USS PYTHEAS - MISSIONE 06 RSS USS PYTHEAS - Missione 06

06.13 "Furti"

di Timeran Bhreel Legen, Pubblicato il 30-10-2016

USS Baffin - Plancia - 06/12/2395, ore 00:24


Il cubo Borg riempiva quasi tutto lo schermo e quando Enizia e gli altri arrivarono in plancia il pensiero che attraversò la mente di tutti fu che avrebbe potuto essere l'ultima cosa che avrebbero visto. Avevano appena finito di liberarsi da una trappola mortale per cadere dritti in una, forse, persino peggiore.
L'andoriana prese posto nella poltrona di comando e puntò gli occhi alla figura incombente sul visore principale.
"Rapporto."
"Cubo Borg in rotta di intercettazione. Arrivo previsto in nove minuti" riferì immediatamente Nurell dalla sua postazione, nessuna inflessione particolare nella voce.
"Allarme rosso, su gli scudi. Ai posti di combattimento."
L'ordine era inutile, Enizia lo sapeva. Il suo equipaggio sapeva benissimo come affrontare un'emergenza. Le luci dell'allarme rosso iniziarono a lampeggiare ancora prima che terminasse la frase, tingendo la plancia e tutti i suoi occupanti di un cupo cremisi.
"La Cepheus è in condizioni di combattere?"
L'ufficiale tattico richiamò sul display i dati delle scansioni appena effettuate. "Forse, ma i loro sistemi non sono certo al massimo dell'efficienza. Non reggeranno a lungo."
"Immagino che dovremo farcelo bastare," sibilò Enizia tra i denti.

USS Baffin - Celle detentive - Contemporaneamente


Nonostante il sedativo che gli era stato somministrato dal medico di bordo, l'attivazione dell'allarme rosso ebbe sull'ormai ex capitano Norton lo stesso effetto di una cannonata sparata in pieno sonno. L'uomo era balzato in piedi sembrando, se possibile, ancora più alterato e instabile di prima e si era praticamente gettato contro il campo di forza a chiusura della cella.
La sua era l'unica occupata. Morto David e senza l'influenza dello stesso Norton, nessuno degli altri membri dell'equipaggio portati a bordo della Baffin aveva opposto la benchè minima resistenza ed era perciò stato trasferito in alcune delle aree che Bhreel e Appel stavano facendo allestire per il trattamento dei sopravvissuti della Cepheus. Norton tuttavia non sembrò accorgersene.
"Cosa sta succedendo?" sbraitò contro la guardia di sicurezza che, da parte sua, rimase completamente impassibile. "Dimmi che cosa sta succedendo!"
L'uomo non parve nemmeno remotamente impressionato dallo scoppio d'ira dell'altro. "Siamo entrati in allarme rosso," rispose con ovvietà. "Non le serve sapere altro. Ora si calmi e si sieda."
Il giovane tenente si aspettava che Norton continuasse nella sua sparata e rimase sorpreso quando questi arretrò verso la branda e vi si lasciò cadere. Poi, senza alcun preavviso, scoppiò a ridere.
"Sono tornati, non è vero?"

USS Cepheus - Plancia - Contemporaneamente


Pierce aveva avvertito l'avvicinarsi del cubo Borg anche prima che tutte le consolle dei sensori in plancia si accendessero come alberi di Natale piuttosto bruttini e decisamente inquietanti. Deglutì e si raddrizzò sulla poltrona di comando che aveva occupato fin dal suo arrivo sul ponte di comando. La sua esperienza con i Borg era storia passata, era completamente ristabilito come avevano constato e dichiarato diversi consiglieri e team medici, compresa la sua attuale moglie. Ma la paura di quegli esseri... la paura non se ne era andata mai davvero. E ora si trovava nuovamente di fronte ad un nemico che al loro ultimo incontro gli aveva quasi portato via tutto. Tuttavia, era lui l'ufficiale comandante in quel luogo e in quel momento ed era lui ora a dover reagire.
"Rapporto," chiese, mantenendo il tono fermo.
Alla sua richiesta vari membri dell'equipaggio della Curie riferirono delle condizioni della nave. Nessuno si aspettava un attacco e tutto il personale della Cepheus era stato fatto uscire dal centro di comando. Pierce si chiese se, anche se fossero rimasti, sarebbero riusciti a soppore l'idea di un altro scontro con i Borg.
I rapporti che ricevette erano meno che incoraggianti. La Cepheus era tenuta insieme da riparazioni di fortuna e tanta speranza, difficilmente avrebbe retto a lungo in un combattimento del genere.
"Aprire un canale con la Baffin. Inviate loro i rapporti sul nostro stato e richiedete istruzioni," ordinò. Qualunque sarebbe stata la strategia della Baffin, la Cepheus avrebbe fatto la sua parte.

USS Baffin - Infermeria - Contemporaneamente


L'attivazione dell'allarme rosso in infermeria non aveva provocato scoppi d'ira, bensì puro e semplice terrore, seppur un tipo di terrore vagamente rassegnato. Oltre ai prigionieri vulcaniani erano presenti i medici e la piccola Clarice, portata lì da Volkoff per essere visitata. Non appena l'allarme prese a suonare, la piccola scivolò giù dal lettino sui cui sedeva insieme alla sua bambola e corse ad abbracciare le gambe di Neral.
La vulcaniana, mostrando una dolcezza che Maurian si sarebbe mai aspettato, le accarezzò la testa mormorando qualche parola tranquillizzante. Dalla sua sedia, sollevò lo sguardo sul medico.
"Dottore, sarebbe così cortese da accompagnarmi in plancia?"
Maurian aggrottò le sopracciglia. "Non credo proprio che sia una buona idea. Ha dato il suo contributo con quelle sfere succhia energia, ora ha bisogno di riposo."
"Sicuramente lei ha ragione, tuttavia temo comunque di doverla contraddire. E' imperativo che io raggiunga la plancia al più presto."
"Nel bel mezzo di un attacco..." proseguì Maurian, ma la donna sollevò una mano. "Proprio per via dell'attacco, Dottore."

USS Baffin - Plancia - 06/12/2395, ore 00:31


"Comunicate alla Cepheus di portarsi alle coordinate prestabilite per la formazione. Cerchiamo di deviare da loro quanto più fuoco possibile."
"Se necessario possiamo trasbordare parte dell'equipaggio, ma con gli scudi alzati saranno bloccati a bordo."

Enizia annuì, le antenne protese in avanti. "Coordinatevi con la Curie. Voglio essere pronta per il loro arrivo."
Da tutte le postazioni arrivarono risposte affermative.
"Cubo Borg in uscita dalla curvatura in 15, 14, 13... " cominciò Steve al timone, le dita pronte ad avviare le manovre necessarie all'imminente battaglia.
Il conto alla rovescia terminò e il cubo Borg uscì dalla curvatura ad una distanza dalla Curie che Enizia giudicò quanto meno discutibile. Aggrottò le sopracciglia mentre il consueto raggio verde attraversava la plancia, scansionando tutti loro e la nave. Strinse le dita sul bracciolo della poltrona, anticipando mentalmente gli ordini che stava per dare al suo equipaggio, in attesa dell'attacco della nave nemica... che non arrivò.
Non accadde nulla per dieci secondi, poi venti.

"Che diavolo stanno facendo?" sbottò Enizia.
"Io non lo so, Capitano," rispose Nurell, apparentemente perplesso. "Non hanno attivato le armi, stanno solo fermi lì."
"Non hanno nemmeno recitato il loro slogan," commentò Steve, le dita incollate ai comandi.
"Comunque sia, non intendo perdere tempo a scoprire perchè non sembrano interessati ad assimilarci. Payton..."
"Mi scusi, Capitano. Sono interessati ad assimilarci." La voce di Neral interruppe il capitano, bassa e priva di emozione. "Prima però, presumo intendano recuperare ciò che è loro."