E mi ritrovai in una selva oscura










DS16GAMMA

presenta


DS16GAMMA

E mi ritrovai in una selva oscura

Missione 18






Basato sulla saga di Star Trek di Gene Roddenberry, questa opera amatoriale è il prodotto della DS16GAMMA,
simulazione appartenente all'universo narrativo del Gioco di Narrazione PBeM


Starfleet Italy

Gli autori/giocatori hanno creato un proprio alter ego narrativo con il quale sono entrati a far parte della squadra
di comando della DS16GAMMA, quindi a turno hanno scritto i brani di questa avventura fantascientifica,
creando appunto questa opera amatoriale inedita e originale basata su Star Trek.




Questo racconto lungo è un'opera amatoriale che puó essere liberamente
riprodotta, purché integralmente, in ogni sua parte, e non a fini di lucro.



Anno pubblicazione 2017



www.starfleetitaly.it | DS16GAMMA








Equipaggio

Ambasciatore Klingon Ambasciatore Klingon Rogal Dothrak

Ambasciatore Vulcaniano Ambasciatore Federale T'Lani

Capitano Capitano Shran del clan Mira

Capo Operazioni Tenente Comandante Tara Keane

Capo Sicurezza Tenente Comandante Alessandro Riccardi

Ambasciatore Klingon
Rogal Dothrak
Ambasciatore Klingon

Ambasciatore Federale
T'Lani
Ambasciatore Vulcaniano

Capitano
Shran del clan Mira
Capitano

Tenente Comandante
Tara Keane
Capo Operazioni

Tenente Comandante
Alessandro Riccardi
Capo Sicurezza

Primo Ufficiale Comandante Claire Drillrush

Ufficiale Medico Capo Tenente Comandante Dal-amar Sonx

Ufficiale Scientifico Capo Tenente Comandante Ramar Roberts

Ufficiale Tattico Capo Tenente Durani della Casata di Kanjis

Comandante
Claire Drillrush
Primo Ufficiale

Tenente Comandante
Dal-amar Sonx
Ufficiale Medico Capo

Tenente Comandante
Ramar Roberts
Ufficiale Scientifico Capo

Tenente
Durani della Casata di Kanjis
Ufficiale Tattico Capo


DS16GAMMA

Autori

Ambasciatore Klingon
Rogal Dothrak
Franco Carretti

Ambasciatore Vulcaniano
T'Lani
Elena Fuccelli

Capitano
Shran del clan Mira
Ileana Cacucci

Capo Operazioni
Tara Keane
Monica Miodini

Capo Sicurezza
Alessandro Riccardi
Fabio Manuello

Primo Ufficiale
Claire Drillrush
Maddalena Duci

Ufficiale Medico Capo
Dal-amar Sonx
Ermes Cellot

Ufficiale Scientifico Capo
Ramar Roberts
Marika Vicentini

Ufficiale Tattico Capo
Durani della Casata di Kanjis
Vanessa nd






Sommario


Sinossi
18.01 - Una Nave dal passato
18.02 - La nave vuota
18.03 - Sparizioni
18.04 - Il Forte
18.05 - Il giorno dei Corvi
18.06 - Il seme della Follia
18.07 - Diavolo di un Boliano!
18.08 - Hai qualcosa contro i Klingon, per caso?
18.09 - Il nemico ci osserva
18.10 - Pazak!
18.11 - Scoperte
18.12 - La Cattura
18.13 - I Cammina Mente
18.14 - Domande e risposte
18.15 - Le Cavie delle Cavie
18.16 - Fammi Entrare!

Sinossi

La diciottesima missione della Stazione DeepSpace16Gamma è appena iniziata...



18.01 - Una Nave dal passato

Autore: Tenente Comandante Tara Keane

DS16 - Ponte di comando - 09/06/2396 ore 10.40


La calma regnava sulla base spaziale da diverse settimane sembrava che la pace fosse scoppiata in quel settore: i vari ambasciatori discutevano sul nuovo tunnel, ma senza cercare d'imporre troppo il predominio l'uno sull'altro, le navi provenienti dai più svariati mondi, attraccavano per i loro affari senza particolari noie e la costruzione della nuova stazione procedeva alacremente sotto la guida di Rekon.
Shran era nel suo ufficio con Rogal e T'Lani, impegnato in una riunione, quando la voce di Drillrush risuonò perentoria.
=^=Capitano è richiesta la sua presenza sul ponte di comando.=^=
=^=Spero sia urgente, perché sono impegnato al momento!=^=
=^=Temo di sì Signore.=^= e sapendo che il suo Primo Ufficiale non era il tipo da allarmismi inutili, si scusò con i due ambasciatori e uscì dalla stanza, seguito a ruota da Rogal che voleva sapere il motivo di quella interruzione così inopportuna.
"Mi dica Signor Drillrush, cosa succede?"
"Una nave uscita dal tunnel non risponde alle nostre chiamate."
"Tutto qui?" chiese Shran perplesso.
"No Signore." Intervenne Durani dalla postazione Tattica "dall'analisi dei sensori sembra non esserci nessuno in vita a bordo, ma la nave non è alla deriva: motori e sistemi vitali funzionano e se manterrà questa traiettoria, si schianterà su DS16 tra due ore."
Shran drizzò le antenne, immediatamente conscio del pericolo.
"Drillrush, Riccardi, Vok: prendete una navetta e una squadra, salite a bordo di quella nave e cercate di prenderne il controllo! Comandante Keane, tra quanto quella nave sarà a tiro dei nostri raggi traenti?"
"Tra novanta minuti da adesso Signore."
"Drillrush avete ottanta minuti: se sarà impossibile fermarla o deviarla in alcun modo, lasciate la nave e tornate a bordo, ci penseremo da qui."
"Si signore, ho capito." Rispose la donna e si diresse all'ascensore seguita dai suoi due compagni.
"Durani tenga sotto mira quella nave: se dovessero insorgere dei problemi, la distruggeremo, solo se necessario, e voglio un colpo pulito. Keane avverta le navi in partenza dalla Base della situazione: che aspettano oppure partano immediatamente, ma che stiano fuori dal raggio di manovra di quella nave e avverta quelle in arrivo di fermarsi dove sono, sino a nuovo ordine."
Rogal Dothrak, che fino a quel momento era rimasto immobile a osservare la situazione, si avvicinò al Capitano.
"Vedo che ha tutto sotto controllo: continueremo il nostro incontro in un frangente in cui sarà meno occupato. Torno ai miei alloggi. Ambasciatrice lei resta?" terminò rivolgendosi alla vulcaniana più per educazione che per vero interesse.
"No, è meglio lasciare Shran ai suoi doveri. Capitano ci sentiamo presto." Rispose T'Lani congedandosi e dirigendosi verso l'uscita, seguita da Rogal che uscendo incrociò lo sguardo con Keane. Fu solo un momento ma Tara vi lesse lo stesso desiderio dell'ultima volta che si erano visti.
Due notti prima, dopo mesi di scambi di sguardi infuocati, frasi provocatorie sussurrate nelle poche occasioni in cui si erano trovati soli e un paio d'incontri casuali al Bar sulla passeggiata passati a stuzzicarsi , se lo era ritrovato davanti al suo alloggio. Senza darle nemmeno il tempo d'aprire bocca per chiedergli cosa volesse, l'aveva presa tra le sue possenti braccia e stretta così forte, da farle mancare il respiro, baciandola e mordendole il collo con passione crescente sino a salire verso le sue labbra.
Tara ci mise solo un attimo a rispondere con la stessa passione di Rogal, più che altro sorpresa dall'improvviso mutamento del comportamento del klingon, poi le sue mani cominciarono a esplorare, fameliche, quel corpo forte e muscoloso, così come aveva sognato di fare per tante notti. Passò poco che Rogal staccò la bocca dalla sua per chiederle di farlo entrare nel suo alloggio: Tara stava per dire di sì, tanto era la voglia di lui. Poi un barlume di lucidità si fece strada tra il desiderio e la passione e, dolce e ferma allo stesso tempo, gli disse di no. Lui lentamente allentò la pressione con cui l'aveva immobilizzata contro la parete e affondando un'ultima volta il viso nei suoi capelli, inebriandosi del suo profumo, la lasciò e se ne andò senza dire una parola. Aveva paura di averlo ferito od offeso e che, forse, non avrebbe mai scoperto che tipo d'amante fosse, ma sentiva che c'era qualcosa di non detto tra loro, ed era troppo presa da lui, per permettere che in un futuro, quella cosa potesse mettersi tra loro e separarli, sempre che un futuro potesse ancora esserci. Quello sguardo le fece capire, però, che lui la voleva esattamente come due notti prima e si ripromise di andarci a parlare a fine turno: voleva mettere le carte sul tavolo e sperava che lui volesse vedere il piatto!

Nave sconosciuta - ore 11.00


La navetta aveva attraccato al portello d'accesso della nave, che avevano scoperto trattarsi di una nave esplorativa romulana vecchia di cent'anni circa. Non sapendo cosa avesse causato la morte dell'equipaggio, indossarono le tute isolanti ed entrarono.
=^=Capitano siamo dentro.=^= disse Drillrush a Shran in contatto costante con la squadra.
=^=Procedete!=^= rispose concentrato l'Andoriano.
Karana si diresse verso la sala macchine, Riccardi con due uomini della sicurezza accompagnò Drillrush in plancia. Le luci erano al minimo, gli ascensori fuori servizio e alcuni ponti resi inaccessibili dalla chiusura delle paratie di sicurezza. Lungo il percorso verso la plancia di comando, s'imbatterono in due cadaveri di romulani, quasi mummificati, accasciati uno sull'altro e, cosa che lasciò perplessi gli uomini di DS16, una lunga lama di una spada spuntava dalla schiena del cadavere di sopra.
"Stavano lottando tra di loro, probabilmente deve esserci stato un ammutinamento." Dedusse Riccardi che si era inginocchiato per esaminare meglio la scena e aveva notato che quello sotto era stato pugnalato al cuore dall'altro .
"Procediamo." Disse il Primo Ufficiale e pochi minuti dopo riuscirono ad arrivare in plancia. La scena che si presentò loro davanti era raccapricciante: almeno dieci cadaveri giacevano a terra, immobilizzati dalla morte in drammatiche scene di lotta.
"A quanto pare il Capitano non è riuscito a prendere il controllo della rivolta." Disse il Capo della Sicurezza.
"Almeno sappiamo cosa è successo all'equipaggio. Vediamo se riusciamo a fermare questo rudere."ribatté Drillrush, portandosi a quella che doveva essere stata la postazione di pilotaggio.=^=Karana a che punto è?=^=
=^=Sono nella Sala Macchine: i motori sono al minimo, ma sembra tutto funzionante. Non dovrei avere problemi ad arrestarli.=^= Rispose mettendosi al lavoro su di una consolle antiquata, digitò alcuni comandi sicura, ma non ottenne le risposte volute. Si spostò verso i controlli manuali, ma dopo qualche minuto dovette arrendersi. =^=Signori abbiamo un problema: i motori non rispondono.=^=
=^=E' sicura che non le serva un supporto tecnico dai romulani presenti sulla stazione?=^=
=^=I motori sono motori!=^= rispose Karana furente perché avevano messo in dubbio le sue competenze=^=e qui non c'è niente che non sia come deve essere, semplicemente non rispondono ai comandi!=^=
"Ha ragione!" intervenne Riccardi da quello che sembrava essere la postazione Tattica "anche qui sembra che funzioni tutto, ma i comandi non rispondono."
"Ok, non perdiamo altro tempo: Capitano ha sentito?"
=^=Sì, andate alla navetta e tornate alla Base. La porteremo qui con i raggi traenti e cercheremo di scoprire cosa è successo a quella gente dalla registrazione dei diari. Se non altro, se ci sono ancora dei parenti di quei disgraziati, potranno smettere di chiedersi perché non hanno più fatto ritorno a casa. Chiudo.=^=
Meno di un quarto d'ora dopo la squadra si ritrovò al portello d'attracco e mentre stavano varcando la soglia, Karana si portò le mani al volto e vacillò, lo sguardo sbarrato e il respiro si fece affannato. Riccardi le fu accanto in un secondo e la sostenne "Karana cosa c'è'"
La mezza Klingon-betazoide prese due grossi respiri prima di rispondere "Ho sentito un odio violento e irrazionale, una fame di violenza come non ho mai sentito!"
Drillrush esaminò l'area col tricorder "non c'è niente qui a parte noi: è sicura di quello che ha sentito? Forse la nave è ancora pervasa dall'odio che li ha spinti a uccidersi l'un l'altro?"
"Forse..." rispose Karana riprendendosi, ma poco convinta della spiegazione del Primo Ufficiale, se avesse sentito quello che aveva avvertito lei! "Grazie Tenente è passato."disse con un leggero sorriso a Riccardi.
"Coraggio torniamo a casa!" disse Alessandro.


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18.02 - La nave vuota

Autore: Comandante Claire Drillrush

Nave sconosciuta - 09/06/2396 ore 11.08


Il portello non si aprì.
Il giovane ufficiale della sicurezza battè le palpebre stupito e tentò di nuovo.
Il portello rimase ostinatamente chiuso.

"Ah, Signore?"

Riccardi e Claire si voltarono nello stesso istante. Il ragazzo parve confuso solo per un istante poi si rivolse ad entrambi.

"Il portello è bloccato. Non riesco ad aprirlo."
"Bloccato?" Claire aggrottò le sopracciglia e gettò un'occhiata fulminante al portello come se la colpa fosse interamente sua. "Bloccato da cosa?"

Karana la sorpassò rapidamente e si avvicinò al portello mentre il giovane ufficiale si scansava. "I comandi non rispondono. E' strano, prima funzionava perfettamente." Si raddrizzò, gettandosi un'occhiata intorno.

"E' possibile che sia stato danneggiato mentre ispezionavamo la nave?" domandò il primo ufficiale. "Un calo di energia o qualcosa del genere. Dopotutto, la nave ha cent'anni."

Karana la guardò per un istante poi tornò a chinarsi sul pannello. Infilò le unghie sotto la lastra di copertura e la staccò dalla parete, esaminando rapidamente l'interno. "No, non sembra danneggiato. E' più come se qualcuno avesse inserito un codice di blocco."
"Ma la nave è deserta."
"Per questo è strano."

Riccardi, in piedi tra la squadra e il corridoio, fece segno ai due ufficiali della sicurezza di disporsi intorno al portello. "Forse la nave non è poi così vuota. Possiamo aprirlo manualmente?"
Karana annuì. "Se il sistema di apertura non è danneggiato..."
L'uomo si voltò appena, in modo da poter tenere d'occhio tutte le diramazioni del corridoio che confluivano in quel punto. La nave era sembrata completamente vuota ma il suo istinto gli aveva sin da subito trasmesso un fremito, una sorta di allarme rosso interno sviluppato in anni di vita nello spazio, relazioni con ferengi dediti al contrabbando e battaglie.
Qualcosa non andava, lo avvertiva come un formicolio dietro la nuca. Come quando ci si sente addosso lo sguardo di qualcuno. Si sentiva osservato, ecco, osservato dalle paratie, dai pannelli, dalle luci. E ora il portello rifiutava di aprirsi.

L'intera faccenda ricordava a Claire i film dell'orrore di pessima qualità che aveva visto in passato. Una vecchia nave che riappare dal nulla, completamente deserta, la presenza inquietante di un odio profondo avvertibile solo in via telepatica e ora i portelli che si rifiutavano di aprirsi come se la nave volesse trattenerli al suo interno. Mancava solo un bel fantasma. Anche un bambino agghiacciante, possibilmente pallido come un cadavere, sarebbe andato bene.
Claire estrasse il tricorder, mentre la Vok lavorava sullo sblocco manuale e Riccardi disponeva i suoi intorno a loro. Avviò una nuova scansione alla ricerca di forme di vita e ancora una volta non rilevò nulla. Lo chiuse con uno scatto del polso. C'erano decide di possibili spiegazioni del fatto che, se c'era davvero qualcuno a bordo, questi non fosse rilevabile. Era dall'età di otto anni che aveva un'opinione molto precisa su fantasmi e simili. Quello che la preoccupava era altro.

"Signore," cominciò parlando nel canale di comunicazione aperto con DS16. "Abbiamo un problema nel rientrare alla navetta. Non riusciamo ad aprire il portello."
=^= Un malfunzionamento? =^= La voce di Shran le arrivò chiara attraverso il comunicatore.
"Non lo sappiamo. E' possibile. Stiamo tentando di aprirlo manualmente, non dovrebbe volerci molto." Un'occhiata di Karana glielo confermò.
=^= Va bene. Avvertiteci non appena siete a bordo. Non abbiamo più molto tempo. =^=
"Sì, Signore."
Riccardi disse qualcosa, ma Claire non lo sentì. La sua voce venne coperta da un rumore metallico, forte e vicino, come una sbarra di metallo che batte su una ringhiera.
Tutti si zittirono e l'intera squadra si voltò nella direzione della svolta del corridoio da cui era arrivato il suono. Nessuno parlò.
Riccardi e Drillrush si scambiarono un'occhiata, poi l'uomo fece segno ai suoi di rimanere in posizione e si avviò silenziosamente verso l'angolo del corridoio.
Claire arretrò appena verso Karana e si chinò leggermente su di lei.
"Avverte qualcosa?" le domandò.
La donna, le mani ancora affondate nel pannello divelto, scosse la testa.
Riccardi continuò ad avanzare. Anche a lui tutta la faccenda ricordava nettamente un film dell'orrore. E le leggi che regolano l'andamento degli eventi nelle astronavi fantasma da incubo impongono che la scoperta della fonte del rumore sia un momento di orrore assoluto. Lui non credeva davvero che dietro l'angolo ci potesse essere un fantasma, uno zombie o un'entità demoniaca. Ma non escludeva affatto che ci potesse essere comunque qualcuno deciso ad ucciderlo. Si appiattì contro la parete, il phaser in pugno. Prese un respiro profondo. Fece un passo avanti.
Non c'era nulla. Il corridoio era perfettamente deserto, se si escludevano i cadaveri sparsi in abbondanza, e assolutamente identico a quando lo avevano percorso in direzione opposta per tornare al portello. Si concesse un sospiro e si rilassò appena, voltandosi per tornare indietro. Fu allora che sentì l'urlo.

Nave sconosciuta - Contemporaneamente


Karana riprese a respirare, tossì sul pavimento e aprì gli occhi. L'ondata di emozioni era stata così forte e improvvisa che, malgrado il suo addestramento, non aveva reagito in tempo. Era stata letteralmente sopraffatta, sommersa come da un fiume in piena.
Aveva sentito un rumore di passi, un urlo, poi più nulla.

Con calma si mise a sedere e si guardò intorno. Si trovava ancora in corridoio, accanto al portello di accesso, sempre chiuso. Non c'era nessun altro, o almeno nessuno che lei potesse vedere o percepire. L'unica cosa che avvertiva era l'ondata d'odio che l'aveva sommersa così violentemente, ora affievolita e decisamente più sopportabile, ma ancora presente.
Drillrush, Riccardi e i due uomini della sicurezza avrebbero dovuto essere lì, ma non c'erano.
Karana si alzò in piedi e si guardò intorno, in cerca di una traccia, un qualsiasi indizio su dove potessero essere finiti i suoi compagni. Non riusciva a immaginare il motivo per cui potessero esserne andati di loro spontanea volontà, lasciandola sola. Ma su quella nave non c'era nessuno. E se anche ci fosse stato qualcuno, per quale motivo lei era rimasta lì?
Prese il tricorder e avviò una scansione cercando forme di vita umane.
Non trovò nulla.

DS16 - Sala controllo - Contemporaneamente


Shran protese le antenne verso lo schermo su cui era ancora inquadrata la nave romulana.
Il rapporto del suo primo ufficiale non lo aveva colto di sorpresa. Il canale aperto gli aveva consentito di ascoltare la metà della conversazione pronunciata dalla Drillrush e la risposta di Riccardi, mentre la parte della Vok era risultata bassa e incomprensibile attraverso il canale.
Non lo aveva sorpreso, tuttavia lo aveva preoccupato. Voleva la squadra di sbarco fuori dal vascello il prima possibile così da poter agganciare la nave con il raggio traente e metterla in sicurezza al più presto, qualunque cosa fosse accaduto e qualunque cosa fosse rimasta a bordo.
Continuò ad ascoltare le voci che venivano dall'altro capo, finchè improvvisamente tacquero tutte.

L'andoriano drizzò leggermente le antenne. Il silenzio si prolungò per qualche minuto e anche Durani alzò la testa dalla sua consolle. Lei e la Keane si scambiarono un'occhiata, ma Shran resistette all'impulso di chiedere un rapporto. Naturalmente se si fosse verificata la necessità di non fare rumore la Drillrush avrebbe semplicemente escluso il canale dalla sua parte, ma qualcosa, forse un istinto improvviso, lo indusse comunque a tacere. Gli altri presenti lo imitarono. Nessuno disse nulla, in attesa.
Poi, qualcuno dall'altra parte urlò.

"Rapporto!"
Non ricevette risposta. Si voltò automaticamente verso Durani e la Keane. "Tirateli fuori."
Il suo sguardo tornò allo schermo. "Drillrush, rapporto!"
Era stata lei ad urlare? A Shran era parso di sì, ma non ne era certo.

"Signore, abbiamo perso il segnale!" Le dita di Durani si mossero rapidamente sulla consolle nel tentativo di ripristinare il collegamento.
"Anche qui, non riesco ad agganciarli." Tara fece una pausa, osservando sconcertata i propri dati.
"Signore," si inserì Durani. "Non rilevo più i segni vitali della squadra."


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18.03 - Sparizioni

Autore: Tenente Comandante Dal-amar Sonx

DS16 Gamma - Infermeria - 09/06/2396 Ore 11:00


Sonx stava sistemando l'attrezzatura, aveva finito tutte le visite di controllo del semestre, tutti gli ufficiali superiori erano a posto, mancava solo la sua cartella personale da firmare: la sua, tra un mese sarebbe dovuto andare in letargo, e non era ancora ingrassato dei chili che riteneva necessari, la dottoressa Amanda Lorke che lo aveva visitato non era della stessa idea, ma era lui l'ufficiale medico capo quindi aggiunse alcune note alla propria scheda e decise che era ora di fare un giro sulla passeggiata e andare a provare qualcuno dei dolci che servivano al ristorante cardassiano, piccoli dolci ricchi di noci, zuccheri e una specie di miele l'ideale per ingrassare, con un sorriso compiaciuto si diresse verso la porta dell'infermeria.

DS16 Gamma - Passeggiata - 09/06/2396 Ore 11:10


Ultimamente la passeggiata aveva ripreso pienamente vita: i negozi esponevano molte merci che arrivavano da nuovi mondi, o da quelli conosciuti, per esaudire le più disparate richieste dei visitatori della stazione. Alieni da tutti i settori potevano essere incontrati su DS Gamma, molti erano li per affari, altri erano esploratori e altri ancora rappresentati dei maggiori governi della galassia, ultimamente si vedevano in giro molti klingon arrivati al seguito del nuovo ambasciatore Rogal Dothrak.
*Stranamente...* pensò Sonx mentre osservava una coppia di guerrieri klingon *...sembrano essere piuttosto tranquilli, nelle ultime settimane non si è presentato nessuno in infermeria con contusioni o tagli, risultato solitamente di risse da bar*
"Buongiorno" disse mentre entrava nella caffetteria di Parmak "Come va oggi?"
chiese il dottore rivolto al proprietario del locale, che a dire il vero era praticamente vuoto.
"Oh salve dottore" il cardassiano aveva circa quarantacinque anni "Bhe come può vedere, va come al solito... praticamente non c'è nessuno, a parte lei e pochi altri clienti, nessuno sembra apprezzare i miei dolci, forse la cucina cardassiana è troppo sofisticata"
"Su su non dica così" l'attenzione del denobulano era rivolta alla vetrina dei dolci "mmm questi sono nuovi?"
"Una piccola novità sì, giusto per variare, è un mix di cioccolato di origine terreste e qualche gocci di kanar"
"Interessante" Sonx fece uno dei suoi larghi sorrisi "Allora prendo il solito e un paio di queste novità..."
"Preparo subito tutto..." Parmak fece per voltarsi ma Sonx non aveva finito "Oggi facciamo tutto per due, se non è un problema"
"Si figuri cerco che no, ma è sicuro? Sono un bel po' di calorie!"
"Ordini del medico" sorrise Sonx.

DS16 Gamma - Passeggiata - 09/06/2396 Ore 11:12


"Squisiti direi" il dottore si complimentò con il cardassiano che lo aveva raggiunto al tavolo "Il kanar da proprio quel tocco in più"
"Dottore voi mi siete troppo buono, anche se i vostri complimenti sono sempre ben accetti" l'alieno sorrise al denobulano.
Entrambe le specie avevano una struttura ossea facciale molto simile, anche se i tratti di Sonx risultavano, almeno secondo i canoni umani, più piacevoli e amichevoli.
Dal-amar prese un altro dolce, quando dalla passeggiata un urlo sovrastò il rumore tipico della passeggiata, il dottore si voltò per guardare fuori e istintivamente si alzò in piedi pronto ad intervenire se ci fosse stato bisogno del suo aiuto, poi un altro urlo al livello inferiore.
Sonx si voltò verso Parmak, ma il cardassiano non era più al tavolo, il denobulano chiamò più volte il proprietario del locale ma non ricevette risposta, poi un altro urlo. L'ufficiale medico uscì sulla passeggiata e quasi si scontrò con una donna bajoriana sembra in fuga
"Cosa sta succedendo?" chiese il medico.
"La gente... la gente sparisce!"
"Come sparisce? teletrasporto?"
"No, spariscono e basta"
E proprio sotto lo sguardo l'ufficiale la donna sparì.
Intimorito Sonx premette subito il suo comunicatore "Sonx a capitano, abbiamo un'emergenza interna!"
=^= Qui Shran, sia più specifico dottore, che genere di emergenza? =^=
"Gliela faccio semplice capitano: la gente sta sparendo!"

Spazio - Da qualche parte - Contemporanea


"Quindi?" chiese una voce.
"L'esca ha funzionato" rispose una seconda voce più bassa "Hanno mandato una squadra a bordo"
"Specie?"
"Miste, a quanto pare abbiamo trovato una confederazione o alleanza di varie specie"
"Interessante, non ci capita spesso"
"In effetti è vero, abbiamo anche rilevato un paio di anomalie"
"Di che tipo?"
"Sembrano dei ponti Senro-Steen, ho lanciato una diagnotisca per conferma"
"Ottima idea, ma in che tempo ci troviamo?"
"Credo nel 389203-9384.5, che secondo la datazione aliena corrisponde all'anno
2396 di un pianeta chiamato Terra"
"Siamo andati indietro di un bel po'"
"Si signore, credo che abbiamo stabilito un record"
"Informate il comando, e vediamo come prosegue l'esperimento"
Riccardi svoltò l'angolo aspettandosi ti trovare il primo ufficiale ma invece si trovò davanti un albero, e attorno ad esso un enorme campo di erba verde che si estendeva in tutte le direzioni, fece per tornare su i suoi passi ma quando si voltò alle sue spalle c'era solo erba.


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18.04 - Il Forte

Autore: Tenente Comandante Alessandro Riccardi

Foresta - Luogo e tempo non definiti


Riccardi si guardò intorno decisamente confuso. Era in una foresta. La testa iniziò a giragli impedendogli di mettere a fuoco ricordi e pensieri. Trattenne a stendo il vomito e il tremore alla mano destra. Dopo alcuni minuti riuscì a riprendere il controllo di se stesso. Così com'era iniziata la brutta sensazione sparì di colpo lasciandolo solo in quella strana foresta. Alessandro provò ad attivare la comunicazione.
=^=Riccardi a Drillrush.=^=
Nulla.

=^=Riccardi a Vok.=^=
Nulla.

=^=Riccardi a squadra di abbordaggio.=^=
Nulla.

Nemmeno una voce di risposta, Riccardi guardò il comunicatore e notò che qualcosa non andava... non funzionava.

Provò a usare il tricorder e il phaser ma nemmeno questi due componenti funzionavano. Rimasto senza tecnologia decise di utilizzare i suoi sensi per capire deve si trovava. Si avvicinò ad un albero e iniziò ad osservarne la corteggia. Il legno sembrava autentico, non sembrava replicato o olografico ma senza sensori non era sicuro di cosa stesse vedendo. Attorno a lui c'era una vegetazione abbastanza normale e anonima, di quella che si trova su ogni pianeta di classe M. Una fitta flora composta da fiori, arbusti e qualche sasso erano sparsi qua e là. Sembrava provenire da un clima temperato ma Riccardi non poteva dire di più senza tricorder. D'improvviso un rumore lo face trasalire. Temendo un aggressore Riccardi afferrò un ramo e si preparò a difendersi. Con la coda dell'occhio vide dei movimenti in un cespuglio. Impugnò saldamente il ramo e si voltò di colpo pronto a difendersi contro un eventuale assalitore. Qualcosa gli si avvicinò e Riccardi sferrò un colpo. Alessandro arrestò all'ultimo il ramo che si fermò a pochi centimetri dalla testa di Drillrush.
"Siamo noi comandante." Esclamò il Claire.
"Sì mi scusi." Rispose Riccardi imbarazzato.
"Non si preoccupi." Con quelle parole Drillrush mise fine alla discussione: "Dobbiamo capire dove siamo."
"Sì comandante. Sembra una foresta e dal poco che sono riuscito a identificare sembra reale ma senza il tricorder non posso dirle di più." Rispose Riccardi.
"Nemmeno il mio funziona." Aggiunse Claire.
Riccardi si stava guardando intorno quando gli venne in mente una domanda: "Prima ha detto noi... che cosa intendeva dire?"
Claire annuì e rispose: "Ero svenuta, mi ha trovata il marinaio Deker."
"Deker?" Riccardi era sempre più confuso: "Ma lui si trova sulla stazione."
"Vero ma si trova anche lui qui. "Claire indicò la direzione: " Venga andiamo da lui, si trova a poche decine di metri da qui."
I due si incamminarono verso un piccolo sentiero in salita. Fecero alcuni passi schivando alcuni rovi e piante quando Claire disse: "E' un sentiero, sembra frequentato. Non molto ma sembra che qualcuno sia passato di qua."
Riccardi annuì rispondendo: "Concordo ci sono rovi sul tragitto segno che nessuno passa da molto ma non ci sono foglie e l'erba non è ricresciuta sul percorso questo indica che qualcuno passa ogni tanto."
Drillrush arrivò in una piccola piazzola, fece per voltarsi per rispondere al capo della sicurezza quando il gruppetto venne raggiunto da Deker.
"Comandante." Esordì il giovane marinaio.
"Cosa ci fa qui Deker? Non era al controllo bagagli con Thomson?" Chiese Riccardi.
"Sì signore ma poi è successo qualcosa e mi sono risvegliato qui... ho vagato per alcuni minuti e ho trovato lei... cioè il comandante Drillrush." Fece rapporto il marinaio.
"Ha scoperto qualcosa?" Chiese il primo ufficiale.
"Sì... dovete venire a vedere." Il marinaio iniziò a risalire la collinetta e si mise a guardare.
I due graduati salirono e raggiunsero Deker il quale stava indicando un punto in lontananza.
"Che cos'è?" Chiese Drillrush.
Davanti a loro a circa due chilometri si trovava una collina posta esattamente davanti ad una valle che tagliava in due una catena montuosa. In cima alla collinetta c'era una struttura artificiale. Era orientata verso la valle come ad osservarla. La forma era quadrata e aveva l'aria massiccia e robusta. Una serie di finestroni erano situati nella sezione inferiore ad intervalli regolari. Una serie di finestre più piccole erano situate nella zona superiore.

"E' un forte..."Riccardi non aveva dubbi: "E' un forte simile a quelli che venivano costruiti sulla terra sei secoli fa..."

Deep Space 16, Gamma, Plancia 09/06/2396 Ore 11:20


Keane stava ricevendo i primi rapporti dei sensori e le analisi non erano buone. "Capitano, mancano 27 membri dell'equipaggio."
Shran puntò le antenne verso l'ufficiale alle operazioni e la raggiunse con una serie di rapide falcate: "Ha la loro posizione?"

"Nulla." Keane era confusa.
"Come nulla?"
"Non rilevo proprio nulla... nessuna traccia residua, né cariche elettrostatiche di teletrasporto o simili." L'OPS richiamò le analisi dei sensori: "Ho condotto tutte le analisi che potevo eseguire con i sensori di bordo, ma nulla."

Shran guardò i dati mentre Durani iniziò a parlare: "Scudi alzati siamo in allarme rosso." Poi, dopo una breve pausa, riprese a parlare: "Non rilevo nulla sui sensori esterni... non c'è nulla di anormale."
Shran guardò fuori tramite il visore. Lo spazio circostante alla stazione era decisamente normale tranne che per la nave romulana che si era inspiegabilmente fermata pochi minuti prima in concomitanza con la sparizione delle 27 persone sulla passeggiata e della squadra di abbordaggio.
"Capitano forse ho una teoria ma è molto azzardata." Disse Keane. "Sfasamento quantico."
"Che cosa?"
"E' una specie di teletrasporto ma di più. E' letteralmente far sparire nel nulla le cose e soltanto cosa si vuole portare via." Keane aveva l'attenzione di tutti e richiamò sullo schermo principale una serie di dati: "Immaginate che la materia venga assorbita da infiniti wormhole infinitesimi in grado di assorbire una quantità di energia microscopica."

"Questo potrebbe portar via le persone?" Chiese il capitano.
"E' solo una teoria ma potrebbe essere quello che è successo." Keane scosse la testa: "Ma questa teoria è stata dimostrata come impossibile da imminenti fisici interstellari. E' una tecnica che potrebbe funzionare in teoria ma in pratica è impossibile."
"Quindi ci troviamo davanti a qualcuno che genera l'impossibile." Constatò il capitano.

Buio - Luogo e tempo non definiti


Karana si trovava in un buio così intenso da causarle la claustrofobia. Una strana sensazione di paura e ansia la avvolse sommandosi alla claustrofobia. Le mancò il fiato e le sembrò che le avessero appena innalzato un muro a pochi micron dal suo volto impendendole ogni ingresso d'aria.
Spinta dalla disperazione mosse le mani nel vuoto annaspando come se stesse annegando. Quel gesto impulsivo e istintivo fu, però, la sua salvezza: il rapido movimento delle braccia mosse una piccola quantità di aria che entrò nei suoi polmoni calmandola leggermente.
Il suo respiro si fece più regolare e l'iperventilazione sparì di colpo.
Aveva quasi ripreso il controllo quando una forte fitta di dolore avvolse la mano destra e del liquido caldo iniziò a colarle lungo l'avambraccio. Qualcosa l'aveva appena ferita. Furiosa si portò la mano ferita a sé e si tenne pronta a difendersi. Non accadde nulla. Dopo alcuni istanti portò avanti il braccio sinistrò come per tastare un eventuale aggressore ma sentì soltanto il freddo provocato dal contatto con qualcosa di metallico. Per un brevissimo istante le emozioni che avevano assediata e le avevano fatto perdere il controllo si interruppero permettendole di capire che poco fa il suo braccio destro aveva colpito un oggetto metallico, molto probabilmente un arma. Ma poi la rabbia, una furia omicida cieca e totale tornò a impossessarsi di Vok. Istintivamente afferrò l'oggetto metallico e, forse per fortuna o soltanto per caso, lo impugnò per il manico e partì alla carica. La sua parte razionale, logica e ingegneristica era ancora in lei ma sembrava che fosse passata in secondo piano: viveva tutto come se fosse in una specie di sogno in cui erano queste emozioni di odio e paura a guidarla in quella folle e insensata carica nel buio. Molto probabilmente, secondo la sua componente razionale, si trovava in una stanza buia e si era ferita colpendo l'oggetto che ora teneva in mano il quale, a giudicare dal peso e dal perfetto bilanciamento, doveva essere un specie di spada. La sua parte razionale intuì che la luce che era apparsa all'improvviso era semplicemente una porta aperta in un'altra stanza illuminata ma le emozioni di odio e terrore che guidavano Karana la fecero caricare la luce con l'arma in pugno pronta a sventrare chiunque ci fosse dall'altro lato.

Spazio - Da qualche parte - Contemporaneamente


"Sono bravi." Ammise una voce.
"Concordo." La voce due parlò pochi istanti dopo.
Poi arrivò la voce tre: "Hanno capito come abbiamo fatto a portare via i loro compagni."
"Ma non possono ostacolarci e nemmeno uguagliare il nostro metodo." Precisò la voce due.
"Vero." La voce tre disse solo poche parole per poi chiedere: "Dobbiamo sospendere l'esperimento?"
"No procediamo." Sentenziò la voce uno.

Deep Space 16, Gamma, Infermeria 09/06/2396 Ore 11:52


Jo'Trel stava osservando il dottor Sonx compiere l'autopsia su uno dei romulani ritrovati sulla nave misteriosa. Si trovava dietro un vetro protettivo e in silenzio osservava il medico federale lavorare. L'ambasciatore romulano aveva richiesto che ci fosse uno dei suoi ufficiali a presenziare all'autopsia di uno dei romulani ritrovati e Jo'Trel, in quanto comandante militare, si offrì volontario.
Vide con quanta cura, precisione e, soprattutto, rispetto il dottore stava operando e ne rimase profondamente colpito. Ogni romulano nasce e vive con persone che gli ricordano che le razze della Federazione sono nemici da combattere ma nemmeno il più ostinato nemico della Federazione non avrebbe potuto obiettare nulla all'ottimo lavoro di Sonx.
D'improvviso il graduato romulano sentì una presenza dietro di lui.
"Capitano, la aspettavo." Disse Jo'Trel.
Il capitano Shran si avvinò alla controparte dicendo: "E io ero quasi sicuro che lei sarebbe venuto ad assistere all'autopsia." Poi avvicinandosi al vetro e, scrutando all'interno, aggiunse: "Come sta andando?"
"Il dottore sta lavorando con cura e rapidità..." Rispose il romulano, poi voltandosi verso l'andoriano, disse: "Una volta terminata l'autopsia vorrei dare ai miei compagni defunti una degna sepoltura."
"Certamente" Shran rispose rapidamente con una tale sincerità da sorprendere la sua controparte che disse: "Grazie..." Ci fu un breve silenzio poi il romulano aggiunse: "E' vero quello che dicono i primi rapporti?"
"Sì."

"Allora è vero si sono uccisi tra loro." Jo'Trel fece un profondo sospiro cercò di assimilare la notizia.
"Lo spazio è un luogo vasto e misterioso... non sappiamo ancora cosa è successo all'equipaggio romulano."
Shran cercò con quelle parole di impedire al capitano romulano di trarre conclusioni affrettate.
"Già..." Jo'Trel rimase alcuni istanti in silenzio poi aggiunse: "La nave?"
"Sì è arrestata a distanza di sicurezza dalla stazione circa 30 minuti fa." Il capitano scrollò le spalle e le antenne: "Non sappiamo come ha fatto a fermarsi i motori sono sempre rimasti inattivi durante la decelerazione. Ora è in quarantena protetta dai raggi traenti. Ho fatto teletrasportare un corpo per delle analisi."
"Capisco." Il romulano rimase pensieroso per alcuni secondi per poi dire:" So che avete degli ufficiali dispersi e che alcune persone sono state rapite dalla passeggiata."
"Sì è vero."
"Spero che li ritroviate sani e salvi."
"La ringraz..." Ma Jo'Trel riprese a parlare: "Ho fatto recuperare tutti i dati della nave romulana sconosciuta... spero che vi possa essere d'aiuto." Detto ciò il romulano diede un d-padd all'andoriano.
"Grazie."

"Non era materiale riservato." Minimizzò Jo'Trel.
"Grazie per il suo aiuto." Il capitano si voltò: "Bene, vado a darlo ai miei ufficiali per analizzarlo." Sharn fece per uscire.

"Certamente, se ha bisogno di me mi troverà qui.

Forte, ingresso Luogo e tempo non definiti


Dei due chilometri che lì separavano dal forte Riccardi ne passò almeno uno ad osannare la costruzione ma arrivati all'ultimo chilometro decise di non annoiare troppo il comandante Drillrush e il povero marinaio Deker. Aveva fatto ciò anche per non pensare troppo a quella assurda situazione in cui erano finiti e per non intaccare il morale della truppa. Claire aveva capito il gioco e aveva tenuto banco all'ufficiale della sicurezza cercando di distrarre Deker il quale stava patendo e iniziava a dare segni di nervosismo. Tuttavia il capo della sicurezza aveva ragione: la struttura, il forte era un vero e proprio capolavoro dell'ingegneria militare. Era stato costruito quasi certamente per proteggere e chiudere il passo alpino che aveva davanti. Il complesso era solido, ben costruito e aveva ricevuto costanti e accurati interventi manutentivi. Una serie di feritoie per cannoni erano poste ad intervalli regolari e ognuna sembrava avere la sua bocca di fuoco pronta a sparare. I finestroni erano posti ad intervalli regolari e coprivano una rosa di 360 gradi. Una linea di feritoie per moschetti o fucili era posta sopra i cannoni garantendo una eguale copertura. L'unico ingresso era posto nella zona opposta alla valle ed era accessibile soltanto attraverso una ripida e tortuosa strada. Chiunque avesse voluto attaccare il portone avrebbe dovuto percorrere la strada e si sarebbe esposto più volte al fuoco dei difensori. A coprire il forte c'era un granissimo tetto con una copertura di terra in grado di assorbire il tiro dell'artiglieria. Una guarnigione di duecento uomini avrebbe potuto tranquillamente tener testa ad un aggressore di ventimila uomini rimanendo asserragliata in quella posizione strategica. Il gruppo stava percorrendo la salita che conduceva all'ingresso del forte. Avevano deciso che essendo l'unica costruzione artificiale visibile era il primo luogo in cui avrebbero dovuto visitare in cerca di indizi su dove si trovavano. Riccardi aveva proposto un approcciò più cauto e di avvicinarsi al forte di nascosto ma Claire pensava che se gli avessero scoperti avrebbero potuto scambiargli per aggressori per cui optò per avvicinarsi in maniera più normale: alla vista del sole. Avevano percorso la salita sotto un fortissimo sole che aveva affaticato il gruppo assieme alla pendenza. Sia Claire che Alessandro si annotarono mentalmente di fare più esercizi sul ponte ologrammi mentre Deker non dava più segni di affaticamento anzi la salita lo aveva ricaricato nel molare e ora era pronto ad affrontare l'universo intero.

Deker arrivò in cima alla salita per primo seguito a pochi passi di distanza dai due ufficiali superiori. Fu quindi il primo a raggiungere l'entrata del forte. Il marinaio osservo l'ingresso composto da un ponte lavatoio e da un pesante portone aperto. Una serie di feritoie proteggevano l'ingresso. Non c'erano soldati a guardia, o almeno, Derek non ne vide. Poi qualcosa attirò la sua attenzione: "Venite a vedere..."


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18.05 - Il giorno dei Corvi

Autore: Ambasciatore Federale T'Lani

Deep Space 16 Gamma - Studio del Capitano - 09/06/2396 Ore 17:20


Nelle ultime ore non c'erano state altre sparizioni, e quella era una buona notizia. L'unica buona notizia, per la verità.
Il capitano Shran era seduto sulla poltrona dello studio. Il monitor davanti a lui inquadrava la nave romulana. La nave sembrava sospesa, indifferente al caos che il suo arrivo aveva procurato come ai cadaveri che ancora si trovavano al suo interno. Shran continuava a fissarla come se guardandola potesse trovare qualcosa - qualsiasi cosa - che svelasse il suo mistero. Alzò la testa, sentendo il rumore delle porte che si aprivano.
"Novità?" - disse.
Il comandante Ramar gli porse un dipad:
"Ho terminato l'analisi dei dati che le ha consegnato il capitano Jo'Trel per conto dell'ambasciatore romulano. Non c'è quasi niente da segnalare."
"Non mi aspettavo di trovare qualcosa di interessante... - sospirò Shran, prendendo il dipad - O i romulani non ci avrebbero consegnato i dati così facilmente, senza neanche aspettare una richiesta formale da parte nostra"
"Ho detto quasi, capitano"
Shran drizzò le antenne. Scorse rapidamente i dati sul dipad. C'erano elencati diari di navigazione, rapporti su rotte commerciali, documentazioni doganali.
"Mi risparmi tempo. Dove devo guardare?" - domandò il capitano, accennando al bajoriano di accomodarsi su una delle poltroncine davanti alla sua scrivania.
"L'ultimo viaggio - disse l'altro, sedendosi dove era stato indicato - La nave risulta aver visitato, fra le altre, una colonia mineraria in un territorio ai margini dell'Impero Romulano. E' stata l'ultima tappa che ha fatto, prima di scomparire"
"E allora? Era strano? Era una deviazione dalla rotta abituale?"
"No. Anzi, era una tappa abituale. Portavano rifornimenti e medicinali per la popolazione che viveva intorno alle miniere. Ma ho fatto una ricerca nel database, tanto per vedere se c'erano dei superstiti di quel periodo... Non ce ne sono."
"A cent'anni di distanza, mi stupirebbe il contrario"
"...Così, sono tornato a parlare con il capitano Jo'Trel. Gli ho chiesto di raggiungermi qui, per raccontare anche a lei di che cosa si tratta"
Pochi istanti dopo, il capitano romulano comparve di fronte alla porta. Shran lo fece entrare.
L'uomo rifiutò gentilmente il the che l'andoriano gli offriva, quindi attaccò:
"Non c'è bisogno che parliate con l'ambasciatore. Ho letto della colonia di cui mi ha chiesto il comandante Ramar. Non avevo idea però che quella nave... - accennò al monitor del capitano - Fosse in qualche modo collegata ai fatti di quella colonia. Questa è una novità per me, e credo che lo sia anche per lo stesso governo romulano"
Il capitano Jo'Trel sospirò:
"...Anche se non so quanto questo possa essere di aiuto per scoprire la verità. Dal punto di vista romulano, la vicenda di quella colonia è la fonte di innumerevoli teorie complottistiche, romanzi, pseudo documentari e via dicendo. Il problema, semmai, è depurare le informazioni ed i dati effettivi da tutte le ipotesi che sono state fatte negli anni e che hanno finito con il sedimentarsi anche nei testi più seri"
"E, detraendo al massimo, depurando tutto il depurabile... Che cosa ci può dire, esattamente, capitano?" - chiese Shran.
"La sola cosa sicura è che morirono tutti."
"Tutti?" - domandò Shran.
"Tutti gli abitanti: anche i vecchi ed i bambini. Era una colonia abbastanza popolosa. Non ricordo esattamente il numero, ma siamo sopra il migliaio di individui. E morirono tutti, nel giro di pochi giorni. Forse perfino di poche ore"
Puntò il dito in direzione del monitor, sul quale ancora campeggiava l'immagine della nave romulana:
"Pensandoci bene, è la stessa cosa che è successa su quella nave. Tutti morti!"
"Lei ha parlato di teorie, ipotesi... Quali sono le più quotate?" - chiese Ramar.
L'uomo scosse la testa:
"Alcuni parlano di una lite che è sfociata in una faida sanguinosa che ha finito con il coinvolgere l'intera colonia. Altri, pensano ad un intervento di alieni nemici. Altri ancora, di una febbre omicida... Ma non c'è niente che abbia un senso"
"Forse un senso non ce l'ha - commentò Shran, a bassa voce - Però, direi che di sicuro, c'è un collegamento. E quindi, è un punto di partenza per capire che cosa sta succedendo."

Forte - Luogo e tempo non definiti


Deker arrivò in cima alla salita per primo seguito a pochi passi di distanza dai due ufficiali superiori. Fu quindi il primo a raggiungere l'entrata del forte. Il marinaio osservo l'ingresso composto da un ponte levatoio e da un pesante portone aperto. Una serie di feritoie proteggevano l'ingresso. Non c'erano soldati a guardia, o almeno, Derek non ne vide.
Poi qualcosa attirò la sua attenzione: "Venite a vedere..."

Riccardi lo sentì, prima di vederlo. L'odore gli si infilò in gola, pesante e insopportabile e gli fece salire in bocca un conato di vomito. Odore di morte. Rimpianse la tuta extraveicolare che aveva dovuto indossare per salire a bordo della nave romulana.
Il portone si apriva su un cortile lastricato in pietra, con al centro un pozzo ricoperto da una lastra di metallo. C'era un cadavere, nero, enfiato, con quello che restava della testa appoggiata al pozzo e le gambe nude allungate sull'impiantito.
Serrò le narici con la mano, per potersi accostare. Era un umano, maschio, disteso con quello che restava della faccia rivolto verso l'alto. La testa mostrava un lungo taglio trasversale che lasciava scoperti parte dei denti. Il ventre era aperto e nello squarcio ronzavano delle mosche. Provò a scacciarle, ma ritornarono sul corpo con un ronzio rabbioso.
"E' - era - un umano" - disse Claire Drillrush, con voce soffocata. Anche lei si teneva il naso per non respirare.
"Ed è stato ucciso con un'arma da taglio... Probabilmente quella daga - bofonchiò, indicando una lama che spuntava da sotto il corpo.
Si allontanò dal corpo il più possibile prima di permettere ai polmoni di inalare, per concludere la frase - E' proprio com'è successo sulla nave che siamo andati ad esplorare."
"Non è l'unico!" - Si udì una voce. Dall'alto di una merlatura si affacciò un volto noto.
"Parmak! - esclamò Riccardi - Che ci fa qui?"
Il cardassiano si sporse dall'apertura tra due merli:
"Ecco una domanda cui mi piacerebbe saper rispondere..." - gridò Parmak. Uno stridio di corvi si concentrava sopra la torre. Strano che non li abbia notati salendo, pensò Riccardi. Il cardassiano continuò:
"...Quello che so è che qualche ora fa, stavo servendo cioccolato aromatizzato al kanar al vostro dottore sulla Base e dopo poco mi sono ritrovato nel cortile dove ora vi trovate. Per farla breve: non ne ho la minima idea. Suppergiù la stessa cosa che ci fate voi, direi...
Ovvero cercare di capire come sono arrivato qui e come faccio a tornare al mio ristorante. Vero?"
"Vero - riconobbe Riccardi - Com'è arrivato lassù?"
"Non ho avuto il tempo di visitare tutto il forte, ma ho visto che c'è una scaletta a lato di quella che sembra la sala principale - il cardassiano puntò un dito verso un portone che si apriva sul cortile - Da lì porta ai piani superiori e si sfocia su questo corridoio"
"Ha visto niente di interessante nel forte?"
"Solo un sacco di cadaveri. Non ne avevo visti tanti dalla fine della guerra - Parmak si interruppe, guardando verso l'alto, quindi continuò - Sono contento di non essere da solo. Solo due giorni fa, mi dicevo che avevo bisogno di farmi una vacanza, ma non credo che avrei messo questa tra le mie mete preferite. Adesso scendo e vi raggiungo"
Scomparve dietro i merli. Il cielo era pieno di ombre nere che stridevano passando. Una di quelle ombre scese nel cortile, andando a poggiarsi sul bordo del pozzo. Li fissò con occhi neri quasi di sfida, quindi aprì le ali e si posò sulle pietre del selciato, accanto al cadavere.
"Sono corvi. Corvi terrestri" - notò Claire.
"Davvero?" - domandò Derek.
"Si. Non li riconosci? Credevo che fossi un umano" - chiese Claire.
"Sono umano, ma non sono terrestre. Sono nato in una colonia - rispose Derek - Ho visto la fauna terrestre solo durante l'Accademia, a San Francisco. E no, non mi ricordo di aver mai visto uccelli del genere sulla Terra. Hanno un significato particolare?"
"I corvi sono carnivori... Se qualcosa li ha attratti, vuol dire che qui c'è tanta carne frolla da mangiare" - disse Riccardi, con una smorfia che avrebbe voluto dissimulare l'orrore.
"Vuol dire anche che siamo sulla Terra - sottolineò il primo ufficiale - Non mi risulta che siano stati importati corvi su altri pianeti o colonie. Non sono animali da compagnia né da allevamento"
Riccardi guardò di nuovo verso il corpo disteso, senza avvicinarsi. L'uomo indossava i resti di una veste in tela pesante, di colore marrone brunastro, che lasciava scoperte le gambe. Un piede era nudo, l'altro mostrava un sandalo di cuoio di fattura artigianale.
"La Terra, si. Solo che questa non è la Terra che conosciamo noi. La Terra del nostro tempo" - disse il primo ufficiale.
"Avremmo viaggiato nel tem..." - Derek si interruppe a metà.
"Qualcuno ha gridato!" - esclamò Claire, girandosi di botto verso l'interno del forte.
"E' il cardassiano!" - rimandò Riccardi. L'uomo si chinò ad afferrare la daga che spuntava da sotto il cadavere, quindi corse verso l'apertura.

Deep Space 16 Gamma - Studio del Capitano - 09/06/2396 Ore 19:00


"Perché, in nome di Kahless, le chiedo: perché non sono stato informato?" - gli occhi dell'ambasciatore klingon lampeggiavano di rabbia sulla pelle scura. Arrivò ad un centimetro da Shran, che sostenne il suo sguardo:
"Non vedo come..."
"Ho dovuto saperlo dai miei uomini! - urlò Rogal Dothrak - Che mi hanno riportato voci sentite sulla Passeggiata! Lei, capitano, lei..." - agitò minacciosamente un dito di fronte al capitano - Lei Avrebbe dovuto informarmi!"
"Abbiamo informato la sua ambasciata!"
"Li avete informati di un allarme generico. Non che fosse sparita... - si riprese Rogal - Che fossero scomparsi ben 27 esseri senzienti".
"Non sono stati coinvolti dalle sparizioni elementi del suo seguito - ribatté Shran - E nemmeno klingon di passaggio. Sono scomparse 27 persone. Le stiamo cercando. Stiamo facendo tutto il possibile per ritrovarle e..."
"E non avete fatto un solo progresso, non è vero? Non uno solo, da quando sono scomparse quelle persone. E questo mi dice che forse non volete ritrovarle"
Shran lo fissò stranito:
"...Ma che le salta...?"
Rogal scosse la testa, quindi arretrò verso la porta, senza mai perderlo di vista:
"Non so che cosa la sua Federazione sta complottando. Ma stia sicuro che qualunque cosa stia succedendo, non verrà trascurata dall'Impero Klingon!"
"Ambasciatore, nessuno qui sta trascurando la situazione!" - Shran esclamò, girando intorno alla scrivania. Dothrak aveva raggiunto la porta dello studio. Aprì la porta ed uscì. Shran rimase sulla soglia, cercando di ripetere dentro di sé l'intera conversazione, chiedendosi che cosa avesse detto, che gesto avesse fatto per indurre quella reazione dall'ambasciatore. Chiuse la porta, pensando di raggiungere l'ambasciata vulcaniana. Non si accorse che alle sue spalle, poco sopra la finestra che dava sullo spazio, stava svanendo una vaga luminescenza...


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18.06 - Il seme della Follia

Autore: Ambasciatore Klingon Rogal Dothrak

Deep Space 16 Gamma - Ambasciata Klingon - 09/06/2396 Ore 20:00


"Non capisco Rogal, se potessi spiegarti meglio!" il vecchio Vorn guardò preoccupato il suo pupillo che camminava avanti e indietro nell'alloggio. Gli occhi del klingon erano accesi da una luce di furia a stento trattenuta.

"Doveva dirmelo maledetto andoriano! Ho fatto di tutto per rendermi disponibile a questi maledetti federali e alla prima occasione mi pugnalano alle spalle!" Rogal colpì la paratia con un pugno facendo risuonare la stanza come un gong "Ma io l'ho capito! Un klingon non sarebbe adatto! Sarebbe un problema se qualcuno venisse a saperlo... hanno organizzato tutto. Probabilmente chi aveva intuito qualcosa è stato fatto sparire!" sul volto dell'Ambasciatore klingon apparve un ghigno soddisfatto. Aveva capito il loro piano.

"Organizzato cosa Rogal?" chiese ancora il vecchio cercando di recepire informazioni dai suoi borbottii.

"Non è chiaro? - esclamò il klingon girandosi verso il suo mentore, gli occhi ardevano come se fosse in battaglia - Oltretutto centrano anche quegli sporchi romulani! La nave serve proprio per nasconderla!" un nuovo cenno di assenso come se confermasse le sue stesse supposizioni.

"Ma nascondere chi?" provò di nuovo il suo amico.

In quel momento il suono della porta fece girare i due. L'anta slittò lateralmente e due guerrieri entrarono nella stanza poggiando il pugno al petto e un ginocchio a terra.

"Signore, ecco qua la lista degli scomparsi." il guerriero porse un foglio al suo superiore che fu lesto a strapparglielo di mano. Bastarono pochi secondi per scorrere la breve lista e giunto al termine l'ambasciatore la accartocciò nel pugno.

"Maledetto Shran, ha fatto sparire il suo nome. Sapeva che l'avrei cercata!" Vorn lanciò un occhiata perplessa ai due guerrieri ma questi neppure lo guardavano bevendosi ogni parola del loro superiore.
"Stilgar!" sbraitò Rogal dopo un momento.

Il guerriero sfregiato fece la sua comparsa uscendo dalle ombre della stanza. Battè una volta il pugno al petto e attese ordini.

"Voglio due squadre d'assalto dalla Pagh Jegh in assetto da combattimento e avverti gli SuvwI' 'Iw, saranno in prima linea!" il ghigno ferale di Rogal scintillò come i suoi occhi.
"Rogal che hai intenzione di fare?" chiese Vorn alzandosi in piedi preoccupato.
"Andrò a cavare le risposte dalle interiora di Shran!" gridò lui afferrando la bat'leth appesa sopra la scrivania.

Deep Space 16 Gamma - Centro di Comando, ufficio del Capitano - 09/06/2396 Ore 20:15


=^=Ramar a Capitano.=^= Shran sollevò lo sguardo dal suo libro. Nonostante il suo turno fosse finito già da un po', non era riuscito ad allontanarsi dalla sua postazione, limitandosi a spostarsi in ufficio per lasciare campo libero al suo sostituto per il turno notturno.
"Mi dica Signor Ramar..." disse chiudendo il libro dopo aver appoggiato fra le pagine un leggero pezzo di seta rosso che usava come segnalibro. Un ricordo di un'amante che gli aveva fatto apprezzare i vecchi libri e le pagine da sfogliare. Oltre alla seta rossa naturalmente.
=^=Sta succedendo qualcosa di strano presso l'ambasciata klingon...=^= la voce di Ramar era titubante.
"In che senso strano?" chiese Shran alzando un po' le antenne con fare interrogativo.
=^=Ci sono due klingon davanti al corridoio che porta alla sezione riservata all'ambasciata... due di quelli enormi con le strane armature rosse. Di solito non ci sono problemi, dato che è uno dei corridoi che permette di accedere a certe sezioni della base evitando di fare un giro più lungo, ma questa volta si rifiutano di far passare chiunque. Forse non è niente, ma mi pareva un comportamento anomalo.=^=
"Ha fatto bene ad avvertirmi, arrivo subito da lei."

Shran apprezzò quella distrazione che gli permetteva di fare qualcosa in attesa di notizie sugli uomini spariti. Uscì dall'ufficio trovandosi subito nel Centro di Comando. Come lui, anche Durani e Keane non si erano allontanate dalle loro postazioni creando un po' di confusione nei turni.
Certo che, come lui, avessero bisogno di un po' di distrazione, si limitò a chiamarle e a farsi accompagnare dopo aver spiegato la situazione.
Durante il tragitto, con il turbo ascensore prima e poi lungo i corridoi di quella che era diventata la sua nuova casa, Shran ricapitolò quello che sapevano delle sparizioni.
"Quindi non ci sono dati certi che possano confermare la sua supposizione sui teletrasporti quantici."
"No Capitano, dato che è una tecnologia che non funziona, non sappiamo nemmeno cosa cercare... o almeno non dovrebbe funzionare!" rispose Tara
"Perciò siamo ad un punto morto. E niente di queste sparizioni sembra ricollegarsi a quello che è successo sulla nave romulana..."
"Mi sembra una strana coincidenza, una nave romulana vecchia di cento anni appare dal tunnel senza essere passata prima davanti a Deep Space 9 e poco dopo ventisette membri dell'equipaggio scompaiono per mezzo di sistemi non rilevabili... mi dispiace Signore, ma non credo in questo tipo di coincidenze!" commentò Durani.

Per Shran sentirla parlare con tanta sicurezza, dopo i mesi passati in cui l'aveva vista appassirsi a causa dei problemi del suo casato, era un balsamo per la sua anima. Come ufficiale della Flotta Stellare non poteva immischiarsi nelle faccende dei klingon, ma essendo Durani un ufficiale della sua nave, aveva preso questa faida come un fatto personale.
L'intervento del casato VodleH, grazie a Tara, aveva risolto in parte il problema e l'arrivo del nuovo ambasciatore, che aveva stretto la mano del suo ufficiale tattico durante un fortuito, per quanto provvidenziale, incontro sulla passeggiata, aveva reso palese a tutti i presenti, che Durani era al sicuro. Almeno per il momento.

"Nemmeno io..." commentò Shran tetro girando l'angolo e ritrovandosi la strada bloccata da una piccola folla di curiosi.

"Io capisco che potete bloccare l'accesso a questo corridoio..." stava dicendo Ramar cauto fissando un po' intimorito l'enorme klingon dall'armatura rosso sangue. "Volevo solo sapere se posso aiutare in qualche modo... il Capitano sarà presto qui e vi farà la stessa domanda... niente da riferire eh?" commentò il bajoriano vedendo che le sue parole cadevano nel vuoto.

"Signori lasciate libero il passaggio e tornate alle vostre mansioni o in libertà se non siete di turno!" ordinò Shran facendo disperdere la folla.
"Niente da fare Capitano, nemmeno rispondono alle domande. I 'Rossi' sono ancora più strani dei klingon abituali!" commentò l'ufficiale scientifico avvicinandosi al suo superiore "Senza offesa alle signore presenti..." commentò accorgendosi che le due che seguivano il Capitano lo guardavano con il sopracciglio sollevato e uno sguardo omicida nel caso dell'Ufficiale Tattico.
"E' un po' che volevo chiedervelo... qualcuna di voi sa cosa sono i SuvwI' 'Iw?" chiese il Capitano rivolto alle donne.
"E' un termine arcaico per definire un gruppo di guerrieri posti a difesa di qualcosa di sacro... letteralmente significa 'Guerrieri di Sangue'. Probabilmente l'Ambasciatore usa questo termine per la sua scorta per far colpo su altre famiglie klingon." commentò Durani.
Keane vicino a lei fissò i due soldati. Se non avesse incontrato prima l'Ambasciatore avrebbe anche lei affermato la stessa cosa, ma dopo averlo conosciuto iniziava a dubitare che quello fosse lo scopo.

Shran si avvicinò ai due guerrieri. "Vorrei parlare con l'Ambasciatore Rogal." Ordinò guardandoli negli occhi senza mostrare timore. I due non spostarono nemmeno lo sguardo nella sua direzione.
"Tlham lob! (Fai quello che ti ordina!)" sibilò Durani, ma i guerrieri si limitarono a abbassare lo sguardo su di lei.
Keane si frappose fra i contendenti lanciando uno sguardo minaccioso ai klingon "DaH! (ADESSO!)", esclamò con una voce dura come l'acciaio.
I due guerrieri si guardarono fra loro e poi parlarono brevemente al comunicatore, dopo pochi minuti il consigliere personale dell'Ambasciatore arrivò lungo il corridoio.
"Mi dispiace signori, ma l'Ambasciatore Rogal è indisposto..." la voce era gentile, ma lo sguardo non ammetteva repliche.
Tara si rivolse a lui in klingon e Durani tradusse a beneficio del Capitano e dell'Ufficiale Scientifico.

"Gli sta chiedendo cosa non va nell'Ambasciatore..." tradusse la giovane.
"Con qualche parolaccia in più!" commentò sarcastico Ramar rendendo palese che capiva un po' il klingon. Shran pensò di attivare il traduttore per seguire la conversazione ma poi ci rinunciò, meglio non sapere quali termini il suo Capo Operazioni stava esattamente usando.
Vorn sembrò titubante, ma poi la preoccupazione trasparì nel suo sguardo.
"Sembra che l'Ambasciatore... abbia perso il controllo per uno scatto d'ira!" comemntò Durani guardando il Capitano.
"Non sarà che..." Ramar non finì la frase, ma Shran capì a cosa si riferisse. La nave romulana...

Tara si fece largo a forza fra i klingon nonostante cercassero di afferrarla. Sembrava preoccupata e furiosa allo stesso tempo. Senza dare tempo a nessuno di fermarla entrò come una furia dentro l'ambasciata.
"Tara! Cosa sta facendo?!" le urlò dietro Shran, ma fu inutile. "Mi scuso Signor Vorn, non so cosa abbia in testa il mio ufficiale..." cercò di scusarsi il Capitano rivoltò al consigliere.
"Quella donna ha il fuoco di una guerriera nelle vene!" commentò l'anziano klingon con un sorriso. "Non ero stato maltrattato così dai tempi dell'Accademia Ogat. Mi piace..." sospirò come se avesse il peso del mondo sulle sue spalle. "Capitano, se vuole seguirmi credo sia meglio che le faccia vedere."

Shran incuriosito si avviò dietro il klingon. Durani e Ramar, dato che nessuno aveva detto loro di rimanere indietro, li seguirono.
L'area riservata all'ambasciata klingon era un vasto locale diviso in più aree adibite a incontri, uffici e altre mansioni utili alla gestione delle attività più pubbliche. Dalla sala principale si poteva accedere ad altre sezioni fra cui le aree private come: gli alloggi di Rogal e del suo consigliere, la palestra, e altre sezioni che rendevano l'Ambasciata su Deep Space 16 comoda quanto una presente su un pianeta.

Nell'Ambasciata Klingon sembrava essere scoppiato un uragano. I mobili erano rovesciati e il pavimento era cosparso di documenti.

Le urla provenienti dalla palestra fecero accorrere immediatamente Vorn e Shran. All'interno sei guerrieri klingon cercavano di bloccare Rogal che ringhiava come un lupo e cercava di liberarsi con la sola forza bruta.
"Ha iniziato a farneticare sulle sparizioni sulla stazione. Inizialmente dando la colpa a lei per poi aggiungere i romulani alla lista dei cospiratori. Quando ha richiesto degli uomini per... prendere il controllo della stazione, suo fratello si è teletrasportato per un chiarimento. Rogal allora l'ha accusato di essere in combutta con... lei." disse il vecchio imbarazzato.
"Me? Che ho fatto?" chiese sorpreso Shran.
"Non ne ho idea, continua a dire: 'l'hanno rapita!'" rispose vago anche se lanciò un'occhiata verso il Capo Operazioni della base che in quel momento cercava di divincolarsi dalla presa d'acciaio del klingon a capo della sicurezza dell'ambasciatore.

"Ambasciatore, cosa sta succedendo? Lasci che l'aiuti in qualche modo!" eclamò Shran avvicinandosi.
"Capitano non credo che..." Ramar non fece in tempo a terminare la frase.

"Shraaaaaan!" Rogal esplose in un ruggito scaraventando due degli uomini che lo trattenevano contro le paratie. Questo gli permise di liberare un braccio e iniziò a colpire i suoi uomini con violenza.

Bastarono pochi istanti. L'enorme klingon si liberò degli ultimi guerrieri che lo trattenevano e si scaraventò contro l'andoriano. Prima che potesse mettere le mani su di lui Tara Keane si divincolò dalla presa di Stilgar e si frappose fra Rogal e il suo Capitano. L'impatto li fece cadere entrambi a terra e il Capo Operazioni si trovò inchiodata da una presa d'acciaio e dagli occhi di Rogal pieni di furia omicida.

Luogo sconosciuto - Forte - contemporaneamente.


Drillrush e Riccardi si precipitarono verso le urla aggirando una delle mura del fortino. Davanti a loro Parmak, sospeso a mezz'aria, si dibatteva fra le spire di una grossa pianta gommosa.
"Un'aiutino?" commentò il cardassiano con voce stentorea.
"Resista!" urlò Claire guardandosi attorno alla ricerca di qualche arma. "Signor Deker trovi del fuoco!" ordinò lasciando allibito il povero marinaio.
"E dove lo trovo?!" gli gridò dietro il giovane sollevando le braccia al cielo.

Riccardi schivò come un gatto l'ennesima spira che frustò l'aria dove si trovava appena un attimo prima e con un balzo si agganciò a quella che tratteneva Parmak cercando di abbassarlo al livello del terreno grazie al peso aggiuntivo.
"Ha per caso un'arma?" ringhiò Riccardi cercando di far mollare la presa al vegetale colpendo con la vecchia daga spuntata che aveva raccolto, ma con scarsissimo successo.
"Ho lasciato il phaser negli altri pantaloni, ma faccia con comodo!" commentò acido il cardassiano.

Sotto di loro, il comandante Drillrush colpiva con rabbia con un grosso bastone raccolto per terra sperando in qualche modo di far mollar la presa all'essere, ma la pianta sembrava ignorarla continando a cercare a tentoni altre possibili prede.
"Addosso!" dal fogliame proruppe un intero contingente di uomini armati di bastoni e pietre. Alcuni erano in divisa, altri in abiti civili. Uno addirittura, un boliano, era nudo e con solo un piccolo asciugamano stretto in vita.

Gli scomparsi di Deep Space 16 sembravano essersi raggruppati tutti in quella radura. Ognuno cercava di colpire la pianta con quello che aveva.
"Signor Derek il fuoco!" gridò Claire.
"Ci sto lavorando signore!" rispose di rimando il marinaio che strisciava alacremente un bastoncino fra le mani. Alla fine il giovane ebbe la meglio. Una piccola scintilla si depositò sull'esca e un filo di fumo iniziò a serpeggiare delicato nell'aria. Deker soffiò leggermente e l'esca prese completamente fuoco. Afferrò un bastone vicino a lui e si guardò attorno, la sua divisa non avrebbe preso fuoco decentemente, doveva trovare della stoffa o dell'erba secca per confezionare una torcia.

In quel momento un piccolo asciugamano atterrò vicino a lui.

Una spira afferrò il boliano nudo e il comandante Drillrush in un unico abbraccio e li sollevò da terra facendoli aderire uno contro l'altro.
"Marinaio di Seconda Classe Resed..." esclamò il boliano facendo il saluto con l'unica mano libera.
"Marinaio, crede che presentarsi possa migliorare la situazione?" commentò Claire sconsolata.

Le fiamme della torcia non attecchirono, dato che la consistenza della pianta sembrava più simile a quella di un copertone di un mezzo di terra. Nonostante questo, l'essere sembrò reagire immediatamente frustando l'aria con le spire e scagliando coloro che aveva catturato in mezzo alla vegetazione.
"Allontanatevi tutti immediatamente!" ordinò il Primo Ufficiale e tutti coloro che stavano attaccando la creatura si affrettarono ad ubbidire. L'ultimo fu il Marinaio Deker che sventolò ancora un paio di volte la torcia prima di ritirarsi.
"State tutti bene?" chiese Riccardi controllando le condizioni del cardassiano.
"Non si preoccupi per me, ci vuole ben altro per strangolare un cardassiano..." Lo tranquillizzò Parmak con un sorriso indicando il massiccio collo tipico della razza.
"Bene questa... cosa, ci da la conferma che non siamo sulla terra. Nonostante i corvi non credo che quella pianta faccia parte della flora terrestre." commentò Riccardi avvicinandosi al suo superiore.
"Quindi ricapitolando abbiamo un fortino e dei corvi terrestri, atmosfera compatibile ad un pianeta di classe Mishara ma con vegetazione che non mi pare di riconoscere... soprattutto quella pianta là... anche questo albero dal colore giallastro mi è nuovo." rispose Claire battendo infine una mano sul tronco liscio e giallo che aveva di fianco.
"E' boliano signore..." Resed sbucò dalla vegetazione tentando di coprirsi gli attributi con la vegetazione.
"Signor... Resed. Come mai lei è nudo?" chiese la donna.
"Mi scusi signore, stavo facendo il bagno quando sono stato... prelevato. Sono appena tornato su DS16 per una breve franchigia. Sono di servizio con il Comandante Rekon sull'altra stazione... ha detto che se non mi levavo di torno mi avrebbe strozzato." commentò sommensamente spalancando gli occhi a palla.
"Bella franchigia..." si intromise Deker
"Signor Deker trovi degli abiti per il Signor Resed... Signor Parmak, riunisca gli altri nel fortino e faccia liberare una zona da eventuali cadaveri, abbiamo bisogno di una base operativa. Comandante Riccardi raggiungiamo la cima del fortino, dobbiamo capire dove siamo capitati."

Deker, Parmak e Resed si guardarono frastornati mentre i due ufficiali si allontanavano.
"E' particolarmente schizzinoso in fatto di abiti?" chiese Deker guardando il boliano con sguardo innocente.

Deep Space 16 Gamma - Ambasciata Vulcaniana - Contemporaneamente


L'Ambasciatrice T'Lani aprì la porta della sua stanza ancora concetrata sull'enorme faldone di documenti che aveva appena finito di studiare e che ancora teneva fra le braccia. Ancora poche ore e poi poteva mettere al servizio del Capitano Shran le sue notevoli capacità analitiche per risolvere il mistero della nave romulana e dell'equipaggio scomparso.
Non provava curiosità per quanto stava succedendo, anche se una parte del suo cervello sembrava proporgli ogni tanto un quesito sui fatti accaduti distraendola in minima parte dai suoi impegni. Dopotutto era vulcaniana, la curiosità era solo un'emozione che poteva essere tenuta sotto controllo, per questo si era imposta di finire i documenti prima di passare ad altro.

Le camere private dell'ambasciatrice erano al buio più completo e quindi la vulcaniana non riuscì a capire cosa fosse la creatura urlante che si precipitò su di lei.

L'impatto dell'arma contro il suo petto le tolse il fiato per un attimo. Anche con il suo incredibile autocontrollo, riuscì a percepire un brivido lungo la spina dorsale.
Il shek, una spada rituale vulcaniana che teneva sulla scrivania appoggiata su un basamento in legno finemente inciso, si era conficcata nel grosso plico che teneva fra le braccia e che le aveva salvato la vita. L'urto la fece arretrare ed aprire le braccia lasciando cadere i documenti che, appesantendo la punta della spada, fecero perdere l'equilibrio all'avversario.
Approfittando di quel momento si aggrappò disperata alla maschera hazmat che il nemico usava, nel tentativo disperato di accecarlo e confonderlo quel tanto che bastava a cercare una via d'uscita a quella situazione mortale.
Il visore, che fino ad un attimo prima mostrava due occhi spiritati ed iniettati di sangue, si spostò di lato lasciando intravedere un orecchio.
Il sicario liberò l'arma e iniziò ad urlare mulinando la spada a destra e sinistra con ampi fendenti. Come un cieco che muove il proprio bastone alla ricerca di possibili oggetti sulla sua strada.
T'Lani si gettò a terra cercando di uscire dalla zona di minaccia e al contempo aggirare il suo nemico che nel corso dell'azione si era frapposto fra lei e l'uscita. Quando video la lama diretta verso il suo volto ebbe un nuovo fremito, messo di nuovo a tacere dalla sua incrollabile forza di volontà. Un attimo prima di essere colpita un effetto flash illuminò la stanza e il sicario cadde su di lei tramortito. Due guardie vulcaniane, allertate dalla confusione, avevano fatto irruzione nelle sua camere sparando immediatamente sull'intruso.

Dopo aver riattivato le luci con un comando vocale, si prese la briga di togliere completamente la maschera al suo avversario. La sorpresa dell'ambasciatrice, quando vide il volto della donna che l'aveva attaccata, durò nemmeno una frazione di secondo e comunque non modificò in nessun modo la sua espressione facciale se non con il tipico sollevarsi del sopracciglio. Perchè il Tenente Comandante Karana Vok aveva cercato di ucciderla e come era entrata nel suo alloggio? Ma soprattutto, perchè una donna data per dispersa adesso si trovava lì?

"Affascinante..." mormorò l'ambasciatrice. "T'Lani a Dottor Sonx"
=^=Mi dica Ambasciatrice, come posso aiutarla?=^= rispose immediatamanete il medico con la sua consueta disponiblità.
"Credo sia meglio che lei e una squadra di sicurezza mi raggiungiate immediatamente nel mio alloggio. Avverta il Capitano che ho trovato uno dei suoi uomini dispersi." Detto questo chiuse la comunicazione prima che il medico della stazione la trattenesse con inutili domande alle quali, era certa, non avrebbe potuto rispondere.

Deep Space 16 Gamma - Ambasciata Klingo, palestra - 09/06/2396 Ore 20:23


Un ringhio disumano proruppe dalla gola di Rogal facendo vibrare Tara sotto di lui. Gli occhi del klingon sembravano non riconocerla e rilucevano di sete di sangue. La bocca contratta e i denti snudati erano a pochi centimetri dal suo volto, un gesto, una parola fuori posto e avrebbe potuto strappargli la gola come un lupo affamato.

"Ambas..." cercò di dire Shran ma Angron, il fratellastro di Rogal, lo fermò immediatamente posandogli una mano sul braccio.
"Aspetti!" gli sussurrò zittendolo "In questo momento non è in sé... non lo vedevo così selvaggio da quando aveva cinque anni." Si arrotolò la manica della divisa e mostrò il braccio destro dove una porzione di carne sembrava essere stata strappata con un morso. "E tutto perchè gli avevo tolto del cibo..."
Shran incupito e ancora più spaventato per quello che poteva fare a Tara propose di stordirlo con un phaser, ma il Capitano della IKS Pagh Jegh scosse il capo "I suoi SuvwI' 'Iw la farebbero a pezzi ben prima che possa estrarre l'arma. Proverò ad allontanarlo dalla donna ma lei non intervenga."

Prima che Angron potesse compiere qualsiasi azione, Tara Keane iniziò a sussurrare. Nascosta dai dredlock metallici impiantati sul cranio del klingon, portò una mano al volto dell'ambasciatore continuando a parlare con voce dolce e tranquilla. Stranamente, per quanto pericolosa fosse la situazione, il capo operazioni non era particolarmente spaventata. Vedeva gli occhi grigi dell'uomo sopra di lui e capiva che non riusciva a riconoscerla, ma nonostante questo si era fermato, come se qualcosa dentro di lui avesse tirato un gunzaglio per bloccare qualsiasi altra azione.
"PeloS jot, jottaHchugh vay'. Maj... (Stai calmo, va tutto bene)" gli sussurrava Tara con voce suadente accarezzandogli il volto lentamente. "Jup wej jIHvaD 'oy' neH maH... [Siamo amici, non vuoi farmi del male'>."

Gli occhi di Rogal sembrarono mettersi a fuoco, il brontolio cupo che gli uscì dalla gola parve formare il nome della mezza klingon. Con uno sforzo di volontà aumentò lentamente le distanze fra i loro volti. Goccioline di sudore, simile a lacrime, scesero lungo le sue guance. "Stilgar..." mormorò a fatica nella tempesta di emozioni che lo stava invadendo. "Uccidimi!"

Prima che qualcuno potesse fare qualcosa, anche solo stupirsi dell'ordine, il capo della sicurezza dell'ambasciatore colpì.

Deep Space 16 Gamma - Infermeria - 09/06/2396 Ore 21:25


Il Capitano Shran e il Comandante Keane entrarono in infereria preoccupati.
"Quant'è disperata la situazione?" chiese l'andoriano senza tanti preamboli.
"Da quando venti minuti fa le ho chiesto di mettere la stazione in quarantena abbiamo avuto altri casi di follia. Sulla passeggiata e in un paio di ristoranti ci sono stati dei violentissimi scontri, purtroppo abbiamo avuto due morti."
"Immagino che il virus sia stato propagato dal Comandante Vok... ma come ha fatto lei a salire a bordo!" chiese il Capitano più a se stesso che ai presenti.
"Nessuna traccia di teletrasporto. Se anche Karana avesse usato il teletrasporto della nave romulana per tornare a bordo avremmo avuto delle letture chiare. Oltretutto perchè nella stanza dell'ambasciatore T'Lani?" continuò Tara lanciando occhiate ansiose verso le due guardie klingon che presidiavano il lettino diagnostico dell'Ambasciatore Rogal.

"Gli ambasciatori come stanno?" chiese dopo un sospiro il Capitano della base.
"L'ambasciatrice T'Lani è stata infettata come molti altri, ma per il momento sembra stare bene. Per ora la meditazione sembra funzionare, ma non so per quanto. Il klingon..." Sonx sbuffò infastidito "Non so cosa succede Capitano, si rifiutano di farmi visitare l'Ambasciatore Rogal. Il suo medico personale sta facendo il mio lavoro e mi passa le informazioni, ma sento che c'è qualcosa che mi nascondono."
"E perchè le vietano di visitarlo?" chiese Shran stupito.
"Non ne ho idea Capitano, di certo non è qualcosa che ha a che fare con la politica o cose del genere, l'Ambasciatore K'ooD non si faceva problemi quando veniva da me. Per lo meno Vorn cerca di aiutarmi in tutti i modi, ma le due guardie non mi tolgono gli occhi di dosso. In ogni caso l'ambasciatore è sotto sedativi e la ferita che il suo capo della sicurezza gli ha provocato per stordirlo non è che un graffio."

"Capitano..." la voce di T'Lani si intromise nella coversazione. La donna, seduta alla scrivania del dottore, stava leggendo lo schermo del computer in compagnia del Comandante Ramar. I tre li raggiunsero.
"Novità?" chiese Sonx anticipando il Capitano.
"Niente sul virus, ma il Comandante Ramar ha esposto interessanti supposizioni." spiegò la vulcaniana "Ci siamo domandati come mai su una base che ospita migliaia di individui siano scomparse solo ventisette persone. Fra l'altro alcune di loro erano a bordo della nave Romulana, altre erano semplici civili. Razze diverse, sesso diverso, età diverse."

"Praticamente a caso!" commentò Sonx.
"Forse, ma perchè non cento o mille... Solo ventisette. Un numero molto preciso a mio parere." rispose Ramar per poi continuare "Dottore, sa quanti boliani ci sono sulla stazione?"
"Sono quattro. Escluse eventuali navi di passaggio o civili che non conosco." Rispose il medico.
"Abbiamo controllato - disse T'Lani prendendo la parola - non ci sono altre navi che trasportavano boliani e in tutto alla stazione si trovavano solo cinque di loro sulla stazione."
"Trovavano?" domandò Tara
"Esatto, il marinaio di seconda classe Resed era appena tornato su Deep Space 16 per una breve franchigia."
"Dove vuole arrivare Ambasciatrice?" chiese Shran che ancora non trovava il nesso, anche se la sparizione di tutti i boliani della stazione aveva un che di sospetto.
"Abbiamo controllato cosa avessero in comune i boliani e gli scomparsi ed è venuto fuori che tutti hanno una lieve alterazione della struttura genetica. Per i boliani è un tratto distintivo della razza, ma per gli altri si tratta di una cosa estremamente rara..."
"Che abbiano in comune un avo boliano?" chiese Shran
"Non lo so, ma è palese che tutti coloro che hanno quella particolare alterazione genetica sono spariti!" terminò T'Lani.

*Ma dove* pensò Shran sempre più preoccupato.


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18.07 - Diavolo di un Boliano!

Autore: Capitano Shran del clan Mira

Luogo imprecisato - 09/06/2396 Ore 22:00


Dal momento dell'incidente in cui Parmak stava per finire divorato dalle fauci di una sconosciuta pianta carnivora, il gruppo aveva iniziato a camminare in direzione opposta a quella del forte. Il Primo Ufficiale aveva pensato di condurre tutte e ventisette le persone lontano da quel luogo di morte, era lei adesso la responsabile del gruppo, anche se qualcuno non era proprio pronto a riconoscerla come guida...
Dopo un paio di chilometri di cammino, si fermarono in una specie di radura fatta di erba bassa e qualche pianta un po più alta qua e là...anche perché il marinaio Resed non faceva altro che lamentarsi. Piagnucolava del fatto che in quel momento sarebbe dovuto già essere in servizio, che il suo capo l'avrebbe ammazzato al suo ritorno, che aveva le scarpe più piccole rispetto alla sua misura e gli facevano male i piedi... ecc ecc ecc...
*Che poi - pensava Drillrush fra sé non conoscendo Rekon - il Capo mi ammazza se torno in ritardo... che stupido, non potrebbe mai essere vera una cosa del genere, perché deve angustiare tutti con queste farneticazioni...*
Non appena fermi, si formarono dei gruppetti di ufficiali: alcuni si scambiavano pareri sul posto, altri cercavano di capire dove si trovassero. Altri ancora facevano esercizi di respirazione nel tentativo di calmarsi e non cedere al panico per quella situazione...
"Abbiamo prima di tutto bisogno di trovare un riparo per la notte. Il sole è già basso, probabilmente ci rimangono pochi minuti di luce." disse il Primo Ufficiale
"Già - le rispose Riccardi - oltretutto non sappiamo cosa possa riservarci questo posto, sarebbe meglio non continuare a camminare oltretutto parecchi sono stanchi."
Drillrush fece un cenno di assenso con il viso e iniziò a guardarsi intorno cercando un riparo per la notte. "Dovremmo anche cercare di accendere un fuoco, le nostre dotazioni non funzionano e neanche le torce... - aggiunse il cardassiano - se non ci sono volontari, posso provarci io, ho fatto un corso di sopravvivenza durante la scuola su cardassia, dovrei essere in grado di farlo."
"Sì, sono d'accordo - le disse Claire - procedi pure, e cerca di riuscirci!"
Il buio si stava facendo pesto, e Parmak non era ancora riuscito ad ottenere una scintilla che fosse una...ma il cardassiano non era certo uno che gettava la spugna subito...e la sua perseveranza fortunatamente infondeva una certa speranza in tutti, cioè, ancora valeva a dire che ancora nessuno era nel panico. Riccardi, nel frattempo, cercava di orientarsi studiando le stelle, ma non aveva ancora trovato nessuna costellazione nota... e lui aveva girato parecchio...
Ad un tratto, mentre Parmak imprecava mentalmente per non dare nessuna impressione di cedimento, sempre il solito marinaio boliano lanciò un grido di gioia invitando tutti a guardare verso una vicina collinetta. Claire sgranò gli occhi:
"Eppure potrei giurare che non c'era nulla in quel punto fino a poco fa..."
"Beh, magari le luci erano spente e col buio non riuscivamo a vedere nulla" aggiunse il boliano che iniziò subito la sua corsa verso quella che sembrava una vera e propria fattoria...
"MARINAIO RESED!! - Drillrush non gridava quasi mai, ma quell'uomo alle volte era proprio come un bambino... - si fermi immediatamente! É un ordine!"
Poi con voce più bassa disse: "Non sappiamo cosa o chi ci possa essere lì dentro. Non può allontanarsi così, andiamo!"
Resed abbassò lo sguardo e si scusò...
"Ok, allora mentre Parmak continua a fare tentativi col fuoco, io e il Tenente Riccardi andremo a vedere se quel posto è sicuro... voi due - disse poi rivolgendosi a due uomini della sicurezza - venite con noi."

Deep Space 16 Gamma - Infermeria - 09/06/2396 Contemporaneamente


"Non so, non mi convince completamente questa teoria" rispose il Capitano dopo un attimo di riflessione. T'Lani alzò un sopracciglio in segno di disapprovazione.
"Cosa non la convince, Capitano Shran?"
"Beh, Ambasciatrice, in realtà è abbastanza semplice. Anche il mio primo Ufficiale ed il Capo della sicurezza sono spariti con tutti gli altri. Loro sono umani ma tutti gli altri umani della stazione sono qua, ognuno al proprio posto. Questo come lo spiega?"
"Questo posso spiegarglielo io Capitano - prese la parola il dottore che fino a quel momento aveva seguito la conversazione tra i due con attenzione ma senza mai intromettersi - il Comandante Drillrush all'età di cinque anni ha subito una operazione chirurgica in cui le è stato trapiantato un rene boliano. Questa nota è presente solo nelle cartelle cliniche approfondite che ci arrivano in infermeria, visto che comunque il Comandante gode di ottima salute e non ha mai avuto problemi successivi all'operazione."
"Capisco..." rispose Shran un po' infastidito per il fatto che non sapesse nulla di questa cosa.
"Immagino che per Riccardi valga la stessa cosa, quindi..."
"Sì Capitano, più o meno una cosa simile..."
Su Riccardi, Sonx rimase più sul vago e Shran se ne accorse. Ma adesso non gli interessava indagare, non ne aveva né la forza e né la voglia... Ci avrebbe pensato poi ad approfondire, eventualmente.
"Ok, quindi abbiamo una base di partenza. Dottore, mi deve fare una analisi approfondita di questo gene. Mi serve qualunque cosa: se è una alterazione genetica naturale, se è stata fatta in laboratorio, quando e da chi."
"Capitano non sarà affatto facile" rispose sconsolato il denobulano...
"Lo so dottore, ma al momento è la nostra unica pista e dobbiamo usarla al meglio."
Sonx annuì e Shran si allontanò dall'infermeria con Ramar e l'Ambasciatrice Vulcaniana.

Deep Space 16 Gamma - Turbo ascensore - 09/06/2396 Ore 22:45


I tre erano saliti insieme a bordo del turboascensore diretti all'Ufficio di Shran.
All'improvviso T'Lani lo bloccò e subito dopo lo diresse verso il suo alloggio con un veloce comando vocale.
"Ambasciatrice, successo qualcosa?" le chiese Shran
"Capitano, ho bisogno di ritirarmi. La saluto." rispose questa fredda.
Erano anni che non sentiva quella strana sensazione: il respiro accelerato e il bisogno di gridare. Quella rabbia l'aveva sentita solo una volta quando aveva 7 anni poi mai più. Adesso le stava riaffiorando dalle viscere, alla sua veneranda età e dopo tutti quei decenni di disciplina ricordava ancora quella sensazione che l'aveva così scossa da piccola.
Quando arrivò al suo alloggio chiese alle due guardie di non entrare per nessun motivo e di non far entrare nessuno, in nessun caso.

Luogo imprecisato - Fattoria di campagna - 09/06/2396 Ore 23:05


"Ma che diavolo..."
Riccardi, aperta la porta rimase pietrificato.
La fattoria all'interno era uno dei luoghi più accoglienti che avesse visto da parecchio tempo. Perfettamente arredata e pulita: la prima stanza, quella che si vedeva da lontano grazie all'illuminazione, era un soggiorno con un tavolo rotondo imbandito con ogni sorta di ben di dio sopra.
Gli uomini della sicurezza entrarono per primi, perlustrarono il piano terra e quando furono sicuri che fosse libero passarono al piano superiore, le scale si trovavano a destra del soggiorno.
Drillrush e Riccardi non aspettarono il via libera ad entrare, e con passo cauto si chiusero la porta alle loro spalle. Sul tavolo da pranzo, subito notarono un foglio di carta accuratamente ripiegato.
Lo aprirono e lessero: "Fate come se foste a casa vostra. Sarete nostri ospiti per parecchio tempo."
"Che facciamo adesso?" chiese il Tenente capo della Sicurezza al suo Comandante.

Deep Space 16 Gamma - Alloggio di T'Lani - 10/06/2396 - Ore 06:30


Nell'alloggio della vulcaniana sembrava essere passato un uragano, i documenti erano sparsi sul pavimento, soprammobili spaccati contro la parete, le sedie scaraventate contro la finestra.
Fortunatamente l'anziana vulcaniana si era accorta di non riuscire più a sopraffare il virus che aveva colpito anche lei e preferì ritirarsi: nessuno avrebbe dovuto vederla in quello stato. Nessuno.
La violenza che l'aveva sopraffatta quella notte le aveva lasciato una stanchezza sia mentale che fisica e avrebbe avuto bisogno di meditare per ore, forse per giorni...
*La mia forza è superiore a qualunque virus* si ripeteva tra sé e sé, poi finalmente riuscì a concentrarsi e ad iniziare la sua meditazione terapeutica.

Nuova stazione spaziale federale - Sala Macchine - 10/06/2396 Ore 07:10


"Ma dove diavolo è finito quello scansafatiche di un boliano. Per tutti gli dei di Tellar appena torna lo prendo a calci nel sedere fino a che... ##@%£##£Yé*££^* "
=^= Rekon, venga un attimo nel mio studio, Resed è sparito. =^=
"Maledizione. Con tutte le cose che ci sono da fare su questo buco di stazione..." rispose quello decisamente alterato, ma poi si fiondò nel turboascensore più preoccupato che incazzato.


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18.08 - Hai qualcosa contro i Klingon, per caso?

Autore: Tenente Durani della Casata di Kanjis

Deep Space 16, Gamma, Centro di Controllo, Plancia 10/06/2396 Ore 07:20


Era stata una lunga nottata e né Durani né la Keane avevano dormito molto.
Durani si era trovata alle prese con l'incombenza inaspettata di dover garantire la sicurezza della stazione, subentrando al Comandante Riccardi.
Tara, invece, col comando provvisorio lasciatole dal Capitano Shran, che si era ritirato per la notte, si stava scervellando da ore sulla teoria del teletrasporto quantico, apparentemente impossibile eppure così calzante alla situazione contingente.
Durani aveva avuto non poche complicazioni a far valere l'autorità del suo grado: molti tenenti della sezione sicurezza la ritenevano troppo giovane per gestire la stazione, oltre a conoscerla ben poco se non per i problemi fin troppo chiacchierati della sua Casata.
Tara, invece, aveva avuto non poche difficoltà a mantenere la concentrazione, come se qualcosa nel suo animo le chiedesse solo di pensare al corpo muscoloso di Rogal.
Durani aveva dovuto usare tutto il suo autocontrollo, cosa non semplice per una Klingon purosangue, per non squartare in due tutti coloro che nemmeno velatamente mal sopportavano l'idea di dover prendere ordini da lei, oltre a farle notare puntualmente che il Comandante Riccardi avrebbe preso decisioni diverse e per loro migliori.
Tara, dal canto suo, aveva dovuto usare tutto il suo autocontrollo per non mollare tutte le sue elucubrazioni e fiondarsi sul lettino dell'Ambasciatore Klingon e dimostrargli tutta la sua preoccupazione.
Nel bel mezzo della notte, Durani si era dovuta precipitare in un noto club della stazione per sedare una rissa scatenatasi quasi dal nulla: l'addetto al controllo delle telecamere di sicurezza aveva riferito che gli avventori avevano iniziato a menare pugni e calci senza motivi apparenti.
Al suo arrivo, il club era già devastato, ma la sua intuizione di disabilitare preventivamente ogni arma ad energia ad eccezione di quelle della sicurezza, aveva evitato che chiunque fosse armato potesse usare la sua arma in quel gioco folle di massacrarsi a vicenda.
Ciononostante era rientrata nel centro di comando decisamente malconcia.
Uno dei vice di Riccardi si era rifiutato di seguirla nella mischia per tirare fuori dai guai le due squadre della sicurezza intervenute per prime al club.
In virtù della sua anzianità di servizio, riteneva di essere lui a dover guidare la sua sezione ed aveva bloccato i suoi uomini disponendoli in un perimetro contenitivo, mentre lui si occupava di introdurre nei sistemi di aerazione del club una sostanza narcotizzante.
Un approccio poco onorevole per Durani oltre che decisamente più lento: il gas avrebbe impiegato diversi minuti per saturare l'aria e la situazione sarebbe potuta degenerare ancora.
Si era pertanto buttata a capofitto nella mischia seguita da uno sparuto gruppetto di ufficiali della sicurezza coi phaser spianati su stordimento a copertura.
Il mancato supporto del resto delle squadre di Riccardi aveva ovviamente causato problemi.
Tara, dal centro di Comando, aveva seguito la situazione in tempo reale e, sebbene non avesse non potuto che ammirare le abilità guerriere nel corpo a corpo della giovane amica e collega, si era realmente preoccupata per la cattiva piega degli eventi.
Si era quasi convinta a diramare un allarme rosso, con tutte le conseguenze del caso, quando la sua attenzione fu catturata da un gruppo abbastanza numeroso di Klingon in movimento.
Si trattava di una quindicina di esemplari, tutti maschi, per lo più anonimi agli occhi di Tara, tranne per il terzetto che li guidava: aveva riconosciuto il volto sfregiato di Stilgar, i lineamenti del più anziano Vorn ed il fisico possente dell'Ambasciatore Dothrak.
Tara non poté che contemplare i muscoli scultorei di quest'ultimo ed allo stesso tempo essere preoccupata per lui: Rogal si stava gettando a capofitto in una mischia senza uno straccio di armatura o protezione.
La direzione di provenienza del gruppo era inequivocabile: l'infermeria.
A maggior conferma del tutto c'era il denobulano Sonx con un gruppo multirazziale di dottori ed infermieri che trotterellavano faticosamente dietro al raggruppamento dei Klingon.
Questi ultimi ci misero pochi minuti a farsi largo fino ad una delle entrate del locale e lì ci fu una sorpresa per Tara: si fermarono.
Rogal sembrava abbattuto e stava tornando sui suoi passi quando sembrò avere una breve discussione sia con Vorn sia con Stilgar.
Alla fine acconsentì e circa una decina di Klingon entrarono nel locale guidati da Vorn, mentre Stilgar e gli altri rimasero a protezione dell'Ambasciatore, subito raggiunto da un indispettito ed ansante Sonx.
Il povero Denobulano doveva andare in letargo e si era preparato fin troppo con la calorie del negozio di dolci cardassiano per essere in grado di svolgere quella corsa e la cosa l'aveva reso furibondo.
Tara poté assistere, fortunatamente senza audio, alla sfuriata del dottore e si sarebbe aspettata una reazione violenta da parte di Rogal, che invece sembrò realmente dispiaciuto della situazione.
Ciò dovette ammorbidire un po' il Denobulano che sembrò abbassare il tono della sfuriata tramutandola in un rimbrotto chilometrico.
Ciò permise a Tara di tornare a concentrarsi su quanto succedeva all'interno del locale del club, non prima di essersi mentalmente presa a schiaffi per quella tremenda distrazione che si era concessa.
Rispetto a prima, la situazione si era ribaltata: Vorn aveva raggiunto Durani e dodici Klingon infuriati erano stati sufficienti per consentire ai membri delle squadre di sicurezza di evacuare verso l'esterno, prima dell'immissione dei gas narcotici all'interno della sala.
La situazione si era risolta da circa due ore, ma da quando Durani era rientrata nel centro di comando, non aveva più aperto bocca.
Tara non sapeva se fosse più ferita per il tradimento di uno dei vice di Riccardi, e non poterlo uccidere per vendicarsi, oppure se per essere in debito con Vorn e quindi con Rogal. Un debito d'onore che non avrebbe potuto rispettare perché la sua Casata era stata privata dell'onore.
Vorn era stato l'unico a salutare la giovane, mentre gli altri klingon si erano ritirati senza una parola o un gesto nei suoi confronti.
E lo stesso Ambasciatore era tornato in infermeria senza proferire verbo.
Avrebbe voluto confortarla, ma non sapeva come fare: erano entrambe stanche e una parola mal detta o male interpretata poteva essere più pericolosa di quel silenzio assordante.
Erano entrambe impegnate nei loro pensieri che quasi non si accorsero dell'ingresso del Capitano.
Sulla stazione, già dai tempi di Tomphson, non vigeva più l'abitudine tipica delle navi della frase "Capitano in Plancia" e l'entrata di Shran fu pertanto del tutto senza enfasi.
Lo stesso Andoriano sembrava particolarmente silenzioso ed avulso dalla situazione contingente.
Passarono pochi minuti quando una spia si accese su entrambe le consolle: Tara fissò il suo monitor con sguardo scioccato, quando alzò gli occhi verso la postazione di Durani non la vide più, ma sentì distintamente il rumore di due corpi in lotta alle sue spalle.
Si girò e vide che la Klingon aveva placcato il Capitano Shran, mentre quest'ultimo lottava tenacemente per liberarsi dalla morsa che lo bloccava a terra per rialzarsi e completare la procedura.
"Sbrigati Tara sbrigati! Interrompi!!" ringhiò da terra Durani
Tara si avvicinò alla consolle ove era stata predisposta la procedura d'emergenza, comprensiva di evacuazione ed autodistruzione della stazione.
Sentiva la lotta fra Durani e Shran, ma come se fosse divenuta improvvisamente lontana... come un'eco avvertita, ma generata da qualcun altro... fu tentata di premere i pulsanti, fino all'ultimo, ma un istante prima di farlo la sua mente corse velocemente verso Rogal e qualcosa in lei scattò: annullò l'ordine di Shran e si voltò.
Dietro di lei, Durani e Shran avevano smesso di lottare: l'intervento del romulano Jo'Trel aveva giocato in favore della prima.
Shran era immobilizzato, ma lanciava occhiate piene di rancore, risentimento ed odio
"Perché?! Perché mi avete fermato? Finirete tutti alla corte marziale!! Io sono maledetto, lasciatemi distruggere la base e porrò fine a tutto questo!! Nessuno deve ancora finire ammazzato per colpa mia e del mio comando!! LASCIATEMI!! E' un ordine!!"
L'Andoriano stava andando in escandescenze, mettendo a dura prova il blocco fisico impostogli dall'azione congiunta di Durani e Jo'Trel, quando un tricorder apparve alle sue spalle e qualcosa fu iniettato nel suo collo.
Dopo qualche secondo, Shran si accasciò su se stesso, cosciente, ma privo di forze.
Alle sue spalle apparve il volto sorridente di Sonx:
"Scusate il ritardo, ma il vostro Ambasciatore, mia cara Tara, è decisamente un tipo irrequieto. Gli è bastato sentire che c'era una Klingon che si agitava in quel club che si è letteralmente strappato ogni supporto medico con cui lo monitoravo, col consenso del suo medico personale... Non sa che fatica, fra l'altro... ho dovuto sudare le proverbiali otto camicie umane... o erano sette? Vabbé... quello che importa è che si è precipitato di corsa fuori dall'infermeria, rompendo tutto ciò che ha trovato davanti a lui... l'ho dovuto inseguire, ti rendi conto? Per fortuna si è fermato o avrei avuto io un collasso... non sono in forma per le maratone in questo periodo... in ogni caso tornati all'infermeria ho dovuto sedarlo nuovamente... fortuna che avevo altre iniezioni, così anche il Capitano ora è sistemato per un po', fino a quando gli passerà la crisi"
"Già, ma quando passerà Dottore? La situazione è difficile... T'Lani e Dothrak sono stati infettati dal virus, l'ambasciata Vulcaniana è zona offlimits, almeno fino a quando l'ambasciatrice non si rimetterà in sesto con la meditazione. Dothrak è difficilmente gestibile, sebbene poco fa abbia agito per il bene comune, il Capitano ha perso il lume della ragione, mi auguro momentaneamente... il Comandante Drillush è dispersa, così come il Comandante Riccardi... il Comandante Vok è agli arresti e priva di conoscenza... le sparizioni si sono interrotte, ma la follia propaga.." argomentò Tara
"Qual è la situazione dell'Ambasciata Romulana, Comandante Jo'Trel? Perché è qui?" si intromise Durani dura come l'acciaio
"Certo che voi Klingon non avete per nulla tatto... dopo che uno vi salva la pellaccia, avrei di che irritarmi, sapete? Fortuna che non sono il tipo... e che abbiamo cose più importanti.."
"Quindi?"
"Mpf... nessuno ha perso la ragione al momento, ed è particolarmente strano. Temo che sia solo questione di tempo.."
"A meno che non sia una situazione premeditata" obiettò Durani
"Tenente se osa affermare che siamo coinvolti, la avverto che la mia gentilezza termina qui e ora! E avrà ben presto nuovi nemici da affrontare se non le dovessero bastare quelli che ha nell'Impero Klingon!"
Il romulano sembrò voler incenerire con lo sguardo Durani, ma la Klingon sostenne quello sguardo con altrettanta ferocia, finché Sonx non si mise in mezzo ai due con il tipico fare Denobulano.
"Signori, io direi che sia meglio darci una calmata e riflettere senza giungere a conclusioni affrettate a priori... sono certo che il Tenente Durani non intendeva offenderla Comandante, non è vero mia cara?"
Un ringhio arrivò alle orecchie del Denobulano, ma se quello era un lampo che prevedeva il peggio, non arrivò mai il tuono né la tempesta:
"Senza offesa, ma i romulani appaiono coinvolti Comandante... ed è proprio per questo che a mio parere saranno presto in pericolo!"
"Si spieghi Tenente"
"La nave era romulana, l'equipaggio romulano, proveniente da una colonia romulana relativamente vicina allo spazio neutrale romulano. Già questo è sufficiente per affermare un vostro coinvolgimento. Dopo di che spariscono persone apparentemente in modo casuale e le restanti hanno episodi di follia più o meno passeggera. Tutti tranne i romulani. Nessun romulano rapito e nessun romulano impazzito. E' curioso no? Il tutto avviene poco dopo che è stato scoperto un nuovo tunnel e che tutte le identità politiche, dalla Federazione, ai Klingon, ai Romulani, ai Cardassiani e così dicendo, sono interessate a capirci di più a riguardo... c'è puzza di marcio lontano un miglio"
"Mia cara, non è che stai rendendo il mio tentativo di fare da paciere molto facile non trovi?" esclamò preoccupato Sonx
"Non si preoccupi dottore, quello che dice il Tenente ha senso anche per me" lo tranquillizzo Jo'Trel
"Come scusi?"
"Avevo notato anche io questa anomalia e temevo che qualcuno colpito dal virus facesse lo stesso ragionamento ora esposto dalla Klingon. Un'orda inferocita potrebbe scagliarsi contro la nostra ambasciata, che non a caso è stata chiusa come quella Vulcaniana. Il fatto di aver disabilitato le armi ad energia, non esclude l'uso di quelle da taglio, senza contare l'incidente diplomatico che seguirebbe ad un assalto violento ai nostri danni."
"Già, presumibilmente ci sarebbe la vendetta della Tal Shiar, se non peggio" affermò con enfasi Tara
"Oh Comandante, sappiamo tutti che Tal Shiar non esiste, così come non esistono i servizi segreti federali no?" domandò retoricamente Jo'Trel facendo un occhiolino ai presenti "in ogni caso, è esattamente quello che vorrei evitare"
"Scusate ma non capisco" mormorò il Comandante Roberts, finora praticamente dimenticato dal quartetto
Era entrato quasi assieme al dottore, ma la follia del Capitano e lo scambio infuocato fra Durani e Jo'Trel aveva monopolizzato l'attenzione di tutti.
Fu Tara ad intervenire:
"Credo di aver capito cosa intende il Tenente Durani e cerco di spiegarlo: sono, anzi a questo punto dovrei dire siamo, sempre più convinte che, qualsiasi sia la tecnologia usata per farlo, siano stati portati volutamente via dalla base solo gli elementi Boliani o chi avesse nel suo corpo organi boliani. Questo è un dato di fatto, ma finora noi abbiamo pensato solo a delle sparizioni o a dei rapimenti... e se non fosse così? Se fosse diciamo a fin di bene? Per tutelarli?"
"Come vedete, anche noi Klingon abbiamo un cervello!" esclamò Durani soddisfatta in direzione dell'amica
"Quindi allontanano i boliani, poi introducono un elemento virale che genera follia all'interno della base, anche se non si sa come, e questo causa disordini"
"Non credo si tratti di un elemento virale casuale: c'è un'eccessiva preponderanza di casi relativi ad ufficiali o membri delle ambasciate" interloquì Sonx
"Come se volessero togliere i punti di riferimento, gli elementi attorno cui fare resistenza.."
"E a quel punto, attaccare noi!" concluse Jo'Trel
"E' plausibile, senza controllo, ci sarebbe un sicuro attacco verso voi Romulani, considerati colpevoli perché immuni sia da sparizioni sia da attacchi di follia... e nessuno potrebbe fermare una resa dei conti, sia con armi bianche sia con armi ad energia... basterebbe riattivare i protocolli"
"Ed alla fine di tutto, se riuscissimo anche a sconfiggere il resto della base, ci troveremmo ad ucciderci fra noi come sulla navetta... ma chi ci odia così tanto?"
"Troppe razze temo, Comandante.." esclamò Durani prima di essere colpita da uno sguardo truce, ma sarcastico di Jo'Trel
"Credo ci sia un collegamento fra la salvaguardia dei Boliani e l'accanimento potenziale contro voi Romulani... esattamente quanto era vicina la vostra colonia a Belarus IX?" domandò Tara
"Non molto lontana a dire la verità, ma come già detto al vostro Capitano, è tutto abbastanza nebuloso, dovrei fare delle indagini o chiedere al nostro Ambasciatore di fare delle pressioni, sempre che qualcuno voglia darci una risposta... sapete come funzionano certe cose"


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18.09 - Il nemico ci osserva

Autore: Tenente Comandante Tara Keane

Luogo imprecisato - 10/06/2396 ore 7:50


Riccardi, appoggiato al davanzale della finestra, guardava il paesaggio davanti alla fattoria che li aveva ospitati per la notte. Era montato di guardia all'alba, perché nonostante il messaggio trovato sul tavolo sembrasse scritto con toni amichevoli , non potevano fidarsi. All'improvviso sentì un familiare profumo di caffè e si girò : al fornello vide Drillrush che stava versando in due tazze la prelibata sostanza.
Poco dopo la donna gli fu accanto e Riccardi prese con gratitudine la tazza di caffè.
"Sembra tutto così tranquillo e perfetto in questo momento." disse guardando il delizioso panorama agreste che , come un quadro faceva da scenario all'idilliaca fattoria che li stava ospitando.
"se non fosse che non sappiamo dove siamo e chi ci ha condotto qui, sembrerebbe un'ideale luogo di villeggiatura!" rispose Claire.
"Hai dormito poco, al momento la situazione è tranquilla, non c'era bisogno che ti alzassi così presto."
"E' vero, ma non riuscivo a prendere sonno....ho la responsabilità di portare a casa tutti voi e sono terribilmente frustrata dal non sapere nemmeno dove siamo, e da cosa fare per capire cosa vogliano da noi, da non riuscire a rilassarmi. " disse Claire in un fiato, senza distogliere lo sguardo dal panorama che si stagliava fuori dalla finestra, che usavano come punto d'osservazione.
Improvvisi, sentirono dei passi scendere dalla scala che portava al piano superiore, occupato da una serie di camere, con esattamente 27 letti e tutto ciò che avrebbe potuto servire loro per una lunga permanenza, e un assonnato Resed sbucò , grattandosi la schiena.
"Buongiorno ." disse ai due ufficiali alla finestra, si diresse al frigorifero e si prese una bottiglia da cui si versò un enorme bicchiere di un liquido dalla strano colore blu cobalto, che bevve tutto d'un fiato.
"Ahh! " fece emettendo un verso soddisfatto"mia madre me lo fa sempre trovare quando torno a casa in licenza. Ehi, ma, se non sapessi che è impossibile, quello lì fuori è lo stesso panorama che c'è dalla fattoria dei miei nonni!" disse stupito il boliano guardando fuori dalla finestra." e sono sicuro che ieri sera, non era così o me ne sarei accorto." terminò con una nota d'ansia nella voce.
Riccardi e Drillrush si guardarono, sbigottiti.
"Cosa diavolo sta succedendo?"disse l'uomo.
"Non lo so, ma chiunque sia che ci vuole qui, mi sembra che abbia una attenzione particolare per i boliani!" rispose lei.

Deep Space 16 - plancia- ore 8:10


Ramar stava riguardando ossessivamente le immagini delle diverse risse che si erano scatenate a bordo della stazione nelle ultime ore: cercava qualcosa in particolare, senza tuttavia sapere nemmeno lui cosa.
Keane, uscendo dall'ufficio di Shran, dove avevano portato il Capitano in attesa che si riprendesse dal calmante somministratogli da Sonx, si avvicinò al bajoriano e si mise a guardare anche lei le immagini che scorrevano sul monitor dell'ufficiale scientifico. Improvvisamente Ramar urlò:
"Accidenti eccolo!" facendo sobbalzare Tara alle sue spalle.
"Cosa?"
"Quello che ci sta minacciando Comandante. Vede lì nell'angolo a destra?" disse indicando un punto dell'immagine che aveva fermato. Keane s'avvicinò per guardare meglio e notò una specie di aurea luminescente sul rosso.
"La vedo, ma cos'è?"
"Non lo so ancora, ma ho esaminato tutte le registrazioni degli scontri che ci sono stati e questa cosa è sempre presente. E' stato il Dottore a mettermi la pulce nell'orecchio, dicendo che erano attacchi virali troppo mirati e, considerando il fatto che Sonx e la sua équipe non è stato ancora in grado di individuare il virus, mi sono chiesto: e se non fosse un virus? Allora ho cercato qualcosa fuori dagli schemi e quella e la sola cosa anomala che ho trovato." disse Ramar.
"Molto bene Roberts!" disse Keane mentre un sorriso le si accennava sul volto" forse ora abbiamo un punto da cui partire per le indagini. Durani si coordini con Roberts, cercate qualsiasi cosa nei registri della Flotta che anche vagamente somigli a quella cosa. Chiedete anche alle ambasciate magari la risposta è nascosta in qualche archivio."
"Subito." rispose la klingon.
"E cercate un modo per individuare quella cosa, prima che ritorni a far danni!"
=^=Keane a Sonx. Ho bisogno di lei sul ponte di comando, devo svegliare il Capitano ed è meglio che lei sia presente.=^=
=^=Arrivo.=^= rispose il denobulano, controllando che l'ipospray di sedativo fosse carico, anche se sperava non ce ne fosse bisogno.

DS16 - Infermeria -ore 8:15


Rogal era sveglio da alcuni minuti, si sentiva meglio, quella strana sensazione di rabbia incontrollata che lo aveva travolto qualche ora prima, sembrava essere svanita, improvvisa come era arrivata.
Aveva sentito Tara convocare il Dottore e, avendo deciso che era a letto già da troppo tempo, si alzò e lo seguì. Sonx, quando lo vide alzarsi si girò verso di lui e si fermò.
"Ambasciatore dove crede di andare?"
"Con lei. Se ci sono novità voglio essere messo al corrente!" il tono del klingon era di quelli che non ammettevano repliche, così Sonx non ci provò nemmeno a contraddirlo, ma prese un altro ipospray, per sicurezza.

Ufficio del Capitano - ore 8:20


Shran aprì gli occhi e la prima cosa che vide fu il volto sorridente di Sonx, che gli chiedeva come stava, tenendo, però, un ipospray appoggiata al suo collo.
"Bene!" rispose abbastanza certo della sua affermazione, anche se non aveva molto chiari gli ultimi avvenimenti: ricordava il senso di rabbia e di colpa che l'aveva assalito e Durani che lo metteva al tappeto, aiutata dal romulano Jo'Trel.
Sonx si spostò, lasciando al suo Capitano lo spazio necessario per mettersi seduto e Shran vide che il suo Capo OPS era in piedi, dietro al medico, col bel volto teso e preoccupato.
"Cosa ho combinato Tara?" le chiese.
La mezza klingon capì, dal tono della voce del suo Capitano, che era tornato in sè .
"Oh, niente di grave: ha solo cercato di far autodistruggere la base!" rispose "dobbiamo ringraziare Durani che se ne è accorta in tempo!"
"Com'è la situazione adesso?"
"Forse siamo ad una svolta:Roberts ha scoperto qualcosa. Di là ci sono Dothrak, Jo'Trel e T'Lani in collegamento dai suoi alloggi: ho pensato di chiarire la cosa davanti a tutte la varie fazioni!"
"Ha fatto molto bene. Andiamo!" disse l'andoriano, cercando di mettere in un angolo della mente, il rischio immenso che aveva fatto correre a tutti, per paura di perdere ancora il controllo, se avesse lasciato al suo senso di colpa di prendere il sopravvento.
Shran entrò sul ponte di comando e si diresse verso il suo Ufficiale Scientifico, seguito da Keane e Sonx:
"Signor Roberts, ci ragguagli per favore!" disse col solito tono sicuro, a dimostrare a tutti che era di nuovo padrone delle sue azioni.
Il Bajoriano espose la sua teoria, suffragandola con le immagini, che aveva mostrata poco prima alla Keane e dal resoconto di un diario di bordo del Capitano Kirk dell'Enterprise che, in data astrale 5476.3, si era ritrovato a vivere una situazione simile alla loro.
"Interessante, Signor Roberts: e come l'hanno risolta a bordo dell'Enterprise?"
"Una volta che hanno capito di essere manovrati da un'entità aliena, che si nutriva di emozioni di rabbia e violenza, hanno stretto un accordo coi klingon a bordo: diciamo che è semplicemente scoppiata la pace e l'entità ha lasciato la nave, per cercare altre fonti di nutrimento. Deve essere arrivata in qualche modo sino alla colonia romulane e di lì sulla nave che è arrivata sino a noi."

Spazio - contemporaneamente


Il Capitano della spedizione strinse forte il pugno della mano destra, tanto che la pelle azzurra, divenne quasi traslucida nello sforzo della tensione.
Il suo esperimento stava per fallire. Ancora.
Era andato tutto secondo i piani coi romulani, i quali si erano eliminati a vicenda, sia sul pianeta che sulla nave, ma qui era riuscito solo in parte.
*Troppe teste diverse, troppi pensieri e qualcuno anche fuori dagli schemi: anche se sono in un sistema chiuso, la diversità che c'è tra di loro. li ha portati a trovare una soluzione! Vediamo però adesso come riusciranno a salvarsi!* pensò e ordinò al suo Secondo di spegnere il controller del Vimalum.
"Ma Signore, non è pericoloso? l'ultima volta per poco non ci si è ritorto contro?"
"Mio giovane amico, bisogna rischiare nella vita, oppure non arriveremo mai a niente! Faccia come le ho detto, ma stia pronto a riattivarlo se vede che vuole lasciare la Stazione."


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18.10 - Pazak!

Autore: Tenente Comandante Dal-amar Sonx

Deep Space 16 - Ponte di comando - 10/06/2396 ore 08:30


"Quindi come pensiamo di procedere?" chiese il capitano.
"Se questa cosa, o entità, funziona o si comporta come quella incontrata sull'Enterprise, direi di provare la loro stessa soluzione: facciamo scoppiare la pace sull'intera stazione" propose Sonx.
"E come possiamo fare, secondo lei? La stazione non è propriamente una nave:
non risulterà semplice isolare gli occupanti, o anche solo ordinare loro di essere pacifici" intervenne Tara.
"Certo, possiamo ordinare al personale della flotta e delle ambasciate - Shran guardò gli ambasciatori presenti e collegati tramite i monitor - ma rimane il problema dei civili" le antenne dell'andoriano ruotarono in ogni direzione come a cercare la soluzione "abbiamo solo parziale autorità sui visitatori"
"Mandiamoli via - propose Jo'Trel - e isoliamo DS16 per un periodo di quarantena"
"Potrebbe essere un'opzione - Sonx si fece avanti - ma non credo sia una soluzione: chi ci assicura che quella cosa non si imbarchi su qualche nave e lasci la stazione? Poi c'è un'altra questione, quella delle persone scomparse.
Nei diari dell'Enterprise ci sono informazioni al riguardo?"
"Nulla al riguardo sparizioni o sequestri" rispose Roberts.
"Lei crede che le cose siano collegate?" fu Jo'Trel a porre la domanda.
"Tutto sembra essere iniziato con l'arrivo della nave su cui abbiamo perso i nostri" disse Tara "Non so se il dottore pensi che i due eventi siano collegati ma io sì, non possiamo escludere che gli eventi siano connessi".
"Signori, non perdiamo di vista il punto principale: dobbiamo mettere in sicurezza la stazione, ed impedire che quella cosa si imbarchi come clandestino su qualche nave: non voglio che ci siano altri vascelli fantasma alla deriva" il capitano si stava riprendendo, e allo stesso tempo la sua mente si stava schiarendo dai pensieri rabbiosi e paranoici che lo avevano investito alcune ore prima.
"Narcotizzare tutti?"
Il gruppo si voltò verso Rogal, Shran punto le sue antenne nella direzione dell'ambasciatore klingon.
"Scusi?" domandò Roberts.
"Isoliamo come possibile il personale della stazione sotto il nostro diretto comando, prepariamo delle squadre di intervento per catturare l'intruso, ma prima rilasciamo un potente narcotico tramite il supporto vitale della stazione avremo così risolto il problema dei civili."
Tutti rimasero in silenzio per alcuni secondi dopo aver ascoltato il piano del klingon.
Fu Sonx a prendere la parola per primo "Non credo sia il modo migliore per..."
"Potrebbe funzionare" lo interruppe Tara "certo è azzardato come piano, ma è una soluzione praticabile..."
"Non voglio passare per il guastafeste di turno, ma non credo autorizzerò una azione del genere sulla mia stazione" Shran guardò i suoi ufficiali "Signori, per ora procederemo in modo più consono ai protocolli federali, dottore voglio che lei mi trovi una spiegazione sul perché sono scomparse la nostra squadre e le altre persone sparite dalla stazione. Roberts assieme al comandante Keane voglio che mi trovi un modo per identificare quella cosa" poi voltandosi nuovamente verso Dothrak "pensate anche come adattare il supporto vitale per eventuali narcotici" fece una pausa "non voglio escludere nessuna strada".

Spazio - 10/06/2396 ore 08:50


"Signore, controllo disattivato da quasi dodici plix, stiamo monitorando il Vimalum"
"Cosa sta facendo?"
"Si è rintanato in una delle stive di carico, è immobile... sembra si stia riposando" il Secondo alzò lo sguardo con espressione interrogativa.
"In effetti è strano, non ha mai dimostrato un simile atteggiamento, interessante, forse l'esperimento non sarà un disastro dopotutto" le sue dita si mossero sulla consolle inserendo dati e registrando note e appunti. Passarono alcuni minuti poi il Secondo attirò l'attenzione del suo superiore "Signore, ha ripreso a muoversi, sta lasciando la stiva di carico, si dirige verso i ponti superiori, sta tornando sulla passeggiata"
"Rilevazione forme di vita?"
"Sì, non hanno evacuato nessuno, il Vimalum è di nuovo affamato e si dirige verso il suo banchetto"
"Impostare tutti i sensori, e prepararsi a registrare su tutte le bande"
"Banchi sensori impostati, pronti in cinquanta plix"
"Secondo mi raccomando... non mi deluda"
L'umanoide deglutì, mentre operava alla sua postazione.

Deep Space 16 - Infermeria - 10/06/2396 ore 09:30


"Trovi una spiegazione dice lui..." Sonx sbuffò mentre si sedeva davanti al terminale, scorse tutti i dati e si rimise a leggere tutti gli appunti e le note che aveva lasciato sulle schede personali delle persone scomparse: alterazione genetica per alcuni, alterazione naturale per altri. Scorse le schede dei boliani *Perchè boliani poi?* pensò il dottore
"Computer"
*beep*
"Esegui una ricerca su ceppo SX021"
[Il campione appartiene al marinaio di seconda classe, specie boliana, maschio'>
"Fermo computer, metti a video le informazioni mediche del soggetto"
*beep*
Diversi dati medici si misero a scorrere sul monitor
"Computer aggiungere dati del tenente comandante Riccardi"
I dati del boliano vennero comparati a quelli dell'ufficiale della sicurezza della stazione.
*Cosa mi sfugge* pensò il dottore *cosa?*
Continuò ad osservare i dati, trascorse più di mezz'ora a comparare le analisi, i risultati e le varie informazioni mediche dei due, poi come un fulmine a ciel sereno lo vide e capì "PAZAK!!" urlò nella sua lingua "Ma certo ecco lì il mistero!" scattò in piedi e premette il comunicatore sul petto "Sonx a capitano"
=^= Qui Shran, mi dica dottore =^=
"Ho capito il motivo, ora forse possiamo trovare le persone scompare, era così ovvio!" fece una pausa "Signore le devo mostrare una cosa"
=^= Dottore si calmi, la raggiungo subito in infermeria, Shran chiudo =^=

Deep Space 16 - Passeggiata - 10/06/2396 ore 09:39


Sulla passeggiata c'era meno gente del solito, dopo gli ultimi tafferugli i più diffidenti o erano rimasti nei loro alloggi oppure, chi aveva potuto, aveva lasciato la stazione.
Un paio di ristoranti erano chiusi e anche uno dei bar, così la gente si era concentrata per lo più al "Sole Rosso" un bar di seconda categoria gestito da un tellarite.
Il Vimalum aveva lasciato le stive di carico e ormai aveva raggiunto il ponte della passeggiata, se fosse stato un cane e fosse stato visibile in molti avrebbero pensato che la creatura stesse annusando l'aria, come in cerca di qualcosa ed effettivamente stava cercando il suo pasto, per alcuni istanti rimase immobile indeciso su che strada prendere poi iniziò a fluttuare in direzione del "Sole Rosso" era certo che lì avrebbe potuto banchettare con delle ottime emozioni.

Deep Space 16 - Laboratori scientifici - 10/06/2396 ore 09:45


"Allora che ne pensa?" chiese Ramar a Kane.
"Potrebbe funzionare, forse se impostiamo i sensori con i parametri per le particelle theta"
"Sì, magari ricalibro anche le bande infrarosse e i sensori di temperatura"
I due continuarono ad armeggiare con la consolle scientifica che stavano modificando per rintracciare l'entità che si nutriva di emozioni.
"Provi ora" disse la mezza klingon.
"Niente, o almeno dovrebbe funzionare ma sembra di no"
"Aspetti provo a spostare questo condotto EPS"
*beep* la consolle iniziò a trillare.
"Bhe qualcosa ora sembra funzionare, almeno l'energia c'è" rispose il bajoriano.
Tara si alzò in piedi, e con la manica della divisa si asciugò del sudore che aveva sul volto "Dunque?" chiese.
"Sto terminando la diagnostica ma abbiamo già dei feedback"
"Sul serio" la donna sorrise "allora ho fatto un buon lavoro"
"Ha fatto?"
"Certo, senza..."
*beep beep BEEP* la consolle iniziò a suonare emettendo diversi allarmi visivi.
"Cosa succede?"
"A quanto pare la rete di sensori ha individuato qualcosa, è sulla passeggiata"
Roberts fece correre le sue dita sul dispositivo, impostando parametri e silenziando gli allarmi "Computer porta sullo schermo le seguenti coordinate"
Sul monitor venne visualizzato uno scorcio della passeggiata, diversa gente stava partecipando ad una rissa, poi un alone rosso venne evidenziato dal sistema.
"Eccolo è lui" indicò Tara "dove si trova?"
"Passeggiata, il locale del 'Sole Rosso', avverto la sicurezza"
=^= Roberts a sicurezza, dovete intervenire sulla passeggiata! =^=


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18.11 - Scoperte

Autore: Comandante Claire Drillrush

Deep Space 16 - Infermeria - 10/06/2396 - ore 09:42


Shran aveva percorso tutta la strada fino all'infermeria a passo svelto, facendo ben poco caso a ciò che aveva intorno e rimuginando su quanto stava accadendo. Per quanto si sforzasse, non riusciva a trovarne un senso e l'unica cosa che, a quanto pareva, poteva augurarsi era che tutto finisse alla svelta. Non un granché come prospettiva, specialmente per un uomo abituato all'azione.
Entrando in infermeria trovò il dottore in uno stato di eccitazione febbrile. Il debobulano rimbalzava praticamente tra le pareti del suo ampio ufficio.
Shran non ebbe bisogno di dire nulla.
"Capitano, ho capito! Finalmente, ho capito! Non so come ho fatto ad essere così cieco, è stato davanti ai miei occhi per tutto il tempo."
Shran protese le antenne in avanti, un moto istintivo di curiosità verso uno sviluppo qualsiasi in una faccenda che pareva drammaticamente arenata. Sollevò tuttavia anche una mano con l'intento di calmare il medico. "Dottore, si calmi e mi spieghi cosa ha scoperto."
Sonx pareva non riuscire a star fermo. Voltò lo schermo del terminale sulla sua scrivania e lo indicò a Shran. "Vede?" domandò con il tono di chi indica una giraffa improvvisamente comparsa in mezzo alla stanza, inspiegabile quanto evidente.
Per l'andoriano, sfortunatamente, non era così evidente. Sollevò lo sguardo sul denobulano con espressione interrogativa. "Temo di no."
Il medico lo fissò per un istante, apparentemente congelato dove si trovava. Poi riprese come nulla fosse. "Io pensavo fossero i boliani. Pensavo che la connessione fosse il DNA boliano le tracce più o meno consistenti presenti negli individui che sono stati rapiti e invece no, non è quello. Non solo quello, almeno."
L'espressione di Shran, in paziente attesa, non mutò.
"Non si tratta di essere boliani o di avere dei DNA boliano. Si tratta di un particolare gene che è connesso ad alcune specifiche varietà di genoma boliano."
"Sono i boliani ma non sono i boliani?" domandò il capitano, ora vagamente confuso.
"Sì e no. Il gene è effettivamente presente per la maggior parte nei boliani, ma il punto è un altro. La mia ipotesi iniziale era che avessero scelto specificatamente i boliani, ma non credo più che sia così. Credo che abbiano scelto coloro che possiedono questo gene."
"Ancora non vedo il nesso."
Sonx scosse appena la testa, come a schiarirsi le idee. "Il gene è responsabile di una maggior resistenza degli individui che lo possiedono all'influenza di determinate frequenze di onde gamma, che sono connesse negli umanoidi agli stati di intensa tensione emotiva."
Le antenne di Shran si drizzarono appena. "Come quelli che abbiamo sperimentato recentemente?"
Il dottore annuì lentamente. "Hanno rimosso gli individui che sarebbero stati meno facilmente influenzabili da... beh, da qualunque cosa stia facendo chiunque sia responsabile di tutto questo."
Il capitano si voltò e fece due passi per la stanza, sotto lo sguardo vigile dell'altro. Per un attimo nessuno dei due uomini parlò.
"Dottore, tutto questo può significare solo una cosa, credo."
"Già," rispose lentamente Sonx. "Si tratta di un esperimento."

Deep Space 16 - Passeggiata - 10/06/2396 - ore 09:43


Il Vimalum si stiracchiò come un gatto e si mosse, non visto, verso il suo pasto. Le emozioni annidate nel piccolo locale sulla passeggiata erano per lui un'attrattiva irresistibile, così si mise in caccia. I suoi sensi percepirono istintivamente le emozioni degli esseri intorno a lui. Paura, sospetto, rabbia. Il Vimalum non aveva una mente abbastanza complessa da capirne il significato, per lui si trattava solo di cibo. Se l'avesse avuta si sarebbe reso conto di quanto quelle emozioni erano provocate dalla situazione attuale di incertezza e di quanto fossero in realtà tenute a bada dal puro autocontrollo del personale.
Il Vimalum tuttavia non comprendeva e nemmeno se interessava. Un guizzo di timore proveniente da un guardiamarina poco più avanti attirò la sua attenzione e agì su di lui come un eccitante. Cambiò direzione, serpeggiando come un rettile tra gli esseri riuniti nel locale.
Raggiunta la sua vittima, cominciò a nutrirsene, assaporando lentamente l'emozione che percepiva.
La paura del giovane guardiamarina si trasformò in terrore, poi in rabbia contro chiunque in generale e contro l'uomo seduto di fronte a lui in particolare. La conversazione si alzò di tono.
Mentre il Vimalum si nutriva, volò il primo pugno.

Luogo imprecisato - Fattoria di campagna - 10/06/2396 - ore 09:50


Drillrush e Riccardi parlavano piano tra loro. Il resto delle persone rapite si era rapidamente installato nella fattoria. D'altra parte l'interno non pareva più pericoloso dell'esterno e almeno era caldo e relativamente comodo. In più avevano del cibo. Avevano riflettuto a lungo sull'opportunità di mangiare o meno, ma infine Claire aveva deciso di poter correre il rischio. Erano affamati e demoralizzati, un buon pasto avrebbe giovato a tutti. Riccardi aveva concordato. Normalmente nessuno dei due si sarebbe mai sognato di assaggiare nemmeno una briciola, ma non sembrava ci fossero molte altre alternative.
Dopo il breve pasto, tutti se ne erano andati a riposare. Drillrush e Riccardi avevano organizzato i turni di guardia ed erano rimasti soli.
Claire si appoggiò allo schienale della sedia e sospirò.
Riccardi non la conosceva bene - per la verità, non la conosceva affatto - ma non la invidiava per nulla. Non era certo una situazione ideale in cui trovarsi appena insediati in un nuovo incarico.
"In tutto questo, c'è qualcosa che non mi torna," disse lei.
"Di cose che non tornano ce ne sono parecchie, Comandante."
"Sì, certamente. Ma il fatto è... perché questo?"
"La fattoria?"
"Tutto." Claire agitò appena la mano a comprendere vagamente l'ambiente intorno. "Il forte. La pianta carnivora. La collina. E ora questo. Perché questi ambienti?"
Riccardi annuì lentamente. "Sembra quasi che ci stiano mettendo alla prova in qualche modo."
"Già," concordò Claire lentamente. "E' proprio questo che mi preoccupa."

Spazio - 10/06/2396 - Contemporaneamente


"Signore, il Vimalum si sta nutrendo, è confermato."
"Stiamo registrando, mi auguro."
"Sì, Signore."
Il secondo controllò nuovamente la sua strumentazione. I vari display sulla consolle erano un tripudio di colori e profili armonici complessi mentre la strumentazione registrava il banchetto del Vimalum su tutte le bande.
"Il personale della stazione?"
"Reagisce, Signore. Come previsto."
Un secondo display alla sua destra mostrava le principali attività dei sistemi e il monitoraggio delle comunicazioni interne alla stazione. Il secondo lo esaminò con attenzione.
"Pare che sulla passeggiata sia scoppiata una rissa. Direi che si tratta del Vimalum, a giudicare dalle proporzioni e dalla posizione. La sala comando sta inviando delle squadre a sedare i disordini."
"Come previsto," annuì soddisfatto il comandante.
"Come previsto, Signore," concordò il secondo. "Solo..."
"Cosa," abbaiò l'altro.
"Ecco, secondo le comunicazioni interne pare che il medico di bordo abbia chiamato il capitano dicendo di avere grandi sviluppi da comunicare."
"Sappiamo a cosa stava lavorando?"
Il secondo annuì appena. "Dati genetici del personale in custodia."
Per un attimo calò il silenzio.
"Lo stato del personale in custodia?"
Il secondo digitò rapidamente sulla propria consolle, aprendo una finestra secondaria suddivisa in due settori. In uno scorrevano file di dati medici. Nell'altra era mostrata una panoramica delle capsule di animazione sospesa contenenti gli individui prelevati dalla stazione.
"Tutto regolare, Signore," disse il secondo, soddisfatto.


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18.12 - La Cattura

Autore: Tenente Comandante Ramar Roberts

Deep Space 16 - Alloggio Roberts - 10/06/2396 - ore 11.00


Il dpad scivolò sul pavimento quel tanto di rumore sufficiente per ridestare il Comandante Roberts dai suoi pensieri. Infatti era rimasto assorto da ore, seduto alla scrivania, cercando di spremere le meningi e trovare una soluzione alla bizzarra e assurda situazione che creava a dir pochi problemi su Deep Space 16 gamma. Gli sembrava tutto così inconsueto e allo stesso tempo familiare, come se fosse tornato a casa dopo talmente tanto tempo da trovare tutto irrimediabilmente alterato. Sbuffando e trattenendo un mezzo sorriso, si chinò per raccogliere lo strumento tanto prezioso si, prezioso, perché Roberts ne era convinto. Si poteva trovare una soluzione, bastava solamente incastrare i pezzi del puzzle in modo giusto. Per lui era questa l'essenza stessa della scienza: un rebus complicato, la cui risposta non era altro che la combinazione di particolari che molto spesso non risaltavano all'occhio immediatamente.
*Un po' come un investigatore* pensò, stiracchiandosi sullo schienale, accavallando le gambe e cominciando, o meglio, ricominciando a scrutare con concentrazione il proprio dpad. Ne era sicuro: su quella stazione avrebbe avuto davvero poco tempo per annoiarsi.
=^= Capitano Shran a Comandante Roberts =^=
=^= Qui Roberts =^=
=^=Comandante, volevo avvisarla che tra un'ora è prevista una riunione sul ponte di comando =^=
=^= Ricevuto Signore. Roberts chiudo. =^=
*Perfetto, ho solo un'ora per trovare qualcosa: mi piace lavorare sotto pressione, do il meglio di me.*
Sorridendo, tenendo qualche minuto lo sguardo fisso davanti a sé, allungò la mano, prese un sorso del suo fido compagno di mille avventure, il proprio caffè, e ricominciò, per l'ennesima volta, a guardare il suo prezioso strumento.

Deep Space 16 - Sala riunioni - 10/06/2396 - ore 12.00


Il Capitano Shran aspettò pazientemente che tutti prendessero posto notò, dai volti dei presenti, quanto ormai la situazione cominciasse a pesare, cosa particolarmente evidente, non tanto nel suo equipaggio, quanto nel personale diplomatico.
"Ora che siamo tutti presenti - esordì - il Dottor Sonx ha delle novità". Si sedette e fece un cenno al Dottore, affinché cominciasse a parlare. Il denobulano si alzò, si schiarì la voce e cominciò ad illustrare le recenti scoperte da lui fatte.
"... E dunque è per questo che Drillrush, Riccardi e gli altri sono stati sequestrati... I rapimenti non sono avvenuti casualmente..." si interruppe eloquentemente, portando il proprio sguardo a ciascuno dei presenti. "Aspetti un secondo Dottore - proruppe l'ambasciatrice T'Lani - sta forse insinuando che tutto quello che è successo sia stato... progettato? Come..."
"Un esperimento: esattamente. Tutti i dati finora raccolti suggeriscono esattamente questo". Un silenzio irreale piombò nella stanza ciascuno osservava l'altro, tra l'attonito e la consapevolezza che quella scoperta portava inevitabilmente con sé.
"Questo ci aiuta a capire il perché dei rapimenti, ma non risolve il problema - sbuffò, rompendo il silenzio Dothrak - e speravo fossimo qui per trovare una soluzione... definitiva".Seguì un altro interminabile minuto di silenzio.
"L'opzione della quarantena e della pace... imposta sembrerebbe valida" disse Jo'Trel spostando il proprio sguardo sul Dottore.
"Valida, ma momentanea e non sicura al cento per cento, temo, come già ribadito" rispose Keane, con un tono di voce spazientito
"Se ha una proposta migliore - riprese l'altro alzandosi e spalancando le braccia - siamo qui ad ascoltarla". Keane, e quasi contemporaneamente Dothrak, si alzarono bruscamente, nello sbigottimento generale.
"Signori vi prego di calmarvi, IMMEDIATAMENTE!!". Shran si era alzato a sua volta, con le mani appoggiate sul lungo tavolo e il busto proteso in avanti:
"Capisco quanto la situazione sia stressante, ma non sarà certo questo a risolvere la questione, perciò vi prego di piantarla!".
Tutti si risedettero e cercarono di calmarsi, fra le occhiate torve che volavano fra la stanza. Roberts prese la parola, osservando apparentemente il nulla davanti a sé e sogghignando: "Sapete di cosa sono particolarmente gelosi gli scienziati in generale?". Tutti gli sguardi si puntarono su di lui allibiti.
"Forse dei loro giocattoli da laboratorio?" disse Dothrak ironicamente, osservando il Comandante come se fosse impazzito.
"Ma certo, dei loro giocattoli!" esclamò il dottor Sonx.
"Qualcuno sarebbe così gentile da spiegarmi..." continuò l'ambasciatore klingon sempre più allibito.
"E' semplice: per scoprire chi ha architettato tutto questo e il perché...- spiegò il Dottore - basterà impossessarsi e inibire lo strumento della loro raccolta dati, costringendoli a venire da noi" finì Roberts.
"Come?" chiese il Capitano, le antenne protese in avanti.
"Basterà allestire un lauto banchetto, no?" concluse Sonx.

Deep Space 16 - Luogo imprecisato - 10/06/2396 - ore 18.15


C'era sangue ovunque. Perfino la terra, sotto i colpi delle esplosioni, aveva assunto un colorito rosso accesso e vibrante, che ad intermittenza si alternava con il nero della notte. Un uomo ne sosteneva un altro, che sembrava apparentemente privo di conoscenza, strascicandosi dolorosamente verso una specie di trincea, situata a pochi metri da lui. In prossimità di questa, l'uomo in uniforme della flotta, con un urlo feroce e disperato, gettò il compagno nella fessura del terreno, al pari di un buffo fantoccio terribilmente pesante e lo seguì immediatamente. Prima di puntare il fucile phaser nell'oscurità davanti a sé, sistemò il commilitone in modo tale che fosse seduto, come se la cosa potesse in qualche modo cancellarne la morte. Puntò con decisione l'arma nel vuoto: l'avrebbero pagata in qualche modo. Sentì dei rumori in lontananza: i klingon si stavano avvicinando. Ecco, ora li vedeva. Cercò di prendere la mira le mani gli tremavano. Sentì un rumore alla sua destra un gruppo di klingon combattevano con le loro bat'leth accanitamente, in un feroce corpo a corpo. Strizzò un attimo gli occhi... Uno di loro era vestito come un ambasciatore.
"Impossibile riesca a resistere" sussurrò il Dottor Sonx, come temendo che oltre la console di controllo, isolata mediante delle interferenze volutamente causate, il Vimalum potesse sentirlo.
"Già: se c'è una cosa in cui i klingon mettono anima e corpo, oltre l'onore, è proprio un combattimento, per quanto simulato possa essere" aggiunse Roberts, meritandosi un'occhiata un poco seccata del Comandante Keane.
"Speriamo funzioni" si limitò a dire il Capitano Shran, fissando, assieme agli altri, gli strumenti di rivelamento, che avrebbero dovuto evidenziare l'arrivo della fatale macchia rossa.

Deep space 16 - Sala ologrammi - 10/06/2396 - 2 ore prima


Il Capitano Shran osservava il proprio capo operazioni e ufficiale scientifico, impegnati a manomettere la console di controllo della sala ologrammi. Luogo ideale per creare una veritiera partecipazione emotiva luogo ideale dove il Vimalum poteva nutrirsi. Certo, il piano prevedeva che qualcuno prendesse parte alla simulazione: l'ambasciatore Dothrak si era proposto, assieme a qualche altro membro del proprio staff. Il klingon si era certamente stancato di tante parole e, non appena Roberts e Sonx avevano esposto a grandi linee il loro piano, non si era certo fatto pregare.
"Ci siamo - disse il bajoriano - ho bypassato il sistema."
"Procedo a creare interferenze di distorsione a lungo raggio" disse il Comandante Keane.
Il Dottore entrò con una certa sollecitudine nella stanza.
"Bene, ho posizionato il narcotizzante nelle condutture aree dell'anticamera qui affianco. Speriamo che riescano ad uscire dalla sala prima che il Vimalum li renda particolarmente violenti" disse, volgendo lo sguardo verso il gruppo di klingon oltre il vetro "anche se storditi, rimangono sempre ossi duri".
Tutti gli sguardi si volsero nello stesso punto in cui Sonx dirigeva il proprio.
"Le interferenze sono attive" comunicò il Comandante Keane.
"Come faremo a sapere se il Vimalum sarà vicino abbastanza?"
"Semplice Capitano: queste interferenze ci permetteranno comunque di rilevare le fluttuazioni latenti che renderanno possibile identificare la presenza dell'entità" spiegò Keane.
Ci vollero un altro paio d'ore affinché tutto fosse sistemato. Nel frattempo, la sicurezza aveva avuto il compito di confinare gli altri membri dell'equipaggio e i civili nei propri alloggi fino a nuovo ordine.
=^= Capitano, qui il vice capo della sicurezza. Come ordinato, sono stati tutti isolati nelle loro stanze =^=
=^= Perfetto Tenente. Lei e i suoi uomini rimanete nell'ufficio della sicurezza, e bloccate la porta d'accesso, fino a nuovo ordine=^=
=^= Ricevuto Capitano, chiudo =^=.
Per un minuto la sala controllo, rimase immersa nel silenzio.
"Comandante Keane, ricontrolli che tutto sia pronto a dovere una volta fatto si prepari ad attivare la simulazione. Vedremo se il topo cadrà in trappola" finì Shran, indirizzando lo sguardo nella sala, che ben presto sarebbe diventata buia e avrebbe cominciato a riempirsi di echi di una finta, ma vera battaglia.

Deep Space 16 - Sala ologrammi - 10/06/2396 - ore 18.35


I secondi passavano e si trasformarono in minuti nessuno rompeva il silenzio per paura che sarebbe bastato anche il più piccolo rumore a svelare la loro presenza. Il lato destro della consolle, improvvisamente, cominciò a illuminarsi ad intermittenza, con le luci rosse che sembravano impazzite.
"Ci siamo, si sta avvicinando" disse il Comandante Keane, mantenendo il proprio autocontrollo."
"Comandante Roberts, si tenga pronto a sbloccare la porta e ad attivare il campo di contenimento Dottore, lei e il suo staff, tenetevi pronti ad intervenire nel caso in cui il narcotizzante non fosse sufficiente" ordinò Shran con la bocca asciutta dalla tensione.
Il bajoriano fece un segno d'assenso e Sonx si posizionò, con un paio di infermieri, davanti alla porta chiusa, voltandosi ogni tanto per dare un'occhiata all'interno della sala, come se potesse scorgere senza alcuna difficoltà l'affamata macchia rossa.
"Il Vimalum si trova esattamente dove speravamo" comunicò Keane, a cui seguì un "Ora!" energico dell'andoriano. La simulazione si interruppe, lasciando visibile per meno di un secondo l'insaziabile macchia rossa che si era aggirata per la stazione fino ad ora pressoché indisturbata. Si udì il rumore meccanico della porta sbloccata, in un crescendo di urla concitate, che andavano scemando all'interno dell'anticamera, mano a mano che il narcotizzante faceva effetto in meno di un secondo, dotati delle opportune precauzioni, il Dottore e gli altri addetti irruppero nella stanza, premurandosi di accertarsi delle condizioni dei combattenti. Ancora una volta, in contemporanea all'entrata dello staff medico, la porta venne bloccata e allo stesso tempo il campo di contenimento si attivò. C'era voluto un bel po' di tempo per bypassare i comandi e riuscire nell'intento, ma, a vedere quel lampo rosso che appariva e spariva, sbattendo sulla sua prigione come un insetto contro una qualsiasi fonte di luce, sembrava fatta. I volti dei presenti in sala comando erano a metà tra il sollevato e il preoccupato per quanto avveniva nella stanza accanto. Ognuno si guardava alternativamente negli occhi sembravano dirsi l'un l'altro, senza dire una sola parola,
"non ci resta che aspettare".


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18.13 - I Cammina Mente

Autore: Tenente Comandante Alessandro Riccardi

Deep Space 16 - Sala ologrammi - 10/06/2396 - ore 18.41


Accadde pochi secondi dopo la cattura del Vimalum. Loro comparvero semplicemente dal nulla. Senza lampi, picchi energetici o suoni loro apparirono come dei fantasmi. Shran stava osservando la creatura in trappola quando, voltandosi li vide.
Erano in due. Il più alto dei due indossava una specie di armatura rossiccia e una strana maschera del medesimo colore che gli nascondeva il viso e che lo faceva sembrare un corvo o ad uno strano medico medioevale. Sull'armatura non c'erano connessioni, collegamenti o impianti. La riflessione della luce su di essa si rinfrangeva in mille colori e dava l'impressione che l'impianto fosse vivo.
Il secondo alieno era più avanzato e si differenziava dal primo, oltre che dalla posizione e dall' altezza, per avere delle strane rigature d'orate sull'armatura.
"Dovete liberarlo." Disse l'alieno più basso. Aveva un voce antica e potente come se provenisse dalle stelle.
"Chi siete?" Chiese Shran mentre Sonx e Keane gli si avvicinavano per proteggerlo. I Klingon rimasero in disparte pronti ad agire contro i nuovi arrivati.
"Noi siamo gli Shar'ar Dosh." Fece una breve pausa: "...in lingua antica significa i cammina mente."
"Io sono il capitano Shran del clan Mira comando questa stazione spaziale." L'andoriano aprì le braccia in segno di benvenuto: "Vi do il benvenuto a nume della Federazione dei Pianet..."
"Uniti...sappiamo chi siete e sappiamo chi sono quei Klingon laggiù." Rispose l'alieno.
"Come fate a saperlo?" Chiese il capitano.
Ma la risposta arrivò dal dottore: "Siete telepati?"
"Sì, noi siamo gli Shar'ar Dosh in lingua antica significa i cammina mente." Fu la conferma degli alieni.
Quelle parole fu quello che l'ambasciatore Dothrak stava aspettando: "E' tutta colpa vostra."
Due Klingon si lanciarono sugli alieni armati di tutto punto. Il capitano fece in tempo a dire: "No."
Il Comandante Keane si lanciò in avanti ma i due soldati furono più veloci: in un baleno erano davanti agli alieni e colpirono con le Bat'leth ma le armi trapassarono i due alieni senza causare danni.
"Non potete colpirci." Disse uno dei Shar'ar Dosh.
L'ambasciatore Dothrak fece un cenno con la mano e i due guerrieri si ritirarono ma, al contempo, il capitano Shran passò l'attacco:" Cosa volete da noi?"
Di sicuro il colpo più efficace venne scagliato dal capitano perché ebbe effetto: "Voi viaggiate per scoprire i misteri e imparare qualcosa di voi stessi."
"Sì certo."
"Noi esploriamo la mente delle forme di vite per il medesimo scopo." Rispose con calma l'alieno.
"Quindi esploravate le emozioni che provavamo mentre il Vimalum vagava per la stazione." Constatò il dottore.
"Per questo esigiamo che il Vimalum venga liberato." La tranquillità di quell'ordine ebbe uno strano effetto sui federali e sui Klingon.
Il capitano fu irritato da quelle parole: "Noi abbiamo delle leggi...una prima Direttiva per evitare di interferire con le specie con cui entriamo in contatto."
Anche l'ambasciatore Klingon era della stessa opinione: "Voi ci avete usato come cavie da laboratorio."
Shar'ar Dosh con una tranquillità totale aggiunse: "La vostra legge è inutile...così come è irrilevante come vi usiamo...se ci blocchiamo per una normativa o per non turbare le nostre cavie dovremmo evitare di esplorare certe regioni e la nostra esplorazione non sarebbe completa."
L'andoriano andò su tutte le furie: "La prima normative non è..."
Ma intanto gli alieni erano spariti.
"Come combattiamo queste creature?" Chiese l'ambasciatore Dothrak avvicinandosi al capitano.
Ma Shran non ebbe il tempo di rispondere perché Sonx esclamò: " Keane cosa hai fatto?"
Il capitano e l'ambasciatore si voltarono e videro che Keane aveva appena liberato il Vimalum.
"Non lo so." Rispose Keane.
"Sono più che telepatici possono dare comandi ance alle nostre menti." Intuì il capitano con rammarico.

Luogo imprecisato - Fattoria di campagna - nello stesso istante


Una buona colazione permette di rimette in sesto le idee e affrontare i problemi da un punto di vista migliore. Così per i 27 dispersi iniziò la giornata con un buon pasto. Avevano mangiato e si era rifocillati. Persino i civili, così poco abituati ed addestrati per gestire simili eventi, si erano tirati su il morale. Il ristoratore cardassiano aveva dato una bella prova di sé preparando tutto e animando egregiamente il pasto.
Claire era rimasta leggermente in disparte assorta nei suoi pensieri. Era seduta in un angolo con la sedia rivolta verso l'ingresso. Alla sua destra c'era una finestra dalla quale entrava una forte luce. Da quella posizione poteva tenere d'occhio contemporaneamente l'ingresso, i commensali e il cortile della fattoria. Si trovava nella sala comando della fattoria ma nemmeno quell'angolazione poteva aiutarla ad uscire nel turbine di pensieri in cui si era rifugiata. Troppe cose non tornavano e non aveva elementi per definire il quadro generale.
D'improvviso un'ombra la fece sussultare: qualcosa si stava avvicinando alla finestra. Vide un'ombra avvicinarsi al vetro e prontamente si preparò a dare un forte strattone al vetro per bloccare l'intruso.
Caricò la mano ma qualcosa colpì la sua attenzione: due riflessi d'oro. Guardò meglio e nello stesso istante l'ombra si sporse verso la finestra come per guardare dentro.
"Riccardi, cosa sta facendo." Disse Claire riconoscendo il capo della sicurezza.
Alessandro arretrò leggermente sorpreso per poi riprendere a parlare: "Comandante stavo cercando proprio lei...venga a vedere."
"Va bene ma non faccia più questi scherzi infantili." Detto ciò la donna si alò dalla sedia e si avviò lasciando Riccardi a chiedersi quale scherzo avesse mai fatto di male.
Claire attraversò la stanza quasi non notata dalle persone che stavano terminando il pasto.
*Beati voi...*Pensò il comandante prima di uscire e di ritrovarsi davanti Riccardi.
"Bene mi dica comandante." Esordì lei.
"Guardi cosa ho trovato." Rispose il capo della sicurezza mostrando un arcaico oggetto: era lungo circa mezzo metro con impugnatura di legno e un'estremità in lega di ferro-carbonio.
"Un'ascia." Indovinò lei.
"Già potrebbe esserci utile..." Provò a spiegare il capo della sicurezza prima di essere interrotto: "C'è ne sono altre?"

"Sì, la cosa strana è che..." Anche questa volta Alessandro venne interrotto: "Che ci sono strumenti che provengono da viari mondi."
"Sì non sono un esperto ma dovrei aver individuato attrezzi provenienti da vari pianeti...ho visto una vanga vulcaniana."

"Avranno forma simile...ma si diversificano per lo specifico utilizzo su ogni mondo."
"Già ma come lo sa?"
"In casa è lo stesso." Confermo Claire.
"Anche il forte." Riccardi fece alcuni passi portandosi dietro l'ascia: "E' di chiara fattura umana...sono un esperto di strategia bellica e ne ho visitato uno simile sulla Terra."
"E poi la pianta..."
Questa volta fu Riccardi ad interrompere Claire: "Di origine Boliana."
"E non può sopravvivere su altri pianeti." Claire espresse ad alta voce il ragionamento che già da un po' aveva mente: "E' come se tutto questo fosse un..."
"Esperimento?" Disse una terza voco.
Prontamente i due ufficiali si voltarono, Claire si preparò sulla difensiva mentre Riccardi impugnò l'ascia pronto a combattere.

A pochi passi da loro era comparsa una figura vestita da una grossa armatura rossa e con un casco a forma di pennuto prima che entrambi gli ufficiali potessero dire qualcosa, il nuovo arrivato riprese a parlare: "Sì è così...tutto ciò è un grandissimo esperimento...noi siamo gli Shar'ar Dosh in lingua antica significa i cammina mente."
Claire si fece in avanti pronta per il primo contatto, in parallelo Riccardi posò l'arma per non apparire minaccioso.
Il comandante Drillrush disse: "Siamo rappresentanti della Federazione dei Pianeti Uniti, noi veniamo in pace per esplorare la gal..."
Lo Shar'ar Dosh interruppe brutalmente Claire: "So chi siete...noi esploriamo le menti con i medesimi scopi." Fece una breve pausa e poi riprese a parlare:" Molti degli Shar'ar Dosh pensano che non sia giusto operare contro il volere delle razze e io la penso cosi...sono qui per aiutarvi."


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18.14 - Domande e risposte

Autore: Ambasciatore Federale T'Lani

Deep Space 16 - Sala ologrammi - 10/06/2396 - ore 19:00


"Io non so che cosa mi sia successo, dottore - stava dicendo Tara Keane - In qualche modo, ero consapevole di quello che stavo facendo. ma era come se avessi percepito un ordine diretto a liberare il Vimalum... E non avessi altra scelta che quella di obbedire."
Il dottor Sonx le girava attorno per esaminarla con il sensore del suo tricorder medico. Gruppi di tecnici stavano esaminando la sala ologrammi, sotto lo sguardo scuro del capitano. Tara si chiese se l'uomo stesse pensando che lei fosse in qualche modo compromessa in quella faccenda. L'ufficiale scientifico stava controllando la zona in cui erano apparsi i due alieni. In piedi vicino al capitano, l'ambasciatore Dothrak parlava ai membri del suo staff che avevano partecipato alla trappola. Il piano era andato a segno, pensò Tara. Erano riusciti a far uscire il loro nemico allo scoperto. Per un po', almeno.
"Questo è strano..." - mormorò il dottor Sonx, prima di richiudere il tricorder con uno scatto. Tara lo guardò, interrogativa.
"Che cosa ha trovato?"
"Oh, niente che metta in pericolo la sua vita, comandante - si affrettò a tranquillizzarla il medico - Ma preferirei che venisse in infermeria a sottoporsi ad un esame più approfondito."
"Non abbiamo tempo per questo genere di cose! - protestò Tara - Quegli alieni, chiunque fossero, non hanno manifestato alcuna intenzione di restituirci gli ostaggi o di interrompere il loro esperimento. Se non è indispensabile, perché dovrei..."
"Se è indispensabile o no, è solo il medico a poterlo valutare, comandante - ribatté il dottor Sonx - A proposito di esperimenti, lei non è stata per caso di recente in una qualche missione indietro nel tempo, vero?"
"Indietro nel tempo? Certo che no! - esclamò Tara - Ma perché? Cosa ha trovato?"
Il capitano si girò, drizzando le antenne. Si avvicinò a grandi passi:
"Ecco una buona domanda. Soprattutto perché vuol dire che qualcuno finalmente ha trovato qualcosa. Dottore?"
Il denobulano sospirò:
"Non ne vorrei parlare prima di aver fatto ulteriori esami... Comunque, sembra che il mio strumento abbia rilevato una piccola percentuale di particelle croniton nel comandante Keane. Ma forse è solo il tricorder ad essere tarato male." - accese di nuovo il tricorder, rivolgendo il sensore su sé stesso. Osservò il piccolo monitor, scuotendo la testa.
"No, qui non c'è niente - guardò il capitano, accennando allo strumento:
"Le dispiace, capitano?" - domandò. Shran corrugò la fronte, ma acconsentì.
"Ecco... - mormorò il dottor Sonx dopo un istante - In minima percentuale, ancora inferiore a quelle del comandante Keane, ma ci sono delle particelle croniton anche in lei, capitano"
Shran corrugò la fronte:
"Non capisco come potremmo essere stata esposti a particelle croniton... Il tunnel spaziale non ne produce, che io sappia."
"Potrebbe essere il Vimalum? - suggerì Tara - Sappiamo già che emette particelle theta... E' così che l'abbiamo rintracciato in primo luogo. Le particelle theta si accompagnano spesso a radiazioni di tipo croniton."
"Se è così, questo posto dovrebbe essere pieno di particelle croniton. Darò ordine che sia bonificato - disse Shran - Intanto lei, Tara vada in infermeria con il dottore."
Tara fece per dire qualcosa, ma sopra la spalla del capitano, incrociò lo sguardo dell'ambasciatore Klingon.
L'uomo le accennò lievemente, appena quel tanto da indurla a mordersi le labbra.
"Si, signore" - disse e si girò verso il dottor Sonx. Il denobulano chinò gli occhi troppo rapidamente per non farle capire che si era accorto dello scambio.

Lo Shar'ar Dosh interruppe brutalmente Claire: "So chi siete...noi esploriamo le menti con i medesimi scopi." Fece una breve pausa e poi riprese a parlare:" Molti degli Shar'ar Dosh pensano che non sia giusto operare contro il volere delle razze e io la penso cosi...sono qui per aiutarvi."

Luogo sconosciuto - 10/06/2396


"Aiutarci?" - domandò Riccardi
In silenzio, guardandosi l'un l'altro, il gruppo dei rapiti si stava accostando all'alieno, alla spicciolata. L'essere dalla brillante armatura rossa non sembrava preoccupato o innervosito dal numero delle persone che quasi lo circondavano. Questo spinse Claire Drillrush a fare a sua volta un passo in avanti, stando attenta a non fare movimenti bruschi o che potessero essere interpretati come una minaccia.
*Anche se nessuno può dire che tipo di movimenti possono essere interpretati come minacciosi da un essere che proviene da una cultura completamente differente * - nella sua mente riecheggiarono le parole del suo vecchio insegnante del corso di Primo contatto all'Accademia.
"Non deve preoccuparsi. So che non avete intenzioni ostili" - disse l'alieno - Sento la vostra cautela. La vostra diffidenza nei miei confronti..."
Il becco di uccello dell'armatura si spostò dall'uno all'altro degli uomini che si erano avvicinati:
"Conosco ognuna delle vostre razze - disse l'alieno - So chi siete. Non avete ragione di temermi. Sono dalla vostra parte"
"Può leggermi nel pensiero?" - domandò Claire.
"Sono Shar'ar Dosh." - rispose semplicemente l'altro.
"Ha detto che vuole aiutarci - riprese Riccardi - Come pensa di farlo?"
La testa dell'alieno si chinò leggermente verso il basso:
"Le mie possibilità sono limitate - rispose - Altri Shar'ar Dosh non condividono le mie idee."
"Come pensa di aiutarci, allora?" - domandò Claire.
"Vi indicherò la strada - disse lo Shar'ar Dosh - Compreso il cammino, voi potrete liberare voi stessi"
"Ma perché non ci porta via di qui? - interloquì Resed - Perché non ci riporta alla nostra Base, se vuole veramente aiutarci? Voglio dire... Se la sua gente ci ha portato fino qui, perché non possono fare la stessa cosa, al contrario?"
"Stia calmo, marinaio Resed - ordinò secca Claire. Quindi, rivolta all'alieno:
"Se ha letto nelle nostre menti, sa che ormai abbiamo capito di essere prigionieri di una simulazione. Come facciamo ad uscirne?"

Deep Space 16 - Studio dell'ambasciatrice vulcaniana - 10/06/2396 - ore 19:45


"E' una situazione senza uscita! - brontolò Shran - Gli Shar'ar Dosh non solo leggono nel pensiero, ma possono influenzare i nostri ad agire nel loro interesse. Come facciamo a combatterli, allora?"
Shran aveva lasciato a Ramar Roberts il compito di completare le rilevazioni nella sala ologrammi, e si era diretto verso gli appartamenti dell'ambasciatrice. Non sapeva neanche lui perché i suoi passi lo avessero portato lì, anziché al suo studio, o al suo alloggio o al diavolo che gli aveva messo di fronte quegli alieni con la corazza a becco d'uccello...
*Forse, cercavo soltanto un modo per sfogarmi... * - pensò.
In realtà, si era presentato di fronte alla delegazione vulcaniana, che era chiusa e inaccessibile da giorni, aspettandosi di esserne respinto con la consueta gelida fermezza dei vulcaniani. Con sua sorpresa, invece, era stato fatto entrare subito nello studio della donna, che aveva voluto sapere ogni particolare dell'apparizione degli alieni sul ponte ologrammi. Il buio claustrale della stanza era appena ravvivato da delle fiammelle che oscillavano sulla superficie liscia della scrivania.
"Sono olografiche, naturalmente - disse T'Lani, notando il suo sguardo - Non comprometterei di certo la sicurezza della Base per il gusto di accendere delle vere candele"
"Me ne ero già accorto - ribatté secco Shran - Non c'è calore."
La luce delle candele approfondiva le ombre sul volto dell'ambasciatrice, al punto che Shran poteva a malapena vederne gli occhi. Era evidente che l'esperienza aveva avuto conseguenze sul fisico della donna.
Che cosa ci faccio qui, pensò Shran con una punta di rimorso. Non avrebbe dovuto disturbare una donna anziana che aveva subito un'aggressione solo pochi giorni prima.
"Qualcuno, molto tempo fa, ha detto che il modo giusto per avere le risposte che ci occorrono, è fare le domande giuste. E in effetti, mi trovo ad avere molte domande, adesso..." - disse l'ambasciatrice.
"Non lo dica a me" - commentò amaro l'andoriano. Non erano certo le domande che gli mancavano, in quella situazione.
"Ci sono due cose che mi hanno colpito, nel racconto che mi ha fatto..." - iniziò T'Lani.
"Cioè? Voglio dire, che cosa l'ha colpita?"
"La prima, è il Vimalum" -.
"Pensa che sia una forma di vita naturale?"
"Non lo so e non mi importa. La domanda importante è un'altra: in quale momento lei ed i suoi ufficiali avete iniziato a chiamare il Vimalum in questo modo? Come avete saputo il nome corretto della creatura? Quando è successo? Prima o dopo l'apparizione dei due Shar'ar Dosh?"
Shran chinò lo sguardo sulle mani posate di fronte a lui, sforzandosi di ricordare il momento ed il luogo esatto in cui aveva sentito il nome per la prima volta.
"Lo conoscevo già... - si rese conto - Il nome è comparso all'improvviso nelle nostre menti. Ed è subito parso naturale, come se fosse stato sempre lì. Come se lo avessimo conosciuto da sempre..."
Tornò a guardare verso T'Lani:
"Capisco. Ci hanno influenzati con la loro telepatia"
"O forse, sono stati sentiti in maniera inconscia, grazie alla loro telepatia, da qualche membro dell'equipaggio che possiede a sua volta una latente telepatia e che ha finito con il trasmetterne la conoscenza ad altri" - concluse la vulcaniana - La telepatia può essere un'arma a doppio taglio, capitano."
Shran annuì:
"Capisco. Gli Shar'ar Dosh ascoltano i pensieri, ma non possono evitare di essere a loro volta sentiti..." - Si interruppe.
=^= Roberts a capitano Shran =^=
Shran, con un cenno di scuse, premette il comunicatore.
"Qui Shran. Mi dica, Ramar"
=^= Sono nel laboratorio. Credo di avere scoperto qualcosa. Ha presente quelle particelle croniton che il dottore ha scoperto nel sistema di Tara Keane? =^=
"Si, e allora?"
=^= Le particelle croniton non sono solo in Tara Keane. Ho fatto una ricerca con i sensori interni e ho scoperto che ci sono particelle croniton su tutti i ponti. E a questo punto, credo di avere una teoria su come abbiano fatto gli Shar'ar Dosh a rapire i nostri senza usare dei teletrasporti!=^=
Shran balzò in piedi:
"Non dica altro! Vengo da lei! Passo e chiudo" .
Il capitano tornò a guardare verso la vulcaniana:
"La ringrazio per avermi ricevuto..." - disse, facendo un passo indietro.
La donna si alzò, aggirando la scrivania e andò a mettersi esattamente tra lui e la porta.
"Non l'ho ancora congedata, capitano! - disse, con voce imperiosa - Ho un'altra cosa da dirle, prima che lei vada a parlare con il comandante Roberts"
Con un gesto rapido, afferrò il braccio di Shran. L'uomo la fissò sorpreso.
"Sa perché i vulcaniani non amano il contatto fisico?" - domandò, tenendo stretto il braccio dell'altro. Non attese che l'altro rispondesse.
"...Perché anche i vulcaniani sono telepati, con il contatto fisico - disse - L'esperienza che ho con la telepatia mi porta alla seconda cosa che ho notato nel suo racconto. Ossia, l'improvvisa apparizione dei due Shar'ar Dosh. Perché si sono fatti vedere nella sala ologrammi, secondo lei? E perché non hanno sentito dai vostri pensieri che stavate architettando una trappola?"
Lasciò andare il braccio di Shran:
"Da bravi scienziati, era ovvio che stessero seguendo da vicino il loro esperimento e che volessero proteggerlo. Meno ovvio, è che abbiano avuto il bisogno di manifestarsi direttamente per poter influenzare uno degli ufficiali...
Perché lo hanno fatto? Perché sono apparsi, invece di limitarsi ad influenzare il comandante Keane? "
Shran si irrigidì:
"Vuol dire che... -
"Vuol dire che dubito che i loro poteri siano veramente così estesi come hanno cercato di farci credere... - concluse T'Lani e si scostò, per permettere al capitano di congedarsi.

Luogo sconosciuto - 10/06/2396


"Avete capito... " - il becco di corvo dell'alieno si piegò in avanti.
"Non era difficile" - Claire si guardò intorno, alzando le mani come per abbracciare tutto quello che la circondava. Scrutò la fattoria, le erbacce della radura, il cielo azzurro e privo di nuvole, il sole brillante che si rifrangeva in una pozza d'acqua...
"Voi avete creato una prigione - concluse Claire - Anche le simulazioni migliori hanno un limite: sono troppo perfette. Non c'era traccia di polvere nella fattoria dove ci avete fatto dormire. L'acqua di quella pozza - indicò a terra - è chiara, non stagnante come dovrebbe essere se fosse autentica. Allora, dov'è la fine di questa simulazione? Dov'è la porta?"
"Non c'è nessuna porta - rispose l'alieno - Siete prigionieri, ma di una prigione che non ha sbarre e non ha odore.
La prigione è stata creata dalle vostre menti ed è stata proiettata all'interno delle vostre menti"
L'alieno si guardò intorno e per la prima volta la lucida corazza rossa parve in qualche modo appannarsi:
"Sono da troppo tempo in connessione con voi. Devo chiudere subito, o gli altri si accorgeranno"
"Si accorgeranno? Si accorgeranno di cosa?" - domandò Claire.
"Non importa... Come facciamo ad uscire? Come troviamo il portale?" - gridò Riccardi.
Claire sbatté gli occhi. L'alieno era scomparso.

Deep Space 16 - Laboratorio scientifico - 10/06/2396 - ore 20:11


"Credo di aver capito" - disse orgoglioso Ramar Roberts. Sul monitor centrale del laboratorio scorreva uno schema tridimensionale aperto della Base Stellare. Alcune delle zone erano state colorate in azzurro. Il capitano Shran si avvicinò. Fra le zone evidenziate, c'era anche la sala ologrammi dove avevano tentato di catturare il Vimalum.
"Vediamo se indovino - disse Shran - Avete trovato particelle croniton in tutte queste zone?"
"Esatto, capitano" - disse l'ufficiale scientifico.
Shran sospirò:
"Molto bello, ma dove ci porta tutto questo? Non sta suggerendo che i nostri siano stati portati indietro nel tempo, vero?"
"No, ma ho trovato qualcosa di interessante nel database - Ramar si avvicinò alla consolle e premette dei tasti - Curiosa coincidenza, è qualcosa che è stato ricavato dai diari di bordo di un'altra Enterprise. Non quella del capitano Kirk, che per primo ebbe a che fare con il Vimalum, ma la Enterprise D, comandante Picard. "
Shran andò a sedersi su una poltroncina:
"Chiederemo i danni al destino, per essere così ripetitivo. Vada avanti, comandante" - disse, stancamente. Sono in piedi da troppe ore, pensò Shran. Forse sto perdendo lucidità.
"L'Enterprise andò a soccorrere una nave romulana"
"Ancora romulani..." - lo interruppe Shran.
"Si, ma nel loro caso c'erano superstiti a bordo della nave. La nave era stata impegnata in un esperimento con un nuovo tipo di occultamento interfase che era entrato in conflitto con il motore, provocando un'esplosione"
Shran tese le antenne:
"Interfase?"
Un sorriso si aprì sul volto dell'ufficiale scientifico:
"Esatto. Alcune persone furono coinvolte nell'esplosione. Non morirono, ma furono per così dire sfasati rispetto alla nostra realtà... E sa che tipo di tracce lasciavano nel mondo reale?"
"Particelle croniton?"
"Esatto! - disse l'umano - E questo ci porta alla mia teoria. Credo che gli Shar'ar Dosh adoperino un sistema ad inversione di fase. Questo permette loro di essere presenti, di vedere come procede il loro esperimento, ma non di operare direttamente nella realtà che stanno sorvegliando"
Shran rifletté. La teoria del comandante Roberts poteva rispondere anche alla domanda che T'Lani gli aveva fatto poco prima: perché gli Shar'ar Dosh avevano avuto bisogno di comparire di persona nella sala ologrammi, anziché limitarsi ad influenzare la Keane. Stando fuori fase, non potevano influenzare la realtà.
"Molto opportuno, per degli scienziati... - mormorò Shran - e i nostri? Gli ostaggi, potrebbero essere stati sottoposti anche loro all'inversione di fase?"
Ramar strinse le spalle:
"Suppongo di si... Ma non possiamo saperlo con certezza. Se così fosse, potrebbero anche essere qui, nel mio laboratorio e noi non saremmo in grado di vederli"
Shran si alzò di nuovo, andando a guardare il monitor sul quale girava lo schema della Base. Puntò il dito sulle zone colorate in azzurro:
"Ma possiamo vedere le particelle croniton." - disse, e sorrise.


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18.15 - Le Cavie delle Cavie

Autore: Ambasciatore Klingon Rogal Dothrak

Deep Space 16 - Laboratorio scientifico - 10/06/2396 - ore 21:15


"Così non va..." borbottò il Comandante Roberts all'indirizzo dello schermo del computer "Dovresti essere più collaborativo!"
=^=Specificare la richiesta=^= rispose servizievole il computer
"Specificare... la fai facile! Come faccio a far uscire delle persone da una tasca temporale?"
=^=Bip! Ricerca in corso. Riscontro sui parametri di ricerca trovato.=^=
"Sul serio?" L'ufficiale scientifico di Deep Space 16 guardò perplesso lo schermo "Mostramelo allora"

Ci mise alcuni minuti a leggere il resoconto della missione e il rapporto del collega della USS Wayfarer. La Dottoressa Spini, il medico di bordo, era stata rapita e rinchiusa in una bolla temporale da un folle che si era innamorato di lei. Nessuno riusciva a trovarla perché la strumentazione rivelava solo delle tracce cronometriche e la cella in cui era rinchiusa era totalmente invisibile.
Il Comandante Who, l'ufficiale scientifico della nave, era riuscito a liberarla alla fine... ma come?

"Santo cielo! Quel tipo è pazzo!" esclamò lo scienziato studiando le specifiche tecniche dell'azione intrapresa "Però può funzionare... magari senza rischiare di morire nel tentativo però! Computer qual è la posizione del Tenente Comandante David Who... matricola Delta-Whiskey-2357."
=^=Il Comandante Who si trova sulla Terra presso l'Istituto di Ricerca della Flotta Stellare=^=
"Mettimi in comunicazione con lui... dobbiamo parlare."

Deep Space 16 - Alloggio del Marinaio di Seconda Classe Resed - 12/06/2396 - ore 09:24


=^=E' pronto signor Roberts?=^= chiese il Capitano Shran attraverso il badge di comunicazione
"Siamo pronti Signore!" rispose lui controllando il tricorder "La concentrazione di cronotoni è alta in questo punto, sono certo che il corpo si trovi qui... certo all'80%... forse..."
=^=Beh fra poco lo sapremo direi=^= rispose il Capitano fiducioso.

Ramar, Tara e Durani, indossavano delle tute grigie simili a quelle della manutenzione con protezioni e schermature aggiuntive su alcune parti del corpo. Sulla schiena tenevano agganciati degli zaini di grosse dimensioni collegati attraverso un tubo ad una sorta di fucile.
"Ah, io sto pensando che questo equipaggiamento un vero e proprio collaudo non l'ha mai avuto." commentò Tara lanciando un occhiata all'arma che teneva in mano.
"Me lo sto rimproverando." rispose Ramar dubbioso
"Anch'io." borbottò Durani
"Non ha senso preoccuparsi ora." propose dopo un attimo Tara
"Perché preoccuparsi? Ognuno di noi porta sulla schiena un acceleratore particellare non autorizzato." confermò l'ufficiale tattico con una scrollata di spalle.

"Signor Sonx lei è pronto?" chiese l'ufficiale scientifico lanciandosi un'occhiata alle spalle.
"Squadra medica pronta, voi li riportate qui e poi ci pensiamo noi!" rispose il medico sorridendo come solo un denobulano riusciva a fare
"Bene signori, accendiamo!"

Gli zaini iniziarono ad emettere un minaccioso ronzio e la squadra medica fece un ulteriore passo indietro. I tre si disposero attorno alla più alta concentrazione di cronotoni e ad un cenno di Ramar iniziarono l'emissione delle particelle.
Dalle armi non uscì niente di visibile, ma l'aria sembrava tremolare come durante un pomeriggio estivo.

"Non incrociate i flussi." avvertì l'ufficiale scientifico
"Perché?" chiese Tara curiosa
"Non ne ho idea, ma meglio non rischiare." rispose Ramar sul vago.

L'aria prese a tremolare sempre di più finché qualcosa sembrò iniziare a disfarsi. Con un 'pop' simile allo scoppiare di un palloncino, il corpo blu del boliano apparve, nudo, disteso sul pavimento della sua stanza.

"Squadra medica!" esclamò Ramar facendosi da parte mentre gli infermieri si facevano avanti.

=^=Dottor Sonx come sta Resed?=^= chiese immediatamente Shran che aveva seguito tutta la procedura attraverso il suo monitor
"Sembra che stia bene... il che è molto strano. Non ci sono segni di malnutrizione, eppure dovrebbe essere disidratato e malnutrito dopo tutti i giorni passati senza assumere nessuna sostanza."
=^=Lo può svegliare?=^=
"Non lo so, se si tratta di un coma indotto posso farlo senza problemi, ma preferisco portarlo in infermeria prima di provare qualsiasi cosa." detto questo fece un gesto ai suoi uomini che misero il corpo su una barella e lo portarono via.

"Uno fatto e altri ventisei da fare!" esclamò Ramar soddisfatto
"Ci dividiamo?" chiese Tara
"Si meglio, almeno possiamo fare più danni." commentò Durani divertita

Luogo sconosciuto - Contemporaneamente


"AAAAAAAH!" l'urlo di Resed raggiunse Claire mentre si trovava in cucina. Il primo ufficiale si lanciò immediatamente al soccorso di uno dei suoi uomini, ma come era da prevedere fu solo la seconda ad arrivare. Riccardi, il capo della sicurezza, sembrava essere sempre a portata di mano quando qualcuno era nei guai. I due si lanciarono un' occhiata piena di determinazione.

"Signor Resed cosa succede?" chiese Claire mentre cercava di fermare il marinaio che correva in maniera scomposta attorno al tavolo urlando come un ossesso.

Dopo un paio di tentativi andati a vuoto, Riccardi intervenne agguantando il giovane boliano e bloccandolo in una presa ferma ma delicata.

"Signor Resed! Cosa le succede?" chiese la donna preoccupata.
"Il mio corpo! Il mio corpo scompare!" esclamò il marinaio in preda al panico.
"Io..." per un attimo non videro niente, ma poi accadde. Alcune parti del corpo del boliano sembravano sparire per poi ricomparire in modo casuale. "Sente dolore?"
"AAaah... ehm... no" mormorò Resed dopo aver guardato la sua mano destra che spariva e riappariva
"E allora perché urla! Mi ha fatto prendere un colpo!" commentò Riccardi dandogli una pacca amichevole sulla nuca.
"Che mi sta succedendo signore? Morirò me lo sento! Il Comandante Rekon mi ucciderà se muoio senza il suo permesso!" Riccardi gli diede di nuovo una pacca sulla nuca e Resed parve calmarsi senza però smettere di guardarsi le mani.

"Non so cosa le stia succedendo ma non credo che sia una cosa provocata dai nostri rapitori." commentò il Comandante Drillrush osservando attentamente gli effetti di sparizione sul corpo di Resed.
"Mi gioco lo stipendio che qui c'è lo zampino del Comandante Roberts!" esclamò speranzoso Riccardi
"Può essere... Adesso si calmi e si metta seduto la. Non credo che sparirà tanto facilmente. L'alieno ci ha detto che siamo prigionieri delle nostre menti, se alla stazione avevano la possibilità di svegliarci l'avrebbero già fatto."
"Crede davvero a quello che ci ha detto quel tipo?"
"No, ma sembrava sincero. Ma non saprei proprio come fare a svegliarmi da questo incubo."

Deep Space 16 - Infermeria - 12/06/2396 - ore 10:26


"Che mi dice dottore?" chiese Shran guardando i ventisette corpi distesi su altrettanti bioletti.
"Sono tutti in ottime condizioni, ma al momento non riesco a svegliarli" commentò dispiaciuto Sonx
"Come mai?"
"Non lo so, non sono in stato di coma, non sono drogati... semplicemente dormono. Sono in piena fase R.E.M., in uno stato di sonno profondo."
"Possibile che non ci sia niente che possiamo fare?"
"Ci vorrebbe uno stimolo abbastanza forte da farli svegliare... potrei provare con il dolore ma preferisco provare altre strade.
"Forse io ho un'idea!" commentò Shran sorridendo "Computer apri un canale con la Stazione Marconi."

Era stato piacevolmente sorpreso dalla decisione dell'Alto Comando della Flotta Stellare, di dare alla stazione il nome della sua vecchia nave. Nave che si era praticamente sacrificata per rendere stabile il tunnel spaziale. Era come un mausoleo dedicato alla sua 'vecchia amica' ormai scomparsa.

=^=Qui Stazione Marconi, Capitano Shran cosa posso fare per lei?=^= chiese Thompson apparendo su uno schermo dell'infermeria.
La spiegazione dei fatti accaduti fu sbrigativa, dopotutto Thompson aveva avuto la possibilità di tenersi aggiornato attraverso i rapporti inviati alla Flotta Stellare.
=^=Il Signor Rekon è proprio qui di fianco a me ed ha ascoltato tutta la conversazione mentre faceva finta di collegare un replicatore nel mio ufficio.=^= il tellarite sbuffò irritato senza smettere di lavorare =^=E' stato in ansia da quando ha saputo che il suo pupillo era sparito!=^= nuovo grugnito infastidito.
"Salve Signor Rekon, è bello vederla!" esclamò Shran quando il vecchio ingegnere fece la sua comparsa, un po' imbarazzato, sul monitor.
=^=Come sta il ragazzo?=^= chiese adocchiando la forma distesa sul bioletto
"Sta bene, ma non riusciamo a svegliarlo, è come se fosse imprigionato in un sonno profondo e..."

=^=RESED! RAZZA DI SCANSAFATICHE! ALZA QUEL CULO SECCO E DATTI UNA MOSSA!=^= sbraitò il tellarite facendo drizzare le antenne di Shran

Il boliano in questione schizzò come una molla e sarebbe caduto dal letto se Sonx sorpreso non l'avesse preso al volo.

"SONO SVEGLIO! SONO SVEGLIO!" urlò il giovane guardandosi in giro e cercando i suoi strumenti "Oh..." disse dopo un attimo.

=^=Capitano Shran, quando può me lo rimandi indietro... quello si mette nei guai se non lo tengo sotto controllo.=^= detto questo, il tellarite, uscì dal campo visivo e si sentì distintamente il suono di qualcuno che si soffiava il naso.
=^=Incredibile, il Signor Rekon commosso!=^= commentò Thompson sorpreso
"Non è burbero come vuol farci pensare!" rispose Shran sorridendo
=^=Guardate che vi sento! Non avete niente di meglio da fare voi due?=^= borbottò il tellarite che si era rimesso a lavorare come se niente fosse.
"Grazie a tutti voi... vi farò sapere le novità. Shran chiudo!"

Il risveglio degli altri ventisei uomini si svolse nella stessa maniera. Shran poté conoscere così i suoi uomini anche più intimamente.
La madre del Comandante Drillrush fu dolce e fece risvegliare la figlia con una gentile canzone che le cantava ogni volta che la svegliava da bambina, il che rese Claire molto imbarazzata.
Il marinaio Deker fu svegliato da suo padre che gli ordinò, ma senza l'enfasi del Capo Ingegnere della Stazione Marconi, di rimettersi al lavoro.
Il cardassiano Parmak si risvegliò solo quando il dottor Sonx gli mise sotto il naso dei dolci terrestri che lui adorava.
Il Comandante Riccardi fu svegliato dai sussurri all'orecchio di due tenenti, una Caitiana e una umana, che Shran non conosceva ma che non poté fare a meno di apprezzare.

Alla fine ognuno dei ventisette rapiti tornò alla realtà.

"Come si sente Comandante?" chiese Shran avvicinandosi al letto del suo Primo Ufficiale, quando la comunicazione con la madre sulla terra finì.
"Bene Signore, sapevamo di essere prigionieri di noi stessi, ma non capivamo come uscirne. Gli stimoli esterni sono stati decisivi."

"Complimenti, nessun'altra cavia aveva raggiunto un tale traguardo!" le forme incorporee di due Shar'ar Dosh apparvero in infermeria. I visori a forma di uccello li rendevano inquietanti.
"Computer attivare protocollo Omega" ordinò Shran e sulle pareti dell'infermeria apparve una luce azzurrognola.
"Questo vostro tentativo è inutile." commentò l'alieno con tono di superiorità
"Davvero?" chiese il Capitano drizzando le antenne divertito.

"Cosa... come avete fatto?" chiese di nuovo l'alieno con un tono questa volta più spaventato
"Sullo scudo che ci circonda passa un flusso di particelle che vi impedisce di sfasarvi nel tempo. Direi che per ora vi dovrete accontentare di rimanere in quello stato semi intengibile."
"Sciocchezze, ci basterà fare così..." lo Shar'ar Dosh parve concentrarsi.

"Computer annullare lo scudo!" ordinò Shran senza capire come avesse pensato di dirlo.
=^=Richiesta negata=^=
"Ah dimenticavo, il computer ha il pieno controllo dello scudo. Nemmeno i miei codici funzionano!" commentò soddisfatto l'andoriano.
"E qual è il vostro piano? Imprigionarci e tenerci qui dentro insieme a voi?" chiese lo Shar'ar Dosh sempre più insicuro.
"Oh ma noi possiamo uscire... lo scudo non è così forte da impedircelo. Il Signor Roberts e il Dottor Sonx non vedono l'ora di studiarvi. Hanno in mente molti esperimenti per capire il modo con cui vi spostate... per i prossimi vent'anni sarete tutti molto impegnati."

I due Shar'ar Dosh si guardarono sempre più spaventati. Essere dalla parte della cavia sembrava atterrirli.

"Naturalmente potete sempre palesarvi in modo tangibile nel nostro continuum per uscire dallo scudo... il Signor Riccardi sarà lieto di darvi il benvenuto." Il capo della sicurezza si alzò minacciosamente dal letto facendo scricchiolare le ossa del collo.

"Penso che non sarà necessario." Una nuova forma apparve nella stanza. L'abbigliamento e l'elmo a forma di uccello lo rendevano indistinguibile dagli altri due, ma questo divenne solido.
"E lei sarebbe?" chiese Shran sperando in un qualcosa che risolvesse l'impasse che si era andata a creare.
"Sono Shar'ar Dosh, il cammina mente..."
"Non avete un nome proprio? Per distinguervi" commentò Riccardi
"A cosa serve un nome a coloro che possono comunicare mentalmente fra loro?" rispose il nuovo arrivato piegando la testa e assomigliando ancora di più ad un rapace.
"Ogni traccia mentale è unica e quindi ogni pensiero porta con se anche l'identificativo di chi lo ha pensato" esclamò Sonx
"Esatto..." rispose lo Shar'ar Dosh con un gesto di assenso.
"Perché dice che non sarà necessario?" chiese Shran
"I due Shar'ar Dosh sono stati esautorati. La mentalità pacifista ha preso il sopravvento."
"Non capisco..." mormorò l'Andoriano guardando il suo Primo Ufficiale.
"Credo che sia il tipo che ha cercato di aiutarci." commentò il Comandante Drillrush
"Per me sono tutti uguali!" esclamò Riccardi con una scrollata di spalle.
"Cosa intende con mentalità pacifista?" chiese di nuovo Shran incrociando le braccia al petto.
"La nostra cultura, la nostra società, i nostri pensieri... tutto viene cambiato nel momento in cui la mentalità cambia." cercò di spiegare l'alieno senza troppo successo.

=^=Capitano Shran, credo di poterle spiegare io in termini più semplici.=^= disse l'Ambasciatrice T'Lani che aveva seguito tutto l'evento dal suo ufficio.
"Lo faccia allora, perché non mi è molto chiaro."
=^=La loro società dev'essere come una mente alveare. Non come i borg nei quali tutti sono riuniti in una sola mente, ma comunque estremamente connessi gli uni agli altri pur mantenendo della 'zone private'. Quando un pensiero, nel nostro caso il voler studiare le altre razze senza rapimenti o esperimenti, viene formulato e viene accettato dalla maggioranza della loro razza, quel pensiero diviene la nuova moralità e di conseguenza ogni Shar'ar Dosh si attiene a questo nuovo pensiero... affascinante...=^= terminò l'Ambasciatrice vulcaniana sollevando un sopracciglio.
"E' così?" chiese il Capitano Shran cercando una conferma.
"Esattamente... io sono il nuovo Capo Studioso. E non ci saranno più altri esperimenti con le razze di differenti reami di esistenza. Ho avuto modo di studiare i vostri metodi e riteniamo che potrebbero funzionare anche per noi."
"E per quella cosa che gira per la mia stazione?"
"Il Vimalum è già stato fatto rientrare. Riporteremo anche lui al suo reame di appartenenza."
=^=Quindi è tutto finito? Avete ammazzato dei miei compatrioti sulla nave là fuori! O ve ne siete dimenticati?=^= chiese irato l'ambasciatore Romulano anche lui in comunicazione
=^=E messo in pericolo la vita di alcuni ambasciatori!=^= commentò l'Ambasciatore klingon con tono minaccioso ma con un luccichio di curiosità nello sguardo.
"Non possiamo cambiare quello che è stato fatto, ma il nuovo pensiero deve fiorire negli Shar'ar Dosh... non vogliamo più che succeda di nuovo."

"Direi di mettere la cosa ai voti. Raggiungere un accordo di non belligeranza o continuare a rovinarci la vita a vicenda?" chiese Shran rivolto ai tre ambasciatori
=^=Direi che sarebbe illogico fare a loro quello che per noi è un comportamento aberrante. Propongo di chiudere la faccenda ed iniziare a pensare al futuro...=^= propose T'Lani
=^=Sono d'accordo, meglio conoscere il proprio nemico... prima di iniziare a considerarlo un amico. Anche se la decisione spetta all'Ambasciatore Romulano, dopotutto è stato il suo popolo a subire il maggior danno=^= commentò l'ambasciatore Klingon
=^=Capisco...=^= Jo'Trel sospirò =^=Acconsento a firmare un trattato di non ostilità, ma sappiate che le specifiche degli scudi sono già state mandate all'impero. Se solo un altro Shar'ar Dosh ci farà qualche altro scherzo sarà l'ultimo che la vostra razza potrà fare a chiunque!=^= esclamò minaccioso
=^=Concordo... non pensiate che essere sfasati nel tempo ci possa impedire di trovarvi!=^= aggiunse Rogal

"Quindi siamo tutti d'accordo... ci sia la pace!" mormorò soddisfatto il Capitano Shran

=^=Parametri raggiunti. Scudo eliminato=^= commentò il computer di bordo.

Deep Space 16 - Sala di Controllo - 15/06/2396 - ore 12:26


"Basta non li sopporto più!" esclamò Shran entrando a passo di carica nella sala principale della stazione spaziale. "Perché non abbiamo anche un ambasciatore umano? Perché ne devo fare io le veci?"
"E' la stessa cosa che si chiedeva il Capitano Thompson dopo ogni riunione." commentò divertito Riccardi dalla sua postazione.
"Beato lei Signore che può dialogare alla pari con i più alti esponenti delle altre razze." disse Tara mentre nascondeva un sorriso dietro il suo terminale
"Già una vera fortuna. Almeno con gli Shar'ar Dosh abbiamo finito. Hanno accettato di mandare dei rappresentanti presso la Federazione e i due Imperi. Almeno da ora in poi se la sbrigheranno loro." sbuffò l'Andoriano sedendosi scompostamente sulla sua poltrona.

"Quanto spesso accadrà? Voglio dire... non sarà sempre così vero? Tante chiacchiere dopo ogni evento!" borbottò imbronciato dopo alcuni minuti di silenzio.
"Per ora è sempre stato così. Quando succede qualcosa le cose si calmano, ma per il resto sarà impegnato con riunioni praticamente giornaliere." rispose Riccardi strizzando un occhio al Primo Ufficiale che sorrise divertita.
"Pensate che Thompson vorrebbe fare a cambio e tornare su DS16Gamma?" chiese il Capitano con tono speranzoso.
"Neanche morto!" fu la lapidaria risposta di Durani dalla sua postazione.
"Come immaginavo..." ribatté sconsolato Shran affondando ancora di più nella poltrona.


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18.16 - Fammi Entrare!

Autore: Tenente Comandante Tara Keane

Alloggio Tara Keane - 16/06/2396 ore 00,35


Sulla stazione da un paio di giorni era tornata la tranquillità e Tara, nel suo alloggio, tentava di capire come doveva fare con Rogal. La testa le diceva di andarci piano, perché sentiva che nascondeva qualcosa, anche se non capiva cosa, e tutto il suo seguito klingon la guardava con ostilità e sospetto, tranne il vecchio Vorn, che, dopo i fatti causati dal Vimalum, aveva guadagnato il suo rispetto.
Il cuore e quel suo sesto senso che l' aveva sempre guidata nella direzione giusta, invece, le urlava di correre da lui, di fregarsene delle ripercussioni che ne sarebbero derivate, perché Rogal era tutto ciò che le serviva per essere felice.
Il suono improvviso del campanello della porta la riportò alla realtà : posò la tazza di Irish coffee sul tavolino davanti al divano su cui era sdraiata e si alzò per andare a vedere chi veniva a rompere a quest'ora.
" Chi è? " chiese cercando di non sembrare troppo scocciata.
" Sono io ." Rispose la profonda voce di Rogal. "Fammi entrare ! "le disse.
Tara non ci pensò un secondo e aprì la porta.

Alloggio Tara Keane - ore 04,50


Mancavano pochi minuti alle cinque e tra un paio d'ore la stazione spaziale avrebbe ripreso la sua normale routine lavorativa e a Rogal restava ancora poco tempo per godere della vicinanza del corpo di Tara che dormiva tra le sue braccia. Doveva lasciare l'alloggio di Tara al massimo entro mezz'ora, se voleva rientrare nel suo appartamento senza essere visto . Adesso, però, doveva trovare la forza di svegliarla e spiegarle che dovevano tenere segreta la loro storia . Sapeva che sarebbe stato complicato, ma temeva per la sua sicurezza, se qualcuno del suo entourage fosse venuto a conoscenza di quello che stava nascendo con questa splendida mezzosangue. Certo farglielo capire senza spiegarle il perché non sarebbe stato facile, Rogal spero' che Tara si fidasse di lui abbastanza da accettare la situazione senza fare troppe domande. E dolcemente la svegliò.
"Buongiorno!" disse Tara aprendo gli occhi, richiamata alla realtà dalla voce di Rogal che la chiamava "é già ora di alzarsi?"
"No, è presto, ma io devo andare, se voglio farmi trovare nelle mie stanze al risveglio di Vorn."
"Perché? non sei libero di passare una notte fuori? Mi sembri abbastanza cresciuto!" ribatté lei, staccandosi dall'abbraccio che l'aveva scaldata nel sonno. Lo guardò negli occhi e vide che dubbio e preoccupazione avevano preso il posto della passione e dell'amore, che vi aveva letto solo qualche ora prima. "Cosa c'è?" gli chiese.
"Non so come dirtelo, perché è qualcosa che non voglio fare..." cominciò Rogal mettendosi seduto.
a Tara si gelò il sangue nelle vene *Bene, è appena iniziata e vuole già troncare!* pensò.
"...ma dobbiamo tenere segreta la nostra relazione!" terminò d'un fiato il Klingon.
Tara sospirò mentalmente, sollevata dalla frase pronunciata da lui.
"Mi hai spaventata: pensavo volessi già lasciarmi!"
"Come puoi solo pensarlo? Non posso nemmeno pensare di starti lontano: non so cosa mi hai fatto, ma mi sei entrata nel cuore e nella mente così profondamente da aver trasformato il tempo nell'attesa di rivedere te. Ed è per il tuo bene che nessuno deve sapere di noi! Non sarà facile e non potremo vederci tanto quanto vorremmo, e in pubblico dovremo mantenere rapporti formali. Per di più non posso nemmeno spiegarti il motivo di tutto ciò, quindi se tu decidessi che non ti sta bene questa situazione, sarà dura, ma lo accetterò!"
Rogal disse tutto ciò senza guardarla, perché temeva di leggere nei suoi occhi la delusione per il tipo di storia che le poteva offrire in questo momento e che lei non meritava.
Tara ci pensò un attimo, poi si alzò appoggiandosi alla testiera del letto e rispose.
"Ora ti dirò qualcosa di me che non puoi sapere, perché mi conosci ancora troppo poco. E' una cosa a cui tu sei libero di credere oppure no, ma io ho una specie di sesto senso che mi porta a trovare sempre la via giusta: che sia in un bosco o tra le stelle, non mi sono mai persa. Nei momenti di difficoltà c'è come un filo rosso che mi compare davanti e che mi basta seguire per prendere le decisioni giuste. Anche nelle scelte di vita, mi ha aiutato a fare le scelte migliori per me: Impero o Federazione, famiglia o carriera. Ho sempre seguito questo filo rosso e finora non ho mai sbagliato. Quando ti ho conosciuto, ho provato subito una forte attrazione per te, ma sentivo che legarmi troppo a te poteva portare a scelte per il mio futuro che avevo già escluso. Sai, se mio padre lo venisse a sapere, saresti un candidato fin troppo perfetto come sposo: casato importante, ma non quanto il nostro e di cui non sei l'erede! Stavo per rinunciare, ma all'improvviso questo filo rosso è riapparso, e porta direttamente a te, quindi so che sei tu la mia strada giusta!" terminò prendendogli la mano destra e portandosela alle labbra per baciarla.
Il volto, solitamente duro del Klingon, s'aprì in un sorriso soddisfatto " Grazie, mia adorata, temevo mi dicessi che non potevi accettare una situazione così complicata, però devi fidarti di me. Ci vorrà tempo e non sarà facile, ma troverò il modo per poter vivere con te al mio fianco, senza che nessuno dei due debba rischiare la vita!"
"Cosa nascondi Rogal? Perché è così pericoloso?"
"Ti prego Tara, non chiedermelo! Meno sai e più sei al sicuro: giuro che appena potrò ti spiegherò tutto!"
"Io mi fido di te." Rispose Tara abbracciandolo forte. Rimasero così per qualche istante, che parve loro eterno, poi lei si staccò e gli disse "e adesso vestiti e sparisci di qua prima che i tuoi cani da guardia comincino a cercarti per tutta la base!"
Dieci minuti dopo Tara, vestita di una troppo corta vestaglia di seta nera, s'affacciò sul corridoio per controllare che la via fosse sgombra.
"Puoi andare, non c'è nessuno."
Rogal le passò davanti, dandole un veloce bacio di saluto.
"Non so quando riuscirò a tornare, ma ti troverò qua?" le chiese.
"Sempre." rispose lei e, a fatica, lui si voltò e uscì dalla stanza.


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FINE MISSIONE