Imbarchi










ATLANTIS

presenta


ATLANTIS

Imbarchi

Missione 01






Basato sulla saga di Star Trek di Gene Roddenberry, questa opera amatoriale è il prodotto della ATLANTIS,
simulazione appartenente all'universo narrativo del Gioco di Narrazione PBeM


Starfleet Italy

Gli autori/giocatori hanno creato un proprio alter ego narrativo con il quale sono entrati a far parte della squadra
di comando della ATLANTIS, quindi a turno hanno scritto i brani di questa avventura fantascientifica,
creando appunto questa opera amatoriale inedita e originale basata su Star Trek.




Questo racconto lungo è un'opera amatoriale che puó essere liberamente
riprodotta, purché integralmente, in ogni sua parte, e non a fini di lucro.



Anno pubblicazione 2016



www.starfleetitaly.it | ATLANTIS








Equipaggio

Capitano Capitano Fabio Yager Cortes

Timoniere Tenente Joshua Enric Random

Ufficiale Comunicazioni Guardiamarina Dorothea "Thea" Reis

Capitano
Fabio Yager Cortes
Capitano

Tenente
Joshua Enric Random
Timoniere

Guardiamarina
Dorothea "Thea" Reis
Ufficiale Comunicazioni


ATLANTIS

Autori

Capitano
Fabio Yager Cortes
Marco Calandri

Timoniere
Joshua Enric Random
Roberto Battistini

Ufficiale Comunicazioni
Dorothea "Thea" Reis
Vanessa nd






Sommario


Sinossi
01.01 - Ad un passo dal Paradiso
01.02 - Incontro scontro
01.03 - Scartoffie e bistecche
01.04 - Nave Federale Atlantis NX-28

Sinossi

Ed ecco gli imbarchi di Random, Reis e Cortes sulla nave stellare Atlantis della Federazione.



01.01 - Ad un passo dal Paradiso

Autore: Tenente Joshua Enric Random

15 marzo 2171, Shuttle Leningrad, ore 7.40 am.


"Convergence" si stagliava in tutta la sua potenza emotiva davanti agli occhi del Tenente Random.

I lembi rossi che drappeggiavano in mezzo agli squarci bianchi su fondo nero, erano impressione dell'assoluto imprigionato in quell'atmosfera che sintetizzava spontaneità e controllo insieme.

Così a volte sono i momenti di convergenza nella vita di una persona, così si sentiva in quel momento Joshua.

Molti aspetti del suo passato restavano dominati dal caos e dall'istinto, ma altrettanti stavano per essere collocati nel giusto alveo, assumendo la rinnovata veste di un nuovo inizio.

L'ossessione di fare luce su ciò che è accaduto a suo padre restava il conscio spettro perenne, un fuoco indelebile le cui ceneri non cessavano di ardere nel suo cuore.

Al contempo il sentirsi utile per la Flotta Stellare, il suo rifugio, la sua casa, era la cristallizzazione equilibrata dell'essere giunto a ciò che si desidera, un nirvana professionale incomparabile.

Si passò la mano sulla barba scusa che circondava il suo volto e con un gesto rapido chiuse il quadro di Pollock che appariva sul suo d-pad.

Tra sé si disse: 'Ci siamo'.

Si alzò in piedi, mentre percepiva le leggere vibrazioni dello scafo che testimoniavano la fase di connessione con il cantiere orbitale geostazionario in cui era attraccata la USS Atlantis.

La sua nuova nave, il suo futuro.

Si guardò nello stretto specchio a sviluppo verticale e con gli occhi evitò di guardarsi nel volto, cercando di soffermarsi sulla divisa.

Ne osservò rapidamente i dettagli, la stirò con un gesto della mano là dove presentava lievi increspature tipiche di un viaggio extra orbita in uno shuttle federale da trasporto.

Stretto, scomodo, le cui condizioni di viaggio sembravano richiamarne la stessa temporaneità.

Ma c'era qualcosa di più celato nel suo non fermarsi sui propri lineamenti: c'era tanto di quella difficoltà a trovare un rapporto vero con gli altri.

C'era ancor di più un suo bisogno di elusione, che si materializzava nel soffermarsi sulla superficie delle cose.

Sorrise e, afferrando la sacca con la mano destra, uscì dalla sua minuscola camera per raggiungere il portello d'attracco.

15 marzo 2171, Atlantis, ore 7.40 am


La prima cosa erano gli odori.

Ovunque Joshua si recasse per prima cosa si soffermava sugli odori, come se fossero in qualche modo elementi intimi che rappresentassero l'essenza più profonda del luogo: una sorta di archetipo jungiano degli spazi.

E l'odore che subito lo colpì fu quello del metallo misto ai polimeri da imballaggio: essenza di meccanica appena prodotta.

La cosa lo incuriosì e per un attimo lo distrasse, perdendosi dietro alla sensazione di scoperta.

Distratto al punto da urtare contro qualcuno. Si riprese e si scusò con un giovane uomo, con i gradi da Tenente.

"Lei è nuovo, immagino il nuovo ufficiale al timone, giusto?", i toni erano affabili, colmi di sicurezza e intensità.

Joshua sorrise, colto di sorpresa dai modi accoglienti

"Mi chiamo Josuha Random, signore. Sono esattamente..quello che ha sospettato. Ufficiale alla navigazione".

La voce uscì metallica e distorta a causa della protesi che aveva nelle corde vocali.

Per un attimo si aspettò una reazione da parte dell'ufficiale, ma quest'ultimo rispose con un sorriso:

"Allora benvenuto a bordo. Sono Wolf, capo medico di questa bagnarola".

Random strinse la mano

"Bagnarola non direi proprio...credo che la Flotta Stellare abbia ben poco di paragonabile a questa nave"

"Dovrò fidarmi allora del suo parere, Signor Random, è lei che ci dimostrerà se potremo veramente volare bene"

E con un sorriso tipico di chi ama il proprio lavoro, Wolf lo salutò per proseguire verso l'infermeria.

L'architettura delle unità NX era abbastanza simile in tutte le navi, così Joshua sapeva come raggiungere la plancia.

Più o meno

"Si è perso per caso?" la voce era quella dolce di una giovane donna.

Random si voltò per incontrare gli occhi smeraldo di una bellissima ragazza dalla bionda chioma.

"Ah..sì, diciamo che mi sono orientato meglio di oggi nella mia vita".

Maledisse il dispositivo di comunicazione che sostituiva parte della trachea dopo l'incidente del 15 aprile.

Una data che non avrebbe mai dimenticato.

Lei si avvicinò, muovendosi sinuosa nella divisa e per nulla sorpresa anche lei della sua voce sintetica.

"Nuovo, vero?"

"Aveva dei dubbi?" ironizzò Joshua, ma la giovane si fece di colpo seria.

"Mi scusi...è che mi ricordava un volto noto", rispose la ragazza, ma nel suo tono Random percepì che qualcosa si celava dietro quel suo cambio di umore repentino.

Ed ebbe la sensazione che la sua frase non corrispondeva alla vera verità. Ogni persona è uno scrigno, pensò Joshua.

"Mi chiamo Joshua Random, ufficiale alla navigazione: primo giorno di servizio".

Lei tornò a sorridere

"Benvenuto Joshua. Dorothea Reis, un giorno, forse, potrà chiamarmi Thea. Vedremo.."

Lui fece un cenno d'assenso

"Mi piacciono le sfide...Thea"

Lei continuava a fissarlo

"La plancia è da quella parte" disse indicando la direzione con il braccio destro

"E comunque lei mi ricorda qualcuno. Spero solo che fosse almeno una persona gradevole"

Ammiccando la giovane uscì rapidamente dal campo visivo del Tenente Random.

Lui sperò non per sempre.

La plancia era la plancia.

Indescrivibile in quel senso di potere e controllo che emanava.

Era meravigliosa e al contempo vissuta e reale.

Lì si prendevano le decisioni che dettavano le sorti dell'intero equipaggio, della Flotta e a volte dell'Universo.

Questo significava per Joshua l'essere arrivati.

Convergenze.

Entrò con passo incerto, non sapendo quale tipo di ingresso fare: sicuro e baldanzoso, rispettoso e umile?

Il fatto fu che non ne ebbe tempo.

La voce del capitano Cortes lo raggiunse come un fulmine, carico di elettricità e potenza.

"Finalmente! La stavamo aspettando. Sono il capitano Cortes, Marco Yager Cortes. Lei deve essere il Tenente Joshua Enric Random, il nostro timoniere!".

"Capitano, piacere. Tenente Random a rapporto" e scattò sull'attenti e fece il saluto militare.

"Ma perfavore, lasciamo perdere questi protocolli da marina dell'800. Dico bene, Tenente Kimura?"

L'ufficiale tattico si voltò. Molto formale e compito si limitò ad un:

"Mi permetto di sottolineare come ciò sia innegabilmente inutile qui"

La voce pacata emanava sicurezza e vigore.

Joshua cercò di apparire cordiale, quanto lo erano stati i due alti ufficiali.

"Grazie Capitano, Tenente Kimura. E' un onore prendere servizio su questa nave. Le gesta la precedono anche negli angoli più remoti della galassia".

"Quelli che stiamo per esplorare, Tenente." il capitano Cortes fece una pausa

"Questa è la sua postazione. E' già attiva, è sufficiente che accenda i motori e imposti la rotta".

Random si sedette alla consolle del timone. Diede una rapida occhiata alle funzionalità attivate e tutto era come sul suo precedente imbarco sulla Evermore.

Così prese coraggio e cercò di tagliare quel velo tanto spesso di incapacità comunicativa:

"Destinazione, Capitano?"

Cortes si mise sulla poltrona di comando.

"Ad un passo dal Paradiso"

Joshua sentì il cuore riempirsi di una meraviglia inaspettata.


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01.02 - Incontro scontro

Autore: Guardiamarina Dorothea "Thea" Reis

12 dicembre 2170, Baikonur Cosmodrome, SOL III, ore 22.09


"No! No! Nooooooo! Ferma.. fermateviii!!!"

Su una delle piccole piattaforme di decollo correva urlando a pieni polmoni un giovane guardiamarina con la divisa rossa della sicurezza all'indirizzo della navicella appena partita.

Sembrava fuori di sé dall'agitazione, correndo come un ossesso prima dietro alla scia della navetta e poi, compiendo una brusca virata su se stesso, verso il centro controllo di volo per tentare il tutto per tutto.

Una volta rientrato però all'interno della struttura, essendo a lui sconosciuta la planimetria di quel cantiere nel bel mezzo dall'Asia, si trovò a correre più per disperazione che per reale convinzione di quello che stava facendo.

Era al suo primo incarico e perdeva il suo passaggio.

Si sarebbe preso a schiaffi.

Certo non era colpa sua, il ritardo della navetta di collegamento con Berlino non potevano attribuirlo a lui, ma ad Alejandro Vega Squiretaker non piaceva doversi scusare ancora prima di prendere servizio.

Non conosceva l'equipaggio, ma prendere parte all'attuale missione della NX-04 Atlantis sotto un nuovo ufficiale di comando era per lui elettrizzante e stressante allo stesso tempo.

Voleva fare bella figura.

Era in preda ai suoi pensieri quando fu urtato nella sua corsa da una ragazza bionda, ben più bassa di lui.

Lo scontro, pur non essendo violento, fu abbastanza per fargli perdere l'equilibrio e mandarlo ruzzoloni per terra.

La ragazza emise immediatamente una risata cristallina che per un attimo fece dimenticare ad Alejandro tutti i suoi problemi.

Quando la vide in viso, ebbe un secondo tuffo al cuore.

'Mandato al tappeto tre volte in un colpo solo.. ma tu chi sei??' pensò fra sé il giovane fantasticando sulla bellezza della sua assalitrice tanto casuale quanto misteriosa

Fu quest'ultima ad interrompere quello strano silenzio fatto di sguardi.

"Mi scusi Guardiamarina, ma non l'avevo vista! Dolente di aver interrotto il suo allenamento.. Signor? Si... si sente bene?

"Allenamento? Oh lei intende la corsa.. no stia tranquilla è solo che.. O mierda! Yo soy un pobre burro"

"Ma no! Non dica così!"

"Non capisce Guardiamarina! È sparita... sparita... non c'è più... è partita!!"

"Su, su, va tutto bene! La aiuto a rialzarsi"

"No che non va bene.. io devo trovare un'altra navetta!"

"Una navetta? Io l'ho vista!"

"Sul serio? E dove?"

"È passata di qui un attimo fa".

"Quello lo so, dovevo esserci io a bordo! Un'altra?"

"Aaah.. sì.. ok.. di là allora"

"Dove??"

"Oh... dunque.. io sono arrivata di qua.. lei arrivava di qui.. la navetta.. la navetta è atterrata... uhm.. di là. È atterrata da quella parte, mi segua forza!

"Grazie! Grazie! Mille volte grazie!"

" Si figuri!"

Entrambi presero un corridoio in leggera pendenza verso l'alto che attraverso lunghi tratti retti alternati a scale circolari portava verso la struttura superiore della base.

Il loro passo di camminata era sostenuto, ma all'improvviso la ragazza iniziò ad accelerare e a voltarsi indietro sempre più allarmata.

Al termine di un lungo rettilineo, in prossimità di una gradinata a giro, lei decise di fermarsi e di affrontare il suo inseguitore:

"Vuoi piantarla?!"

Alejandro fu preso del tutto alla sprovvista:

"Cosa?"

"Sto camminando per i fatti miei e tu mi stai seguendo. La base non è abbastanza grande per te?"

"Eh?!?" rispose Alejandro con un'espressione ebete stampata sul viso

"Hai qualche problema, amico? Eh? Allora? Ce l'hai con me? Parla su! Sì? Oh, adesso si che ho paura!"

"Aspetta un minuto!"

"Piantala di seguirmi, capito?!"

"Ma di cosa stai parlando? Mi facevi vedere dove era atterrata la navetta"

"Una navetta? Ehi, ma io l'ho vista una! È decollata di qui un attimo fa! È andata... di là! È andata da quella parte, forza andiamo!"

Dorothea fece per tornare indietro e compiere il tragitto inverso di quello appena svolto.

"Aspetta un momento! Cosa stai facendo? So già dove è decollata quella navetta.. E tu mi hai detto che sapevi dove ce n'era un'altra!"

"Già detto? Sicuro? Oh no..." rispose lei con un espressione stranita sul bel viso

"Se questo vuole essere una specie di scherzo, non è divertente!!"

"No, non lo è. Lo so che non è divertente... mi dispiace tanto, ma io... soffro di perdita di memoria a breve termine.. dimentico le cose all'istante, tutti così in famiglia! Be', insomma... almeno credo... mmmh.. Ma che fine hanno fatto tutti? Posso aiutarla?"

Lui, dal suo metro e novanta, la squadrò per un lungo momento nei suoi occhi verdi. Si immerse in quegli splendidi occhi e vide che lei non mentiva. Era così naturalmente e spontaneamente magnifica. E si innamorò all'istante.

Lei, dal suo metro e sessantuno, lo squadrò per un lungo momento nei suoi occhi azzurri. Si immerse in essi come se stesse cercando di comprendere con chi aveva a che fare.. e alla fine esclamò:

"Scusi Guardiamarina ma noi ci conosciamo? Piacere Dorothea Reis..."

Prima che lui potesse risponderle, un gruppo chiassoso fra guardiamarina e marinai li raggiunse e li oltrepassò.

Lei li seguì senza battere ciglio, a sua volta tallonata da Alejandro.

Col passare dei minuti, si accorse che la ragazza mormorava qualcosa fra sé.. una specie di nenia melodica:

"Un uomo ti ha sognata.. eri bella.. eri giusta.. eri tutto.. Atlantis oh Atlantis.. un giorno, quell'uomo che ti ha sognata, ti ha anche fatta scomparire.. Atlantis oh Atlantis.. per salvarti sei sparita e tutti noi ora ti rimpiangiamo.. o Atlantis.."

Il gruppetto che precedeva Dorothea si scambiava sguardi divertiti, colpi di gomito e gretta ilarità di fronte ad un comportamento tanto stravagante.

Alejandro era l'unico serio.. più volte le sentiva ripetere la parola Atlantis quasi senza motivo, più lanciava sguardi di fuoco su quel gruppo di uomini e donne. Alcuni ne colsero la pericolosità e si tacquero, altri fecero spallucce e continuarono.

Arrivati alla fine a destinazione, il gruppetto fu fermato da un addetto all'imbarco che si avvicinò smanacciando e brontolando sull'enorme ritardo accumulato.

In poco tempo, l'espressione virò d'intensità e si caricò di improperi.. doveva portare dieci membri del personale sulla navetta verso la NX-Atlantis.. ne erano arrivati dodici.

Ne scaturì una discussione che divenne animata.

L'unica a non interessarsene fu Dorothea.

Dimenticata da tutti, o quasi, si avvicinò ad una consolle ed iniziò a digitare quasi senza pensare. Attivò e disattivò una decina di comunicazioni a vari livelli e finalmente arrivò una trasmissione diretta all'addetto del trasporto.

L'iracondo si attaccò alla consolle e intraprese una discussione con l'uomo dall'altra parte. Nel giro di pochi istanti, il suo umore cambiò e divenne un agnellino.

"Il Capitano Yager ha richiesto a bordo il suo addetto Comunicazioni, Guardiamarina Dorothea Reis ed il parigrado della sicurezza Guardiamarina Alejandro Vega Squiretaker. Gli altri restano sulla stazione, fino a nuovi ordini"

Il gruppetto si ammutolì.

Alejandro si limitò a fissare l'espressione di quella stravagante ragazza con quei occhi verdi che brillavano di gioia.

Era sicuro che se avesse potuto, avrebbe fatto a tutti loro una linguaccia liberatoria.

E sorrise anche lui con gioia, finalmente dimentico di ogni sua preoccupazione: avrebbe raggiunto la Atlantis.. coronava il suo sogno e sarebbe stato il più a lungo possibile con quella donna tanto meravigliosa, quanto strampalata.


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01.03 - Scartoffie e bistecche

Autore: Capitano Fabio Yager Cortes

29 ottobre 2170, San Francisco, SOL III, ore 14.09.



La giornata era iniziata male e non era migliorata. Il marinaio Keller gli aveva servito la colazione come ogni giorno ma aveva inavvertitamente urtato il bicchiere con la spremuta d'arancia che era finita sull'uniforme buona. Keller era sbiancato e aveva cercato di pulire la macchia peggiorando la situazione.

Dopo un veloce cambio di uniforme era iniziato il vero e proprio calvario: una lunghissima riunione con l'ammiragliato e alcuni capitano della Flotta in cui vennero illustrate alcune nuove procedure. Per sei ore nessuno parlò di esplorazione, diplomazia, scienza o di minacce verso la Federazione ma bensì di procedure burocratiche. Cortes sopportò stoicamente tutto ciò dicendosi che faceva parte del gioco se voleva comandare una nave avrebbe dovuto utilizzare e compilare una serie di d-padd. Verso la fine riuscì a trattenere le risate quando pensò:
*Ormai un capitano non decide più se lanciare o no un siluro fotonico in base a scelte etiche ma in base alle scartoffie che dovrà complire in seguito.*

Ma ora, finalmente poteva godersi la sua ricompensa. Aveva prenotato in uno dei migliori ristoranti della baia e voleva godersi un buon pranzo su una terrazza con vista sull'oceano.
Dopo un delizioso antipasto, finalmente assaporò il piatto forte: una grandissima bistecca con contorno.

Aveva appena messo in bocca il primo boccone quando una voce alle sue spalle disse: "Il medico non ti ha detto di non mangiare questa roba?"

Fabio si voltò per fulminare il nuovo arrivato e riconobbe il capitano Artirs.

"Il medico dice tante cose... ." Poi con un mezzo sorriso aggiunse: "Ma nemmeno tu lo ascolti mai." Cortes fece un cenno all'andoriano di sedersi.

"Già, vero."

Artirs fece appena in tempo a sedersi che arrivò prontamente il cameriere: "Il signore prende qualcosa?"

"Sì quello che ha preso lui." Poi, con la tipica aria di sfida andoriana, aggiunse: "Ma più grande."

Cortes rise alle parole del collega: "Guarda che devi finirla."
"Ci riuscirò." Puntando le antenne verso il cameriere disse: "Grazie."

Rimasti soli i due capitani ricominciarono a parlare.
"So che ti hanno dato il comando della Atlantis."

"Già." Cortes era fiero: "E' una grande nave."

L'andoriano sorrise:" Esplorazione, è quello che hai sempre sognato."

Fabio guardò la bistecca che, per rispetto verso il collega, non aveva più toccato: "Quelle parole.... Per andare là dove nessun uomo è mai giunto prima... ."

Artirs vide gli occhi dell'amico illuminarsi di orgoglio per il nuovo incarico e sorrise.

Cortes sorrise di rimando e aggiunse: "Ma parlami di te, so che ti daranno il comando della Flavio Ezio."

L'andoriano annuì per poi aggiungere: "L'ho vista nel cantiere ieri sera, sarà varata tra poche settimane."

"Hai già ricevuto il primo incarico?" Chiese Cortes.

"Sì." L'andoriano puntò le antenne verso l'amico: "Dovremo pattugliare e rendere sicuri i confini della Fderazione... sarà una lunga e difficile crociera lungo i confini esterni."

"Ci incontreremo là fuori." Promise Cortes.

"Certamente." Dopo una breve pausa l'andoriano chiese: "Tu a esplorare e io a proteggere."

"Mi sembra un buon accordo."

I due risero. Qualche secondo dopo il cameriere portò una seconda bistecca all'andoriano e iniziarono mangiare.


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01.04 - Nave Federale Atlantis NX-28

Autore: Capitano Fabio Yager Cortes

Bacino spaziale orbita terrestre ore 16.00 13 novembre 2170


Il viaggio fu breve: Cortes non vedeva l'ora di sbarcare e rimase assorto nei suoi pensieri. Non guardò neppure il panorama che era a dir poco spettacolare. Dalla navetta scese rapidamente salutando con breve cenno il giovane guardiamarina che era venuto ad accoglierlo.
Aveva fatto un breve viaggio nel turbo ascensore nel quale aveva cercato di calmarsi, ma quando la porta si aprì fu tutto vano. Suo malgrado, era emozionato come un adolescente al primo appuntamento.
Cortes entrò nell'ampio atrio dove una cinquantina di persone dialogavano fra loro. Al suo arrivo come neo Capitano della Atlantis ci fu un rapido mormorio ed interminabili occhiate.
L'imbarazzo crebbe a dismisura in Fabio, ma per sua fortuna ebbe vita breve uno degli Ammiragli terminò rapidamente una conversazione e lo raggiunse: "Capitano ben arrivato."
Cortes sorrise stranito, ma in cuor suo eternamente grato per quell'intervento in suo soccorso.
"Grazie, è un piacere rivederla Ammiraglio Hunter."
"Sembra che sia arrivata la sposa... e che non piaccia a tutta la famiglia dello sposo" scherzò l'alto ufficiale
"Ha ragione."
Cortes sospirò, ma, prima che potesse aggiungere qualcosa, arrivò un Tellarite:
"Capitano Cortes, mi hanno molto parlato di lei"
Hunter sorrise e, indicando il nuovo arrivato, aggiunse:
"Questo è l'Ambasciatore... ."
"Terost, è un piacere rivederla"
Cortes porse la mano al Tellarite che la strinse calorosamente
"Ma vi conoscete?" Hunter appariva sorpreso.
"Si conosco questo dannato umano da quando era un lurido moccioso" rispose Terost con un ghigno
"Lurido?" Cortes scoppiò a ridere: "Un tempo lei sapeva fare di meglio."
"Non mi farete una gara di insulti?" chiese l'Ammiraglio turbato dalla prospettiva di vedere quei due offendersi a vicenda, anche solo per gioco.
"No certamente no, signore... a meno che l'Ambasciatore non insista in tal senso, in tal caso non mi posso tirare indietro" fece Cortes scherzosamente.
"Bah.. non ho mai visto un terrestre tanto cocciuto! Beh, tranne tuo padre" il Tellarite scrollò le spalle
Fabio decise che era meglio dare delle spiegazioni all'Ammiraglio Hunter prima di continuare:
"Mio padre è un Ambasciatore e fin da piccolo ho potuto conoscere molti diplomatici"
"Già!" il Tellarita si portò le mani al grosso pancione "Ed uno dei suoi divertimenti preferiti era provocare me, fino a farmi uscire dai gangheri... e ora, che è cresciuto, prendo la mia rivincita: sono fra i più convinti sostenitori nel voler concederti il comando di questo bel guscio di noce ammodernato"
*Guscio di noce*
Cortes impallidì prima di assumere un colore rossastro. Era stato colpito nell'orgoglio direttamente su un nervo scoperto: il Tellarita sapeva quanto Fabio desiderasse essere uno dei pionieri delle nuove navi, ma gli era stata affidata un'unità già in servizio, sebbene sottoposta ad un importante intervento di refit.
Dopo la delusione iniziale, aveva di buon grado accettato il nuovo comando e aveva attivamente collaborato in stretto contatto col suo predecessore, il Capitano McGlee, impegnato in prima persona nelle migliorie da apporre alla nave.
Terost, sebbene scherzosamente, gli aveva toccato la Atlantis: quella che ormai a tutti gli effetti considerava la SUA Atlantis. Avrebbe potuto insultargli la madre e con diplomatica efficienza avrebbe fatto finta di nulla, ma la nave era un'altra cosa.
Non si fermò a pensare che il Tellarita aveva usato appositamente una tipica espressione umana solo per farlo indispettire e che non intendeva mancare di rispetto ad una nave della Federazione.
Prima che Cortes dicesse qualcosa di sciocco ed irreparabile, Hunter si frappose fra i due contendenti e, da Ammiraglio navigato, salvò la situazione
"E allora variamolo questo guscio di noce"
Detto ciò, mise il braccio destro attorno alle spalle di Cortes e lo accompagnò sul palco presentandolo ufficialmente
"Signori e signore... il momento è giunto! Gli interventi di refit sono conclusi e finalmente possiamo inaugurare il nuovo corso per la nave stellare Atlantis della Federazione dei Pianeti Uniti, classe NX e registro di matricola NX-28."
Nel locale cadde un silenzio totale, tutti smisero di parlare per guardare i due ufficiali.
"Presto faremo la classica crociera inaugurale, ma per il momento lasciate che vi presenti il nuovo Capitano: Fabio Ylim Cortes!"
Un fragoroso applauso salutò Fabio il quale ricambiò salutando con la mano destra.
Hunter, dopo un piccolo istante di silenzio, riprese a parlare:
"Ho una sorpresa per tutti voi: un breve discorso di in bocca al lupo da parte dell'ultimo Capitano della Atlantis, l'ottimo Andrea MacGlee, destinato ad un nuovo comando. Molti di voi lo conoscono sicuramente, avendo servito su questa unità dal suo varo, più di dieci anni fa... ."

NX-28 Plancia 2 ore dopo


Cortes entrò finalmente in plancia.
Durante i lavori finali del refit era successo spesso, ma questa volta era diverso.
Fece una serie di lunghi respiri cercando di calmarsi, ma senza successo.
Non gli era mai successo in tutta la sua vita di essere così agitato: aveva affrontato migliaia di sfide e situazioni pericolose, ma quello che avrebbe fatto da lì a pochi secondi era completamente diverso: avrebbe comandato la sua nave fuori dal bacino spaziale, sotto gli sguardi curiosi, attenti ed indagatori di una cinquantina di personalità federali.
Si sedette sulla poltrona a lui riservata.
Sentiva l'imbottitura cedere sotto il suo peso e adattarsi a lui. Strinse le mani ai braccioli aggrappandosi. Infine appoggiò la testa. Era leggermente incassato sotto la deformazione dell'imbottitura della sedia di pochissimi millimetri, ma si sentiva come interconnesso alla nave. In una perfetta simbiosi.
Era come se la nave lo avesse appena accettato come suo Capitano. Macchina e umano erano uniti. Grazie a questo ideale collegamento, Cortes si sentì pronto a reagire e ad affrontare l'ignoto.
Doveva soltanto collegare l'ultimo componente della triade: l'equipaggio.
Deglutì nervosamente un paio di volte prima di attivare la comunicazione:
"Qui Capitano Cortes a tutti i ponti! Riferire operatività sistemi!"
Il primo a rispondere fu Kimura: "Tattico e sicurezza, siamo pronti."
Successivamente arrivò la comunicazione dalla sala macchine:
=^= Motori ad impulso e curvatura pronti... nucleo a curvatura entro i normali parametri =^=
"Sensori in linea e pronti" annunciò Mouri dalla consolle scientifica.
"Bene"
Cortes si sporse in avanti di qualche centimetro, alzò il braccio destro rivolto al timoniere
"Razzi di manovra?"
"Pronti signore!" rispose l'ufficiale
"Bene ci porti fuori!"

NX-28 Plancia 1 ora dopo


La crociera, un breve giro del sistema stellare con alcuni ambasciatori, alti funzionari e ufficiali, stava andando bene. La nave rispondeva rapidamente e bene ai comandi ed era abilmente gestita dall'equipaggio. Certo, molti degli ufficiali presenti sarebbero stati trasferiti a loro volta, ma rientrava nella normale routine della Flotta e Fabio era soddisfatto.
Stava digitando alcuni comandi quando in plancia entrò l'Ambasciatore Terost.
Il Tellarite entrò rapidamente raggiungendo la poltrona al centro della sala:
"Ah Capitano eccola finalmente! La stavo cercando."
Cortes roteò la testa ancora leggermente infastidito dalla battuta sul guscio di noce:
"Mi dica Ambasciatore."
Terost sorrise
"Vorrei parlarle in privato."
"Bene mi segua nel mio ufficio."
Fabio si alzò dalla poltrona e si diresse verso la porta che aprì facendo passare il Tellarita
"Gran bella nave" esclamò Terost mentre le porte si chiusero dietro alle loro spalle
"Ma se non l'aveva definita un guscio di noce?" chiese con un po' di malizia Cortes.
Il Tellarita scoppiò a ridere
"Sei un abile ufficiale, un diplomatico bravo quasi quanto tuo padre, ma non sai perdere agli scherzi.."
"Quasi? Sono più bravo" brontolò l'umano.
Terost scosse la testa:
"Non credo proprio.. sei bravo quasi quanto tuo padre, ma hai ancora molto da imparare."
Fabio rimase interdetto per qualche secondo, ma il Tellarita continuò a parlare:
"Questo viaggio ti insegnerà molto"
"Su che cosa?"
"Sulle stelle no? E su te stesso."
Fabio rimase a riflettere su quelle parole mentre Terost diede alcuni colpi alla struttura:
"Bella nave ben costruita, certo non è ai livelli dei nostri standard, ma non è niente male.. se non erro è la ventottesima nave di questa classe, ognuna però è unica per peculiarità e caratteristiche"
"Abbiamo ancora molto da imparare sulla costruzione delle navi stellari, ma almeno posso dire di comandare una nave unica."
"Giusto, ma ciò rende difficile allestire una Flotta" rispose l'ambasciatore, per poi aggiungere: "Abbiamo bisogno di navi per la Federazione: robuste, agili, funzionali e da produrre in serie"
"Per questo c'erano tanti ambasciatori e alti funzionari per il varo di refit di una nave di classe NX?" chiese Cortes.
Teros sorrise: "Anche per questo"
"Dedalus?" Cortes centrò il punto cruciale.
"Esattamente"
Il Tellarite si mise ad osservare il locale continuando a parlare:
"Lo sviluppo della prima serie di navi della Federazione non richiede solo uno sforzo di ingegneri, ma anche di diplomatici, funzionari e alti ufficiali. Ci sono cantieri da costruire, progetti da coordinare e installazioni da costruire. Ogni refit porta in dote nuove tecnologie ed anche il varo di una nave come questa può aiutare ricordando a tutti lo scopo del progetto: costruire qualcosa in grado di portarci fra le stelle"

Bacino spaziale orbita terrestre ore 23.00


"... per andare coraggiosamente là dove nessun uomo è mai andato prima."
Il sogno di Zefram Cochrane, Henry Archer e degli scienziati del programma curvatura cinque si era avverato. Erano cambiate tante cose da quando il sogno si realizzò per la prima volta. Più di venti anni erano trascorsi dal varo della prima nave a curvatura cinque destinata all'esplorazione pacifica dello spazio e da allora molte cose erano cambiate.
Due terribili guerre combattute contro gli Xindi prima e contro i Romulani poi avevano dimostrato, assieme a milioni di vite spezzate, che anche nel mare di stelle si uccideva e si combatteva.
Eppure la speranza si era riaccesa con la fondazione della Federazione.
Quattro razze, tra cui gli umani, avevano deciso di mettere da parte le loro differenze e cooperare per una pacifica convivenza. Fu potenziata la Flotta Stellare per proteggere la Federazione e guidare l'esplorazione dello spazio. Non esistevano più navi Vulcaniane, Andoriane, Tellariti ed Umane, tutte avevano ad agire in sincronia per il bene comune e da lì a poche ore sarebbe rientrata in servizio anche la Atlantis.
La nave aveva subito importanti interventi di refit in tutti i sistemi che avevano potenziato i motori rendendola in grado di raggiungere la strabiliante velocità di curvatura 6.0, anche se per brevissimo tempo.
Era uno dei principali motivi di orgoglio del Capitano MacGlee, vero esperto in materia, mentre Cortes aveva focalizzato la sua attenzione sulle migliorie ai sensori, ore decisamente migliorati in accuratezza e range di scansione. Tecnici Umani, Vulcaniani e Tellariti si erano affiancati per installare, testare e rendere pienamente operativo un nuovo sistema di scudi di derivazione Andoriana per proteggere la nave in maniera efficace la nave da pericoli naturali e no. Tutti miglioramenti considerati necessari per la missione della nave: l'esplorazione dello spazio profondo.
Cortes era affacciato al largo finestrone e osservava il suo nuovo vascello. Era così assorto nei suoi pensieri che non si accorse dell'arrivo dell'ammiraglio Hunter:
"E' tardi Capitano, i nostri ospiti se ne sono andati! La crociera e la cerimonia di varo sono finite più di tre ore fa. Le ho lasciato un po' di tempo, posso immaginare lo stress di queste manifestazioni per chi non vi è avvezzo, ma è ora di tornare al lavoro"
"Sì signore."
Cortes si voltò verso il superiore e aggiunse: "Volevo solo vedere la nave da fuori per un'ultima volta"
"Bella vero? Per essere una Classe NX, l'abbiamo resa più veloce e manovrabile, adatta all'esplorazione dello spazio.. un'ottima nave, una delle più moderne della Flotta.. anche se so bene che lei avrebbe preferito attendere il varo della classe Dedalus"
"Beh tutti lo vorremmo, ma so bene che non sono ancora pronte"
Cortes sospirò, in cuor suo avrebbe proprio voluto comandare la prima nave progettata interamente dalla neonata Federazione, ma poi posò lo sguardo nuovamente sulla Atlantis, proprio come farebbe un uomo innamorato.
"Più la guardo più penso che io volevo proprio una nave come la Atlantis! Voglio vedere cosa c'è lassù, esplorare quei mondi misteriosi, carichi di fascino e mistero.. vedere cosa c'è oltre i campi di asteroidi, dietro le nebulose e dentro i più profondi campi energetici. Con quanto di meglio ha costruito la mia gente, la Atlantis, vorrei aprire la strada per quello che verrà in futuro"
L'Ammiraglio guardò le stelle assieme al sottoposto:
"Il futuro che sta iniziando con la Federazione?"
La domanda era ciò che Cortes si aspettava:
"Esattamente, la Federazione è nata su dieci anni fa, ma si sta evolvendo rapidamente. Ben presto cresceremo con tutte le esperienze e le gesta dei popoli che la compongono che stanno creando il futuro. E sono convinto che la Atlantis possa fare ancora una parte da protagonista in questa storia... "


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FINE MISSIONE