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DS16GAMMA - MISSIONE 20 RSS DS16GAMMA - Missione 20

20.08 "Tessere di mosaico"

di T'Lani , Pubblicato il 12-08-2018

Stiva di carico 3 - 18/03/2398 ore 17.15



Lì per lì non aveva capito dove si trovasse. Era al buio. Le mancava l'aria e la testa le faceva male, ma ignorò il dolore. Le mani non erano di nessuna utilità, legate come erano dietro la schiena. Anche le gambe erano legate e piegate contro un muro che dava la sensazione fredda del metallo attraverso la tuta. In bocca sentiva il sapore di un fetido straccio, e questo, pensò, era un buon segno. Se si erano preoccupati che nessuno la sentisse, voleva dire che non l'avevano portata fuori della Base, o almeno non ancora.
Durani sentì sorgere dentro di sé una rabbia sorda. Come aveva potuto farsi imprigionare da un ... come quel bajoriano? Lo avrebbe fatto a brani con le sue sole mani non appena fosse riuscita a uscire da quel dannato buco in cui l'aveva nascosta. Era in gioco quel poco d'onore che la disgrazia della famiglia Kanjis le aveva lasciato!
Istintivamente aveva teso le gambe attraverso i legacci. Urtò la parete, che emise un rumore metallico. Una paratia... Si: ora che ci pensava, quel bastardo di bajoriano aveva detto qualcosa, mentre lei era ancora semisvenuta per il colpo ricevuto. Era qualcosa su una paratia che avrebbe impedito ai sensori di trovarla. Allora, non si erano dati tanto da fare per sequestrarla: era sempre in quella dannata stiva di carico 3!
La rabbia che sentiva salì di un altro gradino. Non l'avevano neanche considerata un nemico al loro livello, se non si erano dati pena di nasconderla meglio!
Le gambe si tesero di nuovo, urtando contro la paratia. Il suono si trasmise attraverso il metallo dritto nel cranio, strappandole un grugnito nello straccio che le avevano messo in bocca. Avrebbe fatto pagare a quel...
Un momento.
Quindi, si trovava nell'intercapedine tra la parete interna e quella esterna della stiva di carico 3. Il rivestimento esterno non avrebbe ceduto facilmente, ma le paratie interne venivano collocate in binari ad incastro, per poter effettuare eventuali riparazioni ai cavi di collegamento. La paratia contro la quale premeva il suo corpo... Adesso, quando l'aveva urtata, aveva sentito qualcosa sotto il rumore. Un movimento, forse?
I legacci penetravano stretti nelle gambe, ma poteva ancora muovere le ginocchia. Provò a puntarle contro la parete esterna. Inarcò la schiena, portando le ginocchia di nuovo a colpire la paratia, e poi ancora e ancora, ignorando le fitte che il rumore le faceva penetrare dritto nel cervello. Mancava l'aria e lo sforzo quasi le fece inghiottire brani di stoffa. C'era troppo poco spazio per colpirla con violenza sufficiente a farla uscire dall'incastro, ma la sentiva muoversi, un po' di più ogni volta.
Ancora, ancora, maledizione! Per Kahless, per la nave che trasporta i morti disonorati al Gret'hor, muoviti, muoviti, muoviti!
Dopo un tempo che le parve infinito, ad un lato della paratia comparve una sottile linea di luce. Si stava scardinando, infine! Durani raddoppiò i suoi sforzi, puntando verso il bordo luminoso.
La paratia infine cedette d'un colpo, facendola ruzzolare verso l'interno. Durani si ritrovò sul pavimento, faccia a terra, a respirare la polvere e l'unto della stiva di carico.
Iniziò a strusciare la faccia contro il pavimento, cercando di sputare via il bavaglio.
Avvertì un rumore. La porta della stiva di carico. Stava entrando qualcuno.
* Sono tornati! * - pensò con rabbia. Ci aveva messo troppo tempo! Se solo fosse riuscita a liberarsi di quelle corde infami, glie l'avrebbe fatta pagare!
Dette uno strattone alle corde, cercando di svicolare al riparo di alcune casse.
"Durani! Tenente Durani!" - sentì chiamare. Riccardi! Riconobbe la voce, ma il bavaglio le impediva ancora di parlare. Con uno sforzo, la donna rotolò su sé stessa e con entrambe le ginocchia colpì le casse che si trovavano di fronte a lei.
"Durani!" - Dei passi la raggiunsero, delle mani le cercarono le corde. Tossì, mentre il bavaglio le veniva tolto dalla bocca.
"Sta bene? - domandò Riccardi, finendo di liberarla dalle corde - Che è successo? Chi è stato?"
"Qualcuno che me la pagherà caro! - sibilò la klingon - Ma prima dobbiamo avvertire Tara... La comandante Keane. E' lei che vogliono uccidere!"
"Cosa? Chi c'è dietro? Chi vuole ucciderla?"
"Lasci perdere e la chiami, per Kahless! Deve avvertirla!"
La mano di Riccardi corse al comunicatore:
"Riccardi a comandante Keane"
=^= Qui Keane =^=
"Dove si trova?"
=^= Al momento? Sono nel corridoio alloggi degli ufficiali. Perché? =^=
"Abbiamo trovato Durani. Vada subito nel suo alloggio e non apra a nessuno. Le mando immediatamente degli uomini della Sicurezza"
=^= Cosa? Perché? Ho fatto qualcosa? =^=
"No. E' che non voglio che qualcosa sia fatto a lei!"


Corridoio alloggi ufficiali - 18/03/2398 ore 18,21



=^= No. E' che non voglio che qualcosa sia fatto a lei! =^=
La comunicazione si interruppe. Tara istintivamente si guardò intorno, mettendo le spalle alla parete e la mano sull'impugnatura del suo phaser. Si mosse verso il proprio alloggio, sempre controllando il corridoio. Non aveva idea di quale minaccia stesse parlando Riccardi, ma l'urgenza che aveva sentito nella voce dell'umano le aveva detto che doveva essere qualcosa di serio... Che voleva dire che Durani era stata trovata? Che cosa le era successo?
Il pavimento le aveva trasmesso un rumore, come di un passo trattenuto. Tara si bloccò, ascoltando l'aria oltre il rumore sordo dei macchinari della Base. Forse la comunicazione di Riccardi l'aveva fatta diventare paranoica, pensò Tara, ma c'era un mezzo per esserne sicuri.
Raggiunse il proprio alloggio e chiuse la porta dietro di sé. Andò alla scrivania ed estrasse dal cassetto il proprio tricorder. Lo accese e iniziò a esplorare lo spazio circostante. C'erano segni di vita di un umano di sesso femminile dell'alloggio di Claire Drillrush - giusto, era di riposo, visto che al primo ufficiale sarebbe toccato il turno di notte in sala comando. Mosse il sensore in direzione del corridoio, regolandone il raggio. Il tricorder segnalò anche un'altra presenza.
Klingon. Maschile. Fermo, in piedi, non lontano dalle porte del turboascensore. Per un istante, Tara pensò che fosse Rogal... Possibile? Non era mai venuto a trovarla nel suo alloggio, era troppo facile che un altro degli ufficiali li vedesse insieme.
Ma se non era lui? Non aveva senso che un Klingon si trovasse nel corridoio di fronte agli alloggi degli ufficiali. Gli uffici della Delegazione Klingon erano distanti da lì.
Era quella la minaccia da cui Riccardi l'aveva appena messa in guardia?



Infermeria - 18/03/2398 ore 19.00




"Sto bene! Sto bene! - esclamò Durani - Quante volte devo ripeterlo?"
"Può ripeterlo quanto vuole, tenente..." - ribatté il capitano Shran. L'uomo era in piedi, accanto al bioletto sul quale l'avevano spinta dopo averla teletrasportata dalla Stiva di carico 3. Più distante, con le braccia conserte, stava il comandante Riccardi.
"...Ma finché il dottor Sonx non avrà dato il suo assenso, io da qui non le permetterò di uscire" - accennò al denobulano che stava controllando i dati del biomonitor.
"Sono io a dare il permesso di uscire dall'infermeria - sottolineò il dottore - L'esame sarà più rapido se deciderà di collaborare, tenente Durani... Per esempio, stando ferma su quel bioletto anziché muoversi continuamente. Così non riuscirò mai a prendere le sue letture!"
"E' così..." - Durani si interruppe, vedendo lo sguardo severo del capitano - ...Frustrante!" - completò.
"Quello che io trovo frustrante è non capire che cosa stia succedendo sulla mia Base!" - brontolò il capitano - Che cosa stanno combinando, i Klingon? Che cosa hanno a che spartire con quel bajoriano dalla fedina penale lunga da qui al Quadrante Delta? In che rapporto è il bajoriano con il cristallo?"
Durani scrollò le spalle, causando un mugolio di disapprovazione da parte del dottor Sonx:
"Le ho detto tutto quello che ho sentito nella stiva di carico. Non ho riconosciuto il klingon che stava parlando con il bajoriano... Posso solo dire che aveva una corazza rossa, uguale a quelle della guardia dell'Ambasciatore Rogal"
"Potrebbe essere lo stesso uomo in agguato nel corridoio alloggi ufficiali... Anche lui ha una corazza rossa - suppose Riccardi - I miei uomini lo stanno tenendo sotto controllo, pronti ad intervenire se dovesse tentare qualcosa contro Tara Keane... O chiunque altro, se è per questo"
Shran iniziò a camminare in su e in giù, parlando a voce alta:
"Durani ha sentito quella conversazione ore fa - disse - Mentre lei era in quella paratia, il comandante Keane avrebbe potuto essere aggredita non una ma dieci, venti volte! Perché non è ancora successo niente?"
Tornò a piantarsi di fronte al lettino dove era distesa Durani e la fissò dritto negli occhi:
"Non c'è niente che abbia senso. Tanto per dirne una: perché l'hanno lasciata dietro quella paratia? Dovevano sapere che non appena fosse stata rilevata la sua assenza, i sensori interni sarebbero stati settati al massimo per poter trovare le sue tracce. I sensori della Base riescono a vedere attraverso gli scafi delle navi più avanzate... Per proteggere la privacy dei passeggeri e degli uffici diplomatici a bordo, i sensori interni vengono tenuti al minimo, ma il bajoriano doveva sapere che sarebbe stata trovata non appena fosse scattato l'allarme per la sua scomparsa."
Durani lo fissò:
"Sta dicendo che ci contava?"
"E che ci avrebbe detto tutto quello che aveva sentito - assentì Shran - Ma che sia dannato se capisco il perché! A che gioco sta giocando... A proposito, come si chiama il bajoriano?" - domandò, rivolto a Riccardi.
"Tra la malavita di Bajor viene chiamato Rillar, ma si tratta del nome di un vecchio orfanotrofio distrutto durante la guerra - rispose l'umano - Nel database sono elencati almeno una dozzina di suoi alias, capitano... Non so quale sia il suo nome vero e nemmeno se il nome vero sia tra quelli che gli sono attribuiti. I database bajoriani risalenti alla guerra di liberazione contro i cardassiani sono a dir poco lacunosi. "
"Oh-oh" - fece il dottore.
"Cosa?" - Shran si girò verso il medico.
"Niente... Mi è solo venuto in mente che ha l'identità di un uomo senza identità - se capite quello che intendo. E' nato in un luogo distrutto da una guerra, non ci sono tracce delle scuole che ha fatto o delle persone che ha conosciuto. Una fedina penale lunga... Come diceva lei prima? Di qui al Quadrante Delta? Può essere falsificata con molta facilità. Molto comodo..." - concluse il denobulano.
Shran rizzò le orecchie:
"Sta dicendo che... Potrebbe essere una spia?"
"Una spia! Una spia di chi?" - fece Durani.
Sonx alzò le spalle:
"E chi lo sa..? E' solo una ipotesi, la mia."
"Una ipotesi che potrebbe spiegare perché non mi ha nascosto con più cura... O anche ucciso... Quando poteva farlo" - disse Durani.
"Sarebbe una spia Klingon? - ipotizzò Riccardi.
Durani scosse la testa con vigore:
"Tutto è possibile, ma è più facile che sia una spia presso i Klingon, che cioé abbia fatto in modo di insinuarsi presso l'ambasciatore o presso qualcuno dei suoi. Rogal è un uomo diffidente, difficile da avvicinare."
"Questo non esclude la possibilità che sia una spia di qualche altro clan Klingon, avverso a Rogal - disse Shran, quindi si rivolse a Riccardi - Dobbiamo trovarlo. Voglio capire esattamente chi è e quali sono le sue intenzioni"
"Ho dato ordine di controllare i suoi movimenti dalle olocamere di sicurezza, ma sembra sparito. I programmi di identificazione facciale non lo hanno segnalato in nessuna delle parti comuni della Base nelle ultime ore" - disse Riccardi.
"Teletrasporti?"
"I miei uomini stanno controllando anche quelli, capitano, ma ci sono molti bajoriani a bordo della Base in questo periodo."
"Dovremmo avvertire Rogal?" - domandò Durani.
"Avvertirlo di cosa? - Shran scosse la testa - No. Almeno finché non avremo le idee più chiare su che cosa sta succedendo intorno agli uffici Klingon, non gli diremo niente. Nel frattempo, cercheremo tra gli uomini della guardia dell'ambasciatore l'uomo che era insieme al bajoriano nella stiva di carico 3. E, anzi, tenente Durani: non diremo a nessuno che lei è stata trovata. Fino a nuovo ordine, lei resterà nascosta qui in infermeria."
Alzò una mano per prevenire le obiezioni della donna:
"E' un ordine, tenente. Ufficialmente, lei è ancora scomparsa. In apparenza, continueremo le ricerche per rintracciarla. Non dobbiamo scoprire le nostre carte, facendo sapere a tutti che sappiamo quello che lei ha ascoltato. Tutto chiaro?"
Si guardò intorno per ricevere l'assenso dei suoi ufficiali, quindi controllò l'ora:
"Ho un appuntamento con tutti gli ambasciatori fra poco, per informarli delle scoperte che abbiamo fatto a proposito dei cristalli... Ma ancora non so fino a che punto posso spingermi con loro"
"Potrebbe informare prima, privatamente, l'ambasciatrice di Vulcano - suggerì Sonx - Lei potrebbe consigliarla meglio sull'atteggiamento da tenere con gli altri diplomatici"
Shran fece per rispondere al medico, ma sentì suonare il suo comunicatore.
=^= Comandante Roberts a capitano =^=
"Qui Shran"
=^= Credo di avere scoperto qualcosa di interessante sul nostro misterioso cristallo. Posso parlare? =^= disse l'ufficiale scientifico.
"Certo. Parli pure"
=^= Non ho potuto esaminare il cristallo in sé stesso, per evitare i flash che abbiamo già visto, così mi sono concentrato sulla coperta che lo avvolge. E' di fabbricazione vulcaniana =^=
"Lo sapevamo già"
=^= Ho trovato delle molecole organiche fra le sue fibre, e le ho identificate. Appartengono all'ambasciatrice vulcaniana T'Lani. Eppure, sono sicuro che non abbia toccato il panno. Almeno quando era in nostra presenza, non si è neppure avvicinata all'oggetto. =^=
Shran scambiò un'occhiata sbalordita con i suoi ufficiali:
"E' sicuro, comandante?"
=^= Si, signore. Per sicurezza, ho controllato le olocamere del laboratorio. =^=
"Ho capito."
Il capitano chiuse la comunicazione.
"Anche T'Lani" - mormorò tra sé. Alzò lo sguardo ad incontrare quello del suo ufficiale medico:
"A quanto pare, non posso seguire il suo consiglio, dottore. Non posso fidarmi nemmeno della vulcaniana in questo affare... "