimmer? Qualcuno risponda."

Toccò di nuovo la spilletta.

"Carelli a plancia. Rispondete per favore."

Niente da fare.
Deglutì. Cosa stava succedendo?

"Forse sto ancora dormendo e questo è un sogno..."

Provò la forte tentazione di darsi un pizzicotto. Invece si vestì in tutta fretta, appuntò la spilla al petto ed uscì. Il corridoio era vuoto. Strano ma non troppo, data l'ora.
Poi sentì un rumore di passi che si avvicinavano.

"Bene, temevo di essere finita in uno di quegli horror che piacciono tanto a Lebowsky. Tipo l'ultima donna sulla nave o simili..."

Due figure girarono l'angolo. Erano Alec Bremmer ed Esther Williams. Droxine li riconobbe appena, dati i corpi coperti di impianti e la pelle pallida da cadavere. I due borg la videro e si fermarono. E si diressero verso di lei estraendo dalle mani i microtubuli assimilatori.
Droxine rimase agghiacciata per un attimo, poi si girò e corse con tutta la foga che le permetteva il suo corpo pingue.

"No no no NONONO..."

Girò l'angolo solo per trovarsi davanti un altro borg. Brin, dell'idroponica. Che estroflesse dalla mano destra i microtubuli e tentò di infilarli nella sua carne.
Droxine si tuffò sotto le sue braccia e riuscì a superarlo. Ma già sentiva il rumore di passi cadenzati in arrivo. La stavano circondando. Presto non avrebbe più avuto un posto in cui scappare.
Maledisse il proprio corpo fuori forma.
Aveva già il fiato corto.
Doveva trovare un posto in cui riposarsi. E pensare. E fare un piano.
Un altro borg le si parò davanti. DeMarco. Cartografia stellare.

"Computer! Attivare campo di forza da sedici a diciotto!"

Nulla. Ovviamente.
Strappò un pannello dalla parete ed armeggiò con i condotti energetici. Una fiammata le bruciacchiò le mani, ma non sentì nemmeno il dolore.
Un ronzio le indicò che una provvidenziale barriera di energia si era alzata tra lei ed il fu collega.
Fu seguita da un lampo ed il rumore di un oggetto che rimbalzava vicino ad i suoi piedi. Era il braccio cibernetico di DeMarco, tranciato di netto.
Si muoveva ancora, con gli assimilatori minacciosamente estratti.
Droxine in preda al panico scalciò cercando di fare presa sul pavimento nel tentativo di allontanarsi da quella cosa. Poi la ragione riebbe il sopravvento. Non riuscì a mettersi subito in piedi. Le gambe le tremavano troppo.
Guardò Demarco. Saggiava il campo di forza con il braccio residuo. Dall'altro lato del corridoio Brin, Bremmer e Williams facevano la stessa cosa.

"Presto si adatteranno ed oltrepasseranno i campi di forza."

Si guardò intorno. Era in un corridoio senza uscite. Era spacciata.
Strinse i denti.

"No! Questa è la mia nave. Il mio regno. Io non muoio qui."

Si alzò in piedi faticosamente e fece mente locale. Nella sua testa quel corridoio era parte di una mappa tridimensionale. Poteva vedere attraverso le pareti come se non ci fossero.
Rabbrividendo raccolse il braccio di DeMar... del borg. Se si fosse anche solo graffiata con gli assimilatori le nanomacchine avrebbero decretato la sua fine.
Non era esperta di cibernetica borg, ma se non ricordava male quell'affare conteneva anche una minitorcia al plasma. Riandò al pannello che aveva aperto e collegò con infinita cautela una linea energetica al braccio. Se avesse sbagliato ed avesse sottratto energia ai campi di forza...
In pochi minuti ebbe tra le mani un'improvvisata torcia al plasma.
Si mise subito al lavoro sulla parete. Tagliò un piccolo buco appena quanto bastava per passarci. Lanciò un gridolino quando la parete cadde per rivelare un passaggio di servizio. Si era ricordata bene.

"Non mettetevi con me, bastardi. Sono un ingegnere!"

Mentre di inoltrava nel condotto rifletté sulla sua prossima mossa. Arrivò alla conclusione che la sua miglior possibilità era arrivare alla plancia. Se c'era un luogo da cui ripartire a combattere era quello. Il capitano avrebbe saputo cosa fare. Sarebbe stata dura arrivarci con i condotti di servizio però.

"Allora farò bene a darmi da fare..."

Ed iniziò a gattonare nel condotto.
Procedeva in questo modo da un po' di tempo quando avvertì un picchiettio dietro di lei.
Si fermò terrorizzata per ascoltare. Se l'avevano seguita anche lì sarebbe stato terribile. I borg non brillavano per agilità e quegli impianti non erano fatti per strisciare, ma se le avessero tagliato la strada...
Era come un rumore di zampette.

Tek... tetetetek... tak tak.

"Cosa c'è adesso..."

Da dietro la curva a gomito dietro di lei si affacciò un essere orripilante.
Era grande come un grosso topo con un grosso addome da ragno e zampette artigliate.
Droxine vide che l'esoscheletro aveva chiaramente fattura borg.
Aveva una testa tozza con un grosso singolo occhio che si appuntò subito su di lei.
Aprì una bocca irta di denti ed emise un verso stridulo.
Si buttò al suo inseguimento.
Droxine si lanciò in avanti più velocemente che poté, muovendo freneticamente gambe e braccia. Dimenticando qualsiasi parvenza di piano si mosse a casaccio, fino a trovarsi di fronte ad un piccolo pannello di accesso.
Colpì il pulsante di apertura, ma il display rispose con un divieto di accesso.
Digitò con le mani tremanti il suo codice di override quando sentì qualcosa che le artigliava le scarpe.
Una decompressione esplosiva sputò lei ed il suo aggressore in uno spazio buio, privo di aria e senza peso. Il portello si richiuse immediatamente dopo il loro passaggio.
Si rese conto si essere entrata in un condotto del turboascensore.
I timpani le scoppiarono quasi subito. Colpì parete opposta scompostamente ma riuscì in qualche maniera a mantenersi cosciente.
Il suo aggressore era ancora attaccato al suo piede.
Scalciò.
Sentì la massa che si staccava. Si guardò intorno disperatamente mentre i bulbi oculari le si stavano congelando.
Doveva ritrovare il portello di accesso.
Ma l'unica luce nell'oscurità altrimenti totale si stava inesorabilmente allontanando. E lei continuò a rimbalzare da una parete all'altra priva di peso e senza appigli.
Con gli occhi ormai appannati vide un'altra luce che si avvicinava a velocità vertiginosa.
Un turboascensore, si rese conto. Se i dispositivi di sicurezza non si fossero attivati l'avrebbe trasformata in una frittella di carne. Cosa probabilmente preferibile a morire nel vuoto.
La luce si fermò. Lei no. Colpì la cabina. Prima che il rimbalzo la allontanasse di nuovo afferrò la maniglia dell'accesso e tirò. Giustamente questo si rifiutò di aprirsi. Digitò ancora una volta il suo codice di override. Le sue mani si muovevano lentamente, come in un sogno.
Tirò ancora la maniglia. Un flusso di aria per lei rovente la investì e cercò di ricacciarla nel condotto.
Si aggrappò all'apertura con la sue ultime forze. Appena l'aria fu uscita tutta si tirò dentro. La gravità locale della cabina la afferrò.
Le era capitato il tetto e non il pavimento. Questo la aiutò ad entrare ma implicò una rovinosa caduta. Il pannello di accesso si richiuse non appena rilevò che l'occlusione, lei, era sparita. Subito dopo iniziò la repressurizzazione. Mano mano che la sensibilità le tornava cominciò a stare peggio.
Timpani scoppiati, capillari rotti, congelamento, polmoni semicollassati. Si sentiva vicina alla morte come non mai.
Cercò di emettere suoni intellegibili.

"Com...puter. Plancia. Avv... avv... avviare."

Nulla.

"Sistema... emergenza..."

Fu costretta ad interrompersi per un eccesso di tosse.

"Sistema di emergenza... Attivare."

Si accese una scritta 'Online' su un display. Sapeva una voce sintetica la stava dicendo la stessa cosa, ma lei non poteva sentirla.

"Trasporto emergenza a plancia. Disattivare... disattivare impostazioni di sicurezza. Autorizzazione Carelli 379... Att... attivare."

La cabina si mise in moto. Dopo qualche secondo avvertì la vibrazione di un piccolo impatto. Non poté sentirne il suono ma fu sufficiente ad indicarle che il suo piccolo compagno di disavventura aveva trovato la sua fine. Una fine ad alta energia cinetica.
Poco dopo la porta del turboascensore si aprì. Droxine si trascinò verso la porta.

"Aiuto..."

Tutto il personale di plancia si girò verso di lei. C'erano Il capitano, Finn, Anari e tutti gli altri. I mirini laser dei loro impianti la illuminarono accecandola.

"No..."

Fu Anari a farsi avanti. Il capo ingegnere non si ritrasse nemmeno. Non aveva più nulla da dare.
Anari estroflesse gli assimilatori dalla mano sinistra. E glieli infilò nel collo.

...

Droxine aprì gli occhi. Stava bene. Veramente bene.
Era sdraiata ed una brezza piacevole la accarezzava.
Si stiracchiò languidamente.
Non stava così bene da... da...
Da quando Anari l'aveva trasformata in un borg.
Si mise seduta di scatto. Si ispezionò freneticamente il corpo. Sembrava tutto a posto.
Si guardò intorno. Era seduta in mezzo ad un prato. Ed era in uniforme. Uniforme in perfette condizioni. Lavata e stirata.
Il cielo era di un azzurro perfetto, appena striato di nubi. Alle sue narici arrivava un delizioso profumo d'erba.
Eppure... tutto l'ambiente aveva un che di strano.

"Computer? Arco."
Nulla.

Si alzò.

"Be'... se sono morta e questo è il paradiso non è il caso di lamentarsi..."

Vide una struttura in lontananza. Ci si diresse.
Un palco, si trattava di un palco. Di legno.
Passò vicino ad un poster appiccicato alla meglio ad una palizzata.
Stampata con tecniche primitive ritraeva una mano che reggeva una chitarra con un uccello appollaiato sopra. C'erano poi delle scritte:' Woodstock Music & Art Fair ' e poi ' 3 Days of Peace and Music '

"Se questo è il paradiso non è il mio. Di Finn forse."

Come evocato da quel pensiero il primo ufficiale del Seatiger sbucò da dietro la base del palco.

"Tenente! Che piacere vederla! Venga, mancava solo lei. Benvenuta nell'unimatrice Rock and Roll! doveva vedere come era all'inizio. Poi ho riarredato. Le piace?"

Droxine salì le scalette laterali. Non era nemmeno troppo stupita. Quando c'era di mezzo Finn poteva succedere di tutto.
Non si era sbagliata.
Dietro il palco c'era... una folla. Alcuni si voltarono a guardarla.
Erano i membri dell'equipaggio.
Forse tutto l'equipaggio.
Il capitano Kenar le si fece incontro per unirsi a lei e Finn.

"Salve, tenente. Mi spiace per il metodo brusco, ma era necessario."

Droxine allargò le braccia ammutolita. Poi inspirò a pieni polmoni.

"Qualcuno mi può spiegare cosa succede?"

Finn fece uno dei suoi sorrisi sghembi.

"Be'..."

USS Indefatigable, Hangar 2
Tre ore prima


Un Finn chiaramente confuso scrutò il giovane imbellettato piegarsi a terra grugnendo accanto a lui.
TKar al suo fianco teneva ancora il phaser puntato verso lo squarcio attraverso il quale si era ritirato il gigantesco essere.

"TKar mi dica che ci capisce qualcosa lei perché io sono completamente al buio."
"Temo di non poterla favorire, signor Finn. Sospetto però che quest'uomo sia la persona che siamo venuti a prendere. E visto lo scarso effetto della mia arma, suggerirei di ritirarci. In fretta."
"Concordo ed approvo."
Si rivolse al nuovo arrivato.
"Tu. Sei in grado di camminare? Dobbiamo andarcene prima che ci arrivi un invito a cena che non possiamo rifiutare. A proposito hai un nome?"
Anena si tirò su faticosamente.
Rispose alla domanda con voce tremante ma stizzita.

"Certo che che ce l'ho. Ed anche uno carino."
"E...?"
"E cosa?"
"Quale è questo nome!"
"Ah ecco! Mi avevi chiesto se avevo un nome, non quale."

Finn digrignò i denti.

"Come. Diavolo. Ti. Chiami."
"Guardiamarina Anena Lawtoein. Per servirla. Ah, ma chi voglio prendere in giro? Non ho il più piccolo barlume di desiderio di servirti!"

Un TKar alquanto stizzito li spintonò nel corridoio. Ultimo li seguiva barcollante.

"Non è il momento di fare conversazione. Meglio ricongiungersi con il capitano Barrett."
"Sì. Se quella cosa si rifà avanti sarà meglio avere un po' più di potenza di fuoco a disposizione. Chissà poi cosa era. Un'arma borg?"

Anena, che si stava riprendendo dall'esperienza di poco prima, interloquì.

"Questo credo di potervelo dire io. Quella è, od era, la regina borg."
"Coma sarebbe 'era'?"
"Poco fa le nostre menti si sono unite. Probabilmente grazie alle mie facoltà empatiche ed al fatto che siamo rimasti intrappolati entrambi nel Nexus, non lo so..."

Anena fece un sospiro prima di continuare.

"Il Nexus è un posto strano. In esso puoi essere tutto quello che vuoi. Vivere la vita che vuoi. Quando la regina vi è penetrata... Be'... Regine, Locutus, mantengono sempre la personalità originale del corpo che hanno assimilato. Per utilizzarne l'intelligenza e l'esperienza. Potete comprendere l'orrore di essere intrappolati nel proprio corpo? Nel Nexus conta solo ciò che si desidera. La povera regina borg non aveva possibilità."
"Ma... allora possiamo parlarci. Trovare un accordo. Suppongo che i borg non le stiano troppo simpatici..."
"Non credo. Posso sentire ancora la sua mente... è pazza, completamente pazza. Vuole una cosa sola. Distruggere e..."

Anena si bloccò.

"Oh no... lo ha fatto..."
"Cosa?! Cosa!?"

Ma il nuovo arrivato guardava fisso in direzione da cui stavano venendo.
Tek... tetetek tektektek...

"Non vorrei essere disfattista ma questo rumore non mi piace per nulla..."

Poi sbucarono da dietro l'angolo.
Erano tre miniature dell'ex regina borg.
Appena li videro si gettarono subito verso di loro.
TKar centrò il primo il secondo ed il terzo attaccarono Finn e Anena. Affondarono le loro zampette si agganciarono alle loro braccia mentre le fauci piene di dentini affilati si preparavano a colpire. TKar li staccò con un calcio e li finì con il phaser.
Finn si rialzò massaggiandosi il braccio dove le zampette erano penetrate nella pelle.

"Fiuuu... grazie TKar. Ci è mancato poco. "

Il capo della sicurezza stava esaminando i resto degli esseri.

"Sono molto simili alla regina. Non sono biologici, non completamente. Sembrano una specie di ibrido tecno-organico..."

Anche Anena stava esaminandosi i graffi sul braccio.
"Li genera lei... sono i suoi figli. Anche se non è più borg il suo corpo non è cambiato. Consumerà la nave e continuerà a produrli."

Finn scosse la testa.

"Si comporta sempre da borg allora..."
"I borg assimilano. Lei mangia. Si mangerà questa nave e tutti quelli che la occupano. Poi troverà il modo di spostarsi e comincerà a diffondersi di pianeta."
"Non è troppo rassicurante e..."

Tektektek...

"...e direi che faremo meglio a muoverci."

I quattro si affrettarono.
Poco dopo raggiunsero il facente funzione di capitano Barrett e gli altri superstiti della Indefatigable.
TKar aveva appena cominciato a metterli al corrente che cominciò a sentirsi raspare alla porta.
Finn deglutì.

"È troppo sperare che qualcuno abbia lasciato fuori il gatto eh?"

Barret si mise subito all'opera.

"Stabiliamo un perimetro! Armi su letale! Tenete sotto tiro ogni apertura!"

Anena si fece vicino. A Finn e TKar e parlò sottovoce.

"Non voglio seminare pessimismo... ma non servirà a nulla. C'è un intero sciame là fuori. Se sfondano, la battaglia durerà pochi secondi."
"Non possiamo farci teletraportare dalla Seatiger?" Bisbigliò Finn.

TKar scosse la testa.

"Il campo di sfasamento è scomparso quando la regina si è risvegliata, ma il subspazio è ancora pesantemente danneggiato."
"Forse dovremmo rischiarcela..." Disse Finn rabbrividendo. Poi si rivolse ad Ultimo. "E tu non hai suggerimenti? Dovresti essere tu l'esperto qua... Vuoi farci sapere cosa ti passa per la testa?"

L'ex drone borg sembrò uscire dall'apatia che lo aveva colto dal risveglio della regina.

"Attivo output vocale:
Unimatrice compromessa. Azione: distacco. Eseguito.
Azione: relink a collettività: fallito.
Azione: creazione nuovo collettivo borg: Attivazione.
Azione: assimilazione forme di vita animali intelligenti: errore irreversibile.
Azione: riparazione impianti danneggiati: errore: database corrotto.
Azione: relink a collettività: fallito.
Azione: creazione nuovo collettivo borg: Attivazione.
..."
"È in loop..."

TKar lo chiamò.

"Signor Finn, stia lontano da quel borg..."
"Tranquillo, tenente. Ha sentito? È innocuo. Non può assimilare nessuno."

Poi si rivolse di nuovo a Ultimo.
"Quanto a te smettila di piangerti addosso. Non sei un computer. Hai un cervello in quella testa. Usalo e dacci una mano! "
"...impianti danneggiati: errore: database...
Richiesta azione individuale.
Azione: formattazione database: fallito.
Azione: accesso database unimatrice corrotta: fallito..."
"Bravo, così mi piaci. Spremi quei neuroni. Chip. Qualunque cosa siano."
"Azione: reset database da backup: backup corrotto.
Azione: riparazione backup: fallito.
Notifica: trovato database nascosto.
Azione: accesso: successo.
Azione: lettura database: successo.
Notifica: trovato protocollo di emergenza 'reggente' classe queen.
Valutazione tattica: positiva.
Azione: attivazione protocollo 'reggente'.
Azione: riprogrammazione naniti: successo.
Azione: designazione reggente.
Azione: assimilazione."
Il borg estroflesse gli assimilatori dalla mano destra e li conficcò nel collo di Finn."
"ULTIMO?! Machecc..."
Poi su Finn calò il buio.

... che fu seguito da una luce abbagliante.
Finn aprì gli occhi. Si trovava in uno spazio bianco. Il pavimento era bianco e non c'erano pareti. Solo un chiarore uniforme in qualsiasi direzione.

"Ecco lo sapevo. Sono morto e questo è il paradiso. Ma come faccio ad esserci finito? Ci deve essere un errore. Tra l'altro ho anche un'immagine di rocker maledetto da mantenere..."
"Drone attivo ed in attesa di ordini."

Finn si girò di scatto.
Ultimo era dietro di lui.

"Eccoti qua! Si può sapere cosa ti è preso?! E dove siamo."
"Questo drone ha attivato il protocollo di emergenza 'reggente'. Questo è un ambiente di incontro virtuale del collettivo borg."
"Mi hai assimilato?!"
"Affermativo."
"Bell'amico. Io mi fidavo di te."
"Negazione: unità Finn ha richiesto assistenza."
"Hai uno strano concetto di 'assistenza', sai?"
"Valutazione tattica: in attacco dello sciame contro gruppo questo drone è stato ignorato. Ipotesi: lo sciame mantiene parte della programmazione borg. Borg non assimila borg."
"Furbo... ma non avevi detto che non potevi assimilare nessuno?"
"Questo drone ha utilizzato database nascosto per programmare i naniti per creare entità classe 'reggente'. Questo drone rimane incapace di creare nuovi borg ma il reggente può farlo."
"Cioè io sarei un borg tipo Locutus?"
"Negativo. Designazione: 'reggente'. Il reggente ha discrezione assoluta di azione fino al ricongiungimento alla collettività borg."
"Assoluto? Quindi sono una regina... anzi un re borg!"
"Negativo: designazione: 'reggente'"
"È che suona così male... vuoi mettere 'Re Borg'? O anche Locutus è fighissimo. Senti? LoooCuuuTuuuuss... fa gelare il sangue..."
"Negativo: designazione: 'reggente'"
"Va bene, va bene... Vai a spiegare l'estetica ad un borg... Ma poi perché non hai usato i nuovi naniti su di te e sei diventato tu reggente?"
"Tatticamente e logicamente svantaggioso: il drone crea nuova unità e la protegge. Inoltre la nuova unimatrice parte già con due unità. Inoltre: questo drone è inadatto alla designazione 'reggente' in quanto manchevole di capacità decisionali ed operative."
"E così hai pensato a me, ma grazie!"
"Negativo. Questo drone ha scelto l'unità 'Finn' in quanto la più vicina."
"Ah ecco."
"Dovendo selezionare in base fruibilità e con i dati parziali sui presenti l'unità 'Finn' si colloca al 53° posto."
"Va bene, va bene, quanto sei pedante..."
"Questo drone andrà ora in sospensione."
"Cosa? Perché?"
"Questo drone è stato danneggiato dall'unità designata 'TKar' dopo l'assimilazione dell'unità designata 'Finn' ora designata 'reggente'"
"Cosa?!"
"L'unità designata 'TKar' si appresta ora a terminare l'unità designata 'reggente'. Si consiglia di prendere misure."
"Come?!"
Ma Ultimo era già scomparso nel nulla.


...

Finn riaprì gli occhi nella dura realtà. Solo per fissare il lato sbagliato di un phaser. Retto da TKar.
Finn sgranò gli occhi e scosse le mani per fermare il capo della sicurezza.

"Fermo fermo fermo! Sono io sono io! Non spari!"

TKar lo guardò con sguardo duro.

"Mi dispiace, signor Finn. Le avevo detto di stare lontano da quel borg."

Finn seguì lo sguardo verso il corpo riverso di Ultimo da cui si levava un filo di fumo.

"Sì sì ma io sto bene, senta mi lasci spiegare..."
TKar scosse la testa e sparò.
Finn urlò. Il raggio del phaser si disperse ad un centimetro dalla sua pelle (su cui stavano già cominciando a fiorire circuiti, notò).
"Ma guarda. Mi sa che mi sono adattato. Figo."

TKar gli lanciò un'occhiataccia ed armeggiò con i controlli del phaser.

"No! Non cambi frequenza! Mi dia un attimo!"

Ma TKar stava già ripuntando l'arma verso di lui.

"èstataunideadiultimolosciamenonattaccaiborgpossotrasformaretuttimantenedolacoscienzacosìguadagnamotempolapregolapregononmiuccidalaprego!"

TKar rimase fermo ancora un po' con il phaser puntato. Poi ripiegò il braccio.
Si rivolse al capitano Barrett e le porse l'arma.

"Prenda questo e cambi la frequenza senza dirmela. Se faccio qualcosa di strano spari prima a me e poi al signor Finn. Io sarò il più pericoloso."

Poi si rivolse a Finn.

"Proceda."
"Davvero?"
"Sì. È la cosa più logica."

Finn si guardò la mano destra ormai semicoperta di impianti. Stranamente non sentiva dolore. Flesse le dita. Le chiuse a pugno. Diede qualche colpetto al dorso."

"Signor Finn..."
"E un attimo! Non ho mai 'borghizzato' nessuno prima. Non so come si fa. Consideri anche l'ansia da prestazione. Poi sono stanco. Può capitare di fare cilecca..."
"Le ricordo che non abbiamo molto tempo."
"Grazie per la pressione... oh ecco!"

L'ago di un assimilatore era uscito finalmente dal dorso della mano destra.

"Allora vado... con permesso... prometto che sarò delicato..."

Anena, lì accanto, alzò gli occhi al cielo.
Finn infilò l'assimilatore nel collo di TKar.
Il vulcaniano rimase impassibile controllando le linee scure che cominciavano a formarsi sulla sua pelle.
Nell'attesa Finn usò i suoi nuovi artigli su Ultimo. Sperava che i nuovi naniti potessero ripararlo. Era un tentativo. Ultimo se lo meritava.
Dopo un paio di minuti TKar sembrò soddisfatto. Tornò dal capitano Barrett e si fece restituire il phaser.

"A quanto pare ho mantenuto la mia coscienza. Procederemo alla trasformazione dei superstiti, se permette."

Barrett lo guardò fisso degli occhi.
"Dovrei permettere la trasformazione dei miei uomini in macchine? Senta ho notato del terrore negli occhi dei suoi uomini quando parlate di questi 'borg'..."
"Capisco ma è l'unica via percorribile che abbia un minimo di possibilità di riuscita."
"Dovremo rimanere così per sempre?"
"Gli impianti possono essere eliminati in seguito. Avendo il controllo della collettività dovrebbe essere possibile disattivare le direttive di sicurezza che rendono il processo letale."
"'Dovrebbero'?"
"Sì."

Il facente funzione di capitano della Indefatigable sospirò.

"Proceda."

TKar e Finn si misero al lavoro, istruendo ogni nuovo borg ad assimilarne altri.
Quando lo sciame irruppe avevano appena finito. Tutti rimasero bloccati mentre le creature zampettavano attorno ai loro piedi.

"Sembra stia funzionando..." Azzardò Finn.
Per essere contraddetto da un urlo.
Le creature stavano aggredendo alcuni superstiti.
Barret fece per estrarre la sua arma ma TKar la fermò.

"No! Se ne colpisce uno potrebbero diventare ostili."
"Sono già ostili!"
"Sono quelli trasformati per ultimi. Probabilmente gli impianti non sono ancora abbastanza sviluppati."
"Non posso lasciarli morire così."
"Non può fare altro. E poi guardi: è già troppo tardi."

Lo sciame aveva infatti consumato in pochi secondi i corpi di sei malcapitati.
Sembrarono poi disinteressarsi ai novelli borg e si ritirarono. Ne rimasero solo alcuni ad erodere apparecchiature e pareti. Nuovo materiale da portare alla loro regina.
TKar lasciò il capitano Barrett ai suoi cupi pensieri e tornò da Finn.

"Be', ha funzionato... quasi."
"Sono stare perdite accettabili."
"Lo dica a Barrett..."
"È un ufficiale della Flotta Stellare. Reagirà."

Finn le lanciò uno sguardo triste.
"Forse. Ed ora cosa facciamo?"
"Torniamo sulla Seatiger."
"E come? Ha detto lei che il teletrasporto non è possibile."
"Esiste una cosa chiamata teletrasporto sub-quantico, ne ho perlato con l'ufficiale scientifico della Indefatigable. Ho controllato il database borg. Ne hanno gli schemi e li sto inviando a tutti nell'unimatrice. Con quello potremo teletrasportaci sulla Seatiger."
"Grande TKar! Ma se esiste un simile teletrasporto perché non lo usiamo sempre?"
"Perché è inefficiente e inaffidabile. La materia viene inviata in stato di fluttuazione quantica che si degrada facilmente."
"Ah. Quindi usandolo rischiamo di morire."
"Sì."
"perdite accettabili?"
"Sì"
"Scusate..."

I due si girarono verso Anena.

"... ma se lei ha trovato gli schemi nel database borg non significa che ce l'ha anche la regina? Credo che stia iniziando a costruirlo adesso..."

TKar lo guardò duramente.

"Guardiamarina. È possibile che il suo collegamento con la regina sia bidirezionale?"
"Err... è possibile..."
"E non ha pensato di riferircelo?"
"Senta, non lo sapevo va bene?"
"D'accordo inutile recriminare. Ora siamo in corsa contro il tempo. Sto informando tutti nell'unimatrice di tenere il guardiamarina Lawtoein all'oscuro di tutto."

TKar stava per allontanarsi, ma Finn lo bloccò.

"Una cosa. Perché non abbiamo avvertito il capitano Kenar di quello che sta succedendo?"
TKar lo guardò come soppesandolo poi disse:
"Perché prevedo scenari in cui fornire quest'informazione potrebbe essere deleterio."
"E questo cosa dovrebbe significare?"

Ma TKar si era già allontanato.

"Lei mi sembra un po' troppo a suo agio con questa storia dell'unimatrice, sa?" Disse Finn inascoltato.

USS Seatiger - Plancia
un'ora dopo


Arjian stava ricevendo rapporti da tutti i ponti. Malfunzionamenti di tutti i sistemi.

"Cosa diavolo sta succedendo. Ed esattamente nel momento peggiore. Non può essere una coincidenza."

Tholos richiamò la sua attenzione.

"Capitano! Stiamo perdendo il contatto con varie sezioni della nave."

Arjian attivò il comunicatore.
"Kenar a Carelli."
"Le comunicazioni interne non funzionano, capitano. Ed abbiamo appena perso anche il computer."

Il capitano della Seatiger imprecò tra sé e sé.
Erano ciechi e sordi. E paralizzati. Era un attacco in piena regola.
In quel momento di fronte a lui si materializzarono delle forme.
Quando si solidificarono vide che si trattava di Finn, TKar ed altri due uomini.
Tutti borg.
Scattò dalla sedia, ma Finn fu più veloce.
Gli fece il suo caratteristico sorriso sghembo.

"Scusi capitano, ma ora non ho tempo di spiegare."
E gli infilò qualcosa nel collo.

Spazio virtuale di collegamento Unimatrice 7480946
Contemporaneamente


"Ed è così che è andata." Terminò di raccontare Finn.

Il viso di Droxine era corrucciato.

"Mi spiace per non essere stata al mio posto durante la crisi, capitano."
"Non si preoccupi, tenente. Non avrebbe potuto fare nulla in ogni caso."
"Non capisco però. Se l'equipaggio della Indefatigable si è teletrasportato qui, perché non distruggere semplicemente la loro nave con un siluro?"

TKar si fece avanti.

"La regina ci ha battuti sul tempo. Quando siamo stati pronti lei aveva già cominciato a trasportare il suo sciame sulla Seatiger. Temevamo che attaccasse l'equipaggio, invece ha disabilitato la nave. Il che è tatticamente giusto. La prima cosa che avremmo fatto appena messo in salvo i superstiti sarebbe stato distruggere la Indefatigable."

Il capitano della Seatiger si rivolse irato al suo capo della sicurezza.

"Se ci avesse avvertito avrei potuto prendere delle misure."
"Capitano, ne abbiamo già parlato. I membri della Flotta Stellare contemporanea soffrono di un terrore assoluto nei confronti dei borg. Sapevo che c'era la possibilità di dover assimilare anche l'equipaggio della Seatiger, come poi è successo. Avrebbero resistito con forza."
"Non era una decisione sua da prendere. Avrei persino potuto prendere la decisione di sacrificare voi e la Indefatigable non ci ha pensato?"
"Sì, signore, ma la priorità era salvare l'equipaggio della Indefatigable. Ho preso le mie decisionie e ne subirò le conseguenze."
"Ci conti. Ma adesso non è il momento."

Finn si fece avanti.

"Bravi. Non mi piacciono le discussioni in famiglia. Quindi adesso quale è il piano?"
"Il piano è, signor Finn il seguente: troviamo il modo di distruggere la regina, sciogliamo il collettivo. E ci togliamo di dosso i maledetti impianti borg."
"Bel programma. Sapessimo come attuarlo... "
"Abbiamo ancora tre assi nella manica, signor Finn."
"Parli pure. Il guardiamarina Lawtoein è offline."
"Uno: appunto il guardiamarina Lawtoein. Due: i profeti. Tre: Il signor McAllan a bordo del workbee."
"Ah bene. Cosa può andare storto?"


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04.12 - E' l'alpha o l'omega?

Autore: Tenente JG Fabrizio "Fabrix" McAllan


Posto Di guida del Workbee
03/01/2395, Ore 08:00 - D.S. 72006.39


Erano ore che il timoniere McAllan era a bordo del workbee, la stanchezza e la tensione cominciavano a far breccia anche sul suo fisico possente, ma finalmente vedeva avvicinarsi sempre di più la sagoma della Seatiger.

McAllan iniziò le procedure per l'attracco quando improvvisamente perse i contatti con il computer di bordo.

"Dannazione maledetta bagnarola - esclamò lo scozzese - proprio adesso devi andare in avaria ma porc...#$£".

Iniziò ad armeggiare freneticamente sulla piccola consolle di bordo tentando di comunicare con la plancia, ma inutilmente. Azionò il comunicatore con violenza quasi a volervi scaricare tutta la tensione accumulata poi, con un far sarcastico nei confronti della nave e voce stanca esclamò: "McAllan a Seatiger rispondi Seatiger, protocollo di emergenza 1 alpha bravo charlie zulu lima su frequenza di emergenza. Mi ricevete?"

Poi, non avendo ricevuto risposta, ripeté nuovamente: "McAllan a Seatiger, rispondi Seatiger ... protocollo di emergenza 1 alpha bravo charlie zulu lima su frequenza di emergenza, mi ricevete?"

Ancora una volta nessuna riposta giunse dalla sua nave.

"Forse hanno un problema con i sistemi, ma sapevano del mio arrivo che Diamine!!!" Borbottò tra sé.

Il piccolo workbee si diresse velocemente verso l'hangar navette 1 quando McAllan si accorse che l'accesso era chiuso, ma data la stanchezza solo troppo tardi quindi effettuò una manovra al limite che portò il piccolo veicolo a strisciare pesantemente sulla carena della Seatiger. L'impatto fu sufficientemente brusco da mandare offline alcuni sistemi del piccolo veicolo, scintille e principi di incendio si svilupparono sulla piccola plancia che vennero prontamente domati.

Dal piccolo Workbee si svilupparono in lunghezza due piccole protesi articolari comandate dall'interno da due piccole cloche. Le mani quasi chirurgicamente tolsero un piccolo pannello di 20 centimetri per 20 centimetri a circa due metri dal portello. Tolto il pannello una delle pinze del workbee girò una grossa maniglia di color rosso in senso orario portandolo da air-lock verso open, l'intento era quello di aprire manualmente l'hangar, sfortunatamente però l'esito non fu positivo e l'hangar rimase chiuso.


McAllan preso dalla rabbia cominciò a dare pugni a destra e manca tanto da provocare il beccheggio del piccolo scafo. Iniziò a pensare qualcosa di grave fosse accaduto all'equipaggio e al computer di bordo.

Sfortunatamente l'impatto con lo scafo della Seatiger aveva provocato ben più di qualche piccolo danno.

Sulla piccola plancia inizio a lampeggiare una serie di spie che indicavano perdita di potenza, il workbee iniziò a procedere a strattoni quasi come se avesse il singhiozzo.

McAllan fu preso da panico per la prima volta nella sua vita. Gli venne in mente l'incidente che subì quando era di stanza al reparto di ricerca sviluppo, la mente inizio ad annebbiarsi gli occhi a farsi pesanti... il rumore dell'allarme si faceva via via sempre più lontano in cuor suo comincio a pensare alla fine.

Una sospetta voce metallica proveniente dalla Seatiger lo fece rinvenire.

"Ma che diavolo è questa voce! Non può essere il computer di bordo."

Una volta riavutosi, la voce metallica sparì improvvisamente come era arrivata.

Ripresosi da quell'impasse gridò con un sorriso a 32 denti:

"Sono uno stupido testone! Ma certo! L'hangar 3 è in riparazione ... avevamo una falla, cercherò di entrare da lì".

Il mezzo di manutenzione si diresse verso l'hangar, ma man mano che passava il tempo la traiettoria del piccolo scafo era sempre meno lineare. In cuor suo sapeva che con il motore in quello stato non avrebbe potuto attraccare. Prese una decisione che probabilmente lo avrebbe condannato a morte, ma gli anni di flotta stellare gli avevano insegnato a non demorderei mai in qualunque situazione. Iniziò ad armeggiare con tubi e condotti in modo da trasferire tutta l'energia dai sistemi vitali al piccolo al motore...

Il surplus di potenza fece schizzare il workbee come una biglia che centro perfettamente l'enorme ingresso.

Il mezzo iniziò a sbattere all'impazzata all'interno dell'hangar e finì la sua corsa contro alcune casse di materiale. Il veicolo era pesantemente danneggiato, l'uniforme di volo era cosparsa di detriti e sangue provenienti dalle varie ferite che si era procurato nell'atterraggio d'emergenza. I sistemi vitali si stavano esaurendo rapidamente e nello spazio antistante la nave non vi era atmosfera artificiale.
Il timoniere iniziò a perdere i sensi e prima di svenire vide un puntatore laser di color rosso molto familiare...

Le sue ultime parole furono:

"...Sea TTT .... Borg."


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04.13 - The Borg's Rock 'n' Roll

Autore: Tenente Comandante Tholos del Clan Rashan


USS Seatiger, Condotto di manutenzione 43b antistante ai ponti inferiori
03/01/2395, Ore 09:00 - D.S. 72006.51


Era la seconda volta che succedeva. La prima volta non l'aveva presa bene, la seconda nemmeno. Certo questa volta era stato più facile in quanto stava modificando i sistemi di una nave federale che conosceva molto bene e non una nave aliena come era successo la prima volta.

Prese un cavo e lo collegò al sistema di distribuzione delle informazioni per poi verificarne la banda passante.

"Banda all'interno delle specifiche con un margine del +20% sul segnale trasferibile." Fu la secca analisi del suo assistente.
"Bene." Rispose soddisfatto Rashan "Abbiamo quasi finito."
"Affermativo, il lavoro terminerà con 24 minuti di anticipo." Concluse Ultimo.

Tholos si mise a connettere altri due cavi per il trasferimento di dati e riprese a brontolare: "Non che voglio polemizzare ma è già la seconda volta...non poteva farlo Carelli?"
L'ufficiale alle operazioni si voltò verso Ultimo come per chiedere supporto o conferma.

"No! Certo che no!" Continuò Rashan:"I sistemi della nave non sono di sua competenza solo i motori le interessano."

Brontolava ma nel mentre aveva collegato gli ultimi due cavi rimanenti.

"Il comandante Carelli è impegnata per..." Iniziò Ultimo per poi venire interrotto da Rashan "No non dirlo... un gentiluomo non dice mai cosa fa una signora. Non sai mai chi può starti a sentire."

Ultimo non aggiunse altro e controllò la banda passante degli ultimi due collegamenti: "Abbiamo un margine sufficiente."

"Bene allora abbiamo finito... l'audio è collegato." Rashan sorrise raccolse gli strumenti e iniziò a strisciare nel tubo di manutenzione: "Credimi il tuo amico farà un casino epico."

USS Seatiger, Infermeria
Nello stesso momento


McAllan aprì gli occhi di scatto. Il suo primo pensiero fu un totale sollievo per essere ancora in vita, poi man mano che i suoi occhi iniziarono a mettere a fuoco vide un puntatore rosso venirgli incontro.
Urlò terrorizzato mentre mani forti lo afferrarono per tenerlo fermo.
Sì tocco il viso e sentì il gelido e sinistro freddo degli impianti Borg.

"Sì calmi." Disse un voce.
"Vero faccia un bel respiro." Aggiunse un'altra voce. "Ha avuto fortuna sa?"

Entrambi le voci gli erano famigliari, ma la paura gli impediva di ragionare chiaramente.

Gli occhi iniziarono a vederci meglio e riconobbe delle uniformi della Flotta nei due esseri dotati di puntatori laser, poi d'improvviso riconobbe il dottor Bruce e il capitano Kenar:" Siete Borg... " Quelle parole morirono in bocca al timoniere.

"Sì e anche lei." Fu la secca risposta del dottore.
Kenar fu diplomatico: "Sì ma siamo Borg reggenti... come Locutus."

McAllan non ci capì molto, ma il Capitano in poche parole espresse chiaramente la situazione:"Abbiamo ancora la nostra individualità e libertà."

"E grazie a questi aggeggi fantastici ho potuto curarla al meglio." Aggiunse soddisfatto Bruce: "Molto comodo essere un Borg dottore."

Lo scozzese si mise in piedi e, malgrado tutto quello che aveva passato, si sentiva benissimo.

"E' dimesso Tenente, può andare a compiere qualche altra inutile sciocchezza." Concluse il dottore.

Il capitano si avvicinò al timoniere dicendo: "Lo so che è ancora frastornato ma ho bisogno di lei."

USS Indefatigable, corridoio antistante all'hangar
Contemporaneamente


Uno dei ragni-miniatura della regina stava smontando uno dei sensori interni della Indefatigable. Era intendo a rimuovere una specie di gruppo ottico per ricavare del materiale per costruire un altro suo simile. Non si accorse di una figura nera che si muoveva silenziosamente nell'oscurità. La figura si avvicinò ad una parete e collocò uno strano sistema tubolare al muro metallico per poi allontanarsi leggermente.
Una remota luce infondo al corridoio lo illuminò leggermente proiettando la sagoma di orecchie a punta.

La figura nera si allontanò e dopo aver toccato il comunicatore disse: "E' tutto in posizione."

USS Seatiger, Hangar 2
Poco dopo


McAllan, malgrado l'incidente che aveva avuto e tutti i traumi subiti, non perse tempo e raggiunse rapidamente l'hangar dove aveva lasciato il WorkBee. Appena entrato vide tre ingegneri della Flotta Stellare armeggiare attorno alla navetta.
Rimase colpito quando notò che anche loro erano stati assimilati come reggenti: non ci aveva fatto ancora l'abitudine.

Il guardiamarina J'trel si voltò verso McAllan puntandogli contro il raggio laser:"La navetta è pronta, signore."
"Bene." Lo scozzese cercò di rimanere impassibile davanti al l'inquietante raggio laser.
"Abbiamo fatto delle riparazioni di fortuna dovrebbero tenere, ma cerchi di non sollecitare troppo la navetta." Spiegò J'trel.
"Ok starò attento." Replicò McAllan sedendosi all'interno della navetta.

Non si era ancora abituato a vedere i colleghi trasformati in Borg per cui tenne gli occhi puntati verso la consolle ed attivò la sequenza di lancio.

USS Seatiger, Sezione 35alfa, limite della zona controllata dai Borg
03/01/2395, Ore 09:00 - D.S. 72006.51


Il momento era giunto. Quello sarebbe stato uno delle sue esibizioni più importanti. Di sicuro la più Rock considerando il pubblico che aveva davanti. Aveva preparato tutto: canzone, chitarra e l'alta uniforme.
Voleva apparire come un vero ufficiale della Flotta anche se quello che si apprestava a fare non era propriamente un'azione "standard" della Flotta.

Sorrise pensando a cosa stava per combinare.

Vide Tholos e Ultimo uscire da un condotto di manutenzione. L'andoriano alzò il pollice e le antenne mentre il Borg agito il braccio robotizzato: era il massimo dell'incoraggiamento che poteva ricevere da quei due.
Ma bastò. Era carico e pronto.

Rashan e Ultimo attivarono una consolle. L'andoriano iniziò a digitare rapidamente dei comandi mentre Ultimo piantò semplicemente gli iniettori tubolari.

Era il momento.

Finn salì su una pedana che iniziò a scendere verso i livelli inferiori.

USS Indefatigable, Sala Riunioni
03/01/2395, Ore 09:30 - D.S. 72006.56


Un lampo di luce materializzò Kenar, Barret e Lawtoein sulla Indefatigable.
Il teletrasporto subquantico aveva funzionato senza problemi.
Il gruppo si avvicinarono al contenitore e lo aprì. Una luce mistica avvolse i tre.

Workbee, in volo verso la sezione ventrale della USS Seatiger
03/01/2395, Ore 09:45 - D.S. 72006.59


La navetta malgrado le riparazioni di fortuna si muoveva bene e portò in poco tempo il Tenente verso le zone inferiori dello scafo. Lo scozzese si sporse nel piccolo abitacolo per cercare qualcosa. Poi attraverso una finestra vide una figura strisciare nella nave. Guardò meglio e riconobbe Carelli. Salutò la collega agitando la mano la quale si voltò e rispose al saluto ma, al contempo puntò il laser Borg contro di lui.

"Devo cercare di abituarmi o impazzirò." Si disse il timoniere vendendo la collega con le sembianze di una Borg.

Sospirò, fece un profondo respiro e avvicinò la navetta allo scafo. Con le braccia robotizzate rimosse un portello e iniziò ad armeggiare con degli attuatori. Dall'interno Carelli iniziò a rimuovere le sicure degli attuatori interni.
Avrebbero giocato ai Borg un bruttissimo scherzo.

USS Seatiger, Ponte inferiore magazzino parti di ricambio gondole e nucleo a curvatura
Contemporaneamente


La pedana raggiunse il suo fine corsa e Finn si ritrovò in un largo locale dei ponti inferiori della Seatiger. Non si ricordava bene a che cosa serviva quel posto. Supponeva che fosse un magazzino dell'antimateria antistante al nucleo, ma non ne era sicuro. I ragni Borg stavano smantellando i sistemi presenti rendendo ancora più difficile
l'identificazione del posto in cui si trovava. Vedeva in lontananza, in un secondo locale chiuso da porte stagne la regina Borg coordinare l'assimilazione assieme ad una piccola corte di droni e ragni. Malgrado la sua improvvisa apparizione nessun ragno o Borg prestava attenzione a lui: la sua assimilazione come reggente lo proteggeva.
Ma non era qui per ammirare il panorama... era qui per fare casino.
La pedana si era fermata a circa due terzi dell'altezza del locale a circa 3 metri d'altezza fornendogli un palco fantastico.
Prese la chitarra, la sua arma più potente. Fece una nota e di prova e poi...

"Who are you?
Who, who, who, who?
Who are you?
Who, who, who, who?
Who are you?
Who, who, who, who?
Who are you?
Who, who, who, who?
I woke up in a Soho doorway
A policeman knew my name..."


... e chiedere ai Borg, una specie senza individualità, "who are you?" fu un tocco di classe del Primo Ufficiale e fu più devastante, per quei mortali nemici della Federazione, che 5000 testate fotoniche.

Grazie al supporto di Ultimo la canzone venne trasmessa anche nella rete interna Borg e il continuo vociare della collettività venne sopraffatto dalla prepotente canzone degli Who cantata da Finn.

I pochi Borg provenienti dall'equipaggio della Seatiger resistettero bene riuscendo a continuare i loro compiti abbastanza bene. Al contrario i ragni Borg, dotati di una capacità di calcolo inferiori alle loro controparti umanoidi, iniziarono ad andare in tilt. Senza il continuo vociare delle collettività e sottoposti alla canzone iniziarono a comportarsi come in preda all'agitazione e a muoversi colpiti da una paura primordiale. I movimenti iniziarono a diventare grossolani e frenetici e iniziarono ad aggredirsi l'un l'altro.

Diverse porte blindate esplosero e i marinai della Seatiger e della Indefatigable fecero irruzione con un lancio di granate al plasma e fuoco di phaser. Nello stesso istante T'Kar fece esplodere le granate che aveva messo sulla Indatigable distruggendo anche lì parecchi ragni Borg.

I Borg furono presi di sorpresa e, storditi dalla canzone, non riuscivano a fare resistenza. In pochi istanti fu il caos più totale. Il contrattacco per la riconquista delle due navi era appena iniziato.

Illuminato dall'arancione dei raggi phaser e dal verde del plasma delle granate, contornato fa mille esplosioni e con ragni Borg che si distruggevano fra loro, Finn fece l'assolo più Rock della sua vita.

Workbee, vicino alla sezione ventrale della USS Seatiger
Contemporaneamente


"Lo scontro è già iniziato." Avviso McAllan alla collega.
=^= Sì... ho quasi finito. Tu? =^= Prontamente arrivò la risposta di Carelli.
McAllan controllò i monitor: "Io ho finito."
=^=Allora spostati che apro.=^=

Il timoniere ebbe appena il tempo di spostare la navetta che Carelli fece saltare l'ultimo fermo e il portellone cheutilizzato per l'espulsione in emergenza del nucleo a curvatura si aprì di colpo. Ci fu una tremenda decompressione esplosiva e i Borg che erano contenuti nel locale furono spazzati via nello spazio più nero. McAllan vide i membri dell'equipaggio della Seatiger trasformati in droni sparire nel vuoto spaziale accompagnati da mille ragni Borg. Con gli occhi cercò qualcosa, conscio che se l'avesse trovata la sua missione avrebbe avuto successo. Per un lunghissimo secondo si mise a guardare temendo il peggio. Poi la vide.
Era la regina.
Galleggiava anche lei nel vuoto.

"Anche la regina è stata espulsa." Annunciò a Carelli.
=^=Bene. =^=
"Mai i Borg possono sopravvivere nel vuoto?" Chiese il timoniere mentre guardava i droni che avevano appena espulso.
=^=Sì, ma non ti preoccupare appena recuperato il controllo della nave ci liberiamo di quell'infestazione con un bel siluro.=^=
"Bene." Fu il commento sollevato del timoniere per poi chiedere: "E lo scontro-concerto nella sezione adiacente?"
=^=Anche lo scontro nel locale di deposito dei pezzi di ricambio sta andando bene... nessuna vittima tra di noi... molte tra le file dei Borg.=^= Annunciò trionfalmente l'ingegnere capo.
"Bene peccato non aver potuto decomprimere anche quel loc... ." Poi qualcosa attirò la sua attenzione. Puntò i sensori e vide la regina. Era ancora viva e stava cercando di rientrare. Irritato e sorpreso, il timoniere disse:"Maledetta sta cercando di ritornare a bordo... sembra che nuoti nel nulla... ."
=^=Fermala!=^=

McAllan non ci pensò due volte.
Lanciò la navetta al massimo della velocità e con il braccio destro afferrò la regina. Diede comando a imbardare tutto e rilasciò la presa. La regina partì per effetto catapulta per poi rimbalzare sullo scafo corazzato della nave Federale. Lo scozzese le fu nuovamente addosso pronto a farla a pezzi con gli arti robotici quando una serie di allarmi si accesero.
Si guardo intorno e capì che diversi ragni robotici lo stavano attaccando.
Era in guai molto seri.


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04.14 - Gran Finale

Autore: Comandante Dewey Finn


Workbee, vicino alla sezione ventrale della USS Seatiger 03/01/2395, Ore 09:48 - D.S. 72006.6


McAllan tentò di digitare alcuni comandi per staccarsi di dosso i piccoli esseri ma senza molto successo. Uno di essi staccò i fili che collegavano uno dei bracci meccanici e l'arto rimase inerte. La regina borg ne approfittò per liberarsi dalla presa.

L'essere ringhò guardando l'umano attraverso il vetro rinforzato della cabina, poi si accucciò sulle potenti zampe posteriori. All'ultimo istante, prima che potesse usare il workbee come pedana di lancio per tornare sulla Seatiger, un braccio meccanico sfondò il vetro e gli impedì di andarsene.

"Non così in fretta sorella!" ringhiò Fabrizio prima che l'aria contenuta nella cabina uscisse del tutto dal foro.

I secondi successivi furono convulsi. La regina tentava in tutti i modi di strappare la presa dell'umano, la sua follia era ormai fuori controllo. I danni ricevuti dalle disfunzioni durante la gestazione l'avevano riportata ad uno stato animale cancellando ogni parvenza di ordine della collettività Borg. I suoi droni stavano divorando il workbee con voracità e presto sarebbero arrivati all'uomo.

McAllan allungò la mano libera verso il pannello e accese i reattori della navetta alla massima potenza.

USS Indefatigable, Sala Riunioni
Contemporaneamente


"Interessante..." mormorò Lawtoein guardandosi intorno.

La sala riunioni era cambiata non appena la luce li aveva investiti. Attorno a loro un vigneto risplendeva dei colori e dei profumi dell'estate. Kenar raccolse un acino e dopo averlo ammirato per un attimo lo assaggiò. La dolcezza del succo gli esplose in bocca facendogli chiudere gli occhi per il piacere.

"Benvenuti!" mormorò allegra una voce alle loro spalle. Un vecchio contadino in salopette e cappello di paglia li salutò appoggiato ad una vanga.
"Non abbiamo molto tempo..." iniziò Kenar sbrigativo "Dobbiamo trasferirvi sulla Seatiger. L'Indefatigable deve essere distrutta il prima possibile, non possiamo permettere ai Borg di infestare anche questo universo."
"Troppo tardi Capitano, il ritorno dallo stato di sfasamento quantistico ci obbliga a viaggiare di nuovo... ci è impossibile trattenerci ancora qui."
"Potete riportarci a casa?" chiese il trill speranzoso.
"Mi dispiace - rispose il contadino dispiaciuto - è troppo tardi per raccogliervi tutti, ma possiamo portare via coloro che condividevano con noi la nostra stessa traccia quantica: gli uomini dell'Indefatigable, il Borg che voi chiamate Ultimo e il giovane El'Auriano. Per rispettare la vostra richiesta eviteremo di riportarli nel loro tempo... rimarranno qui. Noi avremo modo di conoscere ancora meglio gli esseri corporei e loro potranno vivere in pace fino alla normale conclusione della loro vita."
"Non siamo dei contadini! Non ci abitueremo mai a vivere così" Rispose la Barret incrociando le braccia al petto.

Il vigneto tremolò trasformandosi nella plancia di una nave stellare nuova di zecca. Berret si ritrovò seduta sulla sedia di comando. Attorno a loro la plancia era animata dal personale di servizio di ogni razza e sesso. Sul monitor principale un misterioso pianeta si mostrava in tutta la sua maestosità.

"Allora potete venire con noi... viaggi, esperienze tutte nuove. Come dite voi? Per giungere là dove nessun uomo è mai giunto prima..." commentò il contadino ancora appoggiato alla vanga.
"Vi consiglio di accettare Barret, è un esperienza che nessun altro potrà mai fare." Aggiunse Kenar appoggiandole una mano sulla spalla.
"Grazie, ma no grazie! Un Nexus mi è bastato, se permette Capitano vorrei rimanere sulla sua nave. Avete bisogno di un barista? O se proprio devo di un consigliere? Oppure tutti e due insieme?" si intromise Lawtoein lanciando un'occhiata a due ufficiali, un uomo e una donna, che in quel momento chiacchieravano vicino ad una consolle.
"Sarà un piacere averla a bordo... e ci farebbe comodo sia il barista che il Consigliere. La invidio Barret, vorrei proprio essere al suo posto, ma ho un equipaggio da riportare a casa." sospirò Kenar.
"Addio Capitano, è stato un'onore conoscere lei e il suo equipaggio." rispose la donna alzandosi in piedi e stringendo la mano al trill.
"Un ultima cosa Capitano - riprese il contadino che già stava diventando trasparente - qualcuno ha aperto una porta dal vostro universo a questo. Non sappiamo dove e non abbiamo tempo per cercarla, ma un modo per tornare a casa esiste." detto questo l'essere svanì e i due ufficiali rimasti si ritrovarono di nuovo nella sala riunioni della Indefatigable. Il cristallo dei profeti era sparito.
"Capitano - chiamò Tkar attraverso il collegamento dell'unimatrice - i sopravvissuti della Indefatigable sono scomparsi dalla Seatiger."
"Lo so... hanno iniziato un viaggio sorprendente e noi dobbiamo riprendere il nostro. Ora abbiamo anche noi abbiamo qualcosa da cercare! Qual'è la situazione sulla Seatiger?"
"Il Signor Finn continua la sua opera di disturbo. Non credevo che I'kushizhau etek salan potesse essere suonato con una chitarra elettrica... Sidzhan t'Gai, il suo creatore, starà rivoltandosi nella tomba." rispose il vulcaniano.
"Sarcasmo signor Tkar?"
"Molto probabilmente. L'unimatrice ha alcuni effetti negativi, fra cui condividere anche le emozioni."
"La regina borg che fine ha fatt... lasci perdere, so io dov'è! Via di qui!" esclamò il Capitano della Seatiger guardando fuori dal finestrino della sala riunioni.

USS Indefatigable, Esterno
03/01/2395, Ore 10:00 - D.S. 72006.62


La cupola del Workbee era stata del tutto divelta e McAllan era in piedi sul sedile esposto ai rigosi dello spazio mentre la navetta, lanciata dai reattori contro la Indefatigable, era prossima a schiantarsi.

Avrebbe voluto esclamare qualche frase epica, qualcosa che rendesse il suo sacrificio degno di un'antica leggenda scozzese. Qualcosa che i posteri avrebbero potuto ricordare, ma la mancanza di aria non permetteva ai suoni di essere udibili. La navetta si sarebbe schiantata contro la nave ben più grande, probabilmente la regina borg non avrebbe subito grossi danni, ma almeno non avrebbe potuto tornare sulla Seatiger. E da li non poteva scappare. Il siluro che aveva posizionato vicino al nucleo materia/antimateria avrebbe trasformato la zona in una palla di fuoco vaporizzando tutto nel giro di pochi secondi. Valeva la pena morire per salvare tutti gli altri.

"Lo sa vero che è dotato di un teletrasporto subquantico?" chiese Tkar dall'unimatrice.
"Non me lo ricordavo proprio..." rispose McAllan con un ghigno.

Le sue braccia parvero gonfiarsi di nuova forza. Con un silenzioso ringhio strappò la regina dalla carlinga del piccolo veicolo e la ficcò con forza nell'abitacolo a testa in giù. All'ultimo istante spiccò un balzo e librandosi nello spazio. Ma la velocità era tropo alta e anche lui stava schizzando in direzione della Indefatigable.

"Adesso o mai più Tenente!" esclamò Tkar. All'ultimo istante McAllan sparì e il workbee si schiantò contro la nave federale sfondando una paratia ormai danneggiata e incastrandosi nella sala riunioni.

USS Seatiger, Plancia
03/01/2395, Ore 21:00 - D.S. 72007.88


"Signor Tkar, rapporto" ordinò Kenar massaggiandosi il braccio da cui era stata eliminata la parte più sostanziosa della tecnologia borg.
"La sezione ingegneria ha quasi finito le riparazioni. Rimanere in forma borg ha fatto aumentare la velocità di lavoro del 175%. Se ritardiamo il ritorno alla forma originale di una settimana potremmo riportare la nave allo stato del suo varo."
"No. Il Signor Lawtoein ha detto che rimanere troppo a lungo in forma borg potrebbe essere deleterio per la psiche. Ho permesso alla sezione ingegneria di rimanere borg solo perché Carelli me l'ha chiesto con insistenza per poter operare con più efficienza. Ma hanno tempo fino a mezzanotte, poi andranno tutti dal dottor Bruce per farsi togliere gli impianti."
"La procedura trovata nella banca dati borg per riportare i droni alla normalità sarà molto utile alla Federazione se riusciremo a tornare a casa." Commentò Tholos bevendo un sorso di te appoggiato alla sua consolle.
"Ha avuto un'ottima idea a scaricare i dati presenti nella memoria della sfera." Tholos fece un cenno di ringraziamento.
"Finn?" chiese il Capitano guardando il posto vuoto del suo primo ufficiale.
"E' andato a letto. Ci eravamo dimenticati del suo concerto. Ha tenuto i Borg impegnati per sette ore e quando ci siamo ricordati di lui è crollato per la fatica." rispose Anari con un tono orgoglioso.
"I droni della regina sono stati tutti eliminati?" chiese infine Kenar stiracchiandosi. Aveva anche lui intenzione di andare a dormire.
"Abbiamo scandagliato l'area in tutte le direzioni alla massima potenza, niente poteva resistere all'esplosione della Indefatigable." rispose il vulcaniano facendo ticchettare i suoi impianti borg.

"Bene signori, io mi ritiro nei miei alloggi. Tholos a lei la plancia e si assicuri che anche il Signor Tkar si faccia togliere quegli impianti, ci sta prendendo troppo gusto a mio parere. Appena siamo in grado di muoverci fate rotta verso il più vicino pianeta abitato e tecnologicamente avanzato. Lì fuori c'è un modo per tornare a casa... è il momento di cercarlo seriamente."


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FINE MISSIONE