I cristalli del caos










DS16GAMMA

presenta


DS16GAMMA

I cristalli del caos

Missione 20






Basato sulla saga di Star Trek di Gene Roddenberry, questa opera amatoriale è il prodotto della DS16GAMMA,
simulazione appartenente all'universo narrativo del Gioco di Narrazione PBeM


Starfleet Italy

Gli autori/giocatori hanno creato un proprio alter ego narrativo con il quale sono entrati a far parte della squadra
di comando della DS16GAMMA, quindi a turno hanno scritto i brani di questa avventura fantascientifica,
creando appunto questa opera amatoriale inedita e originale basata su Star Trek.




Questo racconto lungo è un'opera amatoriale che puó essere liberamente
riprodotta, purché integralmente, in ogni sua parte, e non a fini di lucro.



Anno pubblicazione 2020



www.starfleetitaly.it | DS16GAMMA








Equipaggio

Ambasciatore Klingon Ambasciatore Klingon Rogal Dothrak

Ambasciatore Vulcaniano Ambasciatore Federale T'Lani

Capo Operazioni Tenente Comandante Tara Keane

Capo Sicurezza Tenente Comandante Alessandro Riccardi

Primo Ufficiale Comandante Claire Drillrush

Ambasciatore Klingon
Rogal Dothrak
Ambasciatore Klingon

Ambasciatore Federale
T'Lani
Ambasciatore Vulcaniano

Tenente Comandante
Tara Keane
Capo Operazioni

Tenente Comandante
Alessandro Riccardi
Capo Sicurezza

Comandante
Claire Drillrush
Primo Ufficiale

Ufficiale Scientifico Capo Tenente Comandante Ramar Roberts

Ufficiale Tattico Capo Tenente Durani della Casata di Kanjis

Tenente Comandante
Ramar Roberts
Ufficiale Scientifico Capo

Tenente
Durani della Casata di Kanjis
Ufficiale Tattico Capo


DS16GAMMA

Autori

Ambasciatore Klingon
Rogal Dothrak
Franco Carretti

Ambasciatore Vulcaniano
T'Lani
Elena Fuccelli

Capo Operazioni
Tara Keane
Monica Miodini

Capo Sicurezza
Alessandro Riccardi
Fabio Manuello

Primo Ufficiale
Claire Drillrush
Maddalena Duci

Ufficiale Scientifico Capo
Ramar Roberts
Marika Vicentini

Ufficiale Tattico Capo
Durani della Casata di Kanjis
Vanessa nd






Sommario


Sinossi
20.01 - Nella mia fine è il mio principio
20.02 - Il cristallo del silenzio
20.03 - Tanto tempo fa
20.04 - Blow Out
20.05 - Il vaso di Pandora
20.06 - L'altra faccia del cuore
20.07 - Con la rabbia nel cuore
20.08 - Tessere di mosaico
20.09 - Complotti
20.10 - Sono incappata dentro un bel piano
20.11 - Troppo tardi?
20.12 - Uno sparo nel buio

Sinossi

Gli ufficiali di DS16 Gamma partecipano ad una festa sul ponte ologrammi che viene interrotta improvvisamente da una chiamata dalla sala comando. Una strana anomalia è stata rilevata dai sensori. Un lampo di luce e improvvisamente tutto è diverso...



20.01 - Nella mia fine è il mio principio

Autore: Comandante Claire Drillrush

Deep Space 16Gamma - Sala ologrammi 3 - 17/03/2398 - Ore 20.52


A Claire era sembrata un'idea così buona organizzare quella piccola festa in sala ologrammi che la delusione per la sua cattiva riuscita le sembrava quasi insostenibile. Non insostenibile al punto ad uscire e gettarsi giù dalla balconata della passeggiata, ovviamente, ma comunque discretamente fastidiosa.

Era stato uno dei consiglieri della stazione a suggerirglielo con l'idea di smorzare la tensione di un periodo particolarmente intenso per il personale. Nell'arco degli ultimi tre mesi l'equipaggio aveva dovuto occuparsi di un primo contatto, di ospitare due meeting per la stesura di contratti commerciali - uno dei quali era terminato bruscamente quando uno dei delegati si era mostrato comprensibilmente offeso dalla tresca tra la propria moglie e un assistente della parte avversa. Poi c'era stato l'incidente ad uno degli attracchi, quando le morse non si erano sganciate e si erano quasi portate via metà dello scafo di un mercantile ferengi. Avevano chiuso la serie in bellezza solo la settimana precedente con la visita dell'ammiraglio Ranis, di passaggio sulla via per un incontro diplomatico, il cui principale passatempo era stato criticare a tappeto ciascuno dei loro protocolli della sicurezza. Quando avevano salutato l'alto ufficiale alla sua partenza, Claire aveva fissato con crescente preoccupazione una vena sulla tempia di Riccardi che pulsava tanto da minacciare di esplodere. Dalla faccia di Sonx era chiaro che il medico denobulano aveva avuto la stessa idea.

Lei aveva già incontrato in passato Ranis, anche se non in veste ufficiale, durante una festa all'ammiragliato a cui suo padre aveva portato la famiglia e sapeva per esperienza quanto potesse essere irritante. Vista la piega che avevano preso le cose, le sembrava già un risultato notevole non essere stata costretta a fargli scudo del suo corpo mentre Riccardi tentava di strangolarlo a mani nude.

In nessuna di quelle occasioni era successo qualcosa di particolarmente grave, si era trattato per lo più di affari di routine, ma la vicinanza e la sfortuna che sembravano attanagliare la stazione in quel periodo aveva innalzato notevolmente i livelli di stress generale. Da qui il suggerimento del consigliere Stevens.

Inizialmente Claire aveva ignorato la faccenda. I party non la facevano impazzire in linea generale, in particolare quelli di cui lei stessa doveva accollarsi l'organizzazione. Ma Shran non si era opposto all'idea - anche se definirlo d'accordo sarebbe stato alquanto azzardarlo - e nel giro di qualche giorno si era lei stessa convinta che per il bene di tutti valesse la pena tentare.

Lo scenario era stato curato nei dettagli e specificatamente progettato per essere rilassante e divertente. A tutti i membri dello staff di comando e ai personale delle principali ambasciate erano stati inviati appropriati inviti, sottolineando come si trattasse di un'occasione informale. L'abbigliamento d'epoca - la simulazione era ambientata in un locale terrestre all'inizio degli anni venti, con musica e bevande rigorosamente analcoliche a disposizione degli ospiti - era stato suggerito senza che la cosa diventasse un'imposizione e nessuno si sentisse a disagio.

Lei stessa indossava un abito verde corto, guanti al gomito e una fascia con una piuma in tinta tra i capelli. E si sentiva ridicola.

Buttò giù in fretta il contenuto del suo bicchiere e lo affidò ad un cameriere di passaggio. Fu Sonx a portagliene un altro. Il medico indossava un elegante smoking e sembrava piuttosto di buon umore, uno dei pochi nella sala.

"Si sta divertendo, Claire?" le domandò con un sorriso prima di bere un sorso dal proprio bicchiere.

"Più o meno. Ma non era questo lo scopo..." rispose lei, buttando giù l'intero contenuto del proprio calice. "E lei?"

"Oh, sì. Adoro queste occasioni conviviali E credo proprio che il personale ne trarrà giovamento. Musica, bevande, relax."

"Trova?" domandò lei guardandosi intorno. "Non mi sembra si stiano divertendo."

Il suo sguardo corse a Shran e all'ambasciatrice T'Lani, lui in smoking lei con indosso una classica tunica vulcaniana, che conversavano a poca distanza. Passando loro accanto, Claire aveva udito uno stralcio di conversazione riguardante un rapporto diplomatico di cui avevano discusso il giorno prima al briefing degli ufficiali superiori.

A poca distanza Tara e Rogal erano seduti allo stesso tavolino, ma non si scambiavano una parola da almeno un quarto d'ora. La tensione tra loro era talmente palpabile che persino le guardie del corpo dell'ambasciatore avevano deciso di fare tappezzeria ad una certa distanza. Claire non era una cui piaceva ficcare il naso nelle faccende altrui ma questa cosa fra loro andava avanti da un po'. Lei non ne conosceva il motivo, ma non ci voleva un telepate per capirlo.

Dall'altra parte rispetto al piccolo palco, un gruppetto composta da Durani, Roberts e Riccardi, tutti vestiti per l'occasione, chiacchierava accanto al tavolo dei beveraggi. Tutti e tre avevano l'aria un po' stanca ma, grazie al cielo, sembravano abbastanza rilassati. Di tanto in tanto dal loro gruppo veniva persino una risata.

Sonx aveva seguito il suo sguardo. Bevve un altro sorso. "Non tutti si divertono o si rilassano allo stesso modo. E non è certo colpa sua se qualcuno non ci riesce affatto," commentò in tono gentile. "La festa è un successo, dovrebbe esserne contenta." Le strizzò brevemente l'occhio.

Claire aprì bocca per rispondere ma venne interrotta dal suono dell'interfono interno.

=^= Sala comando a capitano Shran. =^=

"Qui Shran." Le antenne dell'andoriano si drizzarono, lo sguardo rivolto al soffitto benché la voce non arrivasse affatto da lì.

=^= Signore, mi spiace disturbarla, ma credo che lei e il comandante Roberts dovreste venire qui. Stiamo rilevando qualcosa di strano. =^=

Deep Space 16Gamma - Sala Comando - 17/03/2398 - Ore 21.18


"E ora che altro succede?"

Claire si tolse in fretta la fascia dai capelli mentre seguiva Shran fuori dall'ascensore. Roberts, l'autore della soffocata domanda cui tutti stavano pensando, le passò accanto aprendosi la giacca dello smoking e andò dritto alla sua postazione.

Il personale della sala comandi rivolse loro un cenno del capo ed ebbe la buona creanza di non sembrare stupido dal loro abbigliamento.

"Rapporto," disse Shran mentre tutti prendevano posto, rilevando gli addetti in servizio.

"Stiamo rilevando delle emissioni insolite dal tunne, Capitano."

"Comandante Roberts?"

L'ufficiale scientifico sostituì l'addetto alla postazione e aggrottò le sopracciglia. "E' molto strano," commentò, le dita che correvano sui controlli.

Shran attese pazientemente che riprendesse.

"E come se il tunnel si stesse aprendo. Le emissioni che stiamo rilevando sono compatibili con l'alterazione del gradiente gravimetrico che si verifica quando la singolarità si apre ma..."

"Ma il tunnel è chiuso," concluse Claire sollevando le sopracciglia.

"Non abbiamo navi previste in arrivo prima di quattro ore," si inserì Riccardi.

"Né comunicazioni in entrata." Tara ruotò appena sulla poltroncina, perplessa. "Non ci sono tracce di segnali di soccorso o di altro genere."

Roberts tornò a scuotere la testa. "No, il tunnel è chiuso. Non riesco a capire, sembra quasi..."

Qualunque cosa sembrasse a Roberts, nessuno fece in tempo a sentirlo. Sullo schermo, lo spazio vuoto dove il tunnel chiaramente non si stava aprendo venne invaso improvvisamente da un chiarore intenso che prese ad espandersi come un'onda d'urto, investendoli prima che chiunque avesse il tempo di reagire.

La stazione venne scossa mentre lo schermo divenne completamente bianco per un istante, accecando i presenti. Tutti sbatterono le palpebre per qualche istante, poi si guardarono intorno.

"State tutti bene?" domandò Riccardi, osservando gli ufficiali mentre guadagnava il centro della sala comando. Ricevette cenni positivi da diversi punti della sala. Annuì. "Rapporto. Shran, cosa diavolo è stato?"

L'andoriano parve confuso per un momento, poi superò rapidamente Roberts e prese posto alla postazione scientifica. "Non lo so, signore. Sembra che siamo stati investiti da un'ondata di energia, forse un'onda di shock di qualche tipo."

"Può essere più preciso?"

"No, per ora no." Le antenne dell'andoriano puntarono alla consolle come se questa gli avesse arrecato un'offesa personale. Le dita presero a correre sui comandi, mentre tentava di dare un senso alle letture che scorrevano sul display. Per un istante si voltò verso Drillrush che, in piedi accanto a Riccardi si teneva una mano sulla fronte, come in preda ad un capogiro. La donna incontrò lo sguardo del marito, annuì e abbassò la mano.

"Capitano, stiamo ricevendo rapporti danni da diversi livelli, ma nessuno di grave entità e nessun ferito," si inserì Roberts in tono secco,

Riccardi annuì ancora una volta. "Almeno questa è una buona notizia, Numero Uno."

"Signore, con il suo permesso, torno in infermeria. Anche se non ci sono feriti ho alcuni pazienti di cui occuparmi."

"Vada pure, dottoressa." Drillrush uscì, mentre Keane si avvicinava alla postazione centrale. "Capitano, crede ci sia pericolo nell'immediato?" domandò.

"Non credo, ambasciatrice. Per il momento, la situazione sembra sotto controllo. Con un po' di fortuna potrebbe trattarsi solamente di un interessante fenomeno scientifico."

"Che tuttavia coinvolge il tunnel spaziale, a quanto sembra."

L'espressione di Riccardi non cambiò. Se era preoccupato, non lo diede a vedere. "Il mio personale si sta occupando dei rilevamenti del caso," rispose con un un'ombra di gelo nella voce.

La Keane lo fissò per un istante. "Mi aspetto di essere tenuta al corrente di eventuali sviluppi, Capitano. Faccia cortesemente avere al mio assistente Rogal ogni nuova informazione."

Riccardi annuì rigidamente. L'ambasciatrice Keane uscì.


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20.02 - Il cristallo del silenzio

Autore: Tenente Comandante Alessandro Riccardi

Deep Space 16Gamma - Corridoio 3A - 17/03/2398 - Ore 22.40



Il corridoio era avvolto da una strana e innaturale oscurità. Eppure il capitano Riccardi, che li stava percorrendo, aveva il dubbio che la luminosità fosse sempre la stessa ma che il forte bagliore di prima lo avesse quasi accecato rendendogli ogni penombra un' oscurità totale.

Gli ufficiali scientifici erano al lavoro per cercare di capire che cos'era successo non avevano spiegazioni ma avevano assicurato il capitano che non c'erano rischi immediati e Riccardi aveva preferito lasciarli lavorare in pace senza che la sua presenza incombesse su di loro.

Dopo aver affidato il comando al Primo ufficiale Roberts, si allontanò dalla sala comando dirigendosi verso l'infermeria per accertarsi delle condizioni dei feriti ma preferì allungare il giro passando per la passeggiata in modo da poter confortare la popolazione civile con la sua presenza. Ma come poteva tranquillizzare la popolazione civile se lui stesso aveva quella strana sensazione? Da quando quella sfera di luce si era irradiata dal tunnel aveva dentro di sé una sensazione che non riusciva a definire bene. Non era un malessere ma uno strano senso di inquietudine come se qualcosa di completamente sbagliato stesse accadendo attorno a lui e il suo inconscio gli stesse urlando l'allarme.

Scosse la testa cercando di cacciare via i brutti pensieri.

*Dovrò parlarne col consigliere.* Si disse.

L'idea di dover parlare con un Klingon lo face sorridere, in genere i Klingon non sono una razza empatica. Eppure quel consigliere l'aveva sempre sorpreso e superando ogni volta le sue aspettative.

Con quel pensiero cercò di cacciar via la brutta sensazione e aprì le porte che davano sulla passeggiata.

Per la seconda volta in quella giornata fu abbagliato.

Certo le luci non erano fortissime e l'impatto non fu così terribile come l'esplosione di luce avvenuta in plancia poco prima, ma Alessandro rimase ugualmente abbagliato per qualche istante.

La prima cosa che riuscì a vedere, anche se terribilmente sfocata, fu una specie di ombra che gli si avvicinava. Poi i contorni divennero più definiti e il capitano riconobbe un pesante mantello nero che chiudeva un umanoide. Il cappuccio impediva di capire la razza di appartenenza della creatura in quanto faceva trasparire soltanto un pezzo del naso.

Malgrado ciò Riccardi riconobbe l'interlocutore e salutò:"Buonasera."

"Buonasera a lei capitano." Rispose una flebile voce femminile.

Riccardi sorrise cercando di trasmettere sicurezza:"Tutto bene?"
"Si capitano." Fu la rapida risposta della vecchietta avvolta nel mantello.

Alessandro si guardò interno e vice che la situazione sulla passeggiata era tranquilla. A quell'ora c'era poca gente in giro ma le persone apparivano calme e rilassate come se non fosse successo nulla.

Il capitano face alcuni passi intendo per controllo rare il resto della passeggiata e dirigersi, poi, verso l'infermeria.

L'anziana signora rimase leggermente indietro ma, malgrado l'età, raggiunse rapidamente Riccardi.

"Capitano?"

"Sì mi dica." Rispose Alessandro rallentando leggermente.

L'anziana si mise davanti al capitano fermandolo e, prendendo fiato, disse:"Devo parlarle."

"Sì certo solo che oggi vado abbastanza di fretta." Cercò si svicolare Riccardi temendo che la donna volesse vendergli qualcosa.

"E' importante."

"E' successo qualcosa?" Alessandro intuì che c'era qualcosa che non andava.

"Sì."

"Ha chiamato la sicure... ." provo a dire il capitano ma fu interrotto dall'anziana:"la sicurezza non può aiutarmi."

"Può essere più precisa?"

"C'è un oggetto nel mio negozio."
"Un oggetto nel suo negozio... ne ha molti."

"Sì capitano ma deve venire a vederlo." Insistette la donna.

"Mi spiace ma ora non ho tempo." Riccardi scosse la testa e, pensando che l'anziana commerciante volesse rifilargli qualcosa, disse:"Ho degli uomini feriti in infermeria... il mio primo dovere va a loro, devo accertarmi che stiano bene."

"Capitano... ." provo a dire l'anziana.

"Ci vediamo dopo T'Lani." Tagliò corto Riccardi.

Deep Space 16Gamma - Infermeria - 17/03/2398 - Ore 23.04


La situazione in infermeria era tutto sommato stabile. Alcuni pazienti in convalescenza ma nulla di grave.

Tutto era sotto controllo o almeno così pensava il comandante Drillrush prima che arrivassero i primi casi.

Il primo ad arrivare fu un guardiamarina della sicurezza che lamentava un forte mal di testa, poi alcuni sotto ufficiali della sezione ingegneria e tre membri dell'equipaggio della Faerless.

Tutti avevano gli stessi sintomi: un forte mal di testa, nausea e mancanza di equilibrio.

Nulla di grave ma le stranezze che preoccupavano il comandante erano molte.

La prima stranezza erano i tempi: tutti i fenomeni erano avvenuti dopo il bagliore dal tunnel spaziale.

La seconda riguardava le persone: aveva colpito persone in sezioni diverse della stazione con ruoli diversi e che non erano venuti a contatto nelle ultime ore.

Ma era la terza stranezza a preoccupare di più l'ufficiale medico capo che aveva preferito parlarne prima con l'unica persona che poteva darle un supporto: il consigliere della stazione.

"E ora sai tutto." Claire aveva appena finito di parlare illustrando la situazione.

Durani guardò attraverso la vetrata dell'ufficio dell'ufficiale medico capo verso i 9 pazienti.

"Davvero strano." Commentò la Klingon.

"Già." Drillrush sospirò:"Difficile che sia una malattia... un virus o batterio."

"Un virus in grado di alterare i ricordi non è impossibile ma... ."

"... ma alterare i ricordi di 9 persone nello stesso modo mi sembra molto difficile." Concluse la frase Drillrush.

"Eppure ci stanno raccontando una storia... ." Disse Durani mentre nella stanza entrava il capitano Riccardi.

"Capitano." Salutò Claire.

"Scusate il ritardo sono stato bloccato da T'Lani." Riccardi sospirò e aggiunse:"Situazione."

"Stabile." Claire indicò i 9 pazienti:"Al netto della nausea e del mal di testai pazienti stanno bene."

L'ufficiale medico capo fece una breve pausa e aggiunse:"I sintomi sono sotto controllo mediante una serie di farmaci molto blandi."

Il comandante Drillrush attivò un monitor e iniziò ad illustrare le analisi fatte:"Il problema sono le cause... nessun segno di virus, batteri, parassiti o altro... persino le onde celebrali sono stabili."

Il capitano annuì gravemente e aggiunse:"Tracce di condizionamento mentale, ipnosi o telepatia?"

"Gli esami sono negativi." Spiegò Claire e Durani ne approfittò per inserirsi:"Ho provato a fare una breve seduta con uno di loro... sono convinti di quello che stanno dicendo."

"Ma è assurdo." Commentò Claire.

"Sì ma loro ci credono. A prima vista non vorrei escludere un condizionamento mentale ma dobbiamo prendere in considerazione l'eventualità che stiano dicendo la verità." Spiegò il consigliere.

Riccardi sospirò e Drillrush riguardò lo schermo come per chiedere supporto alle analisi.

"Ma quindi cosa stanno dicendo?" Chiese il capitano.

"Che noi non siamo noi." Spiegò Durani:"E' come se fossero in un universo alternativo in cui il comandante Drillrush è il primo ufficiale, lei è il capo della sicurezza e io sono... " Breve risata. " L'ufficiale tattico... io che non so nemmeno dove si impugna un phaser."

"Continuate ad investigare. Sia dal punto di vista medico che psicologico farò venire giù Shran per valutare l'eventualità se ci sia stato uno scambio con un universo parallelo e se ci sono collegamenti con l'esplosione di luce dal tunnel."

Deep Space 16Gamma - Ambasciata Klingon - 18/03/2398 - Ore 10.00


L'ambasciatrice Kaene squadrò il nuovo arrivato con sguardo di puro disprezzo.

In tutti quegli anni di servizio sulla stazione spaziale come ambasciatrice aveva cercato di avere una mente aperta e molte volte aveva accettato categorie che non le andavano a genio.

Ma i commercianti di dubbia reputazione capaci solo di truffare, rubare e imbrogliare non le andavano a genio. E il suo interlocutore aveva tutte queste caratteristiche: una rapida analisi dei precedenti penali le aveva dato già una bell'idea della brutta reputazione del bajoriano.

Il nuovo arrivato era in piedi davanti a lei leggermente chinato come per renderle omaggio. Era vestito con pantaloni stretti e scuri, un phaser e un coltello alla cintura, maglia larga con ornamenti d'orati e uno strano tricorder agganciato all'avambraccio. L'orecchio, segno distintivo di tutti i Bajoriani, era decisamente sgargiante, opulento e di cattivo gusto riuscendo a risaltare malgrado la folta capigliatura grossolanamente pettinata.

"Bene la ringrazio per avermi dato udienza vostra magnifi... " Ma Kaene lo sbloccò quasi subito:"Vieni al punto, feccia."

Il Bajoriano sorrise per sdrammatizzare all'insulto aggiungendo:" Il vostro servo Rillar vi ha portato un oggetto che le darà un vasto vantaggio sui vostri nemici."
"Quindi?" Kaene stava perdendo la pazienza ai lati delle porte le due guardie impugnarono i disgregatori pronti ad ubbidire all'imminente ordine di vaporizzare il Bajoriano.

"Le ho portato questo." Disse il Bajoriano estraendo da un contenitore un cristallo di sezione esagonale, lungo non più di una spanna e molto stretto. Il cristallo emetteva una forte luminescenza che abbagliò i presenti.

L'ambasciatrice rimase incuriosita e chiese:"Che cos'è?"

Deep Space 16Gamma - Da T'Lani antichità dallo spazio, negozio sulla passeggiata - 18/03/2398 - Ore 10.00


"Si chiama Cristallo Silente." Spiegò T'Lani.

Riccardi rimase sorpreso guardando l'oggetto. La luce era molto intensa e per la terza volta in quella giornata rimase abbagliato. Distolse lo sguardo spostandolo al resto del negozio. L'anziana vulcaniana aveva aperto una discreta attività di vendita di oggettistica e antiquariato sulla stazione spaziale. Aveva oggetti di ogni tipo provenienti da molte razze della federazione e non. Aveva roba proveniente dall'Impero Romulano, Cardassiani, Umani, Andoriani e altro. Alessandro si era sempre chiesto avesse fatto a raccogliere tutto ciò e a farlo stare in uno spazio così angusto.

"E lei mi ha cercato tutto il giorno di ieri per farmi vedere questo?" Non c'era rabbia nelle parole del capitano solo confusione. Dopo mille insistenze nella mattinata aveva acconsentito a visitare la Vulcaniana ed era rimasto sorpreso dalla presenza del cristallo.

"Sì." Fu la secca risposta della Vulcaniana.

"Perché?" Riccardi la guardò dritta negli occhi come per poter capire le sue vere intenzioni:" Sa che sono un collezionista ma ciò non spiega la sua insistenza."

"Ha ragione capitano." T'Lani coprì il cristallo facendo piombare il negozio nella semioscurità. "il cristallo è molto antico addirittura precedente ai cristalli dei profeti conosciuti. Le leggende dicono che esistono due cristalli e pare che siano stati in grado di distruggere tutti i più antichi imperi Bajoriani."

"Che poteri ha?" Chiese Riccardi pensando a tutto quello che erano in grado di fare i cristalli dei profeti.

"Nessuno lo sa." Rispose T'Lani poi, inarcando un sopracciglio, aggiunse:"Sono sempre stati inerti."

"Non mi sembra molto inerte." Fu il commento del capitano.

"No ha iniziato ad illuminarsi alle ore 21.18 di ieri." Rispose la Vulcaniana.

Riccardi non poté far ameno di pensare ad un collegamento col lampo che si era propagato dal tunnel spaziale.


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20.03 - Tanto tempo fa

Autore: Ambasciatore Klingon Rogal Dothrak

Luogo imprecisato - 6 miliardi di anni fa


"Vok, i tuoi calcoli sono esatti?" la voce del Primo Cancelliere della dinastia Arotepk era stanca. Lo era sempre stata da quanto ricordasse...
"I miei calcoli sono sempre esatti Primo Cancelliere... dai Garay siediti qui e stai un po' zitto. Ci prepariamo da centinaia di anni per questo momento e se non funziona i sopravvissuti della setta ce ne metteranno altrettanti."
"Alle volte mi domando perchè gli dei ci hanno resi senzienti." domandò quasi a se stesso il Primo Cancelliere e lo scienziato a capo del progetto lo guardò di sottecchi.
"Lo sai bene che loro non sono dei e non ci hanno creati... a dire il vero non hanno creato proprio nulla." commentò lo scienziato dopo un momento.
"Si lo so... è l'abitudine. Ma siamo solo noi a non considerarli tali. Milioni di razze in tutta la galassia li considerano tali... stiamo veramente facendo la cosa giusta?"
"Loro sono un cancro... schivizzano, uccidono, si nutrono di noi. Le cinque dinastie devono essere annientate." rispose lo scienziato mischiando alcuni componenti in un bicchiere e porgendoli all'amico "Tieni, bevi questo, ti calmerà un po'... domani sarà un gran giorno e ho bisogno che tu sia in forze."
"Grazie... lo so che devono essere annientate, ma con loro se ne andrà gran parte dell'universo. Quella macchina che hai creato è troppo potente." il Primo Cancelliere bevve il liquido ambrato e poi depose la tazza sul tavolo.
"Loro sono troppo potenti per fare diversamente. La decisione è stata presa dalla setta da molto tempo, prima che ci fossero le tecnologie adatte per creare la prigione."
"Ti rendi conto che li imprigioneremo solamente? Un giorno saranno liberi e la faranno pagare ai popoli che abiteranno la galassia." la voce del cancelliere si era fatta impastata.
"Saranno però popoli liberi. Popoli che il Guardiano avrà messo al corrente degli eventi che sono accaduti e che accadranno. Saranno in grado di combattere e di difendersi! Adesso torna sul vascello e vai a letto, io devo parlare con il Guardiano per l'ultima volta. Domani nel bene o nel male..."
"Sarà finita..." terminò per lui Garay. Due guardie, ad un cenno dello scienziato, aiutarono il vecchio cancelliere ad alzarsi e si teletrasportarono a bordo del vascello scientifico.

"Ksoa!" ad un cenno di Vok, la guardia rimasta nella tenda fece un passo avanti "Fra qualche ora vai nella stanza di Garay, lo troverai morto. Chiama il dottor Selak, lui fa parte della setta, farà l'autopsia e accerterà che il Primo Cancelliere è spirato nel sonno per cause naturali." la guardia fece un cenno affermativo e si toccò il simbolo sulla divisa, un attimo dopo una luce lo trascinò fra le stelle.
"Addio amico mio... mi dispiace ma stavi dubitando e non possiamo essere fermati proprio adesso." Vok barcollò per un attimo a causa del dolore... uccidere il suo miglior amico e mentore era stato estremamente difficile. Gli ci vollero alcuni minuti per riprendersi, ma alla fine raddrizzò le spalle e uscì dalla tenda.
Davanti a lui, la grossa struttura di forma perfettamente toroidale, sembrava essere costruita con un pregiato marmo bianco, ma le luci che brillavano al suo interno lasciavano intendere che la tecnologia della setta era molto più avanzata di quello che gli Eterni potevano mai sospettare.

"Guardiano!" il Guardiano dell'Eternità sembrò avviarsi riconoscendo la voce del suo creatore.
"Vuoi viaggiare?" gli chiese obbediente.
"Non è questo il momento di viaggiare nel tempo... sono qui per le ultime disposizioni."
"Sono pronto a registrare..." rispose ubbidiente il computer vivente contenuto nella macchina temporale.

"Gli eterni sono una minaccia troppo grande per permettere loro di continuare a controllare le stelle. Domani la stazione Rinascita, in orbita sopra questo pianeta, sarà innaugurata. Le cinque dinastie di eterni saranno presenti per la prima volta da milioni di anni in un unico posto, sarà la prima occasione, dalla fondazione della setta, per colpire quei mostri." Vok si sedette su una pietra ad osservare la sua creazione.

"La prigione funzionerà, lo vedo dalle pieghe del tempo. Le possibilità che qualcosa possa andare storto sono infinitesimali." cercò di tranquillizzarlo il Guardiano.
"Non importa se qualcosa andrà storto, abbiamo te proprio per quello... se funziona l'universo sarà finalmente libero, se non funziona avremo te per addestrare i nuovi adepti a risolvere i problemi che si sono creati." Vok si alzò e si spolverò le vesti "Domani la trappola scatterà, la realtà sarà cristallizzata e racchiusa in due cristalli... dovrai fare in modo che non vengano mai riuniti. Fai che siano portati ai lati opposti della galassia, falli nascondere in posti impossibili da raggiungere... fai qualsiasi cosa basta che non si tocchino, altrimenti la prigione si aprirà di nuovo e la nostra realtà tornerà al suo posto e gli Eterni saranno di nuovo liberi."
"Come capirò se i cristalli sono vicini?"
"La realtà si farà confusa, molte razze non si accorgeranno del cambiamento, ma abbiamo creato dei sorveglianti, una razza chiamata Elaur... sono in pochi, ma sono stati modificati geneticamente dalla setta per percepire variazioni nello spazio tempo. Loro potranno dare l'allarme alle altre razze, sono stati creati per quello. Dovranno solo rimettere più distanza possibile fra i cristalli e il pericolo sarà scampato."
"Provvederò a tramandare questa conoscenza." rispose ubbidiente la macchina vivente "Io sono l'inizio e la fine."
"Che non sarai mai..." rispose Vok concludendo il saluto rituale della setta.



Luogo imprecisato - il giorno dopo


La stazione spaziale era magnifica, degna degli Dei. Le cinque Dinastie si erano riunite per la prima volta da migliaia di anni e festeggiavano la loro creatura. La setta era riuscita a far credere agli Eterni che l'idea della stazione fosse loro dopotutto... era facile raggirare l'ego di un Dio perchè si crede sempre più intelligente di un comune essere vivente.

La luce esplose all'improvviso nel buio dello spazio. Al centro di quel baluginante inferno, due piccoli cristalli grandi come un pugno, emettevano un'energia in grado di accendere le stelle. L'esplosione generata si riversò sui pianeti nel raggio di venti anni luce facendo sparire ogni forma di vita presente, pur lasciando i pianeti fertili per una nuova vita. Il mondo più vicino alla stazione subì il danno più grave trasformandosi in una landa sterile cosparsa di rocce.
Il Guardiano dell'Eternità fu deformato e le sue luci tremolarono e si spensero, la sua programmazione andò perduta e fu sostituita da una molto meno evoluta destinata a registrare i nuovi eventi nella galassia.

I wormhole fecero la loro prima comparsa, si aprirono impazziti strappando il tessuto stesso della realtà, assorbirono l'energia dell'esplosione e la scaricarono altrove... delle entità nacquero in quel flusso di potere all'interno di quei tunnel spaziali instabili. I Profeti furono i primi ad assistere all'annientamento della realtà, ma erano troppo giovani per capire e rammentare... ricordarono solo i due cristalli e usarono quel ricordo per plasmare i Cristalli dei Profeti con cui comunicarono con le razze fisiche.

I due cristalli finalmente si calmarono e terminarono di confondere la realtà. I wormhole si contesero le due gemme finchè, negli ultimi spasmi di agonia della loro esistenza, due di essi vinsero la lotta e ne inglobarono uno ciascuno scagliandoli lontani nello spazio e nel tempo. Piano piano la realtà, ormai del tutto modificata, si stabilizzò. Le poche razze sopravvissute non ricordarono nulla della loro precedente vita, solo un giovane popolo rimase in ascolto... non ricordavano il perchè dovessero farlo, ma divennero dei maestri nell'ascoltare e nel percepire le variazioni dello spazio tempo facendosi conoscere in futuro come El-Auriani. Forse un giorno i loro figli, o i figli dei loro figli, o anche solamente qualcuno che avrebbe avuto una piccola goccia del loro sangue nelle vene, avrebbe sentito arrivare il pericolo... il giorno in cui i cristalli sarebbero stati riuniti e gli Eterni si sarebbero liberati.



Deep Space 16Gamma - Ambasciata Klingon - 18/03/2398 - Ore 11.20


Lo schiaffo lo colse alla sprovvista. Non che il dolore fosse così tanto, ma era il disonore di essere schiaffeggiato davanti ai guerrieri che gli faceva male. Già Rogal non godeva di molta stima da parte di nessuno... persino i klingon burocrati, forse il gradino più basso della scala sociale, lo guardavano con disprezzo.
L'Ambasciatrice Tara Keane lo disprezzava ancora più degli altri e non si tratteneva dal dimostrarlo. La famiglia Dothrak era ormai in disgrazia da molto tempo, da quando diciotto anni prima avevano deciso di difendere l'onore della famiglia di Worf dagli sforzi per screditarla del cancelliere Gowron. La vendetta del cancelliere era stata istantenea: il padre e il fratello maggiore di Rogal erano stati messi a morte. Lui si era salvato solo perchè il fratello, aveva giurato alla corte klingon, che Rogal si era opposto alla scelta della sua famiglia di appoggiare i Martok. Cosa non vera, dato che era stato proprio Rogal a convicere il padre a lottare al fianco di Worf.
Lui adesso era un paria persino per la sua stessa casata e questo l'aveva quasi spezzato, facendolo diventare l'ombra del guerriero che era. Si era reinventato come consigliere e segretario dell'Ambasciatrice Keane, ma lei era disgustata da lui e lo teneva solo perchè si era accorta, fin dal su o primo arrivo arrivo alla stazione, che un membro dello staff di comando federale aveva preso una cotta per lui.

"Sei del tutto inutile... com'è possibile che quel bajoriano ti sia sfuggito! Siamo in una stazione spaziale e la sua nave è ancora attraccata." Tara sbuffò e si pulì il guanto dal sangue.
"Se solo avessi potuto portare dei guerrieri con me..." borbottò Rogal in un velato tono d'accusa.

Un altro potente pugno lo colpì dall'alto verso il basso facendogli sbattere la testa contro la scrivania.

"Trovi delle scuse per i tuoi insuccessi?!" sbraitò rabbiosa l'Ambasciatrice sollevando di nuovo il pugno. Rogal si rannicchiò coprendosi il volto con le braccia. "Vattene! Vai a fare l'unica cosa per cui sembri essere utile... Vai da quella puttana federale e vedi cosa sanno loro di quel cristallo e di cosa sta succedendo alla stazione. Almeno come spia hai qualche utilità!"

Rogal non se lo fece ripetere due volte e uscì dall'Ambasciata fuggendo dalla sua aguzzina.



Deep Space 16Gamma - Ufficio del consigliere - 18/03/2398 - Ore 12.45


Il campanello fece voltare il Consigliere della stazione spaziale DS 16 Gamma e al suo ordine la porta si aprì con il consueto sibilo. Rogal sgusciò all'interno togliendosi il cappuccio che gli nascondeva i lineamenti.
"Sai, non credo che quel cappuccio possa servire a qualcosa..." commentò Durani guardando il klingon che la sovrastava di buoni trentacinque centimetri.
"E' la prassi quando si va di nascosto dall'amante." rispose lui con voce piatta cercando di mascherare la sua stanchezza.
"Fa molto holomovie di spionaggio tutto questo..." la voce del Capitano Riccardi non li colse alla sprovvista. La porta segreta che conduceva in un anonimo sgabuzzino di un anonimo ponte, si richiuse dietro di lui.
"E' per quello che mi piace!" ribattè con finto entusiasmo il klingon.

Riccardi appoggiò la mano sotto il mento di Rogal e lo fece voltare per mettere in mostra le tumefazioni sul suo volto. "Consigliere, trovi qualcosa per curare quei tagli..." la giovane klingon in servizio nella flotta stellare si allontanò per prendere il necessario.
"Rogal... sai che possiamo farti uscire da li. Ormai te lo sei meritato abbondantemente, anche la Federazione accetterà la cosa."
"Alessandro, sai bene che non è così. I vostri servizi segreti hanno faticato molto per fare in modo che l'ambasciatrice arrivasse su DS16 Gamma e solo perchè c'ero io nel suo entourage in modo da sfruttarmi per i vostri scopi.
"Forse è così" rispose Riccardi con tristezza. "Ma hai fatto più del necessario in questi anni. Worf ci fece sapere che potevamo fidarci di te prima che venisse ucciso dal Cancelliere Gowron... e tu sai che puoi fidarti di me. A costo di simulare la tua morte e nasconderti io stesso su qualche pianeta sconosciuto."
"Lo so Riccardi... ti sei dimostrato un amico. Ma questo potrebbe mettere fine alla tua carriera e Durani sarebbe in pericolo perchè credono che sia la mia amante."
"Posso difendermi da sola." commentò lei tornando con il necessario per le cure.
"Sei una strizzacervelli, non una guerriera. L'Ambasciatrice ti spezzerebbe come una canna di bambù." Per un attimo il sangue klingon della donna sembrò bollire nelle sue vene e i suoi occhi si accesero di furia, poi, con incredibile controllo, la luce di un'intelligenza affilata quanto una bat'leth tornò a prendere il predominio.
"Forse hai ragione." rispose lei limitandosi a premere un po' più forte del dovuto sulla ferita.

"Cos'hai per noi?" chiese il Capitano tornando al dunque.
"Niente... sono venuto solo perchè l'Ambasciatrice vuole sapere cosa sta succedendo e pensa che le informazioni dei canali ufficiali non siano del tutto complete."
"Purtroppo sono complete, non abbiamo idea di cosa sia successo al tunnel e perchè alcuni dei nostri dicano che qualcosa è cambiato... sembrano tutti impazziti."
"Che lo siano veramente?" chiese Rogal lanciando un'occhiata verso Durani.
"Questo lo escludo... conosco il tenente Musume da una vita ed è una persona seria. Se lui dice che è un ingegnere e non un medico io gli credo... per quanto assurdo possa sembrare, abbiamo fatto l'accademia insieme e io sono certa che abbia studiato medicina." Rispose il consigliere scuotendo la testa.
"Oltrettutto il nostro Capo Ingegnere, il Comandante Sonx, l'ha interrogato e lui ha risposto esattamente a tutte le sue domande... eppure nel curriculum di Musume non c'è traccia di studi ingegneristici di nessun tipo." Aggiunse il Capitano con una smorfia di disappunto.
"Hanno qualcosa in comune le persone 'strane'?" chiese Rogal.
"Secondo la dottoressa Drillrush l'unica cosa in comune è che hanno sangue El-Auriano nelle vene... alcuni in quantità talmente infinitesimali che dev'essere solo un caso." rispose Riccardi appoggiandosi allo schienale della poltrona.
"Eppure è la sola traccia che abbiamo. Dovremmo contattare un El-Auriano puro... ma non saprei dove trovarne uno. Per quanto ne so vennero tutti assimilati dai borg e i pochi fuggiti si rifugiarono nel Nexus." disse Durani.

"Cosa di tutto questo posso dire all'Ambasciatrice?" chiese Rogal dopo alcuni minuti di silenzio.
"Per me anche tutto... faremo tenere segreta la cosa degli El-Auriani, in maniera da renderla una notizia più importante di quello che sia in realtà." rispose il Capitano alzandosi in piedi. "Rogal, se hai bisogno di qualcosa fammelo sapere attraverso il Consigliere."
"Nessun problema... più cercherò di essere furtivo nell'andarla a trovare e più la mia copertura sembrerà credibile. Mi spiace solo per Durani che non può farsi una vita decente... fare la mia amante le impedisce di trovarsi un buon guerriero e farsi una famiglia." rispose il klingon con una scrollata di spalle.
"Bah! Sembri mio padre Rogal. Sono troppo giovane per metter su famiglia e la missione è ben più importante. Tu rischi la vita ogni giorno per la Federazione e io in cambio posso anche evitare di trovarmi un fidanzato. Oltretutto trovo gli umani un po' troppo gracilini per i miei gusti." Commentò Durani strappando un sorriso ai due uomini.
"Bene, io vado. Aspetta un po' prima di andartene in maniera che io possa arrivare in plancia." Rogal fece un cenno affermativo con la testa.
"Vada pure Capitano, io e il Segretario Particolare dell'Ambasciatrice dobbiamo parlare di altre cose." precisò Durani richiudendo la porta alle spalle del suo superiore.

"Bene Signor Rogal... farsi una famiglia eh?" borbottò minacciosa la klingon girondosi e mettendo le mani sui fianchi.
"Recitavo una parte..." accennò lui in tono di scusa.
"E ti sei fatto pure picchiare!" esclamò lei questa volta con rabbia.
"Sai che non posso fare altrimenti... e poi sono poco più che buffetti. E' solo una donna e non ha tutta questa forz..." Rogal si bloccò vedendo gli occhi del consiglieri stringersi.
"Continua la frase prego..." disse lei facendosi avanti mentre lui indietreggiava fino a ricadere sul divano.

"Senti, potremmo baciarci e saltare tutta la parte in mezzo?" chiese lui guardandola con un sorriso birichino.
"Credevo che non me lo avresti più chiesto!" rispose lei saltandogli in grembo e baciandolo con passione.
"Non sarebbe il caso di dirlo al Capitano che noi stiamo effettivamente insieme?"
"Questi non sono affari suoi e nemmeno della Federazione. Adesso datti da fare e stai zitto!"

"Durani..."
"Mmmh?" mugolò lei mentre si divertiva a mordicchiargli il lobo dell'orecchio.
"Ricordami dopo di parlarti di un bajoriano di nome Rillar e di uno strano cristallo luminoso." borbottò Rogal perdendo lentamente ma inesorabilmente qualsiasi controllo del proprio corpo.
"Mmm..." rispose lei affondando i denti nella sua spalla.


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20.04 - Blow Out

Autore: Ambasciatore Federale T'Lani

Deep Space 16 Gamma - Studio del capitano - 18/03/2398, Ore 14:45


Il capitano Riccardi sospirò, andando a sedersi sulla poltrona del suo studio. Presto l'ammiragliato lo avrebbe contattato per avere un rapporto sul fenomeno cui avevano assistito sulla Base Stellare 16 Gamma. Questo non sarebbe stato un problema, se si fossero limitati a chiedere che lui descrivesse i fatti puri e semplici. In data stellare tale, alle ore tali, la Base Stellare era stata investita da una radiazione elettromagnetica di tipo luminoso di natura e provenienza sconosciuta. Alcuni individui avevano apparentemente riportato limitate conseguenze neurologiche. E un antico cristallo aveva improvvisamente iniziato a brillare nella bottega di un'antiquaria.
Riccardi scosse la testa. Le sue dita tamburellarono sulla tastiera del computer, cercando di mettere in parole quella sensazione, ma il cursore rimaneva ostinatamente sullo stesso punto.

=^= Comandante Rogers a capitano Riccardi =^=
Premette il comunicatore: "Qui Riccardi. Che c'è comandante?"
=^= Sono in sala comando. Può raggiungermi, per favore? Ho una cosa da mostrarle =^=
"Arrivo"

Chiuse il monitor con un colpo secco, quindi si diresse alla sala comando.
Si accorse che il personale della sala era tutto raccolto di fronte al monitor del comandante Rogers. L'uomo era circondato da ogni parte, con alcuni membri di equipaggio che allungavano il collo per guardare meglio. Si avvicinò.
"Cosa c'è di tanto interessante?" - domandò, a voce alta. Ci fu un momento di confusione, in cui gli ufficiali di plancia si dispersero tornando di corsa verso le loro postazioni.
"E' riuscito a scoprire che cosa è successo ieri, comandante?"
Ramar Rogers si girò appena: "No. Ma ho scoperto qualcosa" - disse, premendo un pulsante sulla consolle. Sul monitor della sua consolle iniziarono a scorrere delle immagini.
"E' da ieri che cerco una spiegazione al fenomeno... - iniziò il primo ufficiale - I sensori della Base non hanno registrato nulla di rilevante. Il tunnel spaziale era chiuso e tutto era tranquillo sia prima che dopo. Nessuna nave in arrivo. Allora ho pensato che forse quella luce potesse avere una fonte non esterna, ma interna alla Base, e mi sono fatto spedire dalla Sicurezza le registrazioni delle olocamere del circuito di sorveglianza"
"E cosa ha trovato?"
"Guardi" - Riccardi fissò il monitor, senza capire. Riconobbe la sala comando il giorno prima. Uomini e donne si muovevano a ritroso attorno ai computer e alle postazioni della sala, mentre il contatore risaliva rapidamente verso le ventuno e diciotto. Riconobbe sé stesso, con la giacca dello smoking sbottonata, che conversava con lo stesso Ramar, che aiutava Shran ad alzarsi e poi tornava verso il primo ufficiale, marciando all'indietro. L'effetto era piuttosto comico, pensò Riccardi, senza sorridere.
Ventuno e venti. Ramar rallentò la velocità delle immagini.
Ventuno e diciotto.
Il monitor si riempì di una luce fortissima. Istintivamente Riccardi distolse lo sguardo, proteggendosi gli occhi con il dorso delle mani.
"Mi vuol dire semplicemente che cosa ha trovato, senza accecarmi!"
"Chiedo scusa - disse l'ufficiale - Le ho fatto prima vedere le immagini che ho ricevuto, non filtrate. Ma adesso inserisco i filtri" - promise, e manovrò sulla sua consolle.
La luminosità si abbassò gradatamente. Quello che appariva come un bianco pieno e puro iniziò a riempirsi di linee e di ombre che si consolidavano in forme. L'immagine ferma alle 21 e 18 cominciò ad assomigliare ad una antica fotografia terrestre. Gli uomini e le donne della plancia apparivano congelati in pose assurde. Alcuni avevano le mani sugli occhi. Lui si era voltato verso il turboascensore, con il volto nascosto nel cavo del braccio.
Riccardi si stava spazientendo.
"E allora?"
"Non l'ho notato neanche io, all'inizio." - disse, puntando un dito sul monitor - Sono io, quello lì, vede capitano?"
Il capitano si concentrò sulla figura dell'ufficiale. Sbatté le palpebre: "Che filtri ha usato?" - domandò.
"Non sono i filtri ad alterare il colore, capitano, glielo posso assicurare - disse Ramar - In quel momento e solo in quel momento, la mia uniforme è blu..."



Deep Space 16 Gamma - Passeggiata - 18/03/2398, Ore 15:00


La passeggiata si stava riempiendo di persone che uscivano dai ristoranti per rifluire verso la vetrata o verso la zona delle botteghe. Durani si rese conto, passando vicino a vari gruppi, che il fenomeno del giorno prima era ancora la notizia più discussa e che il capitano avrebbe dovuto presto emanare un comunicato ufficiale, se non voleva che le tesi più fantasiose o complottistiche finissero con l'affermarsi come verità di fede presso tutte le comunità della Base.
Si fermò davanti al chiosco di dolci cardassiani. Aveva saltato il pranzo per andare all'appuntamento con Rogal.
Sorrise tra sé. Ne era valsa la pena. E poi, era sicura di aver consumato abbastanza calorie da potersi permettere il dolce...
C'era un bajoriano di fronte alla cassa del chiosco. Aveva pieghe profonde ai lati di una bocca carnosa. I capelli erano scuri e folti, lasciati piuttosto lunghi sul collo. Portava un coltello alla cintura ed il suo orecchino era particolarmente grosso e vistoso. Le ricordava qualcosa che aveva letto, a proposito di una gang di ragazzi di Bajor, abbandonati o orfani della guerra contro i cardassiani che ad un certo punto si erano messi a fare aggressioni e rapine. Ma soprattutto, corrispondeva esattamente alla descrizione che le aveva appena fatto Rogal, a proposito del bajoriano che aveva venduto un oggetto dalle strane caratteristiche all'ambasciatrice klingon.
L'uomo prese il suo dolce, pagò, e si allontanò dal chiosco, camminando con fare distratto in direzione della grande vetrata sullo spazio.
Durani lo seguì, dimenticandosi di avere appetito.
L'uomo consumava il suo dolce senza badare alle gocce sciolte che iniziavano a macchiargli il mento e il davanti della casacca. La consigliera si accorse che, fingendo noncuranza, il bajoriano in realtà guardava con molta attenzione verso le postazioni della sicurezza e aveva cura di girare sempre le spalle agli obiettivi delle olocamere di sorveglianza.
L'uomo si appoggiò alla balaustra sulla vetrata. Un secondo uomo, un umano alto con i capelli bianchi raccolti in una coda si appoggiò a sua volta alla balaustra, non lontano dall'altro, in una maniera troppo apparentemente casuale per esserlo davvero.
I due scambiarono delle parole, a voce bassa, senza mai guardarsi negli occhi, quindi si staccarono contemporaneamente dalla visione dello spazio e si allontanarono in due direzioni diverse.
Durani esitò solo un istante prima di decidere chi seguire.



Deep Space 16 Gamma - Laboratorio dell'ufficiale scientifico - 18/03/2398, Ore 15:00


Shran depositò con delicatezza l'involto di lana pesante che copriva il cristallo sul bancone del laboratorio. Alle sue spalle, l'anziana commerciante vulcaniana seguiva tutti i suoi movimenti con espressione indecifrabile. Aveva forse paura che lui lo danneggiasse? Se non avesse voluto che fossero fatti controlli su quell'oggetto, non avrebbe dovuto richiamare su questo l'attenzione del capitano...

Si schiarì la voce: "Da quanto tempo quest'affare è nella sua bottega?" - domandò.
"Quell'affare è un cristallo silente. Che io sappia, ne esistono solo due nella Galassia, e per rispondere alla sua domanda: è in mio possesso da molti anni. Ricorda Kodos, il governatore di Tarsus IV?" Shran drizzò le antenne.
"Il macellaio di Tarsus IV, vorrà dire! - esclamò - Ma è stato almeno ottant'anni fa!"
T'Lani chinò il capo, assentendo: "Adesso è solo un paragrafo sanguinoso - uno dei tanti - nei libri di storia della Federazione. Quando la Flotta Stellare intervenne su Tarsus IV, Kodos riuscì a scappare insieme ad una delle sue figlie, l'unica che fosse ancora viva dopo i massacri. Fu preso solo qualche anno dopo. Per sopravvivere durante la latitanza, la figlia vendette piano piano alcuni dei beni che Kodos aveva razziato agli sventurati abitanti del pianeta. Io li ho incontrati allora... Lui si faceva passare per un ex attore. Sosteneva che il cristallo gli era stato donato. Allora ero giovane e ingenua... - un tenue sorriso le increspò le labbra - Ma non gli credetti lo stesso, anche se non sapevo chi fosse."
"Gli abitanti di Tarsus non hanno rivendicato il cristallo?"
"Dopo tanti anni e tanti morti? No. Nessuno è mai venuto a bussare alla mia bottega per rivendicarlo. Non posso escludere che qualcuno lo faccia prima o poi, ma come ha detto lei, sono passati più di ottanta anni da allora. Del resto, non faceva realmente parte della cultura locale. Secondo alcuni testi che ho potuto consultare, il cristallo era stato abbandonato su Tarsus IV da viaggiatori di altri mondi. Non ho idea di chi fossero. Posso solo dire che l'unico altro cristallo uguale a questo di cui sono a conoscenza si trovava in un tempio di Bajor, fino a quando il pianeta non fu occupato dai cardassiani. Poi, se ne è perduta traccia"
Era il momento di iniziare le sue analisi, pensò Shran. Prese da un cassetto degli occhiali protettivi, e ne regolò il filtro. Porse un secondo paio a T'Lani, che scosse la testa: "I vulcaniani sono assuefatti alla luce forte"
"Come vuole" - scrollò le spalle Shran, e sciolse l'involucro.


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20.05 - Il vaso di Pandora

Autore: Tenente Comandante Tara Keane

DS16 Gamma - 18/03/2398 ore 15.02



Il lampo di luce che scaturì dal cristallo, non appena fu scoperto fu più intenso e di durata maggiore rispetto alla volta precedente: per tutti gli abitanti della stazione spaziale, quei novanta secondi sembrarono un'eternità, privati com'erano di uno dei sensi principali.

DS16 Gamma - Laboratorio Scientifico- ore 15.05



Shran tolse gli occhiali protettivi e guardò verso l'anziana vulcaniana.

"Ambasciatrice tutto bene?"

"Sì Capitano, la luce è stata più intensa di quello che pensavo, ma la mia vista, non ha subito danni."

=^=Roberts, ha registrato tutto?=^= chiese il Capitano all'Ufficiale scientifico, che dalla sua postazione in plancia aveva monitorato oltre la Base anche lo spazio circostante, fino a dove i sensori arrivavano.

=^= Sì Signore: procedo con le analisi dei dati:=^=

=^= Riccardi: situazione?=^=

=^= Dai primi riscontri, la popolazione della Base ha subito una cecità temporanea, ma sembra che nessuno abbia subito danni permanenti.=^=

=^= Shran a Drillrush: come stanno i nove in Infermeria? Ha notato dei cambiamenti?=^=

=^=Sembra di sì Signore, ognuno si riconosce per quello che è, ma riportano di essere stati su una Base, dove nessuno di noi era quello che è!=^=

=^=Bene: li tenga comunque in osservazione. Non sappiamo se e quando questo evento si ripeterà.=^=

Shran si alzò dalla scrivania, dove il cristallo emetteva ora luci intermittenti e badò a coprirlo, come se fosse sufficiente a fermarne il potere. Guardò T'Lani e le disse "Questa cosa non mi piace per niente!"

La Vulcaniana non rispose, ma continuò a fissare la scatola che racchiudeva il cristallo.

"speriamo di non trovato il vaso di Pandora!" disse ancora l'Andoriano ripensando a un antico mito terrestre che chissà perché gli era venuto in mente ora.

Ambasciata Klingon- ore 15.15



Rogal, dal suo appartamento non si era accorto che nello stesso momento che la luce era scaturita dal cristallo nel Laboratorio Scientifico, un'identica luce si era sprigionata dal cristallo appoggiato sulla scrivania del suo ufficio. Aveva controllato che i suoi uomini non avessero subito danni, quindi mise in contatto la plancia, dove il Comandante Keane gli rispose che le indagini sullo strano fenomeno erano in corso e che sarebbe stato informato di eventuali novità. Il Klingon fu lieto di sentire che anche lei non aveva subito danni, ma la freddezza che aveva sentito nella sua voce, lo fece ripensare alla discussione che avevano avuto due giorni prima.

Era stata una strana discussione, perché al contrario di altre che avevano sostenuto, Tara era rimasta calma e aveva espresso le sue rimostranze con lucidità. E questo lo spaventava perché, quando infuriata per non poter vivere la loro relazione alla luce del sole, gli scagliava contro insulti che non aveva mai sentito e ogni oggetto a portata di mano, era sempre riuscito a placare la sua furia, finendo solitamente a far pace a letto. Stavolta, invece, alle sue recriminazioni, esposte con razionalità, non aveva saputo cosa ribattere se non un generico "Tara, te l'ho già detto, se l'Impero venisse a sapere che intrattengo un rapporto sentimentale con un membro della Federazione, quanto credi che durerebbe la mia permanenza qua? E anche per la tua carriera sarebbe controproducente!"

Lei l'aveva guardato col fuoco negli occhi, ma gli rispose col ghiaccio nella voce. "Rogal, non farmi passare per stupida o ingenua: i motivi sono altri e credo di aver pazientato abbastanza da avere una spiegazione. Dici che sarebbe pericoloso per me, ma non mi vuoi dire perché e non credo sia solo per il timore per le rispettive carriere! Io sono forte Rogal, ho sopportato perdite dolorose e ne sono uscita ancora più forte e sai che per te potrei affrontare anche il gelo dell'Inferno, ma se non hai il coraggio di dirmi la verità, mi fai dubitare che tu a me non ci tenga tanto quanto me a te, che forse tu ti vuoi solo divertire o che io non sia abbastanza "Klingon" per te!"

A queste parole, Rogal s'impietrì, perché la sua amata si era avvicinata molta alla verità, ma non nel senso che intendeva lei. Allungò una mane per accarezzarle i capelli ma tara si ritrasse " No Rogal, sai quanto ti amo, tanto che potrei persino accettare il volere di mio padre e accettare il ruolo che è stato deciso per me, se avessi te al mio fianco Fino a quando non sarai pronto a rischiare per me e con me, non credo che ci dovremmo più frequentare." E se ne andò lasciandolo devastato e incapace di reagire.

Stiva di carico 3 - ore 15.30



Durani aveva seguito l'umano fino a un a stiva di carico riservata allo stoccaggio di merci private: l'uomo con fare cauto si avvicinò a una cassa metallica. Digitò un codice di apertura sul display di sicurezza e quando con un leggero clic si aprì, ne estrasse un altro contenitore di forma rettangolare lungo circa un metro e alto non più di dieci centimetri, che aprì velocemente per controllarne il contenuto. Un rumore di passi improvviso, fece richiudere il contenitore all'umano e schiacciare Durani contro la parete, per evitare di essere vista. Da quella posizione non riusciva a vedere in faccia il nuovo arrivato, ma di una cosa era certa: anche se non indossava la consueta divisa rossa quello appena entrato, era uno dei Suvwl' 'lw Klingon al seguito di Dothrak. Cercò di avvicinarsi per sentire cosa dicevano i due.

"Mi è stato assicurato che sei il migliore sulla piazza."

"Non ho mai fallito, il tempo per quella mezza-klingon è contato!"

Per Durani fu come ricevere una mazzata allo stomaco: il riferimento a Tara era evidente, essendo l'unico mezzo sangue klingon a bordo della Base era lei che voleva eliminare. Non l'avrebbe permesso. Fece per scattare, ma qualcuno alle sue spalle la colpì con violenza alla testa, si girò per affrontare l'avversario, ma fece solo in tempo a vedere l'appariscente orecchino bajoriano, prima che un altro violento colpo la spedì nel mondo dei sogni.


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20.06 - L'altra faccia del cuore

Autore: Tenente Comandante Ramar Roberts

DS16 Gamma - Stiva di carico 3 - 18/03/2398 ore 15.35



"E adesso che facciamo?". Nonostante l'aggressione, Durani riusciva chiaramente a sentire le voci allarmate dei cospiratori e, in particolar modo, i grugniti di rabbia del klingon, che girava circolarmente come un animale in gabbia, sbuffando e digrignando i denti.

Quest'ultimo, alla fine, e con un solo balzo, prese per il bavero il bajoriano, che, per una persona che si trovava faccia a faccia con un feroce guerriero sanguinario, sembrava essere piuttosto tranquillo.

"Se fossi in te, toglierei le mani di dosso, bestione!"

"Cosa, moscerino?"

Il Klingon sollevò rapidamente il braccio per colpire il proprio collaboratore, ma quello, persa la propria spavalderia, lo interruppe con un tono decisamente allarmato:

"Hanno trovato l'altro cristallo, non ci resta molto tempo!"

Il Suvwl' Iw Klingon gettò a terra il misterioso bajoriano come se si fosse bruciato e ricominciò a girare in tondo, questa volta per cercare di schiarirsi le idee. Dopo qualche minuto si arrestò, si mise una mano tra i capelli, si voltò e intimò all'uomo che si stava rialzando da terra:

"Una cosa per volta: occupati di lei, fa in modo che nessuno sappia dove si trovi. Poi torna qui, dobbiamo fare in modo di recuperare quel cristallo e portare a termine la nostra missione, prima che scoprano cosa sta succedendo! Muoviti, se vuoi la tua parte!", ringhiò sull'ultima frase.

Scosso dalle ultime parole, l'uomo, che sembrava aver recuperato il suo solito autocontrollo, imbavagliò Durani e cominciò a legarla più stretta che potè dopo di che si guardò intorno, come se la risposta a tutti i loro problemi si trovasse esattamente in quella stanza. Alla fine si arrestò di colpo:

"Cosa ne dici, starà comoda lì dentro?", e fece un cenno verso una paratia e, nel mentre, la staccò, misurando con gli occhi scuri l'angusto spazio destinato ad ospitare lo pseudo svenuto ufficiale della Flotta.

Non ricevendo alcuna risposta, se non un grugnito irritato e iroso, il bajoriano continuò a parlottare fra se e se, finchè decise di applaudire per proprio conto il suo decantato genio.

"Con questo pannello potrò alterare e nascondere il tuo segnale vitale facilmente, dolcezza, ma non ti preoccupare: sarai presto libera, non ci metteremo molto, ok?"

Disse, continuando a sorridere sornione e armeggiando con il vicino pannello.

"Io devo andare, Rogal mi aspetta tra circa un'ora e forse ho un'idea che potrebbe indirizzare le cose nel modo giusto. Finisci, poi recati con discrezione nei miei alloggi, ho un piano. Potresti non essere così inutile dopotutto".

Senza aspettarsi alcuna risposta, si diresse verso la porta, tentando di riacquistare il proprio incedere sicuro: l'aspettava la missione più difficile che avesse mai intrapreso. Doveva cercare di ingannare Rogal, l'uomo diffidente per definizione l'uomo a cui aveva giurato fedeltà incondizionata e da cui dipendevano le sue sorti.


DS16 Gamma - Ambasciata Klingon - 18/03/2398 ore 16.30



Rogal era rimasto nel suo ufficio, pensieroso e dall'espressione glaciale. Era difficile capire che cosa effettivamente lo preoccupasse: se ciò che stava accadendo sulla Stazione o l'ultimo confronto che aveva avuto con Tara. Qualunque cosa fosse, era rimasto impassibile dietro la scrivania, con lo sguardo fisso davanti a se e le mani contratte. Ad un certo punto la porta si spalancò, lasciando apparire davanti ai suoi occhi uno dei suoi Suvwl' Iw Klingon, Kahlal, che, con il suo solito passo sicuro e l'atteggiamento leggermente dimesso che dimostrava unicamente nei suoi confronti, lo salutò, portandosi la mano chiusa a pugno sul petto e inchinandosi leggermente, rimanendo poi in attesa che l'Ambasciatore gli ordinasse di parlare.

Rogal, dopo tutto quel tempo speso ad osservare la parete come se quest'ultima nascondesse uno dei più grandi misteri dell'universo, fissò il proprio sguardo sul proprio sottoposto e, con un cenno tutt'altro che garbato della propria mano, lo invitò a riferirgli quanto doveva.

"Mio Signore" cominciò l'uomo "ho delle notizie alquanto allarmanti su quanto avvenuto in questi giorni sulla stazione".

Rimase poi in silenzio per qualche secondo, probabilmente aspettandosi che Rogal commentasse quest'affermazione in qualche modo, cosa che però non avvenne e pertanto proseguì.

"Ho scoperto che i Federali sono in possesso di un'arma: con essa sono in grado di creare una sorta di realtà alternativa, dove tutti assumono un ruolo diverso da quello che ricoprono tutt'ora! Non so quali obbiettivi vogliano raggiungere, ma sicuramente riusciranno a creare il caos necessario!"

Rogal lo guardò veramente per la prima volta da quando era entrato:

"Che diavolo vai dicendo? Anche loro sono stati colpiti da quella sorta di raggio!" ringhiò, più irritato che mai.

"Ecco le prove" esordì l'altro. "Vede questo individuo?", continuò, poggiando poco delicatamente sulla scrivania un D'Pad con la scheda del misterioso bajoriano aperta. "Ho interrogato questa debole feccia: ovviamente ha cantato subito, il codardo. Non gli ho creduto subito: i bajoriani sono dei viscidi bugiardi, così mi sono nascosto nella stiva di carico tre: circa un'ora fa il Tenente Durani si è presentata sul luogo dello scambio. Ha preso quello che doveva e ha ringraziato l'uomo in nome della Federazione, dopo di che se ne è andata e ...."

Rogal battè violentemente un pugno sul tavolo, interrompendo l'altro, che cercò imperturbabile di mantenere il proprio autocontrollo.

"Dimmi tu", disse, sillabando le parole, alzandosi e prendendo dal bavero Kahlal "dimmi, cosa sei, ubriaco? Sono contento che tu ti sia divertito questa notte, ma ti sembra un valido motivo per venire qui a fami perdere tempo con le tue menzogne da avvinazzato?! Tagliarti la gola sarebbe un onore troppo grande che non meriteresti!"

L'umore di Rogal non era certo dei migliori e non si poteva negare ma Kahlal si era preparato, conosceva molto bene l'Ambasciatore e, pertanto, aveva tenuto conto che avrebbe potuto adirarsi.

Sogghignando per un momento, un secondo, adottò nuovamente il proprio fare umile, per quanto umile possa essere un klingon, e, senza cercare di liberarsi alla stretta di Rogal rispose

"Signore, se non volete credere a me, credete a lui ..." e fece segno alle due guardie di aprire la porta. Il bajoriano, dall'aria terrorizzata, venne scortato dentro da altre due guardie, che senza troppo riguardo lo spinsero a terra " ... e a questo".

Kahlal allungò la mano sulla scrivania, interagì il più velocemente possibile con il D'Pad, e, al posto della scheda del suo complice, comparve un video della sicurezza, in cui si vedeva distintamente il Tenente Durani interagire con l'uomo.


Rogal lasciò il bavero di Kahlal, prendendo con ambo le mani il D'Pad : scrutò con gli occhi di fuoco la riproduzione e esordì con aria feroce:

"Come hai fatto ad avere questo? Come?"

"C'è qualcuno all'ufficio della sicurezza che ama più l'oro della sua uniforme", replicò l'altro.

"Mio Signore, io vi ho sempre servito fedelmente", continuò Kahlal.

"I Federali hanno sempre avuto atteggiamenti disonorevoli e non è certo la prima volta che cercano di ingannarci: questo è troppo!!! Si fidi di me, mio Signore: affrontarli per vie burocratiche non servirà a niente. Agiamo come stanno agendo loro, alle loro spalle! Impossessiamoci di quel cristallo e facciamogliela pagare!"

Se Rogal fosse stato più lucido, avrebbe sicuramente notato che il proprio presunto collaboratore stava sudando freddo e che le sue labbra erano secche, come se tutte quelle menzogne avessero prosciugato la sua bocca.

Ma non fu così: Rogal aveva ignorato una ferita che non si era procurato in battaglia e che, nonostante ciò, non smetteva di sanguinare. Il suo cuore era ferito, e questo annebbiava il suo giudizio, quel tanto che bastava a far esplodere la propria rabbia. Tara l'aveva tradito: come poteva credere che non l'amasse abbastanza, come? Ed ora un altro, subdolo, ingiustificato colpo alla schiena, era decisamente troppo.

Con una sguardo risoluto e iroso, percorse tutta la stanza, si risedette dietro la scrivania e ringhiò diretto al bajoriano rimasto in ginocchio a terra, con gli occhi inchiodati al suolo

"Parla e dimmi tutto quello che sai!".



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20.07 - Con la rabbia nel cuore

Autore: Ambasciatore Klingon Rogal Dothrak

DS16 Gamma - Ambasciata Klingon - 18/03/2398 ore 17.00


"E questo è tutto..." terminò il bajoriano abbandonandosi sulla sedia come se spiegare tutto avesse richiesto tutte le sue forze.
"E tu sei certo che Shran sia a conoscenza della cosa." La rabbia di Rogal si era fatta ogni minuto più profonda. Aveva ritenuto l'andoriano un individuo onorevole, il fatto di essersi così tanto sbagliato su di lui lo rendeva ancora più folle di rabbia.
"Sono solo certo sulla klingon" ribattè il bajoriano, era un mentitore nato e sapeva bene che incolpare troppe persone poteva diventare controproducente. Lui sapeva, come lo sapeva l'Ambasciatore Klingon, che Durani non avrebbe fatto mai niente che il Capitano della base stellare non le avesse ordinato. Era logico pensare che altri fossero coinvolti, ma fino a quale livello si spingeva la cospirazione contro l'impero?

"Portatelo via. Mettetelo in un alloggio e fate in modo che non incontri nessuno. Se tenta la fuga uccidetelo." le parole dell'Ambasciatore erano così fredde e distaccate che Rillar ebbe un fremito di paura.
"Non mi muoverò dalle mie stanze, glielo giuro." balbettò fingendosi più sottomesso di quanto in realtà fosse.

I klingon sparirono con il loro prigioniero e Rogal iniziò a camminare per il suo ufficio fino a fermarsi davanti alla semplice scatola che conteneva il cristallo.



DS16 Gamma - Plancia - 18/03/2398 ore 17.10


"Dov'è Durani?" chiese Shran
"Non lo so signore, forse è in ritardo." rispose Riccardi digitando sulla sua console "Mmmh, che strano"
"Che intende?" chiese il Capitano girandosi verso di lui
"Non ricevo il suo segnale identificativo. Computer dove si trova l'Ufficiale Tattico Durani?"

=^=Durani della casata di Kanjis non si trova sulla stazione.=^= rispose prontamente il computer

"Che sta succedendo?" chiese l'andoriano alzandosi in piedi
"Non lo so... la sua ultima posizione segnalata è... Stiva di Carico 3?" Riccardi alzò gli occhi sorpreso "La cosa non mi piace. Vado a controllare!"

L'ufficiale della sicurezza partì di corsa senza attendere l'ordine del suo ufficiale superiore il quale non aveva nessuna intenzione di trattenerlo.

"Pensa che la sparizione sia da collegare a questi fantomatici cambi di realtà?" sussurrò il Primo Ufficiale avvicinandosi all'andoriano.
"Non ne ho la più pallida idea... l'unica prova che abbiamo di questi cambi è il fatto che coloro che sono in qualche modo legati agli el-auriani ne percepiscono il cambiamento e si ricordano di essere stati in una base diversa. Il problema è che non ce ne rendiamo conto... tutta la realtà sembra cambiare. E' troppo estrema questa cosa, ho paura che la cosa può solo finire in un disastro."
"Dobbiamo parlarne con gli ambasciatori, abbiamo bisogno del loro supporto."



DS16 Gamma - Sala riunioni - 18/03/2398 ore 20.00


"Ambasciatrice T'lani, Ambasciatore Lamak, Ambasciatore Rogal. Mi dispiace avervi fatto venire qui così all'improvviso ma la situazione è sempre più preoccupante. Come già sapete, i flash che in questi giorni ci hanno colpiti, sembrano influenzare la realtà come la conosciamo. Non è una cosa limitata alla nostra base, abbiamo ricevuto rapporti persino dall'Ammiragliato... persino da Andoria." commentò Shran osservando i suoi interlocutori.

"Anch'io ho ricevuto rapporti preoccupanti dall'Impero. Il Senato è in subbuglio." aggiunse Lamak.

"Sembra che la colpa sia di questo cristallo." Shran fece un cenno in direzione dell'oggetto che aveva poggiato sul tavolo e che era coperto da un telo. "Purtroppo non ve lo posso mostrare, l'ultima volta che ho sollevato quel telo c'è stato un flash. Ne abbiamo ricavato un immagine che potete osservare sullo schermo."

Il computer obbediente inviò a video un immagine dell'oggetto facendolo ruotare in varie direzioni.

"Che cos'è? E dove l'avete preso?" Chiese il romulano

"Secondo le analisi si tratta di una forma di energia cristallizzata, vi ho inviato tutte le specifiche che siamo riusciti a ricavare dalle analisi. In quanto al dove l'abbiamo trovato, non ne abbiamo idea. Di punto in bianco è apparso nel nostro laboratorio scientifico già coperto da quel telo, che per la cronaca risulta essere un tessuto vulcaniano." l'Ambasciatrice T'Lani aveva un tono neutro, ma sembrava in qualche modo preoccupata.

"Bah... ci volete far credere che quel pericoloso cristallo è apparso dal nulla nel vostro laboratorio coperto da un tessuto vulcaniano e voi non ne sapete niente?" borbottò Rogal con un preoccupante tono di minaccia nella voce. Era qualche giorno che quel klingon era intrattabile.

"Ambasciatore, so che le cose le possono sembrare sospette e non ho modo di provarle quello che dico. Mi dica lei quello che vuole per dimostrarle che sono in buona fede." rispose Shran alzando le mani. "Persino le immagini della sicurezza non mostrano niente. Prima non c'era e poi eccolo lì, guardandolo persino io ho pensato che fosse un video contraffatto."

Rogal sbuffò senza dire altro, ma i suoi occhi erano cupi.

"Cosa possiamo fare noi Capitano?" chiese Lamak

"A quanto pare i cristalli sono due, ma non sappiamo dove sia il secondo... dobbiamo trovarlo. Crediamo che non sia distante da noi, sembra che il flash si scateni quando i due cristalli sono vicini fra loro, ma non sappiamo quanto. Noi speriamo che si trovi su questa base, perchè altrimenti siamo fregati. Vi chiediamo di aiutarci nelle ricerche per quanto concerne le vostre ambasciate. Dobbiamo trovarlo e neutralizzarlo prima possibile e dobbiamo farlo mentre la nostra realtà è quella predominante." Shran guardò gli ambasciatori di fronte a lui e si stupì dello sguardo assassino dell'ambasciatore klingon.

"Faremo quanto richiesto. Farò un controllo anche sulle navi romulane e cardassiane nel settore... anche se credo sia una perdita di tempo." affermò Lamak alzandosi "Se volete scusarmi..." ed uscì con il suo attendente per organizzare l'operazione.
Allo stesso modo il klingon si alzò, lanciò un ultima occhiata a Shran e uscì dalla stanza seguito dal suo vecchio mentore.

"Sbaglio ho Rogal non ha dato la sua approvazione?" chiese l'andoriano rivolgendosi all'Ambasciatrice vulcaniana.

"Ultimamente si comporta in maniera illogica. I suoi sbalzi di umore alle nostre riunioni sono piuttosto palesi... c'è un'alta possibilità che il suo rapporto con il Tenente Comandante Keane non vada come dovrebbe." commentò la donna guardando il Capitano.
"Rogal? Con Keane? Questa poi! Ne è sicura?" le antenne di Shran si erano sollevate per la sorpresa.
"Capitano Shran, sono una vulcaniana, ma gli occhi mi funzionano. Mi stupisce che non se ne sia accorto lei!" se non lo ritenesse impossibile, Shran era sicuro che l'Ambasciatrice lo stesse prendendo per i fondelli.
"Sono stato un po' impeganto e tendo a non ficcare il naso negli affari privati del mio equipaggio. Certo che se le cose stanno così forse è il caso che io ne parli con lei per capire se la cosa possa trasformarsi in una guerra fra la Federazione e i Klingon... vedrò di invitarla a cena nel mio alloggio così potremmo parlarne in tutta tranquillità."



DS16 Gamma - Ambasciata Klingon - 18/03/2398 ore 21.00


=^=Ambasciatore...=^=
"Parla!" ordinò Rogal con voce rabbiosa.
=^=La mezza klingon è appena entrata nell'alloggio dell'Andoriano... devo aspettare che esca e continuare a seguirla?=^= chiese il klingon che era stato messo, mesi prima, da Rogal a protezione di Tara con la scusa di controllarne i movimenti.
"No, ci penso io... puoi tornare sulla nave."

Rogal colpì con violenza la scrivania deformandola.
Allora era vero, gli ufficiali superiori della base erano tutti d'accordo. Il Bajoriano l'aveva detto, avrebbero fatto sparire quella klingon traditrice di Durani per non fargliela interrogare e scoprire così il loro piano e avrebbero anche tentato di cercare il cristallo nelle zone protette dell'ambasciata. Era stato furbo Shran a fare quella riunione... forse nons apeva se il cristallo era in mano ai klingon, ma sapeva che chiunque l'avesse avrebbe fatto un accordo con la federazione. Lui poteva ricavare grande onore, risolvendo la faccenda a nome dell'impero, ma il fatto che Tara fosse andata a trovare Sharn nei suoi alloggi la diceva lunga. Nella base girava voce che l'andoriano fosse un playboy, detto alla maniera umana... non poteva credere che Tara...

Di nuovo il pugno di Rogal colpì la scrivania. Kahlal entrò titubante.

"Mio signore..." disse salutando.
"Cosa c'è Kahlal!" sbraitò il klingon
"La klingon non si trova da nessuna parte, gli altri uomini della guardia l'hanno cercata ovunque. Abbiamo seguito anche gli uomini della sicurezza federale ma non sembrano impegnarsi molto nella ricerca." Kahlal sapeva che era un rischio dire una cosa del genere, qualsiasi altro Suvwl' Iw avrebbe potuto dire a Rogal che in realtà la sicurezza federale stava smontando la base pezzo per pezzo pur di trovare la loro collega, ma sperava che la rabbia del suo comandante fosse talmente grande da accecarlo.

"Adesso Sharn mi ha stancato!" sbraitò ancora Rogal afferrando il suo Daqtagh, il pugnale a tre lame, per poi assicurarlo alla cintura "Seguimi è il momento di un faccia a faccia con Shran e la Keane!"

Kahlal esultò dentro di se. Rogal, impazzito dalla rabbia, avrebbe ucciso la sua amante mezzosangue e l'andoriano. Tutto sarebbe andato come doveva, il suo sangue sarebbe rimasto incontaminato e, quando le acque si fossero calmate, avrebbe fatto arrivare sua sorella... forse il Rogal avrebbe perpetrato la sua discendenza attraverso il suo casato.


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20.08 - Tessere di mosaico

Autore: Ambasciatore Federale T'Lani

Stiva di carico 3 - 18/03/2398 ore 17.15



Lì per lì non aveva capito dove si trovasse. Era al buio. Le mancava l'aria e la testa le faceva male, ma ignorò il dolore. Le mani non erano di nessuna utilità, legate come erano dietro la schiena. Anche le gambe erano legate e piegate contro un muro che dava la sensazione fredda del metallo attraverso la tuta. In bocca sentiva il sapore di un fetido straccio, e questo, pensò, era un buon segno. Se si erano preoccupati che nessuno la sentisse, voleva dire che non l'avevano portata fuori della Base, o almeno non ancora.
Durani sentì sorgere dentro di sé una rabbia sorda. Come aveva potuto farsi imprigionare da un ... come quel bajoriano? Lo avrebbe fatto a brani con le sue sole mani non appena fosse riuscita a uscire da quel dannato buco in cui l'aveva nascosta. Era in gioco quel poco d'onore che la disgrazia della famiglia Kanjis le aveva lasciato!
Istintivamente aveva teso le gambe attraverso i legacci. Urtò la parete, che emise un rumore metallico. Una paratia... Si: ora che ci pensava, quel bastardo di bajoriano aveva detto qualcosa, mentre lei era ancora semisvenuta per il colpo ricevuto. Era qualcosa su una paratia che avrebbe impedito ai sensori di trovarla. Allora, non si erano dati tanto da fare per sequestrarla: era sempre in quella dannata stiva di carico 3!
La rabbia che sentiva salì di un altro gradino. Non l'avevano neanche considerata un nemico al loro livello, se non si erano dati pena di nasconderla meglio!
Le gambe si tesero di nuovo, urtando contro la paratia. Il suono si trasmise attraverso il metallo dritto nel cranio, strappandole un grugnito nello straccio che le avevano messo in bocca. Avrebbe fatto pagare a quel...
Un momento.
Quindi, si trovava nell'intercapedine tra la parete interna e quella esterna della stiva di carico 3. Il rivestimento esterno non avrebbe ceduto facilmente, ma le paratie interne venivano collocate in binari ad incastro, per poter effettuare eventuali riparazioni ai cavi di collegamento. La paratia contro la quale premeva il suo corpo... Adesso, quando l'aveva urtata, aveva sentito qualcosa sotto il rumore. Un movimento, forse?
I legacci penetravano stretti nelle gambe, ma poteva ancora muovere le ginocchia. Provò a puntarle contro la parete esterna. Inarcò la schiena, portando le ginocchia di nuovo a colpire la paratia, e poi ancora e ancora, ignorando le fitte che il rumore le faceva penetrare dritto nel cervello. Mancava l'aria e lo sforzo quasi le fece inghiottire brani di stoffa. C'era troppo poco spazio per colpirla con violenza sufficiente a farla uscire dall'incastro, ma la sentiva muoversi, un po' di più ogni volta.
Ancora, ancora, maledizione! Per Kahless, per la nave che trasporta i morti disonorati al Gret'hor, muoviti, muoviti, muoviti!
Dopo un tempo che le parve infinito, ad un lato della paratia comparve una sottile linea di luce. Si stava scardinando, infine! Durani raddoppiò i suoi sforzi, puntando verso il bordo luminoso.
La paratia infine cedette d'un colpo, facendola ruzzolare verso l'interno. Durani si ritrovò sul pavimento, faccia a terra, a respirare la polvere e l'unto della stiva di carico.
Iniziò a strusciare la faccia contro il pavimento, cercando di sputare via il bavaglio.
Avvertì un rumore. La porta della stiva di carico. Stava entrando qualcuno.
* Sono tornati! * - pensò con rabbia. Ci aveva messo troppo tempo! Se solo fosse riuscita a liberarsi di quelle corde infami, glie l'avrebbe fatta pagare!
Dette uno strattone alle corde, cercando di svicolare al riparo di alcune casse.
"Durani! Tenente Durani!" - sentì chiamare. Riccardi! Riconobbe la voce, ma il bavaglio le impediva ancora di parlare. Con uno sforzo, la donna rotolò su sé stessa e con entrambe le ginocchia colpì le casse che si trovavano di fronte a lei.
"Durani!" - Dei passi la raggiunsero, delle mani le cercarono le corde. Tossì, mentre il bavaglio le veniva tolto dalla bocca.
"Sta bene? - domandò Riccardi, finendo di liberarla dalle corde - Che è successo? Chi è stato?"
"Qualcuno che me la pagherà caro! - sibilò la klingon - Ma prima dobbiamo avvertire Tara... La comandante Keane. E' lei che vogliono uccidere!"
"Cosa? Chi c'è dietro? Chi vuole ucciderla?"
"Lasci perdere e la chiami, per Kahless! Deve avvertirla!"
La mano di Riccardi corse al comunicatore:
"Riccardi a comandante Keane"
=^= Qui Keane =^=
"Dove si trova?"
=^= Al momento? Sono nel corridoio alloggi degli ufficiali. Perché? =^=
"Abbiamo trovato Durani. Vada subito nel suo alloggio e non apra a nessuno. Le mando immediatamente degli uomini della Sicurezza"
=^= Cosa? Perché? Ho fatto qualcosa? =^=
"No. E' che non voglio che qualcosa sia fatto a lei!"


Corridoio alloggi ufficiali - 18/03/2398 ore 18,21



=^= No. E' che non voglio che qualcosa sia fatto a lei! =^=
La comunicazione si interruppe. Tara istintivamente si guardò intorno, mettendo le spalle alla parete e la mano sull'impugnatura del suo phaser. Si mosse verso il proprio alloggio, sempre controllando il corridoio. Non aveva idea di quale minaccia stesse parlando Riccardi, ma l'urgenza che aveva sentito nella voce dell'umano le aveva detto che doveva essere qualcosa di serio... Che voleva dire che Durani era stata trovata? Che cosa le era successo?
Il pavimento le aveva trasmesso un rumore, come di un passo trattenuto. Tara si bloccò, ascoltando l'aria oltre il rumore sordo dei macchinari della Base. Forse la comunicazione di Riccardi l'aveva fatta diventare paranoica, pensò Tara, ma c'era un mezzo per esserne sicuri.
Raggiunse il proprio alloggio e chiuse la porta dietro di sé. Andò alla scrivania ed estrasse dal cassetto il proprio tricorder. Lo accese e iniziò a esplorare lo spazio circostante. C'erano segni di vita di un umano di sesso femminile dell'alloggio di Claire Drillrush - giusto, era di riposo, visto che al primo ufficiale sarebbe toccato il turno di notte in sala comando. Mosse il sensore in direzione del corridoio, regolandone il raggio. Il tricorder segnalò anche un'altra presenza.
Klingon. Maschile. Fermo, in piedi, non lontano dalle porte del turboascensore. Per un istante, Tara pensò che fosse Rogal... Possibile? Non era mai venuto a trovarla nel suo alloggio, era troppo facile che un altro degli ufficiali li vedesse insieme.
Ma se non era lui? Non aveva senso che un Klingon si trovasse nel corridoio di fronte agli alloggi degli ufficiali. Gli uffici della Delegazione Klingon erano distanti da lì.
Era quella la minaccia da cui Riccardi l'aveva appena messa in guardia?



Infermeria - 18/03/2398 ore 19.00




"Sto bene! Sto bene! - esclamò Durani - Quante volte devo ripeterlo?"
"Può ripeterlo quanto vuole, tenente..." - ribatté il capitano Shran. L'uomo era in piedi, accanto al bioletto sul quale l'avevano spinta dopo averla teletrasportata dalla Stiva di carico 3. Più distante, con le braccia conserte, stava il comandante Riccardi.
"...Ma finché il dottor Sonx non avrà dato il suo assenso, io da qui non le permetterò di uscire" - accennò al denobulano che stava controllando i dati del biomonitor.
"Sono io a dare il permesso di uscire dall'infermeria - sottolineò il dottore - L'esame sarà più rapido se deciderà di collaborare, tenente Durani... Per esempio, stando ferma su quel bioletto anziché muoversi continuamente. Così non riuscirò mai a prendere le sue letture!"
"E' così..." - Durani si interruppe, vedendo lo sguardo severo del capitano - ...Frustrante!" - completò.
"Quello che io trovo frustrante è non capire che cosa stia succedendo sulla mia Base!" - brontolò il capitano - Che cosa stanno combinando, i Klingon? Che cosa hanno a che spartire con quel bajoriano dalla fedina penale lunga da qui al Quadrante Delta? In che rapporto è il bajoriano con il cristallo?"
Durani scrollò le spalle, causando un mugolio di disapprovazione da parte del dottor Sonx:
"Le ho detto tutto quello che ho sentito nella stiva di carico. Non ho riconosciuto il klingon che stava parlando con il bajoriano... Posso solo dire che aveva una corazza rossa, uguale a quelle della guardia dell'Ambasciatore Rogal"
"Potrebbe essere lo stesso uomo in agguato nel corridoio alloggi ufficiali... Anche lui ha una corazza rossa - suppose Riccardi - I miei uomini lo stanno tenendo sotto controllo, pronti ad intervenire se dovesse tentare qualcosa contro Tara Keane... O chiunque altro, se è per questo"
Shran iniziò a camminare in su e in giù, parlando a voce alta:
"Durani ha sentito quella conversazione ore fa - disse - Mentre lei era in quella paratia, il comandante Keane avrebbe potuto essere aggredita non una ma dieci, venti volte! Perché non è ancora successo niente?"
Tornò a piantarsi di fronte al lettino dove era distesa Durani e la fissò dritto negli occhi:
"Non c'è niente che abbia senso. Tanto per dirne una: perché l'hanno lasciata dietro quella paratia? Dovevano sapere che non appena fosse stata rilevata la sua assenza, i sensori interni sarebbero stati settati al massimo per poter trovare le sue tracce. I sensori della Base riescono a vedere attraverso gli scafi delle navi più avanzate... Per proteggere la privacy dei passeggeri e degli uffici diplomatici a bordo, i sensori interni vengono tenuti al minimo, ma il bajoriano doveva sapere che sarebbe stata trovata non appena fosse scattato l'allarme per la sua scomparsa."
Durani lo fissò:
"Sta dicendo che ci contava?"
"E che ci avrebbe detto tutto quello che aveva sentito - assentì Shran - Ma che sia dannato se capisco il perché! A che gioco sta giocando... A proposito, come si chiama il bajoriano?" - domandò, rivolto a Riccardi.
"Tra la malavita di Bajor viene chiamato Rillar, ma si tratta del nome di un vecchio orfanotrofio distrutto durante la guerra - rispose l'umano - Nel database sono elencati almeno una dozzina di suoi alias, capitano... Non so quale sia il suo nome vero e nemmeno se il nome vero sia tra quelli che gli sono attribuiti. I database bajoriani risalenti alla guerra di liberazione contro i cardassiani sono a dir poco lacunosi. "
"Oh-oh" - fece il dottore.
"Cosa?" - Shran si girò verso il medico.
"Niente... Mi è solo venuto in mente che ha l'identità di un uomo senza identità - se capite quello che intendo. E' nato in un luogo distrutto da una guerra, non ci sono tracce delle scuole che ha fatto o delle persone che ha conosciuto. Una fedina penale lunga... Come diceva lei prima? Di qui al Quadrante Delta? Può essere falsificata con molta facilità. Molto comodo..." - concluse il denobulano.
Shran rizzò le orecchie:
"Sta dicendo che... Potrebbe essere una spia?"
"Una spia! Una spia di chi?" - fece Durani.
Sonx alzò le spalle:
"E chi lo sa..? E' solo una ipotesi, la mia."
"Una ipotesi che potrebbe spiegare perché non mi ha nascosto con più cura... O anche ucciso... Quando poteva farlo" - disse Durani.
"Sarebbe una spia Klingon? - ipotizzò Riccardi.
Durani scosse la testa con vigore:
"Tutto è possibile, ma è più facile che sia una spia presso i Klingon, che cioé abbia fatto in modo di insinuarsi presso l'ambasciatore o presso qualcuno dei suoi. Rogal è un uomo diffidente, difficile da avvicinare."
"Questo non esclude la possibilità che sia una spia di qualche altro clan Klingon, avverso a Rogal - disse Shran, quindi si rivolse a Riccardi - Dobbiamo trovarlo. Voglio capire esattamente chi è e quali sono le sue intenzioni"
"Ho dato ordine di controllare i suoi movimenti dalle olocamere di sicurezza, ma sembra sparito. I programmi di identificazione facciale non lo hanno segnalato in nessuna delle parti comuni della Base nelle ultime ore" - disse Riccardi.
"Teletrasporti?"
"I miei uomini stanno controllando anche quelli, capitano, ma ci sono molti bajoriani a bordo della Base in questo periodo."
"Dovremmo avvertire Rogal?" - domandò Durani.
"Avvertirlo di cosa? - Shran scosse la testa - No. Almeno finché non avremo le idee più chiare su che cosa sta succedendo intorno agli uffici Klingon, non gli diremo niente. Nel frattempo, cercheremo tra gli uomini della guardia dell'ambasciatore l'uomo che era insieme al bajoriano nella stiva di carico 3. E, anzi, tenente Durani: non diremo a nessuno che lei è stata trovata. Fino a nuovo ordine, lei resterà nascosta qui in infermeria."
Alzò una mano per prevenire le obiezioni della donna:
"E' un ordine, tenente. Ufficialmente, lei è ancora scomparsa. In apparenza, continueremo le ricerche per rintracciarla. Non dobbiamo scoprire le nostre carte, facendo sapere a tutti che sappiamo quello che lei ha ascoltato. Tutto chiaro?"
Si guardò intorno per ricevere l'assenso dei suoi ufficiali, quindi controllò l'ora:
"Ho un appuntamento con tutti gli ambasciatori fra poco, per informarli delle scoperte che abbiamo fatto a proposito dei cristalli... Ma ancora non so fino a che punto posso spingermi con loro"
"Potrebbe informare prima, privatamente, l'ambasciatrice di Vulcano - suggerì Sonx - Lei potrebbe consigliarla meglio sull'atteggiamento da tenere con gli altri diplomatici"
Shran fece per rispondere al medico, ma sentì suonare il suo comunicatore.
=^= Comandante Roberts a capitano =^=
"Qui Shran"
=^= Credo di avere scoperto qualcosa di interessante sul nostro misterioso cristallo. Posso parlare? =^= disse l'ufficiale scientifico.
"Certo. Parli pure"
=^= Non ho potuto esaminare il cristallo in sé stesso, per evitare i flash che abbiamo già visto, così mi sono concentrato sulla coperta che lo avvolge. E' di fabbricazione vulcaniana =^=
"Lo sapevamo già"
=^= Ho trovato delle molecole organiche fra le sue fibre, e le ho identificate. Appartengono all'ambasciatrice vulcaniana T'Lani. Eppure, sono sicuro che non abbia toccato il panno. Almeno quando era in nostra presenza, non si è neppure avvicinata all'oggetto. =^=
Shran scambiò un'occhiata sbalordita con i suoi ufficiali:
"E' sicuro, comandante?"
=^= Si, signore. Per sicurezza, ho controllato le olocamere del laboratorio. =^=
"Ho capito."
Il capitano chiuse la comunicazione.
"Anche T'Lani" - mormorò tra sé. Alzò lo sguardo ad incontrare quello del suo ufficiale medico:
"A quanto pare, non posso seguire il suo consiglio, dottore. Non posso fidarmi nemmeno della vulcaniana in questo affare... "


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20.09 - Complotti

Autore: Tenente Comandante Tara Keane

DS16 GAMMA - Alloggio Capitano Shran - 18/03/2398 ore 21.05



Tara era arrivata nell'alloggio del Capitano da pochi minuti e stava sorseggiando l'aperitivo che Shran le aveva offerto ,nell'attesa che la cena fosse pronta. Era già capitato altre volte di cenare insieme al Capitano e solitamente gli inviti arrivavano,a lei ma anche ad altri Ufficiali, quando l'Andoriano voleva parlare in privato coi suoi collaboratori, senza però dare troppa ufficialità alle cose. Di solito si trattava di faccende private che potevano però avere ripercussioni in pubblico e Shran aveva l'estremo tatto di chiarirsi faccia a faccia con l'interessato, evitando spesso noie burocratiche o piccoli incidenti che avrebbero potuto trasformarsi in catastrofi se non arginati in tempo.

E lei sapeva perfettamente a cosa era dovuto l'invito, ma sapeva anche che, prima e durante la cena, Shran non voleva parlare di problemi, ogni argomento spinoso veniva affrontato a stomaco pieno e dopo un buon wisky, in modo da essere tutti più rilassati e propensi alle confidenze. In questo caso la questione spinosa era il suo rapporto con Rogal, anche se al momento ad una domanda diretta del Capitano non era certa di cosa avrebbe risposto.

Stava pensando a queste cose quando Shran uscì dalla sua camera, dove si stava cambiando, e con fare contrito le disse "Mi scusi per il ritardo Tara, ma sa anche lei com'è la situazione! Comunque la cena arriverà tra due minuti: ho ordinato al ristorante terrestre, le va bene?"

"Perfetto, anche se devo confessare di non avere molto appetito!"rispose finendo in un sorso il suo aperitivo "forse preferirei bere." Terminò posando il bicchiere sul tavolo.

"Non è nell'alcool che troverà risposte ai suoi problemi." Disse Shran prendendo il suo drink, che ancora non era riuscito a bere, quando il campanello della porta trillò."Che le dicevo? In perfetto orario!" ed andò ad aprire ma, al posto del cameriere del ristorante con la loro cena, si ritrovò di fronte l'Ambasciatore Klingon, scortato come sempre da uno dei suoi guerrieri.

"Shran devo parlarle!" e l'aspetto furente e il tono della voce erano di quelli che non ammettevano un rifiuto, quindi il Capitano si scostò, ma quando Khalal fece per entrare, l'andoriano gli si pose davanti e con estrema fermezza gli disse "Lei no. L'ambasciatore qui non corre rischi." E chiuse la porta in faccia al Klingon.

"Ambasciatore che succede?" disse Shran.

"Lo spieghi lei a me? Ma sia convincente perché non permetterò che usiate quel cristallo contro l'Impero!" Rispose Rogal, quasi urlando, portandosi a pochi centimetri dall'Andoriano, con una furia omicida negli occhi. Shran non cedette di un passo, sapendo di dover dimostrare al Klingon di non temerlo.

"Le posso assicurare che non è questa la nostra intenzione, non sappiamo cosa sia e stiamo ancora cercando di capire.."

"Menzogne! Ho le prove che lo avete preso da un trafficante bajoriano!" lo interruppe Rogal facendosi ancora più minaccioso.

"Rogal fermati!" disse Tara che, sorpresa dall'ingresso di Rogal, era rimasta al suo posto, sapendo che avrebbe dovuto tenere segreta la loro relazione. Conoscendolo bene , però, sapeva altresì, che se non fosse intervenuta in qualche modo a fermarlo, Rogal non avrebbe esitato a mettere le mani addosso al suo Capitano.

Lo sguardo che Rogal le rivolse era pieno di rabbia.

"E non permetterò più che porti la mia donna nella sua stanza da sola: vuole sedurla per portarla dalla vostra parte?"

Shran fece per difendersi da accuse folli e prive di senso, ma Tara lo precedette e, scansandolo, gli si mise davanti ed affrontò l'enorme Klingon furente, con la stessa furia nella voce.

"Permettere? Pensi davvero che io abbia bisogno del tuo permesso per andare a cena col mio Capitano o con chiunque alto? Nemmeno mio padre osa dirmi chi possa o non possa frequentare e.....scusa cosa hai detto?" disse Tara calmandosi di colpo "la tua donna hai detto?"

"Sì Tara, e sono pronto ad urlarlo al mondo, sempre che tu lo voglia ancora." Rispose Rogal, calmatosi all'improvviso e guardandola negli occhi con amore infinito.

Tara non rispose ma gli si buttò al collo, baciandolo con tenerezza. Tutto questo davanti ad un allibito Shran, che stava per lasciare spazio alla coppia se non che erano nel suo alloggio e le parole di Rogal in merito a prove di un loro coinvolgimento col bajoriano che, sospettava fortemente essere lo stesso che aveva sequestrato Durani, lo fecero intervenire.

"Scusate, è tutto molto bello che vi siate chiariti e devo dire che tutto ciò risponde in parte alle domande che avrei voluto rivolgere al Comandante Keane, ma mi può dire che razza di prove sostiene di possedere?"

Ambasciata Klingon - Alloggio ospiti - 18/03/2398 ore 21.10



Rillar si era sdraiato sul letto che occupava la parete di fondo della stanza dove era rinchiuso, più come prigioniero che come ospite. Il klingon di cui si stava servendo, non era molto sveglio, ma gli aveva assicurato che presto l'Ambasciatore avrebbe posseduto entrambi i cristalli e lui era già così vicino ad uno dei due, proprio quello che aveva rubato al Tempio dei Profeti di Bajor qualche anno fa. Da allora la sua vita era cambiata perché il cristallo gli aveva rivelato la verità: i Profeti, che tutti adoravano, non erano che un pallido riflesso dei veri Dei, gli Eterni, imprigionati da qualche stolto in quel cristallo e nel suo gemello, ora nelle mani della Federazione. Ricordava benissimo l'esaltazione e la forza che aveva provato la prima volta che aveva tolto il cristallo dalla sua scatola protettiva. La curiosità l'aveva spinto a prenderlo in mano e in quel momento era stato pervaso da immagini straordinarie e da pensieri e concetti impossibili da capire , ma di una bellezza incredibile. Quando riuscì a rimettere il cristallo nel suo contenitore e a richiuderlo, tutte le immagini sparirono dalla sua mente, tranne il pensiero che divenne fisso e costante: doveva risvegliare gli antichi Dei e per farlo doveva riunire i due cristalli.

Non fidandosi troppo di Khalal si mise seduto e pensò ad un modo per fuggire da lì, riprendersi il suo cristallo, cosa abbastanza facile poiché era nell'Ufficio dell'Ambasciatore Klingon, in fondo al corridoio dove era la sua stanza/prigione, e, cosa più difficile, impossessarsi dell'altro cristallo , in questo momento tra le mani dei Federali.

Plancia - contemporaneamente



Claire Drillrush aveva preso sevizio da poco e al momento sulla Base sembrava regnare la pace: tutte le sezioni segnalavano che tutto era nella norma. Nonostante questa apparente normalità, si respirava un'aria tesa e una strana inquietudine serpeggiava tra gli ufficiali. Il Primo ufficiale era intento a studiare i dati sul Dpad , quando Roberts la chiamò dal suo laboratorio.

=^=Roberts a Plancia.=^=

=^=Dica Comandante, ha qualche novità?=^= chiese Claire sapendo che l'Ufficiale Scientifico non avrebbe chiamato per nulla.

=^=Può raggiungermi?=^=

=^=Arrivo!=^= disse e, affidando la Plancia a Riccardi che stava seguendo le ricerche del Bajoriano dalla sua postazione, si diresse alla Sezione Scientifica.

Laboratorio Scientifico 1 - ore 21.15



"Allora Ramar, cosa voleva comunicarmi?" Claire entrò in laboratorio e si diresse verso la teca che proteggeva il cristallo.

"Ho eseguito diversi test per cercare di capire come questo oggetto sia potuto giungere qui, dando credito alle parole di T'Lani che dice di non averlo mai visto, sa i Vulcaniani non mentono mai!" disse Roberts, senza alzarsi dalla sua consolle, "Comunque, sembrava tutto nella norma, tanto che stavo per dubitare dell'Ambasciatrice, poi ho eseguito una scansione a livello quantistico e i risultati sono sorprendenti!"

"Cioè?"

"Il cristallo rimane un mistero, ma il telo vulcaniano che lo ricopre non appartiene a questo universo, le sue molecole hanno una traccia quantica assolutamente non riconducibile al nostro spazio. Se posso azzardare un'ipotesi, direi che questi cristalli causano salti tra i vari universi e in uno di questi salti, questo è rimasto , per così dire, imprigionato nel nostro mondo."

"E secondo lei tutto questo sta accadendo per caso?"

"Cioè? Si spieghi meglio!"

"Voglio dire: qualcuno porta sulla Base un cristallo simile a questo e poi, all'improvviso, ne compare un altro. Mi chiedo se è solo la casualità di Leggi dell'Universo che ci sono ancora sconosciute e che fanno e disfanno senza una ragione apparente o se, forse, non ci troviamo davanti a qualcuno che ha il preciso intento di far riunire i due cristalli?"

"A questo non posso rispondere per mancanza di dati ma, credo di poter affermare che se i due cristalli s'incontrassero, si potrebbe innescare una reazione estremamente violenta. Anche qui non ho dati a sufficienza per dimostrarlo, ma temo un'esplosione di portata inimmaginabile!" disse Roberts.

Drillrush ci mise qualche istante a metabolizzare le parole dell'ufficiale scientifico, poi disse:

"Vado ad informare il Capitano, intanto sarà meglio rafforzare la sorveglianza del laboratorio: lei continui con le sue analisi." E così dicendo lasciò la stanza per andare da Shran

Alloggio di Shran - ore 21.30



L'Ambasciatore Klingon aveva messo a conoscenza di Shran delle cose che gli erano state riferite da Khalal, e altresì l'Andoriano aveva riferito a Rogal, di come Durani avesse sorpreso uno delle sue guardie personali in combutta con Rillar e per questo fosse stata imprigionata. Quando gli disse che nel piano dei congiurati era compreso l'assassinio di Tara, Rogal esplose dalla rabbia e si precipitò fuori dall'alloggio di Shran. Khalal, che era rimasto di guardia fuori dalla porta, venne travolto come da un toro infuriato e, nonostante l'addestramento e la forza non riuscì nemmeno a difendersi dai colpi violenti e precisi che Rogal gli sferrava. Tara e Shran usciti anch'essi dalla porta, non provarono a fermarlo, perché il tradimento commesso da Khalal era così grande che solo la morte poteva in qualche modo cancellare l'onta che quel klingon aveva portato alla sua famiglia.

Improvvisamente Dothark si fermò, lasciando a terra la sua guardia traditrice, più morta che viva, e rivolgendosi a Tara disse:

"Pagherà per quello che ha fatto, ma ci sono ancora due suoi complici in giro per la Base e, forse se ha ancora un briciolo d'onore, potrà aiutarci a neutralizzarli.!"

Condotto d'areazione sopra la passeggiata - ore 21,40



L'alto uomo dai capelli bianchi, si raccolse i capelli in una coda e, messosi seduto, aprì con calma la sua valigetta e con calma si mise a montare i vari pezzi che conteneva. Quando ebbe finito si rigirò tra le mani il frutto del suo lavoro e, accarezzandone la canna come se fosse un'amante, anziché l'antico fucile di precisione qual'era, pensò a quanto amasse il suo lavoro e sperò che il piano principale per eliminare la mezza klingon fallisse, così che sarebbe toccato a lui entrare in azione.


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20.10 - Sono incappata dentro un bel piano

Autore: Tenente Durani della Casata di Kanjis

FLASHBACK
Zona sconosciuta
08/09/2397 - Ore 20.52



"Un modo per indebolire la fragile alleanza che perdura nel quadrante Alfa ci sarebbe.." lo sguardo dello Zakdorn si fessurò brillando di una luce malevola

Ai suoi interlocutori non avrebbe detto mai tutto.. almeno fino a quando erano disposti a continuare ad alimentare il suo conto su Ferenginaar.

"Come una piccola pietruzza può generare una frana, così come una piccola esplosione nello spazio, in opportune circostanze, può dar vita ad un buco nero.. così io posso indicarvi una via per indebolire quella che appare una solida tregua fra potenze dominanti"

I due Vorta si guardarono vicendevolmente con un ghigno, prima di operare nuovamente su un pad modificato.

Una volta che la somma in latinum fu correttamente accreditata, lo Zakdorn riprese a parlare.

"I Klingon sono tutti guerrieri, un po' come per voi i Jem'Hadar. Non hanno bisogno di Ketracell Bianco per essere dominati, basta trovare il leader giusto.. in questi anni l'Alto Consiglio Klingon è stato attraversato da lotte intestine che hanno portato a scelte infelici.. alcune Casate sono state falcidiate in combattimento, altre epurate in maniera meno onorevole.. fra queste una continua a sopravvivere in clandestinità.. ed è una delle più antiche ed onorate.. dovete sapere che.."

"Non ci interessa.. parli più del dovuto, ma troppo poco per quanto vieni pagato"

"Arrivo al dunque allora.. non ufficialmente, ma molte famiglie sono insoddisfatte dell'operato dell'Alto Consiglio.. ed alcune apparentemente non disdegnano di criticare la lotta senza quartiere ordinata nei confronti della Casata ribelle.. su DS16 Gamma sono presenti due illustri esponenti di queste Casate.. un ambasciatore dall'oscuro passato ed una mezza Klingon. Sono entrambi due leader importanti, rispettati dai propri congiunti. Alcune spie raccontano anche come possano esservi legami sentimentali fra i due.."

"A noi cosa interessa?"

"La mezza Klingon è un ufficiale della Federazione.. la sua uccisione porterebbe a contrasti fra la Casata dell'Ambasciatore e la Flotta Stellare.. l'Alto Consiglio Klingon si troverebbe nella posizione di sostenere i propri alleati o dar loro torto sostenendo un leader potenzialmente ostile ai propri disegni?"

"E' ovvio.. sarebbero leali con la Federazione.. non vedo questo come possa aiutarci"

"Tale lealtà sarebbe la goccia che farebbe traboccare il vaso.. la Casata della mezza Klingon si alleerebbe immediatamente con quella dell'Ambasciatore, a sua volta vittima di un torto gravissimo. Ad esse si unirebbe sicuramente la Casata ribelle.. ed il lignaggio di quest'ultima trascinerebbe con sé tutti gli scontenti"

"Sarebbe una guerra"

"Forse no, ma sicuramente la solidità della tregua fra Federazione ed Impero Klingon verrebbe meno"

"Non è sufficiente.."

"Con un po' di latinum extra potrei addestrare un mio contatto Bajorano.. che potrebbe fugare un paio di cristalli cui quel popolo è molto devoto.. cristalli con qualche potere molto scenografico di sicuro effetto"

"E a noi cosa servirebbe?"

"La notizia non rimarrebbe celata a lungo.. e la novità metterebbe in allarme i Cardassiani.. i Bajorani non hanno dimenticato le atrocità subite"

"Ed i traditori dovrebbero agire o pagarne le conseguenze.."

"Esatto.. la Federazione si troverebbe a dover affrontare malumori e crescenti ostilità da due delle forze ai suoi confini che, seppur indebolite, possono essere causa di importanti sforzi bellici"

"E i Romulani?"

"Attenderebbero l'evolversi della situazione.. ma non tarderebbero ad intervenire.. o contro la Federazione o a suo favore.. generando un escalation anche sull'eventuale altro fronte.. sia esso Klingon o Cardassiano"

I due Vorta si guardarono nuovamente con un ghigno, prima di digitare nuovamente una cifra sul pad modificato.

Al nuovo accredito, lo Zakdorn sorrise malignamente.

"Entro aprile avrete notizia dell'uccisione della mezza Klingon.. da quel momento la situazione potrà solo degenerare.. entro l'estate potreste già avere la vostra guerra.. attendete qualche mese e poi potrete entrare in azione e vendicarvi.. se sbaglierete il momento, il problema sarà vostro.. perché così come la guerra fra le potenze dei Quadranti Alfa e Beta può scatenarsi, così può interrompersi se dovessero rendersi conto della minaccia portata dai vostri Jem Hadar"



FLASHBACK
Bajor
Luogo non precisato
11/02/2398 - Ore 23.47



Non era il primo a farsi chiamare Rillar e non sarebbe stato l'ultimo.

L'organizzazione per cui lavorava riteneva opportuno confezionare la stessa identità di copertura a più persone, mai contemporaneamente, per dare un alone di mistero ed incertezza a chiunque si fosse trovato a fare indagini sul conto di questo fantomatico Rillar.

L'incarico che gli era stato affidato era abbastanza semplice.. sottrarre dei cristalli.. presumibilmente appartenuti ai Profeti.. almeno per i creduloni che si bevevano queste storie.. utilizzare il warmhole per raggiungere la Stazione Spaziale DS16 Gamma.. star buono per un mesetto o due.. e poi metterli in azione.. da quanto capito potevano causare distorsioni visive, allucinazioni, sindromi di vario tipo..

Le distrazioni causate da tali eventi avrebbero ingannato i sensori e le forze della sicurezza permettendogli di prendere contatti con un Klingon appartenente alla guardia personale dell'Ambasciatore Rogal.

L'ennesima testa di legno convinta di fare un favore alla sua gente.. quanto possono essere stupidi questi Klingon?

Popolo guerriero.. puah..

Blaterano di onore e si combattono senza ritegno in virtù di presunte offese reciproche.

Il suo contatto pareva chiamarsi Khalal, anzi per ironia della sorte, sarebbe stato proprio quest'ultimo a doverlo avvicinare per far si che il piano fosse elaborato nel miglior modo possibile e scevro di difficoltà inutili.

L'idea di tradire il suo padrone doveva arrivare da Khalal non da entità esterne.

Il suo mandante riteneva che non ci fossero problemi a riguardo. Khalal era ampiamente malleabile.. il che tradotto voleva dire che era uno stupido..

Nelle istruzioni si faceva ampio riferimento a file secretati a bassi livelli della Flotta.. Rillar ormai poteva dire di conoscere a menadito le info curriculari del suo bersaglio: Tara Keane. Oltre a tutta una serie di informazioni secondarie sugli altri membri dell'equipaggio della stazione, per lo meno quelli più interessanti ai fini della missione.

Come il suo mandante fosse riuscito ad ottenerli non era importante, quello per cui si era raccomandato era di mantenere l'incolumità di un altro membro della Flotta Stellare di razza Klingon.

Tale Durani della Casata Kanjis.

Chi fosse a Rillar non importava, forse era colei cui volevano addebitare l'omicidio?

Ci aveva riflettuto per qualche minuto, ma aveva scartato l'ipotesi.. avrebbe avuto maggior senso logico ordinarne il finto suicidio a seguito dell'uccisione della Keane.

Certo tutta la manfrina di utilizzare i cristalli come diversivo sarebbe stata decisamente una noia.. occorreva far combaciare momenti, occasioni e motivazioni in modo che chiunque volesse dipanare il quesito non ci capisse nulla, a meno di non inciamparvi sopra.

Per sua fortuna, esisteva un piano B. Una soluzione che gli avrebbe permesso di uscire da qualunque guaio.. la sua organizzazione avrebbe infiltrato un secondo killer.. uno vecchio stampo, che usava armi arcaiche di difficile rintracciabilità ed impossibili da bloccare dai computer di bordo. Uno che amava i lavori puliti.

Se Rillar fosse stato fatto prigioniero ci avrebbe pensato Konig ad uccidere la Keane. E la Federazione sarebbe stata costretta a liberarlo.. presto o tardi..



DS16 GAMMA
Infermeria
18/03/2398 ore 21.40



"Mi fa uscire dottore? Anzi no.. Sonx posso andare a sgranchirmi le gambe? Nah banale.. vediamo.. senta dottore io sto molto meglio, vado a farmi una passeggiata e torno ai miei alloggi.."

Durani stava meditando ad alta voce come porre la questione col dottore.. più tempo passava, meglio stava e rimanere segregata in infermeria la stava facendo uscire pazza.

Senza contare che continuava ad avere l'idea in testa di dover dire qualcosa a qualcuno, ma non si ricordava il perché..

Era un pensiero fisso, ma non aveva la più pallida idea di cosa si dovesse ricordare.

Sonx insisteva nel dire che il colpo in testa le era stato inferto con molta più forza di quanto lei ritenesse di aver ricevuto, eppure lei ora si sentiva bene.. certo un leggero cerchio alla testa e l'idea di dover ricordarsi qualcosa, ma non era certo per quello che era stata imprigionata su quel biolettino da ore.

L'improvvisa comparsa del Denobulano alle sue spalle fu come una molla che la portò a roteare su se stessa mettendosi in ginocchio sul biolettino, come pronta a scattare ovunque lontano da lì.

Lo sguardo ammonitore ma sornione del dottore le fece assumere una posizione più consona, ma prima ancora che lei potesse aprire bocca, Sonx la interruppe:

"Non le do carta bianca per lasciare il mio regno, cara mia.. la sua emicrania, che lei continua a negare, è dovuta al trauma cranico subito.. e, sebbene lei abbia la testa dura, sono sicuro che lei stessa possa ammettere di provare ancora nausea e senso di fastidio.."

"Se non ricordo male i libri di storia federale, il Dottor McCoy curò Chekov da una caduta potenzialmente letale in pochissimi minuti. Possibile che a me ci vogliano ore?"

"Se lei stesse ferma, Durani, potrei anche riuscirci.."

"Ok doc io non mi muovo più, ma lei apra la sua cassaforte dei magici rimedi e mi dia qualcosa per rimettermi in piedi"

"Ahaha.. armadietto dei medicinali le pareva brutto?" fece Sonx andando a digitare un codice

=^=CLICKOC=^=

Durani fu presa da un improvviso fremito. L'uomo dai capelli bianchi aveva aperto un contenitore al cui interno aveva nascosto qualcosa..

"Dottore lo richiuda e lo riapra"

"Perché??"

"Per il suono.. faccia come ho detto!"

=^=CLICKOC=^=

"Le giuro che non mi muoverò più dal biolettino, ma mi faccia fare una chiamata al Capitano.."

Il Denobulano osservò la sua paziente.. non c'era bisogno di intuito particolare: la Klingon si era ricordata di qualcosa.. lui accennò di sì col capo e chiamò il ponte di comando della stazione

=^=Qua Durani.. abbiamo a bordo un sicario con fucile di precisione a percussione con munizioni probabilmente ad alto potere perforante.. diramate l'allarme rosso! Il Comandante Keane è in immediato pericolo di vita!=^=


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20.11 - Troppo tardi?

Autore: Tenente Comandante Ramar Roberts

DS16 Gamma - 18/03/2398 ore 22.00



Nella più totale oscurità dell'angusto alloggio, si avvertì una specie di squillo e uno schermo illuminarsi: una specie di ombra afferrò il D-Pad con entrambe le mani, e sembrò accomodarsi presso un tavolino, in un modo tanto naturale che sembrava fosse per lui normale scivolare nel buio più completo.

Osservò brevemente lo schermo e un ghigno gli si dipinse sul volto, la seconda ed unica cosa che illuminò per qualche secondo la stanza. Le istruzioni erano arrivate e questo poteva significare solo una cosa: Rillar aveva fallito ed era stato fatto prigioniero. Finalmente il divertimento avrebbe potuto avere inizio: da bravo professionista aveva già raccolto tutte le informazioni sul suo bersaglio.

Spostamenti, turni, relazioni personali e tutto ciò che era necessario non per niente, dopo aver ricevuto l'ennesimo incarico e un anticipo considerevole, si era trasferito sulla stazione, assumendo ovviamente una falsa identità in modo da passare inosservato, cosa che, tanto per cambiare, gli era riuscita facilmente. D'altronde sulla stazione avevano altri problemi e lui lo sapeva bene. Aveva avuto, inoltre, tutto il tempo per documentarsi sui vari sistemi di sicurezza e non aveva trovato nulla che potesse preoccuparlo più di tanto. Aveva decisamente lavorato in ambienti peggiori.

Certo, non era un'idiota: poteva tranquillamente aspettarsi che Rillar avesse vuotato il sacco, che la Keane sarebbe stata posta sotto una rigidissima sorveglianza e che ci fosse già qualcuno sulle sue tracce, ma gli importava assai poco: confinata in una stanza, il Comandante sarebbe stato un obbiettivo ancora più semplice da neutralizzare, diciamo così. Aveva preso le dovute precauzioni, preventivando l'insuccesso del "collega", elaborando un piano che non potesse avere falle: per questo aveva piazzato un dispositivo in sala teletrasporto, la cui attivazione ne avrebbe compromesso il funzionamento per un lasso di tempo sufficiente da permettergli di portare a termine il suo lavoretto.

In fondo era stato addestrato per questo, ci voleva un po' di brio, la monotonia cominciava davvero a tediarlo. Sorridendo si mise in tasca il D'Pad e si diresse verso la porta dell'alloggio che dava sul corridoio: la caccia aveva finalmente inizio.





DS16 Gamma - 18/03/2398 ore 22.02



Erano tutti in attesa: dalla comunicazione del Tenente Durani, gli ufficiali si erano trasferiti nell'ufficio di Riccardi, cercando nei video qualcuno di sospetto che potesse essere stato incaricato dell'omicidio o comunque una qualsiasi informazione, di qualsiasi natura, su questo misterioso soggetto.

Nonostante l'attività fosse frenetica, l'ambiente era avvolto nel silenzio più tombale. Ogni tanto qualcuno alzava repentinamente lo sguardo, nella speranza di riconoscere sul volto di uno dei colleghi le tracce di una vittoria.

I loro desideri furono esauriti: Riccardi, che si stava occupando di intercettare un qualunque segno avesse lasciato il killer dietro di sé e si era messo a controllare i dispositivi più disparati, balzò sulla sedia, praticamente urlando

"Capitano, l'abbiamo beccato!"

DS 16 Gamma - 18/03/2398 ore 22.02


Finalmente: si diresse verso il divano, lasciandocisi cadere sopra. Tara era appena tornata dagli alloggi del Capitano e la giornata era stata particolarmente pesante: il pensiero di Rogal e delle parole che aveva pronunciato nell'alloggio di Shran, tuttavia, le strapparono un sorriso.

Si diresse verso il replicatore: non c'era niente di meglio che un bicchiere di buon vino per concludere la serata. Non fece nemmeno in tempo ad afferrare il bicchiere che la voce del Capitano la raggiunse dal comunicatore:

=^= Capitano Shran a Comandante Keane, risponda Comandante, va tutto bene? =^=

Tara fu sorpresa dal tono allarmato dell'Andoriano.

=^= Capitano Shran, qui Comandante Keane, qui tutto a posto, mi trovo nei miei alloggi. Qualcosa non va? =^=

=^= Non ho tempo per spiegarle la situazione Comandante, ma al momento è confinata nei suoi alloggi: un gruppo della sicurezza la sta raggiungendo, il teletrasporto è fuori uso, pertanto non si muova! =^=

Tara non era proprio sicura di aver compreso quanto il Capitano le stava riferendo, tanto la situazione era mutata nel giro di pochi attimi. Non voleva inoltre pensare che la notizia ricevuta poco prima, potesse già avere dei risvolti tanto immediati. A quanto pare le cose non stavano proprio così.

=^= Capitano, io non riesco a cap ..=^=

Il Comandante non finì la frase: si voltò e vide la porta d'ingresso spalancarsi. L'istinto le suggeriva che qualcosa non andava e le confermava i presentimenti avuti poco prima. Afferrò il phaser, lo impostò su stordimento e con cautela si avvicinò alla porta di quello che aveva sempre considerato il posto più sicuro di tutta la stazione, cosa che a quanto pare, per motivi che ignorava, non poteva più considerare tale.

Dopo quello che sembrò un'eternità, arrivò alla porta, puntò il phaser verso l'esterno, perlustrando la zona da una parte all'altra, senza trovare nulla, se non quello che sembrava un deserto e lunghissimo corridoio. Si ritrasse leggermente, aprì il pannello di controllo e velocemente bloccò la porta, che si serrò immediatamente con un forte rumore metallico.

"Come siete prevedibili: mi rendete sempre il lavoro semplice, vi chiudete addirittura in trappola per conto vostro! E io che pensavo che con un ufficiale della Flotta klingon, sarebbe stato più divertente!"

Una voce glaciale la fece voltare e l'unica cosa su cui riuscì a concentrarsi era il ghigno sulla faccia di quell'uomo sconosciuto che, in tutta la sua possente figura, era a pochi metri da lei. Nonostante fosse pesantemente armato e quell'arma puntasse direttamente sul suo cuore, Tara non riusciva a concentrarsi su altro se non sul suo volto deformato dalle smorfie di sadica vittoria a cui si mischiava una leggera punta di delusione, come se la cosa più pericolosa in quella stanza fosse proprio quella bocca dall'incrinatura raccapricciante.

"Chi diavolo sei tu? E che cosa vuoi?"

Sibilò Tara, una volta ripresasi dalla sorpresa. Nonostante la percepibile tensione nell'aria, sembrava che Konig non avvertisse nulla, anzi: era evidente che non era sicuramente la prima volta che si trovava in una situazione simile.

"Uff .... Sempre le stesse domande ..."

Rispose con un'aria visibilmente annoiata, per poi continuare

"Faccia uno sforzo Comandante ... Avanti ci può riuscire".

Ancora quel ghigno: Tara non sapeva se essere più allarmata oppure più irritata per l'atteggiamento che quell'uomo, lì per ucciderla, assumeva. Konig si voltò molto lentamente per afferrare il bicchiere che poco prima era tra le mani della Keane, facendone vorticare il contenuto e annusandolo.

"Ah ah tesoro ... non un altro passo. Avevo solo sete, non agitarti"

Disse l'uomo, voltando leggermente il viso mentre sogghignava: Tara aveva cercato invano di avvicinarsi abbastanza da disarmarlo ora l'unica cosa che poteva fare era temporeggiare abbastanza da far sì che arrivasse la squadra della sicurezza, anche se, considerando la situazione, probabilmente non sarebbe riuscita ad evitare di venire ferita o peggio.

"Non otterrai ciò che vuoi, uccidendomi. E' solo questione di tempo prima che arrivino i soccorsi e, comunque finirà, ti cattureranno, ti rinchiuderanno e getteranno via la chiave"

"Ah capisco, questa è l'ultima carta che ti rimane da giocare"

Disse l'uomo con un tono sprezzante e continuò:

"Ma credo di poter soddisfare la tua richiesta d'altronde è il tuo ultimo desiderio, no? Perciò sappi questo: l'unica cosa che mi importa è che mi accreditino quanto pattuito, perciò facciamola finita".

L'uomo si voltò di nuovo per riappoggiare nuovamente il bicchiere sul tavolo fu in quel momento che Tara decise di rischiare il tutto per tutto, pensando che probabilmente l'esito della vicenda non potesse cambiare. Almeno l'avrebbe trattenuto abbastanza da far in modo che Riccardi e i suoi uomini potessero catturarlo.


DS16 Gamma - 18/03/2398 - ore 22.07



Ormai era diventata una corsa folle quella del gruppo della sicurezza guidato da Riccardi. Dall'allarme lanciato dal Tenente Durani sembravano essere passate delle ore intere anche se non era esattamente così, ma il Capo della sicurezza sapeva bene che in queste situazioni il fattore tempo era il più importante, se non il solo da considerare: per questo mentre il cuore pulsava incontrollato durante la sua corsa, sperava di arrivare in tempo. Sapeva anche che se l'assassino era un professionista, come temeva, non avrebbe certo aspettato che il Comandante Keane fosse stata al sicuro, confinata nei suoi alloggi e debitamente sorvegliata.

La squadra svoltò per l'ultima volta lungo i corridoi, sfrecciando verso l'alloggio della Keane. Il silenzio era squarciato dal suono disordinato dei loro passi, finchè non se ne aggiunse un altro. Un rumore sordo, di uno sparo un corpo che cadeva, mobili che si rovesciavano ed un bicchiere che si infrangeva al suolo.

Forse era davvero troppo tardi?


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20.12 - Uno sparo nel buio

Autore: Comandante Claire Drillrush

DS16 Gamma, alloggio Comandante Keane - 18/03/2398 - ore 22.08



Riccardi non esitò. Qualunque cosa avesse trovato entrando, qualunque fossero i suoi sentimenti al riguardo, non avrebbe esitato. Avrebbe fatto il suo dovere.

La porta era bloccata dall'interno, ma lui se l'aspettava. Rapidamente inserì il codice per bypassare la chiusura, mentre i suoi uomini prendevano posizine.
La porta si aprì obbediente e Riccardi entrò, il phaser settato su stordimento spianato davanti a sé, pronto a qualunque situazione si fosse trovato di fronte.

Spalancò gli occhi.

DS16 Gamma, alloggio Comandante Keane - 18/03/2398 - qualche istante prima



"Facciamola finita," disse l'uomo, il sicario inviato per ucciderla, e Tara capì che quella era la sua occasione, l'unica che le si sarebbe presentata prima che fosse finita per davvero.
L'uomo si voltò appoggiando il bicchiere sul tavolo e Tara fece l'unica cosa che poteva fare, gli si gettò addosso, sperando di coglierlo di sorpresa. Non era la mossa tatticamente più intelligente che avesse mai messo in atto, non di meno era l'unica che le rimaneva e avrebbe dovuto farsela bastare.
Nessuno l'avrebbe salvata, nessuno sarebbe entrato da quella porta prima che quel tizio le sparasse. E il suo phaser era inutile, ovviamente.
Konig era chiaramente un bifolco pieno di sé e abbastanza irritante da spingerla a volergli staccare la testa, ma non era completamente idiota.
Doveva aver usato un qualche sistema di smorzamento, Tara lo aveva capito da un cauto e discreto test della sua arma e dal fatto che lui non avesse nemmeno provato a togliergliela. In quel momento, un porta lampade sarebbe stato più utile.
Non c'erano luoghi dove fuggire o nascondersi - come se fossero valide ipotesi - niente porte vicine o ripari a prova di proiettile. Il tutto si sarebbe ridotto ad un imbarazzante nascondino che sarebbe comunque finito male, soprattutto per lei.
E che l'universo in toto fosse dannato se lei fosse morta nascondendosi come un coniglio. No, se doveva morire lo avrebbe fatto guardando in faccia il suo nemico e, possibilmente, portandolo con sé.

Così Tara gli si gettò addosso. Konig se l'aspettava, forse la sua apparente distrazione era addirittura intenzionale. Si scostò leggermente di lato, ma come sempre accade negli scontri corpo corpo, non aveva calcolato abbastanza bene le distanze.
L'uomo colpì una poltrona, che si rovesciò con un tonfo sordo, e finì a terra. Il bicchiere che aveva appena lasciato sulla scrivania, cadde con uno schianto e si spaccò in mille pezzi.
Tara era leggermente fuori traiettoria, ma si riprese in fretta gettandosi sul suo aggressore, nel pugno ancora stretto il phaser che, quantomeno, le sarebbe servito come oggetto contundente.
L'averlo mancato la prima volta, tuttavia, fece guadagnare a Konig tre preziosi secondi che lui mise a frutto facendo fuoco.
Lo sparò riecheggiò nella stanza nel corridoio all'esterno.
Tara venne colpita allo stesso tempo dal dolore improvviso e dall'espressione del sicario. Il ghigno di chi è impegnato nel proprio gioco preferito.
Quindici secondi dopo, Riccardi aprì la porta dall'esterno.

DS16 Gamma, alloggio Comandante Keane - 18/03/2398 - ore 22.09



Dopo il primo attimo di stupore, Riccardi scattò in avanti, mentre i suoi uomini facevano irruzione alle sue spalle. Si precipitò su Tara, sanguinante al centro della stanza.

"Comandante!"

Si chinò su di lei, esaminandola con una rapida occhiata.

"Sto bene, sto bene," borbottò la Keane. "E' soltanto un graffio. E' lui quello messo male," aggiunse indicando Konig, accasciato a terra contro la parete, seminascosto dalla poltrona rovesciata che i suoi uomini avevano appena tolto di mezzo. "E starebbe molto peggio se non mi avesse sparato." Seguirono una serie di coloriti improperi klingon che Riccardi non fu certo di capire appieno ma che comprendevano sicuramente considerazioni sulla scarsa rispettabilità della madre di Konig e di molti dei suoi antenati.

"E' ancora vivo," disse uno di loro dopo aver controllato il polso dell'uomo. Un altro gli aveva tolto l'arma e lo stava perquisendo alla ricerca di materiale pericoloso.
Riccardi tornò a voltarsi verso la donna ancora a terra. Perdeva sangue da un braccio, ma la ferita non sembrava troppo grave. Probabilmente aveva ragione, quello messo peggio era il sicario stesso.
Aiutò la Keane ad alzarsi con cautela, poi si premette il comunicatore.

"Riccardi a infermeria."
=^= Qui Sonx =^=
"Dottore, ho bisogno che invii una squadra della sicurezza nell'alloggio del Comandante Keane."
=^= Quanti sono i feriti? =^=
"Due. Il Comandante stesso e un soggetto in stato di arresto."
=^=Ricevuto, stiamo arrivando. =^=

DS16 Gamma, ufficio del capitano - 19/03/2398 - ore 09.43


Shran chiuse la conversazione e si appoggiò allo schienale della poltrona, gli occhi stanchi e le antenne inquiete. Un detto terrestre che aveva sentito dalla Drillrush qualche tempo prima recitava che tutto è bene quel che finisce bene.
Il senso della frase non gli era del tutto chiaro, anche perché sulla base quasi mai qualcosa finiva veramente bene.

Il successo del giorno era stato sicuramente il salvataggio della Keane, anche se ci sarebbe stato da discutere su chi esattamente l'avesse salvata. Anche il salvataggio di Konig era stato alquanto spettacolare, seppur in tutt'altro senso.

Tara era stata trasportata in infermeria dove il dottor Sonx si era immediatamente occupato di lei. La donna sembrava più infuriata che prostrata dall'esperienza, perciò c'era voluto un po' per verificare i danni che, fortunatamente, si erano dimostrati minimi.
Il proiettile non aveva leso nessun vaso principale, perciò le cure prestate a Tara non avevano richiesto molto tempo. Sonx avrebbe voluto trattenerla in infermeria, ma si era accontentato di prescriverle 48 ore di riposo nel proprio alloggio. O in quello di Rogal, se preferiva.
Shran rimaneva sempre stupito della velocità con cui i pettegolezzi viaggiavano attraverso la sua stazione. Lui non ne comprendeva l'utilità o il piacere, ma a quanto pare c'era parecchio di entrambi.
Anche Konig era risultato stare piuttosto bene, soprattutto perché all'ambasciatore klingon non era stato permesso di avvicinarsi a lui. Sonx gli aveva quasi fatto scudo del proprio corpo e, contro le aspettative di tutti, la sua mossa aveva funzionato.
Rogal gli aveva domandato perché difendesse quella feccia e lui aveva risposto che, feccia o no, nella sua infermeria nessuno avrebbe aggredito i suoi pazienti. O il suo personale. O nessun altro, se era per quello.
L'ambasciatore era parso contrariato, ma alla fine non aveva insistito.
Ora si discuteva su chi avrebbe dovuto processare e incarcerare Konig. Non c'era penuria di volontari.
L'uomo era stato rimesso rapidamente in sesto e spedito in area detentiva. Riccardi aveva tentato di interrogarlo, ma non aveva ottenuto altro che un sdegnoso silenzio. In un istante di freddo cinismo, aveva paventato l'idea di lasciarlo in custodia ai klingon, poi aveva sospirato e scosso la testa.
Da ciò che Tara aveva raccontato della loro breve conversazione, si erano fatti l'idea che da qualche parte il sicario avesse una famiglia, qualcuno a cui destinare il pagamento qualora lui fosse stato ucciso durante lo svolgimento dell'incarico. Tuttavia anche quella pista si era rivelata sterile.

Rillar era fuggito. Nel farlo non aveva lasciato tracce, ma aveva approfittato dell'occasione per liberarsi di Kahlal e, in cambio, riprendersi il cristallo che si trovava in ambasciata.
Come e quando fosse riuscito ad andarsene era un mistero. Dove fosse andato o che intenzioni avesse riguardo al cristallo era un mistero. Se Konig stesso sarebbe stato al sicuro da lui era un mistero.
Un bel mucchio di misteri e ben poche certezze, se non che nessuno all'ambasciata aveva sprecato molto tempo a piangere Kahlal. Codardo quanto stupido, era stato l'unico commento di Rogal in proposito.

L'altro cristallo era stato consegnata, pur con una certa riluttanza di Roberts, alla sezione scientifica della flotta, che l'avrebbe studiato per poi restituirlo ai bajoriani. Dopotutto, apparteneva a loro.

Per il momento, l'intera faccenda era chiusa. Per quanto lo sarebbe rimasto era, nemmeno a dirlo, un altro mistero.
Tutto considerato, Shran non era sicuro che fosse tutto bene ciò che finiva bene.

DS16 Gamma, alloggio Ambasciatore Rogal - 19/03/2398 - ore 10,13



"Quindi sei d'accordo. E' il momento di rendere pubblica la nostra relazione. Non ho più intenzione di nascondermi," aggiunse Tara, in tono lievemente minaccioso. D'altronde, con Rogal le romanticherie non avrebbero funzionato.

L'ambasciatore grugnì in risposta, senza alzare gli occhi dallo schermo del terminale. Non era esattamente d'accordo, continuava a pensare che si trattasse di una mossa azzardata e pericolosa di cui avrebbero dovuto in seguito affrontare le conseguenze. Ma ormai aveva dato il suo consenso e non sarebbe stato onorevole rimangiarsi tutto. Nessuno avrebbe mai nemmeno osato provare ad obbligarlo in tal senso.
Tara prese la sua inarticolata risposta per quello che era. La sua espressione non mutò ma dentro di sé alzò le braccia in segno di trionfo. Ci sarebbero state delle conseguenze, naturalmente, ma i problemi non l'avevano mai spaventata. Aveva solo dovuto farsi sparare per ottenere quel consenso. Tutto sommato, era stato un buon prezzo.

"Grazie," disse con un lieve sorriso prima di uscire.
Rogal grugnì di nuovo in risposta.

Dellak VI - 22/03/2398 - ore 19.12



Rillar sorseggiò il suo drink e osservò le ballerine orioniane che si agitavano sulla piattaforma sopraelevata. Non che lui avesse molto interesse in quello spettacolo, ma era un luogo buono come un altro per bere un bicchiere.
Gli ultimi tre giorni, da quando aveva lasciato DS16, non erano stati facili. Ci era abituato, naturalmente. Dopotutto, lui era uno dei migliori. E ora aveva uno scopo preciso, uno scopo che gli dava forza e conforto che lo spingeva avanti.
Gli Eterni avrebbero presto fatto ritorno.




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FINE MISSIONE