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UTS NORN - MISSIONE 01 RSS UTS NORN - Missione 01

01.01 "E via che si va!"

di Shorek Figlio di Skalt e T'Dok, Pubblicato il 30-04-2014

Data stellare 58235.6 - città di Torfesh, continente Palkh, Andoria


L'ufficiale, un andoriano grande e grosso, fletté le antenne in direzione dell'Anziano che gli stava di fronte, nell'antico gesto di rispettosa attenzione dovuto ai capiclan. L'Anziano rispose con una flessione quasi impercettibile, poi chiese, con voce forte nonostante l'età avanzata:
"Dimmi il tuo nome."
"Wrath."
"Sarai ricordato, Wrath del clan Derak."
"Il clan avrà motivo di ricordarmi."
L'Anziano si girò e rientrò nell'edificio.
Wrath raccolse da terra la sacca con gli effetti personali, sospirò, poi si incamminò in direzione della stazione di trasferimento. Sarai ricordato, pensò. Le vecchie formule erano state pensate quando i Derak battevano i sentieri delle montagne a caccia dei Chelak, e il sangue dei figli dei clan macchiava la neve fresca. Ricordare significava vendicare, e poter dire al Chelak sconfitto il nome del Derak per cui lo si era sconfitto. Era quattro secoli fa, si disse siamo un unico popolo ora, e i Derak e i Chelak combattono fianco a fianco i nemici della Federazione... però c'è ancora della poesia nella domanda rituale.

***


L'Accademia Militare Federale, pur essendo solo una sede secondaria rispetto all'imponente campus di San Francisco su Terra, costituiva comunque una delle destinazioni più frequenti, col suo via vai di cadetti e ufficiali. Wrath scese dalla piattaforma in mezzo a una piccola folla di uniformi della Flotta Stellare, diede appena un'occhiata al tabellone della mappa, che tante volte aveva studiato da cadetto, e si diresse con passo sicuro verso la Sala Rapporto Ufficiali 3, fermandosi solo per il tempo necessario ad affidare la sacca a un armadietto a combinazione.
Il suo ingresso interruppe per qualche attimo un paio di conversazioni, mentre numerose paia d'occhi si giravano a guardarlo. Sono l'unico andoriano, rifletté.

La sala era attrezzata con una ventina di poltroncine, ma nessun oloambiente era attivo, e le nude pareti grigie davano l'idea di una prigione. Wrath si presentò, un po' rigidamente, agli altri ufficiali presenti, poi prese una poltroncina e si sedette per conto proprio, apparentemente distratto ma in realtà intento a esaminare il resto del gruppo con le sue sensibili antenne.

C'era un umano di razza gialla, apparentemente di età avanzata, con i gradi da comandante, che ascoltava in silenzio la conversazione in tono sommesso tra un trill assai più giovane (ma chissà, in realtà, se non era il trill il più vecchio... almeno nei ricordi), un'umana dai capelli lunghi e un altro umano. Il gruppo indossava uniformi blu, ed era probabilmente la sezione medico - scientifica della nave. Le casacche gialle stavano raggruppate ma non parlavano: quasi senza eccezione si trattava di umani. L'eccezione era costituita da un gigantesco vulcaniano... forse un sanguemisto, ma sempre inconfondibile a causa delle orecchie.
L'unico altro ufficiale in uniforme rossa era anch'egli umano, tenente comandante come Wrath, e stava ridendo in compagnia di un... umano? Betazoide? Sul momento non si capiva. Comunque poteva essere il medico, o il consigliere: portava un'uniforme blu, e aveva un atteggiamento decisamente rilassato.

L'ufficiale di pelle gialla si drizzò a sedere, e quasi nello stesso istante la porta si aprì, lasciando passare una comandante dai lunghi capelli viola e un capitano vulcaniano.
"Signori ufficiali, attenti!" ordinò il vecchio umano.
Il capitano si portò di fronte al gruppo.
"Riposo, signori. Io sono il capitano Shorek, ufficiale in comando della USS Norn, l'ultima nata tra le navi della Flotta. Normalmente vi avrei ricevuti uno alla volta a bordo della nostra - e vostra - nuova nave. Il comando ha però chiesto che questa volta seguissimo una procedura diversa. Signori ufficiali, attenti! L'ammiraglio Aubrey, comandante dell'Accademia di Andoria."
Le ultime parole si erano confuse col sibilo della porta che si apriva per far passare il corpulento ammiraglio.

"Riposo, riposo, e sedetevi pure. Non fatevi impressionare da tutta questa ferramenta sul colletto: cercate di non farvi ammazzare, e prima o poi anche voi finirete a pilotare una scrivania. Ho voluto incontrarvi tutti insieme per vedere di persona il gruppo che l'ammiraglio di flotta Nogumi e io abbiamo selezionato con tanta cura. Vi renderete conto in seguito di quanto importante sia l'affiatamento tra di voi: nelle vostre mani viene oggi messa la più nuova tra le navi della Flotta. Disporrete di quanto di meglio la tecnologia contemporanea è riuscita a infilare nello scafo di un'astronave ma il nostro meglio, ahimè, è al tempo stesso il nostro peggio, perché il potenziale distruttivo che trova posto in uno scafo nemmeno enorme è tale da far vacillare l'immaginazione."

"Il vecchio Culodipietra sta diventando pacifista" mormorò sottovoce il trill, strappando un minuscolo sorriso all'orientale.

Aubrey riprese: "I civili pensano che, con la fine della guerra contro il Dominio e l'avvio della campagna di ricostruzione di Cardassia, sia finalmente giunta l'era della pace nel nostro quadrante. Speriamo tutti che abbiano ragione, ma il nostro mestiere, purtroppo, è quello di prepararci per l'altra ipotesi: che si sbaglino, e che tocchi nuovamente alla Flotta garantire il benessere, e a volte la vita stessa, di quasi mille miliardi di esseri senzienti. Chi può dire se, quando, e da che parte giungerà il prossimo attacco? Noi possiamo solo dire: eccoci, siamo qua. Pronti a fare il nostro dovere in pace come in guerra, pronti ad andare dove nessuno è mai andato prima. Credetemi: voi stessi, senza dubbio, aprirete nuove strade. Ora inizierete a familiarizzarvi con la nave, a studiarne i sistemi e le capacità conto di rivedervi assai presto, prima che partiate per la crociera inaugurale per adesso, sono felice di avervi conosciuti. Buona fortuna."

L'ammiraglio uscì, e il capitano riprese la parola, leggendo da un PADD.
"Allora, signori, sarete certamente ansiosi di saperne di più sulla vostra nuova assegnazione. Forse avete già familiarizzato, ma in ogni caso... bene, farò un veloce appello, poi andremo a imbarcarci. La Sala Teletrasporto di quest'ala è stata già avvisata di tenersi libera per noi."

"Scusi, capitano," interloquì il vulcaniano dei servizi tecnici. "Mi pare una procedura MOLTO inconsueta."
"Molto, comandante. Ma non dubiti, tutto diverrà chiaro non appena saremo a bordo. Altre domande?"

Silenzio.

"Molto bene, allora procediamo. L'Ufficiale Esecutivo sarà la Comandante Liekki Flames, di Delta IV."
Quando la donna dalla chioma violetta scosse il capo in un veloce cenno di saluto, un moto di stupore corse tra i presenti: una deltana coi capelli! Wrath flettè le antenne, il grosso vulcaniano alzò un sopracciglio, e il trill si sporse in avanti sulla sedia, scrutandola intensamente, come sforzandosi di richiamare un vago ricordo.
"Il Comandante Najiro Okuda e il Comandante Jair Kaleb, entrambi di Terra ed entrambi dei servizi scientifici, avranno ruoli particolari che verranno meglio illustrati in seguito."
L'orientale piegò contegnosamente la testa, poi tornò a fissare il capitano, mentre l'altro, un umano dalla carnagione olivastra, sorrise un po' meccanicamente.
"La sezione tecnica della nave sarà affidata al Comandante Josef Alexeievic T'Vor, di Vulcano, che fungerà da Ingegnere Capo."
La montagna in uniforme gialla rimase assolutamente impassibile.
"Primo Ufficiale Scientifico sarà il Tenente Comandante Derkin Kai, di Trill."
L'interessato si alzò, accennò distrattamente un mezzo inchino, poi si avvicinò alla Flames, mormorandole qualcosa sottovoce. Lei annuì, poi portò un dito alle labbra nell'universale invito al silenzio.
"La Tenente Comandante Xandria Elizabeth Crowe, terrestre di Vulcano, svolgerà le mansioni di Capo Operazioni."
La donna mosse appena una mano, in un gesto che poteva voler dire tanto "sono qui" quanto "lasciamo stare".
"La posizione di Ufficiale Tattico sarà occupata dal Tenente Comandante Wrath, del clan Derak, di Andoria, e quella di Responsabile della Sicurezza dal Tenente Comandante Jack Tanner, di Terra."
Le due giacche rosse si squadrarono per un attimo, come soppesandosi. Pareva quasi che si fossero scambiati i ruoli per errore: l'umano era di statura media e corporatura asciutta, l'andoriano era alto quasi quanto il gigantesco ingegnere e massiccio in proporzione, e doveva essere un avversario temibile in un corpo a corpo.
"La nostra sezione medica sarà comandata dalla Tenente Comandante Rebecca Schwarzwald, di Nevasa."
La dottoressa era un'umana smilza di statura media e dai capelli castani lunghi, dallo sguardo penetrante ma dolce.
"Poi abbiamo il Tenente Erik Brain, consigliere il Tenente Norman Tod, addetto alle comunicazioni il Tenente Matthew Bryde, aggregato alla Sezione Tecnica e il Tenente Boniface Drater, navigatore."
Uno alla volta, ciascuno dei quattro si fece riconoscere, chi in modo evidente, chi con un gesto appena accennato.

"Mi pare che ci siamo tutti. Possiamo imbarcarci. Da quella parte."
La dottoressa Schwarzwald e Wrath l'andoriano si erano già avviati, evidentemente più al corrente della topografia del grande edificio. Dietro a loro, il piccolo corteo si mosse a passo spedito verso la Sala Teletrasporto 3 lo chiudeva l'orientale, Okuda.

***


"Signori, vi prego, devo chiedervi di rimandare a dopo ogni domanda e ogni considerazione."
Il capitano Shorek riuscì, con qualche difficoltà, a zittire il vociare degli ufficiali in plancia, suscitato dalla vista di pannelli familiari eppure diversi, con indicazioni che lasciavano perplessi o facevano accapponare la pelle.
"Il ponte non è spazioso come quello delle grandi unità da battaglia o delle navi esploratrici di lunga autonomia, e prima di ogni altra cosa devo nuovamente cedere la parola a due ospiti. Signori ufficiali della Norn... AT-TENTI!"
Il familiare effetto del trasferitore svanì ben presto, per lasciare il posto a due figure conosciute a tutti i presenti.

"Sono l'Ammiraglio di Flotta Raistlin, capitano Shorek." Disse il primo, un vulcaniano il cui volto aveva acquisito notorietà universale fin dalla guerra contro il Dominio. "Chiedo il permesso di salire a bordo, per me e per la Presidente della Federazione dei Pianeti Uniti, la senatrice Valentina Suffritti."
"Permesso accordato."

Nell'attonito silenzio degli uomini e delle donne della Norn, le massime autorità militare e civile della FPU si portarono a fianco del capitano.
"Equipaggio della Norn, è giunto il momento di rivelarvi il segreto meglio custodito della storia della Federazione," esordì Raistlin, mantenendo impassibile il volto vulcaniano ma sottolineando bene ogni parola. "Questa nave è il frutto del lavoro delle più brillanti menti scientifiche e ingegneristiche di decine di pianeti, e della caparbietà di un uomo, che ha voluto questo progetto con tanta forza da riuscire a convincermi a cambiare una decisione che avevo preso molti anni fa. Questa che oggi vi viene affidata è una nave capace non solo di muoversi attraverso lo spazio, ma anche attraverso il tempo. In questo stesso momento, il computer centrale della nave sta ricevendo gli ordini di trasferimento: siete tutti, da questo istante, in forza all'Ufficio Federale Indagini Temporali della Flotta. La vostra missione è una missione soprattutto scientifica, ma sappiamo bene come in passato nemici vecchi e nuovi abbiano tentato di alterare la storia stessa della Federazione, e q
uanto fortunosamente si sia riusciti a frustrare i loro piani. Può darsi perfino che NON SEMPRE siamo riusciti a batterli, e che quella che noi consideriamo 'storia' sia solo il risultato di una o più manipolazioni. Da oggi abbiamo uno strumento per cercare di non agire a casaccio: questo strumento siete voi. Siete la singola nave più importante dell'universo... dovete sapere, in ogni momento, che ogni risorsa della Federazione, ogni uomo e mezzo della Flotta, vi spalleggeranno. Il vostro è un compito che è semplicemente IMPOSSIBILE sopravvalutare. Siete stati scelti, uno per uno, da due dei miei collaboratori più fidati: l'ex comandante dell'ufficio personale, ammiraglio di flotta Nogumi, e l'attuale comandante dell'ufficio temporale, ammiraglio Aubrey. Entrambi mi hanno garantito che se esiste un equipaggio che può reggere la responsabilità immensa costituita da questa nave, questo equipaggio siete voi. Confido che confermerete tale giudizio. Buon lavoro."

"Non sono un militare, signore e signori, ma mi trovo a governare la collettività dei popoli senzienti della Federazione in anni tra i più cruciali della nostra storia." iniziò la Presidente Suffritti, una terrestre dal portamento eretto e dalla voce squillante, salita da due anni alla massima carica. "Una storia che mi piace concepire come una trama intessuta dei fili multicolori delle nostre genti, che creano un arazzo di incomparabile bellezza, che nessun colore da solo potrebbe mai sperare di disegnare. Una storia che è riuscita a sublimare orrori e vergogne, a trascendere le piccinerie e le paure insomma, a divenire un tutto che è maggiore, molto maggiore, della somma delle sue parti. Nel bene e nel male, questa storia ci appartiene, appartiene a ciascuno singolarmente e a tutti collettivamente eppure più volte abbiamo rischiato di esserne espropriati, per mano di entità ostili o per mero capriccio del caso. Possiamo fare poco per tentare di contrastare questi rischi,
allo stato attuale delle nostre conoscenze ma quel poco può fare la differenza tra la nostra quotidiana aspirazione a migliorarci e un destino peggiore della morte: non essere mai esistiti. La missione della Flotta Stellare raggiunge il suo punto più alto con voi, che oggi diventate il moderno equivalente del nostro lontano antenato che per primo varcò un fiume a nuoto, si staccò dal suolo su un pallone pieno di aria calda, o mise piede su un mondo diverso da quello in cui era nato. Voi non sarete solo gli studiosi e, se occorresse, i difensori della nostra storia voi sarete anche, voi sarete soprattutto, fra coloro che FANNO la storia. Ho voluto incontrarvi perché non so se fra un secolo qualcuno ricorderà ancora il mio nome ma sono certa che fra un secolo il nome della vostra nave sarà scritto nei libri di storia."

La Presidente si fece consegnare dall'ammiraglio Raistlin una lastra metallica scintillante.

"Ho fatto preparare la placca di dedica per la vostra nave, che ho l'onore di consegnare al vostro capitano. Riporta un verso di un autore terrestre nato circa sette secoli fa:

O, for an engine, to keep back all clocks, Or make the sun forget his motion!

Il vostro comandante vi ha augurato buon lavoro. Io sono certa che farete un buon lavoro, per cui vi auguro invece buona fortuna."

Accompagnati dal silenzio reverenziale di tutti, l'Ammiraglio e la Presidente si portarono nuovamente nella zona del ponte dove erano apparsi. L'ammiraglio Raistlin toccò il commbadge, poi mormorò "Sovereign, due da trasportare. Energia."
L'ufficiale più vicino, il Tenente Bryde, avrebbe giurato di aver visto Raistlin strizzare l'occhio a qualcuno in sala un istante prima di smaterializzarsi. Quando si girò, però, vide solo le facce ancora impietrite dei colleghi e dei superiori. Un istante dopo, tutti iniziarono a parlare simultaneamente.