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USS RAZIEL - MISSIONE 04 RSS USS RAZIEL - Missione 04

04.00 " Mosca andata e ritorno "

di Francis "Frank" Moses, Pubblicato il 15-01-2017

SOL III (Terra)
Mosca, Gol'yanovo
10 gennaio 2397 ore 22:12


Odore di chiuso misto a sudore, fumo di sigarette e altre schifezze non ben identificabili. Le fascette di plastica che legavano le braccia alla sedia, mordevano la carne in profondità. Le mani erano ormai diventate delle appendici insensibili.
Stava attendendo da due ore ormai. Due ore lunghe e piene di pugni e calci. Sputò un grumo di sangue e cercò di muovere la mascella indolenzita.
"Che fine ha fatto Gregoy?" chiese il tizio grosso che lo aveva malmenato fino ad un attimo prima.
"Arriva..." rispose l'altro che lo aveva malmenato per le due ore precedenti ed ora era stanco.
Non riusciva a vederli bene, vuoi per la scarsa illuminazione, vuoi per gli occhi gonfi.
Frattura del setto nasale e almeno due costole rotte. Pensava che ci sarebbero andati giù più pesanti, ma invece Gregoy aveva dato ordini differenti... forse per avere il privilegio di farlo fuori personalmente.
L'energumeno alzò il pugno per un altro momento di antistress, ma il rumore della porta che si apriva lo bloccò con il braccio alzato. I due si voltarono guardinghi ed il prigioniero strizzò gli occhi per poter vedere chi era arrivato... inutilmente.
"Bene, bene, bene..." Gregoy, capo indiscusso del sindacato russo, aveva una voce estasiata.
Assassino, trafficante d'armi. Qualsiasi cosa fosse reato lui l'aveva fatto... anche più di una volta.
Per anni tutte le polizie della terra avevano cercato di mettergli le mani addosso, compresa la sicurezza della Flotta Stellare quando si è scoperto immerso fino al collo nei traffici illeciti con il Dominio.
Tutto inutilmente.
Gregory era intoccabile in quella che una volta era l'antica Russia. Nessuno poteva avvicinarlo senza che lui non lo sapesse e nessuno si era mai avvicinato così tanto da poterlo almeno vedere in faccia... e rimanere vivo almeno.
Tutti tranne due uomini.
Uno dei due uomini era legato ad una sedia... forse Gregoy avrebbe cancellato una delle due macchie nel suo altrimenti perfetto curriculum.
Il secondo uomo della lista invece era un'altra storia... ogni volta che Gregoy veniva a sapere che Lui tornava sulla terra, il criminale russo si faceva venir voglia di controllare i suoi affari ad un sistema solare di distanza. Due anche meglio.
Ma ora erano solo loro due.
"Gregoy apprezza la tua visita!" commentò il russo assaporando il momento.
"Ancora a parlare di te in terza persona?" rispose il prigioniero sollevando lo sguardo.
"Gregoy tenta da anni di mettere le mani addosso al suo federale preferito..." l'uomo parve non ascoltarlo continuando il suo personale monologo. "Certamente questa volta Gregoy non fallirà!"
Il russo fece un cenno ad uno degli uomini della sua scorta che gli porse un'arma vecchio modello. Una pistola di almeno quattro secoli prima.
"Gregoy ama le vecchie armi. Armi da uomini. Non quei pezzi di plastica che sparano raggi colorati... armi da bambini quelle. Se fosse stato qualcun altro Gregoy avrebbe lasciato che Victor e Vassily facessero il lavoro..." il russo lo guardò con un sorriso "Ma per il mio Tenente preferito farò un eccezione!" commentò sollevando l'arma e puntandola in mezzo agli occhi del prigioniero.
Naidoo guardò la bocca dell'arma da fuoco e poi gli occhi del suo assassino.

FLASHBACK
Base Stellare K-4 Empireo
Ponte 4 - Sala riunioni principale
19 dicembre 2396 ore 21:25


"Ne sono sicuri?" chiese Moses all'Ammiraglio Bates per l'ennesima volta.
"Certo che ne sono sicuri Comandante, altrimenti non vi avrei nemmeno interpellati!" rispose piccata la donna.
Trovava fastidioso l'abitudine di suo marito di dubitare di qualsiasi informazione che lui personalmente non aveva verificato.
Gli occhi di Moses mandarono un bagliore di divertimento e la donna sbuffò. La stava stuzzicando... più tardi gliela avrebbe fatta pagare. Magari in privato.
"Capitano è indispensabile prendere sul serio questa minaccia - continuò l'Ammiraglio - una minaccia di attacco terroristico non è da prendere alla leggera."
"Sono d'accordo con lei - confermò Hazyel accavallando le gambe con fare pensieroso - ma il signor Moses ha ragione... non è una cosa normale un attacco terroristico sulla Terra. Avete i vostri problemi come tutti, ma il terrorismo ve lo siete lasciati alle spalle da secoli ormai. Sappiamo chi sta organizzando tutto?"
"Dalle voci pare sia una fazione anti federale e soprattutto xenofoba. 'La terra ai terrestri'... una di quelle cose assurde e radicate fra le persone con un basso livello culturale. Il razzismo abbonda fra gli stupidi. Ma i segni di un attentato sembrano tutti presenti: acquisti di materiali sospetti, aumento di traffico su canali sospetti..."
"Che tipo di attacco vi aspettate?" la interruppe Moses.
L'Ammiraglio Bates guardò gli uomini e le donne sedute nella stanza:
"Una bomba sporca..."
Naidoo fischiò fra i denti e Moses s'incupì.
"Mi potete spiegare meglio?" chiese Sarah Mendel sentendo che l'aria nella stanza si era fatta di colpo gelida.
"E' un tipo di arma molto antiquato e pericoloso." si intromise l'ingegnere capo
"Sono armi radiologiche progettate per spargere materiale radioattivo in una vasta area. Non sono devastanti come un'arma nucleare ma sono molto più difficili da individuare."
"Ma ormai non provocherebbe più i danni che dovrebbe. Nel giro di un mese saremmo in grado di eliminare tutta la contaminazione. Non voglio dire che non sia pericoloso - si affrettò a dire Wood sollevando le mani - ma se io volessi provocare distruzioni troverei certamente metodi migliori."
"Migliori forse, ma anche più facilmente individuabili" commentò Naidoo
"Tutti i materiali che al giorno d'oggi potrebbero provocare grandi distruzioni sono mantenute sotto stretto controllo. Le vecchie scorie radioattive invece sono un altro paio di maniche."
"Esatto!" riprese l'Ammiraglio Bates "E qui veniamo direttamente a lei Tenente Naidoo.
Lui sollevò un sopracciglio sorpreso.
"Abbiamo saputo chi sta fornendo il materiale ai terroristi."
"Gregoy..." sibilò il capo della sicurezza con un ringhio animale.
"Vedo che si ricorda di lui..." confermò la donna.
"Gregoy Golubev?" chiese Moses sorpreso ed ebbe in risposta un cenno di assenso dalla moglie.
"Potete spiegare? Chi è questo Gregoy?" domandò Hazyel.
"E' una leggenda metropolitana. Lo spauracchio che le mamme criminali raccontano ai loro figli quando fanno i cattivi. 'Comportati bene o Gregoy verrà a prenderti per farti diventare come lui!'" rispose Moses con un grugnito.
"La beffa più grande che il diavolo abbia mai fatto è stato convincere il mondo che lui non esiste." commentò Naidoo accigliandosi.
"E come catturiamo qualcuno che nessuno al mondo riesce a trovare?" chiese la dottoressa Tarev con un brivido.
"Sembra che qualcuno ci sia... e che Gregoy abbia un conto in sospeso con lui." rispose la Bates.
"Quindici anni fa circa, quando ancora ero nella squadra omicidi di Pretoria, incrociai Gregoy per pura fortuna. Riuscii quasi a catturarlo, ma sfuggì all'ultimo momento. Ha anche tentato un paio di volte di farmi uccidere, ma da quando sono entrato nella Flotta Stellare non ho più sentito parlare di lui." spiegò Naidoo
"Credo di essere l'unico ad averlo visto in faccia."
"No..." la voce di Cortez raggiunse gli altri raggelandoli.
Tombstone non si sentiva mai: non interrompeva, non faceva domande, non dava suggerimenti. Era come un'arma, un affilato coltello da combattimento, lasciato su un tavolo in attesa di essere usato.
"Anch'io ho avuto il piacere di incontrarlo." terminò con un tono inespressivo che fece rabbrividire Elaina.
Visto che tutti lo guardavano, fu costretto a dare una spiegazione e lo fece con un tono neutro e incolore. Durante tutto il racconto i suoi occhi erano persi nel vuoto e la sua voce rimase distaccata.
"Adesso ogni volta che arrivo sulla Terra passo almeno una settimana in Russia a cercarlo, ma da quel che so, ogni volta che io arrivo, lui parte per una meta il più lontano possibile dal pianeta" terminò Cortez.
"Chissà perché..." commentò Fox deglutendo per l'agghiacciante racconto e guadagnandosi un'occhiataccia dalla Mendel.
"Secondo quello che si dice in giro: Satana in persona cerca Gregoy per strappargli il cuore con un cucchiaino..." commentò Moses con un ghigno.
Fra lo stupore di tutti Cortez aprì il taschino della divisa tattica e gettò sul tavolo un cucchiaino da dolce.
"Per non dimenticare..." spiegò Tombstone senza cambiare espressione.
"Err... ehm.. Ok.." balbettò l'Ammiraglio presa un po' alla sprovvista dalla situazione
"Mi perdoni Ammiraglio, ma ancora non mi è chiaro. Come lo troviamo?" chiese di nuovo il medico di bordo.
"Farò da esca!" affermò lapidario Naidoo.
"Si farà uccidere!" commentò Wood.
"E' l'unico modo di prenderlo. Se io arrivo alla sua portata non si farà scappare l'occasione. Basterà un piccolo incarico di una settimana presso la base a Mosca... qualcosa di improvviso e tanto breve da non dargli tempo di pensare. Una volta che i suoi uomini mi avranno preso, voi mi seguirete e noi prenderemo lui."
Tutti guardarono il Capitano Hazyel che osservava intensamente Naidoo dall'altra parte del tavolo. Alla fine acconsentì con uno sguardo di ghiaccio negli occhi.
"Cercate solo di non arrivare tardi..." mormorò Naidoo.
Hazyel e Moses fecero un lieve cenno di assenso.

SOL III (Terra)
Mosca, Gol'yanovo
10 gennaio 2397 ore 22:23


"Hai niente da dire a Gregoy prima di morire?" chiese l'uomo con un ghigno di sufficienza.
"Sì..." Naidoo sputò di nuovo del sangue a terra e poi tornò a guardarlo negli occhi
"Gregoy Golubev ti dichiaro in arresto!"
Le luci si spensero all'improvviso. Nessun rumore, solo qualche grugnito nel buio. Corpi umani che cadono. Poi un faro si accese illuminando con la sua luce azzurrina i due contendenti.
Gregoy aveva ancora l'arma puntata sul volto di Naidoo, ma decine di puntini rossi danzavano sul suo corpo e sul suo volto.
Al di fuori del perfetto cerchio creato dalla luce, forme più nere dell'oscurità si muovevano silenziose con occhi verdi che risplendevano raccapriccianti.
Il criminale deglutì e rimise la sicura alla pistola.
Una mano emerse dal buio e gliela tolse lentamente.
"Non potete fare nulla a Gregoy. Gregoy sarà libero in breve tempo..." commentò il russo con un sorriso.
"Non questa volta... tu parlerai. E ci dirai tutto quello che vogliamo sapere della bomba sporca" lo avvertì Naidoo, mentre qualcuno dal buio tagliava i legacci che lo trattenevano alla sedia.
"Gregoy non parla!" rispose lui con sicurezza mentre un tintinnio metallico si avvicinava nell'oscurità.
"Oh Gregoy, tu parlerai... eccome se parlerai" sorrise Naidoo guardando il buio e pregustandosi quello che stava per accadere.
L'uomo in tuta da combattimento aveva il viso nascosto dall'elmo, ma il cucchiaino d'acciaio che batteva ritmicamente contro il fucile laser che portava a tracolla era inconfondibile.
Gregoy lanciò un grido di terrore e cercò di scappare, ma altre mani lo afferrarono e lo trascinarono nell'oscurità. Il suo grido fu troncato di netto.
"Tu sei pazzo fratello!" commentò Di Nardo aprendo la visiera dell'elmo "Hai rischiato grosso..."
"Una normale giornata d'ufficio" rispose il capo della sicurezza appoggiandosi all'amico.
"Pensi che parlerà?" domandò il suo vice passandogli un tricorder lungo il corpo e facendo una smorfia per le condizioni del suo compagno.
"Probabilmente racconterà anche le marachelle che faceva da ragazzino - intervenne Moses uscendo dal buio - Aveva un terrore folle di Cortez. Sicuramente racconterà tutto. Fatti dare un'occhiata dalla dottoressa, non hai un bell'aspetto." terminò il Primo Ufficiale guardando le tumefazioni del viso.
"Naidoo a Raziel, due da far risalire." chiamò Naidoo appoggiato ancora alla spalla del suo vice. Un attimo dopo i due sparirono in una cascata di luci.
"Pensa che sia un semplice attacco terroristico?" chiese Hazyel togliendosi il casco della tuta e guardando Moses negli occhi.
"Mmpfh... Potrebbe essere, ma qualcosa mi dice che catturare Gregoy è stato solo il primo passo. E che i terroristi non centrano nulla in questa storia."
"E' quello che penso io. Vada con gli altri e si assicuri che Cortez non faccia fuori il russo... almeno non prima di aver parlato" commentò sarcastico il Risiano.
Moses mostrò un sorriso da lupo e si dileguò nel buio.
"Hazyel a tutte le squadre. La festa è finita per ora... tutti a casa."