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USS NOVALIS - MISSIONE 16 RSS USS NOVALIS - Missione 16

16.02 "O sei parte della soluzione ... o sei parte del problema"

di Coral Nimosit, Pubblicato il 24-06-2017

USS Novalis, plancia
20/03/2396, Ore 8:46 - D.S. 73214.69
La base stellare N5 era già al centro dello schermo della plancia. Si trattava di un piccolo avamposto scientifico in territorio federale, ma al confine con la zona neutrale romulana. Posta al limitare di un desolato sistema binario composto da soli quattro pianeti, tutti completamente inadatti alla vita, era nella posizione perfetta per osservare la maestosa nebulosa NGC 3107, conosciuta in ambito scientifico anche col nome di Nube di Zaffiro, per il caratteristico colore azzurro intenso.
La forma appiattita e rotonda della stazione, con i moli d'attracco che sporgevano verso lo spazio esterno le conferivano l'aspetto di un ragno in agguato pronto a saltare addosso alla sua preda.

"Non ci si diverte molto da queste parti." Sibilò Nimosit seduto alla sua postazione.
"Affascinante!" Fece Kuz dalla consolle scientifica, mentre ammirava la nube sullo sfondo.
"Signor Oxila" - intervenne il capitano - "comunichi al centro di controllo della stazione la richiesta di attracco e proceda con le operazioni."
"Ricevuto Capitano." Annuì l'altro.

Viste le dimensioni ridotte della stazione, le navi stellari di grandi dimensioni non potevano essere ospitate nell'hangar principale e dovevano essere guidate dal centro di controllo fino al molo d'attracco assegnato. Le operazioni sarebbero state eseguite dal computer della stazione, per evitare qualsiasi possibile errore che avrebbe potuto essere fatale.

"Il centro di controllo prende in consegna la nave, il nostro molo è il numero 6." Fece Oxila poco dopo. Kuribayashi annuì.

Dopo alcuni minuti di attesa, la grande nave da guerra fu agganciata al molo 6.

"Guardiamarina" - intervenne il Capitano rivolto all'ufficiale alle comunicazioni - "apra un canale con tutto l'equipaggio." L'altro annuì ed eseguì. "È il capitano che parla, da questo momento siamo attraccati alla base stellare N5. Senza mio espresso ordine è vietato a chiunque sbarcare sulla stazione. Ripeto, è vietato sbarcare sulla stazione."
Poi si voltò verso il suo Primo Ufficiale.

"Numero uno, organizzi una piccola squadra per il recupero della salma del comandante Elbrun."
"Pensavo sarebbe andato lei, capitano." Rispose Nimosit sorpreso.
"Ci sono molti D-padd che attendono la mia validazione ancora sul mio tavolo. E non voglio dare l'impressione sbagliata al capitano Utoya."
"Molto bene." Annuì Nimosit.

USS Novalis, sala teletrasporto 1
Poco dopo


Nimosit e Thevek erano in posizione sulla pedana, in attesa del terzo membro della squadra.

"Comincio a pensare che tu cerchi tutti i sistemi per starmi alle costole!" Ammiccò il consigliere con fare fintamente altero. Nimosit puntò l'indice verso sé stesso con aria stupita. Lei ricambiò puntando due dita prima verso i suoi occhi e poi verso il primo ufficiale. Per la serie.....Ti tengo d'occhio.

"Scusate il ritardo, sono pronto." Il dottor Di Maria arrivò di gran carriera e andò a sistemarsi accanto agli altri due.

"Pensavo andassimo solo a recuperare la salma." Disse la donna facendo caso alla piccola valigetta che il medico aveva con sé.

"Un dottore che si rispetti non va da nessuna parte senza il suo 'necessaire'." - Fece notare l'altro - "Tricorder medici, in caso servissero."

Quando Kuribayashi aveva chiesto a Nimosit di organizzare una squadra di recupero, egli aveva pensato subito a Thevek e Di Maria. Se per il secondo le ragioni erano del tutto ovvie vista la triste situazione, le motivazioni che lo avevano spinto a richiedere la presenza del consigliere erano più.....sfumate. Conosceva il contrammiraglio Wellington da molti anni, da quando frequentava l'Accademia, e se lui pensava che ci fosse puzza di bruciato su quella stazione, allora c'era puzza davvero.

E il comandante Thevek era un segugio formidabile.

In realtà avrebbero potuto semplicemente attendere dalla base che teletrasportassero la salma della Elbrun, ma il perché invece dovessero andare di persona lo aveva chiaramente spiegato il capitano poco dopo aver fatto rotta sulla base stellare.

*** Flashback ***
USS Novalis, sala riunioni
16 ore prime


"Non sarebbe sufficiente attendere in sala teletrasporto che ci mandino la salma dalla base?" Aveva infatti fatto notare Romanov, con le braccia conserte.

"Il contrammiraglio Wellington ci ha espressamente richiesto un'indagine sul posto." Spiegò Kuribayashi.
"Sente puzza di bruciato?" Continuò il tattico.
"Non è convinto, nonostante abbia letto il rapporto che gli è stato inviato, che si tratti di suicidio. Tale rapporto è a vostra disposizione. Leggetelo bene prima del nostro arrivo, anche se probabilmente ne ricaverete poche informazioni." Concluse il capitano.
"Cosa dice questo rapporto?" Fece Kuz.
"Parla di suicidio overdose da droghe." Spiegò Nimosit.
"Molto comodo." Sibilò Di Maria.
"Che intende dottore." Si accigliò l'ufficiale scientifico.
"Se fossi intenzionato ad uccidere una persona lasciando il minor numero di tracce possibili, allora penserei seriamente a preparare un mix di droghe letali. Semplice e veloce."
"Ma?" Lo incalzò la giovane che ormai conosceva il modo di ragionare del medico.
Di Maria sospirò.

"Le droghe interagiscono fortemente con il nostro metabolismo e con il nostro encefalo. Con così tante specie umanoidi diventa complicato individuare il corretto mix di sostanze e le relative dosi. Ad esempio se iniettate oppiacei in un deltano avrete il solo effetto di farlo ridere a crepapelle per ore." Il comandante Elbrun era mezza umana e mezza andoriana.
"Quindi non crede alla storia dell'overdose?" Chiese Romanov.
"Non dico questo, almeno a priori. Può non essere facile stabilirlo, ma bisogna anche sapere dove cercare....." Sentenziò alla fine il dottore.
"Quali sono i sospetti del contrammiraglio, signore?" Chiese Thevek, incuriosita.
"Non ne ha al momento" - intervenne Nimosit - "o forse non li ha voluti esprimere per non orientare il nostro giudizio. Conosco Wellington da quando ero solo un cadetto, oltre ad essere un ottimo ufficiale è soprattutto un uomo di buon senso e di grande acume. Se ha dei sospetti, molto probabilmente hanno un serio fondamento."
"Lo scopriremo presto comunque. Tra quanto arriveremo alla base stellare signor Oxila?" Chiese il capitano.
"16 ore circa signore."
"Molto bene. Signori.....Se non avete altre domande, potete andare."
La riunione era terminata.

USS Novalis, sala teletrasporto 1
16 ore dopo


Erano pronti. Nimosit fece un cenno all'ufficiale alla consolle del teletrasporto e poco dopo sparirono per ricomparire sulla base stellare N5. Ad attenderli c'erano il capitano Utoya ed il suo secondo, il comandante Folie. Nessuno dei due era molto contento di vederli e nessuno dei due faceva niente per nasconderlo.

"Capitano, sono il comandante Nimosit, primo ufficiale della Novalis. Chiedo il permesso di salire a bordo." Aveva usato tutta la 'cerimonia' concessagli dal suo amor proprio, giusto per non entrare subito in guerra.
"Permesso accordato comandante." Rispose asciutto Utoya.
"Il comandante Thevek, nostro consigliere di bordo, ed il dottor Di Maria." Presentò velocemente la squadra mentre scendevano dalla pedana del teletrasporto.
"Credevamo sarebbe stato sufficiente teletrasportare a bordo della vostra nave il corpo dello sfortunato ufficiale." Fece Folie, subito dopo i convenevoli.

Nimosit era pronto a quella domanda, in effetti appena avevano attraccato, dalla base avevano richiesto di poter inviare la salma immediatamente, ma Kuribayashi aveva risposto picche.

"Ordine della Flotta, dobbiamo fare una piccola indagine e stilare un rapporto. Mi dispiace." Di fatto era la pura verità, ma risultava anche comodo, in quel frangente, dare la colpa a qualcuno che non c'era.

"Abbiamo inviato al Comando di Flotta il nostro rapporto sul decesso del comandante Elbrun. Mi sembra tutto chiaro e lineare."

Nimosit allargò le braccia.
"Non so che dirvi, dobbiamo semplicemente obbedire agli ordini." Utoya sospirò. Come il suo secondo, avrebbe preferito vedere la Novalis lasciare l'ormeggio al più presto, anche se per ragioni differenti.

"Da dove volete cominciare?" Chiese senza particolari enfasi.
"Dal corpo del comandante Elbrun, se non vi dispiace." Intervenne Di Maria.
"Seguitemi." Folie si voltò e si incamminò subito seguito dal capitano Utoya. A qualche passo di distanza lo seguivano i tre ufficiali della Novalis.
"Attiva i sensori a corto raggio!" Sibiló Nimosit rivolto al consigliere. Riponeva molta fiducia nelle capacità di analisi della donna e nel suo sesto senso. Fino ad allora avevano entrambi dato prova di grande affidabilità.
Ma non lo avrebbe certo rivelato a Dwalla. Neppure sotto tortura.

La salma era tenuta in cella frigo in un piccolo locale adiacente all'infermeria 2 della stazione. Il corpo non presentava segni evidenti di colluttazione, né ferite di alcun genere.

"Chi è stato a rinvenire il cadavere?" Chiese il dottore dopo un breve ma accurato esame visivo.
"Sono stato io." - Rispose Folie. - "È tutto scritto nel rapporto!"
"Ho letto il rapporto, grazie." Tagliò corto Di Maria mentre continuava la sua disamina, anche con l'impiego di alcuni Tricorder.

Nimosit lo osservava da debita distanza, Thevek dal canto suo non staccava gli occhi di dosso dai due ufficiali della base.

"Perché non proseguite con le vostre indagini sul cadavere direttamente nella vostra nave?" - Insistette il primo ufficiale non senza un velo di impazienza. - "Se mi date cinque minuti avrete la salma già a bordo."
"Dov'è stato rinvenuto il cadavere?" Proseguì Di Maria, noncurante del commento altrui.
"Nell'alloggio assegnato al comandante Elbrun." Fece Folie.
"Avete risistemato tutto, immagino."
"Certamente." Rispose l'ufficiale esecutivo direttamente a Nimosit. Di Maria si voltò verso il suo superiore, riponendo nella borsa i Tricorder.

"Signore, ritengo che per una analisi più approfondita sia necessaria la strumentazione che abbiamo nella nostra infermeria. Che ne dice se portiamo il corpo del comandante Elbrun sulla Novalis?"

Nimosit afferrò al volo il senso della richiesta del dottore. Se avevano rimesso a posto la scena del ritrovamento gli eventuali indizi erano già andati a farsi benedire. Dall'anteriore del medico intuì che le analisi superficiali condotte non erano sufficienti a chiarire i fatti. Al momento non c'era molto altro che potessero fare, se non recuperare il corpo della giovane ufficiale e proseguire il lavoro a bordo della Novalis. L'unica che poteva dar loro delle risposte alle tante domande era stesa senza vita su un lettino. Solo dopo aver fatto dei test approfonditi avrebbero potuto avere le idee più chiare e sarebbero stati in grado di stabilire una linea d'azione.

"Concordo dottore." - rispose il primo ufficiale. - "Signori, trasporteremo il corpo sulla Novalis, il prima possibile." Utoya parve rilassarsi.
"Molto bene. Me ne occupo personalmente" Folie lo imitò, girando i tacchi e accompagnandoli indietro verso la sala teletrasporto.

Durante il tragitto inverso Nimosit rallentò quel tanto che bastava ad impedire ai due ufficiali della base di udire le sue parole.

"Nervosetti, eh?" - bisbigliò all'orecchio di Dwalla. - "Che ne pensi?"

"Potrei scrivere una tesi di dottorato sul linguaggio non verbale di quei due!" - fece la donna. - "Utoya è evidentemente terrorizzato, Folie sa gestire meglio la tensione. Ma si è tradito. Gli ho fatto gli occhi dolci un paio di volte ma non ha abboccato. Troppo concentrato a sbarazzarsi di noi."

"Già. Si notava appena!" Concluse sarcasticamente l'ufficiale esecutivo.
Fecero un percorso leggermente diverso e passarono accanto ad una specie di passeggiata che dava su un grosso hangar che si estendeva sotto di loro. Nimosit fu attratto da diversi particolari e rallentò ancora.

"Quante gru di carico vedi per una piccola stazione scientifica di confine?" Chiese a Thevek dopo aver osservato la scena.
"Troppe!" Sentenziò lei dopo una breve pausa.

Base stellare N5, stiva di carico 3
dieci minuti dopo


I ficcanaso della Novalis erano stati teletrasportati da poco, ma la situazione era tutt'altro che tranquilla. Folie camminava nervosamente avanti e indietro ritmicamente, cercando di trovare una via d'uscita. Si voltò quando un breen, dalla tipica maschera sul volto, comparve alle sue spalle.

"Abbiamo un problema!" - esordì il primo ufficiale. - "Gli uomini della Novalis hanno portato via il cadavere. Sei sicuro di aver cancellato tutti i segni?"
"La rigenerazione dermica del cadavere è stata completata."
"Me lo auguro!"
"Sono un professionista, so quello che che faccio!"

La risposta ebbe il solo risultato di far infuriare Folie, il quale si avvicinò ad un centimetro dalla maschera del breen, con fare minaccioso.

"Se qualcosa va storto sarai un professionista morto, Gerdah! Te lo garantisco."
"Se avessi potuto incenerire il corpo avrei fatto un lavoro migliore, ma il tuo capitano si è messo di traverso. Non dimenticarlo!" - Il breen spintonò Folie per farlo indietreggiare. - "Stai attento, se smetti di essere una parte della soluzione, diventi parte del problema."
Terminò con una minaccia nemmeno troppo velata e se ne andò, lasciando il comandante con l'amaro in bocca e mille pensieri in testa.