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ATLANTIS - MISSIONE 04 RSS ATLANTIS - Missione 04

04.02 "Dove ci sono voci diverse"

di Joshua Enric Random, Pubblicato il 21-10-2018


Uss Atlantis 5 ottobre 2173 Ore 9:00 (in viaggio verso il sistema Kentall)



La USS Atlantis procedeva in velocità curvatura verso il punto di randez
vous con la Deter, un'unità navale di classe Cruiser, destinata a condurre
le indagini insieme alla nave del capitano Cortes sull'incidente della
presunta stazione vulcaniana nel sistema Kentall.

Il capitano fissava i dati sul proprio padd che riportavano i diari di
bordo che gli Andoriani avevano passato al consiglio federale della nave
che aveva scoperto la stazione e aveva ingaggiato per eliminare il
pericolo. Le bio-tracce rilevate corrispondevano al profilo genetico dei
vulcaniani. La cosa in sé non era nuova alla Federazione, già in passato
era stato scoperto un tempio spirituale vulcaniano che fungeva da stazione
spia verso Andoria, ma proprio per l'improbabile logica che i
vulcaniani abbiano potuto ripetere l'errore, Fabio provava forti dubbi
sulla questione. E non era il solo a bordo dell'Atlantis a pensarla in
questo modo.
"Siamo in prossimità del punto di incontro. Stiamo uscendo da curvatura",
disse Random con il suo tono di voce replicato da un dispositivo nella gola
che ne dava un'assonanza metallica e ruvida. Ormai Cortes si era abituato e
il suono della voce del suo timoniere non sembrava meno famigliare di
quello ben più dolce e giovanile della Reis, il brillante ufficiale alle
Comunicazioni.

"Ci sono già i nostri compagni di investigazione?", chiese il capo
ingegnere Keyl alle prese con la sua limpida consapevolezza di dover
condurre buona parte delle indagini sull'incidente. Nella sua voce c'era
attesa e una porzione di curiosità non celata.

Random lanciò una rapida scansione e si voltò verso i colleghi: "Sì,
proprio davanti a noi". E diede la connessione video sul display principale
su cui si affacciò senza gloria od onore, una nave Tellarite,
immobile nelle coordinate del punto di incontro.

"Reis, apra un canale. Iniziamo le danze". La giovane ufficiale rispose
immediatamente e stabilii il contatto. Sullo schermo al posto della nave
apparve il sempre poco esteticamente volto di un Tellarite, completo di una
peluria che scendeva incerta dal naso suino.

<< Ben arrivati. Vi attendevo 10 minuti standard fa. Direi che la
puntualità non sia un punto di forza di voi federali. Vediamo se lo sarà la
vostra capacità investigativa. Sono il capitano Derak, mettiamoci al lavoro
subito.>>

Cortes chiuse gli occhi, per far crescere in una frazione di secondi quel
briciolo di pazienza in più necessaria per non creare un secondo incidente
diplomatico. Poi si presentò: "La puntualità purtroppo ha poco a fare con
tutte le procedure federali autorizzative ad un'operazione del genere.
Chiamiamola con il termine tanto umano: "vincoli amministrativi".
Sono Cortes, capitano della USS Atlantis. Concordo sul procedere da subito. Io mi
recherei alle coordinate della stazione e manderei sul posto un away team.
Per noi terrestri ci saranno il Guardiamarina Reis, linguista ed addetta
alle Comunicazioni e l'ingegnere capo Keyl. Credo che sia opportuna una
presenza scientifica e di Sicurezza o tattico. Siete in grado di fornire
questo ausilio?", il capitano si era dimostrato diplomaticamente audace e
in grado di mettere all'angolo il Tellarite, il quale sbuffò, disse
qualcosa nella sua lingua poi riprese:
<< E' naturale. Invierò Zesar, ufficiale scientifico capo, Millrod, addetto
alla sicurezza e, giusto per essere certi che l'indagine sia condotta nel
modo più inequivocabile e serio possibile, anche un nostro ingegnere Kylan.
Tra 4 minuti saremo sul posto. Vi passerò le coordinate del luogo in cui
teletrasportare la vostra gente. Derak, chiudo.>>

"La simpatia non è un suo punto di forza", ironizzò Random scuotendo il
capo, mentre stava già impostando la breve rotta a velocità subluce verso
ciò che restava della stazione.

Cortes sembrava pensieroso, mentre Dorothea strinse le mani a pugno. Sulle
sua spalle gravava una nuova responsabilità e il timore di un imprevisto
fallimento. Cosa che Thea non voleva vivere. Consapevole inoltre dei suoi
limiti oggettivi di memoria. Cominciava ad avere il sentore che questa
indagine sarebbe stata tutt'altro che facile. Nel frattempo l'ingegnere
capo originario di Agrigento, stava già facendosi una check list mentale
degli aspetti da approfondire quando sarebbe stato a bordo della stazione.
Se da un lato la Reis viveva di emozioni, l'ingegnere viveva di quella
praticità tangibile che lasciava meno tempo a ciò che provava.

Ma ciò che restava della stazione era ben poco consolante. La nave
Andoriana non aveva solo messo fuori uso l'antenna, aveva colpito in
diversi punti dello scafo, obbligando il campo di contenimento a lavorare
di più di quanto era stato previsto: si presentavano a macchie di leopardo
alcuni varchi nello scafo. La cosa colpì immediatamente Cortes: "Gli
andoriani devono avere un concetto poco famigliare con quello terrestre sul
far fuoco sulle antenne. Direi che il fuoco, per quanto assomigli
maggiormente ad un meno legale disruptor antimateria, non si sia limitato
alle antenne".

Random fece un cenno d'assenso e aggiunse: "Mi pare quindi naturale
ammettere che a bordo della stazione ora non ci siano segnali di vita".

"Bene, andiamo a vedere", chiuse il capitano, mentre Dorothea e Jonthana si
stavano alzando dalle rispettive postazioni.

Stazione non identificata 5 ottobre 2173 Ore 9:10 (Sala controllo)


Il teletrasporto fece scintillare le sagome dei cinque ufficiali con un
dorato bagliore nel cuore della Control Room della stazione. La prima cosa
che i presenti inevitabilmente notarono furono le luci soffuse. Le
poltroncine presenti erano configurate per umanoidi e questo escludeva da
subito alcuni improbabili razze. Negli arredi non vi erano particolari
indicatori di razza. Erano tutti adeguatamente anonimi e privi di carattere
culturale.
Keyl si fece avanti per presentarsi ai tre Tellariti, i quali non
intenzionati a stringere amicizia ma tantomeno ad essere educati, si
voltarono con i tricorder spianati lampeggianti.
"Bene, lasciamo perdere i convenevoli", disse sorridendo alla Reis.
Lei alzò le spalle, ormai abituata a rapporti con alieni al meglio
altalenanti. "io controllo i diari di comunicazione, partirei dagli idiomi
utilizzati", e Keyl fece un cenno d'assenso. "io mi soffermo invece sui
sistemi software. Se di vulcaniani si parla, di certo i loro sistemi sono
identificabili facilmente, o almeno credo".
Si trovò subito accanto al Tellarite ingegnere, Kylan. "Vorrei accedere al
sistema operativo", disse Keyl per potersi far concedere lo spazio
necessario per allungare le dita sulla consolle.
"L'ho sto già facendo io, non vede. Si occupi di altro", aggiunse Kylan.
Ma Jonathan non era persona da lasciar perdere: "Non è quello che intendo
fare. Se mi lascia operare anche a me, potremmo analizzare i dati insieme.
Io sono interessato ad analizzare i sistemi gestionali di bordo, lei?"
"Non credo che la cosa la riguardi, quanto al più posso riferirle il
risultato finale", un po' dal tono spocchioso concluse il Tellarite.
Keyl provò l'istinto, questa volta perfetta mixitè tra emozioni e
praticità, di dare una spallata al collega Tellarite e prendere il
controllo della consolle. Ma la cosa poteva apparire poco nobile, così
provò ad accedere da un'altra consolle, dove la routine di accesso sarebbe
stata più lunga, ma almeno era libero di operare.

La Reis si voltò turbata verso Keyl: "quando ha un attimo, venga a
vedere". Sussurrò, per non destare l'attenzione dei tre tellariti così
presi dal loro lavoro, da non pronunciare neppure una parola. Keyl era
appena entrato nel sistema e stava scuotendo il capo: "Un attimo Reis, e
sono da lei..vorrei solo." poi ci fu un attimo di silenzio.
Durò un paio di secondi, come se tutto fosse talmente potente da
necessitare di una sorta di raccoglimento, prima di esplodere in un big
bang che poteva assomigliare a questo:

"Klingon!"

La parola fu pronunciata all'unisono da due tellariti e dal Tenente Keyl.

La Reis li guardò perplessa. "scusate?", chiese con sguardo incerto.

"Dietro alle routine di base gestionali vi è una programmazione in lingua
klingon", disse Keylan, seguito da un "esattamente" di Jonathan.

Lei alzò un sopracciglio. "Interessante. Ed io ho trovato tracce di
comunicazioni verso l'esterno che richiamano....la lingua romulana!"

"Non poteva dirlo subito?!" chiese sbalordito Jonathan. Lei sospirò: "Ci ho
provato, ma lei era troppo preso da.."e simulò con le dita lo scrivere
sulla tastiera incessante.

"D'accordo signori. Forse è il caso di iniziare a ragionare...insieme",
disse Keyl. "Ci troviamo davanti ad un paradosso: una stazione con
tecnologia presumibilmente klingon, che comunica con l'esterno in romulano
e, detto dagli andoriani, con presenze vulcaniane? Ma con che cosa abbiamo
a che fare?", chiese il capo ingegnere della Atlantis.

L'addetto scientifico tellarite, Zesar, aggiunse: "non sono gli unici
elementi alieni trovati. Abbiamo trovato diversi sistemi presenti: anche
denobulani, vulcaniani e..sorprendentemente umani e pure tellariti. Ha
tutto l'impianto di una sorta di Consorzio".

"Una piccola federazione autonoma", disse la Reis per sdrammatizzare, ma i
presenti si voltarono seri. "Esattamente", disse Millord, il tellarite
addetto alla sicurezza. Poi aggiunse: "La prima domanda è: se chiunque
questo gruppo rappresentasse, operando sostanzialmente in incognito, perché
non hanno cancellato qualsiasi elemento che potesse ricondurre alla loro
presenza?"

Jonathan assentì: "L'attacco andoriano è stato più violento del previsto.
Forse i presenti, per pochi che fossero, sono stati risucchiati fuori dai
varchi creati nelle paratie?"

"Improbabile. Abbiamo già analizzato i dati e non credo che il sistema di
contenimento sia scattato così tardi da far fuoriuscire delle persone",
rispose Millord, che restava per ora il più collaborativo dei presenti
tellariti. "Mi viene da pensare che queste prove siano state lasciate a
posta. Quindi volutamente per orientarci".

"E verso chi, Millord?" chiese al Reis curiosa, "una gruppo sparuto
inter-razziale parallelo alla Federazione che era interessato a spiare per
qualche ragione i bellicosi andoriani per farli arrabbiare al punto di
attaccarli?

"E'proprio questo il punto. tutto sembra costruito per creare
disorientamento da un lato e dall'altro...", riflettè a voce alta Jonathan.

"Indurci tutti in reciproco sospetto", chiuse l'ufficiale scientifico
Tellarite.

Fu in quell'attimo che i cinque membri diventarono in qualche modo la cosa
più vicina ad un team.
"Bene, cerchiamo altre prove. E' impossibile che non ce ne siano
di...originali", disse Keyl.

Uss DETER, 5 ottobre 2173 Ore 9:35 (plancia)



Derak, seduto nella sua poltrona di comando aveva analizzato i dati
trasmessi e l'evidente incoerenza delle prime prove rilevava a suo giudizio
una volontà ben strutturata di depistare ogni indagine. Per un attimo il
dubbio di una sorta di entità paragovernativa panrazziale gli era sorta,
leggendo le informazioni della sua away team, ma per ora l'ipotesi era
stata accantonata.
Stava sorseggiando una bevanda scura, qualcosa di simile ad un the nero,
quando di colpo sobbalzò dalla poltrona, tirandosi il liquido con le sue
molecole bollenti addosso. Probabilmente imprecò in lingua tellarita. Ma
non per essersi sporcato o bruciato, ma perché era appena uscita dalla
curvatura, davanti alle due navi un vascello vulcaniano di classe
Surak. Ora una nave di classe Surak è talmente imponente ed elegante che la
nave Tellarite sembrava a confronto un insetto.

Derak aprì subito un canale: "Qui Derak della nave Deter. Cosa ci fate in
questo settore? Voi vulcaniani non potete essere presenti, siete
interedetti, è in violazione..".

Fu un attimo e la Deter esplose sotto i pochi ma precisi colpi di phaser
della nave vulcaniana.